IT202100004638U1 - Allineatore Dentale Biologico - Google Patents

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Description

NUOVO DISPOSITIVO MEDICO ORTODONTICO
Presupposti teorici
La pianificazione di un trattamento ortodontico presenta diversi elementi di difficolt? e richiede perci? la piena consapevolezza dei possibili eventi indesiderati che ci si potrebbe trovare di fronte, compresi quelli meno comuni (o meno noti). Ci? risulta ancora pi? corretto in virt? del fatto che l?ortodontista si interfaccia massimamente con pazienti in crescita o, quantomeno, giovani.
Il riassorbimento radicolare esterno apicale costituisce una delle complicanze a carico del dente sottoposto a movimento ortodontico e, secondo quanto asseriscono alcuni Autori, sarebbe anche tra le pi? sottodiagnosticate. Evidenze istologiche suggeriscono che sia interessato addirittura il 90% degli elementi dentari che abbiano subito trazione ortodontica. Sin dalla classificazione di Andreasen (1985), questa particolare forma di riassorbimento ? classificata come perdita di cemento: attualmente si ritiene che il processo si autoalimenti nel momento in cui le capacit? riparative dei tessuti non siano in grado di compensare lo stesso riassorbimento esterno. Si osserva dunque un rapporto con Il fattore biomeccanico del trattamento ortodontico, il quale rappresenta di per s? uno degli aspetti di maggiore delicatezza in previsione del trattamento.
Sondando la letteratura, si evince quali possano essere le difficolt? dal punto di vista della diagnosi, che in questi casi ? sostanzialmente radiografica. Il fatto che le percentuali di evidenza radiografica, appunto, si attestino in un intervallo compreso fra 48 e 66% fa presumere, come anticipato, che la condizione sia quantomeno sottodiagnostica. Le radiografie endorali-periapicali in questo senso sono da preferire all?ortopantomografia, la quale sembra eccedere la sembianza clinica, in senso positivo o negativo.
Inoltre ? bene ricordare che, stando alle attuali evidenze, un riassorbimento di grado lieve o moderato, pur rappresentando senza dubbio una complicanza, non fornisce delle conseguenze significative a livello clinico. Si definisce invece riassorbimento radicolare esterno di grado severo e, pertanto, degni di grande attenzione clinica, i casi in cui si perda una quota quantificabile in pi? di 4 mm. Si ritiene che tale condizione interessi il 1-5% degli elementi del settore anteriore sottoposti a intervento ortodontico. Sembra invece che non si rilevino differenze significative legate allo stato di vitalit? dell?elemento dentale. Un ulteriore fattore, omesso in precedenza, di cui tenere conto necessariamente ? la storia clinica: il riassorbimento apicale non ? legato solamente al carico ortodontico, ma pu? essere causato da eventi traumatici (singoli o reiterati) di diverso tipo.
In conclusione, si pu? affermare come la Letteratura suggerisca ai clinici di orientarsi verso un sistema di valutazione univoco. Nell?attesa che questa esigenza venga pienamente soddisfatta, il professionista ? ancora una volta chiamato alla cautela in ambito diagnostico e all?attento monitoraggio nel corso di tutta la terapia ortodontica.
Proprio le conclusioni di questo articolo ben evidenziano la necessita di un trattamento ortodontico quanto pi? possibile rispettoso dello stato di salute del paziente.
Stato dell?arte
Il trattamento ortodontico prevede di spostare uno o pi? elementi dentari da una posizione patologica iniziale A ad una finale fisiologica B.
Attualmente sono disponibili diverse soluzioni terapeutiche tutte utilizzanti una singola mascherina per ogni movimento dentale intermedio che porti dalla posizione A ad una posizione B.
Tali mascherine , inoltre, prevedono che il medico modifichi la conformazione della superficie dentale apponendo spessori in composito o altro materiale direttamente sulla superficie dentale usando sistemi adesivi invasivi e potenzialmente iatrogeni per esercitare una forza che determini una rotazione intorno all?asse lungo dell?elemento dentario
Tali mascherine applicano all?elemento dentario una forza determinata unicamente dallo spessore e dagli spessori inseriti sull?elemento dentario dal medico.
l punti critici di queste soluzioni si possono riassumere in:
a)elevato numero di passaggi dalla produzione all?applicazione del dispositivo medico
b)applicazioni di ausili (attachments ) direttamente sul dente con sistemi adesivi in grado di provocare discromie e aumento di placca.
c)applicazione dei dispositivi ausiliari da parte di un operatore con riproducibilit? affidata esclusivamente alle capacita operative dello stesso .
d)in caso di distacco di questi elementi ausiliari impossibilita di riapplicazione nello stesso punto di applicazione primario
Descrizione del brevetto
A differenza di quanto allo stato dell?arte,che prevede l?intervento dell?odontoiatra per applicare,con collanti specifici,accessori direttamente sulla superficie dentale in grado di determinare lo spostamento dell?elemento dentario nelle tre dimensioni dello spazio (con relativo effetto iatrogeno e alterazione dell? anatomia dentale, nonch? errato posizionamento dell? accessorio),la invenzione prevede che detti accessori siano inclusi nella struttura della mascherina, senza che ci sia pi? la necessita di alcun intervento del medico. La posizione di detti accessori incorporati ? determinata da apposito software . Detti accessori vengono poi termostampati nello spessore della mascherina dopo valutazione dei modelli in gesso e simulazione dello spostamento desiderato degli elementi dentari.
Il sistema elaborato dal ns centro ricerche prevede invece l?utilizzo di due mascherine (FIG. 5A, 6A, 7A) per ogni singolo movimento dentale con spessori inseriti nella struttura stessa della mascherina (FIG. 2A, 2B) ,laddove necessario,che pertanto non necessitano di modifiche della superficie dentale da parte del medico.
Questa innovazione permette:
A)Nessuna alterazione della struttura anatomica dell?elemento dentario ,dovuto al sistema di ancoraggio di spessori eseguiti dal medico
B)Nessuna discromia dell? elemento dentario. Importante side effect di fine terapia C)Perfetta individuazione dei punti ove applicare la forza che diventano indipendenti dalle capacita dell?operatore e quindi oggettive e non pi? soggettive.
Inoltre il sistema che prevede l?utilizzo di due mascherine a spessore e forza progressiva per ogni singolo movimento ortodontico prevede che la prima ad essere utilizzata abbia uno spessore inferiore (soft)(FIG. 5A) permettendo un graduale adattamento del legamento parodontale e della struttura ossea, mentre la seconda (hard)(FIG. 6A) determina lo spostamento vero e proprio
In base all?effetto terapeutico desiderato dette coppie di mascherine applicano un trattamento ortodontico con o senza attachments con un apporto di forze biomeccaniche costanti e crescenti senza creazione di interferenze occlusali ed ? in grado di ridurre o anche di eliminare il rischio di un danno radicolare parodontale-osseo, come sovente avviene per sistemi utilizzanti una singola mascherina per spostamento.
Il sistema elaborato permette la distribuzione delle forze ortodontiche sul intera superficie vestibolare e linguale dell?elemento dentario in modo uniforme e progressivo
Questo ha un impatto notevolmente benefico come i capisaldi della fisica ben evidenziano.
Le mascherine sequenziali, prima della consegna all?operatore sanitario vengono testate sul modello per verificare uniformit? , progressivit? e intensit? della forza applicata.
Inoltre un opportuno software elaborato permette di studiare, prima di ogni step terapeutico, eventuali interferenze occlusali, noto fattore di rischio, permettendo di sviluppare una mascherina (FIG. 2A, 2B, 3A, 4A) che prevenga o corregga questo momento topico della terapia agendo sulla posizione, lo spessore e la qualit? del materiale
Lo stesso software, ricordandoci il principio newtoniano che ogni forza applicata produce una forza di pari intensit? ma di segno opposto, prevede di applicare la forza in alcuni punti terapeutici della superfice dentale (FIG. 2A, 2B) e di distribuire nel contempo le forze contrarie sull?intera superficie radicolare dello elemento dentario riducendo notevolmente il contraccolpo derivante e foriero di effetti avversi anche gravi.
Possiamo affermare che gli attuali sistemi ortodontici sia essi traenti che sospingenti possano considerarsi una leva di terzo genere.
La forza e applicata sulla corona del dente approssimativamente nel suo centro geometrico, la resistenza e rappresentata dalla capsula odonto periodontale nelle sue componenti legamentose e ossee. Il fulcro giace nella zona apicale.
Essendo una leva di terzo genere e? svantaggiosa necessitando di forze consistenti le quali per ottenere un movimento che permetta lo spostamento dell?elemento dentale .possono esporre al rischio riassorbimento osseo e compressione del legamento parodontale con rischi iatrogeni per l elemento dentario e di conseguenza per il paziente. .
La forza eccessiva, e non uniforme, e? alla base del riassorbimento radicolare che rappresenta non solo un effetto collaterale, ma un danno vero e proprio spesso irreversibile.
Se aggiungiamo il tempo ,spesso anni, che necessita per il raggiungimento di un adeguato risultato clinico avremo un danno cronico progressivo, spesso irreversibile
Il nostro sistema prevede di utilizzare una leva di secondo genere, spostando il fulcro nella regione alveolare ed applicando forze costanti, crescenti e di minore intensit? sulla corona dentale atte a generare un movimento traslativo coinvolgente l intera superficie radicolare con evidente riduzione di eventuali effetti collaterali fino alla totale assenza degli stessi.
Agendo inoltre sugli spessori delle mascherine si potr? in terapia in itinere variare le forze applicate gi? analizzate da un software da noi elaborato.
A titolo di esempio vengono di seguito indicati gli step terapeutici del sistema tradizionale e del nuovo sistema da noi sviluppato presso il nostro centro ricerche:
METODO TRADIZIONALE
A)Studio caso clinico e presa d ?impronta
B)Trasferimento presso laboratorio
C)Colatura modello gesso
D)Preparazione kit mascherine con termoformatrice o opportune resine
E)Invio al medico
F)Modifiche superficie dentale eseguite dal medico ortodontista con apposizione di opportuni spessori (attachments), la cui posizione dimensione e forma vengono individuati dall?operatore stesso attraverso l?utilizzo di sistemi d?incollaggio pi? o meno invasivi e comunque in grado di alterare l?anatomia del dente spesso in modo permanente (rischio noxae patogena iatrogena) e che prevedono una notevole variabilit? dall? applicazione all?effetto terapeutico e fra operatore ed operatore
G)Applicazione di dette mascherine al paziente e follow up periodico
METODO INNOVATIVO
A)Studio caso clinico e presa d?impronta
B)Trasferimento presso laboratorio
C)Colatura modello in gesso e scansione 3D (FIG. 1A)
D)Preparazione kit mascherine nella cui struttura siano gi? inseriti, se necessari, i punti di pressione (FIG. 2A, 2B) determinati da apposito software in grado di individualizzare il caso. Per ogni movimento dentale sono previste due mascherine di cui una (soft)(FIG. 5A) di spessore e forza applicata inferiore alla seconda (hard)(FIG. 6A). Il tutto realizzato da macchina termoformatrice (FIG.
3B) o attraverso l impiego di resine .
E)Invio al medico
F)Applicazione di dette mascherine al paziente e follow up periodico
A sostegno della nostra ipotesi e stato condotto uno studio coinvolgente sei pazienti di eta compresa fra i 20 e i 46 anni.
Lo studio prevedeva l utilizzo del ns sistema in pazienti con grado medio-grave di affollamento degli incisivi inferiori e/o superiori con indice di Bolton compromesso.
Le dimensioni dei singoli elementi dentarie le proporzioni presenti tra le arcate sono tra i pi? importanti dati da considerare nella diagnostica e nella pianificazione clinica in ortodonzia. Alcune forme di malocclusioni possono infatti presentare fra le variabili predisponenti delle anomalie riguardanti la grandezza dei denti. L?analisi di Bolton, introdotta nel 1958, ? utile nel valutare tale aspetto nella ricerca di eventuali sproporzioni fra le arcate. Essa sta acquistando un?utilit? pratica simile a quella della cosiddetta ?proporzione aurea? in protesi e odontoiatra cosmetica.
L?analisi determina il rapporto fra larghezza dell?arcata superiore e larghezza dell?arcata inferiore. Viene effettuata indirettamente ? ? infatti un?analisi dei modelli
? sul paziente in dentizione permanente, di cui considera gli elementi fino al primo molare. Nella fattispecie, ? prevista la misurazione dei diametri mesio-distali, a livello dei punti di contatto, di tutti gli elementi dagli incisivi centrali fino al primo molare. Secondi e terzi molari vengono pertanto esclusi dalla misurazione. A questo punto vengono calcolati due punteggi, ciascuno dei quali ? la somma di tutti i valori di una delle due arcate. Il rapporto fra la somma delle misurazioni dell?arcata inferiore e quella dell?arcata superiore (moltiplicato per 100) costituisce l?overall ratio, il cui valore dovrebbe essere di 91.3 con una tolleranza di /- 0.26. Un valore inferiore ? indicativo di sviluppo eccessivo dell?arcata mascellare rispetto a quella mandibolare. A tale condizioni possono essere riconducibili incremento di overbite e overjet, affollamento superiore, retroinclinazione degli incisivi superiori e/o proinclinazione degli incisivi inferiori (viceversa nel casoopposto).
Tuttavia, in ragione del peso di determinati dati, quali overbite e overjet, e della relazione fra i canini, un secondo calcolo pu? essere importante per leggere al meglio i risultati. La medesima proporzione viene infatti effettuata considerandosolo i 6 elementi anteriori (da canino a canino). Si parler? appunto di

Claims (1)

  1. anterior ratio: nella fattispecie il valore ideale risulta essere quello del 77.2%. Anche in questo caso, un valore inferiore ? indicativo di un diametro mascellare eccessivo e, viceversa, uno superiore pu? essere indicativo di un relativo eccesso del gruppo frontale inferiore o essere susseguente a iposviluppo di elementi superiori (ad esempio incisivi lateraliconoidi).
    Nei casi di normocclusione e di normoposizione del gruppo incisale, valori di sproporzione rispetto all?analisi di Bolton possono predisporre a rotazioni, affollamento o, al contrario, formazione di diastemi. Nella definizione della terapia bisogner? tenere conto che interventi quali stripping interprossimale, estrazioni dentarie e procedure di espansione scheletrica andranno ad alterare le proporzioni stesse.
    Metodo sperimentazione: ogni paziente viene sottoposto ad indagine radiografica periapicale all?inizio terapia dopo sei mesi, dopo dodici mesi e a diciotto mesi al fine di verificare la presenza di riassorbimento radicolare.
    Risultati: Nessuno dei pazienti ha manifestato all? indagine radiologica di riferimento segni di sofferenza della capsula periodontale. In particolare in nessun caso esaminato si sono evidenziati segni di riassorbimento radicolare.
    Appare evidente il vantaggio in termini di sicurezza del sistema a doppia mascherina sequenziale con spessore variabile, incorporanti nella stessa mascherina eventuali spessori .
    Claims:
    ? Uso mascherine termoplastiche o chimico plastiche a spessore costante o differenziato incorporanti, nel loro spessore o superficie a contatto con l?elemento dentario, accessori atti a determinare movimenti elementi dentari nelle tre dimensioni spaziali
    ? Uso di dette apparecchiature da sole o con l?utilizzo di ulteriori
    ausili oltre a quelli terapeutici incorporati nella sua struttura, ad esempio attachment , divot.
    ? Uso di due o e piu? mascherine sequenziali di differente spessore per singolo movimento dentale di uno o pi? elementi dell? arcata superiore e/o inferiore,contenenti o meno nella propria struttura accessori atti a determinare movimenti elementi dentari nelle tre dimensioni spaziali ? Dette mascherine hanno uno spessore compreso fra 0,03 e 5mm ,preferibilmente 0,5 mm,sia con detto spessore variabile lungo tutta la superficie dentale a contatto con la mascherina e che uniforme alla stessa
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