IT202100028847A1 - Dispositivo per osteosintesi. - Google Patents

Dispositivo per osteosintesi. Download PDF

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Description

Dispositivo per osteosintesi.
Campo tecnico dell?invenzione
La presente invenzione riguarda un dispositivo per la osteosintesi di fratture ossee mediante inchiodamento bloccato endomidollare.
Stato della tecnica
L?inchiodamento bloccato endomidollare viene utilizzato nella chirurgia ortopedica-traumatologica, nelle fratture diafisarie, in particolare in quelle instabili (complesse o comminute) delle ossa lunghe che necessitano di osteosintesi bloccata.
Tutte le attrezzature note di questo tipo comprendono un chiodo (o ?infibulo?) endomidollare, solitamente in acciaio o titanio.
Esso ? generalmente riconducibile ad un modello tubolare a simmetria sostanzialmente cilindrica, che definisce coassialmente un canale interno passante per l?inserimento del chiodo stesso su un cosiddetto ?filo di guida?.
In prossimit? della sua punta, detta anche ?estremit? distale?, il chiodo endomidollare di tipo noto presenta almeno due fori passanti, detti anche ?fori distali?, praticati trasversalmente all?asse del chiodo per l?inserimento di corrispondenti viti (o perni) distali di bloccaggio.
In prossimit? della sua testa, detta anche ?estremit? prossimale? il chiodo presenta, inoltre, altri almeno due fori analoghi detti anche ?fori prossimali?, per l?inserimento di corrispondenti viti (o perni) prossimali di bloccaggio.
I fori prossimali e/o distali hanno un diametro di alcuni millimetri.
Gli assi dei fori prossimali e distali intersecano l?asse del chiodo. Gli almeno due fori distali hanno assi generalmente paralleli tra loro e perpendicolari all?asse del chiodo. I fori prossimali possono avere assi variamente orientati tra loro a seconda del tipo di chiodo utilizzato e del tipo di frattura.
Data la natura tubolare del chiodo, ciascun foro passante (distale o prossimale che sia) si riduce a due aperture circolari coassiali, praticate sulle pareti del chiodo da parti opposte rispetto all?asse del chiodo stesso.
La lunghezza, il diametro esterno ed eventualmente il diametro del canale interno del chiodo variano a seconda del tipo di frattura da trattare.
Alcuni tipi di chiodi (generalmente quelli con fori prossimali aventi assi tra loro non paralleli) possono essere leggermente ripiegati in corrispondenza della estremit? prossimale.
Nel trattamento di una frattura si espone chirurgicamente una estremit? dell?osso da ricomporre e vi si pratica una apertura di accesso al canale endomidollare. Quindi si inserisce in quest?ultimo un sottile filo guida in acciaio (eventualmente leggermente ritorto in punta), facendo passare il filo guida all?interno delle porzioni di canale endomidollare di tutti i frammenti dell?osso fratturato.
Tale operazione viene eseguita con l?ausilio di un sistema di visione a raggi X comprendente: un emettitore di raggi X che irraggia dall?esterno la zona di interesse, un corrispondente rilevatore collocato dalla parte opposta e dotato di amplificatore di brillanza, uno schermo per la visione.
Il chiodo endomidollare, infilato sul filo guida, viene quindi inserito all?interno del canale endomidollare dell?osso fratturato, in modo da allineare su di s? tutte le parti fratturate dell?osso grazie all?azione del filo guida su cui il chiodo scorre.
Il chiodo viene inserito nell?osso sino quasi all?estremit? prossimale, in modo che i fori prossimali siano completamente all?interno dell?osso.
Questa operazione viene eseguita manualmente, generalmente mediante l?ausilio di una impugnatura trasversale, detta anche ?manipolo?, che viene preventivamente amovibilmente associata all?estremit? prossimale del chiodo tramite un perno di fissaggio coassiale al chiodo stesso. Il perno di fissaggio ? dotato anch?esso di un canale interno per il passaggio del filo guida. Al termine dell?inserimento del chiodo endomidollare, il filo guida viene estratto sfilandolo dal canale interno del chiodo.
A questo punto, il chiodo deve venire bloccato in posizione mediante infissione nell?osso delle viti (o perni) distali e prossimali di bloccaggio attraverso i corrispondenti fori distali e prossimali.
Per realizzare il passaggio per le viti di bloccaggio ? necessario perforare l?osso da parte a parte esattamente lungo l?asse, rispettivamente, dei fori prossimali e dei fori distali gi? presenti sul chiodo impiantato nel canale endomidollare.
L?operazione di foratura dell?osso pu? ovviamente essere svolta dopo aver esposto chirurgicamente le parti di osso in corrispondenza delle quali si trovano i fori del chiodo. Questa operazione, per la quale viene usato un organo foratore (per esempio un trapano dotato di una punta idonea), deve essere eseguita con molta cura.
Pertanto, il problema dell?infissione delle viti di bloccaggio del chiodo ? molto delicato.
Uno svantaggio dei chiodi endomidollari di tipo noto ? che ? facile commettere errori nell?individuare la posizione esatta dell?asse del foro (in particolare dei fori distali) del chiodo lungo il quale ? necessario bucare l?osso e, conseguentemente, ? anche facile commettere errori nell?allineare l?organo foratore con l?asse del foro.
Un errore nella fase di foratura dell?osso pu? infatti compromettere la stabilit? del fissaggio del chiodo e, quindi, l?esito dell?intervento chirurgico.
La complicanza pi? importante in questa fase, oltre alla possibilit? di svasare la sede della vite sull?osso, ? legata al rischio di rottura della punta foratrice.
Pertanto, solitamente, le attrezzature di tipo noto per la osteosintesi di fratture ossee mediante inchiodamento bloccato endomidollare sono dotate di dispositivi per la localizzazione dell?asse del foro (distale o prossimale) lungo il quale ? necessario bucare l?osso, eventualmente dotati di accessori per l?allineamento dell?organo foratore con tale asse.
Sono noti dispositivi di localizzazione che prevedono l?uso combinato di un sistema di visione a raggi X per l?individuazione del foro, o sistemi a puntamento meccanico, ma ? tutto molto legato alla manualit? dell?operatore che deve riuscire non solo a forare la prima parete dell?osso in asse con il foro gi? previsto nel chiodo ma deve mantenere la posizione di coassialit? fino alla completa foratura della seconda parete.
Infatti, una foratura dell?osso fuori asse rispetto al foro gi? previsto sul chiodo di tipo noto, oltre che provocare un danneggiamento del perimetro esterno del foro e quindi una variazione della sede di accoglimento della vite di fissaggio, pregiudicando la tenuta dell?impianto, pu? danneggiare la punta del trapano utilizzato per la foratura, o degenerare in una rottura della punta stessa del trapano con ritenzione di un corpo estraneo nell?osso e conseguente necessit? di procedere a manovre complesse per la rimozione dello stesso o rinunciare a procedere all?utilizzo dello specifico foro di bloccaggio.
Pertanto, svantaggiosamente, anche l?uso di dispositivi di localizzazione combinati con un sistema di visione a raggi X non risolve il problema della dipendenza dalla manualit? del chirurgo sulla buona riuscita dell?operazione. L?aggiunta di dispositivi o sistemi di localizzazione del foro rende l?operazione di infissione delle viti di bloccaggio nel chiodo molto lento e costoso pur mantenendo elevate possibilit? di fallimento nell?infissione delle viti distali.
Una tecnologia recente impiega un sensore elettromagnetico che, inserito nel chiodo attraverso una sonda, consente la ricostruzione computerizzata di una realt? virtuale che riproducendo i movimenti del chirurgo e quindi dell'organo foratore, consente di praticare con esattezza i fori per le viti di bloccaggio del chiodo.
Anche questa soluzione del problema non ? esente da inconvenienti.
Sono infatti necessarie apparecchiature molto costose, il che rende possibile l?uso di tali tecniche e dispositivi praticamente solo nelle grandi strutture ospedaliere, che possono contare su di un numero di pazienti tale da permettere, in tempi relativamente brevi, l?ammortamento dei costi di acquisto e di allestimento delle attrezzature.
Sommario dell?invenzione
Pertanto, il problema tecnico posto e risolto dalla presente invenzione ? quello di fornire un dispositivo di fissaggio per la osteosintesi di fratture ossee mediante inchiodamento bloccato endomidollare che consenta di ovviare agli inconvenienti sopra menzionati con riferimento alla tecnica nota.
Tale problema viene risolto da un dispositivo di fissaggio secondo la rivendicazione 1.
Caratteristiche preferite della presente invenzione sono presenti nelle rivendicazioni dipendenti dalle stesse.
La presente invenzione fornisce alcuni rilevanti vantaggi.
In particolare, la caratteristica di prevedere almeno una porzione del corpo principale realizzata in materiale forabile, in particolare in polimero biocompatibile, configurata per essere forata in loco, ovvero quando il dispositivo di fissaggio ? gi? stato inserito nel canale endomidollare dell?osso, consente di ottimizzare l?operazione di infissione delle viti di bloccaggio nel chiodo riducendo drasticamente la possibilit? di errore dovuta alla manualit? dell?operatore.
L?utilizzo di un materiale tecnopolimerico garantisce il mantenimento delle caratteristiche strutturali del chiodo, o dispositivo di fissaggio secondo l?invenzione, richieste per la specifica applicazione.
Inoltre, l?utilizzo di un tecnopolimero biocompatibile garantisce che i trucioli residui dall?operazione di foratura del dispositivo di fissaggio, sono sostanzialmente inerti, sia nei confronti di una risposta fisiologica dell?organismo sia nei confronti di una rilevazione radiografica dell?osso e/o del chiodo.
Vantaggiosamente, la possibilit? di forare una porzione del chiodo in corrispondenza del foro realizzato nell?osso consente di ridurre drasticamente gli errori di disallineamento e velocizzare la tempistica richiesta per l?operazione di infissione delle viti di bloccaggio nel chiodo.
Inoltre, non essendo richiesti particolari sistemi di localizzazione del foro del chiodo, anche la strumentazione richiesta per l?impianto del dispositivo di fissaggio secondo l?invenzione ? ottimizzata, sia in termini di ingombri che in termini di costi complessivi.
Altri vantaggi, caratteristiche e le modalit? di impiego della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, presentate a scopo esemplificativo e non limitativo.
Descrizione breve delle figure
Verr? fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
la Figura 1 mostra una vista schematica di un chiodo endomidollare della tecnica nota;
la Figura 2 mostra una vista parzialmente sezionata di una prima forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione;
la Figura 3 mostra una vista parzialmente sezionata di una seconda forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione;
la Figura 4 mostra una vista parzialmente sezionata di una terza forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione;
la Figura 5 mostra una vista laterale di un particolare ingrandito, in tre forme di realizzazione differenti, del dispositivo di fissaggio di figura 4; la Figura 6 mostra le rispettive viste dall?alto ed in sezione di ciascuna forma realizzativa del particolare mostrato in Figura 5;
la Figura 7 mostra una vista laterale di un particolare ingrandito, in tre ulteriori forme di realizzazione differenti, del dispositivo di fissaggio di figura 4;
la Figura 8 mostra le rispettive viste dall?alto ed in sezione di ciascuna forma realizzativa del particolare mostrato in Figura 7;
la Figura 9a mostra un esploso di una porzione distale di un?ulteriore forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione;
la Figura 9b mostra una vista frontale della porzione di dispositivo Figura 9a in una configurazione assemblata;
la Figura 9c mostra una vista in sezione della porzione di Figura 9a in una configurazione parzialmente assemblata.
Descrizione dettagliata di forme di realizzazione preferite
Nel seguito la descrizione sar? rivolta ad un dispositivo di fissaggio per la osteosintesi di fratture ossee mediante inchiodamento bloccato endomidollare secondo l?invenzione, di seguito indicato con i riferimenti 100, 200, 300, 400 di cui nelle figure dalla 2 alla 9 vengono mostrate alcune forme di realizzazione esemplificative ma non limitative.
Il dispositivo di bloccaggio secondo l?invenzione comprende un corpo principale 10,20,30,40 sostanzialmente tubolare estendentesi lungo un asse principale A-A definente un canale interno passante e sostanzialmente coassiale all?asse principale A-A.
Come mostrato nelle figure, il corpo principale 10,20,30,40 presenta una estremit? distale 11,21,31,41 sostanzialmente rastremata ed una estremit? prossimale 12,22,32,42 configurata per essere accoppiata ad una impugnatura di movimentazione per l?inserimento del corpo principale 10,20,30,40 nel canale midollare di un osso.
Vantaggiosamente, il dispositivo di fissaggio 100, 200,300,400 secondo la presente invenzione ? caratterizzato dal fatto che il corpo principale 10,20,30,40 comprende almeno una porzione realizzata in un materiale biocompatibile configurato per essere forato durante l?operazione ed in particolare quando il dispositivo di fissaggio ? gi? stato inserito nel canale endomidollare dell?osso.
Come mostrato ad esempio in figura 2, la porzione suddetta presenta uno spessore tale per cui possa essere forata lungo un asse B-B sostanzialmente trasversale all?asse principale A-A.
Nella forma di realizzazione preferita, la suddetta porzione ? realizzata in tecnopolimero biocompatibile, ad esempio in polietere etere chetone (PEEK).
In alternativa, pu? essere utilizzato il polietilene ad altissimo peso molecolare, noto con il nome di Ultra High Molecular Weight PolyEtylene (UHMWPE), che per? ? pi? soggetto ad usura rispetto al polietere etere chetone (PEEK).
Vantaggiosamente, i tecnopolimeri presentano caratteristiche strutturali e fisico-meccaniche (rigidit?, tenacit?, duttilit?, lavorabilit?, resistenza a temperature elevate, a carichi statici e dinamici ed all?invecchiamento) tali da consentirne l?utilizzo in sostituzione dei metalli. Al tempo stesso, i valori di conducibilit? termica del tecnopolimero ne rendono possibile l?operazione di lavorazione in loco, tramite la punta di un trapano, mantenendo contenuto lo sviluppo e la trasmissione di calore all?osso ed alla muscolatura intorno all?osso stesso.
In particolare, il polietere etere chetone (PEEK) ? un tecnopolimero radiotrasparente.
Pertanto, vantaggiosamente, i trucioli residui dall?operazione di foratura del dispositivo di fissaggio, o chiodo, secondo l?invenzione non sono visibili e non impattano negativamente sulla rilevazione delle immagini radiografiche dell?osso, anche durante la stessa operazione di infissione delle viti di bloccaggio nel chiodo.
Per consentire la rilevazione della porzione da forare, il dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione 100,200,300 comprendente mezzi di riferimento radiografico 51,51?, 52,52?, 53,53? accoppiati al materiale radiotrasparente.
In particolare, i mezzi di riferimento radiografico sono realizzati in materiale radioopaco e possono essere sotto forma di rivestimento della suddetta porzione oppure di cariche di riempimento (filler) della porzione radiotrasparente.
Nella forma di realizzazione preferita mostrata nelle figure i mezzi di riferimento radiografico comprendono un elemento filiforme 51,52,53 in particolare in materiale metallico (ad esempio acciaio o titanio), o qualsiasi altro materiale radioopaco -immerso nella suddetta parete in materiale radiotrasparente.
Vantaggiosamente il filo ? conformato per definire un perimetro di un?area di perforazione sostanzialmente planare preferibilmente rettangolare, della suddetta porzione configurata per essere forata, in maniera tale da fornire al chirurgo un riferimento bidimensionale durante la fase di foratura.
Una forma di realizzazione del dispositivo secondo la presente invenzione, in particolare configurata per consentire la realizzazione di fori su assi non paralleli, prevede il posizionamento di ulteriori mezzi di riferimento, ad esempio un ulteriore elemento filiforme 51?,52?,53? in materiale radioopaco, opzionalmente metallico (ad esempio acciaio o titanio), immerso nel materiale radiotrasparente.
Come mostrato nelle figure, in particolare nelle figure 5, 5a, 6, 6a, l?ulteriore elemento filiforme 51?,52?,53? ? conformato per definire un perimetro di una ulteriore area di perforazione sostanzialmente planare, preferibilmente rettangolare, della porzione configurata per essere forata, in maniera tale da fornire al chirurgo un ulteriore riferimento bidimensionale.
Preferibilmente l?ulteriore elemento filiforme 51?,52?,53? ? posizionato per definire una ulteriore area di perforazione sostanzialmente perpendicolare alla suddetta area di perforazione, ovvero un reticolo di riferimento sostanzialmente ortogonale a quello definito dall?elemento filiforme 51, 52, 53, cos? da consentire un riferimento radiale ottimizzato per la definizione della porzione da forare.
In una forma di realizzazione alternativa, non mostrata nelle figure, i mezzi di riferimento radiografico comprendono una maschera finestrata, definente una area di infissione sulla superficie radiotrasparente da forare, realizzata in materiale radioopaco. In particolare, la maschera finestrata pu? essere realizzata tramite una vernice metallica distribuita su una superficie esterna della porzione di corpo principale in materiale radiotrasparente.
Come mostrato in figura 2, in una prima forma di realizzazione preferita, il dispositivo di fissaggio 100 secondo la presente invenzione comprende un corpo principale 10 interamente realizzato in materiale radio trasparente, ed i mezzi di riferimento radiografico 51, 51? sono posizionati in prossimit? di una estremit? distale 11 del dispositivo di fissaggio 100.
Vantaggiosamente, la prima forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio 100 consente la realizzazione di fori distali in fase di operazione.
Una seconda forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio 200 secondo la presente invenzione, come mostrata in figura 3, comprende un corpo principale 20 realizzato in materiale radio trasparente, in cui i mezzi di riferimento radiografico 52, 52? sono posizionati lungo l?estensione del corpo principale 20 per consentire una rilevazione radiografica dell?intero corpo principale 20, dalla estremit? distale 21 ad una porzione preforata della estremit? prossimale 22.
Pertanto, vantaggiosamente, la seconda forma di realizzazione dispositivo di fissaggio 200 consente la realizzazione sia di fori distali che di fori intermedi in porzioni comprese tra l?estremit? distale 21 e l?estremit? prossimale 22, lungo il corpo principale 20.
Per le ossa che sono soggette a carichi maggiori, come ad esempio nel caso del femore, risulta utile una terza forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio 300, come mostrata in figura 4, in cui il corpo principale 30 ? principalmente realizzato in materiale metallico, e quindi radioopaco, e comprende una porzione distale 31 realizzata in materiale radiotrasparente. In particolare, la porzione distale 31 ? connessa alla porzione prossimale 32 tramite una connessione del tipo maschio-femmina.
Come mostrato in figura 4, in tale forma realizzativa la porzione distale 31 presenta una estensione pari a circa 1/4 della estensione complessiva del corpo principale 30.
Preferibilmente, la porzione distale 31 presenta una protuberanza in corrispondenza di una estremit? di connessione e la porzione prossimale 32 presenta un alloggiamento in corrispondenza di una estremit? di connessione. L?alloggiamento previsto nella porzione prossimale 32 ? configurato per accogliere la suddetta protuberanza che ? inseribile nell?alloggiamento, ad esempio tramite un accoppiamento di forma, preferibilmente un accoppiamento ad interferenza in maniera tale da rendere la porzione distale 31 sostanzialmente solidale, in particolare sia in rotazione che in traslazione, alla porzione prossimale 32.
Nelle figure da 5 a 8 sono mostrate alcune possibili forme realizzative della protuberanza prevista sulla porzione distale 31.
L?accoppiamento suddetto viene ottenuto ad esempio tramite alette di interferenza laterali (figura 5a) preferibilmente coniche, oppure una protuberanza filettata (figura 5b) preferibilmente con grano di interferenza, oppure una protuberanza cilindrica, a scatto (figura 5c), ad esempio presentante un anello di interferenza.
Vantaggiosamente, la connessione filettata con grano di interferenza, garantisce una maggior tenuta della connessione tra la porzione distale 31 e la porzione prossimale 32, soprattutto in una possibile fase di estrazione del chiodo.
Come mostrato nelle figure 6 e 8, i mezzi di riferimento radiografico 53, 53? sono configurati per consentire una rilevazione radiografica della estremit? distale 31.
Per facilitare il posizionamento della punta di foratura sulla superficie esterna della porzione da forare, ? inoltre prevista almeno una zona di infissione 63, 63? sostanzialmente planare.
In particolare, una zona di infissione sostanzialmente planare 63, 63? viene realizzata, sulla superficie esterna della porzione in materiale radiotrasparente, in modo da risultare sostanzialmente parallela all?area di perforazione definita dall? elemento filiforme 53, 53? radioopaco.
Vantaggiosamente, come mostrato nelle figure 7 e 8 relativamente alla terza forma di realizzazione del dispositivo di fissaggio secondo la presente invenzione, una zona di infissione planare ? rispettivamente indicata con 63 e 63? ? ? prevista per ciascun elemento filiforme ? rispettivamente indicato con 53 e 53? ? in modo tale da poter fungere da riferimento di infissione per un utensile di foratura e ridurne la possibilit? di slittamento rispetto al posizionamento su una superficie curvilinea.
Una ancora ulteriore forma di realizzazione del dispositivo secondo l?invenzione identificata con 400.
Il corpo principale 40 del dispositivo 400 ? principalmente realizzato in materiale radioopaco, in particolare metallico, e comprende una porzione distale 410 presentante - come mostrato nelle figure 9a e 9b -almeno una apertura laterale F.
Vantaggiosamente, il corpo principale 40 comprende un elemento tubolare 420 realizzato in tecnopolimero biocompatibile, in particolare radiotrasparente, ad esempio polietere etere chetone (PEEK).
L?elemento tubolare 420 presenta un diametro esterno di poco inferiore al diametro del canale interno della porzione distale 410, in modo tale da poter essere infilato nel canale interno della porzione distale 410, in una configurazione di assemblaggio del dispositivo 400, ma al tempo stesso garantire una certa interferenza con il canale interno della porzione distale 410, in una configurazione di utilizzo del dispositivo 400.
L?elemento tubolare 420 ? configurato per essere posizionato o posizionabile nella porzione distale 410 del corpo principale 40 in corrispondenza di detta apertura F, in modo da poter essere forato attraverso l?apertura F, lungo un asse B-B sostanzialmente trasversale a detto asse principale A-A, come mostrato in figura 9a.
Vantaggiosamente, l?apertura F presenta una larghezza sostanzialmente pari alla larghezza del canale interno della porzione distale 410, ovvero sostanzialmente pari al diametro esterno dell?elemento tubolare 420, in maniera tale da ottimizzare la larghezza utile di foratura.
Come mostrato nelle figure, la lunghezza della apertura F, ovvero l?estensione longitudinale ? invece inferiore rispetto alla lunghezza dell?elemento tubolare 420, in maniera tale da garantire il mantenimento in posizione dell?elemento tubolare 420, nella apposita sede di alloggiamento, anche a seguito delle sollecitazioni trasversali generate durante le operazioni di foratura.
Preferibilmente, il corpo principale 40 presenta una ulteriore apertura laterale F?, non mostrata nelle figure, posizionata in maniera simmetricamente speculare, ovvero simmetrica rispetto ad un piano di mezzeria del corpo principale 40, in altre parole posizionata sulla parete del corpo principale radialmente distanziata di 180? rispetto alla apertura F.
Vantaggiosamente, l?ulteriore apertura F? presenta la stessa larghezza e la stessa lunghezza della apertura F in modo tale da consentire la realizzazione di un foro passante della porzione distale 410 tramite una operazione di foratura del solo elemento tubolare 420 realizzato in tecnopolimero biocompatibile.
In tale forma realizzativa, l?estremit? distale 41 rastremata ? amovibile, in particolare ? amovibilmente connessa alla porzione distale 410 del corpo principale 40.
Vantaggiosamente, come mostrato nelle figure 9a e 9c, l?elemento tubolare 420 viene inserito nella porzione prossimale 410 prima di connettere l?estremit? distale 41 alla porzione distale 410 del corpo principale 40.
Preferibilmente, il suddetto accoppiamento ? una connessione del tipo maschio-femmina tra la porzione distale 410 del corpo principale 40, che presenta una protuberanza in corrispondenza di una estremit? di connessione, e l?estremit? distale 41, che presenta un alloggiamento in corrispondenza di una estremit? di connessione, detto alloggiamento essendo configurato per accogliere detta protuberanza, detta protuberanza essendo inseribile in detto alloggiamento.
Come mostrato in figura 9c, un canale interno passante dell?elemento tubolare 420 ? sostanzialmente coassiale all?asse principale A-A, per garantire il libero passaggio del filo guida nelle operazioni di inserimento del dispositivo 400 nel canale midollare dell?osso fratturato.
Per favorire la presa dell?utensile di foratura sull?elemento tubolare 420 la superficie laterale dell?elemento tubolare 420 comprende una zona di infissione 63?? sostanzialmente planare, mostrata ad esempio in figura 9b, posizionata o posizionabile in corrispondenza dell?apertura F per fungere da riferimento durante le operazioni di foratura.
Vantaggiosamente, il dispositivo di fissaggio per la osteosintesi di fratture ossee qui descritto, tramite la possibilit? di forare una porzione del chiodo in corrispondenza del foro realizzato nell?osso, garantisce una riduzione drastica di possibili errori di disallineamento dell?utensile di foratura e consente di velocizzare la tempistica richiesta per l?operazione di infissione delle viti di bloccaggio nel chiodo.
La presente invenzione ? stata descritta a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo una sua forma preferita di realizzazione, ma ? da intendersi che variazioni e/o modifiche potranno essere apportate dagli esperti del ramo senza per questo uscire dal relativo ambito di protezione, come definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (14)

RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300; 400) per la osteosintesi di fratture ossee mediante inchiodamento bloccato endomidollare, comprendente:
un corpo principale (10; 20; 30; 40) tubolare estendentesi lungo un asse principale (A-A) definente un canale interno passante sostanzialmente coassiale a detto asse principale (A-A), detto corpo principale (10; 20; 30; 40) presentando una estremit? distale (11; 21; 31; 41) sostanzialmente rastremata ed una estremit? prossimale (12; 22; 32; 42) configurata per essere accoppiata ad una impugnatura di movimentazione per l?inserimento di detto corpo principale (10; 20; 30; 40) nel canale midollare di un osso,
detto dispositivo di fissaggio (100; 200; 300; 400) essendo caratterizzato dal fatto che detto corpo principale (10; 20; 30; 40) comprende almeno una porzione realizzata in tecnopolimero biocompatibile detta almeno una porzione essendo configurata per essere forata lungo un asse (B-B) sostanzialmente trasversale a detto asse principale (A-A).
2. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300; 400) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto tecnopolimero biocompatibile ? un materiale radiotrasparente, opzionalmente polietere etere chetone (PEEK).
3. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300) secondo la rivendicazione precedente, comprendente mezzi di riferimento radiografico (51,51?; 52,52?; 53,53?) accoppiati a detta almeno una porzione in materiale radiotrasparente, per consentirne una rilevazione radiografica.
4. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300) secondo la rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di riferimento radiografico comprendono un elemento filiforme (51; 52; 53) in materiale radioopaco immerso in detto materiale radiotrasparente.
5. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto elemento filiforme (51; 52; 53) in materiale radioopaco, opzionalmente metallico, ? conformato per definire un perimetro di un?area di perforazione di detta porzione configurata per essere forata, detto perimetro fungendo da riferimento per un operatore durante la fase di foratura di detta porzione.
6. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300) secondo la rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di riferimento radiografico comprendono un ulteriore elemento filiforme (51?; 52?; 53?) in materiale radioopaco, opzionalmente metallico, immerso in detto materiale radiotrasparente, detto ulteriore elemento filiforme (51?; 52?; 53?) essendo conformato per definire un perimetro di una ulteriore area di perforazione di detta porzione configurata per essere forata, detta ulteriore area di perforazione essendo sostanzialmente perpendicolare a detta area di perforazione.
7. Dispositivo di fissaggio (100) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 4 alla 6, in cui detto corpo principale (10) ? interamente realizzato in materiale radio trasparente, detti mezzi di riferimento radiografico (51, 51?) essendo posizionati in prossimit? di detta estremit? distale (11) del dispositivo di fissaggio (100).
8. Dispositivo di fissaggio (200) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 4 alla 6, in cui detto corpo principale (20) ? realizzato in materiale radio trasparente, detti mezzi di riferimento radiografico (52, 52?) essendo posizionati lungo l?estensione di detto corpo principale (20) per consentire una rilevazione radiografica di detto corpo principale (20) da detta estremit? distale (21) a detta estremit? prossimale (22).
9. Dispositivo di fissaggio (300) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni dalla 4 alla 6, in cui detto corpo principale (30) ? sostanzialmente realizzato in materiale radioopaco e comprende una porzione distale (31) realizzata in materiale radiotrasparente, detti mezzi di riferimento radiografico (53, 53?) essendo configurati per consentire una rilevazione radiografica di detta estremit? distale (31).
10. Dispositivo di fissaggio (300) secondo la rivendicazione precedente in cui detta porzione distale (31) ? connessa a detta porzione prossimale (32) tramite una connessione del tipo maschio-femmina.
11. Dispositivo di fissaggio (300) secondo la rivendicazione precedente, in cui detta porzione distale (31) presenta una protuberanza in corrispondenza di una estremit? di connessione e detta porzione prossimale (32) presenta un alloggiamento in corrispondenza di una estremit? di connessione, detto alloggiamento essendo configurato per accogliere detta protuberanza, detta protuberanza essendo inseribile in detto alloggiamento, opzionalmente in accoppiamento di forma, pi? opzionalmente tramite connessione filettata.
12. Dispositivo di fissaggio (400) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 o 2, in cui detto corpo principale (40) ? realizzato in materiale radioopaco e comprende una porzione distale (410) presentante almeno una apertura laterale (F), detta almeno una porzione realizzata in tecnopolimero biocompatibile essendo configurata come un elemento tubolare (420) in materiale radiotrasparente posizionato o posizionabile in detta porzione distale (410) in corrispondenza di detta apertura laterale (F).
13. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300; 400) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta almeno una porzione configurata per essere forata presenta una superficie laterale comprendente una zona di infissione (63; 63?; 63??) sostanzialmente planare, detta zona di infissione (63; 63?; 63??) sostanzialmente planare fungendo da riferimento per un utensile di foratura.
14. Dispositivo di fissaggio (100; 200; 300; 400) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto materiale radioopaco ? un materiale metallico, opzionalmente titanio.
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