IT202100000521U1 - Metodo per il rilievo delle prestazioni fotometriche di un impianto di illuminazione stradale, autostradale, in galleria e di grandi aree ed apparecchiatura che attua tale metodo - Google Patents

Metodo per il rilievo delle prestazioni fotometriche di un impianto di illuminazione stradale, autostradale, in galleria e di grandi aree ed apparecchiatura che attua tale metodo Download PDF

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IT202100000521U1
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Giuseppe Rossi
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Description

DESCRIZIONE
Ambito dell'invenzione
La presente invenzione riguarda un metodo per la misurazione periodica delle prestazioni di impianti di illuminazione progettati per lilluminazione stradale, autostradale, in galleria e su grandi aree.
Il metodo non richiede l'intervento sul campo di operatori e non interferisce con le attivit? di qualsiasi tipo presenti sul luogo di installazione dell'impianto di illuminazione.
Inoltre, l?invenzione riguarda una apparecchiatura che attua tale metodo e che viene installata nel sito oggetto della misurazione.
Descrizione della tecnica nota
Come ? noto gli impianti di illuminazione per strade, autostrade, gallerie e grandi aree (nel seguito per semplicit? si identificher? la destinazione d'uso dell'impianto di illuminazione con il termine generico di Infrastruttura ) vengono realizzati per garantire, con i livelli di illuminazione e di uniformit? dell'illuminazione prescritti dalla normativa, adeguate condizioni di visione per svolgere il compito visivo.
Nel caso di Infrastrutture quali strade, autostrade e gallerie stradali il compito visivo considera, tra l?altro, il mutuo avvistamento dei veicoli, l?avvistamento di eventuali oggetti presenti sulla carreggiata o nelle zone limitrofe, adeguato confort visivo e la corretta percezione della configurazione degli elementi che compongono la zona di transito o di manovra dell'Infrastruttura, nelle diverse condizioni che possono verificarsi durante l'esercizio diurno e notturno dell?Infrastruttura. Il corretto svolgimento del compito visivo garantisce, come richiamato dalle norme, anche condizioni di sicurezza adeguate, per la parte che dipende dal'illuminazione.
Nel caso di Infrastrutture quali grandi aree adibite ad attivit? lavorative o con presenza di traffico come parcheggi, zone di sosta, caselli autostradali, depositi esterni, il compito visivo considera anche la presenza di lavoratori e la tipologia dell'attivit? svolta.
Nel caso di Infrastrutture quali grandi aree adibite ad attivit? sportiva, il compito visivo considera sia le esigenze dei giocatori sia quella del pubblico. Inoltre, rivestono particolare importanza le peculiari necessit? per le riprese televisive.
Gli impianti di illuminazione dell'infrastruttura sono regolati da Norme e Leggi che dettano opportune linee guida e requisiti al fine di assicurare livelli di illuminazione che devono essere garantiti durante l'intero il ciclo di vita dell'impianto di illuminazione.
Quanto sopradetto obbliga chi ha la responsabilit? della gestione e/o della manutenzione dell'impianto di illuminazione dell'Infrastruttura (indicato nel seguito con il termine di Gestore dell'Infrastruttura, inteso in senso lato e generico, come per esempio Proprietario dell'impianto, Ente pubblico, Municipalizzata, Societ? sportiva, Fornitore di global Service, ecc.), a effettuare verifiche periodiche per attestare che le prestazioni fotometriche dell'impianto di illuminazione, stabilite in fase di progettazione, siano garantite nel tempo e siano entro i limiti della normativa cogente o volontaria selezionata in fase progettuale. Queste verifiche sono importanti per le strade, autostrade e per le grandi aree ma diventano fondamentali per le gallerie stradali e autostradali e per i sottopassi vista la particolarit? e pericolosit? dell'ambiente stesso, che, essendo totalmente coperto o confinato, richiede specifiche strutture e sistemi tecnici, non solo di tipo illuminotecnico, per ridurre il rischio di incidente e, in caso dell'evento, mitigarne gli effetti.
Attualmente, il monitoraggio prestazionale degli impianti di illuminazione delle Infrastrutture viene tradizionalmente suddiviso in due fasi distinte, che possono essere attivate sia separatamente sia sequenzialmente:
1) individuazione degli apparecchi spenti o guasti o con prestazioni non adeguate, e
2) rilievi strumentali per determinare la prestazione illuminotecnica dell'impianto rispetto ai requisiti normativi o progettuali.
Pi? in dettaglio, nella prima fase il Gestore o un suo incaricato manda sul campo uno o pi? addetti a controllare visivamente se tutti gli apparecchi di illuminazione funzionano, entro i limiti decisionali di una ispezione visiva.
Nella seconda fase il Gestore esegue o incarica laboratori attrezzati per effettuare dei rilievi fotometrici e illuminotecnici, con appropriati strumenti, atti a verificare livelli e condizioni di illuminazione
I rilievi possono essere effettuati sia con metodi statici, ossia gli strumenti di misura sono spostati manualmente nel punto di misura, sia con metodi dinamici, ossia con laboratori o sensori mobili, che percorrendo l' Infrastruttura, misurano con continuit? le grandezze di interesse, in entrambi i casi pu? essere definita una griglia di punti di misura, come nel caso dei calcoli illuminotecnici, o definiti condizioni peculiari, come evidenziato dalla normativa. A titolo esemplificativo consideriamo il caso stradale o della galleria. Nel primo caso il Gestore o il suo incaricato deve allestire un opportuno cantiere per mettere in sicurezza gli operatori che effettueranno il rilievo. Questo cantiere sovente implica la chiusura del tratto di strada o dell'area interessata per tutta la durata dei rilievi illuminotecnici.
Nel secondo caso, gli strumenti di misura sono installati su apposito veicolo o mezzo mobile (rilievo dinamico) che transitando a idonea velocit?, rileva i parametri illuminotecnici su una moltitudine di zone dell' Infrastruttura. In ogni caso il rilievo consiste anche nell'acquisizione, con strumentazione identificata nelle norme con l'acronimo ILMD (Image Luminance Measurement Device] di una serie di immagini (per esemplificare di tipo fotografico] da analizzare successivamente in altro ambiente.
Entrambi i metodi di rilievo delle grandezze fotometriche richiedono la presenza sull'Infrastruttura in verifica di uno o pi? operatori esponendo gli stessi a tutti i rischi e pericoli tipici di un operatore che lavora in un ambiente adibito ad altre attivit?. Per esempio, se il rilievo avviene su strada il traffico pu? essere aperto, rallentato, limitato o chiuso, condizione obbligatoria nel caso di rilievo statico. Pertanto, al rischio degli operatori del rilievo, si aggiunge anche il disagio e il conseguente rischio di possibili code per gli utenti della strada a scapito anche di una maggiore emissione di CO2 e possibili incidenti.
Sia il metodo statico sia quello dinamico di rilievo delle grandezze fotometriche presentano la criticit? della scarsa ripetibilit? della misura, in quanto la misura dipende sia dall'abilit? dell'operatore che in quel momento la sta effettuando sia dalle condizioni metereologiche e di funzionamento dell'impianto, nell'istante di monitoraggio. Questo crea problematiche nella corretta interpretazione e valutazione dei risultati, come quando la misura viene utilizzata per confronto con la misura precedente per valutare se l'intervento di manutenzione correttiva effettuato tra una misura e l?altra ha avuto gli esiti attesi o se il degrado registrato rientra nei limiti previsti dal programma di manutenzione.
Gli inconvenienti e le limitazioni summenzionate portano molte volte il Gestore a ridurre al minimo gli interventi di rilievo delle prestazioni fotometriche per minimizzare a sua volta i disagi agli utenti, quali code nel caso stradale, e il pericolo operativo per gli addetti ai lavori, perdendo il grosso vantaggio che un numero maggiore di rilievi effettuati su ciascun impianto di illuminazione porterebbe al miglioramento e a rendere sempre pi? mirato e aderente alla realt? il relativo piano di manutenzione, con la conseguenza ultima, non solo di adempiere a requisiti normativi cogenti, ma di aumentare e garantire la sicurezza e il confort visivo per gli utenti.
Sintesi dell'ivenzione
?, scopo della presente invenzione fornire un metodo di rilievo delle grandezze fotometriche dell'impianto di illuminazione della Infrastruttura, nel rispetto della normativa, e che superi tutti i sopradetti inconvenienti delle procedure attualmente impiegate, con lo scopo di automatizzare e velocizzare i rilievi illuminotecnici in campo.
E anche scopo della presente invenzione fornire un metodo automatico ed oggettivo per la misurazione delle grandezze fotometriche degli impianti di illuminazione delle Infrastrutture per permettere al Gestore di tenere sotto controllo i parametri di rispetto, indicati dalle leggi applicabili, dalle norme o dal progetto, al momento della misura stessa, con periodicit? compatibili con le esigenze di manutenzione e in grado di minimizzarne i costi.
? un altro scopo della presente invenzione fornire un metodo per individuare variazioni della radiazione emessa da apparecchi di illuminazione opportunamente selezionati. Queste variazioni potrebbero causare l'incremento delle condizioni di abbagliamento dellimpianto di illuminazione. In presenza di situazioni iniziali critiche, ossia con valori di abbagliamento vicini al limite superiore ammesso, i risultati possono suggerire la necessit? di indagini pi? approfondite o di variazione della periodicit? della manutenzione.
? un altro scopo della presente invenzione fornire un metodo di rilievo dei parametri prestazionali degli impianti di illuminazione delle Infrastrutture che permetta, durante la fase di rilievo dei parametri illuminotecnici, di essere completamente svincolato dalla necessit? di operatori sul campo, in modo da evitare intralci alla viabilit? e la necessit? di prendere peculiari azioni per garantire le necessarie condizioni di sicurezza nell'Infrastruttura interessata dai rilievi illuminotecnici.
? un altro scopo della presente invenzione fornire ripetibilit? e confrontabilit? delle misure in quanto la zona di rilievo delle grandezze e l'altezza dei puntamenti degli strumenti non ? dipendente n? da fattori umani n? da eventuali mezzi di trasporto utilizzati come base di sostegno degli strumenti di rilievo.
? un altro scopo della presente invenzione fornire al Gestore dell' Infrastruttura la tracciabilit? della misura e rapporti dettagliati sull'efficacia e aderenza ai requisiti normativi dell'impianto di illuminazione dell?Infrastruttura. Questo scopo pu? anche essere raggiunto attraverso una elaborazione computerizzata delle acquisizioni ottenute durante la fase di rilievo dei dati, per poter individuare con precisione eventuali interventi di manutenzione correttiva e verificarne l'adeguatezza prima della loro approvazione finale.
? un altro scopo della presente invenzione metter a disposizione del Gestore un sistema di misurazione che permetta di effettuare i rilievi dei parametri illuminotecnici di impianto in qualsiasi momento dell?anno essendo la misura stessa svincolata dalla necessit? di avere operatori sul campo, e nel caso di traffico, da limitazioni cogenti sulla riduzione della viabilit?.
? un altro scopo della presente invenzione metter a disposizione del Gestore una metodologia di analisi che permetta di verificare l'influenza delle condizioni climatiche e atmosferiche sulle prestazioni illuminotecniche e fotometriche dell'impianto dell'Infrastruttura, anche al fine di individuare condizioni critiche e la loro significanza statistica.
? un altro scopo della presente invenzione mettere a disposizione del Gestore un sistema di misurazione che durante la fase di rilievo dei parametri illuminotecnici non abbia nessun impatto e conseguenza sulla circolazione, attivit? lavorativa o sportiva all'interno dell'Infrastruttura.
? un altro scopo della presente invenzione metter a disposizione del Gestore un sistema di misura in grado di fornire informazioni per un eventuale controllo delle condizioni operative dellimpianto stesso o di rilevare condizioni di malfunzionamento, che richiedono interventi al di fuori di quelli previsti dal piano di manutenzione o per verificare la veridicit? di anomalie segnalate dagli utenti.
Questi ed altri scopi in qualsiasi modo assimilabili a quelli sopra elencati e descritti sono raggiunti da un metodo e dalla strumentazione per la misurazione delle grandezze fotometriche e dei parametri illuminotecnici degli impianti di illuminazione delle Infrastrutture , secondo l?invenzione, comprendente, con riferimento alla figura 7, le fasi di:
Data l'Infrastruttura (210), l'individuazione di una superficie (230) su una zona (200), significativa ai fini illuminotecnici, inquadrata dal dispositivo (250) descritto nel seguito. Questa superficie ? detta superficie di monitoraggio (230). In impianti particolarmente complessi o su richiesta del Gestore possono essere individuate pi? superfici di monitoraggio (230).
- Individuazione, se sono previste indagini sulle variazioni dei livelli di abbagliamento, di un insieme di apparecchi di illuminazione sui quali monitorare le variazioni della luminanza della loro superficie luminosa e della proiezione della superfice luminosa nella direzione di osservazione. Questo insieme viene detto insieme di apparecchi di illuminazione di test (240).
- Disposizione di uno strumento apposito, detto strumento per il monitoraggio (250), per l'acquisizione di immagini della superficie di monitoraggio (23 0) e, se necessario, degli apparecchi di illuminazione appartenenti all?insieme di apparecchi di illuminazione di test (240).
- Individuazione di un supporto fisso (260) e stabile nell'Infrastruttura (210) nel quale possa essere installato strumento per il monitoraggio (250) mediante opportuna staffa e dal quale possa essere inquadrata (200) la o le superfici di monitoraggio (230) e, se necessario o previsto, l?insieme di apparecchi di illuminazione di test (240).
- Presenza di un dispositivo (270), che pu? essere interno o esterno allo strumento per il monitoraggio (250), per la trasmissione a distanza delle immagini acquisite dallo strumento per il monitoraggio (250). Se richiesto dalle scelte operative il dispositivo deve essere anche in grado di ricevere comandi di controllo e verifica per lo strumento per il monitoraggio (250). Il dispositivo ? denominato dispositivo di comunicazione (270).
- Individuazione di una scelta operativa (600) dello strumento per il monitoraggio (250), tra, per esempio, acquisizione autonoma, a tempo, acquisizione su richiesta remota, acquisizione all'attivarsi di determinati eventi. Il tipo di scelta operativa (600) influenza le caratteristiche tecniche sia dello strumento per il monitoraggio (250) sia del dispositivo di comunicazione (270). Inoltre, la scelta operativa (600) influenza la flessibilit? operativa che si vuol dare all'invenzione per adeguarla alle richieste normative o del Gestore . La scelta operativa (600) condiziona anche la presenza di un sistema di memorizzazione in loco delle acquisizioni (280). Quando necessario il sistema di memorizzazione in loco delle acquisizioni (280) pu? essere interno allo strumento per il monitoraggio (250) o interno al dispositivo di comunicazione (270). Per questa ragione in figura 7 ? indicato in modo indipendente.
- Disposizione di una metodologia per la correlazione dei dati (500) estratti dalle immagini acquisite dallo strumento per il monitoraggio (250) con misurazioni eseguite sul campo, con strumentazione tarata e nelle condizioni normative. La maggior differenza tra le immagini acquisite dallo strumento per il monitoraggio (2 50) con le condizioni di verifica previste dalle norme consiste nel punto di osservazione delle superfici dell'Infrastruttura. A titolo di esempio, la norma UNI EN 13201-4 considera un tratto di strada a 60 m dall?osservatore posto al centro di ogni corsia e a un?altezza dal manto stradale pari a 1,5 m. Il tratto di strada selezionato viene visto dall'osservatore con un angolo compreso tra 0.5? e 1,5?. Per la presenza del traffico, la posizione dello strumento per il monitoraggio (250) non pu? essere quella prevista dalla norma, ma in fase di installazione dello strumento per il monitoraggio (2 50) possono essere correlati i dati acquisiti da quest?ultimo con le misure eseguite in condizioni normative, seguendo le linee guida suggerite dalla norma UNI EN 13201-4:2016 per gli impianti di illuminazione adattivi. Questa correlazione rimane corretta fino a quando non vi sono variazioni significative sulla struttura geometrica dell'impianto di illuminazione o sulle caratteristiche di ripartizione dell'intensit? luminosa degli apparecchi di illuminazione che contribuiscono allilluminazione della superficie di monitoraggio (230],
- Disposizione di un canale di comunicazione (290), bidirezionale o monodirezionale a seconda delle scelte operative dello strumento per il monitoraggio (250). Il canale di comunicazione (290) collega il dispositivo di comunicazione (270) con la postazione remota (400) ove avviene la gestione delle immagini acquisite.
- Disposizione di una postazione remota (400), collegata con il dispositivo di comunicazione (270) per il tramite del canale di comunicazione (290) e di apposita interfaccia (300). Nella postazione remota (400) avviene la gestione delle immagini acquisite e, se necessario la loro memorizzazione e quella dei risultati (340).
- Disposizione di una procedura di elaborazione (310) e valutazione delle immagini acquisite con il fine di ricavare parametri di qualit? dell'impianto di illuminazione dell'Infrastruttura e di confronto con i parametri normativi o progettuali significativi. - Disposizione di una metodologia per la valutazione dell'abbagliamento (320), per individuare, dalle immagini acquisite, i singoli apparecchi di illuminazione appartenenti all'insieme di apparecchi di illuminazione di test (240) ed estrarre i dati utili per determinare se, rispetto alla misurazione iniziale, vi sono variazioni significative.
- Disposizione di una metodologia per la rendicontazione dei risultati (330). Questa metodologia pu? consistere nella generazione di tabelle, grafici, rapporti utili per i successivi passi di analisi da parte del Gestore con eventuale successiva archiviazione per la creazione di data base storico (340) per confronto dell?evoluzione nel tempo dellinfrastruttura.
Descrizione dettagliata delle fasi
Con riferimento alla figura 7 :
- Superfiie di monitoraggio (230). Affinch? i risultati dell'invenzione siano congruenti con le aspettative e con gli scopi che ne giustificano l'adozione, la scelta della superficie di monitoraggio (230) o di pi? supe rfi ci di monitoraggio deve necessariamente soddisfare i criteri dettati sia dai principi alla base delle scelte tecniche delle norme pertinenti sia conoscenze sul comportamento fisico in riflessione della luce delle superfici illuminate. ? pertanto possibile individuare esclusivamente linee guida di tipo generico, mentre la scelta effettiva deve essere valutata caso per caso considerando l?esperienza scaturita da precedenti installazioni, le caratteristiche metrologiche dello strumento per il monitoraggio (250), il livello di conoscenza dei criteri progettuali alla base dell'impianto di illuminazione, i risultati di campionamenti eseguiti sul campo, i vincoli strutturali del'Infrastruttura, il numero di strumenti per il monitoraggio (250) che si desidera installare. Lo Strumento per il monitoraggio (250) si configura, dal punto di vista metrologico come un ILMD (Image Luminance Measuring Device) e misura la luminanza o un segnale proporzionale alla luminanza della superficie inquadrata. Pertanto, se il requisito normativo ? la luminanza della superficie illuminata, importano gli angoli di osservazione rispetto a quelli normativi e la variazione delle caratteristiche in riflessione della superficie con questi angoli. Se il requisito normativo ? lilluminamento orizzontale sulla superficie illuminata, al fine di ottimizzare l'accuratezza del monitoraggio, l'angolo di osservazione deve preferibilmente avere un valore per il quale il comportamento in riflessione della superficie illuminata approssima quello lambertiano o per il quale la componente speculare diventa meno significativa. Se il requisito normativo ? l'illuminamento verticale, la superficie considerata dalle norme ? fittizia e quindi non esiste nellInfrastruttura e il metodo non pu?, in linea di principio, essere applicato. Se per? esistono nel campo inquadrato delle superfici verticali illuminate dall?impianto ? possibile selezionare, tra queste superfici, la superficie di monitoraggio (23 0) e applicare una specifica parte dell?algoritmo di metodologia per la correlazione dei dati (500). Se il progetto illuminotecnico prevede fin dall'inizio l'utilizzo della presente invenzione, la o le superfici di monitoraggio (230) possono essere individuate in fase progettuale e i valori di luminanza che dovrebbero essere misurati forniti come ulteriore risultato progettual e,
- Insieme di apparecchi di illuminazione di test (240). Questa scelta riguarda l'individuazione e la stima di situazioni che potrebbero originare condizioni di abbagliamento tali da pregiudicare il soddisfacimento dei requisiti normativi. In linea di principio l?abbagliamento ? dovuto alla luminanza degli apparecchi di illuminazione visibili dall'osservatore nella direzione di osservazione. Le norme specificano, direttamente o indirettamente, il numero degli apparecchi di illuminazione che devono essere considerati, la posizione o le posizioni dell?osservatore e la direzione di osservazione. Inoltre, prevedono parametri specifici, per esempio in ambito stradale il fattore f?1 (incremento di soglia), ma sempre derivabili dalla luminanza e dalla superficie luminosa, nella direzione di osservazione, degli apparecchi di illuminazione selezionati. Nel caso di un impianto di illuminazione che inizialmente soddisfa i requisiti normativi sull'abbagliamento, condizioni critiche possono sorgere da svariate situazioni quali il deterioramento di uno o pi? apparecchi di illuminazione o la loro rotazione, rispetto alla condizione di installazione iniziale, dovuta, per esempio, a maldestre operazioni di manutenzione o a eventi atmosferici particolarmente severi. Un altro esempio di operazione che potrebbe risultare critica ? quella di sostituzione della sorgente luminosa, sia esso il passaggio da un costruttore all?altro, da sorgente tradizionale a sorgente LED o la sostituzione del modulo LED. Il metodo considera la misurazione della luminanza e della proiezione della superficie dell?area luminosa rispetto alla direzione di osservazione degli apparecchi di illuminazione selezionati. Variazione dell'area e della luminanza misurate sono indicatori di possibili problemi sul valore di abbagliamento e se questo, gi? da progetto, ? prossimo ai limiti normativi suggeriscono ulteriori indagini o interventi.
- Strumento per il monitoraggio (2 50). Lo strumento deve misurare la luminanza delle superfici di monitoraggio (2 30) ed, eventualmente, degli apparecchi di illuminazione appartenenti al l'insieme di apparecchi di illuminazione di test (240). Con riferimento alla figura 6 (per i valori compresi tra 251 e 259), tecnologicamente ? realizzato con un sensore CCD o CMOS a matrice (254) al quale ? aggiunto un sistema ottico (obbiettivo) (253). Il sistema ottico (253) (obbiettivo) crea l'immagine della scena inquadrata dell'Infrastruttura (210) sulla matrice del sensore (254). ? noto dalla teoria della fotometria che, per un sistema ottico (253) che crea una immagine del campo inquadrato, lilluminamento sul piano immagine (corrispondente al piano del sensore) ? proporzionale alla luminanza delle superfici inquadrate. L'illuminamento sul piano del sensore ? la grandezza alla quale sono sensibili i fotositi del sensore, pertanto il valore della luminanza delle superfici di monitoraggio (230) pu? essere ricavato moltiplicando la lettura dei fotositi corrispondenti per un coefficiente moltiplicato che dipende dalle caratteristiche ottiche dell?obbiettivo (2 53), dalla trasmittanza del filtro (252) (vedi oltre), dalla trasmittanza del vetro protettivo (252) (vedi oltre) dal tempo di esposizione e dal diaframma dell'obbiettivo (253). Il sensore (254) pu? registrare immagini monocromatiche o a colori. La risoluzione del sensore (254) (numero di fototipi della matrice) pu? variare in base alle dimensioni angolari del campo inquadrato e delle superfici di monitoraggio. La scelta influenzer? la procedura di elaborazione (310). Al sensore (254) viene aggiunta l?elettronica (256) per la lettura dei singoli fotositi della matrice. L?insieme del filtro (252), del sistema ottico (253) e del sensore (254) costituisce lo strumento di misura che le norme individuano con il termine di ILMD. Il sistema ottico (253) pu? essere montato nel modo tradizionale, ossia con l'asse ottico perpendicolare con la superficie del sensore (254), o seguendo la condizione di Scheimpflug al fine di massimizzare la profondit? di campo. Al sistema ottico pu? essere aggiunto un filtro (25 2) atto a migliorare la sensibilit? spettrale del sistema per ottimizzare l'accuratezza delle misure al variare degli spettri di emissione delle sorgenti. Il sistema viene protetto da una custodia a tenuta stagna con finestra, eventualmente chiusa con materiale trasparente (252) (preferibilmente in vetro) al fine di permetterne l'installazione sia in ambienti interni sia esterni. L?obbiettivo (2 53) pu? essere di diversa lunghezza focale al fine di ridurre o aumentare il campo inquadrato, in base alle condizioni di installazione dello strumento per il monitoraggio (250). Il tempo di esposizione deve essere variabile per permettere di scegliere il valore opportuno in base ai livelli di luminanza che devono essere misurati. Devono essere evitate situazioni di saturazione per i fotositi che devono essere misurati e/o valori troppo bassi, per evitare una elevata influenza del rumore elettronico del dispositivo. Inoltre, la frequenza dell'energia elettrica di alimentazione dell?impianto pu? imporre limiti al tempo di esposizione (alimentazione in corrente continua, alimentazione a 50 Hz, alimentazione ad alta frequenza, ecc.). Nel caso di acquisizioni che inquadrano anche apparecchi di illuminazione, appartenenti all'insieme di apparecchi di illuminazione di test (240), e se lo strumento per il monitoraggio (250) non ? dedicato esclusivamente a questo scopo, per soddisfare i requisiti sul tempo di esposizione pu? essere necessario prevedere l'introduzione di un filtro grigio (252) per attenuare il segnale misurato a livelli ottimali considerando il rischio di saturazione e di rumore sopra descritto. Il tempo di esposizione pu? essere reso variabile utilizzando un otturatore meccanico o elettronico (251}. Nel caso di un otturatore meccanico (251} questo pu? avere anche la funzione di proteggere i componenti dagli agenti atmosferici. Pertanto, l?otturatore (251) pu? essere montato all'interno dello strumento per ii monitoraggio (250) come in figura 6 o esternamente alla custodia di protezione dello strumento per il monitoraggio (250). Lo strumento per il monitoraggio deve operare per lunghi periodi di tempo e in condizioni climatiche variabili. La sua stabilit? nel tempo ? importante in quanto deve garantire la ripetibilit? delle misure. A tal fine nello strumento per il monitoraggio (250} pu? essere installata una sorgente luminosa (700) con caratteristiche di elevata stabilit? nel tempo e al variare della temperatura. Prima dell'acquisizione dell'immagine del campo inquadrato dell'Infrastruttura o sotto richiesta esterna, la sorgente (257} viene accesa, si attende la sua stabilizzazione e viene acquisita una superficie interna dello Strumento per il monitoraggio (250} illuminata dalla sorgente. Un esempio di tale soluzione tecnica ? descritto tra le forme fisse. Deve essere chiaro che le soluzioni tecniche adottate per lo strumento per il monitoraggio (250) dipendono dal tipo e caratteristiche dell'Infrastruttura (210), infatti si prevedono varianti necessarie a coprire diverse esigenze quali dimensioni e numero delle superfici di monitoraggio [230] e dell'insieme di apparecchi di illuminazione di test (240), livello di incertezza delle misure che si desidera ottenere, ecc. Per esempio, pu? anche essere previsto il montaggio di due o pi? sensori e sistemi ottici nella stessa custodia o di un obbiettivo zoom (253) e/o di un obbiettivo con diaframma regolabile. Le immagini acquisite possono essere memorizzate come tabella numerica, ossia associando, a ogni elemento di una matrice, la lettura del sensore per il corrispondente fotosito, o come immagini in formati normalizzati nell'uso fotografico quali il RAW o il TIFF. Il file con l'immagine acquisita pu? essere memorizzato all'interno dello strumento per il monitoraggio (250), in apposito componente (259), prima della sua spedizione alla postazione remota ( 400 ) o spedito direttamente alla postazione remota (400). In ogni caso devono essere note eventuali correzioni applicate nel memorizzare i valori associati alle letture dei fotositi da parte del firmware che pilota il sensore nel sistema elettronico di controllo (256) dello strumento per il monitoraggio (250). Il sistema elettronico di controllo (256) pu? essere suddiviso in una o pi? parti, ma in ogni caso deve controllare il funzionamento del sensore (254), dell?otturatore (251), dell'eventuale sorgente (25 7) e coordinare le operazioni di memorizzazione delle immagini (259), della loro spedizione sul dispositivo di comunicazione (270] e gestire ia scelta operativa [600] attraverso opportuni algoritmi (258).
Supporto fisso (260), Il supporto dello strumento per il monitoraggio (250) deve essere sufficientemente stabile per evitare movimenti dello strumento per il monitoraggio (250) nel periodo di applicazione del metodo. Piccole variazioni sono permesse e possono esse compensate nella procedura di elaborazione (310), ma devono essere limitate in modo che le superfici di monitoraggio (250) risultino nel campo inquadrato e non vi siano ambiguit? nell'identificazione degli apparecchi di illuminazione appartenenti all'insieme di apparecchi di illuminazione di test (240). Esempi di supporto fisso esistente nell'Infrastruttura sono pali per l?illuminazione, portali, muri, pareti, ecc. Inoltre, lo strumento per il monitoraggio (250) deve essere ancorato al supporto fisso (260) per mezzo di una staffa, braccio, palo o altro sistema meccanico, che deve permettere piccole variazioni di orientamento per ottimizzare la zona inquadrata ai fini del monitoraggio. Secondo il tipo di infrastruttura (210) la regolazione pu? essere pi? o meno precisa e quindi richiedere metodi grossolani (a titolo di esempio morsetti come quelli per le antenne televisive) o pi? accurati con regolazione quasi micrometrica (a titolo di esempio come le teste per cavalletto per macchina fotografica). Inoltre, il sistema di ancoraggio al supporto fisso (260) deve essere facilmente installabile sul supporto fisso (260) stesso. A tal fine il sistema di ancoraggio pu? essere, avvitato, imbullonato, staffato, murato, ecc. Inoltre, per soddisfare particolari esigente, come nel caso di montaggio a parete, pu? essere realizzato con un braccio sporgente, eventualmente regolabile.
Dispositivo di comunicazione (270). Acquisite una o pi? immagini queste possono essere elaborate all?interno dello Strumento per il monitoraggio (250) e i risultati dell'elaborazione trasmesse alla postazione remota (400) o possono essere trasmesse direttamente alla postazione remota (400). La prima soluzione permette di ridurre i dati trasmessi in quanto non viene trasmessa la totalit? delle immagini acquisite, ma a questo vantaggio contrappone parecchi svantaggi quali il maggior costo dello strumento per il monitoraggio (250), l'incremento della possibilit? di guasti per il maggior numero di componenti, la necessit? di prevedere, da remoto, l?aggiornamento del firmware di elaborazione o dei parametri che ne decretano l?evoluzione, una pi? veloce obsolescenza dello strumento. La seconda scelta invece potrebbe richiedere pi? banda di trasmissione se il numero di immagini da spedire fosse elevato e una postazione remota pi? performante, ma entrambi i requisiti non rappresentano generalmente una limitazione con la tecnologia attualmente disponibile, rispetto al fatto che vengono risolti gli svantaggi della prima scelta. Il dispositivo di comunicazione (270) pu? essere monodirezionale (dallo strumento per il monitoraggio (250) alla postazione remota (400)) o bidirezionale. La prima soluzione ? adatta per sistemi per i quali ? accettabile una scarsa flessibilit? operativa o con vincoli di istallazione particolarmente stringenti, mentre la seconda, che generalmente non rappresenta un aggravio sostanziale dei costi, offre una flessibilit? operativa completa del sistema. Il dispositivo di comunicazione (270) pu? essere installato all'interno dello strumento per il monitoraggio (250) o esternamente se gi? disponibile nell?infrastruttura (210) o se preferibile per qualsiasi altra ragione. Tecnicamente la comunicazione pu? avvenire usando onde convogliate, segnali radio, ottici o linea dedicata.
- Scelta operativa (600) dello strumento per il monitoraggio (250).
In base al tipo di Infrastruttura cambiano le richieste normative e pertanto le necessit? operative dello strumento per il monitoraggio (250). Per esempio, limpianto di illuminazione pu? presentare diverse condizioni di esercizio, possono essere presenti interferenze da altri impianti di illuminazione, pu? essere necessario inquadrare superfici di monitoraggio (230) con requisiti diversi relativamente ai tempo di esposizione. Inoltre, anche le decisioni relative al monitoraggio richiedono scelte che si ripercuotono sulle scelte operative. Per esempio, ogni quanto tempo attivare il monitoraggio, quante immagini acquisire, se prevedere una attivazione automatica o su richiesta specifica, come trattare le immagini ove sono presenti soggetti che possono interferire con la misurazione, per esempio veicoli sulla superficie di monitoraggio (230), nel caso stradale. Altri aspetti sono ogni quanto tempo procedere alla manutenzione dello strumento per il monitoraggio (250) e come valutare malfunzionamenti che non impediscono la comunicazione dei dati. Inoltre, se lo strumento per il monitoraggio (250) ? dotato di sorgente interna occorre definire ogni quanto tempo procedere alla verifica della stabilit?. Per queste ragioni devono essere individuati due protocolli. Il primo affinch? il Gestore sia in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche dello strumento per il monitoraggio (250) e di integrare correttamente i dati del monitoraggio nelle sue procedure di gestione dell'impianto di manutenzione. Il secondo per permettere, da remoto o sul campo a seconda delle caratteristiche del dispositivo di comunicazione (270) (bidirezionale o monodirezionale ) di valutare le prestazioni dello strumento per il monitoraggio (250) e di decidere eventuali necessit? di manutenzione.
- Metodologia per il controllo dell?operativit? (700). Definita la scelta o le scelte operativa (600) che si vogliono attivare occorre definire un protocollo di comunicazione dei comandi e delle risposte dello strumento per il monitoraggio (250) e di trasmissione delle immagini acquisite verso la postazione remota (400). Il protocollo deve individuare la serie di comandi per attivare le differenti condizioni operative e i parametri necessari per la corretta interpretazione e attivazione del comando stesso. - Metodologia per la correlazione dei dati (500). In fase di istallazione dello strumento per il monitoraggio, occorre procedere alla correlazione tra i valori misurati e i reali valori ottenuti in condizioni normative. La metodologia applicata ? derivata dalle linee guida della norma UNI 132 01-4:2016 adattandola alle diverse condizioni operative. I valori di riferimento possono essere ottenuti sia da vere e proprie misurazioni condotte in contemporanea (situazione che porta alla migliore accuratezza dei risultati e che soddisfa pienamente i requisiti indicati dalla norma), o da misurazioni precedenti o da stime di calcolo che tengono conto delle differenti condizioni di osservazione o da stime di calcolo eseguite secondo i requisiti normativi, con un degrado sempre maggiore dell'accuratezza dei risultati finali. Nella stessa operazione, che pu? avvenire sul campo o da remoto si individuano, sulle immagini acquisite, i limiti delle superfici di monitoraggio (230) e, se richiesto, gli apparecchi di illuminazione che appartengono alinsieme di apparecchi di illuminazione di test (240). Contemporaneamente o in una operazione conclusiva prima dell?attivazione del sistema di monitoraggio vengono compilati i file che, sulla base dell'attivit? sopra descritta, permettono di convertire i valori dei pixel selezionati delle immagini acquisite con i valori richiesti dalle normative. Questi file ( file di taratura per il monitoraggio ) vengono memorizzati (340) nella postazione remota (400).
- Postazione remota (400). Si tratta di uno o pi? calcolatori in grado, per il tramite di opportuna interfaccia (300) di ricevere le immagini o i dati trasmessi dallo strumento per il monitoraggio (250), di comandarlo, se ? disponibile questa opzione operativa, e di attivare la procedura di elaborazione (310). Inoltre, il calcolatore pu? gestire contemporaneamente tutti gli strumenti per il monitoraggio (250) di responsabilit? del Gestore riferiti a pi? Infrastrutture o a pi? Gestori.
- Procedura di elaborazione (310). Questa procedura viene attivata nella postazione remota (400), caso suggerito, o all'interno dello strumento per il monitoraggio (250), come descritto precedentemente. L'elaborazione pu? essere attivata automaticamente o manualmente. In ogni caso l'operatore pu?, se necessario, intervenire sulla scelta delle superfici di monitoraggio (230) o sui loro limiti dimensionali sull'immagine. Come primo passo l?elaborazione seleziona le immagina acquisite, eliminando quelle non utili ai fini del monitoraggio, come per esempio quelle ove nelle superfici di monitoraggio [230] sono presenti veicoli o altre fonti di disturbo. L'elaborazione preleva i dati di luminanza dei pixel precedentemente selezionati, applica la conversione memorizzata nei file di taratura per il monitoraggio memorizzati in (340) o nello strumento per il monitoraggio (250) a seconda della soluzione tecnica adotta e calcola i parametri richiesti dalla norma (valori medi, uniformit?, ecc.) o, nel caso dell'abbagliamento, degli indici di variazione rispetto alle misure precedenti o a una condizione iniziale. L'elaborazione pu? avvenire con procedure software sviluppate ad hoc o presenti sul mercato e pertanto gi? validate dai rispettivi fornitori. Quest'ultima soluzione pu? essere utile per minimizzare l'impatto organizzativo sul Gestore che pu? continuare a gestire i dati provenienti dal sistema di monitoraggio con le stesse linee guida descritte nelle procedure utilizzate precedentemente. In questo caso le sole condizioni necessarie sono che le immagini e i file di taratura per il monitoraggio siano memorizzati in un formato compatibile con quelli previsti dal software. Inoltre, la procedura di elaborazione deve tener conto delle variazioni dell'allineamento dello strumento per il monitoraggio (250), avvenute nel tempo e, se rientrano nei limiti operativi, correggere la scelta dei pixel dell'immagine coinvolti nell'analisi, o, in caso contrario, generare una segnalazione di strumento per il monitoraggio (250) fuori servizio.
Disposizione di una metodologia per la valutazione dell'abbagliamento (320). Si tratta di una integrazione alla procedura di elaborazione (310) e considera la misurazione della luminanza e della superficie dell'area luminosa degli apparecchi di illuminazione selezionati. Variazione dell'area e della luminanza misurate sono indicatori di possibili problemi sul valore di abbagliamento e se questo, gi? da progetto, ? prossimo ai limiti normativi suggeriscono ulteriori indagini o interventi. Dalle immagini acquisite occorre individuare i singoli apparecchi di illuminazione appartenenti all? insieme di apparecchi di illuminazione di test (240). Successivamente per ogni apparecchio di illuminazione selezionato occorre contare il numero di pixel che corrispondono all'area luminosa dell'apparecchio e il valore medio della lettura dello strumento per il monitoraggio (250) per questi pixel. Il numero di pixel ? proporzionale alla superficie luminosa dell?apparecchio proiettata nella direzione di osservazione, mentre il valor medio ? proporzionale alla luminanza media della superficie dell'apparecchio di illuminazione. Questo valore pu? essere mantenuto in unit? arbitrarie o convertito in luminanza, se ritenuto opportuno ai fini della rendicontazione dei risultati.
Descrizione dettagliata di alcune forme fisse
- Forma fissa per il monitoraggio di un impianto di illuminazione in galleria. Per le galleria le norme stabiliscono requisiti sul valor medio di luminanza della carreggiata e delle pareti a partire da 60 m dall'osservatore posto a 1,5 m di altezza al centro di ogni corsia e con una lunghezza variabile in base alla zona della galleria (zona di entrata, zona di transizione, zona interna e zona di uscita), purch? sia rispettata la condizione che l'angolo di osservazione a al vertice tra la direzione di osservazione e il punto osservato sia compreso tra ?min = 0,5? e ?max = 1,5? rispetto alla superficie della carreggiata. Per fa presente invenzione, con riferimento alla figura 1, lo strumento per il monitoraggio (10) viene installato, per esempio, su una parete o su una parete mediante un braccio sporgente (40) o sulla canalina usata per i cavi dell'impianto elettrico o su qualsiasi altro elemento conveniente presente allinterno della galleria. Lo strumento per il monitoraggio (10) inquadra una definita porzione (20) dellinterno della galleria, che comprende parte della carreggiata (30), le pareti (40) e ogni altro elemento presente nella zona inquadrata e non indicato in figura 1 per semplicit?, in quanto non significativo ai fini della presente descrizione. La generica superficie di monitoraggio (50-a) si trova sulla carreggiata (30). Le superfici di monitoraggio, per esempio (50-a) e (50-b) sono individuate come zone sulla carreggiata (30) alla stessa distanza trasversale dalla sezione di entrata della galleria, al fine di considerare indipendentemente ogni singola corsia della galleria e possono essere in numero equivalente a quello delle corsie presenti in galleria (compresa la corsia di emergenza) o in numero inferiore. Inoltre, le superfici di monitoraggio possono considerare zone pi? distanti, come (50-c) e (50-d). Lo strumento per il monitoraggio (10) si trova pertanto lateralmente all'asse della carreggiata o di una corsia o in asse con le stesse a una altezza h, a seconda della soluzione scelta per il montaggio. L'altezza h ? generalmente non superiore a 6 m, essendo limitata dalle dimensioni della galleria. Per ottenere la massima accuratezza dei risultati, rispettando la condizione normativa che indica l'angolo di osservazione a compreso tra ?m i n= 0,5 ? e ?max = 1,5?, la generica superficie di monitoraggio (50-a) si trova alla distanza d = h / tan?max dal punto di istallazione e pu? essere lunga al massimo l = h (tan?ma - tan?min)/ (tan? max t a n ? m i n ) . In questo modo non vi sono differenze sostanziali tra gli angoli previsti dalla normativa e quelli effettivamente usati in misura. All'aumentare dell'altezza h la lunghezza / aumenta e pertanto anche la superficie esaminata a tutto vantaggio della generalit? dei risultati ottenibili. Nel caso di strada in curva queste distanze possono essere troppo elevate. La soluzione consiste nel cercare un diverso punto di istallazione dello strumento per il monitoraggio (10] o aumentare l?angolo a. Informazioni bibliografiche sulle caratteristiche in riflessione degli asfalti confermano che per valori di a < 10? la componente speculare ? predominante e quindi la correlazione tra la posizione normativa e quella di misura rimane elevata e l?accuratezza dei dati monitorati elevata. Se anche questa condizione non viene rispettata conviene abbassare l?altezza h, con lo strumento per il monitoraggio (10) installato a parete. Sebbene l?angolo di osservazione non sia pi? in asse con l'asse della strada, le condizioni di specularit? di misura sono rispettate e quindi anche in questo caso viene mantenuto il significato fisico della proporzionalit? tra il valore normativo e quello misurato. ? importante che la direzione di misura sia quella corrispondente alla direzione del traffico. In ogni caso, la distanza massima della superficie di misura deve tener conto che l'atmosfera all'interno della galleria pu? attenuare la luminanza misurata per diffusione della luce da parte del pulviscolo presente. Nel caso che le superfici di monitoraggio siano sulla parete della galleria (figura 2 ) la norma UNI 11095 le considera come superfici lambertiante, indipendentemente dalle loro reali caratteristiche in riflessione. Pertanto, non sono pi? valide le restrizioni sull?angolo ?, che pu? diventare qualsiasi. Nel caso esemplificativo di figura 2 lo strumento per il monitoraggio (10) ? fissato alla parete sinistra mediante un braccio in modo che il campo inquadrato (20) contenga entrambe le pareti [40). Si possono pertanto individuare superfici di monitoraggio sia sulla parete sinistra [60 a e 60 c) sia su quella destra (60 b e 60 d). La correlazione trovata in fase di taratura sul campo (set measurement - norma UNI 1 1095 e UNI EN 13201-4) ? valida senza ulteriori considerazioni sulle caratteristiche in riflessione delle pareti. Il confronto della luminanza misurata per le pareti, superfici di monitoraggio (60 a, 60 b, 60 c e 60 d) con le corrispondenti superfici di monitoraggio sulla carreggiata (50-a, 50-b, 50-c, 50-d), fornisce utili indicazioni sulle necessit? di manutenzione. In particolare, se la riduzione della luminanza delle pareti ? proporzionale a quello delia carreggiata il deprezzamento ? dovuto all'invecchiamento degli apparecchi di illuminazione, se invece ? maggiore occorre prevedere la manutenzione delle pareti, se ? minore ? elevata la probabilit? che gli apparecchi di illuminazione necessitino di pulizia. Nel caso esemplificativo di figura 3 lo strumento per il monitoraggio (10), sempre fissato alla parete ? orientato in modo che il campo inquadrato (20) contenga anche un certo numero di apparecchi di illuminazione (100), visti in modo da osservare parte o tutta della loro superficie luminosa. Per ognuno di questi apparecchi di illuminazione che appartiene all'insieme di apparecchi di illuminazione di test si individua una zona nell'immagine ( 70 - a , 70-b, 70-c per i tre apparecchi selezionati nell'esempio esplicativo) sulla quale individuare i pixel che appartengono alla superficie luminosa dell'apparecchio di illuminazione e da questi ricavare un indicatore che monitorizza le possibili variazioni delle condizioni di abbagliamento. Come esemplificato in figura 4, ove per semplificazione grafica non sono riportati gli apparecchi di illuminazione dell'istallazione, con una opportuna scelta della posizione possono essere analizzate da una singola posizione dello strumento per il monitoraggio (10) e da una sola inquadratura (20) sia superfici di monitoraggio appartenenti alla carreggiata e/o alla corsia di emergenza (50-a, 50-b, 50-c, 50-d) o a eventuali piazzole, sia quelle appartenenti alle pareti (60-a, 60-b, 60-c, 60-d) e, sebbene non disegnate esplicitamente quelle che individuano gli apparecchi di illuminazione appartenenti all? insieme di apparecchi di illuminazione di test (70-a, 70-b, 70-c in figura 3).
Forma fissa per il monitoraggio di un impianto di illuminazione su strada. Nel caso stradale le norme stabiliscono requisiti sul valor medio di luminanza della carreggiata a partire da 60 m dall'osservatore posto a 1,5 m al centro di ogni corsia (per esempio in caso di traffico motorizzato) o di valor medio di illuminamento orizzontale della carreggiata (per esempio in zone di conflitto). Consideriamo il primo caso. Lo strumento per il monitoraggio (10) pu? essere istallato su un portale, per esempio come quelli ove sono presenti pannelli a messaggio variabile. Si trova pertanto al centro della carreggiata o di una corsia, a una altezza h dal manto stradale. Per ottenere la massima accuratezza dei risultati, rispettando la condizione normativa che prescrive l'angolo di osservazione a al vertice tra la direzione di osservazione e il punto osservato compreso tra ?m i n = 0, 5 ? e amax = 1,5? rispetto alla superficie della carreggiata. La superficie di monitoraggio si trova alla distanza d = h /tan?max dal punto di istallazione e pu? essere lunga l = h (tan ?max - tan amin)/ (tan?max tan? min). In questo modo non vi sono differenze sostanziali tra gli angoli previsti dalla normativa e quelli effettivamente misurati. All'aumentare dell'altezza h la lunghezza l aumenta e pertanto anche la superficie esaminata a tutto vantaggio della generalit? dei risultati ottenibili. Nel caso di strada in curva le distanze possono essere troppo elevate. La soluzione consiste nel cercare un nuovo punto di istallazione o aumentare l'angolo ?. Informazioni bibliografiche sulle caratteristiche in riflessione degli asfalti confermano che, per valori di ? < 10?, la componente speculare ? predominante e quindi la correlazione tra la posizione normativa e quella di misura rimane elevata e l'accuratezza dei dati monitorati elevata. Un altro esempio di istallazione ? illustrato in figura 5, ove lo strumento per il monitoraggio (10) ? posto su un palo laterale alla carreggiata. L'angolo d? osservazione non ? pi? in asse con l?asse della strada ma le condizioni di specularit? di misura sono rispettate e quindi anche in questo caso viene mantenuto il significato fisico della proporzionalit? tra il valore normativo e quello misurato. In figura 5 nel campo inquadrato (20) si possono individuare, sul piano della carreggiata (30) le superfici di monitoraggio (50-e, 50-f), per ogni corsia della strada e per l'eventuale corsia di emergenza, e quelle associate (70-d, 70-e e 70- f) agli apparecchi di illuminazione (110) che appartengono all' insieme di apparecchi di illuminazione di test. ? importante che la direzione di misura sia quella corrispondente alla direzione del traffico. Qualora le norme prevedano valori in illuminamento il concetto della misura rimane pressoch? identico ma dovr? essere scelto un angolo ? > 15?. Oltre questo valore infatti informazioni bibliografiche sulle caratteristiche degli asfalti indicano che la componente speculare diventa trascurabile e il comportamento in riflessione del manto stradale ? praticamente lambertiano, ossia vale la relazione E = k L ove E ? il valore di illuminamento misurato dal sistema proposto e corrispondente a quanto richiesta dalle norme, k ? il coefficiente correttivo determinato per confronto con le misure di riferimento eseguite sul campo nella fase di istallazione e L ? la luminanza misurata dallo strumento per il monitoraggio. In questo caso non ? importante che la direzione di misura corrisponda alla direzione del traffico.
- Forma fissa per il monitoraggio di un impianto di illuminazione in un piazzale per esempio per il pagamento pedaggio. In questo caso le norme prevedono prescrizioni in termini di illuminamento o, pi? raramente, di luminanza. Valgono quindi le considerazioni gi? esposte per il caso stradale.
- Forma fissa per il monitoraggio di un impianto di illuminazione in un impianto sportivo. Le norme in genere prescrivono valori di illuminamento e sono molto attente ai limiti di abbagliamento. Questa ? pertanto una situazione in qui conviene prevedere sempre la scelta di un insieme di apparecchi di illuminazione di test. Per la valutazione dellilluminamento, considerata la grande variet? di materiali che possono formare la superficie di monitoraggio, occorre fare una analisi preliminare, bibliografica o con misurazioni sul campo, sulle caratteristiche di queste superfici. Le costrizioni sulla posizione dello strumento per il monitoraggio dipenderanno da queste valutazioni. Per quanto riguarda invece la posizione dello strumento per il monitoraggio rispetto agli apparecchi di illuminazione appartenetti all'insieme di apparecchi di illuminazione di test ? preferibile che questi siano visti con un angolo inferiore a 90?, per aumentare la sensibilit? del sistema.
Dichiarazione di conformit? dellimpianto di illuminazione dell'Infrastruttura. La dichiarazione di conformit? dell'impianto dell'infrastruttura ai requisiti normativi cogenti, a quelli normativi volontari o alle specifiche di progetto deve avvenire seguendo quanto prescritto dalle norme stesse. In linea generale il primo passo richiesto ? quello di disporre di misurazioni delle grandezze fotometriche e dei parametri illuminotecnici specificati nei requisiti. Queste misurazioni devono essere eseguite con strumentazione tarata per assicurare la riferibilit? metrologica dei risultati. La presente invenzione soddisfa questo requisito in quanto applica le linee guida indicate dalla norma UNI EN 13201-4 per i sistemi di illuminazione adattivi, estendendoli oltre che alla misura del valore medio alle uniformit? e ai requisiti della norma UNI ISO-IEC 19075 per l?esecuzione del set-measurement previsto dalla norma UNI EN 13201-4. Il set-measurement, eseguito con strumentazione tarata e nell e condizioni normative assicura la riferibilit? dei risultati e permette di stimare l'incertezza di misura come richiesto dalla norma UNI CEI ISO IEC 17025. Inoltre, sempre per soddisfare i requisiti normativi viene assicurata la validazione degli algoritmi di calcolo e/o software di processo immagini sia essi sviluppati ad hoc o associati a metodologie di misura gi? esistenti presso il gestore o l?ente da questo incaricato del monitoraggio.

Claims (1)

  1. Rivendicazioni
    La descrizione dell'invenzione di cui sopra ? in grado di mostrare l?invenzione dal punto di vista concettuale in modo che altri, utilizzando la tecnica nota, potranno modificare e/o adattare in varie applicazioni tale forma realizzativa senza allontanarsi dal concetto inventivo, e, quindi, si intende che tali adattamenti e modifiche saranno considerabili come equivalenti della forma realizzativa specifica. I mezzi e i materiali per realizzare le varie funzioni descritte potranno essere di varia natura senza per questo uscire dall'ambito dell'invenzione. Si intende che le espressioni o la terminologia utilizzate hanno scopo puramente descrittivo e per questo non limitativo.
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