IT202200000245A1 - Dispositivo per la conversione del moto alternativo in moto rotatorio continuo - Google Patents

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Andrea Mura
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Torino Politecnico
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Description

Descrizione di brevetto per invenzione industriale dal titolo:
?Dispositivo per la conversione del moto alternativo in moto rotatorio continuo?
DESCRIZIONE
L?invenzione riguarda, sotto un profilo pi? generale, i dispositivi meccanici per la conversione di movimento da lineare a rotatorio e viceversa.
Tali dispositivi possono trovare applicazione in svariati settori, ad esempio nei telai o macchine per la tessitura, in comandi o attuatori di organi meccanici, in apparecchiature robotiche per lavorazioni meccaniche, in apparati di assistenza e/o di supporto ai movimenti delle persone come protesi o esoscheletri, in interruttori e quant?altro.
Nel seguito per semplicit? e chiarezza di spiegazione, si far? riferimento soprattutto alla produzione di energia da fonti rinnovabili in quanto tema attualmente di grande interesse; ci? non dovr? tuttavia essere considerato in maniera restrittiva o limitativa, in quanto l?invenzione ? applicabile ad altri settori come appena accennato.
Come ? noto, il tema delle energie rinnovabili e della loro utilizzazione per sostituire quelle da combustibili fossili ? ormai una priorit? riconosciuta internazionalmente a tutti i livelli, sia scientifici che tecnici ed istituzionali.
Infatti, per fare fronte al riscaldamento globale e dare corso alla cosiddetta transizione ecologica e la decarbonizzazione dell?ambiente, diventa stringente la necessit? di ridurre le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas ad effetto serra, che sono tipicamente legate alla combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio, idrocarburi e loro derivati).
Le fonti rinnovabili sono anch?esse ben conosciute e tra esse quelle pi? diffuse sono l?eolica, l?idroelettrica, la fotovoltaica, delle maree e del moto ondoso; ve ne sono comunque altre, a seconda delle risorse naturali disponibili delle diverse aree geografiche (es. geotermica, biomasse, ecc.).
La presente invenzione si riferisce in particolare allo sfruttamento del moto ondoso per la generazione di energia elettrica.
Infatti, considerando che i mari ricoprono circa il 71% della superfice terrestre, essi rappresentano una fonte di energia inesauribile anche per la sua potenzialit? di sopperire alla richiesta di energia della popolazione mondiale, che si aggira circa 32000 TWh/anno. La presente invenzione risponde quindi all?esigenza di avere un dispositivo capace di sfruttare la risorsa del moto ondoso per la produzione di energia elettrica.
In particolare, l?invenzione riguarda un nuovo dispositivo capace di convertire la forzante ondosa in energia meccanica, che serve per azionare un generatore elettrico quale un alternatore, una dinamo o similari.
Questo tipo di dispositivi, noti anche con l?acronimo anglosassome WEC ?Wave Energy Converter? o sue combinazioni con prefissi o suffissi (es.PeWEC, ISWEC, o altro), ? descritto in alcune pubblicazioni scientifiche e/o brevettuali, cos? come in altri documenti della tecnica anteriore reperibili in rete e sulle comuni banche dati brevettuali.
In estrema sintesi, le apparecchiature per la generazione di energia dal moto ondoso si fondano sull?uso di sistemi galleggianti che seguono un movimento lineare alternato di sollevamento ed abbassamento, sotto l?azione forzante delle onde o delle maree marine. Questo movimento alternato pu? essere sfruttato per la generazione di energia.
A tal fine ? noto associare i sistemi galleggianti con opportuni meccanismi convertitori, capaci di trasformare il movimento lineare alternato in un movimento rotatorio utile per comandare il rotore di un generatore, cos? da produrre energia elettrica.
Nell?ambito di questo principio generale vi sono comunque diverse soluzioni.
Per esempio, vi sono alcuni dispositivi che prevedono meccanismi convertitori montati su supporti galleggianti, che sono di tipo giroscopico o pendolare con un corpo cilindrico incernierato al centro, libero di ruotare, secondo le diverse soluzioni tecniche.
Vi sono poi dispositivi multidirezionali, in cui una massa incernierata lungo un asse verticale sfrutta la forza centrifuga dovuta alle oscillazioni di uno scafo galleggiante, per la produzione di energia.
Con riferimento alla figura 1 ? poi da segnalare una apparecchiatura, nota anche con il nome Wavestar (vedere https:// www.smartgreenpost.it /2019/09/09/ wavestar-lapiattaforma-che-ricava-energia-pulita-dal-moto-ondoso/), che trasforma l?energia delle onde in energia elettrica tramite un sistema a pistoni idraulici che pompando olio aziona un genertatore elettrico tramite un motore idraulico, secondo lo schema illustrato nella fig. 1.
Questa soluzione presenta alcune controindicazioni quali quella di essere piuttosto complessa, in quanto implica un motore idraulico a pistoni che oltre a richiedere una manutenzione non trascurabile (soprattutto in ambiente marino), rappresenta anche un passaggio intermedio di conversione tra l?energia meccanica (potenziale) del moto ondoso, rispetto a quella elettrica finale elettrica.
Infatti, l?energia delle onde deve essere convertita in energia idraulica che poi ? trasformata a sua volta in energia meccanica dai pistoni, per poi ottenere energia elettrica con un ulteriore passaggio per fare girare l?alternatore.
? intuitivo che ad ogni passaggio si hanno perdite di energia (per attriti vari degli organi meccanici e dei fluidi) che alla fine penalizzano il rendimento complessivo dell?impianto Wavestar noto.
D?altro canto sono ben noti nella tecnica e nella meccanica in generale, sistemi di conversione di un moto lineare alternato in un movimento rotatorio, basati su sistemi biella-manovella (per tutti si pensi ai motori a combustione interna a pistoni).
Sebbene i meccanismi biella-manovella siano alla base dello sviluppo dell?industria automobilistica e trovino applicazione in svariati altri settori (es. compressori, pompe volumetiche ecc.), essi presentano tuttavia dei limiti legati alle loro caratteristiche intrinseche.
In parrticolare, la loro configurazione ? di tipo funzionalmente rigido nel senso che non ? in grado di adattarsi ad un movimento lineare alternato, che non abbia una determinata ampiezza costante.
Questa caratteristica ? piuttosto limitante, in quanto non consente l?impiego di questi meccanismi in svariate applicazioni dove si verificano movimenti lineari alternati irregolari, come ad esempio il caso del recupero di energia da fonti rinnovabili, soprattutto quelle derivate dal moto ondoso dove le oscillazioni non sono per definzione costanti. Alla luce di questa disamina si pu? pertanto affermare che un problema tecnico alla base dell?invenzione sia quello di rendere disponibile un dispositivo per la conversione di un moto rettilineo in un movimento rotatorio, con caratteristiche di struttura e funzionamento tali da superare i limiti e gli inconvenienti sopra delineati con riferimento allo stato della tecnica nota considerata.
In particolare, il problema tecnico ? quello di trasformare un moto rettilineo alternato di ampiezza massima variabile nel tempo, in un moto rotatorio continuo; risolvendo questo problema tecnico si possono azionare organi meccanici e trasmettere coppie ad alberi rotanti di alternatori o altre macchine, per la conversione e/o generazione di energia. Si pensi per esempio al moto ondoso ed al suo sfruttamento per la generazione di energia elettrica, ma anche all?azionamento di veicoli a pedali o con energia alternata.
L?idea di soluzione di tale problema ? quella realizzare un dispositivo che combini caratteristiche di ruote dentate e cremagliere, opportunamente collegate agli alberi di trasmissione tramite ruote libere, cos? da consentire la trasformazione del moto rettilineo alternato, anche ad ampiezza variabile, in un moto rotatorio continuo.
Le caratteristiche dell?invenzione sono enunciate pi? specificamente nelle rivendicazioni che seguiranno; tali caratteristiche risulteranno maggiormente alla luce della descrizione che viene di seguito riportata, relativa ad un esempio preferito e non esclusivo di realizzazione del trovato, mostrato nei disegni qui allegati a titolo indicativo, in cui: - Fig. 1 ?, come gi? detto, uno schema illustrativo di un dispositivo di conversione secondo la tecnica nota;
- Fig.2 ? una vista prospettica di un dispositivo di conversione del moto in accordo con l?invenzione;
- Fig. 3 ? una rappresentazione schematica di un meccanismo a cremagliera interno al dispositivo dell?invenzione di fig.2;
- Fig.4 ? una rappresentazione schematica di una variante del meccanismo a cremagliera precedente;
- Fig.5 mostra un particolare interno del dispositivo di fig.1;
- Fig.6 ? un diagramma che mette a confronto l?andamento della velocit? in ingresso ed in uscita al dispositivo di conversione in accordo con l?invenzione;
- Fig. 7 mostra una bicicletta con un meccanismo convertitore in accordo con l?invenzione.
Con riferimento alle figure elencate, in esse con 1 ? complessivamente indicato un dispositivo per la conversione di un moto rettilineo in un movimento rotatorio, in accordo con l?invenzione.
Nell?esemplare mostrato, il dispositivo 1 comprende una struttura o involucro 2 di tipo scatolare a forma di parallelepipedo, comprendente due facce maggiori 20, 21 rispettivamente una anteriore e l?altra posteriore, di tamponamento e chiusura delle pareti laterali 22, 23.
Nell?involucro 2 ? alloggiato un telaio 3 quadrangolare a cornice che comprende una coppia di traverse orizzontali, rispettivamente una inferiore 30 ed una superiore 31, e due montanti laterali rispettivamente sinistro 32 e destro 33, uniti rigidamente tra loro per formare la cornice del telaio 3.
Sulle traverse 30, 31 sono disposte rispettive dentature 36, 37 a cremagliera, le quali ingranano con corrispondenti ruote dentate 46, 47 calettate su un albero 50 di uscita del dispositivo di conversione 1.
In particolare, ognuna delle ruote 46, 47 ? montata sull?albero 50 mediante un relativo meccanismo di trasmissione unidirezionale del moto 48, 49; preferibilmente il meccanismo unidirezionale ? del tipo a ruota libera usato nelle ruote delle biciclette, che trasmette la coppia in una direzione mentre lascia la ruota libera di girare nel verso opposto.
I meccanismi di ruota libera sono ben noti nella tecnica sia dal punto di vista strutturale che funzionale (sono essenzialmente dei cuscinetti a sfere combinati con un arpionismo che permette il moto libero in un verso e la presa nel verso opposto) e quindi, per brevit?, si rinvia alle informazioni agevolmente reperibili sulla rete internet, sulle pubblicazioni tecniche del settore o dei vari costruttori, per maggiori ragguagli sull?argomento.
Sono comunque possibili soluzioni alternative ai meccanismi di ruota libera, per realizzare i mezzi di trasmissione unidirezionali 48, 49 delle ruote 46 e 47.
Per esempio, si possono usare meccanismi di frizione unidirezionali, quali quelli commercialmente disponibili (come quelli denominati Stieber 62 del produttore omonimo, oppure di SKF), oppure meccanismi di frizione unidirezionali pi? complessi come quelli descritti nelle domande di brevetto europeo EP 399888, EP 2937590, EP 3026298, oppure EP 3693271, EP 3693627.
Queste ultime differiscono dalle precedenti per il fatto che prevedono dei sistemi elettromagnetici e/o idraulici di impegno o disimpegno delle frizioni per ottenere il comportamento unidirezionale, mentre le prime sono dei dispositivi di frizione essenzialmente meccanici che sono attivati dalla forza elastica di molle o da forze centrifughe.
La soluzione con ruota libera rappresenta solo un esempio, in generale pu? essere utilizzato qualsiasi tipo di ?diodo meccanico? ossia qualsiasi componente che consenta la trasmissione del moto rotatorio in una sola direzione.
Indipendentemente dalla soluzione adottata, ci? che rileva qui ? invece il fatto che i meccanismi di ruota libera 48, 49 hanno caratteristiche di rotazione opposte; pertanto, quando la prima ruota 46 ? libera di girare in un verso (ad esempio quello orario), la seconda ruota 47 ? in presa e viceversa, quando la seconda ruota 47 ? libera la prima ruota 46 ? in presa.
Ulteriormente, come si pu? osservare meglio in figura 3, le ruote dentate 46, 47 sono affiancate sull?albero 50 ed ingranano con le rispettive cremagliere 36, 37 le quali per questa ragione sono sfalsate verticalmente sulle traverse 30, 31.
Sul montante laterale 32 del telaio 3 ? inoltre presente un foro 38 di attacco di un?asta 51 di comando, la quale si estende nell?involucro 2 e consente di muovere il telaio 3 lungo una guida di scorrimento 7 che supporta il telaio 3 all?interno dell?involucro 2, in modo scorrevole lungo una direzione Z trasversale al dispositivo di conversione 1. Per questo scopo sulla traversa inferiore 30 del telaio 3 ? presente una contro-guida 8 che si accoppia con la guida 7 di supporto, per favorire lo scorrimento lineare.
In particolare, lo scorrimento del telaio 3 ? alternato, in funzione della portante alternata di sollecitazione del dispositivo 1.
? qui solo il caso di aggiungere che sebbene nei disegni l?asta 51 di azionamento e la direzione di scorrimento Z del telaio 3 risultino disposte orizzontalmente per comodit? di illustrazione, il dispositivo di conversione 1 pu? operare in qualunque direzione e pertanto la direzione di scorrimento Z potr? essere anche verticale o inclinata con qualunque angolazione rispetto all?orizzontale.
Il funzionamento del dispositivo di conversione 1 sopra descritto avviene come segue. L?asta di azionamento 51 ? collegata ad una fonte di energia che trasmette un movimento alternato, secondo una portante ondulatoria di qualunque frequenza e/o ampiezza; in seguito a ci? l?asta 51 trasla avanti e indietro muovendo solidalmente il telaio 3 cui essa ? fissata.
Il telaio 3 scorre quindi avanti e indietro lungo la guida di supporto 7 (come indicato con le frecce in fig.3 e 4) ed in seguito a ci? le ruote dentate 46, 47 vengono comandate dalle corrispondenti cremagliere 36, 37, a seconda della corsa di andata o di ritorno del telaio. Infatti, come detto in precedenza, essendo le ruote 46, 47 dotate di rispettivi meccanismi di ruota libera 48, 49 opposti, nella corsa di andata del telaio 3 solo una di esse ? in presa mentre l?altra ? libera di girare, e viceversa nella corsa di ritorno del telaio 3.
Le ruote 46 e 47 trasmettono quindi all?albero 50 una rispettiva coppia motrice concorde, ognuna durante le corse di andata o ritorno del movimento alternato del telaio 3.
Questa situazione ? graficamente illustrata nei diagrammi di fig. 6, che mettono a confronto l?andamento della velocit? (lineare) in ingresso del telaio 3, con la velocit? periferica in uscita (rotatoria) delle ruote 46, 47.
Come si vede per intervalli di tempo differenti e irregolari nella durata, a fronte di un andamento alternato (positivo-negativo) della velocit? di traslazione in ingresso del telaio 3 fa riscontro una velocit? periferica uguale in uscita delle ruote 46, 47.
Ci? ? dovuto al meccanismo di ruota libera che permette a ciascuna delle ruote 46, 47 di trasmettere la coppia nello stesso verso sull?albero 50, durante le corse di andata e di ritorno del telaio 3 azionato dall?asta 51.
Come si capisce, il dispositivo 1 cos? configurato ? in grado di convertire un movimento lineare alternato di ampiezza e/o frequenza variabili nel tempo, in un movimento rotatorio uniforme; ci? permette quindi di trasmettere una coppia motrice ad un albero di uscita, sfruttando movimenti originati da qualunque fonte o meccanismo.
? questo per esempio il caso del moto ondoso o delle maree oppure di altre fonti naturali o rinnovabili, quali quelle idrauliche o eoliche, in cui si possa sfruttare una variazione di livello di altezza o di pressione di un fluido, per lo spostamento di un galleggiante o di un altro elemento che abbia un movimento alternato.
Peraltro, come si ? detto, nel caso del dispositivo 1 sopra indicato, l?asta di azionamento 51 che impartisce il movimento al telaio 3, pu? essere disposta verticalmente o con qualunque altra orientazione, cos? che il dispositivo 1 ? in grado di adattarsi a qualunque condizione di funzionamento.
Per esempio, si pensi di applicare il dispositivo 1 ad un galleggiante che viene sollevato ed abbassato dal moto ondoso; l?asta di comando 51 pu? essere disposta verticalmente e collegata al galleggiante, direttamente o indirettamente.
In questo modo i movimenti lineari alternati del galleggiante verso l?alto o verso il basso, a causa dell?innalzamento ed abbassamento del livello marino o delle onde, sono trasmessi in ingresso all?asta 51 e al telaio 3 solidale con essa che li convertono nel movimento rotatorio di uscita dell?albero 50 con le cremagliere 36, 37 e ruote 46, 47, secondo quanto spiegato sopra.
? solo il caso di aggiungere che l?albero di uscita 50 pu? essere a sua volta collegato al rotore di un alternatore o di un?altra macchina generatrice o operatrice.
Da quanto spiegato si pu? quindi comprendere come il dispositivo di conversione dell?invenzione, risolva il problema tecnico che ne ? alla base.
Infatti, esso permette di convertire un movimento alternato lineare di ingresso in un movimento rotatorio di uscita in maniera semplice, in quanto il dispositivo ? strutturalmente e funzionalmente di tipo meccanico, ovvero che non richiede particolari regolazioni o controlli essendo intrinsecamente capace di adattarsi alle frequenze e/o ampiezze variabili del movimento lineare di ingresso.
Non vi ? quindi alcun ricorso ad energia idraulica, pneumatica o di altra natura tra l?ingresso e l?uscita, cos? che il rendimento risulta massimo e coincide sostanzialmente con quello dell?accoppiamento degli ingranaggi 46, 47 con le cremagliere 36, 37.
Inoltre, il funzionamento del dispositivo risulta affidabile essendo ottenuto con delle semplici ruote dentate e cremagliere, vale a dire componenti resistenti, realizzabili con costi contenuti in materiali metallici o plastici, che non richiedono particolare assistenza o manutenzione per funzionare anche in ambienti marini.
Naturalmente sono possibili varianti dell?invenzione rispetto a quanto descritto sinora. Gi? si ? detto sulle diverse possibili disposizioni del dispositivo 1, con l?asta di ingresso 51 orientata con in?clinazioni comprese tra l?orizzontale e la verticale, secondo le esigenze richieste dalle applicazioni.
? anche da considerare che si potranno avere casi in cui siano presenti due aste di ingresso 51, disposte una da parte opposta all?altra rispetto alla struttura esterna 2 del dispositivo, e collegate entrambe al telaio 3 per muoverlo come spiegato sopra.
In altre parole, in questi casi il dispisitivo 1 pu? convertire il movimento lineare di due sorgenti di moto alternato, sfasate tra loro in modo che la corsa di andata di una?asta 51 corrisponda con quella di ritorno dell?altra asta.
Ulteriormente, ? da considerare come rientrante tra le varianti dell?invenzione quella ottenibile collegando due o pi? dispositivi 1 in serie tra loro.
Si pensi cio? al caso in cui un dispositivo di convefrsione 1 sia dotato di due aste 51 sporgenti da parti opposte come appena spiegato, in cui la seconda serva per azionare il telaio 3 scorrevole di un secondo dispositivo convertitore 1 a valle del primo.
? comprensibile che una tale soluzione si presta ad essere impiegata nel caso di potenze elevate d trasmettere.
Anche per quanto riguarda il meccanismo con cremagliere 36, 37 e ruote dentate 46, 47 si potranno avere delle soluzioni differenti, in funzione delle necessit? progettuali quali la coppia e/o la velocit? da trasmettere, la lunghezza della corsa del movimento lineare alternato, le dimensioni e il peso del dispositivo convertitore 1, nonch? di altri parametri del sistema.
Una di tali alternative ? mostrata nella figura 4 dove, per semplicit? di comprensione e spiegazione, ? stata mantenuta la stessa numerazione degli elementi strutturalmente o funzionalmente equivalenti a quelli gi? visti in precedenza.
Come si vede, in questa variante le cremagliere 36, 37 si trovano entrambe sulla traversa inferiore 30 del telaio 3, affiancate tra loro che ingranano con le corrispondenti ruote dentate 46, 47 montate sull?albero di uscita 50 con i meccanismi di ruota libera 48, 49. Per quanto riguarda la prima ruota 46, le modalit? operative sono le medesime di quelle dell?esempio precedente e quindi si rinvia ad esso per brevit?.
? solo il caso di precisare che in tale fase di funzionamento, la seconda ruota 47 ? libera e non trasmette coppia all?albero di uscita 50.
In particolare, la seconda ruota 47 ? associata ad una coppia di ingranaggi 54 e 55, in cui il primo ingrana con la seconda cremagliera 37 ed ? solidale in rotazione con il secondo, che ingrana a sua volta con ruota dentata 47 montata sull?albero 50.
In questo modo, quando il telaio 3 compie la corsa di ritorno (come indicato dalla freccia in fig. 4), la seconda ruota 47 ? in presa sull?albero di uscita 50 mentre invece la prima ruota 46 ? libera.
Grazie alla coppia di ingranaggi 54, 55 la seconda ruota 47 trasmette una coppia motrice sull?albero di uscita 50 durante la corsa di ritorno del telaio 3, nel medesimo verso di quello della coppia trasmessa dalla prima ruota 46 durante la corsa di andata del telaio 3. In pratica le coppie trasmesse si sommano sull?albero.
Come si vede, questa variante dell?invenzione consente di avere un telaio 3 senza una traversa superiore 31 e quindi pi? basso, a parit? di condizioni, rispetto al telaio del primo esempio.
Valgono comunque anche per questa variante le medesime considerazioni sugli effetti conseguiti dall?invenzione, le applicazioni ed i vantaggi che ne derivano.
Da ultimo, come ulteriore possibile variante applicativa del trovato, si deve segnalare la trasmissione di una bicicletta a pedali oscillanti mostrata nella figura 6.
In questo caso i pedali 100 della bicicletta sono delle leve oscillanti che producono un movimento alternato di un cursore o telaio (non visibile in fig.6), che viene convertito in movimento rotatorio dal dispositivo di conversione 1 come quello degli esempi considerati in precedenza e montato sul mozzo della ruota posteriore.
L?albero di uscita del dispositivo 1 ? in presa con il mozzo della ruota e trasmette quindi la coppia per la normale andatura della bicicletta; quando i pedali 100 non sono usati, il meccanismo di ruota libera del dispositivo 1 agisce come quello delle normali biciclette. Tutte queste varianti rientrano nell?ambito delle rivendicazioni che seguono.

Claims (9)

RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo per la conversione di un movimento lineare alternato di ingresso in un movimento rotatorio di un albero di uscita (50), caratterizzato dal fatto di comprendere un telaio (3) mobile in modo alternato lineare con una corsa di andata ed una corsa di ritorno, una coppia di ruote dentate (46, 47) montate sull?albero di uscita (50), cooperanti con il telaio (3) e dotate di rispettivi mezzi (48, 49) unidirezionali di trasmissione del moto che consentono alle ruote (46, 47) di trasmettere una rispettiva coppia all?albero (50), in modo concorde durante la corsa di andata e quella di ritorno, indipendentemente dall?ampiezza della corsa di andata e/o di ritorno.
2. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, in cui il telaio (3) comprende una coppia di dentature (36, 37) a cremagliera che cooperano con le ruote dentate (46, 47) per la loro messa in rotazione durante le corse di andata e di ritorno del telaio (3).
3. Dispositivo secondo le rivendicazioni 1 o 2, in cui il telaio (3) ? configurato sostanzialmente a cornice e comprende una traversa inferiore (30) ed una traversa superiore (31), estese lungo la direzione del movimento alternato del telaio (3) e sulle quali sono disposte rispettive dentature a cremagliera (36, 37), in cui le ruote (46, 47) sono disposte sostanzialmente all?interno del telaio (3) ed ingranano rispettivamente ognuna con una di dette dentature (36, 37).
4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui in cui i mezzi (48, 49) unidirezionali di trasmissione del moto delle ruote (46, 47) operano in modo inverso tra loro nelle corse di andata e di ritorno del telaio (3), cos? che le ruote (46, 47) trasmettano una coppia concorde all?albero (50).
5. Dispositivo secondo le rivendicazioni 1 o 2, in cui il telaio (3) comprende una traversa (30) estesa lungo la direzione di movimento alternato del telaio (3), sulla quale sono disposte affiancate una coppia di dentature a cremagliera (36, 37), in cui le ruote (46, 47) sono disposte sostanzialmente all?interno del telaio (3) e cinematicamente collegate mediante ingranaggi (54, 55).
6. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi (48, 49) unidirezionali di trasmissione del moto alle ruote (46, 47) comprendono almeno uno tra: meccanismi di ruota libera, dispositivi di frizione, meccanismi centrifughi.
7. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui il telaio (3) ? comandato con un?asta (51) o simile elemento collegato rigidamente ad esso.
8. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, associato ad un galleggiante per la conversione di energia dal moto ondoso.
9. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 7, associato ad una ruota di bicicletta con pedali a leva (100)
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