IT202100024377A1 - Apparecchio automatico per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ad uso diagnostico e/o terapeutico - Google Patents

Apparecchio automatico per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ad uso diagnostico e/o terapeutico Download PDF

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IT
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radiopharmaceutical
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IT102021000024377A
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Annamaria Scorziello
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    • C07ORGANIC CHEMISTRY
    • C07BGENERAL METHODS OF ORGANIC CHEMISTRY; APPARATUS THEREFOR
    • C07B59/00Introduction of isotopes of elements into organic compounds ; Labelled organic compounds per se
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    • B01PHYSICAL OR CHEMICAL PROCESSES OR APPARATUS IN GENERAL
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Description

Descrizione di Brevetto per Invenzione Industriale avente per titolo: ?APPARECCHIO AUTOMATICO PER LA SINTESI DI RADIOFARMACI A BASE PEPTIDICA AD USO DIAGNOSTICO
E/O TERAPEUTICO?.
DESCRIZIONE
L?invenzione concerne il settore delle apparecchiature di laboratorio utilizzate per la sintesi dei radiofarmaci.
Pi? in dettaglio concerne un apparecchio automatico per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica, ad uso diagnostico e/o terapeutico.
Come noto, la terapia radiometabolica, o TRT (Targeted Radiation Therapy), ? un trattamento terapeutico non invasivo che, tramite l?utilizzo di biomolecole marcate con radioisotopi, permette di irradiare in maniera selettiva specifici bersagli tissutali.
Essa basa la sua efficacia sulla selettiva captazione del radiofarmaco da parte delle cellule tumorali, con una minima ritenzione dello stesso nel sangue e negli organi sani, e possiede l?ulteriore vantaggio di consentire la verifica in vivo, prima e durante la terapia, della distribuzione del farmaco stesso nell?organismo del paziente.
Come noto, molti peptidi, congiuntamente ai relativi sistemi recettoriali, sono stati studiati, sia in vitro che in vivo, allo scopo di consentirne l?utilizzo come traccianti radiomarcati per il trattamento diagnostico e/o terapeutico di patologie tumorali di tipo solido.
E? altres? noto che i peptidi, per poter essere utilizzati come radiofarmaci, devono essere funzionalizzati con apposite sostanze chelanti, in grado di complessare i radionuclidi e permetterne quindi l?incorporazione nella struttura molecolare degli stessi. Le sostanze chelanti sono scelte in funzione delle caratteristiche peculiari dello specifico radioisotopo utilizzato, quali ad esempio la grandezza e la geometria di coordinazione. Nell?ambito dello sviluppo dei radiofarmaci di natura peptidica sono ampiamente utilizzati i radioisotopi metallici (quali ad esempio 99mTc, 111In, 68Ga, 90Y e Lu177) per le loro propriet? nucleari caratteristiche (emivita, tipo di radiazione, emettitori di raggi gamma e di particelle beta) e per la loro ricca chimica di coordinazione.
La sintesi di un radiofarmaco di natura peptidica, ad uso diagnostico e/o terapeutico, si articola generalmente nelle seguenti fasi:
- una fase di selezione di un adeguato tampone contenente la sostanza chelante (di tipo gentisico, ascorbico, acetato, ecc.) con cui miscelare il peptide in opportune concentrazioni;
- una fase di unione del radionuclide con la suddetta miscela di peptide tamponato;
- una fase di riscaldamento, la durata della quale e la relativa temperatura di esecuzione possono variare in funzione della natura del peptide e del chelante utilizzato;
- una fase di purificazione, eseguita tramite tecniche cromatografiche;
- una fase di sterilizzazione, e di controlli di qualit?, del radiofarmaco finito.
Tale procedimento viene svolto manualmente in ambito ospedaliero a partire da una soluzione contenente il radioisotopo di interesse.
L?intero procedimento richiede la massima purezza chimica dei materiali di partenza, primo fra tutti il radioisotopo che, durante le varie fasi produzione e/o lavorazione, potrebbe essere contaminato da piccoli quantitativi di metalli pesanti (es. Fe, Cu, Pb), in grado di interferire con la marcatura dei peptidi.
Per formare il complesso radionuclide-chelante-peptide occorre riscaldare la miscela di tali elementi a circa 100?C per diversi minuti, in quanto la cinetica di incorporazione del metallo nel chelante ? notoriamente lenta, ed inoltre, affinch? tale complesso risulti stabile, il pH di reazione deve essere mantenuto su valori ottimali (prossimi al cinque), in quanto a pH troppo elevati i suddetti elementi formano idrossidi insolubili, sottraendosi alla reazione, mentre a pH troppo acidi il chelante non funzionerebbe a dovere. La fase di formazione del complesso radionuclide-chelante-peptide richiede condizioni di reazione ottimali, mirate all?ottenimento di un prodotto dotato della maggiore purezza radiochimica possibile, in quanto anche una piccola percentuale di radioisotopo libero, se non adeguatamente complessato in forma eliminabile dall?organismo, rappresenta un serio rischio per il paziente.
Tale fase richiede inoltre il mantenimento di un?elevata attivit? specifica di marcatura in quanto, considerato il basso numero di atomi radioattivi rispetto al numero di molecole da marcare, esiste sempre una larga maggioranza di specie chimiche non marcate che competono per la formazione del sito di legame con gli elementi radionuclide-chelantepeptide.
Al termine del procedimento, si procede al controllo di qualit? della purezza radiochimica del radiofarmaco finito, eseguito con strumenti di analisi quali la Radio HPLC e la RadioTLC, oppure attraverso processi di separazione cromatografica in fase inversa, allo di scopo di valutare la percentuale di incorporazione del radionuclide all?interno del chelante, e l?eventuale formazione di sottoprodotti indesiderati.
Infine, al termine dell?identificazione delle specie chimiche formatesi, si procede con controlli di qualit? pi? semplici, o con fasi di purificazione che, opportunamente convalidate, possono anche sostituire i sopracitati controlli di qualit?.
Poich? i radiofarmaci devono soddisfare i requisiti d?iniettabilit?, ognuna delle fasi di sintesi sopraelencate deve essere eseguita in modo tale da garantire la sterilit? e la apirogenia del radiofarmaco finito e, in generale, essere in accordo con le Norme di Buona Preparazione dei Radiofarmaci. Considerata la complessit? del procedimento descritto, risulta evidente come un minimo errore da parte del radiochimico, in qualunque delle fasi costituenti il medesimo, possa inficiare il risultato del processo di sintesi, e di conseguenza determinare il decadimento qualitativo del radiofarmaco finito, che sar? comunque contraddistinto da una minima fluttuazione della resa di marcatura dipendente dalla manualit? del singolo operatore.
L?impiego in detto procedimento di sostanze in grado di emettere radiazioni ionizzanti comporta inoltre un rischio sanitario per gli operatori e per l?ambiente, contro il quale ? necessario predisporre adeguati protocolli di sicurezza atti a garantire la minima esposizione del personale agli effetti nocivi di tali sostanze e la loro minima dispersione nell?ambiente circostante, in ottemperanza delle raccomandazioni ICRP (International Commission on Radiological Protection), recepita dalla legislazione italiana con D.Lgs. 230/95.
Si conoscono gi? dispositivi automatizzati per la preparazione di radiofarmaci a base peptidica, per il trattamento radiometabolico di patologie tumorali solide.
Un primo dispositivo automatizzato per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ? realizzato dalla ditta ?Comecer?, ed ? costituito da quindici valvole con ?dead volume? pari a zero, connesse in serie in modo tale da formare un unico kit monouso. Le parti rotanti delle valvole sono innestate direttamente sulla meccanica del dispositivo, in corrispondenza del rispettivo motore. Inoltre sono previsti due attuatori di precisione per la movimentazione di due siringhe di processo, di differente volume, e cinque rilevatori di radioattivit?. Tale dispositivo permette la ripetibilit? della procedura di sintesi del radiofarmaco, ma non permette il filtraggio sterilizzante del radiofarmaco direttamente nel flacone da usare per la somministrazione, n? di avere una fiala di farmaco con attivit? parziale. Detto dispositivo non presenta nessun tipo di schermatura, non ? dotato di un sistema di arresto in caso di mal funzionamento, n? di mezzi atti a consentirne il collegamento ad un generatore di 68Ga, per l?utilizzo in campo diagnostico.
Un secondo dispositivo automatizzato per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ? realizzato dalla ditta ?Eckert&Zieglier?, e comprende un sistema di riscaldamento, fornito di un controllo di temperatura allo stato solido da -40?C a 150?/220?C, rilevatori di pressione e di radiazioni. Tale dispositivo comporta lo svantaggio di presentare componenti che richiedono il lavaggio al termine di ogni ciclo di utilizzo.
La stessa ditta ?Eckert&Zieglier? realizza un ulteriore dispositivo automatizzato per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica, provvisto di cassette sterili, a singolo uso, che non necessitano di cicli di lavaggio. L?utilizzo di tale dispositivo ? esteso alla produzione clinica di varie tipologie di radiopeptidi.
Dal documento US2006/0245980A1 ? noto un dispositivo automatizzato per la sintesi di radio farmaci, comprendente almeno un kit monouso di contenimento dei reagenti, valvole e recipienti di miscelazione dei reagenti, mezzi di stazionamento per tali valvole e recipienti, condotti fluidici flessibili per il collegamento di tali valvole e recipienti al kit monouso, in maniera tale che, al termine del processo di sintesi del radiofarmaco di interesse, il detto kit monouso pu? cadere all?interno di un apposito contenitore di smaltimento, ove viene raccolto, senza operazioni manuali. Il suddetto dispositivo presenta lo svantaggio di eseguire il processo di sintesi del radiofarmaco di interesse all?interno del telaio strutturale dell?apparecchiatura, e non nel kit monouso, richiedendo di conseguenza, al termine di ogni ciclo di utilizzo, il lavaggio e la pulizia dei relativi componenti che sono stati contaminati. L?operatore inoltre non pu? venire in contatto con il kit monouso perch? quest?ultimo non ? in grado di schermare tutti i componenti radioattivi presenti al suo interno.
Dal documento WO2010/021719A1 ? noto un dispositivo automatizzato per la sintesi di radiofarmaci, comprendente un recipiente di reazione portante un tappo di chiusura comunicante con una pluralit? di condotti fluidici. Tali condotti fluidici sono atti ad immettere in detto recipiente i reagenti ed i gas di processo necessari alla sintesi del radiofarmaco di interesse, ed anche a creare in detto recipiente un vuoto funzionale al suo svuotamento, al termine del processo di sintesi del radiofarmaco sopracitato. Il dispositivo ? controllabile da remoto e presenta una struttura modulare nella quale possono essere integrati componenti aggiuntivi del tipo di moduli di contenimento e trasferimento dei reagenti, moduli di purificazione dei composti, moduli di reazione, misuratori di radioattivit?, ed altro.
Il suddetto dispositivo presenta gli svantaggi di eseguire il processo di sintesi del radiofarmaco di interesse all?interno della propria struttura costitutiva, e di non utilizzare alcun kit monouso per l?esecuzione di tale processo.
Dal documento WO2008/091694A ? noto un dispositivo automatizzato per la sintesi di radio farmaci, ed in particolar modo per la sintesi di marcatori radioattivi per PET (Positron Emitting Tomography), comprendente un chip di sintesi, una sorgente di reazione, un controller di processo, una camera di reazione, almeno un condotto di afflusso dei reagenti, almeno una valvola di controllo associata a tale condotto. Il dispositivo pu? inoltre essere dotato di mezzi di riscaldamento e/o raffredamento dei reagenti e di schermature atte a proteggere gli operatori dalle radiazioni emesse da tali sostanze.
Anche il suddetto dispositivo presenta gli svantaggi di eseguire il processo di sintesi del radiofarmaco di interesse al proprio interno, e di non utilizzare alcun kit monouso per il contenimento dei reagenti necessari all?esecuzione di tale processo di sintesi.
Dal documento US1994/5312592A ? noto un apparecchio automatizzato per la sintesi di radiofarmaci comprendente una camera di reazione schermata ed un dispositivo di caricamento per detta camera di reazione, sul quale ? montato un kit monouso di contenimento dei soli reagenti. Il dispositivo comprende inoltre un primo attuatore, atto a muovere il dispositivo di carico da una posizione di riposo, esterna alla camera di reazione, ad una posizione di lavoro, interna alla medesima, ed un secondo attuatore, atto a determinare, al termine del processo di sintesi del radiofarmaco di interesse, il distacco del kit monouso esaurito dal dispositivo di caricamento, in maniera tale da determinarne la caduta all?interno della sezione inferiore della camera di reazione, fungente da contenitore di raccolta.
Il suddetto dispositivo presenta gli svantaggi di eseguire il processo di sintesi del radiofarmaco di interesse all?interno di una camera fissa di reazione, e di richiedere lo smaltimento manuale dei kit di contenimento dei reagenti, esauriti durante la sintesi del radiofarmaco sopracitato, senza offrire protezioni per gli operatori.
? scopo della presente invenzione il superamento delle problematiche proprie della sintesi di radiofarmaci a base peptidica.
? ulteriore scopo della presente invenzione il superamento dei difetti e delle limitazioni delle apparecchiature automatiche esistenti, utilizzate per la sintesi dei suddetti radiofarmaci.
E? quindi scopo della presente invenzione la realizzazione di un apparecchio automatico che, controllato per mezzo di una postazione di comando remota, consenta la sintesi di radiofarmaci a base peptidica, ad uso diagnostico e/o terapeutico, all?interno di un blocco monouso comprendente moduli opportunamente schermati ed ermeticamente connessi fra di loro in modo da costituire un unico collettore monoblocco contenente al suo interno tutte le componenti che normalmente vengono contaminate durante il processo di sintesi, compresi i contenitori, gli aghi ed i condotti fluidici di collegamento tra le varie sezioni e dei gas, superando le difficolt? pratiche intrinseche della preparazione manuale degli stessi e preservando nel contempo l?operatore dalla prolungata e ravvicinata esposizione a prodotti radioattivi.
Lo scopo ? raggiunto con un apparecchio automatico per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ad uso diagnostico e/o terapeutico, comprendente:
- una struttura portante;
- un eventuale involucro di chiusura per detta struttura portante;
- una postazione remota di comando e controllo, atta a consentire la completa gestione dell?apparecchio,
caratterizzato dal fatto che comprende:
- un primo modulo principale, di tipo monouso;
- un secondo modulo, di tipo monouso, scorrevolmente associato a detto primo modulo principale;
- un terzo modulo porta-provette, di tipo monouso, reversibilmente fissabile a detta struttura portante con mezzi di vincolo che ne permettono la traslazione rispetto ad essa,
ove detta struttura portante comprende:
- una pluralit? di iniettori, scorrevolmente vincolati a detta struttura portante, atti ad immettere un gas inerte di processo nel modulo principale, nel modulo scorrevole e nel modulo porta-provette ad esso collegati;
- mezzi di riscaldamento per dette provette, scorrevolmente associati a detta struttura portante, selettivamente attivabili ed associabili a detto terzo modulo porta-provette;
- un supporto mobile, scorrevolmente associato a detta struttura portante, comprendente un misuratore di radioattivit? ed una fiala di raccolta del radiofarmaco finito;
- una pluralit? di attuatori, scorrevolmente associati a detta struttura portante, preposti alla movimentazione dei componenti sopraelencati; ed ove detto primo, secondo, e terzo modulo sono atti ad accoppiarsi irreversibilmente in modo tale da costituire un unico collettore monouso, nel quale si realizza l?intero processo di sintesi del radio-farmaco di interesse, ove detto collettore ? asportabile dal detto apparecchio, a fine processo, come unico elemento monoblocco contaminato.
Ulteriori caratteristiche del trovato sono esposte nelle rivendicazioni dipendenti.
L?invenzione presenta i seguenti vantaggi, permettendo:
- di asportare dall?apparecchio e smaltire con un?unica operazione tutti i componenti ed i percorsi di collegamento che sono venuti a contatto con le sostanze utilizzate per le preparazioni del radiofarmaco, grazie al fatto che appartengono tutti ai moduli monouso che si presentano, a fine ciclo, assemblati intimamente ed in modo irreversibile tra loro a formare un unico elemento monoblocco contaminato;
- il miglioramento della qualit? e della costanza del radiofarmaco finito, attraverso il superamento delle difficolt? pratiche intrinseche dell?esecuzione manuale del relativo processo di sintesi, garantendo cos? una marcatura dei peptidi precisa, ripetibile, ed affidabile che, assicurata dal controllo elettronico delle varie fasi del processo e dal monitoraggio sequenziale di ogni fase operativa, non dipenda dalle peculiarit? dei singoli operatori e che non necessiti di successive correzioni;
- di ridurre il rischio di esposizione dell?operatore alle radiazioni ionizzanti, attraverso un processo di sintesi eseguito completamente all?interno di blocchi monouso opportunamente schermati ed ermeticamente connessi fra loro, e monitorizzato dall?operatore per mezzo di una postazione di controllo sita a distanza di sicurezza dall?apparecchio di sintesi;
- di aumentare il numero di marcature peptidiche giornaliere, consentendo di conseguenza l?incremento del numero di pazienti trattati e delle sperimentazioni di nuovi radio peptidi, senza risentire dei problemi connessi all?eccessiva esposizione degli operatori alle radiazioni ionizzanti, ai prolungati tempi di completamento del radiofarmaco finito, e dell?attesa del tempo di decadimento naturale del radionuclide utilizzato prima di poter effettuare un nuovo processo sintesi;
- di realizzare un protocollo standard di sintesi, che permette il costante monitoraggio dell?intero processo di sintesi e che garantisce, di conseguenza, la sicurezza del radiofarmaco finito somministrato al paziente;
- una calibrazione estremamente precisa del dosaggio del radiofarmaco da somministrare al paziente, attraverso l?utilizzo di un apposito misuratore di radioattivit?, consentendo cos? di ottenere un flacone di farmaco finito contraddistinto dalla parziale attivit? richiesta per lo specifico paziente trattato;
- di evitare l?ossidazione dei reagenti di preparazione, utilizzati nella sintesi del radiofarmaco di interesse, utilizzando un apposito gas inerte, quale ad esempio l?azoto, durante le varie fasi di prelievo e trasferimento di tali sostanze;
- l?adozione dell?apparecchio in laboratori di qualunque dimensione, grazie alle ridotte dimensioni dello stesso;
- di migliorare l?organizzazione, in termini di archiviazione elettronica, dell?intera documentazione attualmente prodotta in forma cartacea. Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell?invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione pi? dettagliata esposta nel seguito, con l?aiuto dei disegni che ne mostrano un modo d?esecuzione preferito, illustrato a titolo esemplificativo e non limitativo.
La fig. 1 mostra, in schematizzazione a blocchi, la conformazione strutturale di un apparecchio automatico per la sintesi di radiopeptidi ad uso diagnostico e/o terapeutico, secondo l?invenzione.
Le figg. 2-4 mostrano rispettivamente, in sezione longitudinale, la conformazione strutturale del modulo principale, del modulo scorrevole su quello principale, e del modulo porta-provette, costituenti il collettore monouso utilizzato dal detto apparecchio di sintesi.
Le successive figg. 5-10 mostrano i componenti del detto apparecchio di sintesi durante la varie fasi di sintesi di un radiofarmaco a base peptidica. Con riferimento ai particolari delle figure 1, 2, 3, 4, l?apparecchio automatico per la sintesi di radiopeptidi ad uso diagnostico e/o terapeutico oggetto della presente invenzione, si compone essenzialmente di:
- una struttura portante 100;
- un eventuale involucro di chiusura 200, per detta struttura portante; - un modulo principale 1, sterile e di tipo monouso, realizzato in polimetilmetacrilato, e di spessore atto a garantire la schermatura dell?operatore dalle radiazioni ionizzanti emesse dai radioisotopi utilizzati, all?interno del quale trovano collocazione:
- aghi di prelievo e trasferimento 2, 3, 4, 5, con foro interno calibrato, ove gli aghi 4, 5 sono realizzati con materiali non metallici tali da evitare possibili interferenze con le reazioni chimiche in atto, ed ove gli aghi 2, 3 comunicano rispettivamente con gli aghi 5, 4, attraverso condotti fluidici 6, 7;
- un filtro primario 8, del tipo a cartuccia C18, costituito da una colonna cromatografica avente la capacit? di trattenere il peptide marcato, necessario alla sintesi del radiofarmaco e non il peptide libero, svolgendo cos? anche una funzione di purificazione dello stesso;
- alloggiamenti 9 preposti al contenimento di siringhe di processo S1, S2, S3, S4, contenenti i reagenti di preparazione necessari per la sintesi del radiofarmaco di interesse, comunicanti attraverso un circuito idraulico 10, fornito di micro-valvole di non ritorno 18, con detto filtro primario 8, e controllate da attuatori 11, di tipo pneumatico con fine-corsa elettromagnetici, atti a consentire l?azionamento selettivo delle medesime; - un condotto flessibile 12, comunicante con gli aghi di trasferimento 4, 5 e con detto filtro primario 8, la cui occlusione reversibile, consentita da un micro-pistone a corsa variabile 13, permette di separare la fase di preparazione del radiofarmaco di interesse dalla fase di purificazione dello stesso;
- condotti pneumatici 14, 15, 16, 17, ove i condotti 15, 16 sono forniti di micro-valvole di non ritorno 18, preposti all?insufflaggio di azoto di processo nei vari componenti del modulo principale 1 e del modulo scorrevole 19 ad esso collegato;
- un modulo scorrevole 19, sterile e di tipo monouso, realizzato in polimetilmetacrilato, e di spessore atto a garantire la schermatura dell?operatore dalle radiazioni ionizzanti emesse dai radioisotopi utilizzati, connesso al detto modulo principale 1 e vincolato in modo tale da essere scorrevole nello stesso, all?interno del quale trovano collocazione:
- una camera di raccolta degli scarichi 20;
- una camera di raccolta 21 del radiofarmaco finito, dotata di un alloggiamento 22 atto ad accogliere la testina di lettura di un misuratore di radioattivit? MR;
- un filtro finale 23 per il preparato, da 0,22 ?m;
- aghi 24 preposti al trasferimento del radiofarmaco finito in una soluzione fisiologica adatta, associati a detto filtro finale 23;
- un condotto pneumatico 25 preposto all?insufflaggio di azoto di processo all?interno della camera di raccolta 21 del radiofarmaco finito; - un modulo porta-provette 26, sterile e di tipo monouso, realizzato in polimetilmetacrilato, e di spessore atto a garantire la schermatura dell?operatore dalle radiazioni ionizzanti emesse dai radioisotopi utilizzati, nel quale trovano collocazione:
- alloggiamenti 27 per il contenimento di provette P1 contenenti il radionuclide scelto per la sintesi del radiofarmaco di interesse;
- alloggiamenti 28 per il contenimento di provette P2 contenenti i peptidi tamponati con il chelante specifico per detto radionuclide;
- un alloggiamento 29 atto a consentire l?inserimento di un apposito termoblocco di riscaldamento 31, nella struttura del detto modulo portaprovette 26, in corrispondenza delle provette P2;
- una pluralit? di iniettori 30, scorrevolmente vincolati alla struttura portante 100 e controllati da apposite elettrovalvole (non illustrate), preposti all?immissione di un gas inerte di processo nel modulo principale 1 e, contestualmente, nel modulo scorrevole 19 e nel modulo porta-provette 26, quando connesso a detto modulo principale 1;
- un termoblocco 31, scorrevolmente associato alla struttura portante 100, dotato di apposita coibentazione 32 e controllato da un rel? timer/circuito a scarica di condensatore, provvisto di movimento di scorrimento verticale ed atto ad essere inserito nell?alloggiamento 29 del modulo porta-provette 26 allo scopo di determinare il riscaldamento della miscela radionuclide-chelante-peptide formatasi all?interno delle provette P2, per un tempo di circa 30 minuti ed alla temperatura di circa 100?C (Sia il tempo che la temperatura che raggiunge il termo blocco ? possibile impostarli dal software e quindi sono adattabili alle specifiche di sintesi dei diversi radionuclidi) ;
- un supporto mobile 33, scorrevolmente associato alla struttura portante 100, comprendente un misuratore di radioattivit? MR, ed una fiala P3 contenente la soluzione fisiologica, nella quale avverr? il trasferimento del radiofarmaco finito;
- un attuatore 34, del tipo a doppio effetto, scorrevolmente associato alla struttura portante 100, preposto alla movimentazione degli iniettori 30 e, contestualmente, del modulo principale 1, ad avvenuta connessione degli stessi con i condotti pneumatici 14, 15, 16, 17 del detto modulo principale 1;
- un attuatore 35, di tipo pneumatico, scorrevolmente associato alla struttura portante 100, atto a ripristinare la posizione iniziale del modulo principale 1 al termine del ciclo di sintesi del radiofarmaco di interesse;
- un attuatore 36, del tipo a braccio rotante e/o lineare, scorrevolmente associato alla struttura portante 100, preposto alla movimentazione del modulo scorrevole 16 sul modulo principale 1;
- attuatori 37, 38, del tipo a pistone ad effetto semplice con ritorno a molla, scorrevolmente associati alla struttura portante 100, preposti rispettivamente alla movimentazione del termoblocco 31 e del supporto mobile 33;
- una postazione di comando e controllo remota 39, atta a consentire la completa gestione dell?apparecchio di sintesi, nella quale trovano collocazione:
- un?unita di controllo 40, del tipo a PLC (Programmable Logic Controller), atta a gestire in maniera coordinata il funzionamento dei componenti sopraelencati;
- interfacce di collegamento 41, per l?interconnessione della detta unit? di controllo 40 con i detti componenti dell?apparecchio di sintesi;
- un?interfaccia di collegamento 42, per l?interconnessione della detta unit? di controllo 40 con un personal computer PC attraverso cui l?operatore pu? interagire, a distanza di sicurezza, con l?intero processo di sintesi;
- apparati PE per l?archiviazione e la gestione dei dati inerenti la sintesi dello specifico radiofarmaco realizzato in funzione del singolo paziente trattato, interconnessi tramite interfacce standard di tipo noto a detto personal computer PC.
Inoltre, l?apparecchio comprende mezzi di controllo della temperatura delle provette P2.
I mezzi di controllo della temperatura sono operativamente collegati ai mezzi di riscaldamento 31.
Nel dettaglio, l?apparecchio 1 comprende almeno un?unit? di blocco dei mezzi di riscaldamento 31 quando viene raggiunta una temperatura prestabilita.
Il modulo principale 1, il modulo scorrevole 19, ed il modulo portaprovette 26 sono atti ad accoppiarsi meccanicamente ed in maniera irreversibile per costituire, durante il funzionamento dell?apparecchio sopradescritto, un collettore monouso 300 all?interno del quale trovano collocazione tutti i componenti contaminabili durante il processo e nel quale avviene l?intero processo di sintesi del radio-farmaco di interesse.
Tale collettore 300 ? atto ad essere asportato, al termine del processo di sintesi, come un unico elemento monoblocco dall?apparecchio sopradescritto, e smaltito in tutta sicurezza per mezzo di appositi contenitori a norma.
Il modulo principale 1, il modulo scorrevole 19, ed il modulo portaprovette 26, costituenti detto collettore monouso 300, si compongono di coppie di blocchi simmetrici, le cui facce adiacenti sono conformate e reciprocamente assemblate in modo tale da costituire delle strutture monolitiche, atte ad incorporare sia gli alloggiamenti dei componenti coinvolti nel processo di sintesi del radiofarmaco di interesse, che i condotti di transito dei fluidi e dei gas utilizzati per tale processo di sintesi. Il modulo principale 1, il modulo scorrevole 19, ed il modulo portaprovette 26, sono inoltre realizzati utilizzando materiali costruttivi (ad esempio polimetilmetacrilato), e spessori strutturali, atti a garantire la completa schermatura dei componenti e dei condotti coinvolti nel processo di sintesi del radiofarmaco di interesse, e di conseguenza la completa protezione dell?operatore dalle radiazioni ionizzanti normalmente emesse dai radioisotopi utilizzati per tale processo di sintesi.
Conformemente all?invenzione, l?operatore addetto all?apparato, ad apparecchio di sintesi aperto, provvede ad eseguire le seguenti operazioni preliminari:
- inserire le provette P1-P2, contenenti rispettivamente il radioisotopo ed il peptide tamponato, negli appositi alloggiamenti 27, 28 del modulo porta provette 26;
- riempire le siringhe di processo S1, S2, S3, S4 con le soluzioni opportune;
- prelevare dall?apposita confezione sterile il modulo principale 1, al quale risulta pre-montato il relativo modulo scorrevole 19, e successivamente inserire le dette siringhe di processo S1, S2, S3, S4 negli appositi alloggiamenti 9 presenti sullo stesso.
Le suddette siringhe di processo S1, S2, S3, S4 conterranno nell?ordine: - etanolo, impiegato per l?attivazione del filtro primario 8 del modulo principale 1, e per eluire il peptide marcato legato alla resina costituente detto filtro, al fine di consentirne il prelevamento;
- DTPA (Diethylene triamine pentaacetic acid), impiegato per il lavaggio del detto filtro primario 8, e per eliminare eventuali tracce di radioisotopo libero dallo stesso;
- acqua, impiegata anch?essa per il lavaggio del detto filtro primario 8; - soluzione salina, impiegata per potenziare l?azione dell?etanolo.
L?operatore d? quindi inizio al ciclo di sintesi con l?accensione della postazione di comando e controllo remota 39, la cui unit? di controllo 40, effettuato un test diagnostico preliminare atto a verificare la completa funzionalit? dell?apparecchio, provveder? a richiedere all?operatore di:
- inserire la fiala di soluzione fisiologica P3;
- inserire il modulo porta-provette 26;
- inserire il modulo principale 1.
A seguito delle indicazioni ricevute, l?operatore provvede quindi a:
- inserire sull?apposito supporto mobile 33 la fiala di soluzione fisiologica P3;
- inserire nell?apparecchio di sintesi il modulo porta-provette 26;
- inserire nell?apparecchio di sintesi il modulo principale 1 pre-montato al relativo modulo scorrevole 19.
L?operatore si riporta quindi alla postazione 39 di comando e controllo remoto, situata in un?area sicura, e, dopo aver verificato il corretto inserimento dei sopraccitati elementi, provvede ad effettuare la procedura di identificazione paziente/radiofarmaco, impartendo poi, di conseguenza, il comando di avvio dell?effettiva sequenza operativa.
Di conseguenza l?unit? di controllo 40 provvede ad eseguire le seguenti operazioni:
- effettua un autotest (?STATUS check list?), e se tutte le condizioni operative sono state rispettate provvede ad avviare il processo di sintesi del radiofarmaco registrando tutti i dati richiesti dall?operatore, quali ad esempio l?orario di inizio della procedura, il codice del destinatario del preparato, ed altre informazioni;
- avvia il riscaldamento del termoblocco 31, che comporta il raggiungimento e il mantenimento da parte dello stesso di una temperatura pari a circa 100?C per circa 30 minuti;
consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore pneumatico 34 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando che consente agli iniettori 30, collegati alle elettrovalvole di processo (non illustrate), di abbassarsi ed inserirsi nei condotti pneumatici 14, 15, 16, 17 del modulo principale 1, come mostrato in fig. 5.
L?unit? di controllo 40, una volta effettuato l?accoppiamento tra gli iniettori 30 ed il modulo principale 1, rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva.
Gli attuatori pneumatici 34, 35 dell?intero modulo composito formatosi nella fase precedente, ricevono dall?unit? di controllo 40 il comando (?DOWN TO RR?) che consente al suddetto modulo composito di inserirsi sul modulo porta-provette 26 (?Reagents Rack?) con velocit? controllata, consentendo agli aghi 2, 3 integrati nel modulo principale 1 di forare i tappi delle provette P1, e agli aghi 4, 5 integrati in detto modulo principale 1 di inserirsi nelle provette P2, permettendo cos? l?accoppiamento meccanico tra tale modulo principale 1 ed il modulo porta-provette 26, formando cos? un collettore monouso 300, all?interno del quale sar? realizzato l?intero processo di sintesi del radio-farmaco di interesse.
In tale fase viene inoltre azionato il micro-pistone a corsa variabile 13, permettendo l?occlusione reversibile del condotto flessibile 12, come evidenziato in fig. 6.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) consentendo l?abilitazione alla fase successiva (?ENABLE NEXT?), consistente nella fase di condizionamento del filtro primario 8 del modulo principale 1, avente lo scopo di determinare il lavaggio dello stesso con acqua ed etanolo, bagnando la resina costituente il medesimo, eliminando nel contempo le eventuali impurit? presenti.
Di conseguenza l?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S1 riceve dall?unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio dell?etanolo in essa contenuta nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
Successivamente l?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S3 riceve dall?unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio dell?acqua in essa contenuto nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva.
Le elettrovalvole (non illustrate), corrispondenti agli iniettori 30 associati ai condotti pneumatici 14 del modulo principale 1 ricevono dall?unit? di controllo 40 il comando di apertura, determinando l?afferenza dell?azoto di processo all?interno delle fiale P1 presenti negli alloggiamenti 27 del modulo porta-provette 26, e di conseguenza il passaggio del radionuclide in esse contenuto verso le provette P2 presenti negli alloggiamenti 28 di detto modulo porta provette 26, contenenti il peptide tamponato, attraverso i condotti fluidici 6, 7, interposti tra gli aghi 2, 5 e 3, 4 del modulo principale 1.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva.
L?attuatore 37 associato al termoblocco 31, pre-riscaldato a circa 100?, riceve dall?unit? di controllo 40 il comando che consente allo stesso di sollevarsi ed inserirsi nell?apposito alloggiamento 29 del modulo portaprovette 26, entrando in contatto con le provette P2, per un tempo di circa 30 minuti, come mostrato in fig. 7.
In questo arco di tempo il micro-pistone 13, fungendo da valvola on/off, occluder? il condotto deformabile 12, integrato nel modulo principale 1, impedendo il passaggio dei prodotti di reazione prima che siano trascorsi i minuti richiesti per il loro riscaldamento.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 37 associato al termoblocco 31 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando di discesa, mentre le elettrovalvole (non illustrate), corrispondenti agli iniettori 30 associati ai condotti pneumatici 15 del modulo principale 1 ricevono da tale unit? di controllo 40 il comando di apertura, determinando l?afferenza dell?azoto di processo nelle provette P2, contenenti la miscela radioisotopo-peptide tamponato, ed il trasferimento della medesima, attraverso il condotto flessibile 12, previa apertura del micro-pistone 13, dapprima nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19, come evidenziato in fig. 8.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione alla fase successiva (?ENABLE NEXT?), consistente nella fase di purificazione del radiofarmaco, avente lo scopo di eliminare eventuali tracce di radioisotopo libero dal medesimo.
L?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S2, previa chiusura del micro-pistone 13, visibile in fig. 9, riceve dall?unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio del DTPA in essa contenuta nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S3 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio dell?acqua in essa contenuta nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?elettrovalvola (non illustrata), corrispondente all?iniettore 30 associato al condotto pneumatico 16 del modulo principale 1 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando di apertura, determinando l?afferenza dell?azoto di processo nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di scarico 20 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 36 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando che determina la traslazione orizzontale del modulo scorrevole 19 sul modulo principale 1, consentendo la rispettiva messa in comunicazione del filtro primario 8 e del condotto pneumatico 17 di tale modulo principale con la camera di raccolta 21 e con il condotto pneumatico 25 di tale modulo scorrevole 19, come illustrato in fig. 9.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S1 riceve dall?unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio dell?etanolo in essa contenuto nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di raccolta 21 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?elettrovalvola (non illustrata), corrispondente all?iniettore 30 associato al condotto pneumatico 16 del modulo principale 1 riceve dall?unit? di controllo 40 il comando di apertura, determinando l?afferenza dell?azoto di processo nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di raccolta 21 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 11 corrispondente alla siringa di processo S4 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando di attivarsi, azionando cos? la suddetta siringa, favorendo il passaggio della soluzione salina in essa contenuta nel filtro primario 8 del modulo principale 1 e successivamente nella camera di raccolta 21 del modulo scorrevole 19 accoppiato al medesimo, per mezzo dell?apposito circuito idraulico 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 38, associato al supporto mobile 33, riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando che determina il sollevamento dello stesso, al fine di determinare l?inserimento del misuratore di radioattivit? MR nel corrispondente alloggiamento 22 del modulo scorrevole 19, e l?inserimento degli aghi di trasferimento 24 del radiofarmaco nella provetta di soluzione fisiologica P3, come illustrato in fig. 10.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?elettrovalvola (non illustrata), corrispondente all?iniettore 30 associato al condotto pneumatico 17 del modulo principale 1 riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando di apertura, determinando, attraverso il condotto pneumatico 25, l?afferenza dell?azoto di processo nella camera di raccolta 21 del modulo scorrevole 19, contenente il radiofarmaco finito, ed il passaggio dello stesso attraverso un filtro finale antibatterico 23 ed il suo conseguente trasferimento, per mezzo degli aghi 24 del detto modulo scorrevole 19, nella provetta P3 contenente una soluzione fisiologica atta a consentire la somministrazione del farmaco al paziente.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?operatore pu? decidere di terminare la fase di trasferimento del radiofarmaco nella soluzione fisiologica in funzione dell?indicazione fornita dal misuratore di radioattivit? MR, espressa in mCurie, attraverso una finestra di dialogo costantemente attiva sulla postazione di comando remota 39 per tutta la durata della procedura suddescritta.
L?operatore, inoltre, tramite la detta finestra di dialogo, pu? recuperare l?eventuale rimanenza del radiofarmaco finito dalla camera di raccolta 21 del modulo scorrevole 19.
(L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 38, associato al supporto mobile 33, riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando che determina la discesa dello stesso, e di conseguenza del misuratore di radioattivit? MR e del radiofarmaco finito, contenuto nella provetta di soluzione fisiologica P3.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
L?attuatore 34, preposto alla movimentazione degli iniettori 30, riceve dalla detta unit? di controllo 40 il comando che consente ai medesimi di riportarsi nella posizione iniziale.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e ed esegue le seguenti azioni:
- verifica lo status degli attuatori 34, 35, 36, 37, 38 e dei vari dispositivi facenti parte dell?apparecchio;
- registra i dati relativi al radiofarmaco sintetizzato, nonch? l?orario di completamento dello stesso, per mezzo del personal computer PC collegato alla postazione di comando remota 30 attraverso l?apposita interfaccia 42.
Se tutte le condizioni risultano rispettate l?unit? di controllo 40 consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?).
La detta unit? di controllo 40 consente quindi il recupero della provetta P3, contenente il radiofarmaco finito, tramite il sollevamento dell?eventuale involucro di chiusura 200 dell?apparecchio o tramite l?apertura di un?eventuale sportellino presente sullo stesso, in modo tale da permettere all?operatore di prelevare agevolmente il preparato finale, senza entrare in contatto diretto con esso, e di posizionarlo nella postazione di deposito esterna al detto apparecchio.
All?interrogazione della detta unit? di controllo 40, la postazione di comando remota 39 segnala all?operatore:
- l?avvenuta conclusione della procedura di sintesi del radiofarmaco; - la necessit? di rimuovere dall?apparecchio il collettore monouso 300 risultante dall?assemblaggio reciproco irreversibile del modulo principale 1, del modulo scorrevole 19, e del modulo porta-provette 26.
In seguito a tali segnalazioni l?operatore effettua l?estrazione del detto collettore monouso 300 ed il conseguente smaltimento dello stesso in appositi contenitori a norma.
L?unit? di controllo 40 rileva il segnale di comando eseguito (?DONE?) e consente l?abilitazione della fase successiva (?ENABLE NEXT?), consistente in un test diagnostico dell?apparecchio e nella conseguente predisposizione dello stesso ad un nuovo ciclo operativo.
Il radiofarmaco ottenuto, una volta somministrato al paziente, risulter? in grado di legarsi al tessuto tumorale in funzione dello specifico peptide utilizzato, in modo tale da permetterne la localizzazione, o l?eliminazione selettiva, per mezzo dello specifico radioisotopo incorporato nello stesso.

Claims (10)

RIVENDICAZIONI
1) Apparecchio automatico per la sintesi di radiofarmaci a base peptidica ad uso diagnostico e/o terapeutico, comprendente:
- una struttura portante (100);
- un eventuale involucro di chiusura (200) per detta struttura portante (100);
- una postazione remota di comando e controllo (39), atta a consentire la completa gestione dell?apparecchio,
caratterizzato dal fatto che comprende:
- un primo modulo principale (1), di tipo monouso;
- un secondo modulo (19), di tipo monouso, scorrevolmente associato a detto primo modulo principale (1);
- un terzo modulo porta-provette (26), di tipo monouso, reversibilmente fissabile a detta struttura portante (100) con mezzi di vincolo che ne permettono la traslazione rispetto ad essa,
ove detta struttura portante (100) comprende:
- una pluralit? di iniettori (30), scorrevolmente vincolati a detta struttura portante (100), atti ad immettere un gas inerte di processo nel modulo principale (1), nel modulo scorrevole (19) e nel modulo porta-provette (26) ad esso collegati;
- mezzi di riscaldamento (31) per dette provette (P2), scorrevolmente associati a detta struttura portante (100), selettivamente attivabili ed associabili a detto terzo modulo porta-provette (26);
- un supporto mobile (33), scorrevolmente associato a detta struttura portante (100), comprendente un misuratore di radioattivit? (MR) ed una fiala (P3) di raccolta del radiofarmaco finito;
- una pluralit? di attuatori (34, 35, 36, 37, 38), scorrevolmente associati a detta struttura portante (100), preposti alla movimentazione dei componenti sopraelencati;
- mezzi di controllo della temperatura di dette provette (2P);
ed ove detto primo (1), secondo (19), e terzo modulo (26) sono atti ad accoppiarsi irreversibilmente in modo tale da costituire un unico collettore monouso (300), nel quale si realizza l?intero processo di sintesi del radiofarmaco di interesse, ove detto collettore (300) ? asportabile dal detto apparecchio, a fine processo, come unico elemento monoblocco contaminato.
2) Apparecchio secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di controllo della temperatura sono operativamente collegati a detti di riscaldamento (31).
3) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende almeno un?unit? di blocco di detti mezzi di riscaldamento (31) quando viene raggiunta una temperatura prestabilita.
4) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il primo modulo principale (1) comprende:
- aghi di prelievo e trasferimento (2, 3, 4, 5), con foro interno calibrato, ove gli aghi (4, 5) sono realizzati con materiali non metallici tali da evitare possibili interferenze con le reazioni chimiche in atto, ed ove gli aghi (2, 3) comunicano rispettivamente con gli aghi (5, 4), attraverso condotti fluidici (6, 7);
- un filtro primario (8), del tipo a cartuccia C18;
- alloggiamenti (9) preposti al contenimento di siringhe di processo (S1, S2, S3, S4) contenenti i reagenti di preparazione necessari per la sintesi del radiofarmaco di interesse, comunicanti attraverso un circuito idraulico (10), fornito di micro-valvole di non ritorno (18), con detto filtro primario (8), e controllate da attuatori (11), di tipo pneumatico con fine-corsa elettromagnetici, atti a consentire l?azionamento selettivo delle medesime;
- un condotto flessibile (12), comunicante con gli aghi di trasferimento (4, 5) e con detto filtro primario (8), la cui occlusione reversibile, consentita da un micro-pistone a corsa variabile (13), consente di separare la fase di preparazione del radiofarmaco di interesse dalla fase di purificazione dello stesso;
- condotti pneumatici (14, 15, 16, 17), ove i condotti (15, 16) sono forniti di micro-valvole di non ritorno (18), preposti all?insufflaggio di un gas inerte di processo nei vari componenti del detto modulo principale (1).
5) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il secondo modulo (19) comprende:
- una camera di raccolta degli scarichi (20);
- una camera di raccolta (21) del radiofarmaco finito, dotato di un alloggiamento (22) atto ad accogliere la testina di lettura di un misuratore di radioattivit? (MR);
- un filtro finale (23) antibatterico per il preparato;
- aghi (24) preposti al trasferimento del radiofarmaco finito in una soluzione fisiologica adatta, associati a detto filtro finale (23);
- un condotto pneumatico (25) preposto all?insufflaggio di un gas inerte di processo all?interno della camera di raccolta (21) del radiofarmaco finito.
6) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il terzo modulo porta-provette (26) comprende: - alloggiamenti (27) per il contenimento di provette (P1) contenenti il radionuclide scelto per la sintesi del radiofarmaco di interesse;
- alloggiamenti (28) per il contenimento di provette (P2) contenenti i peptidi tamponati con il chelante specifico per detto radionuclide;
- un alloggiamento (29) atto a consentire l?inserimento di appositi mezzi di riscaldamento (31) nella struttura del detto modulo porta-provette (26), in corrispondenza delle provette (P2).
7) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralit? di iniettori (30), controllati da apposite elettrovalvole, preposti all?immissione di un gas inerte di processo, nel modulo principale (1) e, contestualmente, nel modulo scorrevole (19) e nel modulo porta-provette (26).
8) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta unit? di blocco comprende un termoblocco, dotato di apposita coibentazione (32) e controllato da un rel? timer/circuito a scarica di condensatore.
9) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che gli attuatori preposti alla movimentazione dei componenti mobili dello stesso comprendono:
- un attuatore (34), del tipo a doppio effetto, scorrevolmente associato alla struttura portante (100), preposto alla movimentazione degli iniettori (30) e, contestualmente, del modulo principale (1), ad avvenuta connessione degli stessi con i condotti pneumatici (14, 15, 16, 17) del detto modulo principale (1);
- un attuatore (35), di tipo pneumatico, scorrevolmente associato alla struttura portante (100), atto a ripristinare la posizione iniziale del modulo principale (1) al termine del ciclo di sintesi del radiofarmaco di interesse;
- un attuatore (36), del tipo a braccio rotante e/o lineare, scorrevolmente associato alla struttura portante (100), preposto alla movimentazione del modulo scorrevole (16) sul detto modulo principale (1);
- attuatori (37, 38), del tipo a pistone ad effetto semplice con ritorno a molla, scorrevolmente associati alla struttura portante (100), preposti rispettivamente alla movimentazione del termoblocco (31) e del supporto mobile (33).
10) Apparecchio secondo una o pi? delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la postazione di comando e controllo remota (39) comprende:
- un?unita di controllo (40), del tipo a PLC (Programmable Logic Controller), atta a gestire in maniera coordinata il funzionamento dei componenti sopraelencati;
- interfacce di collegamento (41), per l?interconnessione della detta unit? di controllo (40) con i detti componenti dell?apparecchio;
- un?interfaccia di collegamento (42), per l?interconnessione della detta unit? di controllo (40) con un personal computer (PC) attraverso cui l?operatore pu? interagire, a distanza di sicurezza, con l?intero processo di sintesi;
- apparati (PE) per l?archiviazione e la gestione dei dati inerenti la sintesi dello specifico radiofarmaco realizzato in funzione del singolo paziente trattato, interconnessi tramite interfacce standard di tipo noto a detto personal computer (PC).
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