IT202000022735A1 - Protesi dentaria a tre strati - Google Patents

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Luigi Salvatore Sposato
Ferdinando Zuddio
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Luigi Salvatore Sposato
Ferdinando Zuddio
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Description

Descrizione dell?invenzione industriale dal Titolo
Protesi dentaria a tre strati.
Campo tecnico dell?invenzione
La presente invenzione ha per oggetto una nuova protesi dentaria semplificata a ricopertura in PEEK o carbonio e resina composita a tre strati, il cui scopo ?: il mantenimento dei denti naturali residui, il cambiamento del profilo, il riposizionamento delle arcate dentarie su una classe dentaria favorevole, la modifica della classe dentale, dell'estetica del viso e dei denti, consente il riempimento dei sottosquadri lasciati nella sottostruttura in PEEK o carbonio, limitando eventuali movimenti della protesi stessa durante la masticazione e fonazione, il rialzo occlusale o di masticazione con miglioramento inoltre della forza fisica del paziente.
Stato dell?arte
Durante la vita a causa di stress occlusali, parodontopatia, carie e perdita di denti, si verificano sui denti delle abrasioni e lo sventagliamento dei denti anteriori con perdita della dimensione verticale. I denti spesso, in questi casi, sono mobili e tendono a essere persi.
I precontatti occlusali sono l'inizio di queste patologie che portano dopo anni a queste conseguenze. Un aspetto molto importante ? quello della diminuzione della Dimensione Occlusale Verticale (D.O.V. o D.V.) che determina, tra l'altro, l'accorciamento dei muscoli masticatori. Quando si deve esprimere la massima forza fisica di solito si serrano i denti, aumentando la pressione del sangue e la frequenza cardiaca per aumentare l'invio di ossigeno e zucchero ai muscoli coinvolti nello sforzo (eustress o stress buono), aumentando la performance muscolare. Se per qualche motivo c'? una diminuzione della dimensione verticale con l'accorciamento dei muscoli masticatori anche la forza fisica viene a mancare. E' stato dimostrato che la stimolazione del trigemino da parte del fuso neuromuscolare allungato ha azione eccitatoria sul nervo vago del soggetto con importanti ricadute in senso positivo nel sistema del relax fisico e psichico. Vien da se che un accorciamento del fuso neuromuscolare per una perdita di dimensione verticale (D.V.) sia associata ad una diminuzione del relax del soggetto con aumento dello stress negativo o distress.E' stato dimostrato altres? che la tolleranza clinica del sistema neuro-articolare rispetto alla variabilit? tridimensionale dell'occlusione ? buona nell'aumento di D.V e nella protrusione (? il motivo per cui le abitudini viziate sono spesso procoretiche cio? in avanti), mentre sono scarsamente tollerate nella diminuzione della D.V. e per nulla tollerate nella lateralit? destra e sinistra. Il riposizionamento della dimensione verticale con conseguente aumento della dimensione verticale ? fatta ovviamente spesso nella protesi totale, mentre, e non se ne comprende bene il motivo, ? scarsamente realizzata o per nulla realizzata nella protesi parziale e fissa dove si preferisce di solito protesizzare nel morso abituale o procoretico, con Dimensione Vertivale ridotta, tendente al distress e quindi a mantenere i disordini temporo-mandibolari (TMD) e quindi il bruxismo l? dove presente. Il bruxismo, ovvero il digrignamento dei denti, ? un meccanismo fisiologico nello scaricamento dello stress accumulato durante la giornata. Il paziente digrignando di notte scarica lo stress. Il non potere digrignare aumenta il rischio cardiovascolare. Tutte le protesizzazioni quindi dovrebbero dare la possibilit? al paziente di bruxare. Il rialzo della masticazione, in ogni caso, diminuendo il distress durante la giornata, pu? diminuire la tendenza al digrignamento notturno. Un altro aspetto che va considerato e che d? solito nella protesizzazione non ? considerato ? la perdita dei tessuti duri e molli di sostegno dei denti. Qualora sia necessario protesizzare la bocca e, quindi utilizzare come elementi di un ponte denti che oltre alla abrasione dentaria hanno anche un allungamento della corona clinica, il primo approccio del dentista ? la preparazione del dente gi? usurato con il suo incapsulamento o un rialzo in articolatore il pi? delle volte senza alcun riferimento clinico o diagnostico. Se infatti si rialzasse il morso, con un riferimento clinico o diagnostico, in questi casi diventerebbe difficile dare al dente una lunghezza fisiologica e normale. Facendo un esempio, se la fisiologica lunghezza di un incisivo centrale, facilmente deducibile dalla sua larghezza grazie alle leggi del Fibonacci (sezione aurea) ? di 12 mm e si ha una perdita di lunghezza del dente per abrasione di 3 mm, la protesizzazione con la limatura ed il rimpicciolimento del dente qualora questo sia pilastro di ponte, non dovrebbe interessare la superficie occlusale in quanto la limatura ? gi? stata fatta, per cos? dire, dal paziente nel corso della sua vita. Se oltre che dalla abrasione il dente ? interessato anche da uno scollettamento con rialzo conseguente della corona clinica, supponiamo di 3 mm, se da un lato preparando potremmo dare al dente un aspetto pi? congruo con la sezione aurea (il dente protesizzato infatti sarebbe di '12 mm) dall'altro si protesizzer? con un morso ribassato di 3 mm e quindi causa di distress masticatorio e fisico. La soluzione pi? logica rialzando il morso sarebbe quindi, realizzare denti con una lunghezza di 15 mm (9 mm del dente residuo, 3 mm dello scollettamento e 3 mm dell'usura) che non ? fisiologica e non risponderebbe ai dettami della sezione aurea. Per ovviare a questo, si dovrebbero realizzare, per assurdo, delle capsule cervicalmente di colore 'rosa gengiva', brutte e non fisiologiche poich? i tessuti di sostegno perduti non si possono riportare sulle capsule dove si creerebbero dei sovra contorni orizzontali paurosi ed assurdi. La protesi fissa in questi casi, con la realizzazione dei famosi splintaggi circolari, ? sicuramente ben venuta per evitare la perdita dell'elemento dentario ma non ricrea la forma ed il sostegno ai muscoli periorali che invece fa una bella gengiva che si pu? avere con una dentiera o con una ?Toronto?, cio? levando tutti i denti e costruendo una protesi su impianti. Quando si realizza un circolare fisso spesso il dentista combatte con queste problematiche e, quando i denti sono pochi, usurati e/o mobili, si preferisce l'avulsione degli elementi dentali residui con la sostituzione di questi con impianti e la creazione di dentiere avvitate su impianti che ricreano ?l'estetica rosa? (all on four o all on six) tipo protesi Toronto. Qualche volta ? anche possibile lasciare i denti residui sotto la protesi (over denture), con o senza attacchi per scongiurare la perdita di osso residuo.
Un altro aspetto da considerare e molto importante ? l'aspetto economico.
Grandi riabilitazioni circolari fisse hanno un grosso costo non sostenibile dalla stragrande quantit? della popolazione che quindi si rivolge verso protesizzazioni mobili parziali o a bloccaggi che hanno come effetto successivo il passaggio o alla protesi totale o alla protesi su impianti anche tipo all-onfour od all-on-six. In bocche distrutte dalla parodontopatia, vecchie, con magari pochi denti la tendenza dello stato dell'arte ?, nella stragrande maggioranza dei casi, per come gi? anticipato, 1'avulsione degli elementi dentari e la loro sostituzione con protesi fisse su impianti, (l? dove lo permettono le finanze del paziente) o protesi mobili parziali o totali. Per tanti motivi e non ultimi medico legali, l? dove un mantenimento dell'elemento dentale non porti delle conseguenze anche sistemiche al paziente, ? sempre meglio salvare i denti. Questo ? particolarmente importante nei pazienti che assumono bifosfonati o farmaci antitumorali in cui alla fine si ? arrivati alla conclusione, vista l'impossibilit? di avellere i denti, d? salvare anche le radici, canalizzandole e lasciandole in situ. Ogni caso dovrebbe essere considerato a se stante sempre nell'ottica che la vita media del paziente ? di circa ottanta anni e che rifacimenti protesici, anche estesi, ogni dieci anni in media dovrebbero essere rifatti. L' aumento della dimensione verticale con il riallontanamento delle basi ossee mascellare e mandibolare, ? possibile nella protesi circolare fissa ed in quella totale su edentulia con e senza impianti. Non ? possibile aumentare la dimensione verticale nella protesi parziale. Il problema sta nel fatto che le protesi che riescono ad ottenere un aumento della dimensione verticale sono molto costose. Solo nella protesi totale, al paziente totalmente edentulo viene ridato un morso che ? spesso aleatorio e trovato sulla base di metodiche cliniche e/o strumentali.
L'idea delle protesi a ricopertura, fatti salvi gli ortotici in resina acrilica, ? nata negli USA intorno al 2005 (Snap on smile) ed ? costruita in resina acetalica ed ha come scopo proprio il superamento dei canoni classici di protesizzazione che guarda pi? al lato funzionale e poi anche a quello estetico. Sono state presentate gi? delle protesi in PEEK che ricreano i tessuti molli, ma esse prevedono allo stato la monconizzazione dei denti residui.
In Italia ? stata presentata una protesi in PEEK senza la limatura dei denti che ricrea anche i tessuti molli; essa si mantiene in bocca con attacchi in PEEK e splintaggi dentali individuali anche essi in PEEK.
Un esempio di protesi che fa uso di bande di fissaggio in plastica ? data in DE102004029875A1. Il documento DE102004029875A1 descrive una banda adesiva reticolare che viene fissata sull?arco dentario dei denti fissi, a cui vengono fissati i denti della protesi. Tuttavia DE102004029875A1 non realizza una protesi a ricopertura ma si limita a fissare i denti anteriori e a fornire un sostegno per i denti mancanti.
US 2014/053965 A1 descrive una protesi dentale per l'esecuzione di lavori di restauro protesico, comprendente una sottostruttura e una sovrastruttura, in cui la sottostruttura ? realizzata in PEEK e la sovrastruttura che costituisce la parte estetica ? realizzata in resina composita, coprendo la sottostruttura in PEEK.
La protesi dentale descritta in US 2014/053965 A1 per poter essere fissata ai denti deve necessariamente fare uso di bande di fissaggio e splintaggi altrimenti non potrebbe essere fissata alla dentatura del paziente, in quanto per superare i sottosquadri dei denti presenti la sottostruttura in PEEK deve necessariamente consentire il passaggio dei denti rimanenti nella bocca del paziente. Descrizione dell?invenzione
La nuova protesi oggetto della presente invenzione ? una nuova protesi semplificata e facile da realizzare e da posizionare rispetto a quelle fin'ora note allo stato dell'arte. La protesi dentaria a ricopertura per l?esecuzione di lavori di protesizzazione comprende due sottostrutture e una sovrastruttura, caratterizzata dal fatto che la prima sottostruttura ? realizzata in resina composita e aderisce ai denti ricoprendoli, che detta prima sottostruttura ? ricoperta dalla seconda sottostruttura realizzata in PEEK o carbonio e che la sovrastruttura che costituisce la parte estetica ? realizzata in resina composita ricoprendo la seconda sottostruttura in PEEK o carbonio.
La resina composita esterna al PEEK o al carbonio rappresenta la parte estetica e viene realizzata in laboratorio dall'odontotecnico; la parte in resina composita interna viene realizzata a studio in maniera diretta dall'odontoiatra e rappresenta un contributo efficace alla fase ritentiva della protesi , gi? di per se stessa realizzata dal PEEK o dal carbonio che sono notoriamente elastici alla giusta maniera, grazie alla possibilit? di riempire i sottosquadri della sottostruttura in Peek o carbonio e consentendo di eliminare gli splintaggi e gli attacchi in PEEK.
ll polietere-etere chetone, (PEEK) ? un polimero termoplastico organico incolore della famiglia dei poli-aril-eter-chetoni (PAEK), utilizzati in applicazioni di ingegneria come tecnopolimero. Il PEEK ? considerato un biomateriale avanzato usato in protesi mediche. Le caratteristiche fisiche del PEEK e la sua elasticit? consentono di creare protesi senza la necessit? di monconizzare i denti che quindi non vengono toccati fatto salvo per piccoli ritocchi a denti troppo allungati o sottosquadrati. Analoghe considerazioni possono essere fatte per il carbonio. La sottostruttura in resina composita viene posata direttamente in bocca dall?odontoiatra, superando il problema dei sottosquadri, aderendo perfettamente ai denti del paziente. Tutto ci? consente la tenuta della protesi come fanno i ganci superando la zona dell'equatore del dente. Essendo inoltre il PEEK o il carbonio meno duro dei denti, la protesi li preserva da usura, al contrario dei ganci, cristallizzando il loro stato al momento della realizzazione della protesi stessa. Nel range della sua temperatura di fusione pu? essere lavorato con stampaggio ad iniezione o metodi di estrusione. Il PEEK o il carbonio sono per loro natura ben adattabili ai compositi, hanno delle caratteristiche simili all'osso umano e possono essere facilmente ribasati in composito aumentando la frizione del PEEK o del carbonio sui denti e quindi la ritenzione della protesi senza altri ausili.
Le resine composite sono costituite da due componenti principali, cio? da una matrice di resina e da particelle inorganiche di riempitivo (o rinforzante o carica) inglobate nella resina stessa.
Considerato il materiale con cui questa nuova protesi viene costruita consideriamo anche il perch? necessita. Questo nuovo tipo di protesi parte dal concetto che oltre ai denti anche il parodonto risente dell'invecchiamento, delle malattie e dell'usura.
Questa nuova protesi a ricopertura in PEEK o carbonio e resina composita ? stata dotata di una ulteriore sottostruttura in resina composita che viene applicata direttamente in bocca. Il composito si attacca al PEEK o al carbonio dopo avere trattato preferibilmente ma non esclusivamente lo stesso Peek o carbonio con adesivi odontoiatrici del commercio.
La protesi siffatta non ha pi? bisogno di attacchi visto che ? passivata direttamente in bocca nella sua totalit? o in alcune parti a seconda dei casi.
La dove ? necessario ? possibile splintare i denti momentaneamente con degli splintaggi in compositi del commercio.
Una volta applicata la protesi a ricopertura in PEEK o carbonio e resina composita sar? la stessa a proteggere e splintare i denti.
Non sono pi? necessari splintaggi individuali in PEEK.
In questa maniera ? possibile creare un mantenimento dei denti del paziente applicando protesi a ricopertura che danno non solo la protesizzazione del dente ma che ricreano anche l'osso di sostegno che si fosse perso o che non c'? per nulla, come nelle lievi terze classi dentali dove, rialzando il morso, si pu? riportare il paziente in una I classe dentale con notevole miglioramento funzionale ed estetico. Questo nuovo tipo di protesi d? al paziente la possibilit? di non sottoporsi ad interventi di chirurgia maxillo-facciale o di differire l'intervento; inoltre ha come caratteristica anche la relativa economicit? e la possibilit? di essere usate un domani come provvisori per una nuova protesi su overdenture e su impianti. Questa protesi pu? essere considerata come dima che serve a dare al dentista l'idea del giusto posizionamento di eventuali impianti qualora si perdessero i denti gi? mobili ed a dare al clinico un'idea della giusta dimensione verticale e della occlusione del paziente.
Questa protesi quindi non solo ? perfettamente compatibile con le nuove tecniche di implantologia virtuale ma anzi pu? essere essa stessa integrata nella metodica in uso allo stato dell'arte, migliorando la metodica e venendo ad essa in ausilio.
La protesi secondo la presente invenzione viene realizzata tenendo come ?repere? i denti naturali residui, con le metodiche cliniche abituali, con la possibilit? del ritorno allo status quo ante.
La nuova protesi ? utilizzabile come dima chirurgica per pratica implantologica complessa in quanto possono essere applicate su di essa delle guide metalliche di misura nota nelle posizioni scelte virtualmente tramite le quali passano le frese per implantologia flappless.
E' importante sottolineare che nella bocca del paziente, una volta fatta la conservativa, avulso i denti che vanno avulsi e creato uno stato di salute orale igienicamente elevato, non viene toccato pi? nulla ed ? quindi possibile ritornare allo status quo ante senza danni. Per la particolare struttura della protesi che ha un appoggio dentale lungo l'asse perpendicolare del dente ed anche un appoggio mucoso sulle selle edentule, non si creano forze dislocanti o trasversali che possono aggravare la mobilit? dentale. Inoltre, una volta realizzata la protesi, il professionista pu? intervenire a studio direttamente per piccoli danni e per ribasature delle parti edentule utilizzando resine composite. E' quindi una protesi che ha anche una notevole economicit? nella gestione post consegna. La protesi non altera, quindi, in alcun modo lo stato iniziale del paziente, tranne che per il rialzo della dimensione verticale ed ha una buona economicit? e pu? essere trasformata anche in una totale protesi classica.
Se il paziente pratica una ottima igiene orale, che pu? fare rimuovendo la protesi, non c'? pericolo di aggravamento della parodontopatia o nascita di carie, che invece spesso sono presenti nella protesi scheletrata. Inoltre si possono veicolare gel e medicamenti topici usando la stessa protesi a mo' di cucchiaio.
Struttura, procedure di laboratorio e funzionamento della nuova protesi dentaria . La nuova protesi e' una protesi a ricopertura in PEEK o carbonio e resina composita con faccette, parte occlusale dei denti e parte estetica rosa, in resina composita, che ricopre completamente i denti arrivando ai primi millimetri di gengiva aderente. Essa ? dotata di una ulteriore sottostruttura in resina composita applicata a m? di ribasatura in maniera diretta a studio dall'odontoiatra.
La protesi si pu? considerare come un provvisorio a lunga durata (5 anni), in attesa di realizzare le ulteriori e definitive cure. La protesi sigilla completamente i tessuti sottostanti impedendo la penetrazione di cibo. In una protesizzazione del genere l'aspetto principale da considerare ? l'ingombro, il paziente infatti raramente accetta di buon grado il riempimento improvviso della bocca con una dentiera. L'ingombro ? solo un aspetto del problema che spesso nasce dalla mancata accettazione psicologica della protesi. Certo la protesi fissa su impianti o su denti ? meglio accettata ma qualora si dovesse ricorrere per qualche motivo ad una dentiera, alla fine, il problema ingombro si dovrebbe affrontare per forza. E' inoltre da segnalare il fatto che le protesi totali su impianto tipo Toronto devono partire per forza di cosa dalla costruzione di una dentiera che avrebbe comunque un ingombro ed una sua mobilit?.
Realizzando il nuovo tipo di protesi in PEEK o carbonio e resina composita se da un lato si anticiperebbe la problematica dell'ingombro dall'altro si potrebbero per? riparare tutte quelle alterazioni di tipo gnatologico e di classe dentale che sono spesso causa, se non curate bene in infanzia e giovinezza, di tutte quelle problematiche analizzate in precedenza, correggendo a livello estetico ad esempio una seconda classe dentale in prima classe o riportando in prima classe una terza classe senza bisogno di chirurgia maxillo-facciale. Questo tipo di protesi potrebbe essere anche meglio sopportata dalle tasche dei pazienti poco abbienti che sono la stragrande maggioranza e va a colmare lo spazio vuoto e finora non colmabile tra protesi fissa su denti e/o impianti e protesi mobile parziale e totale su impianti e non, dando al dentista un'altra arma da usare al bisogno.
Passiamo ora alla descrizione delle procedure di laboratorio adottate per la realizzazione e costruzione della nuova protesi dentaria in PEEK o carbonio e resina composita di cui si richiede il brevetto:
1? Step: Valutazione del caso clinico con modelli in alginato accompagnata dalla relazione dell'odontoiatra con la segnalazione dei denti mobili.
2? Step: Costruzione in laboratorio dei porta impronta individuali con procedura sperimentata in modo tale da bilanciare le forze nella presa dell'impronta.
3? Step: Boxaggio delle impronte prese dall'odontoiatra con metodica sperimentata. Sviluppo dei modelli con gesso di IV classe con macchinario sotto vuoto.
4? Step: Costruzione della placca fonetica su cui verr? riportato dall'odontoiatra l'eventuale rialzo di masticazione ricavato tramite l'uso di stopper di Pasqualini, miografi o altra metodica.
5? Step: Montaggio in articolatore con morso di rialzo ed arco facciale.
6?Step: Modellazione di tutta la parte frontale in cera. La modellazione dei denti secondo la nuova estetica deve andare almeno da 1.3 a 2.3 e va fatta valutando gli spazi da gestire ricavati tramite la formula matematica del Fibonacci.
7? Step: Costruzione di una mascherina in silicone sperimentata che viene passata all'odontoiatra che realizzer? in bocca un mockup in maniera tale che il paziente possa valutare l'ingombro e la nuova estetica, come succede nel caso in cui si applichino le faccette in ceramica. A volte si realizza un mockup indiretto in laboratorio che si applica in bocca per le stesse finalit?.
8? Step: Dopo avere terminato l'intera modellazione viene realizzata la struttura a ricopertura in PEEK o carbonio e resina composita. In questa fase ? molto importante gestire gli spazi per potere ritrovare l'estetica trovata con il mockup. La gestione degli spazi viene realizzata con mascherine in silicone sia vestibolari che palatali nel mascellare superiore e linguali nel mascellare inferiore, controllando scrupolosamente il modellato. Terminata questa fase il modellato viene duplicato con silicone liquido (1:1) e sviluppato con gesso in quantit? sperimentate. Una volta preparato il modello con modellazione sovrapposta, si prepara all'iniezione della struttura protesica mediante la tecnica di iniezione, detta anche stampaggio ad iniezione, che ? un procedimento con cui grazie ad elevata pressione, un materiale termoplastico riscaldato viene immesso in uno stampo mediante l'utilizzo di una macchina in commercio.
10? Step: La struttura cos? preparata viene calzata sui modelli duplicati con rifinitura ed infine calzata su modello master. Si ? cos? arrivati alla finitura con la parte estetica e funzionale cuspidale. Una volta finita la protesi viene lucidata e completata con applicazione degli adesivi su cui il dentista applicher? la sottostruttura diretta in resina composita.
11? Step: Passaggio al dentista della protesi finalizzata che applicher? direttamente a studio la sottostruttura in resina composita.
Benefici/vantaggi della nuova protesi dentaria in peek o carbonio e resina composita. La nuova protesi dentaria in PEEK o carbonio e resina composita a tre strati si avvale di un protocollo protesico ancor pi? semplificato e moderno applicabile alle nuove tecnologie digitali odontoiatriche. Essa oltre a ripristinare la centrica e la dimensione verticale, l? dove ce ne fosse la necessit?, riesce a ridare al paziente con i denti invecchiati, una estetica giovanile con costi contenuti rispetto alla protesi fissa tradizionale ed a costi ancora pi? contenuti e con tempi ancora pi? veloci rispetto alle protesi precedenti in PEEK . La prima sottostruttura in resina composita, la cui posa ? realizzata direttamente nella bocca del paziente dall?odontoiatra, consente una procedura pi? agevole dell?impianto della protesi e garantisce il riempimento dei sottosquadri della struttura in PEEK o carbonio, garantendo maggiore stabilit? della protesi stessa. La struttura in PEEK o carbonio e resina composita riesce per le proprie caratteristiche a dare al paziente un confort non realizzabile con altre metodiche, inoltre ? facilmente riparabile a studio dallo stesso odontoiatra. La struttura a ricopertura potr? essere utilizzata in futuro, nel caso il paziente dovesse decidere di avellere tutti i denti, sia come dentiera con una ribasatura che come dima chirurgica per l'implantologia e come primo provvisorio di implantologia a carico immediato con la costruzione della sola barra rigida sugli impianti, con riduzione del disconfort del paziente. Questa protesi potr? essere tenuta anche fino a quando, aspettato il tempo dell'osteointegrazione degli impianti, si costruir? una protesi definitiva nel caso il paziente lo voglia fare. La protesi secondo l'invenzione in questo caso si trasformer? in una protesi tipo Toronto con costi accettabili ed ancor pi? contenuti, senza stravolgere le abitudini e l'estetica del paziente.
La protesi verr? mantenuta sia durante le avulsioni, che in questa maniera potranno essere fatte gradualmente, che durante la fase implantare. Cos? facendo avulsioni ed implantologia potranno essere programmate senza la necessit? di dovere realizzare sedute fiume che comportano per il paziente un grosso stress chirurgico e qualche volta non possono essere realizzate in un ambiente extra ospedaliero. Questa protesi infine sar? visibile alla TAC utilizzando delle parti in metallo di misura nota che il dentista applicher? in parti strategiche all'interno della sottostruttura diretta in composito rendendo queste parti tracciabili alla TAC ed utili come punti di repere precisi per l'applicazione virtuale degli impianti. Qualora lo si voglia la stessa protesi potr? essere facilmente trasformata in dima praticando in essa nei punti desiderati dei fori calibrati che dopo la posa dell'impianto potranno essere facilmente richiusi. Essa quindi in futuro sar? un valido aiuto a tutti gli odontoiatri che potranno realizzare gli impianti ancor pi? in sicurezza allargando la platea dei dentisti che praticheranno casi molto complessi d'implantologia.

Claims (4)

RIVENDICAZIONI
1. Protesi dentaria a tre strati per l?esecuzione di lavori di protesizzazione comprendente due sottostrutture e una sovrastruttura, caratterizzata dal fatto che la prima sottostruttura ? realizzata in resina composita e aderisce ai denti ricoprendoli, che detta prima sottostruttura ? ricoperta da una seconda sottostruttura realizzata in PEEK o carbonio e che la sovrastruttura che costituisce la parte estetica ? realizzata in resina composita ricoprendo la seconda sottostruttura in PEEK o carbonio.
2. Metodo per la realizzazione della protesi secondo la rivendicazione 1 in cui la seconda sottostruttura in PEEK o carbonio e la terza sovrastruttura in resina composita vengono realizzate mediante l'utilizzo di stampaggio ad iniezione caratterizzata dal fatto che la prima sottostruttura che ? quella che aderisce ai denti viene realizzata posizionando la protesi nella bocca del paziente riempendo gli spazi e i sottosquadri tra i denti del paziente e la seconda sottostruttura in PEEK o carbonio.
3. Metodo per la realizzazione della protesi secondo la rivendicazione 2 caratterizzata dal fatto che all'interno della protesi sono inseribili dei reperi visibili alla tac che possono essere usati come ausilio di nuove tecniche di implantologia.
4. Metodo per la realizzazione della protesi secondo la rivendicazione 2 caratterizzata dal fatto che detta protesi ? utilizzabile come dima chirurgica per pratiche implantologiche complesse in quanto possono essere applicate su di essa delle guide metalliche di misura nota nelle posizioni scelte virtualmente tramite le quali passano le frese per l'implantologia flapless.
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DE102004029875A1 (de) 2004-06-16 2006-01-12 Hertel, Gert-Ulf, Dr. Vorgefertigte Gitternetzbögen und Bogenblöcke die anhand von Schablonen nach Zahnbogenmaßen hergestellt und zur Schienung von Frontzähnen sowie mit Befestigungselementen zur Herstellung von Zahnersatz dienen
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