IT202100014588A1 - Sistema di palificazione per coltivazioni superintensive di cultivar di olive - Google Patents

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IT202100014588A1
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IT102021000014588A
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Inventor
Bartolomeo Buccelletti
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Azienda Agricola F Lli Buccelletti S R L
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01GHORTICULTURE; CULTIVATION OF VEGETABLES, FLOWERS, RICE, FRUIT, VINES, HOPS OR SEAWEED; FORESTRY; WATERING
    • A01G17/00Cultivation of hops, vines, fruit trees, or like trees
    • A01G17/04Supports for hops, vines, or trees
    • A01G17/14Props; Stays

Landscapes

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  • Botany (AREA)
  • Environmental Sciences (AREA)
  • Breeding Of Plants And Reproduction By Means Of Culturing (AREA)
  • Cultivation Of Plants (AREA)

Description

Descrizione dell?invenzione avente per titolo:
?SISTEMA DI PALIFICAZIONE PER COLTIVAZIONI SUPERINTENSIVE DI CULTIVAR DI OLIVE?
Descrizione
Campo della tecnica
La presente invenzione si riferisce al settore dell?agricoltura. Pi? in dettaglio la presente invenzione concerne un peculiare sistema di palificazione comprendente dei peculiari pali con caratteristiche strutturali tali da renderli particolarmente adattabili alla coltivazione Super intensiva di cultivar di olive e segnatamente per la coltivazione Super intensiva della specie Arbequina.
Arte nota
La domanda di olio d'oliva, a livello globale, sta rapidamente incrementando, principalmente a causa delle sue indiscusse propriet? benefiche in termini di prevenzione di alcune malattie, dovute soprattutto ad un elevato contenuto di acido oleico che, a sua volta, pu? influenzare i profili plasmatici di lipidi e lipoproteine e di antiossidanti.
L'espansione della produzione mondiale di olio richiede l'adattamento delle diverse cultivar (e/o di differenti varianti genomiche della stessa cultivar) alle caratteristiche di aree geografiche anche molto diverse da quelle tradizionalmente olivicole autoctone.
Inoltre, di fronte a tale drammatico aumento della domanda di olio extravergine d?oliva, la comunit? tecnico-scientifica ed i grandi player di settore internazionali hanno concepito una tipologia di produzione olivicola alternativa al sistema di coltura tradizionale caratterizzato da un basso valore di produzione di olive per ettaro e da un elevato impiego di manodopera per la raccolta manuale. Tale approccio innovativo all'olivicoltura prevede l?implementazione di piantagioni ad alta densit? di piante sottoposte ad irrigazione controllata ed a tecniche di raccolta meccanica ad alta efficienza. Tutto ci? per incrementare il rendimento complessivo della produzione di olive e, conseguentemente, di olio, grazie ad un minor impiego di lavoro manuale e ad una riduzione significativa dei costi di manutenzione.
Di seguito si riporta un riassunto delle principali differenze tra la tecnica di coltura tradizionale ed i moderni modelli di impianto (intensivo IS, alta densit? HD e superintensivo SHD).
- Tradizionale. Questi frutteti sono caratterizzati da bassa densit? (meno di 120 alberi/ha), alberi vecchi (oltre 50 anni), lavorazione intensiva, bassi input agricoli (quali fertilizzanti e/o pesticidi) e raccolta manuale. Sono principalmente piantati secondo uno schema regolare, su superfici piane o pendii moderatamente ripidi e possono crescere sia in condizioni di sola pioggia che in condizioni di irrigazione controllata. Le rese si aggirano tra 1.500-3.000 kg di olive/ha, con bassi rendimenti economici, principalmente dovuti all'alto costo di potatura e raccolta. Negli ultimi decenni e in alcuni paesi dell'UE (Spagna, Italia, ecc.) ? stata implementata una parziale meccanizzazione del raccolto, prevedendo l?uso di piattaforme, scuotitori manuali, scuotitori ad ombrello rovesciato e, pi? recentemente, prototipi di raccoglitrici con testa a baldacchino.
- Intensivo (IS). La densit? degli alberi per questi frutteti varia tra 200-450 alberi/ha, con piante normalmente sviluppate in altezza (cultivar erette con angolo stretto tra il 2?-3? ramo principale). La resa totale media in un sistema intensivo ? di circa 6-7 t/ha nei frutteti piovosi (500 mm di pioggia), raggiungendo circa 10-12 t/ha in frutteti sottoposti a condizioni di irrigazione a goccia. I primi segni di riduzione del rendimento in frutteti di questo tipo si verificano all'undicesimo-dodicesimo anno di allevamento, a seconda delle cultivar utilizzate. La raccolta per questo sistema pu? essere meccanizzata con scuotitori di tronco a diversi telai per i piccoli frutteti (meno di 50 ha) oppure con agitatori affiancati per grandi frutteti (oltre 50 ha). I ritorni economici sono, in media, sufficientemente elevati.
- Alta densit? (HD). La densit? degli alberi in questi frutteti varia tra i 450 e gli 800 alberi/ha, con resa simile a quelli IS. Per questo sistema, la raccolta, cos? come la potatura (topping e hedging) pu? essere meccanizzata con diversi mezzi, quali agitatori affiancati, grandi macchine c.d. over-the-row, e tagliasiepi laterali, di cui esistono diversi prototipi sul mercato di riferimento. Lo svantaggio di tali macchinari, tuttavia, ? costituito dal loro peso elevato, che pu? causare danni (anche molto gravi) a terreni argillosi e/o fortemente umidi. I rendimenti economici dei frutteti HD sono buoni, principalmente per grandi frutteti (oltre 80 ha). Inoltre, tali frutteti sono sostenibili, adattabili a tutte le cultivar pi? note (Arbequina, Picual, Leccino, Frantoio, Coratina, Barnea, Picholine, mostrano rendimenti particolarmente elevati) e/o a nuove aree geografiche (come recentemente accaduto per il Sud America). La vita economica di frutteti HD ? generalmente medio-lunga (25-40 anni).
- Super intensivo (SHD). Questo sistema prevede una densit? di alberi superiore a 1.000 alberi/ha ed una raccolta completamente automatizzata a mezzo di macchine semoventi che consentono di ridurre drasticamente la manodopera necessaria ed i relativi costi. La principale criticit? di tale sistema di allevamento risulta essere il controllo ottimale delle dimensioni delle singole piante che consenta alle macchine raccoglitrici di oltrepassarne le fronde e ne garantisca la giusta illuminazione nel tempo. Normalmente, i frutteti SHD sono orientati da nord a sud (N-S) per migliorare la distribuzione della luce lungo le varie file. ? stato riportato in letteratura scientifica che con altri design, come E-W, i rendimenti di frutteti SHD (dal 6 ? al 9 ? anno dopo la semina) sono pi? bassi di circa il 40% rispetto ad un orientamento N-S standard. I layout di frutteto pi? utilizzati variano tra 3,75-4,50 m come distanza tra le file e 1,3-2,0 m tra le singole piante (corrispondenti a densit? comprese tra 1.111 e 2.053 ulivi/ha), sebbene la distanza prevalente per la cv Arbequina sia 4 ? 1,5 m (con densit? di 1.666 ulivi/ha). La gestione del suolo di questi frutteti viene in genere realizzata con copertura verde tra i filari ed erbicidi applicati sotto le fronde degli alberi. Esistono poche cultivar a vigoria compatta, mediobasse e dal portamento precoce adattabili al sistema SHD e, tra di esse, le cv Arbequina (e relative variet? comparentali), Arbosana, Koroneiki, Sikitita. Le prestazioni di queste cultivar, tuttavia, sono molto variabili a seconda delle diverse regioni in cui vengono allevate, principalmente in termini di resa cumulativa, formazione ed incidenza di specifiche batteriosi. L?allevamento SHD richiede condizioni tecniche specifiche quali ad esempio: esigenze di irrigazione che possono superare anche i 1.500 m<3>/ha per climi particolarmente aridi (condizioni di pioggia condizioni inferiori a 500 mm), ed esigenze di terreni medio-grandi e non molto collinari. Sebbene gli allevamenti SHD raggiungano la maturit? prima degli altri sistemi (IS e HD), la loro vita economica ? pi? breve (circa 15 anni, a seconda della latitudine e delle cv utilizzate), soprattutto a causa della mancanza di spazio e della competizione tra le singole piante per la luce e la ventilazione. Dunque, tra i vantaggi che stanno favorendo la rapida espansione del modello SHD si annoverano la resa precoce, con raccolti elevati durante i primi anni di allevamento (tra il 3? e l?8? anno), e l?elevata efficienza delle macchine raccoglitrive c.d. over-the-row. Al contrario, tra i principali svantaggi di questo sistema, si annoverano: alti costi di investimento per la semina (aumento della densit? e processi di picchettamento), complessit? di controllo della dimensione dell'albero per consentire il movimento agevole delle raccoglitrici, elevata incidenza dei danni da gelo, parassiti e malattie (gliphodes, Spilocae oleagina, Colletotrichum, ecc.), vita economica pi? breve.
I nuovi Paesi produttori di olive, cos? come molti Paesi olivicoli tradizionali stanno adottando il sistema di coltivazione super intensiva (SHD), proprio a causa dei grandi vantaggi che offre, sia in termini di meccanizzazione delle fasi di raccolta e potatura, che in termini di drastica riduzione dei costi di gestione e produzione rispetto ai frutteti tradizionali con raccolta a mano.
Allo stato dell?arte attuale, la produzione SHD utilizza tre cultivar specifiche caratterizzate da resa precoce, produttivit? elevata e costante, e basso vigore vegetativo: le spagnole Arbequina e Arbosana e la greca Koroneiki. Gli oli di tali variet? spagnole e greche sono, generalmente, molto apprezzati nei mercati internazionali per le notevoli qualit? organolettiche e sensoriali. Tuttavia, l'interazione tra una cultivar non autoctona e l'ambiente in cui viene allevata pu? influenzare fortemente la qualit? complessiva dell'olio prodotto in maniera tale che, per valutare il ruolo e l?influenza che la zona di produzione esercita sulle caratteristiche analitiche di olio, ? opportuno studiare e caratterizzare il comportamento di cultivar non autoctone sottoposte a condizioni pedoclimatiche differenti. Tutto ci? analizzando diversi parametri analitici quali: acidit? libera, caratteristiche spettrofotometriche, stabilit? ossidativa, fenoli totali, composizione di o-difenoli, triacilgliceroli (TAG), nonch? accumulo e variazioni dei livelli di acidi grassi durante la maturazione dei frutti (per stimare il periodo di raccolta ideale).
Inoltre, ? doveroso sottolineare che le conseguenze di una sempre pi? diffusa adozione del sistema SHD, dunque, possono rappresentare:
- una perdita delle cultivar locali in grado di produrre oli di altissima qualit? se allevate coni metodi tradizionali;
- una perdita del germoplasma delle olive e, conseguentemente, della diversit? dell'olio d?oliva.
Nei Paesi olivicoli tradizionali, vengono normalmente allevati molte cultivar locali "minoritarie", alcune rappresentate addirittura da singoli alberi selvaggi, e molte ancora non opportunamente caratterizzate e conservate. Al fine di prevenire una eventuale perdita di variet? genomica di cultivar ed oli in Paesi olivicoli tradizionali, ? pertanto opportuno valutare sistematicamente l?adattabilit? di cv locali e/o nuove variet? comparentali al sistema di allevamento SHD.
In letteratura scientifica esistono gi? alcune valutazioni sperimentali di confronto tra la crescita e la produttivit? di alcune variet? italiane rispetto alla cv Arbequina, rivelando che la cv Maurino e la cv Urano? potrebbero essere idonee al sistema di allevamento SHD. Molte altre variet? autoctone, al contrario, si sono rivelate inadatte, principalmente a causa di vigore eccessivo, produzione tardiva e/o elevata suscettibilit? alle batteriosi.
Sulla scia di tali risultati di letteratura e, a seguito della certificazione genomica ottenuta per le cultivar vegetative, la Richiedente ha inteso valutare l'idoneit? all?allevamento SHD di nuove cultivar e variet? comparentali e segnatamente della specie Arbequina, su differenti tipologie di terreni e zone climatiche in termini di: prestazioni orticole, vegetative e produttive, confrontandole anche con i dati di letteratura disponibili per le tre cultivar standard SHD (i.e. Arbequina, Arbosana e Koroneiki).
In particolare nell?ambito di un progetto volto alla valutazione dell?idoneit? della coltivazione di tipo SHD di determinate cultivar, la Richiedente si ? proposta di sviluppare uno specifico sistema di palificazione con l?obiettivo di rendere altamente performante la coltivazione SHD per le dette specifiche cultivar, con particolare attenzione alla specie Arbequina. Prima di entrare nel merito della seguente descrizione ? altres? di interesse puntualizzare che L?Arbequina ? una tipologia di pianta che deve questa sua denominazione alla zona di Ieridano di Arbeca in Spagna, dalla quale proviene. A volte si pu? trovare anche con altri nomi, tra cui Arbequ?, Arbequ?n e Blancal. Pianta originaria della Catalogna, dove ? presente per oltre 55.000 ettari, con il tempo si ? diffusa anche nel resto della Spagna, soprattutto in Andalusia. Per quanto riguarda le sue caratteristiche, si possono indicare: le dimensioni della foglia, che si presenta piccola e corta, di larghezza media e dalla forma ellittica-lanceolata; il frutto, di dimensione piccola e dalla forma sferoidale e simmetrica, di colore nero quando completamente maturo e con una relazione polpa/nocciolo media; il nocciolo, di forma ovoidale e simmetrica con una superficie rugosa dai sette ai dieci solchi fibrovascolari. ? una pianta dal rendimento grasso elevato che consente al suo olio di oliva una resa eccellente, pur con bassa stabilit?. La resa della pianta ? alta, soprattutto per quanto riguarda la sua resistenza a patologie gravi che possono intaccarla in maniera lieve quali la tubercolosi, la maculatura del fogliare e la verticillosi. Come suddetto scopo della presente invenzione ? quello di proporre uno specifico sistema di palificazione con caratteristiche tali da rendere ancor pi? performante l?adattamento di cultivar standard ed in particolare della specie Arbequina alla coltivazione di tipo SDH.
Descrizione dell?invenzione
La presente descrizione si riferisce ad un peculiare sistema di palificazione che permette di adattare alcune specie di cultivar di olive ed in particolare la specie Arbequina alla coltivazione di tipo SDH. Solo ai fini di una maggiore esaustivit? descrittiva viene qui specificato che la definizione del sistema di palificazione qui descritto si inserisce all?interno di un pi? ampio progetto volto alla determinazione di tutte le condizioni e i parametri delle specie esaminande per verificare la loro adattabilit? alla coltivazione di tipo SDH, con particolare interesse rivolto alla cultivar d?olive Arbequina. A tale scopo la Richiedente puntualizza che il detto pi? ampio progetto concerne: la ?Caratterizzazione e monitoraggio di nuove variet? genomiche di Olea Europaea in colture super intensive, ovvero il monitoraggio di: crescita vegetativa, produttivit? e qualit? dell?olio? con lo scopo di: verificare l?attitudine della cultivar Arbequina all?allevamento super intensivo (SHD), soprattutto in termini di produttivit? e resa olearia; determinare le caratteristiche vegetative (gigantismo, fioritura, maturazione dei frutti, ecc.) della Arbequina in funzione di tipologie di terreno e zone climatiche; caratterizzare dal punto di vista fisico-chimico, sensoriale, nutrizionale e nutraceutico gli oli prodotti dalle coltivazioni sperimentali di Arbequina SHD; identificare nuovi genotipi/variet? in grado di generare oli di alta qualit? e/o di incrementare l?efficienza produttiva delle moderne coltivazioni superintensive; caratterizzare, in termini di parametri qualitativi (acidit? libera, valore di perossido, coefficienti di estinzione specifici), stabilit? ossidativa, pigmenti (clorofille e carotenoidi), e profilo degli acidi grassi, l'olio di oliva monovarietale delle nuove variet? di Olea Europaea cos? identificate, confrontandolo con quello prodotto a partire da coltivazioni superintensive di cv Arbequina; valutare l?efficienza produttiva delle nuove variet? di Olea Europaea sottoposte a differenti condizioni climatiche e/o di allevamento. Il tutto al fine di identificare le variet? pi? adatte all?allevamento SHD e, al contempo, in grado di fornire oli di altissima qualit? e dai profili chimico-sensoriali tra loro altamente diversificati.
Pi? specificatamente, in sede di valutazione preliminare dei rischi di progetto, la Richiedente ha codificato e adottato una metodologia operativa che ha permesso di articolare il detto progetto in macro-fasi, a loro volta declinabili in pi? sottofasi, tra cui quella concernete la presente invenzione.
Specificatamente, oggetto della presente descrizione ? un peculiare sistema di palificazione per diverse cultivar di olive, ed in particolare per la specie Arbequina, atto a rendere altamente efficace la coltivazione di tipo SDH per questa tipologia di cultivar.
Ancor pi? dettagliatamente oggetto della presente descrizione ? un nuovo sistema di palificazione appositamente dedicato alle colture super intensive di Arbequina, basato sull?utilizzo di pali in acciaio a diametro ridotto in grado di resistere a condizioni climatiche estreme. Conseguentemente, ? stata sperimentata l?efficacia di nuovi metodi/macchinari (studiati ad hoc per il suddetto sistema) per la raccolta automatica dei frutti. Tale macro-fase ha previsto le seguenti sottofasi: Individuazione e selezione dei siti sperimentali entro cui sperimentare l?efficacia del nuovo sistema di palificazione per coltivazioni SHD; Verifica delle prestazioni strutturali del nuovo sistema di palificazione in risposta alle differenti condizioni ambientali (vento, agenti atmosferici, condizioni e caratteristiche dei terreni, ecc.) cui pu? essere sottoposto; caratterizzazione delle prestazioni massali e dell?efficienza produttiva (a medio/lungo termine, i.e. 3-5 anni) delle coltivazioni super intensive della cv. Arbequina sottoposte al suddetto sistema di palificazione.
Descrizione delle figure
La presente invenzione verr? qui di seguito dettagliatamente descritta anche con riferimento alle figure annesse in cui:
FIGURA 1 mostra una vista frontale di un palo (1) a guisa di lancia del sistema di palificazione secondo la presente invenzione.
FIGURA 2 mostra una vista prospettica del dettaglio delle punte 2 dei pali 1 del sistema di palificazione secondo la presente invenzione.
FIGURA 3 mostra una rappresentazione tecnica della punta 2 di ciascun palo 1 nella sua configurazione a punta corta.
FIGURA 4 mostra una rappresentazione tecnica della punta 2 di ciascun palo 1 nella sua configurazione a punta lunga.
Descrizione dettagliata dell?invenzione
Il sistema di palificazione secondo la presente invenzione comprende una pluralit? di pali a guisa di lancia e di pianta-pali in cui ciascun palo 1 a guisa di lancia ? realizzato con un tubolare in materiale metallico e/o polimerico e /o composito e preferibilmente in corten, ferro zincato o altro materiale. Il detto palo 1 presenta un diametro compreso tra 35 mm e 50 mm, preferibilmente tra 42 mm e 42,4 mm e spessore compreso tra 1,5 mm e 4 mm e preferibilmente tra 2,5 mm e 3 mm. La lunghezza del palo ? compresa tra 1800 mm e 2800 mm ed ? preferibilmente di 2000 mm o di 2500 mm a cui si aggiunge la punta 2 con lunghezza variabile a seconda della configurazione (corta o lunga). La detta punta 2 inferiore del palo ? formata da almeno due strutture triangolari 3 di lamiera e preferibilmente da due strutture triangolari 3 disposti ortogonalmente tra loro. La detta punta 2 ? realizzabile in due configurazioni ed in particolare in una prima configurazione detta punta corta ed una seconda configurazione detta punta lunga. Nella prima configurazione, a punta corta, la detta punta 2 presenta una lunghezza complessiva di 289,23 mm in cui la porzione triangolare 2??, ovvero la porzione comprendente le due strutture triangolari 3, ricopre una lunghezza di 174,24 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo 2?. Quest?ultima si configura spazialmente al centro della base 2??? di ciascuna delle strutture triangolari 3 e dista dalle estremit? di detta base di 32,5 mm per ogni estremit?. Nella seconda configurazione detta a punta lunga la detta punta 2 presenta una lunghezza complessiva di 365 mm in cui la porzione triangolare 2??, ovvero la porzione comprendente le due strutture triangolari 3, ricopre una lunghezza di 250 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo 2?. Quest?ultima si configura spazialmente al centro della base 2??? di ciascuna delle strutture e dista dalle dette estremit? di detta base 2??? di 47 mm per ogni estremit?.
Il detto palo 1 a guisa di lancia presenta pi? specificatamente almeno due porzioni ed in particolare una prima porzione superiore 1? ed una seconda porzione inferiore 1??. Quest?ultima comprende la detta punta 2. La detta prima porzione 1? superiore del palo 1 ? tale da presentare sezione (trasversale) dal profilo definibile da qualsiasi curva chiusa o forma poligonale e preferibilmente dal profilo rotondo o ellittico. Il palo viene infisso nel terreno grazie alla pressione esercitata sulla testa dello stesso da una piantapali.
Come pi? volto ripetuto nel corso della presente descrizione il sistema di palificazione in oggetto ? stato realizzato per favorire l?adattabilit? di specifiche cultivar di olive alla coltivazione di tipo super intensivo. ? a tal proposito di interesse puntualizzare che gli oliveti sono detti ?super intensivi? quando la densit? di impianto supera le 1.250 piante/ha, con distanze che vanno dai 3,5 m ai 4,5 m tra le file e 1,2 m fino a 2,5 m sulla fila. La pianta ? allevata con un asse centrale (fusto) alto fino a 2 m di altezza sul quale, a partire da 60-70 cm dal colletto, si inseriscono direttamente branchette fruttifere, di spessore, complessit? e lunghezza decrescente, procedendo dalla base verso l?apice, che in genere termina con un unico ramo misto (funzione regolatrice della cima). Questo tipo di allevamento permette la meccanizzazione di molte operazioni colturali in particolare la potatura e la raccolta mediante macchine scavallatrici, semoventi o trainate, che operano in continuo, molto simili a quelle utilizzate in viticoltura. In una delle sue forme di realizzazione preferite il sistema di palificazione secondo la presente invenzione ? tale da comprendere: almeno un filare, e preferibilmente una pluralit? di filari in cui ciascun filare comprende: almeno un palo 1, con funzione di palo di testata, che ? infisso nel terreno con un angolo compreso tra 40 ? e 50 ? e preferibilmente di 45?, Palo di testata: ? il primo palo infisso nel terreno con un angolo di 45? circa, mantenuto in posizione grazie ad un ancora con basamento in cemento e collegata al palo con un tirante in filo di ferro zincato;
- una pluralit? di pali 1 con funzione di pali intermedi che hanno specificatamente la funzione di sorreggere tutta la struttura e sono infissi nel terreno all?incirca ogni 5 piante;
- una pluralit? di tutori in ferro liscio, detti tutori sono a titolo esemplificativo e non limitativo, classici tondini in ferro, con diametro 6 o 8 mm, lisci, con il compito di sorreggere la pianta. Il tutore viene fissato ai fili con degli appositi ganci;
- una pluralit? di fili: tipicamente, ma non limitatamente, i detti fili sono solitamente tre: il primo a circa 80 cm da terra sul quale viene fissata anche l?ala gocciolante con appositi gancetti, il secondo a circa 130 cm e il terzo a 180 cm circa.
Vantaggiosamente, il detto sistema di palificazione permette: La meccanizzazione delle operazioni colturali che storicamente necessitano di maggiore manodopera (potatura e raccolta); Entrata in produzione precoce; Produzione costante negli anni.
I pali 1, del sistema in oggetto, in opera su siti sperimentali sono stati testati sottoponendoli a condizioni ventose anche molto severe, resistendo senza alcun segno di cedimento per venti con velocit? fino a 130 km/h.

Claims (14)

Rivendicazioni
1. Sistema di palificazione comprendente una pluralit? di pali (1) a guisa di lancia e da una pluralit? di pianta-pali, detti pali (1) essendo rappresentati da tubolari in materiale metallico e/o polimerico e/o composito, aventi un diametro compreso tra 35 mm e 50 mm e spessore compreso tra 1,5 mm e 4 mm, una lunghezza compresa tra 1800 mm e 2800 mm, detto sistema essendo tale che ciascun palo (1) presenti una prima porzione (1?) superiore e una seconda porzione (1??) inferiore, detta seconda porzione (1??) presentando una punta (2), detto sistema di palificazione essendo caratterizzato dal fatto che ciascun palo (1) ? tale che la sua punta (2) comprenda un porzione triangolare (2??) comprendente almeno due strutture triangolari (3) e una porzione a guisa di stelo (2?), detta prima porzione (1?) di palo (1) presentando altres? una sezione trasversale dal profilo definibile da qualsiasi curva chiusa o forma poligonale.
2. Sistema di palificazione secondo la precedente rivendicazione in cui ciascun palo (1) presenta un diametro compreso tra 42 mm e 42,4 mm e uno spessore compreso tra 2,5 mm e 3 mm ed una lunghezza di 2000 mm o di 2500 mm, detto sistema essendo altres? tale che la punta (2) di ciascun palo (1) comprenda due strutture triangolari (3) disposte ortogonalmente tra loro, detto palo 1 essendo altres? tale che la detta punta (2) presenti una lunghezza complessiva di 289,23 mm in cui ? individuabile una porzione triangolare (2??), comprendente le dette due strutture triangolari (3), ricoprente una lunghezza di 174,24 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo (2?), quest?ultima configurandosi spazialmente al centro della base (2???) di ciascuna delle strutture triangolari (3) e distando dalle estremit? di detta base di 32,5 mm per ogni estremit?.
3. Sistema di palificazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1, 2 in cui ciascun palo (1) presenta un diametro compreso tra 42 mm e 42,4 mm e uno spessore compreso tra 2,5 mm e 3 mm ed una lunghezza di 2000 mm o di 2500 mm, detto sistema essendo altres? tale che la punta (2) di ciascun palo (1) comprenda due strutture triangolari (3) disposte ortogonalmente tra loro, detto palo 1 essendo altres? tale che la detta punta (2) presenti una lunghezza complessiva di 289,23 mm in cui la porzione triangolare (2??), comprendente le due strutture triangolari (3), ricopre una lunghezza di 250 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo (2?), quest?ultima configurandosi spazialmente al centro della base (2???) di ciascuna delle strutture triangolari (3) e distando dalle dette estremit? di detta base (2???) di 47 mm per ogni estremit?.
4. Sistema di palificazione secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni in cui ciascun palo (1) presenta una sezione trasversale della sua prima porzione (1?) superiore dal profilo rotondo.
5. Sistema di palificazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1, 2 in cui ciascun palo (1) presenta una sezione trasversale della sua prima porzione (1) dal profilo ellittico.
6. Sistema di palificazione secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni in cui ciascun palo (1) ? rappresentato da un tubolare metallico realizzato con una materiale a scelta tra corten o ferro zincato.
7. Sistema secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni comprendente una pluralit? di filari di pali (1) in cui la distanza tra i filari varia tra 3,5 m e 4,5 m e tra i pali per ciascun filare varia tra 1,2 m e 2,5 m.
8. Sistema secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni in cui ? presente una pluralit? di filari in cui ciascun filare comprende: almeno un palo (1), con funzione di palo di testata, che ? infisso nel terreno con un angolo compreso tra 40 ? e 50 ?, detto palo di testata essendo il primo palo infisso nel terreno e mantenuto in posizione grazie ad un ancora con basamento in cemento e collegata al detto palo con un tirante in filo di ferro zincato;
- una pluralit? di pali (1) con funzione di pali intermedi che hanno specificatamente la funzione di sorreggere tutta la struttura e sono infissi nel terreno ogni 4 o 5 piante;
- una pluralit? di tutori in ferro liscio, detti tutori sono a titolo esemplificativo e non limitativo, classici tondini in ferro, con diametro 6 o 8 mm, lisci, con il compito di sorreggere la pianta. Il tutore viene fissato ai fili con degli appositi ganci;
- una pluralit? di fili: tipicamente, detti fili essendo almeno tre: il primo a circa 80 cm da terra sul quale viene fissata anche l?ala gocciolante con appositi gancetti, il secondo a circa 130 cm e il terzo a 180 cm circa.
9. Sistema di palificazione secondo la precedente rivendicazione in cui il palo (1) con funzione di palo di testata ? infisso nel terreno con un angolo di 45?.
10. Palo (1) a guisa di lancia comprendente una prima porzione superiore (1) e una secondo porzione inferiore (1??), detta prima porzione superiore di palo (1) presentando una sezione trasversale dal profilo circolare o ellittico, detto palo (1) a guisa di lancia essendo realizzato in un materiale metallico e/o polimerico e /o composito, detto palo(1) presentando nella sua seconda porzione inferiore (1??) di palo (1) una punta (2) rappresentata da una porzione triangolare comprendente almeno due strutture triangolari (3) disposte ortogonalmente tra loro, ed una porzione a guisa di stelo (2?) detto palo (1) presentando un diametro compreso tra compreso tra 35 mm e 50 mm e spessore compreso tra 1,5 mm e 4 mm, una lunghezza compresa tra 1800 mm e 2800 mm.
11. Palo (1) a guisa di lancia secondo la precedente rivendicazione avente un diametro compreso tra 42 mm e 42,4 mm e uno spessore compreso tra 2,5 mm e 3 mm ed una lunghezza di 2000 mm o di 2500 mm, detto palo (1) essendo altres? tale che la detta punta (2) presenti una lunghezza complessiva di 289,23 mm in cui ? individuabile una porzione triangolare (2??), comprendente le dette due strutture triangolari (3), ricoprente una lunghezza di 174,24 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo (2?), quest?ultima configurandosi spazialmente al centro della base (2???) di ciascuna delle strutture triangolari (3) e distando dalle estremit? di detta base di 32,5 mm per ogni estremit?.
12. Palo (1) a guisa di lancia secondo la rivendicazione 10 avente un diametro compreso tra 42 mm e 42,4 mm e uno spessore compreso tra 2,5 mm e 3 mm ed una lunghezza di 2000 mm o di 2500 mm, detto palo (1) essendo altres? tale che la detta punta (2) presenti una lunghezza complessiva di 289,23 mm in cui la porzione triangolare (2??), comprendente le due strutture triangolari (3), ricopre una lunghezza di 250 mm, mentre la restante lunghezza ? ricoperta dalla porzione a guisa di stelo (2?), quest?ultima configurandosi spazialmente al centro della base (2???) di ciascuna delle strutture triangolari (3) e distando dalle dette estremit? di detta base (2???) di 47 mm per ogni estremit?.
13. Uso del sistema di palificazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-9 in coltivazioni Super intensive di cultivar di olive.
14. Uso secondo la precedente rivendicazione in coltivazioni Super intensive di cultivar di Arbequina.
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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DE40473C (de) * 1880-10-27 1887-08-16 F. BOERNER in Köln, Friedensstr. 33 Neuerung an Rebstockpfahlen. (II
FR2718327A1 (fr) * 1994-04-06 1995-10-13 Aquitaine Tonnellerie Piquet d'espalier.
WO2018042289A1 (en) * 2016-08-31 2018-03-08 Mollificio Bortolussi S.R.L. "supporting pole for vineyards"

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