IT202000013441A1 - Dispensatore di agenti di lavaggio per lavastoviglie - Google Patents

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IT202000013441A1
IT202000013441A1 IT102020000013441A IT202000013441A IT202000013441A1 IT 202000013441 A1 IT202000013441 A1 IT 202000013441A1 IT 102020000013441 A IT102020000013441 A IT 102020000013441A IT 202000013441 A IT202000013441 A IT 202000013441A IT 202000013441 A1 IT202000013441 A1 IT 202000013441A1
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IT
Italy
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dispenser
washing
tank
washing agent
housing
Prior art date
Application number
IT102020000013441A
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English (en)
Inventor
Alberto Sciutto
Daniele Cerruti
Paolo Savini
Marco Pizzi
Paolo Begnamino
Stefano Allera
Massimo Zanin
Costanzo Gadini
Original Assignee
Eltek Spa
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Description

Descrizione dell?invenzione industriale dal titolo:
?Dispensatore di agenti di lavaggio per lavastoviglie?,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell?invenzione
La presente invenzione si riferisce ai dispensatori di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie domestiche, e pi? particolarmente ai dispensatori destinati ad essere montati in corrispondenza di una delle pareti che definiscono una camera di lavaggio di una macchina lavastoviglie. L?invenzione ? stata sviluppata con particolare riferimento ai dispensatori multi-dose di almeno un agente di lavaggio in forma liquida o semisolida (gel), ovvero dotati di un serbatoio ricaricabile, che ? suscettibile di contenere una quantit? del suddetto agente di lavaggio sufficiente all?effettuazione di una pluralit? di programmi di lavaggio da parte della macchina di lavaggio.
Stato della tecnica
US2006157086 A1 divulga un dispositivo dispensatore per una lavastoviglie, che comprende un serbatoio multi-dose per un agente di lavaggio liquido ed una pompa alloggiata all?interno della porta della lavastoviglie. Attraverso la parete della porta della lavastoviglie che si affaccia verso l?interno della relativa camera di lavaggio si estendono un passaggio di ricarica del serbatoio ed un ugello erogatore del detersivo liquido, con tale ugello erogatore che ? collegato in comunicazione di fluido con il serbatoio e con la pompa tramite un condotto. In una forma di attuazione, la pompa ? di tipo reversibile, al fine di consentire di sciacquare il condotto e prevenirne possibili intasamenti.
Tale soluzione risulta complicata, poco efficiente e di impiego scomodo per un utilizzatore.
US7845361 B1 divulga un sistema dispensatore per una lavastoviglie, comprendente un serbatoio multi-dose per un agente di lavaggio liquido, ed una pompa dispensatrice a pistone che definisce una camera di dosaggio, atta a ricevere dal serbatoio una quantit? predeterminata dell?additivo liquido, da erogare nel corso di un programma di funzionamento della lavastoviglie. Il serbatoio e la pompa dispensatrice sono montati in un recesso frontale della parete della porta della lavastoviglie che si affaccia verso l?interno della relativa camera di lavaggio, e sono accoppiati in modo separabile tramite rispettivi attacchi fluidici, per consentire la rimozione del serbatoio a fini di ricarica. In una forma di attuazione, nel recesso frontale della parete della porta della lavastoviglie sono alloggiati due distinti serbatoi del tipo indicato, ciascuno dei quali associato in modo separabile ad una rispettiva pompa a pistone del tipo indicato, ciascuna pompa a pistone essere azionabile da un relativo attuatore a solenoide.
Anche tale soluzione risulta complicata, poco efficiente e di impiego scomodo per un utilizzatore, anche in relazione a rischi di fuoriuscite indesiderate di un agente di lavaggio dal relativo serbatoio, quando questo viene manipolato.
EP 2138088 A1 divulga un dispositivo dispensatore per lavastoviglie avente un corpo di dispensatore nel cui fonte ? definito un vano suscettibile di contenere una pastiglia di un agente di lavaggio. Il vano ? provvisto di uno sportello scorrevole, tramite il quale il vano pu? essere chiuso dopo il caricamento della pastiglia. Allo sportello ? operativamente associato un sistema di rilascio comandato elettricamente, per causare l?apertura dello sportello nel corso di un programma di lavaggio. Lo sportello ha un?estensione laterale sostanzialmente a forma di griglia, di modo che, quando lo sportello scorre nella sua posizione di apertura, l?estensione laterale viene a trovarsi di fronte al vano, per trattenere al suo interno la pastiglia nel prosieguo del programma di lavaggio.
Anche tale soluzione risulta complicata, poco efficiente e di impiego scomodo per un utilizzatore, anche in relazione a rischi di fuoriuscite indesiderate di un agente di lavaggio dal relativo serbatoio, quando questo viene manipolato.
EP0691101 A1 divulga un dispositivo dispensatore integrato per una lavastoviglie, avente un corpo di dispensatore destinato ad essere parzialmente inserito in un?apertura del lato interno di una porta reclinabile della lavastoviglie, ovvero il lato destinato ad affacciarsi verso l?interno della relativa camera di lavaggio. Il corpo di dispensatore definisce frontalmente un alloggiamento nel quale ? incernierato un serbatoio contenitore multi-dose per un detersivo in polvere, montato per essere spostabile tra una posizione inclinata di parziale estrazione, che consente il riempimento del serbatoio contenitore, ed una posizione di inserimento, nella quale il fronte del serbatoio contenitore ? sostanzialmente allineato al fronte del corpo dispensatore. Il serbatoio contenitore ? provvisto frontalmente di una finestra trasparente, che consente di verificare visivamente la quantit? detersivo in polvere.
Con soluzioni di questo tipo la verifica del contenuto del serbatoio ? disagevole, sia a causa di possibili appannamenti della finestra trasparente, sia a motivo del fatto che, essendo il dispensatore montato su una porta replicabile, il controllo visivo del livello pu? essere effettuato praticamente effettuato solo con la porta aperta, e quindi sostanzialmente in orizzontale: con un tale piano di giacitura del dispensatore, tuttavia, l?informazione desumibile attraverso la finestra pu? non essere significativa.
Pi? in generale, inoltre, in soluzioni in cui ? previsto un serbatoio asportabile o spostabile (ad esempio come descritto nei sopra citati US7845361 B1 e EP0691101), il controllo di livello ? demandato interamente all?utilizzatore, sul quale grava interamente l?onere di controllare visivamente la quantit? di agente di lavaggio contenuto nel serbatoio.
Inoltre, in soluzioni del tipo descritto nel sopra citato US7845361 B1, non sono infrequenti possibili errori di caricamento o rabbocco di un agente di lavaggio liquido nel relativo serbatoio, ovverosia un erroneo rabbocco di detersivo in un serbatoio destinato a contenere un additivo di risciacquo, o per converso un erroneo rabbocco di un additivo di risciacquo in un serbatoio destinato a contenere un detersivo di lavaggio: tali errori, particolarmente del secondo tipo indicato, possono avere conseguenze tali da pregiudicare l?operativit? del dispensatore o dell?intera macchina di lavaggio.
Scopo e sintesi dell?invenzione
Nei suoi termini generali, presente invenzione si propone di risolvere almeno uno o pi? degli inconvenienti sopra indicati. Questo ed altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito, sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispensatore di agenti di lavaggio aventi le caratteristiche delle rivendicazioni allegate. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell?insegnamento tecnico qui fornito in relazione all?invenzione.
In accordo ad un primo aspetto inventivo, la presente invenzione di propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, di comodo impiego per un utilizzatore ed in cui il controllo dell?erogazione di pi? agenti di lavaggio in forma liquida o semisolida sia efficiente ed economico.
In accordo ad un secondo aspetto inventivo, la presente invenzione di propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui siano ridotti o evitati i rischi di dispersioni dell?ambiente di un agente di lavaggio liquido o semisolido, a seguito di azioni eseguite da un utilizzatore sul dispensatore stesso.
In accordo ad un terzo aspetto inventivo, la presente invenzione si propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui l?utilizzo di pastiglie di detersivo sia comodo per un utilizzatore e la realizzazione del dispensatore sia economica.
In accordo ad un quarto aspetto inventivo, la presente invenzione si propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui, anche in presenza di parti spostabili destinate al contenimento di agenti di lavaggio, siano offerte ad un utilizzatore segnalazioni chiare ed efficienti in relazione al contenuto di tali parti mobili, e pi? in generale, a condizioni che attengono al funzionamento del dispensatore, in modo semplice e sicuro.
In accordo ad un quinto aspetto inventivo, la presente invenzione si propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui, in modo semplice ed efficiente, siano limitati i rischi di errore da parte di un utilizzatore nell?impiego del dispensatore, particolarmente per quanto riguarda operazioni di caricamento di agenti di lavaggio.
In accordo ad un sesto aspetto inventivo, la presente invenzione si propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui, anche in presenza di parti spostabili destinate al contenimento di agenti di lavaggio, sia possibile disporre in modo semplice e sicuro di informazioni precise in relazione al contenuto del dispensatore e/o di tali parti mobili.
In accordo ad un settimo aspetto inventivo, la presente invenzione si propone di realizzare un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, in particolare lavastoviglie, in cui, in modo semplice e sicuro, sia possibile prevenire o correggere eventuali malfunzionamenti dovuti ad errori di un utilizzatore in relazione all?impiego di un agente di lavaggio e/o o sia consentito un controllo pi? efficiente di un programma di trattamento eseguito dalla macchina di lavaggio sulla quale il dispensatore ? installato.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi dell?invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio non limitativo, nei quali:
- la figura 1 ? una vista prospettica schematica di una macchina lavastoviglie, con una porta frontale in posizione aperta, la lavastoviglie essendo provvista di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione dell?invenzione;
- la figura 2 ? una vista prospettica schematica di una parte di una parete di vasca di una lavastoviglie, sulla quale ? montato un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 3 e 4 sono viste prospettiche schematiche di due parti di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, relativamente ad un lato esterno ed un lato interno della parete di vasca mostrata in figura 2, rispettivamente;
- la figura 5 ? una vista prospettica schematica di una parte asportabile di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 6 ? una vista prospettica schematica del lato interno di una porzione di un corpo cavo appartenente ad una parte asportabile di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 7 una vista prospettica parzialmente sezionata di un corpo cavo appartenente ad una parte asportabile di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, con evidenziati possibili livelli di due diversi agenti di lavaggio;
- la figura 8 ? una vista simile a quella di figura 6, con evidenziati possibili livelli di due diversi agenti di lavaggio;
- le figure 9 e 10 sono viste schematiche parzialmente esplose, da diverse angolazioni, di una parte fissa di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 11 e 12 sono viste prospettiche schematiche di un fronte ed un retro di una parte fissa di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 13 e 14 sono viste prospettiche, parziali e sezionate, di una parte asportabile ed una parte fissa, accoppiate tra loro, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, in due diverse condizioni;
- la figura 15 ? una vista prospettica schematica di una parte asportabile ed una parte fissa, disaccoppiate tra loro, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 16 e 17 sono sezioni schematiche di un corpo cavo appartenete ad una parte asportabile di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, secondo un piano di sezione complesso, passante per due relative valvole di ritegno;
- la figura 18 ? una sezione verticale schematica di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 19 ? una vista frontale schematica, in parziale sezione, di una porzione di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 20 ? una vista posteriore schematica, in prospettiva, di una parte fissa di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, con alcuni componenti rimossi;
- la figura 21 ? una vista posteriore schematica, in elevazione, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione in una prima condizione operativa, con un relativo componente rappresentato solo parzialmente;
- la figura 22 ? una vista prospettica, parziale e schematica, di una porzione della parte di dispensatore di figura 21, nella suddetta prima condizione operativa, con un relativo componente rimosso;
- le figure 23-24, 25-26, 27-28 e 29-30 sono viste simili a quelle delle figure 21-22, rispettivamente, del dispensatore in una seconda, una terza, una quarta ed una quinta condizione operativa, rispettivamente;
- la figura 31 ? una vista parziale prospettica schematica, parzialmente sezionata, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione in una prima condizione operativa, con una relativa disposizione di bloccaggio/sbloccaggio in una rispettiva prima condizione;
- la figura 32 ? una sezione orizzontale, parziale e schematica, del dispensatore di figura 31, con la relativa disposizione di bloccaggio/sbloccaggio nella suddetta prima condizione;
- le figure 33-34 e 35-36 sono viste simili a quelle delle figure 31-32, rispettivamente, del dispensatore in una seconda ed una terza condizione della la relativa disposizione di bloccaggio/sbloccaggio;
- la figura 37 ? una sezione parziale e schematica di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 38 ? una vista prospettica, parziale e schematica, di una parte fissa di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 39-40 sono viste prospettiche schematiche di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 41 ? un dettaglio in maggior scala di figura 39,
- la figura 42 ? una vista prospettica schematica che mostra isolatamente alcuni componenti di un sistema di segnalazione un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 43 e 44 sono sezioni parziali e schematiche, secondo piani di sezione differenti, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione:
- le figure 45 e 46 sono viste parziali schematiche, rispettivamente frontale e prospettica sezionata, di una zona inferiore di una parte di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 47 ? una vista parziale e schematiche, parzialmente sezionata, di una porzione di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 48 e 49 sono viste simili a quelle delle figure 45-46, relative a forme ad un dispensatore secondo possibili forme di attuazione alternative;
- le figure 50 e 51 sono grafici che esemplificano i risultati di misurazioni di una grandezza elettrica effettuate mediante un dispositivo sensore che equipaggia un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 52 ? uno schema semplificato di un possibile circuito di controllo di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 53 ? uno schema semplificato di un primo possibile circuito di pilotaggio di un elemento sensibile di un dispositivo sensore di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 54 e 55 sono grafici che esemplificano i risultati di ulteriori misurazioni di una grandezza elettrica effettuate mediante un dispositivo sensore che equipaggia un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 56 ? uno schema semplificato di un secondo possibile circuito di pilotaggio di un elemento sensibile di un dispositivo sensore di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 57 e 58 sono viste prospettiche schematiche di una zona inferiore di una parte di un dispensatore, equipaggiata di un dispositivo sensore secondo possibili forme di attuazione, la figura 58 essendo in parziale sezione;
- la figura 59 ? una vista prospettica schematica di un corpo di un dispositivo sensore che equipaggia il dispensatore delle figure 57-58;
- le figure 60 e 61 sono una vista prospettica schematica ed una vista esplosa di una zona inferiore di una parte di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione, equipaggiata di un corpo di sensore secondo una possibile variante;
- la figura 62 ? vista prospettica schematica, in parziale sezione, di una zona inferiore di una parte di un dispensatore equipaggiata di un dispositivo sensore secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 63 e 64 sono viste schematiche, rispettivamente in prospettiva ed in esploso, di una parte di un dispositivo sensore secondo possibili forme di attuazione;
- la figura 65 ? una vista simile a quella di figura 63, relativa ad una possibile variante;
- le figure 66-67 sono grafici che esemplificano i risultati di misurazioni di una grandezza elettrica effettuate mediante un dispositivo sensore provvisto di una parte del tipo mostrato alle figure 63-64;
- le figure 68-69 sono grafici che esemplificano i risultati di misurazioni di una grandezza elettrica effettuate mediante un dispositivo sensore provvisto di una parte del tipo mostrato alle figure 63-64, ma con un rivestimento isolante rimosso;
- la figura 70, ? una vista prospettica schematica di un dispositivo sensore per un dispensatore, secondo possibili forme di attuazione;
- le figure 71 e 72 sono una vista prospettica sezionata ed una vista esplosa, entrambe schematiche, del dispositivo sensore di figura 70;
- le figure 73 e 74 sono rappresentazioni schematiche volte ad esemplificare un possibili principio di funzionamento di un dispositivo sensore del tipo mostrato nelle figure 70-72;
- le figure 75-77 sono sezioni schematiche di una zona inferiore di un dispensatore equipaggiato di un dispositivo sensore secondo ulteriori possibili forme di attuazione;
- la figura 78 ? una vista prospettica parziale e schematica, parzialmente sezionata, di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione; e
- le figure 79-82 sono viste schematiche in pianta di alcuni componenti di una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio che equipaggia il dispensatore di figura 71, in altrettante diverse condizioni.
Descrizione di forme di attuazione preferite
Il riferimento ad una forma di attuazione all?interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione ? compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, frasi come ?in una forma di attuazione?, ?in varie forme di attuazione? e simili, eventualmente presenti in diversi luoghi di questa descrizione, non sono necessariamente riferite alla stessa forma di attuazione. Inoltre, particolari conformazioni, strutture o caratteristiche definite all?interno di questa descrizione possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o pi? forme di attuazione, anche differenti da quelle raffigurate. I riferimenti numerici e spaziali (quali ?superiore?, ?inferiore?, ?alto?, ?basso?, eccetera) qui utilizzati sono soltanto per comodit? e non definiscono dunque l?ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione. Ove non diversamente specificato, nella descrizione e nelle rivendicazioni che seguono, con ?detersivo? si intende designare una sostanza detergente destinata all?impiego durante fasi di lavaggio in senso stretto di un programma di funzionamento di una lavastoviglie, ovverosia fasi finalizzate principalmente all?asportazione di sporco dalle stoviglie, mentre con ?additivo? si intende designare una sostanza liquida o semisolida accessoria, utilizzata in fasi diverse dalle fasi di lavaggio o in programmi appositi, quale ad esempio un additivo di risciacquo (o brillantante), o una sostanza profumante, o una sostanza anticalcare, o una sostanza igienizzante; con ?agente di lavaggio? si intende designare indifferentemente la sostanza detergente o la sostanza accessoria. Ove non diversamente indicato, con il termine ?liquido?, quando associato a termini quali ?detersivo?, ?additivo?, ?agente di lavaggio? (e plurali), si intende comunque designare - oltre che una sostanza liquida - anche una sostanza semiliquida/semisolida, quale ad esempio un gel.
Nelle figure sono utilizzati medesimi numeri di riferimento per indicare elementi analoghi o tra loro tecnicamente equivalenti. In varie figure ? omessa la rappresentazione di alcuni componenti, quando non necessari alla comprensione di specifiche caratteristiche descritte con riferimento a tali figure; per tale ragione, ad esempio, in varie figure non sono rappresentati conduttori di collegamento che attengono a parti elettriche del dispensatore, particolarmente a suoi sensori ed attuatori.
In figura 1 ? rappresentata in forma schematica una macchina di lavaggio domestica, indicata nel suo complesso con 1, equipaggiata con un dispensatore di almeno un agente di lavaggio realizzato secondo possibili forme di attuazione. Nel caso esemplificato, la macchina 1 ? intesa per il lavaggio di stoviglie, per cui nel seguito verr? fatto riferimento per semplicit? ad una lavastoviglie, fermo restando che l?invenzione ? applicabile anche ad altre tipologie di macchine di lavaggio, quali ad esempio lavabiancheria e lava-asciugatrici, nel qual caso il dispensatore potrebbe essere ubicato differentemente in funzione del tipo di macchina (carica dall?alto o carica frontale).
La lavastoviglie 1 ha un mobile o struttura 2 definente al proprio interno una vasca o camera di lavaggio 3. Con 4 ? indicata nel suo complesso una porta frontale della lavastoviglie 1, associata al mobile 2 in modo da poter essere spostata tra una posizione di apertura ed una posizione di chiusura. In varie forme di attuazione, quale quella esemplificata, la porta 4 ? spostabile angolarmente tra le suddette posizioni, preferibilmente ma non necessariamente secondo un asse sostanzialmente orizzontale. La lavastoviglie 1 potrebbe tuttavia essere di altro tipo, ad esempio con almeno una porta traslabile o scorrevole su apposite guide, ad esempio similmente a FR-A-2.674.426 A, oppure con un cestello di contenimento delle stoviglie configurato come cassetto scorrevole, la cui parete frontale realizza di una porta della macchina, ad esempio similmente a WO9833426 A.
La faccia interna della porta 4 include una parete di vasca mobile 5 (nota anche come ?controporta?), avente un lato esterno 5a che realizza la superficie frontale della vasca 3. La vasca 3 ? delimitata anche da una pluralit? di pareti di vasca fisse, una delle quali indicata con 6, che comprendono tipicamente due pareti laterali, una parete posteriore, una parete superiore o cielo ed una parete inferiore o fondo. In varie forme di attuazione le pareti che delimitano la vasca 1 sono pareti lastriformi, formate almeno in parte in lamiera metallica, quale acciaio inox. Non ? comunque escluso dall?ambito dell?invenzione il caso di pareti formate almeno parzialmente con materia plastica, ad esempio tramite stampaggio ad iniezione di un materiale termoplastico.
In varie forme di attuazione, su una delle pareti che delimitano la vasca 3 - qui la parete 5 - ? montato un dispensatore di agenti di lavaggio, indicato globalmente con 10 e solo schematizzato in figura 1, realizzato secondo possibili forme di attuazione dell?invenzione. Di preferenza, il dispensatore 10 ? montato in corrispondenza di almeno un?apertura passante definita nella parete di montaggio 5. La lavastoviglie 1 comprende tutti gli elementi normalmente noti per il suo funzionamento, che prescindono dalle finalit? dell?invenzione e che non verranno quindi qui descritti, tra i quali un circuito idraulico includente un sistema irroratore, almeno un cestello portastoviglie nella vasca, un sistema di controllo che sovraintende al funzionamento della macchina. Nel caso di figura 1 il sistema di controllo ? solo schematizzato, indicato con CS, e ad esempio comprende un controllore o scheda di controllo, preferibilmente includente un microcontrollore elettronico, che pu? essere allocata all?interno della porta 1.
Il montaggio sulla parete 5 della porta 4 deve essere inteso come esemplificativo in quanto, in altre forme di attuazione, il dispensatore 10 pu? essere installato su una qualsiasi delle pareti della vasca 3, ivi compresa una parete stazionaria, quale la parete laterale indicata con 6: pertanto, quanto qui di seguito descritto in relazione al montaggio del dispensatore 10 sulla parete 5 deve intendersi come esemplificativo anche del montaggio del dispensatore 10 su una qualsiasi altra parete della vasca 3, in particolare una sua parete verticale fissa. Il lato 5a qui definito ?esterno? della parete di montaggio 5 del dispensatore 10 (sia essa una parete mobile o una parete fissa) indica la superficie di tale parete rivolta verso l?interno della vasca 3, mentre il lato definito ?interno? (in seguito designato con 5b) indica la superficie della stessa parete opposta al lato esterno 5a, ad esempio corrispondente al lato interno di una intercapedine di una parete della macchina.
In varie forme di attuazione il dispensatore, ovvero il suo corpo nel complesso, comprende almeno due parti funzionali principali, tra le quali almeno una prima parte asportabile che ? configurata per essere accoppiabile in modo rilasciabile ad almeno una seconda parte, che ? fissata sulla parete di montaggio 5, particolarmente in corrispondenza della suddetta apertura passante. Ciascuna delle due parti principali del corpo di dispensatore comprende a sua volta pi? elementi, in seguito descritti. Nella figura 2 il dispensatore 10 ? mostrato in una condizione operativa assemblata rispetto alla parete 5, con la parte di dispensatore asportabile accoppiata sulla parte di dispensatore fissa. Il corpo di dispensatore nel complesso ha una dimensione di larghezza X, una dimensione di altezza Y ed una dimensione di profondit? Z, quest?ultima essendo identificata da un fronte ed un retro del corpo del dispensatore 10, il suo fronte essendo destinato ad essere esposto o affacciato verso l?interno della vasca 3 della lavastoviglie.
La parte di dispensatore asportabile e la parte di dispensatore fissa, che realizzano nel complesso il corpo di dispensatore, sono indicate rispettivamente con 100 e 200 nelle figure 3 e 4, dove sono mostrati in una loro condizione disaccoppiata, rispetto ai lati esterno 5a ed interno 5b della parete 5, rispettivamente. Le medesime parti 100 e 200 sono visibili isolatamente nelle figure 5 e 11, in vista prospettica frontale.
Riferendosi in particolare alle figure 3 e 5, la parte di dispensatore asportabile 100 comprende un corpo cavo 101 che adempie principalmente a funzioni di serbatoio per almeno un agente di lavaggio in forma liquida o semisolida (ovvero in forma di gel). In varie forme di attuazione preferenziali, il corpo cavo 101 definisce al proprio interno almeno due serbatoi, indicati schematicamente in figura 2 con R1e R2, ciascuno per un rispettivo agente di lavaggio del tipo indicato. Nel seguito si supponga che il serbatoio R1, di maggiore capacit?, sia destinato a contenere un detersivo di lavaggio, mentre il serbatoio R2 sia destinato a contenere un additivo di risciacquo, particolarmente un brillantante. Il serbatoio R2 potrebbe peraltro essere destinato contenere una differente sostanza accessoria, ad esempio una sostanza profumante, o una sostanza anticalcare, o una sostanza igienizzante. Si noti in ogni caso che la parte di dispensatore asportabile 100 potrebbe includere un unico serbatoio, oppure tre o pi? serbatoi, per ulteriori agenti di lavaggio. L?almeno un serbatoio R1 e/o R2 ? preferibilmente di tipo multi-dose, ovverosia suscettibile di contenere una quantit? del relativo agente di lavaggio sufficiente per effettuare una pluralit? di programmi operativi della lavastoviglie 1.
Si noti che i termini ?parte asportabile? o ?serbatoio?, quando riferiti al componente indicato complessivamente con 100, sono intesi designare un componente ricaricabile che equipaggia stabilmente il dispensatore, costituendone una parte essenziale, e che ? provvisto di un almeno un passaggio di caricamento dotato di un rispettivo mezzo di chiusura asportabile, per consentire ad un utilizzatore il rabbocco periodico del suo contenuto. La parte di corpo 100 non rappresenta quindi un componente di consumo usa e getta (disposable), quale una cartuccia preventivamente riempita con l?agente di lavaggio in fase produttiva e commercializzata in tale versione pronta all?uso, che tipicamente presuppone una foratura o lacerazione del suo corpo ai fini dell?utilizzo, per poi essere gettata quando risulta vuota.
Il corpo cavo 101 ? di preferenza formato in materiale plastico, ad un esempio un materiale termoplastico. In varie forme di attuazione, il corpo 101 ? formato da almeno due pezzi o parti unite tra loro a tenuta, ad esempio un pezzo anteriore 1011 ed un pezzo posteriore 1012. I pezzi di corpo 1011 e 1012 possono essere ad esempio stampati in materiale termoplastico e uniti tra loro a tenuta in corrispondenza di relative superfici di interfaccia, ad esempio saldate con sistema a lama calda.
In varie forme di attuazione, nel corpo cavo 101 sono identificate una porzione superiore 101a, complessivamente pi? profonda (dimensione Z) e meno alta (dimensione Y), ed una porzione inferiore 101b, complessivamente pi? sottile (dimensione Z) e pi? alta (dimensione Y). Le due porzioni 101a e 101b possono avere la stessa larghezza (dimensione X). Il fatto che la porzione del corpo cavo 101 avente maggior superficie (ovvero la porzione inferiore 101b) sia pi? sottile consente di limitare l?ingombro frontale del dispensatore 10, particolarmente quando esso ? sulla porta 4 della lavastoviglie. In tal modo, ad esempio, il dispensatore 10 pu? essere vantaggiosamente montato in una posizione della parete di vasca 5 tale per cui - con la porta chiusa - solo la porzione inferiore 101b, si venga a trovare di fronte ad un cestello porta-stoviglie alloggiato nella vasca 3, cos? evitando di dover predisporre cestelli pi? corti, e quindi aventi minore capacit? di carico. La presenza di una porzione superiore 101a pi? profonda pu? risultare conveniente per agevolare la definizione di un passaggio di caricamento per il rabbocco dell?agente di lavaggio nel relativo serbatoio, con un relativo elemento di chiusura operabile da un utilizzatore, quale un tappo o uno sportellino.
Entrambe le porzioni 101a e 101b sono internamente cave, almeno per una loro parte sostanziale. Di preferenza, la dimensione di profondit? massima (Z) del corpo cavo 101 in ogni sua zona ? minore rispetto alla sua larghezza (X) ed alla sua altezza (Y). Sempre di preferenza, l?altezza (Y) del corpo cavo 101 ? minore rispetto alla sua larghezza (X). Ovviamente tali dimensionamenti relativi potrebbero essere differenti, ad esempio in funzione delle necessit? di carico e/o della posizione di montaggio del dispensatore.
Come detto, in varie forme di attuazione, l?almeno un serbatoio R1 e/o R2 della parte di dispensatore asportabile 100 ha un rispettivo passaggio di caricamento, ovvero un rispettivo passaggio per il riempimento del rispettivo serbatoio, al quale ? associato un idoneo elemento di chiusura apribile e chiudibile da un utilizzatore, quale un tappo o, come negli esempi mostrati, uno sportello. E? possibile prevedere anche un tappo in una zona sottesa da uno sportello mobile.
Riferendosi in particolare alla figura 5, nell?esempio non limitativo mostrato, entrambi i serbatoi R1, R2 hanno un rispettivo passaggio di caricamento, indicato complessivamente con 103, che include un?apertura passante 103a della parete frontale 102 del corpo cavo 101. Nell?esempio, l?apertura 103a ? definita in corrispondenza di un fondo del passaggio 103, preferibilmente conformato come una rientranza sostanzialmente cilindrica.
Sempre con riferimento all?esempio di figura 5, a ciascun passaggio di caricamento 103 ? associato un relativo elemento di chiusura, qui costituito da uno sportello 1041, 1042, ad esempio formato in materia plastica stampata. Nell?esempio, ciascuno sportello 1041, 1042 ? incernierato al corpo cavo 101, onde potersi muovere angolarmente tra una posizione di apertura (figura 5), per consentire l?accesso al relativo passaggio di caricamento 103 ai fini del rabbocco dell?agente di lavaggio nel relativo serbatoio R1 o R2, ed una posizione di chiusura (figura 3), in cui il relativo passaggio di caricamento 103 ? chiuso dallo sportello. Come detto, al passaggio 103 potrebbe anche essere associato un tappo, in aggiunta allo sportello.
Nell?esempio, ciascuno sportello 1041, 1042 ? incernierato in una sua regione inferiore (con riferimento alla dimensione Y), al corpo cavo 101, ma ci? non costituisce caratteristica essenziale: almeno uno sportello potrebbe essere incernierato in una sua regione laterale, oppure potrebbe essere uno sportello di tipo scorrevole trasversalmente rispetto al relativo passaggio di caricamento, secondo tecnica nota nel settore dei dispensatori di lavastoviglie. In figura 6 con 104c sono indicate parti dei mezzi di incernieramento degli sportelli 1041, 1042.
Di preferenza, quando lo sportello opera direttamente da elemento di chiusura, tra lo sportello stesso ed il relativo passaggio di caricamento sono previsti mezzi di tenuta, suscettibili di cooperare quando lo sportello ? in posizione chiusa. Nell?esempio di figura 5, ciascun passaggio di caricamento 103 ha un bordo in rilievo 103b, preferibilmente avente profilo circolare, sul quale si pu? attestare frontalmente una relativa guarnizione 104a in elastomero, onde realizzare una tenuta. Di preferenza la guarnizione 104a ? montata in una relativa sede definita nel lato interno del relativo sportello 1041, 1042.
Sempre di preferenza, nel fronte del corpo cavo 101 ? definita una sede di ricezione, indicata con 103c in figura 5, particolarmente in forma di recesso del suddetto fronte, nell?ambito della quale si trova il passaggio di caricamento 103. La sede 103c ? configurata per essere occupata almeno parzialmente dal relativo sportello 1041, 1042, quando quest?ultimo ? nella rispettiva posizione chiusa.
In varie forme di attuazione il dispensatore ? montato su una porta ribaltabile della lavastoviglie ed all?almeno un serbatoio ? associato un sistema di prelievo del rispettivo agente di lavaggio che basa il proprio funzionamento sui movimenti della porta. Un tale sistema di prelievo ? preferibilmente associato al serbatoio di minore capacit? R2, che ? comunque suscettibile di contenere una quantit? di agente di lavaggio sufficiente per l?esecuzione di pi? programmi di trattamento svolti della lavastoviglie 1. In tale ottica, in varie forme di attuazione, nel serbatoio R2 ? definita una sotto-camera o volume di prelievo, suscettibile di contenere almeno una quantit? dell?agente di lavaggio sufficiente all?effettuazione di un singolo programma di trattamento. Il sistema di prelievo comprende o ha associati mezzi valvolari, che comprendono in particolare un organo otturatore operativo in corrispondenza di relativo passaggio d?uscita dell?agente di lavaggio. I suddetti mezzi valvolari sono controllabili per consentire il deflusso di almeno una dose di agente di lavaggio proveniente dal volume di prelievo verso l?interno della vasca di lavaggio 3 della lavastoviglie 1, attraverso il citato passaggio d?uscita. In varie forme di attuazione, il sistema di prelievo ? concepito di modo che, quando la porta 4 della lavastoviglie 1 viene portata nella posizione di apertura, sostanzialmente orizzontale, il volume di prelievo viene riempito da una corrispondente parte del contenuto del serbatoio R2, e quando la porta 4 viene successivamente portata nella posizione di chiusura, sostanzialmente verticale, il volume di prelievo ? in grado di trattenere il relativo contenuto, almeno sino all?attivazione dei suddetti mezzi valvolari.
In figura 6 ? rappresentata parzialmente una possibile struttura interna del corpo cavo 101, particolarmente del suo pezzo di corpo anteriore 1011, dove sono visibili alcuni degli elementi appartenenti al suddetto sistema di prelievo.
All?interno del corpo cavo 101 ? definito un primo complesso di pareti, indicato complessivamente con 106 (vedere anche figure 16-17), disposte in modo da delimitare il serbatoio R2 nell?ambito del volume interno del corpo cavo 101, in comunicazione di fluido con l?apertura 103a del relativo passaggio di caricamento 103: nell?esempio mostrato, la restante parte del volume interno del corpo cavo 101 realizza sostanzialmente il serbatoio R1 di maggiore capacit?. In figura 6 ? visibile solo parte del complesso di pareti 106 definito integralmente nel pezzo di corpo anteriore 1011, ma naturalmente anche il pezzo di corpo posteriore 1012 pu? definire una rispettiva parte di tale complesso di pareti.
All?interno del corpo cavo 101 ? definito altres? un secondo complesso di pareti, indicato complessivamente con 107 (vedere anche figure 16-17), disposte in modo da delimitare, nell?ambito del serbatoio R2, un volume di prelievo indicato con R2a. Il volume di prelievo R2a ? definito pi? in alto rispetto al fondo del serbatoio R2 (con riferimento alla dimensione di altezza Y) ed ? in comunicazione di fluido con una uscita di scarico del serbatoio stesso (in figura 6 la suddetta uscita non ? visibile, ma essa ? in posizione corrispondente all?organo di valvola indicato con 2302, in seguito descritto). Il volume R2a ? dimensionato - particolarmente tramite un suo bordo superiore 107a - in modo da poter contenere una frazione dell?agente di lavaggio contenuto nel serbatoio R2, tale frazione essendo preferibilmente maggiore rispetto ad una singola dose erogabile di tale agente di lavaggio. La figura 6 mostra solo parte del complesso di pareti 107 definito integralmente nel pezzo di corpo anteriore 1011, ma naturalmente anche il pezzo di corpo posteriore 1012 pu? definire una rispettiva parte di tale complesso.
Il volume R2a ? configurato per il suo riempimento con la suddetta frazione dell?agente di lavaggio del serbatoio R2 quando il piano di giacitura del dispensatore 10 ? sostanzialmente orizzontale (ovvero quando la porta 4 della lavastoviglie 1 ? aperta) e trattenere la stessa frazione quando il piano di giacitura del dispensatore 10 ? sostanzialmente verticale (ovvero quando la porta 4 della lavastoviglie ? chiusa), ai fini della successiva erogazione, come in seguito descritto. Come accennato, nell?esempio rappresentato, il livello di riempimento del volume di prelievo ? definito da un bordo superiore 107a del secondo complesso di pareti, che funge da stramazzo.
Nella successiva figura 7 la parte di dispensatore asportabile 100, ovvero il corpo cavo 101, ? mostrato parzialmente sezionato, in presenza di un livello massimo degli agenti di lavaggio WD e WA contenuti nei serbatoi R1 e R2 (come detto, l?agente WD pu? essere un detersivo di lavaggio, mentre l?agente WA pu? essere un additivo di risciacquo). Da tale figura si nota come, dopo la chiusura della porta 4 della lavastoviglie 1, ovvero quando il corpo cavo 101 viene portato dalla posizione orizzontale alla posizione verticale, il volume di prelievo R2a viene riempito sostanzialmente sino al livello determinato dal bordo superiore 107a del secondo complesso di pareti 107.
La successiva figura 8 mostra il solo pezzo anteriore 1011 del corpo cavo 101, in presenza di un livello minimo degli agenti di lavaggio WD e WA contenuti nei serbatoi R1 e R2 (la rappresentazione degli agenti di lavaggio WD e WA ? qui artificiosa, volta unicamente ad esemplificare la condizione discussa). Come si intuisce, pur in presenza di un livello minimo dell?agente di lavaggio WA, anche nel caso rappresentato, lo spostamento della porta 4 dalla posizione orizzontale di apertura alla posizione verticale di chiusura determina il riempimento del volume di prelievo R2a sostanzialmente sino al livello di stramazzo definito dal bordo superiore 107a del secondo complesso di pareti 107. In tal modo viene garantito un riempimento costante del volume di prelievo R2a, sostanzialmente sino al livello di stramazzo, sia nel caso livello minimo che nel caso di livello massimo o intermedio dell?agente di lavaggio WA nel rispettivo serbatoio R2.
Nelle figure 6-8 ? anche visibile parte di un sensore che, in varie forme di attuazione, ? utilizzabile per segnalare l?eventuale discesa dell?agente di lavaggio WA al di sotto di un livello minimo predeterminato.
Riferendosi in particolare alla figura 6, il sensore comprende un corpo galleggiante 110 vincolato all?interno del serbatoio R2 in modo da compiere spostamenti che sono funzione del livello dell?agente liquido WA. Nell?esempio, il corpo galleggiante 110 ? incernierato ad un perno 110a, ad esempio definito integralmente dal pezzo anteriore 1011 del corpo cavo 101, in modo da poter oscillare tra una posizione sollevata, rappresentata nelle figure, ed una posizione abbassata. Naturalmente il corpo galleggiante 100 potrebbe essere vincolato in altro modo, ad esempio per essere scorrevole linearmente nella direzione di altezza del dispensatore (dimensione Y), ad esempio tramite apposite guide laterali definite nel corpo cavo 101.
Al corpo galleggiante 110 pu? essere associato un elemento 110b per l?eccitazione di un rilevatore elettrico, posto all?esterno del corpo cavo 101, particolarmente montato sulla parte di dispensatore fissa 200 in una posizione a cui ? destinato ad affacciarsi il corpo galleggiante 110, quando la parte di dispensatore asportabile 100 ? montata sulla parte di dispensatore fissa 200. Un tale rilevatore ? indicato con RD solo figura 3, in posizione retrostante ad una parete del fronte della parte di dispensatore fissa 200. Nell?esempio, si supponga che l?elemento di eccitazione 110b sia un elemento magnetico, e che il relativo rilevatore RD all?esterno del corpo cavo 101 sia un rilevatore di campo magnetico, in particolare ad effetto di Hall, o un contatto o interruttore magnetico, ad esempio di tipo Reed. Naturalmente, per un tale caso, le pareti del corpo cavo 101 e del fronte della parte di dispensatore fissa 200 che risultano interposte tra il corpo galleggiante 110 e ed il rilevatore RD sono formate con materiale permeabile al campo magnetico generato dall?elemento di eccitazione 110b.
Quando nel serbatoio R2 ? presente una quantit? di agente di lavaggio WA superiore ad un livello minimo predeterminato, il corpo galleggiante 101 permane nella sua posizione sollevata, eccitando (o non eccitando) di conseguenza il relativo rilevatore elettrico esterno RD. Per contro, quanto la quantit? dell?agente di lavaggio WA scende al di sotto del suddetto livello minimo predeterminato, il corpo galleggiante 110 ? portato ad assumere la relativa posizione abbassata, di conseguenza non eccitando pi? (o iniziando ad eccitare) il relativo sensore elettrico esterno RD. L?informazione di livello cos? generata dal sensore di livello 110-RD pu? essere ad esempio utilizzata per attivare un sistema di segnalazione, volto a richiamare l?attenzione di un utilizzatore della lavastoviglie 1 in merito alla necessit? di provvede al rabbocco dell?agente di lavaggio WA nel relativo serbatoio R2. Dopo un tale rabbocco, naturalmente, il corpo galleggiante 110 ritorner? nella rispettiva posizione sollevata, facendo venire meno la segnalazione.
Naturalmente il principio di rilevazione dello spostamento del corpo galleggiante 110 pu? essere diverso da quello della rilevazione di un campo magnetico, ad esempio con una rilevazione di tipo induttivo o ottico (ad esempio la parete del corpo cavo 101 che separa il corpo galleggiante 110 dal relativo rilevatore elettrico esterno pu? essere trasparente ad una radiazione ottica, almeno in corrispondenza del corpo galleggiante, e la parete del fronte della parte di dispensatore fissa 200 dietro la quale si trova un rilevatore RD di tipo ottico ? analogamente trasparente o presenta una finestra trasparente, almeno in corrispondenza del rilevatore).
E? chiaro che un simile sistema a galleggiante ? utilizzabile anche per il serbatoio R1, La misura di livello nel serbatoio R1 e/o R2 potrebbe avvenire utilizzando altre tecniche di rilevazione, quale ad esempio un sistema basato sull?impiego di un sensore optoelettronico, includente un emettitore ed un ricevitore di luce. Nel caso di un dispensatore secondo possibili forme di attuazione dell?invenzione, un simile sensore optoelettronico pu? essere disposto sulla parte di dispensatore fissa 200 (ad esempio in corrispondenza di una finestra trasparente prevista nel fronte della parte 200) di modo che, quando la parte di dispensatore asportabile 100 ? nella rispettiva posizione operativa, il sensore optoelettronico risulta in posizione affacciata ad un prisma ottico definito da una parete trasparente del corpo cavo 101 (ad esempio la sua parete posteriore) che delimita un lato del relativo serbatoio R1 e/o R2. Ad esempio, quando il prisma risulta immerso nell?agente di lavaggio liquido, il fascio di luce emessa dall?emettitore viene in parte riflesso ed in parte rifratto in corrispondenza delle pareti inclinate del prisma immerse nel liquido, non raggiungendo il ricevitore, o raggiungendolo con intensit? limitata: in tal modo pu? essere desunta la presenza dell?agente di lavaggio liquido ad un livello corrispondente alla posizione del sensore. Viceversa, nel caso in cui il prisma non risulti immerso nell?agente di lavaggio liquido, il fascio di luce verr? sostanzialmente completamente riflesso in corrispondenza delle pareti inclinate del prisma, raggiungendo il ricevitore, o raggiungendolo con intensit? elevata: in tal modo pu? essere desunta l?assenza dell?agente di lavaggio liquido ad un livello corrispondente alla posizione del sensore.
In varie forme di attuazione nelle quali la parte di dispensatore asportabile ? provvista di almeno uno sportello, il dispensatore comprende almeno un corrispondente dispositivo di aggancio/rilascio, commutabile manualmente fra una posizione di aggancio ed una posizione di rilascio, per consentire lo spostamento dello sportello stesso fra la posizione di chiusura e la posizione di apertura. A tale scopo, allo sportello pu? essere anche associata una molla o simile elemento elastico, secondo tecnica in s? nota, operativo per sollecitare lo sportello stesso verso la rispettiva posizione di apertura.
Nell?esempio delle figure 3 e 5, a ciascuno sportello 1041, 1042 ? associato un relativo dispositivo di aggancio/rilascio 1051, 1052, rispettivamente. I due dispositivi indicati con 1051, 1052 hanno di preferenza analoga struttura e sono montati in modo sostanzialmente speculare l?uno rispetto all?altro.
In varie forme di attuazione, come nell?esempio delle figure 3 e 5, l?almeno un dispositivo di aggancio/rilascio 1051, 1052 ? montato sul corpo cavo 101, particolarmente in modo da avere una porzione accessibile, indicata con 105a, che ? operabile manualmente, ad esempio spostabile con un movimento angolare. Nell?esempio, la porzione operabile sporge oltre il bordo superiore (con riferimento alla dimensione Y) del corpo cavo 101 ed il dispositivo 1051, 1052 ? montato in corrispondenza del retro del corpo cavo 101.
Di preferenza, la porzione operabile 105a definisce o ha associato un elemento di aggancio 105b, suscettibile di cooperare con il relativo sportello onde mantenerlo nella posizione chiusa. Nell?esempio mostrato, a tale scopo, il corpo dello sportello 1041 e/o 1042 definisce una sede 104b, in corrispondenza di una sua zona opposta al lato di incernieramento, in cui l?elemento di aggancio 105b ? si impegna quando il relativo sportello ? chiuso (vedere figura 3).
In varie forme di attuazione, l?almeno un dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e/o 1052 ? essenzialmente costituito da un elemento a leva, che ? incerniero per rotare attorno ad un rispettivo asse che si estende sostanzialmente nella direzione di profondit? (dimensione Z) del dispensatore 10. Come visibile ad esempio in figura 4, l?asse di rotazione pu? essere definito da perno 105c definito o associato al retro del corpo cavo 101, e l?elemento a leva 1051 e/o 1052 comprende un braccio di leva 105d che definisce o ha associata la porzione operabile 105a, con il relativo elemento di aggancio 105b (figure 3, 5). Anche all?elemento a leva 1051 e/o 1052 pu? essere anche associata una molla o simile elemento elastico, secondo tecnica in s? nota, operativo per sollecitare l?elemento stesso verso la rispettiva posizione di aggancio relativamente al corrispondente sportello 1041 e/o 1042.
In varie forme di attuazione, l?elemento a leva 1051 e/o 1052 ? sostanzialmente in forma di leva di primo genere, e quindi presenta anche un altro braccio di leva 105e, che si estende dalla parte generalmente opposta rispetto al braccio di leva. 105d. La funzione di questo eventuale ulteriore braccio di leva 105e verr? spiegata in seguito, in relazione ad una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio che pu? equipaggiare il dispensatore secondo varie forme di attuazione.
In varie forme di attuazione, nel fronte del corpo di dispensatore ? definito un alloggiamento, configurato per ricevere una pastiglia includente uno o pi? agenti di lavaggio, e quindi anche pastiglie del tipo noto come ?2 in 1? o ?3 in 1?. Il termine ?pastiglia? ? inteso designare sia pastiglie in forma solida, sia pastiglie - anche note come ?tabs? o ?pods? - del tipo in cui uno o pi? agenti di lavaggio in forma liquida o semisolida sono racchiusi in un involucro formato da una pellicola solubile in acqua (tipicamente un polimero, quale polivinilacetato ? PVA).
Il citato alloggiamento ? direttamente esposto nel suo complesso, in corrispondenza del fronte del dispensatore, ovverosia ? privo di sportelli o simili elementi di chiusura mobili. L?alloggiamento ha una porzione di contenimento anteriore che ? direttamente esposta in corrispondenza del fronte del corpo di dispensatore, ed ha un fondo, che si estende trasversalmente alla dimensione di altezza Y e che ha almeno un passaggio di scolo. Di preferenza, l?almeno un passaggio di scolo ? definito tra la porzione di contenimento anteriore ed il fondo dell?alloggiamento. Sempre a titolo preferenziale, la porzione di contenimento anteriore ha una struttura perforata, ovvero definente una o pi? aperture, ad esempio una struttura a griglia.
In varie forme di attuazione, la porzione di contenimento definisce un fronte dell?alloggiamento e, di preferenza, anche almeno parte di almeno uno di due fianchi laterali opposti dell?alloggiamento Di preferenza l?alloggiamento ha un?apertura superiore, ovvero generalmente opposta al fondo, configurata per consentire l?inserimento di una pastiglia nell?alloggiamento. Ci? agevola notevolmente il caricamento e lo scioglimento di una pastiglia .
Un tale alloggiamento ? indicato con 300 nelle figure 2-5, mentre con 301, 302 e 303 sono indicate la rispettiva struttura di contenimento anteriore, il rispettivo fondo ed un rispettivo canale di scolo (vedere anche figura 18). Una pastiglia di uno o pi? agenti di lavaggio ? esemplificata solo in figura 5, dove ? indicata con T. Nell?esempio, l?alloggiamento 300 ? aperto superiormente, per consentire un agevole inserimento della pastiglia T.
Come si intuisce, una pastiglia T pu? essere inserita nell?alloggiamento 300 prima dell?esecuzione di un programma di lavaggio. Nel corso di tale programma, parte dell?acqua spruzzata all?interno della vasca 3 della lavastoviglie 1, ad esempio mediante un noto sistema ad irroratori rotanti, pu? raggiungere l?alloggiamento 300, favorendo lo scioglimento della pastiglia T ed il deflusso della corrispondente miscela acqua-agente di lavaggio verso l?interno della vasca 3. Tale effetto ? reso possibile dalla presenza dell?almeno un passaggio di scolo 303, definito tra la porzione di contenimento anteriore 301 ed il fondo 302.
L?effetto di scioglimento della pastiglia T e di riversamento dell?agente di lavaggio in vasca ? ulteriormente favorito dalla presenza della porzione di contenimento anteriore 301 provvista di aperture, preferibilmente comprendente un? alternanza di pieni e vuoti, quale una struttura sostanzialmente a griglia, come nel caso esemplificato. La presenza di una o pi? aperture in corrispondenza del fronte dell?alloggiamento 300 agevola il passaggio dell?acqua spruzzata in ingresso, e della miscela acqua-detersivo in uscita. Uno o pi? getti di acqua possono anche giungere con una certa energia in corrispondenza dell?apertura o delle aperture della porzione 301, investendo direttamente parte della pastiglia T con una certa energia, che ne favorisce lo scioglimento. In varie forme di attuazione, un irroratore rotante della lavastoviglie 1 pu? essere predisposto per indirizzare almeno un getto di acqua ad un?altezza corrispondente a quella dell?alloggiamento 300 (a tale scopo potrebbe ad esempio essere sfruttato un ugello di spinta dell?irroratore). Ovviamente ? anche possibile dotare il sistema idraulico della lavastoviglie con un apposito ugello fisso, onde indirizzare un getto di acqua in corrispondenza dell?alloggiamento 300.
Naturalmente i getti di acqua possono investire direttamente la pastiglia T tramite l?apertura superiore o superiormente alla porzione di contenimento 301, quando questa realizza una sorta di ?parapetto? per la pastiglia stessa. In altri termini, la porzione di contenimento anteriore pu? avere un?altezza (dimensione Y) anche inferiore all?altezza complessiva dell?alloggiamento 300, o delle pastiglie di varia forma che essa pu? ricevere, e particolarmente un?altezza sufficiente a trattenere efficacemente una pastiglia T all?interno dell?alloggiamento 300 nonostante le tipiche vibrazioni di funzionamento della lavastoviglie 1 durante il funzionamento e nonostante l?energia degli eventuali getti d?acqua incidenti. La funzione di trattenimento ? eseguita dalla porzione 301 anche nel corso del movimento di chiusura e di aggancio della porta 3 della lavastoviglie 1, quando il dispensatore 10 ? montato sulla parete 5.
La presenza di uno o pi? passaggi di scolo 303 tra la porzione di contenimento ed il fondo 302 ? parimenti volta a consentire il deflusso dell?acqua e/o della miscela acqua-agente di lavaggio dall?alloggiamento 300, onde evitare ristagni all?interno dell?alloggiamento stesso. A tale scopo, in varie forme di attuazione preferenziali, il fondo 302 dell?alloggiamento 300 si estende generalmente inclinato verso il basso a partire dal suo retro verso il suo fronte (vedere anche figura 18). Il fondo 302 pu? essere realizzato inclinato in fase produttiva, oppure la sua inclinazione pu? essere determinata dal montaggio del dispensatore 10 sulla relativa parete di montaggio 5.
Il fondo 302 ? preferibilmente definito da una superficie imperforata del corpo di dispensatore. Nel fondo 302 possono eventualmente essere definiti rilievi che si estendono nella dimensione Y per l?appoggio localizzato della pastiglia T e/o incavi che si estendono nella dimensione Z, onde realizzare canali di scolo. Lo stesso fondo 302 potrebbe presentare una struttura avente uno o pi? aperture passanti o passaggi di scolo: in forme di attuazione di questo tipo, il fondo 302 pu? quindi essere in forma di parete sostanzialmente a sbalzo, ed eventualmente, il fronte del corpo cavo 101 pu? essere conformato in modo da definire una sorta di scivolo inferiormente ad una siffatta parete di fondo, onde favorire il deflusso della miscela acqua-agente di lavaggio verso la vasca 3.
In varie forme di attuazione, la porzione di contenimento 301 definisce almeno un fronte dell?alloggiamento 300. In varie forme di attuazione preferenziali, la porzione di contenimento 301 definisce almeno parte di uno di due fianchi laterali opposti dell?alloggiamento. Nell?esempio mostrato, la porzione 301 definisce sia il fronte che parte di entrambi i fianchi laterali dell?alloggiamento, una tale parte essendo indicata con 304 in figura 5. Sempre riferendo all?esempio mostrato, sia il fronte che la parte 304 dei fianchi hanno struttura perforata, il che agevola ulteriormente il raggiungimento dell?interno dell?alloggiamento 300 da parte dell?acqua spruzzata entro la vasca 3 ed il deflusso della miscela acqua-agente di lavaggio verso l?interno della vasca 3. In possibili varianti solo il fronte o solo le parti 304, o almeno una di esse, potrebbe essere perforata.
Almeno una parte dei due fianchi opposti dell?alloggiamento 300 pu? essere definita da rispettive superfici imperforate del corpo di dispensatore, ovvero del corpo cavo 101, nell?esempio. Nell?esempio, tali superfici laterali imperforate sono indicate con 305 in figura 3. Similmente, anche il retro dell?alloggiamento 300 pu? essere definito da una superficie imperforata 306 del corpo di dispensatore, qui la parte di dispensatore asportabile 100, ovvero il suo corpo cavo 101. Di preferenza, la superficie imperforata 306 che definisce il retro e le superfici imperforate 305 che definiscono parte dei fianchi sono raccordate tra loro e/o rispetto alla superficie che definisce il fondo 302 tramite porzioni di superficie raggiata o inclinata, onde favorire ulteriormente il deflusso del liquido (due di tali porzioni raggiate sono visibili in figura 18, indicate con 307 e 308).
Di preferenza, l?alloggiamento ? definito integralmente da una parte del corpo di dispensatore 10, qui la parte di dispensatore asportabile 100, ovvero il suo corpo cavo 101. Tuttavia, in possibili varianti, l?alloggiamento pu? essere almeno in parte definito da pareti o una struttura associata al corpo di dispensatore 10, quale ad esempio una struttura forata o a griglia stampata a parte e poi fissata al corpo di dispensatore 10, ad esempio tramite incastri o agganci o tramite saldatura.
In varie forme di attuazione preferenziali la struttura perforata della porzione di contenimento anteriore 301 (e/o del fondo 302) ? formata da una o pi? parti trasversali (ovvero che si estendono secondo la dimensione X) e/o da una o pi? parti montanti (ovvero che si estendono secondo la dimensione Y). Nel caso siano previste sia parti trasversali sia parti montanti, le stesse possono essere collegate o incrociate tra loro. Tale tipo di realizzazione semplifica l?ottenimento dell?alloggiamento 300 tramite stampaggio del corpo di dispensatore, consentendo al contempo di ottenere una struttura robusta e contraddistinta da vuoti sufficientemente ampi, preferibilmente una struttura sostanzialmente a griglia.
Le suddette parti trasversali e montanti - alcune indicate in figura 18 con 301a e 301b, rispettivamente - sono preferibilmente in forma di piccole aste o barre. Pi? in generale, la struttura descritta per l?alloggiamento 300 e/o per porzione di contenimento anteriore 301 semplifica nel suo complesso l?ottenimento tramite stampaggio di materia plastica, preferibilmente in un pezzo unico con la relativa parte del corpo di dispensatore, senza richiedere il fissaggio di parti separate.
Ovviamente la porzione di contenimento anteriore potrebbe avere struttura diversa da quella esemplificata, ferma restando la sua funzionalit? di trattenere la pastiglia T all?interno dell?alloggiamento ed agevolare il passaggio dell?acqua ed il deflusso della miscela acqua-agente di lavaggio. In possibili varianti di attuazione, la porzione di contenimento anteriore, preferibilmente comprendente almeno una parte di almeno uno dei fianchi dell?alloggiamento, ? ottenuta a parte tramite stampaggio di materia plastica, e successivamente associata o saldata alla relativa parte del corpo di dispensatore in cui ? definita la restante parte dell?alloggiamento.
Ancora a titolo preferenziale, l?alloggiamento 300 ? definito in una regione superiore del corpo di dispensatore, qui la parte di dispensatore asportabile 100, ovvero il suo corpo cavo 101, particolarmente con la relativa apertura superiore per il caricamento della pastiglia T pi? prossima al bordo superiore (con riferimento alla dimensione Y) del corpo di dispensatore; tuttavia l?alloggiamento 300 potrebbe anche essere definito in una regione inferiore del corpo di dispensatore 10.
Se in corrispondenza del fronte del corpo di dispensatore sono previste due aperture di caricamento 103 con relativi elementi di chiusura, come gli sportelli 1041, 1042 del caso esemplificato, l?alloggiamento 300 ? di preferenza definito in una posizione intermedia ad essi, e comunque in posizione tale da non costituire intralcio ai loro spostamenti; tuttavia l?alloggiamento 300 potrebbe anche essere definito in una regione laterale del corpo di dispensatore 10.
Naturalmente la forma e la posizione dell?alloggiamento 300, nonch? la forma della pastiglia T, possono variare da quanto mostrato a titolo esemplificativo. In termini generali l?alloggiamento avr? dimensioni tali da poter ricevere e trattenere efficacemente pastiglie di varie fogge e dimensioni, come disponibili sul mercato, senza comportare necessariamente un verso di introduzione predeterminato. Indicativamente, l?alloggiamento 300 potr? avere una larghezza utile (dimensione X) compresa tra 50 e 60 mm, una profondit? utile (dimensione Z) compresa tra 20 e 30 mm, ed un?altezza (dimensione Y) della struttura a griglia 301 compresa tra 30 e 40.
La presenza dell?alloggiamento 300 consente di impiegare pastiglie T in abbinamento al dispensatore 10, senza per? dover dotare quest?ultimo di uno specifico vano chiuso da uno sportellino con associato un relativo sistema di apertura automatica, come invece avviene nei tradizionali dispensatori per lavastoviglie, dove un vano per il contenimento di una dose di un agente di lavaggio in polvere, dotato di un proprio sportello avente associato un sistema di apertura comandato elettricamente, deve essere sfruttato per contenere la pastiglia.
Come gi? accennato, in varie forme di attuazione l?almeno un serbatoio R1 e/o R2 previsto nella parte di dispensatore asportabile 100 presenta una rispettiva uscita, definita in corrispondenza del retro del corpo cavo 101.
In figura 4 ? visibile una parete posteriore del corpo cavo, indicata con 111, che ne definisce il retro, mentre con 112 e 113 sono indicate le uscite del serbatoio R1 e R2. Di preferenza, ciascuna uscita 112, 113 ? definita in una posizione generalmente inferiore (con riferimento alla dimensione Y) del relativo serbatoio. Sempre preferibilmente, ciascuna uscita 112, 113 ? definita almeno in parte da un condotto tubolare 112a, 113a, preferibilmente di sezione cilindrica, suscettibile di accoppiarsi con un relativo ingresso, preferibilmente anch?esso includente un condotto tubolare di sezione congruente, previsto in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa 200.
In varie forme di attuazione, il retro della parte di dispensatore asportabile 100, ovvero del corpo cavo 101, ? conformata in modo da potersi accoppiare con, o ricevere, almeno una corrispondente porzione del fronte della parte di dispensatore fissa 200. In aggiunta e/o in alternativa, il fronte della parte di dispensatore fissa 200 pu? essere conformato in modo da potersi accoppiare con, o ricevere, almeno una corrispondente porzione del retro della parte di dispensatore asportabile 100.
Ad esempio, riferendosi ancora alla figura 4, la parete posteriore 111 del corpo cavo 101 ? conformata in modo da definire una sede o rientranza 114, avente una superficie di fondo 114a ed una superficie periferica 114b; nell?esempio la rientranza 114 ha sagoma generalmente circolare, con la superficie di fondo 114a che ? sostanzialmente circolare e la superficie periferica 114b che ? sostanzialmente cilindrica. Come si vedr?, la rientranza 114 ? suscettibile di essere occupata almeno parzialmente dal fronte della parte di dispensatore fissa 200, particolarmente al fine di ridurre gli ingombri complessivi nella dimensione Z e/o al fine di migliorare l?accoppiamento tra le parti e/o al fine di agevolare un utilizzatore nel riposizionamento della parte asportabile sulla parte fissa. Le due uscite 112 e 113 possono essere definite in corrispondenza della superficie di fondo 114a della rientranza 114 e sporgere da essa.
La parete posteriore 111 del corpo cavo 101 pu? essere convenientemente conformata per ospitare almeno parzialmente un componente della parte di dispensatore fissa che ? particolarmente ingombrante nella dimensione di profondit? Z. Ad esempio, sempre con riferimento figura 4, con 115 ? indicata una sede o rientranza della parete posteriore 111 (anch?essa avente una superficie di fondo ed una superficie periferica, non indicate) che ? destinata a ricevere parzialmente un alloggiamento di sezione corrispondente, che ? definito nel fronte della parte di dispensatore fissa 200 e nel quale ? parzialmente alloggiato un dispositivo attuatore, quale un motore elettrico (si veda a riferimento anche la figura 18, in cui un motore ? indicato con 404 ed il relativo alloggiamento ? indicato con 204-204a). La rientranza 115 pu? essere definita in corrispondenza della superficie di fondo 114a della rientranza 114; la rientranza 115 pu? quindi sporgere anch?essa verso l?interno del volume definito dal corpo cavo 101, oltre la rientranza 114.
Nella parete posteriore 111 del corpo cavo 101 possono essere definite una o pi? ulteriori sedi o rientranze idonee a ricevere corrispondenti parti del fronte della parte fissa di dispensatore 200. Ad esempio, ancora con riferimento alla figura 4, con 116 sono indicate due sedi o rientranze sagomate, preferibilmente ubicate nella parte superiore, che sono destinate a ricevere almeno alcune rispettive parti di una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio che, in possibili forme di attuazione, ? montata sul dispensatore 10. Nell?esempio, ciascuna rientranza 116 si estende a partire dalla superficie periferica 114b della rientranza 114 sino al bordo superiore del corpo cavo 101, ed ospita parte di un rispettivo dispositivo di aggancio/rilascio 1051, 1052 come precedentemente descritto.
In varie forme di attuazione sono previste due sedi sagomate laterali 117a-117b, particolarmente in posizioni diametrali sostanzialmente opposte della superficie periferica 114b della rientranza 114, ciascuna di tali sedi comprendendo di preferenza due diverse zone 117a e 117b opportunamente sagomate.
Le sedi 117a-117b sono destinate a ricevere e consentire il movimento di rispettivi elementi di aggancio mobili angolarmente (indicati ad esempio con 220c in figura 11 ed in seguito descritti) che, in possibili forme di attuazione, fanno parte di una disposizione di aggancio/sgancio (ad esempio di tipo a baionetta) operativo tra la parte di dispensatore asportabile 100 e la parte di dispensatore fissa 200. Nell?esempio ciascuna sede 117-117b si estende in direzione radiale verso l?esterno, a partire dalla superficie periferica 114b della rientranza 114.
Con 118 ? indicata una sede o rientranza sagomata inferiore, che ? destinata a ricevere e consentire il movimento angolare di un elemento di azionamento operabile manualmente (indicato con 220d in figura 3, ed in seguito descritto) che, in possibili forme di attuazione, fa parte della suddetta disposizione di aggancio/sgancio. Nell?esempio la rientranza 118 si estende a partire dalla superficie periferica 114b della rientranza 114 sino al bordo inferiore del corpo cavo 101.
Altre sedi o rientranze che si estendono a partire dalla superficie periferica 114b della rientranza 114 sino al bordo inferiore del corpo cavo 101 possono essere previste, in possibili forme di attuazione, ad esempio per alloggiare parzialmente un condotto di erogazione di un agente di lavaggio (quale il tratto di tubo indicato con 403c1 in figura 11, in seguito descritto) o per consentire il deflusso di un agente di lavaggio (come in seguito descritto): questo ? il caso delle rientranze indicate con 118a e 118b, rispettivamente, che nell?esempio sono definite nella direzione di profondit? Z a partire dal fondo della rientranza 118.
Si apprezzer? in ogni caso che, a prescindere dalla conformazione scelta per le pareti di interfaccia tra la parte asportabile 100 e la parte fissa 200, il funzionamento del dispensatore 10 nel corso di un programma di trattamento non implica alcun movimento della parte asportabile 100, che ? quindi accoppiata in posizione stazionaria sulla parte fissa 200.
La parte di dispensatore fissa 200 ? visibile nelle figure 3 e 4, relativamente ai lati esterno 5a ed interno 5b della relativa parete di montaggio 5, in esploso parziale nelle figure 9-10, ed isolatamente nelle figure 11 e 12.
Riferendosi inizialmente alla figura 3, la parte di dispensatore fissa 200 include un corpo principale 201, destinato ad essere montato in corrispondenza di una apertura passante della parete 5, preferibilmente un?apertura di profilo sostanzialmente circolare. Anche il corpo principale 201 ? ottenibile in materia plastica, ad esempio stramite stampaggio; se necessario, anche il corpo 201 pu? essere formato in pi? parti unite tra loro, ad esempio saldate tra loro o accoppiate in modo separabile, eventualmente con interposizione di elementi di tenuta.
Riferendosi in particolare alle figure 9-11, in varie forme di attuazione il corpo principale 201 ha una parete di fondo 201a ed una parete periferica 201b1-201b2 in corrispondenza della quale ? definita una flangia 201c sporgente radialmente verso l?esterno. Di preferenza, il corpo principale ? montato a partire dal lato esterno 5a della parete di montaggio 5, con la flangia 201c destinata ad attestarsi contro il suddetto lato esterno 5a, con eventuale interposizione di un elemento di tenuta, indicato con 202 nelle figure 9-10 (vedere anche figura 18), ad esempio una guarnizione anulare in elastomero.
In varie forme di attuazione, nella condizione montata, una porzione anteriore del corpo principale 201, indicata nel complesso con 203 in figura 3, sporge frontalmente rispetto al lato esterno 5a della parete 5, particolarmente per essere ricevuta nella rientranza 114 sopra descritta (figura 4), del retro della parte di dispensatore asportabile 100. Tale porzione sporgente 203 del corpo principale 201 ? realizzata dalla parete di fondo 201a e dalla parte di parete periferica 201b1 che estende frontalmente alla flangia 201c. Nell?esempio, a tale scopo, la parete di fondo 201a ? sostanzialmente circolare e la parete periferica 201b1-201b2, o almeno la sua parte 201b1, ? sostanzialmente cilindrica.
In varie forme di attuazione, dalla parete di fondo 201a si estende in avanti una ulteriore sporgenza cava, indicata con 204. Nell?esempio non limitativo mostrato, tale ulteriore sporgenza 204 ? destinata all?accoppiamento con la rientranza 115 (figura 4) del retro della parte di dispensatore asportabile 100 (vedere a riferimento anche la figura 18), ed a tale scopo la sporgenza 204 ha preferibilmente sagoma generalmente cilindrica, o altra forma sostanzialmente complementare alla rientranza 115.
In varie forme di attuazione, al dispensatore sono associati almeno una tra una disposizione di segnalazione ed una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio, possibili realizzazioni delle quali saranno descritte in seguito: in varie forme di attuazione, almeno un primo elemento funzionale di una tale disposizione ? montato sulla parte di dispensatore fissa ed ? destinato a cooperate con almeno un secondo elemento funzionale montato sulla parte di dispensatore asportabile. In tali forme di attuazione, l?almeno un primo elemento funzionale ? accessibile nella zona anteriore della parte di dispensatore fissa, onde potersi operativamente accoppiare, rispettivamente disaccoppiare, con l?almeno un secondo elemento funzionale. La porzione anteriore della parte di dispensatore fissa pu? essere conformata per supportare e/o guidare e/o posizionare un suddetto primo elemento funzionale.
A tale scopo, in varie forme di attuazione, nella porzione anteriore 203 ? definita almeno una formazione 205 di posizionamento e/o guida, preferibilmente formata integralmente con il corpo principale 201. Nell?esempio di figura 11 sono previste due formazioni 205, in posizioni speculari, che si estendono verso l?alto (con riferimento alla dimensione Y) a partire dalla parte di parete periferica 201b1 del corpo principale 201. Nell?esempio, ciascuna formazione 205 adempie funzioni di posizionamento e/o guida per almeno un elemento di blocco, appartenente alla suddetta disposizione di bloccaggio/sbloccaggio, e per almeno un elemento di trasmissione di luce, appartenente alla suddetta disposizione di segnalazione, i quali sono preferibilmente sostanzialmente paralleli tra loro e si estendono assialmente nella dimensione di altezza Y del dispensatore; in figura 11, due dei suddetti elementi di blocco sono indicati con 2061 e 2062, mentre due dei suddetti elementi di trasmissione di luce sono indicati con 207.
Ancora con riferimento alla figura 11, secondo possibili forme di attuazione, in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa 200 (ovvero della parete di fondo 201a del suo corpo principale 201) si apre almeno un ingresso per un agente di lavaggio, destinato al collegamento con una corrispondente uscita di un serbatoio definito nella parte di dispensatore asportabile 100. Nell?esempio raffigurato sono previsti un primo ingresso 210 ed un secondo ingresso 211, preferibilmente definiti da condotti tubolari e posizionati, ai quali sono accoppiabili in modo separabile le uscite 112 e 113 (figura 4) dei serbatoi R1 e R2, rispettivamente.
Sempre con particolare riferimento alla figura 11, in possibili forme di attuazione, in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa 200 (ovvero della parete 201a del suo corpo principale 201) si apre almeno un passaggio di erogazione 212 per un agente di lavaggio. Di preferenza, tale passaggio 212 si apre in corrispondenza di una scanalatura o incavo 213 della superficie frontale della parete di fondo 201a, che si estende verso il basso (con rifermento alla dimensione Y) almeno tra lo stesso passaggio 212 e la parte di parete periferica 201b1 del corpo principale 201, per lo scopo in seguito descritto. Nell?esempio raffigurato il passaggio 212 ? associato ad una disposizione di erogazione dell?agente di lavaggio proveniente dal serbatoio R2. In varie forme di attuazione, il dispensatore ha una disposizione di erogazione per l?agente di lavaggio contenuto in un serbatoio della parte di dispensatore asportabile, comprendente una pompa che ? preferibilmente montata sulla parte di dispensatore fissa. In varie forme di attuazione di questo tipo, almeno parte della pompa ? disposta entro un relativo alloggiamento definito in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa. In varie forme di attuazione preferenziali, almeno parte di tale alloggiamento si estende verso l?interno della vasca di lavaggio 3, ovvero si estende oltre un piano identificato dalla parete di montaggio 5 del dispensatore 10. In tal modo l?alloggiamento, e quindi almeno parte della pompa, possono essere allocati all?esterno della porta 3 della lavastoviglie 1 o comunque in posizione facilmente accessibile, il che risulta utile ? ad esempio ? a fini di manutenzione/riparazione/pulizia.
Nell?esempio raffigurato in figura 11 un tale alloggiamento ? indicato con 214 ed ? definito nella parete 201a della parte di corpo principale 201. Come si nota, almeno parte dell?alloggiamento si estende frontalmente oltre la flangia 201c sfruttata per il montaggio della parte di dispensatore fissa 200.
L?alloggiamento 214 ? di preferenza chiuso da un relativo coperchio asportabile, indicato con 215 ad esempio nelle figure 3 e 9-10, con eventuale interposizione di mezzi di tenuta, non raffigurati. In varie forme di attuazione il coperchio 215 ? montato in modo rimuovibile, per agevolare la pulizia dell?alloggiamento 214 e/o della pompa; in particolare, il coperchio 215 pu? essere quindi essere rimosso dal lato vasca. Nell?esempio, il coperchio 215 ? conformato onde definire un passaggio 215 per l?ingresso 210. Vantaggiosamente, in corrispondenza della superficie esterna della parete di fondo 201a del corpo principale 201 ? definita una sede 216 per il coperchio 215.
Pi? in generale, in varie forme di attuazione, almeno parte della pompa peristaltica ? montata o accessibile in corrispondenza di una porzione frontale della parte di dispensatore fissa, che nell?esempio ? rappresentata dalla porzione frontale sporgente 203 (come si ? visto, tale porzione 203 ? ricevibile nella corrispondente sede 114 definita nel retro della parte di dispensatore asportabile 100).
In varie forme di attuazione la parte di parete periferica 201b2 del corpo principale 201, che si estende posteriormente alla flangia 201c e che ? destinata all?inserimento attraverso la relativa apertura passante della parete di montaggio 5, ? predisposta per l?accoppiamento con almeno un elemento di ritegno, per il fissaggio della parte di dispensatore fissa 200 alla parete stessa. Riferendosi in particolare all?esempio delle figure 9-10, a tale scopo la parte di parete periferica 201b2 presenta una filettatura maschio (non indicata) sulla sua superficie esterna, sulla quale ? destinata ad essere avvitata una ghiera di ritegno, indicata complessivamente con 217, provvista di relativa filettatura femmina 217a (vedere anche figura 4, per la condizione assemblata delle due parti in questione). In alternativa ad un accoppiamento filettato, la parte di parete periferica 201b2 del corpo principale 201 e l?elemento di ritegno - qui rappresentato dalla ghiera 217 - potrebbero avere altra forma e/o essere provvisti di altri mezzi di reciproco accoppiamento, ad esempio in forma di attacco del tipo a baionetta e/o mezzi almeno in parte elastici per reciproco aggancio e/o provvisti di fori e relative viti di fissaggio. Anche l?elemento di ritegno 217 pu? essere formato in materia plastica.
La parete di fondo 201a e la parete periferica 201b1-201b1 del corpo principale 201 definiscono una cavit?, indicata globalmente con C ad esempio nelle figure 4, 9 e 12, all?interno della quale sono montati o definiti uno o pi? elementi funzionali del dispensatore 10, in seguito descritti.
In varie forme di attuazione il dispensatore comprende una disposizione operabile da un utilizzatore, per causare l?aggancio e lo sgancio della parte di dispensatore asportabile rispetto alla parte di dispensatore fissa. In varie forme di attuazione, la disposizione di aggancio/sgancio comprende almeno un elemento che, pur essendo montato sulla parte di dispensatore fissa, ? operabile nella zona anteriore del dispensatore, ovverosia la sua parte destinata a sporgere verso l?interno della vasca della macchina 1.
In varie forme di attuazione la suddetta disposizione include un organo di aggancio/sgancio mobile. Riferendosi in particolare alle figure 9-11, tale organo ? indicato nel complesso con 220, qui di tipo mobile angolarmente, che ? montato in corrispondenza della porzione anteriore 203 del corpo principale 201. L?organo 220 pu? essere formato in materia plastica.
Come visibile nelle figure 9-10, l?organo 220 ha un corpo ad anello, comprensivo di una parete periferica 220a, generalmente cilindrica, dalla quale ? preferibilmente ma non necessariamente - sporge radialmente verso l?esterno una flangia 220b. Il corpo ad anello 220a-220b ha un diametro interno leggermente maggiore rispetto alla parte di parete periferica 201b1, per poter essere vincolato su di essa in modo da poter ruotare. A tale scopo, in possibili realizzazioni, sulla parte di parete periferica 201b1 pu? essere prevista un?apposita sede, non rappresentata, nella quale l?organo girevole 220 ? impegnabile a scatto con possibilit? di rotazione.
In varie forme di attuazione l?organo girevole 220 ha almeno due elementi di aggancio 220c, particolarmente in forma di alette, preferibilmente in posizioni diametrali opposte, che sporgono in direzione radiale, preferibilmente a partire dalla parete periferica 220a. In varie forme di attuazione dall?organo girevole 220, particolarmente dalla sua flangia 220b se prevista, sporge radialmente un elemento operabile manualmente, in guisa di leva, indicato con 220d. Preferibilmente l?elemento operabile 220d si estende verso il basso (con riferimento alla dimensione Y) sostanzialmente in corrispondenza del suo punto morto inferiore, ad una distanza angolare di circa 90? rispetto a ciascun elemento di aggancio 220c. Sempre a titolo preferenziale, l?elemento 220d ha lunghezza e conformazione tale da poter essere operabile dal fronte del dispensatore 10 anche quando la parte di dispensatore asportabile 100 ? accoppiata sulla parte di dispensatore fissa 200 (si vedano ad esempio le figure 2 e 18).
In varie forme di attuazione, l?organo 220 presenta uno o pi? scarichi o recessi, onde evitare, nel corso del suo spostamento angolare, possibili interferenze con uno o pi? corrispondenti elementi fissi della parte di corpo principale 201. Tali recessi possono estendersi sulla parete periferica 220a e/o sulla flangia 220b.
Ad esempio, riferendo alle figure 9 e 10, con 220e sono indicati due recessi, destinati a trovarsi in corrispondenza delle formazioni 205 che si estendono a partire dalla parte di parete periferica 201b1 del corpo principale 201. Come si nota anche figura 11, i recessi 220e hanno un?estensione angolare maggiore rispetto a quella delle formazioni 205 e sono disposti rispetto ad esse onde consentire il movimento angolare dell?organo girevole 220. Un recesso di analoga funzione, indicato con 220f, ? previsto nella zona inferiore dell?organo girevole 220, particolarmente per evitare interferenze di movimento con un?uscita di erogazione (si vedano gli elementi indicati con 219 e 403c1 in figura 11, in seguito descritti) che si estende oltre la superficie esterna della parte di parete periferica 201b1 del corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200.
Ancora con riferimento alle figure 9-11, con 220g ? infine indicato un recesso che, nella condizione operativa del dispensatore 10, ovvero con la parte di dispensatore asportabile 100 agganciata sulla parte di dispensatore fissa 200, risulta allineato all?estremit? d?uscita dell?incavo di scarico 213 in precedenza descritto, onde consentire il deflusso per gravit? di una dose di un agente di lavaggio erogato.
Nelle figure 13 e 14 ? esemplificata la modalit? di funzionamento della disposizione di aggancio/sgancio comprensiva dell?organo girevole 220. Come precedentemente indicato, nella condizione operativa del dispensatore 10, all?interno del recesso 114 (vedere anche figura 4) del retro del corpo cavo 101 della parte di dispensatore asportabile 100 risulta alloggiata la porzione anteriore sporgente 203 (vedere anche figura 3) del corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200; allo stesso modo, le formazioni di posizionamento e/o guida 205 si trovano nell?ambito dei recessi 116 (figura 4) del retro del corpo cavo 101.
In tale condizione agganciata, come rappresentata in figura 13, gli elementi di aggancio 220c dell?organo girevole 220 sono impegnati nelle rispettive sedi sagomate definite nella superficie periferica 114b della rientranza 114, particolarmente nella loro zona di impegno 117a (vedere anche figura 4): in tal modo ? garantito il fermo accoppiamento tra la parte di dispensatore asportabile 100 e la parte di dispensatore fissa 200. Come detto, nell?esempio delle figure 4 e 13-14, le citate sedi sono sagomate per realizzare un aggancio sostanzialmente del tipo a baionetta, ed hanno quindi ciascuna una zona di impegno 117a ed una zona di rilascio 117b (non visibile nelle figure 13-14 ma indicata in figura 4) per gli elementi di aggancio 220c.
Come rappresentato in figura 14, quando ? necessario procedere alla rimozione della parte di dispensatore asportabile 100 dalla parte di dispensatore fissa 200, un utilizzatore deve causare una rotazione ? qui in senso antiorario ? dell?organo girevole 220 rispetto al corpo principale 201 sul quale lo stesso elemento 220 ? montato, come indicato dalla freccia UL. A tale scopo ? utilizzabile la parte operabile 220d dell?organo girevole 220, sporgente in basso oltre il corpo cavo 101. In tal modo, a seguito della rotazione impartita all?organo girevole 220, gli elementi di aggancio 220c si liberano dalle rispettive zone di impegno 117a delle relative sedi, andando ad occupare le corrispondenti zone di rilascio (117b - vedere figura 4): in tale condizione di sgancio manuale la parte di dispensatore asportabile 100 pu? quindi essere rimossa dalla parte di dispensatore fissa 200 (salvo l?eventuale presenza di ulteriori elementi di blocco, come in seguito esemplificato).
Si apprezzer? che, a partire dalla condizione di figura 14, dopo aver riposizionato la parte 100 sulla parte 200, il riaggancio manuale potr? essere ottenuto semplicemente determinando una rotazione opposta dell?organo girevole 200, ossia una rotazione nel verso opposto a quello indicato dalla freccia UL di figura 14.
In varie forme di attuazione preferenziali, i movimenti di accoppiamento e disaccoppiamento tra la parte di dispensatore asportabile e la parte di dispensatore fissa avvengono in direzione sostanzialmente lineare, particolarmente nella dimensione (Z) di profondit? del dispensatore. In tali forme di attuazione, una disposizione di aggancio/sgancio del tipo esemplificato risulta particolarmente vantaggioso, in vista della sua semplicit? di realizzazione.
Si noti comunque che la disposizione di aggancio/sgancio tra le parti 100 e 200 del dispensatore 10 pu? essere diversa da quella esemplificata, secondo modalit? che appaiono chiare alla persona esperta del settore. Si segnala, ad esempio, che un meccanismo con aggancio a baionetta potrebbe aver configurazione invertita a quella esemplificata, ovvero con un organo girevole funzionalmente analogo a quello indicato con 220 che ? montato sul retro della parte di corpo di pensatore mobile 100 e con le rispettive sedi di aggancio definite in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa. In altre realizzazioni la disposizione di aggancio/sgancio tra le parti 100 e 200 potrebbe essere basata sull?impiego di almeno un organo di aggancio/sgancio mobile linearmente, anzich? angolarmente, ad esempio comprendente un cursore.
Come si ? visto, in varie forme di attuazione, la parte di dispensatore asportabile include almeno un serbatoio, avente in una sua parte inferiore una rispettiva uscita, in corrispondenza del retro del corpo cavo destinato ad essere affacciato al fronte della parte di dispensatore fissa, e con l?uscita che ? accoppiabile in modo separabile ad un corrispondente ingresso che ? in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa. In realizzazioni di questo tipo, l?ingresso ? collegato in comunicazione di fluido con una relativa disposizione di erogazione, configurata per erogare quantit? dosate dell?agente di lavaggio proveniente dal relativo serbatoio. In forme di attuazione particolarmente vantaggiose di questo tipo, sul corpo cavo ? monta almeno una valvola di ritegno, in corrispondenza dell?uscita del serbatoio, che ? configurata per assumere una rispettiva posizione di apertura a seguito dell?accoppiamento tra l?uscita e l?ingresso e per assumere una rispettiva posizione di chiusura a seguito del disaccoppiamento tra l?uscita e l?ingresso. La valvola di ritegno ? quindi una valvola che commuta automaticamente dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura quando la parte di dispensatore mobile viene rimossa dalla parte di dispensatore fissa, e commuta dalla posizione di chiusura alla posizione di apertura quando la parte di dispensatore mobile viene accoppiata alla parte di dispensatore fissa. In tal modo ? possibile evitare perdite indesiderate dell?agente di lavaggio quando la parte di dispensatore asportabile viene rimossa.
In varie forme di attuazione, quali quelle esemplificate nelle figure, il corpo cavo definisce due serbatoi, ciascuno con una propria uscita, e con due corrispondenti ingressi sulla parte di dispensatore fissa: in tali casi, una suddetta valvola di ritegno pu? essere montata in corrispondenza di ciascuna uscita.
Il concetto, con riferimento agli esempi sinora descritti, ? illustrato in forma schematica in figura 15, dove si nota come le uscite 112 e 113 del corpo cavo 101 siano destinate all?inserimento negli ingressi 210 e 211, rispettivamente, del corpo principale 201. Come detto, di preferenza, le uscite 112 e 123, da un lato, e gli ingressi 210 e 211, dall?altro lato, hanno almeno in parte una configurazione tubolare, onde agevolare un reciproco innesto nella direzione di accoppiamento della parte di dispensatore asportabile 100 sulla parte di dispensatore fissa 200. Alle uscite o agli ingressi possono essere eventualmente associate rispettive guarnizioni anulari, onde migliorare - se necessario - la tenuta fluidica.
La disposizione tubolare delle uscite 112 e 123 e gli ingressi 210 e 211 ? preferibilmente tale da agevolare una rispettiva tenuta, ad esempio tramite rispettivi elementi di tenuta, particolarmente in forma anulare, dove detta tenuta potrebbe essere di tipo assiale o di tipo radiale. Ad esempio, per una tenuta di tipo assiale potrebbe essere previsto un elemento di tenuta anulare operativo tra la testa tra ciascuna uscita ed una parete di riscontro nel corrispondente ingresso, mentre nel caso di una tenuta di tipo radiale potrebbe essere previsto un elemento di tenuta anulare operativo tra la parete tubolare dell?uscita e la parete tubolare del corrispondente ingresso. Preferibilmente le uscite 112 e 123 e gli ingressi 210 e 211 hanno sezione circolare, ovvero forma sostanzialmente cilindrica, a cui possono essere associati rispettivi elementi di tenuta anulari circolari, ad esempio in forma di o-ring; tuttavia la forma tubolare di uscite ed ingressi potrebbe essere di differente sezione (ad esempio poligonale), ma preferibilmente con angoli arrotondati.
Le suddette prima e seconda valvola di ritegno sono visibili solo parzialmente in figura 15, indicate con 2301 e 2302, associate all?uscita 112 ed all?uscita 113, rispettivamente. Dalla figura si intuisce inoltre come, in varie forme di attuazione, il fronte della parte di dispensatore fissa 200 comprenda uno o pi? elementi di guida (quali la porzione sporgente 203, gli ingressi tubolari 211, 212, la sporgenza 204, le formazioni 205) ed il retro della parte di dispensatore asportabile 100 comprenda uno o pi? elementi guidati (la rientranza 114, le uscite tubolari 112, 113, la sede 115, le rientranze 116), per definire una direzione e/o posizione di accoppiamento univoca tra le suddette parti mobile e stazionaria del dispensatore. Come si ? visto, di preferenza, l?accoppiamento avviene sostanzialmente secondo la dimensione di profondit? Z del dispensatore, ovvero in una direzione sostanzialmente ortogonale al fronte della parte di dispensatore fissa o della parete di montaggio del dispensatore.
Le valvole di ritegno 2301 e 2302, sono configurate ciascuna per assumere una rispettiva posizione di apertura a seguito dell?accoppiamento tra le uscite 112 e 113, da un lato, e gli ingressi 210 e 211, e per assumere una rispettiva posizione di chiusura a seguito del disaccoppiamento tra le uscite 112 e 113, da un lato, e gli ingressi 210 e 211, dall?altro lato. Nell?esempio le valvole di ritegno 2301 e 2302 determinano una chiusura e/o apertura automatica delle uscite 112 e 113 dei serbatoi R1 R2: nel caso di ulteriori serbatoi possono essere previste ulteriori valvole di ritegno sulle rispettive uscite.
Una possibile struttura delle valvole di ritegno 2301 e 2302 ? visibile nelle figure 16 e 17, che rappresentano una sezione schematica del solo corpo cavo 101.
Nell?esempio ciascuna valvola 2301 e 2302 comprende un organo di valvola 231 che ? inserito almeno parzialmente all?interno della relativa parte d?uscita tubolare 112a o 113a e che ? sollecitato da un elemento elastico 232, particolarmente una molla, verso la posizione di chiusura dell?uscita stessa. Di preferenza la molla 232 si estende nell?ambito del relativo serbatoio R1 o R2 ed ha una prima estremit? attestata contro una superficie interna del serbatoio stesso, opposta alla relativa parte d?uscita tubolare 112a o 113a; eventualmente, all?interno del serbatoio pu? essere definita una formazione di appoggio per la prima estremit? della molla 232, come esemplificato per la valvola 2302.
L?organo di valvola 231 ha un prima porzione 233 generalmente opposta alla molla 232, che si estende assialmente attraverso la relativa parte d?uscita tubolare 112a o 113a e che definisce un?estremit? di azionamento 233a dell?organo di valvola 230. Di preferenza, la prima porzione 233 dell?organo 231 presenta una serie di alette radiali (non indicate, ma ben visibili ad esempio in figura 6), onde agevolare il centraggio e/o la guida dell?organo stesso all?interno della relativa uscita tubolare, consentendone tuttavia lo scorrimento assiale ed il passaggio dell?agente di lavaggio. Sempre di preferenza, l?estremit? di azionamento 233a dell?organo di valvola 231 sporge oltre il bordo prossimale della relativa parte d?uscita tubolare 112a o 113a.
L?organo di valvola 231 ? provvisto di mezzi di tenuta, suscettibili di interagire con la relativa parte d?uscita tubolare 112a o 113a per determinarne l?apertura o la chiusura. Nell?esempio, a tale scopo, l?organo di valvola 231 definisce nella sua parte interna al rispettivo serbatoio R1 o R2 una flangia 234, sporgente radialmente verso l?esterno. Nell?esempio, in corrispondenza del lato della flangia 234 rivolto verso la relativa uscita 112 o 113 ? montata una guarnizione di tenuta, indicata con 235, preferibilmente un anello di tenuta avente diametro maggiore rispetto al diametro interno della relativa uscita, e quindi suscettibile di realizzare una tenuta frontale o assiale rispetto alla zona della superficie interna del serbatoio R1 o R2 che circonda l?imbocco dell?uscita stessa.
Nell?esempio, l?organo 231 della valvola di ritegno 2302 ha una seconda porzione 236, che si estende assialmente dalla flangia 234, in direzione opposta alla prima porzione 233, sulla quale pu? essere convenientemente calzata, e quindi guidata, una parte della relativa molla 232, la seconda estremit? della molla essendo preferibilmente attestata sul lato della flangia opposto alla relativa guarnizione 235. Sempre con riferimento all?esempio, la flangia 234 dell?organo 231 definisce, in corrispondenza del suo lato opposto alla guarnizione 235, una sede ? non indicata ? nella quale ? ricevuta, e quindi guidata, una parte della relativa molla 232, la seconda estremit? della molla essendo attestata sul fondo di tale sede.
Naturalmente le valvole di ritegno 2301 e 2302 potrebbero anche essere di analoga realizzazione. Nell?esempio, la diversa realizzazione ? motivata dal fatto che la valvola 2302 ? montata in una zona maggiormente profonda (dimensione Z) del corpo cavo, ovvero del serbatoio R2, con l?organo di valvola 231 che ? assialmente pi? lungo e per il quale risulta cos? consigliabile prevedere una porzione 236 di guida della molla 232 assialmente estesa.
La figura 16 rappresenta una condizione operativa delle valvole di ritegno 2031 e 2302 equivalente a quella che si verifica quando la parte di dispensatore asportabile 100 ? accoppiata sulla parte di dispensatore fissa. In tale condizione, l?estremit? di azionamento 233a dell?organo di valvola 231 ? attestata su di una corrispondente superficie di riscontro definita nella parte di dispensatore fissa 200, particolarmente in corrispondenza del relativo ingresso 210 o 211: in tal modo, l?organo di valvola 231 ? mantenuto in una posizione arretrata in contrasto all?azione della molla 232, a cui corrisponde la posizione di apertura della valvola di ritegno 2301 o 2302. In tale condizione, i mezzi di tenuta comprensivi della guarnizione 235 risultano distanziati dalla superficie interna del serbatoio R1 o R2 che circonda l?imbocco della parte d?uscita tubolare 112a o 133a, cos? consentendo il passaggio dell?agente di lavaggio nel rispettivo ingresso 210 o 211 della parte di dispensatore fissa 200.
La superficie di riscontro contro la quale si attesa l?estremit? di azionamento 233a dell?organo di valvola 231 ? preferibilmente definita entro il corrispondente ingresso 210 o 211 della parte di dispensatore fissa 200. Ad esempio, tale superficie pu? essere rappresentata dalla superficie interna di un fondo dell?ingresso 210 o 211 (il fondo degli ingressi 210 e 211 ? visibile in figura 12, dove ? indicato con 210b e 211b, rispettivamente), oppure definita da un apposito elemento definito all?interno dell?ingresso 210 o 211: questo secondo caso ? esemplificato in figura 18 per la valvola di ritegno 2301, dove all?interno dell?ingresso 210 si estende un elemento di riscontro 210c, sulla cui superficie frontale si attesa l?estremit? di azionamento del rispettivo organo di valvola, mantenendolo quindi nella posizione arretrata di apertura dell?uscita 112 o 113, in una condizione compressa della relativa molla.
Come visibile invece in figura 17, quando la parte di dispensatore asportabile 100 viene invece disaccoppiata dalla parte di dispensatore fissa 200, l?organo di valvola 231 ? spinto e mantenuto in una posizione avanzata sotto l?azione della relativa molla 232, a cui corrisponde la posizione di chiusura della valvola di ritegno 2301 o 2302. In tale condizione, i mezzi di tenuta comprensivi della guarnizione 235 risultano premuti per effetto della molla 232 sulla superficie interna del serbatoio R1 o R2 che circonda l?imbocco della parte d?uscita tubolare 112a o 113a, prevenendo cos? il deflusso dell?agente di lavaggio attraverso la rispettiva uscita 112, 113.
In varie forme di attuazione preferenziali, quali quelle esemplificate nelle figure, almeno due serbatoi R1 e R2 sono definiti in un corpo unico 101, ma in possibili varianti di attuazione, due o pi? serbatoi potrebbero essere tra loro distinti, ovvero appartenere ciascuno ad un rispettivo corpo cavo asportabile: in attuazioni di questo tipo la parte di dispensatore fissa avrebbe una struttura adattata di conseguenza, onde consentire l?accoppiamento meccanico e fluidico separabile dei corpi cavi, utilizzando ad esempio mezzi del tipo gi? sopra descritto. Anche in soluzioni di questo tipo ciascun corpo cavo potrebbe essere dotato di una valvola di ritegno del tipo descritto, in corrispondenza di una relativa uscita.
In varie forme di attuazione la parte di dispensatore asportabile include un primo ed un secondo serbatoio per un primo ed un secondo agente di lavaggio, rispettivamente, ed il dispensatore include una prima ed una seconda disposizione di erogazione, configurate ciascuna per erogare quantit? dosate del rispettivo primo o secondo agente di lavaggio, rispettivamente. In realizzazioni particolarmente vantaggiose di questo tipo, la prima disposizione di erogazione comprende una pompa peristaltica, che ha associata una disposizione di comando della seconda disposizione di erogazione, la pompa peristaltica essendo configurata per l?azionamento in un primo verso per causare l?erogazione di prime quantit? dosate del primo agente di lavaggio, ed azionabile in un secondo verso, per azionare la disposizione di comando, in modo da causare l?erogazione di seconde quantit? dosate del secondo agente di lavaggio, particolarmente tramite la seconda disposizione di erogazione.
In tali forme di attuazione, ciascuna disposizione di erogazione comprende di preferenza un condotto di erogazione, che si estende tra l?uscita del relativo serbatoio ed un?uscita di erogazione per le quantit? dosate del primo e del secondo agente di lavaggio, rispettivamente, con almeno una parte del condotto di erogazione della prima disposizione che ? deformabile della pompa peristaltica.
Una possibile realizzazione di una tale pompa peristaltica ? visibile ad esempio nelle figure 11, 12 e 18, in quest?ultima figura il dispensatore 10 essendo mostrato in una condizione operativa.
La pompa peristaltica ? indicata nel suo complesso con 400 in figura 11, per quanto in tale figura la pompa sia visibile solo una parte della pompa disposta entro l?alloggiamento 214 definito in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore fissa 200, ovvero del suo corpo principale 201. In tale figura, con 401 ? indicato un gruppo rotante della pompa 400, che reca uno o pi? elementi di compressione 402, ad esempio costituiti da rulli montati girevoli, secondo una circonferenza, su di una struttura (401a, figura 18) della testa 401. La pompa 400 comprende inoltre un condotto o tubo almeno in parte deformabile 403, di seguito indicato anche solo come ?tubo?. Preferibilmente il tubo 403 ha almeno una porzione intermedia 403a a contatto con e/o avvolta attorno agli elementi di compressione 402 del gruppo rotante 401 e che ? in contatto deformante con tali elementi. A tale scopo, in varie forme di attuazione, l?alloggiamento 214 definisce una superficie curva di contatto 214a, contro la quale appoggia la parte delle porzione intermedia di tubo 403a opposta agli elementi di compressione 402.
Nell?esempio, la porzione intermedia di tubo 403a ? definita tra una prima porzione di tubo 403b, qui definita ascendente, ed una seconda porzione di tubo 403c qui definita discendente, tali due porzioni di tubo 403b, 403c estendendo di preferenza almeno in parte sostanzialmente parallele, particolarmente nella dimensione di altezza (Y) del dispensatore 10. La portata d?uscita della pompa 400, ovvero la quantit? di agente di lavaggio erogato, pu? essere determinata secondo tecnica di per s? nota, in funzione di parametri quali il numero di elementi di compressione 402, le dimensioni della circonferenza secondo la quale tali elementi sono disposti, la sezione di passaggio del tubo deformabile 403, la velocit? di rotazione del motore 404 e/o il numero di rotazioni del motore 404.
Nell?esempio non limitativo descritto, l?estremit? inferiore della porzione di tubo ascendente 403b ? accoppiata ad un relativo attacco 218 definito dal corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200, particolarmente all?interno dell?alloggiamento 214, con tale attacco 218 che ? in comunicazione di fluido con l?ingresso tubolare 210, tramite l?apertura indicata con 218a, definita sulla parete tubolare del detto ingresso (vedere ad esempio anche figure 46 e 49).
L?estremit? inferiore della porzione di tubo discendente 403c definisce invece un?apertura di erogazione 219 per il primo agente di lavaggio. Nell?esempio, la porzione di tubo 403c ? passante attraverso la parete periferica 201b1 del corpo principale 201, provvista allo scopo di un relativo incavo, non indicato, con il tratto di tubo 403c1 sporgente oltre tale parete periferica che ? destinato ad essere almeno parzialmente ricevuto nel recesso 118a del retro del corpo cavo 101 (vedere figura 4). Si noti che l?uscita 219 potrebbe anche essere definita da un elemento tubolare associato o definito integralmente dal corpo principale 201 (similmente all?attacco 218), al quale collegare un?estremit? inferiore della porzione di tubo 403c.
In varie forme di attuazione preferenziali in cui ? impiegata una pompa peristaltica del tipo esemplificato con riferimento alla figura 11, l?uscita del serbatoio R1, ovvero il corrispondente ingresso 210 sulla parte di dispensatore fissa 200, ? ad una altezza inferiore rispetto al gruppo rotante 411 della pompa, ovvero ad una altezza inferiore rispetto alla porzione di tubo 403a e/o alla superficie curva di contatto 214a, con riferimento alla dimensione di altezza Y del dispensatore 10 quando questo ? in condizione operativa (ovverosia disposto verticalmente, come in figura 11). Tale disposizione evita perdite del corrispondente agente di lavaggio nella vasca 3. Tale disposizione, associata al fatto che la corrispondente uscita di erogazione 219 ? di preferenza ad una altezza inferiore rispetto al gruppo rotante 411 della pompa, consente anche di evitare ristagni del corrispondente agente di lavaggio nella porzione del condotto di erogazione (qui la porzione 403c del tubo flessibile 403) a valle del gruppo 401 della pompa 400.
Nel funzionamento della pompa 400, la rotazione del gruppo 401 determina il pompaggio del primo agente di lavaggio attraverso il tubo 403, con gli elementi di compressione 402 che schiacciano e rilasciano progressivamente tratti consecutivi della porzione di tubo 403a, rispetto alla superficie curva di contatto 214a.
La rotazione del gruppo 401 ? determinata da un attuatore elettrico avente un albero angolarmente girevole, quale il motore indicato complessivamente con 404 in figura 12, montato sulla parte di dispensatore fissa 200. Nell?esempio, una porzione posteriore del motore 404 ? alloggiata all?interno della sporgenza cava 204 (vedere figura 11) del fronte del corpo principale 201. Una porzione anteriore del motore 404 ? preferibilmente alloggiata all?interno di una relativa sede tubolare 204a, definita nell?ambito della cavit? C del corpo principale 201 e che ? allineata alla suddetta rientranza cava 204 del fronte (vedere figura 18).
Di preferenza, il motore 404 ha un albero di azionamento che ? girevole secondo un asse sostanzialmente parallelo ad un asse di rotazione del gruppo rotante 401, tra l?albero di azionamento ed il gruppo rotante essendo previsti uno o pi? organi di trasmissione. Riferendosi all?esempio illustrato, l?albero di azionamento del motore 404 ? parzialmente visibile in figura 18, indicato con 404a, con il relativo asse di rotazione indicato con 404b, e nella stessa figura con 401b ? indicato un albero del gruppo rotante 401, che ne identifica il rispettivo asse di rotazione, indicato con 401c. Nell?esempio, l?albero 401b del gruppo rotante 401 ? montato passante attraverso una relativa apertura definita sul fondo dell?alloggiamento 214; in corrispondenza di tale apertura, dal fondo dell?alloggiamento 214 sporge - verso l?interno della cavit? C del corpo principale 201 una relativa sede cilindrica 214b, per il supporto e la guida dell?albero 401b. Di preferenza, in un tratto intermedio dell?albero 401b alloggiato nella relativa sede cilindrica 214b ? montato un anello di tenuta, non indicato.
All?albero 404a del motore 404 ? calettata una prima ruota dentata 405 ed all?albero 401b del gruppo rotante 401 ? calettata una seconda ruota dentata 406, le due ruote dentate 405 e 406 essendo mutualmente ingranate di modo che la rotazione dell?albero 404a determini una rotazione dell?albero 401b, e quindi del gruppo rotante 401. Nell?esempio, la ruota 405 ha un diametro, e quindi un numero di denti, che ? minore rispetto al diametro, e quindi al numero di denti, della ruota 406.
Come detto, la pompa 400 appartiene alla disposizione di erogazione del primo agente di lavaggio, che include altres? un condotto di erogazione che si estende tra l?uscita del relativo serbatoio R1 e l?uscita di erogazione 219. Nell?esempio, il condotto di erogazione ? definito sulla parte di dispensatore fissa 200 ed include l?ingresso 210, l?attacco 218 ed il tubo deformabile 403. Come detto, in alternativa, l?uscita di erogazione di tale condotto potrebbe essere definita da una parte tubolare del corpo principale 201, alla quale l?uscita del tubo 403 ? collegata.
In varie forme di attuazione, la disposizione di erogazione del secondo agente di lavaggio contenuto nel secondo serbatoio, ovvero il serbatoio R2, include una valvola di dosaggio, che ? operativa lungo il rispettivo condotto di erogazione. Riferendo in particolare alla figura 12, una tale valvola di dosaggio ? indicata nel complesso con 410. In generale, la valvola di dosaggio 410 pu? essere realizzata secondo tecnica nota nel settore dei dispensatori per lavastoviglie, e ad esempio comprendere una camera di dosaggio che alloggia parzialmente un organo di valvola, dove tale organo ? spostabile tra una prima posizione, nella quale l?organo stesso chiude un ingresso della camera di dosaggio e al contempo consente il deflusso del secondo agente di lavaggio dalla camera di dosaggio attraverso una rispettiva uscita, ed una seconda posizione, nella quale l?organo di valvola apre l?ingresso della camera dosaggio e al contempo previene il deflusso del secondo agente di lavaggio dalla camera di dosaggio attraverso la rispettiva uscita.
Una possibile realizzazione della valvola di dosaggio 410 ? esemplificata in figura 19. In tale figura, con 411 ? indicata una camera di dosaggio, definita dal corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200, nella quale ? parzialmente alloggiato in modo linearmente scorrevole un organo di valvola indicato complessivamente con 412. Una porzione dell?organo di valvola, indicata con 412a si estende sempre all?esterno della camera 411, attraverso un foro passante di un coperchio frontale 411a della camera stessa. Il coperchio 411a ? preferibilmente fissato in corrispondenza di una apertura frontale della camera 411 tramite viti (una indicata con 411b), con eventuale interposizione di una guarnizione di tenuta, ma in possibili varianti (come ad esempio visibile in figura 12), le viti possono essere assenti ed il coperchio saldato direttamente in corrispondenza della suddetta apertura frontale. La porzione esterna 412a dell?organo 412 ? preferibilmente provvista di una testa allargata 412b, tramite la quale all?organo stesso pu? essere impartita una trazione.
Su almeno una parte della porzione dell?organo 412 che si estende entro la camera di dosaggio 411 ? calzato un elemento di tenuta 413 formato in materiale resiliente, ad esempio in elastomero. L?elemento di tenuta 413 include una porzione a flangia 413a, destinata ad operare una tenuta rispetto ad una sede di valvola 411 definita all?interno della camera 411. Una porzione di estremit? 413b dell?elemento di tenuta 413 ricopre invece l?estremit? dell?organo 412 opposta al coperchio 411a, onde chiudere a tenuta un ingresso 411e della camera di dosaggio 411. Tale ingresso ? realizzato da un?apertura passante di una parete che appartiene ad una estensione cava inferiore 411c della parte posteriore dell?ingresso 211 definito nella parte di dispensatore fissa 200. L?elemento di tenuta 413 ? altres? conformato per definire una porzione a soffietto 413c, all?estremit? opposta rispetto alla porzione 413b. Tale porzione a soffietto 413c ha lo scopo di realizzare una tenuta rispetto al lato interno del coperchio 411a (e quindi evitare fuoriuscite di liquido dall?apertura del coperchio 411 in cui ? passante l?organo di valvola), ed al contempo consentire gli spostamenti lineari dell?organo di valvola 412. All?interno della porzione a soffietto 413c ? alloggiata una molla, non visibile, tendente a spingere l?organo 422 in una posizione di chiusura della sede di valvola 411e.
Come indicato in precedenza, anche l?ingresso 211 comprende preferibilmente almeno una porzione tubolare cilindrica, per consentire l?innesto della corrispondente uscita tubolare 113 del serbatoio R2. In figura 12, ad esempio, sono visibili la suddetta porzione tubolare cilindrica, indicata con 211a, nonch? una relativa parete di fondo 211b, che ? in comune con la suddetta estensione inferiore 211c, che si trova in una parte posteriore della porzione 211a. L?estensione inferiore 2011c ha di preferenza una forma approssimativamente prismatica, o comunque comprendente una parete rettilinea che definisce il fondo della camera di dosaggio 411 ed ? provvista dell?apertura passante che realizza l?ingresso 411e della stessa camera.
La camera di dosaggio 411 presenta altres? un?uscita 411f, che ? definita in una sua parete periferica e che ? in comunicazione di fluido con un relativo condotto 240 presente sul corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200. L?esterno di tale condotto 240 ? visibile parzialmente nelle figure 12 e 20 (vedere anche figura 71, in cui il condotto 240 ? parzialmente sezionato), e comprende di preferenza una parte 240a definita integralmente con il corpo principale 201 ed un relativo coperchio 240b fissato a tenuta, ad esempio saldato. Il condotto 240 si estende almeno fra l?uscita 411f della camera di dosaggio di figura 19 e fra il passaggio di erogazione 212 che si apre sul fronte del corpo principale 201 (figura 11). Preferibilmente una parte del condotto 240 si estende anche superiormente all?uscita 411e della camera di dosaggio 411, per adempiere una funzione di sfiato.
La figura 19 illustra la suddetta prima posizione della valvola di dosaggio 410, nella quale l?organo di valvola 412 con il relativo elemento di tenuta 413 ? spinto dalla relativa molla - presente all?interno della porzione a soffietto 413c - in chiusura dell?ingresso 411e. Si supponga che in tale condizione la camera 411 sia vuota e che nell?ingresso 211 e nella relativa estensione inferiore 211c - che sono in diretta comunicazione di fluido con il secondo serbatoio R2, e pi? particolarmente con il suo volume di prelievo R2a delle figure 6-8 - sia presente il secondo liquido di lavaggio. La porzione a flangia 413a dell?elemento di tenuta 413 ? distanziata dalla relativa sede di valvola 411d.
Ai fini dell?erogazione di una dose del secondo agente di lavaggio, l?organo di valvola 412 viene fatto arretrare in contrasto all?azione della relativa porzione a soffietto, in modo tale per cui l?ingresso 411e della camera 411 viene aperto, ed al contempo la porzione a flangia 413a dell?elemento di tenuta si sposta verso la relativa sede di valvola 411d. In tal modo, un certo volume del secondo agente di lavaggio pu? penetrare nella camera di dosaggio 411. Di preferenza l?arretramento dell?organo412 prosegue comunque per un certo tratto anche dopo che la porzione a flangia 413a ha raggiunto la sede di valvola 411d, eventualmente determinando un ripiegamento ?a fisarmonica? dell?elemento di tenuta 413 sull?organo di valvola 412 (si veda ad esempio figura 28), e cos? producendo anche un effetto di risucchio del secondo agente di lavaggio all?interno della camera di dosaggio 411. Essendo chiusa la sede di valvola, il fluido non pu? comunque raggiungere l?uscita 411f della camera 411.
Successivamente l?organo di valvola 412 viene lasciato tornare alla condizione iniziale mostrata in figura 19, sotto l?azione della relativa molla, con la porzione a flangia 413a dell?elemento di tenuta 413 che si stacca dalla sede di valvola 411d e consente il deflusso della dose di agente di lavaggio dalla camera 411 attraverso l?uscita 411f , e con l?estremit? dell?organo 412 (ovvero della relativa parte 413b del?elemento di tenuta 413) che richiude l?ingresso 411e, prevenendo l?ulteriore afflusso del secondo agente di lavaggio. La dose del secondo agente di lavaggio quindi fluisce verso il basso lungo il condotto 240, sino a giungere il passaggio di scarico 212 (figura 11), e quindi l?incavo 213 ed il recesso 220g che ne consentono il passaggio verso l?interno della vasca di lavaggio 3 della lavastoviglie 1.
Nell?esempio, quindi, anche il condotto di erogazione della seconda disposizione di erogazione ? definito sulla parte di dispensatore fissa 200, ed include l?ingresso 211, l?estensione 211c, la camera di dosaggio 411 della valvola 410, il condotto 240, nonch? - preferibilmente - l?incavo 213 ed il recesso 220g.
Come in precedenza spiegato, in forme di attuazione vantaggiose, la pompa peristaltica, ovvero almeno una delle sue parti, viene sfruttata per realizzare l?erogazione di entrambi gli agenti di lavaggio, ed a tale scopo la pompa ? di tipo reversibile, ovvero il suo attuatore ? azionabile in un primo verso per consentire l?erogazione del primo agente di lavaggio, ed azionabile in un secondo verso opposto per consentire l?erogazione del secondo agente di lavaggio, grazie ad una disposizione di comando interposta tra la pompa e la seconda disposizione di erogazione, che nell?esempio ? comprensiva della valvola di dosaggio 410. La disposizione di comando pu? essere azionata da un relativo organo girevole associato alla pompa, come nell?esempio in seguito descritto, oppure la disposizione di comando pu? essere conformata in modo da essere azionata, o comprendere, una delle parti della pompa 400, ad esempio il suo gruppo rotante 401 e/o uno dei suoi elementi di compressione 402 e/o uno dei suoi organi di trasmissione interposti tra il gruppo rotante 401 ed il motore 404.
In varie forme di attuazione la disposizione di comando comprende una leva di trasmissione che ? angolarmente girevole attorno ad un rispettivo asse ed ? operativamente associata ad un organo di valvola di una valvola di dosaggio facente parte della suddetta seconda disposizione di erogazione, quale ad esempio l?organo 412 della valvola 410. Tale leva di trasmissione ? configurata in modo tale per cui:
- un movimento angolare in una prima direzione della leva di trasmissione, indotto dall?azionamento della pompa peristaltica nel primo verso di rotazione, non determina uno spostamento dell?organo di valvola tale da causare l?erogazione di una seconda quantit? dosata del secondo agente di lavaggio, e
- un movimento angolare in una seconda direzione della leva di trasmissione, indotto dall?azionamento della pompa peristaltica nel secondo verso di rotazione, determina uno spostamento dell?organo di valvola tale da causare l?erogazione di almeno una seconda quantit? dosata del secondo agente di lavaggio.
Secondo quando sopra indicato, la leva di trasmissione potrebbe essere azionata da una delle parti della pompa peristaltica, quale ad esempio il suo gruppo rotante o uno dei suoi elementi di compressione. Tuttavia, in altre forme di attuazione, l?azionamento della suddetta valvola di dosaggio potrebbe essere ottenuto per il tramite di un organo associato alla pompa peristaltica, quale un organo a camma che definisce un profilo di camma e che ? suscettibile di essere posto in rotazione per mezzo dall?attuatore della pompa.
Nell?esempio di figura 20, la disposizione di comando include un tale organo a camma, indicato con 420, mentre il relativo profilo di camma ? indicato con 420a; di preferenza, ma non necessariamente, il profilo di camma 420a ? un profilo multilobato, ad esempio trilobato come nell?esempio.
Di preferenza l?organo a camma 420 ? coassiale e solidale in rotazione al gruppo rotante 411 della pompa peristaltica 400, sebbene ci? non costituisca caratteristica essenziale. L?organo di camma 420 - visibile isolatamente in figura 20 e nelle figure 22, 24, 2628 e 30 - pu? essere definito integralmente dalla ruota dentata 406, o associato ad essa, in corrispondenza del suo retro (vedere figura 18).
In varie forme di attuazione, la sopra citata leva di trasmissione appartenente alla disposizione di comando ha una prima porzione che definisce un segui-camma configurato per interagire con il profilo di camma dell?organo a camma, ed una seconda porzione che ? vincolata o associata all?organo di valvola della valvola di dosaggio. Una tale leva di trasmissione ? indicata nel complesso con 430 nelle figure 19 e 20. Nelle stesse figure, con 431 ? indicato il relativo perno di rotazione, che pu? essere definito integralmente dal corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200, in corrispondenza della relativa cavit? posteriore C. Nell?esempio, l?asse di rotazione identificato dal perno 431 ? generalmente parallelo all?asse di rotazione dell?organo a camma 420.
Nell?esempio la leva di trasmissione 430 comprende un primo braccio di leva 430a ed un secondo braccio di leva 430b , che si estendono in direzioni generalmente opposte relativamente all?asse di rotazione identificato dal perno 431. Al braccio 430a appartiene una prima porzione di estremit?, definente il suddetto segui-camma ? indicato con 430c in figura 19 ? destinato a cooperare con il profilo 420a dell?organo di camma 420, mentre al braccio 430b appartiene una seconda porzione di estremit?, che ? vincolata - preferibilmente in modo lasco ? alla porzione 412a dell?organo di valvola 412 della valvola 410 che si estende all?esterno della camera di dosaggio 411. Sempre con riferimento all?esempio non limitativo mostrato, i due braci di leva 430a e 430b formano tra loro un angolo maggiore di 90?.
In varie forme di attuazione di questo tipo, il profilo di camma 420a dell?organo a camma 420 e la leva di trasmissione 430 sono configurati in modo tale per cui:
- un movimento angolare in un primo verso della leva di trasmissione 430, indotto dalla rotazione in un primo verso dell?organo a camma 420, non determina uno spostamento dell?organo di valvola 412 tale da causare l?erogazione di una quantit? dosata del secondo agente di lavaggio, e
- un movimento angolare in un secondo verso della leva di trasmissione 430, indotto dalla rotazione in un secondo verso dell?organo a camma 420, determina uno spostamento dell?organo di valvola 412 tale da causare l?erogazione di una quantit? dosata del secondo agente di lavaggio.
Il concetto ? esemplificato nelle figure 21-30. Le figure 21-22 esemplificano una possibile condizione che precede l?avvio della rotazione del motore 400 - ovvero del relativo albero e della ruota dentata 405 ad esso associata - in verso orario, a cui corrisponde una rotazione in senso antiorario della ruota dentata 406, e quindi dell?organo a camma 420 ad esso associato.
In tale condizione, la leva di trasmissione 230 ? in una posizione angolare tale per cui l?estremit? segui-camma del braccio di leva 430a si trova su di un tratto diritto del profilo di camma 410a, mentre l?estremit? opposta del braccio di leva 430b si trova contro la testa allargata 412b dell?organo di valvola 412 della valvola di dosaggio 410, ma senza esercitare alcuna trazione su di esso. Tale organo di valvola 412 ? quindi mantenuto dalla relativa molla in posizione di chiusura dell?ingresso 411e della relativa camera di dosaggio (vedere figure 19-20).
Dopo l?avvio della rotazione del motore 400 in verso orario, con la conseguente rotazione antioraria dell?organo a camma 410, l?estremit? segui-camma del braccio di leva 430a verr? a trovarsi a contatto con un tratto curvo del profilo di camma 420a, tale da indurre un movimento angolare in senso orario della leva di trasmissione 430: l?estremit? del braccio di leva 430b quindi si allontaner? dalla testa allargata 412b dell?organo di valvola 412, eventualmente giungendo in prossimit? della superficie frontale del coperchio 411a della valvola 410, e quindi senza esercitare alcuna trazione sull?organo di valvola 412. Tale condizione ? mostrata nelle figure 23-24.
La leva di trasmissione 430 ? preferibilmente realizzata in polimero o materiale plastico sostanzialmente rigido: tuttavia, a fronte della particolare forma e tipologia del materiale, la leva stessa potrebbe essere eventualmente suscettibile di flettere leggermente in modo elastico, potendo con ci? ritornare alla forma originale. In altri termini, la struttura sostanzialmente rigida della leva di trasmissione 430 pu? essere tale da consentire la relativa funzione di azionamento, ma pu? consentire all?occorrenza leggere flessioni elastiche, ad esempio per compensare tolleranze dimensionali tali da determinare delle interferenze meccaniche. Nel corso dello scorrimento del profilo di camma 410a sull?estremit? segui-camma del braccio 430a, quest?ultimo (e/o il braccio di leva 430b) potrebbe essere temporaneamente flesso in modo elastico, nel caso in cui l?estremit? opposta del braccio di leva 430b dovesse risultare premuto sul coperchio 411a della valvola 410.
Lo spostamento angolare della leva 430 non determina quindi uno spostamento dell?organo di valvola 412 o una sollecitazione su di esso, quindi senza causare alcuna erogazione del secondo agente di lavaggio da parte della valvola di dosaggio 410. Come detto, l?estremit? del braccio 230b pu? essere vincolata in modo lasco sulla porzione dell?organo di valvola 412 che sporge all?esterno della camera di dosaggio della valvola; l?effetto pu? essere ottenuto prevedendo ad esempio una sagoma a forcella sul braccio di leva 230b, come visibile ad esempio in figura 24. La condizione mostrata nelle figure 21-24 si verifica nel corso dell?azionamento continuo del motore 404 della pompa 400 in verso orario, durante il quale - tramite la pompa stessa - ? ottenuto il dosaggio del primo agente di lavaggio proveniente dal primo serbatoio R1, in accordo a quanto precedentemente descritto con riferimento alle figure 11, 12 e 18 in relazione al funzionamento della pompa peristaltica 400.
Quando ? richiesta l?erogazione di una dose del secondo agente di lavaggio proveniente dal secondo serbatoio R2, il motore 404 della pompa viene azionato in verso opposto al precedente, ovverosia in verso antiorario. Dopo l?avvio della rotazione del motore 404, con la conseguente rotazione in verso orario dell?organo a camma 420, l?estremit? segui-camma del braccio di leva 430a giunge a contatto con un tratto rettilineo del profilo di camma 420a, tale da indurre un movimento angolare in senso antiorario della leva di trasmissione 430: l?estremit? del braccio di leva 430b quindi torna in appoggio sulla testa allargata 412b dell?organo di valvola 412, senza causare il movimento di quest?ultimo. Tale condizione ? mostrata nelle figure 25-26.
Nel prosieguo della rotazione dell?organo 420, l?estremit? segui-camma del braccio di leva 430a giunge a contatto con un tratto curvo del profilo di camma 420a, tale da indurre un ulteriore movimento angolare in senso antiorario della leva di trasmissione 430: in tal modo, l?estremit? del braccio di leva 430b esercita una trazione sulla testa allargata 412b dell?organo di valvola 412, determinando con ci? l?arretramento dell?organo di valvola 412 in contrasto all?azione della relativa molla. Tale condizione ? mostrata nelle figure 27-28. In tal modo, come spiegato precedentemente; l?organo di valvola 412 libera l?ingresso 411e della camera di dosaggio 411 (figura 19), consentendo l?afflusso nella camera stessa di una certa quantit? del secondo agente di lavaggio, mentre il contatto della flangia di tenuta 413a portata dall?organo 412 con la relativa sede di valvola 411d previene il deflusso di tale quantit? dell?agente di lavaggio attraverso l?uscita 411f della camera di dosaggio 411 (vedere ancora figura 19).
L?ulteriore rotazione dell?organo 420fa s? che l?estremit? segui-camma del braccio di leva 430a ritorni a contatto con un tratto rettilineo del profilo di camma 420a, inducendo ora un movimento angolare in senso orario della leva di trasmissione 430, e quindi consentendo l?avanzamento dell?organo di valvola 412 sotto l?azione della relativa molla. Tale condizione ? mostrata nelle figure 29-30. In tal modo, come spiegato in precedenza. l?organo di valvola 412 torna a chiudere l?ingresso 411e della camera di dosaggio 411, prevenendo l?ulteriore afflusso del secondo agente di lavaggio, e la flangia di tenuta 413a si separa dalla sede di valvola 411f, consentendo al contenuto della camera di dosaggio di defluire attraverso la relativa uscita 411f.
Si apprezzer?, con riferimento all?esempio illustrato, che ad una rotazione di 360? in verso orario dell?organo di camma 420 corrisponder? l?erogazione di pi? quantit? dosate del secondo agente di lavaggio (tre, nell?esempio specifico).
Si apprezzer? altres? che nel corso della rotazione in verso antiorario del motore 404 sar? determinata una corrispondente rotazione del gruppo rotante 401 della pompa peristaltica 400, che tuttavia non determiner? alcuna erogazione del primo agente di lavaggio dal serbatoio R1.
Tale rotazione del motore nel verso secondario, rispetto al verso primario di pompaggio in vasca, risulta comunque utile anche in relazione al serbatoio R1, in quanto il pompaggio nel verso secondario pu? consentire di riequilibrare il volume di ?aria ? agente di lavaggio? nel serbatoio, ovvero compensare il volume di una prima dose del primo agente di lavaggio precedentemente erogata mediante una rotazione nel verso primario del motore 404: grazie a tale caratteristica, il serbatoio R1 pu? eventualmente essere privo di aperture di sfiato.
Vantaggiosamente, il pompaggio nel verso secondario consente di pompare verso l?interno di tale serbatoio almeno buona parte dell?agente di lavaggio rimasto nel tubo 403, in particolare nei tratti 403a e 403b, in tal modo evitando ristagni, che ad esempio in caso di prolungato inutilizzo, potrebbero determinare anomalie, quale un intasamento del tubo.
Si apprezzer? quindi che, in varie forme di attuazione, la funzione di riequilibrare la pressione all?interno del serbatoio e/o di svuotare il tubo di erogazione di una disposizione di erogazione viene ottenuta contemporaneamente all?azionamento di un?altra disposizione di erogazione, in particolare consentendo con ci? di ridurre nel complesso i tempi di attivazione della pompa, anche a vantaggio della riduzione dei consumi energetici.
Si apprezzer? inoltre che il gruppo rotante 401 della pompa 400, ed in particolare almeno un suo elemento 402, ? configurato in modo da mantenere costantemente compressa una porzione del tubo deformabile 403, anche quando la pompa 400 ? inattiva, in tal modo evitando rischi di anomalie, quale ad esempio un passaggio indesiderato dell?agente di lavaggio WD. Tale caratteristica consente ad esempio di evitare svuotamenti accidentali del serbatoio R1 e/o conseguenti anomalie di lavaggio dovute all?eccesso di agente WD riversato accidentalmente in vasca. La continua compressione del tubo 403 evita anche l?ingresso indesiderato di aria nel serbatoio, il che pu? risultare utile per ridurre i rischi di degrado dell?agente di lavaggio.
L?attuatore 404 della pompa 400 ? quindi di preferenza un motore elettrico reversibile, il cui funzionamento pu? essere gestito mediante una idonea disposizione circuitale, ad esempio un circuito di controllo o controllore, di per s? noto, implementato su di una scheda elettronica montata sulla parte di dispensatore fissa 200, particolarmente all?interno della cavit? C del suo corpo principale 201. Una tale scheda ? ad esempio indicata con 250 in figura 12, e pu? comprendere un microcontrollore 251. Il motore 404 pu? essere un motore passo-passo, oppure un diverso motore, preferibilmente dotato di un sensore di posizione, quale un sensore di tipo encoder o resolver; a tal fine il circuito di controllo o scheda 250 pu? comprendere un circuito di controllo per il motore 404 e/o un circuito per il controllo del relativo sensore di posizione. Alla scheda 250 pu? essere collegato in comunicazione di segnale il rilevatore RD (figura 3) associato al corpo galleggiante 110 del sensore di livello descritto in relazione alle figure 6-8. Il controllore o scheda 250 pu? includere mezzi di memoria, in cui possono essere contenuti dati e parametri di controllo del motore 404, ai fini del dosaggio del primo agente di lavaggio, con rotazione nel verso primario, e del secondo agente di lavaggio, con rotazione nel verso secondario.
Si noti, peraltro, che una disposizione circuitale di controllo del dispensatore potrebbe essere implementata in tutto in parte nel sistema di controllo CS della lavastoviglie 1. In varie forme di attuazione, una disposizione circuitale di bordo del dispensatore 10 ? configurata per il collegamento con il sistema di controllo CS della lavastoviglie sul quale il dispensatore stesso ? installabile, e la disposizione circuitale del dispensatore ? configurata per consentire il controllo dell?attuatore della pompa in funzione di segnali elettrici forniti dal suddetto sistema di controllo CS. Ad esempio, la scheda 250 del dispensatore 10 pu? essere provvista di mezzi di comunicazione, onde ricevere e/o trasmettere segnali elettrici rispetto ad un controllore del sistema di controllo CS della lavastoviglie 1, ad esempio per ricevere dati e parametri di controllo del motore 404, ai fini dei dosaggi degli agenti di lavaggio, e/o per inviare segnali elettrici forniti da dispositivi sensori di bordo del dispensatore, e/o per ricevere comandi per altri dispositivi di attuazione di bordo del dispensatore. La disposizione circuitale di bordo del dispensatore potrebbe comunque includere anche solo un cablaggio e/o dei connettori elettrici, elettricamente collegati ad almeno un dispositivo di attuazione e/o un dispositivo sensore di bordo del dispensatore, per un controllo diretto da parte del sistema di controllo CS della lavastoviglie 1.
Come visto in precedenza, in varie forme di attuazione, il dispensatore ha un corpo di dispensatore in cui ? definito almeno un volume di contenimento, suscettibile di contenere un agente di lavaggio in forma liquida o semisolida, nonch? una disposizione di erogazione, configurata per erogare una o pi? quantit? dosate dell?agente di lavaggio, nonch? una disposizione circuitale, configurata per il collegamento con un sistema di controllo di una macchina di lavaggio sul quale il dispensatore stesso ? installabile. In varie forme di attuazione di questo tipo, il dispensatore comprende inoltre almeno una parte operabile, configurata per essere spostata manualmente da un utilizzatore almeno da una prima posizione ad una seconda posizione. Riferendosi ad esempio agli esempi in precedenza descritti, una tale parte operabile pu? essere rappresentata da un tappo o uno sportello per l?apertura o la chiusura del passaggio di ingresso di un serbatoio R1, R2, o dall?elemento di azionamento 220 (figure 9-11) appartenente alla sopra descritta disposizione di aggancio/sgancio operativa tra la parte di dispensatore asportabile 100 e la parte di dispensatore fissa 200.
In forme di attuazione particolarmente vantaggiose di questo tipo, il dispensatore comprende inoltre una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio, che include un meccanismo di blocco azionabile da un relativo attuatore elettrico, per assumere almeno una condizione operativa ed almeno una condizione inoperativa, nelle quali il meccanismo di blocco impedisce o consente, rispettivamente, uno spostamento della suddetta parte operabile dalla sua prima posizione alla sua seconda posizione. Il citato attuatore elettrico ? configurato per essere controllabile in funzione di un segnale elettrico fornito da almeno uno tra un dispositivo sensore appartenente alla disposizione circuitale del dispensatore ed il sistema di controllo della macchina di lavaggio sulla quale il dispensatore ? installato, allo scopo di causare il passaggio del meccanismo di blocco dall?almeno una condizione operativa all?almeno una condizione inoperativa.
Il segnale elettrico utilizzato per gestire la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio pu? ad esempio essere un segnale rappresentativo di un livello dell?agente di lavaggio nel relativo volume di contenimento, fornito da un apposito sensore del dispensatore 10, oppure rappresentativo di un apposito comando generato dal sistema di controllo CS della macchina 1 (si pensi ad un apposito tasto sul pannello comandi della lavastoviglie, previsto per abilitare o impedire la rimozione della parte di dispensatore 100 dalla parte di dispensatore 200, tramite la disposizione di aggancio/sgancio sopra descritta).
Come si ? visto, l?almeno un volume di contenimento dell?agente di lavaggio, quale uno dei serbatoi R1, R2 ha un passaggio di caricamento, e la suddetta parte operabile pu? comprendere un elemento di chiusura associato al passaggio di caricamento. Tale elemento di chiusura pu? essere un tappo oppure, come negli esempi illustrati, uno sportello a cui ? associato un dispositivo di aggancio rilascio. Una possibile realizzazione di una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio verr? quindi ora descritta con riferimento ad un dispensatore 10 secondo vari esempi sinora descritti, in cui la parte asportabile 100 del dispensatore 10 include due serbatoi R1 e R2, ciascuno avente un proprio passaggio di caricamento 103 dotato di un relativo sportello 1041 e 1042, rispettivamente, cui ? associato un rispettivo dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e 1052. Come si ? visto, ai serbatoi R1 e R2 possono essere associati rispettivi sensori di livello, ad esempio del tipo descritto in relazione alle figure 6-8, o di altro tipo (quale quelli in seguito descritti).
Riferendosi in particolare alle figure 31 e 32, la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio include un meccanismo di blocco, che ? azionabile dall?attuatore elettrico indicato con 450 in figura 31, particolarmente un motore o un attuatore elettromagnetico, avente un albero di azionamento mobile angolarmente 450a, qui disposto sostanzialmente secondo la dimensione di altezza (Y) del dispensatore 10. Con 451 ? indicato un organo di camma che ? destinato ad essere posto in rotazione attraverso l?albero 450a del motore 450; a tale scopo, l?organo 451 pu? essere calettato al suddetto albero 450a. L?organo a camma 451 definisce un profilo di camma periferico 452a-452b. Con 4531 e 4532 sono indicati un primo ed un secondo organo di meccanismo, ciascuno dei quali definisce ad una sua estremit? un relativo segui-camma 453a. Per semplicit?, nel seguito, gli organi 4531 e 4532 verranno anche definiti ?cursori?. Nell?esempio, i due cursori 4531 e 4532 sono disposti con i rispettivi seguicamma in posizioni contrapposte, relativamente al profilo di camma 452a-452b.
Nell?esempio, il profilo di camma ? definito da due tratti opposti che si estendono ciascuno secondo un rispettivo arco di circonferenza, le due circonferenze essendo l?una maggiore dell?altra; ad esempio, il tratto di profilo 452a si pu? estendere per pi? di 180? di una rispettiva circonferenza pi? piccola, mentre il tratto di profilo 452b si pu? estendere per meno di 180? di una circonferenza pi? grande. In termini generali, l?organo a camma 451 ha almeno una parte del suo profilo di camma periferico che ? idoneo a causare lo spostamento di almeno un cursore 4531o 4532, ed almeno un?altra parte del profilo di camma periferico che ? idoneo a non causare spostamenti dei cursori 4531 e 4532. L?organo a camma 451 potrebbe quindi anche essere di tipo lobato, ad esempio con tre lobi simili, dei quali due opposti tra loro ed il terzo a 90? rispetto a ciascuno degli altri.
Ciascun cursore 4531 e 4532 ? sollecitato da un relativo elemento elastico, quale una molla ad elica 454 (vedere figure 33 e 35), verso l?organo 450, di modo che ciascun segui-camma 453a risulti costantemente a contatto con il profilo di camma 452a-452b nel corso della rotazione dell?organo 450. Di preferenza, quindi, ciascun cursore 4531 e 4532 ? vincolato a compiere spostamenti lineari, qui secondo la dimensione di larghezza (X) del dispensatore 10; a tale scopo, nel corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200 sono previsti idonei supporti di guida, non indicati.
Ciascun cursore pu? essere formato in pi? parti. Nell?esempio non limitativo mostrato, il cursore 4531 ? formato in due parti accoppiate tra loro, indicate solo in figura 31 con 4531a e 4531b, dove la parte 4531a ha struttura analoga al cursore 4532 e la parte 4531b, che definisce il relativo segui-camma 453a, ? convenientemente sagomata in modo da poter scorrere senza trovare intralcio in altri componenti della parte di dispensatore asportabile (quale il motore della pompa peristaltica in precedenza descritta).
Il meccanismo di blocco comprende ulteriormente un organo di blocco, configurato per interagire con un rispettivo organo mobile del dispositivo di aggancio/rilascio 1051 o 1052 di un relativo sportello 1041 o 1042. Riferendosi al caso illustrato, sono quindi previsti due organi di blocco, indicati con 2061 e 2062, gi? in precedenza citati in relazione alla figura 11, montati passanti attraverso le citate formazioni di posizionamento e/o guida 205, che si elevano dalla parete periferica del corpo principale 201 della parte di dispensatore fissa 200, nella sua porzione affacciata verso l?interno della vasca di lavaggio (si noti che nelle figure 32, 34 e 36 le formazioni 205 non sono rappresentate, per esigenze di maggior chiarezza). Come in precedenza indicato, parte di tali formazioni 205, con una relativa estremit? sporgente degli organi di blocco 2061 e 2062, ? ricevibile nelle rientranze o sedi 116 menzionate in relazione alla figura 4. Gli organi di blocco 2061 e 2062 si estendono quindi preferibilmente nella dimensione di altezza (Y) del dispensatore 10, ovvero in direzione sostanzialmente perpendicolare rispetto alla direzione di spostamento dei cursori 4531 e 4532.
Ciascun organo di blocco 2061 e 2062 ? spostabile tra una posizione di blocco ed una posizione di sblocco, relativamente al rispettivo organo mobile, qui rappresentato dal dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e 1052 operabile manualmente. Come in precedenza indicato, in varie forme di attuazione, ciascun dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e 1052 consta essenzialmente di un organo a leva che ? angolarmente girevole attorno ad un rispettivo fulcro o asse 105c e che definisce un primo braccio di leva 105e ed un secondo braccio di leva 105d, il secondo braccio di leva definendo o avendo associato un rispettivo elemento operabile da un utilizzatore. In forme di attuazione di questo tipo, ciascun organo di blocco 2061 e 2062 ha un?estremit? - indicata con 206a nelle figure - configurata per interagire con una porzione di estremit? di un rispettivo primo braccio di leva 105e, per impedire o consentire, rispettivamente, un movimento angolare dell?organo a leva che realizza il dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e 1052. In forme di attuazione preferite, la suddetta estremit? 206a dell?organo di blocco 2061 o 2062 ? un?estremit? superiore.
Di preferenza ciascun un organo di blocco 2061 e 2062 ? montato per ruotare attorno al rispettivo asse longitudinale. A tale scopo, con riferimento agli esempi illustrati, ciascun organo 2061 e 2062 ? vincolato in modo girevole in una sede passante definita nella rispettiva formazione di posizionamento e/o guida 205, con la sua porzione di estremit? superiore 206a e la sua porzione di estremit? inferiore che sporgono alle due estremit? della formazione 205.
In varie forme di attuazione, onde ottenere la rotazione dell?organo di blocco, il meccanismo di blocco include una trasmissione comprendente parti dentate ingranate tra loro, preferibilmente per una trasmissione di tipo pignone-cremagliera. A tale scopo, di preferenza, ciascun organo 2061 e 2062 include una rispettiva dentatura che si estende secondo una circonferenza o parte di essa, e che ? ingranata con una corrispondente dentatura di un rispettivo cursore 4531 o 4532. Nell?esempio raffigurato, la porzione di estremit? inferiore di ciascun organo di blocco 2061 e 2062 ha una rispettiva ruota dentata 206b che ? ingranata su di dentatura laterale 453b del rispetto cursore 4531 o 4532, sostanzialmente con una trasmissione di tipo pignone-cremagliera. In tal modo, come si intuisce, uno spostamento lineare di ciascun cursore 4531 o 4532 causa una rotazione del rispettivo organo di blocco 2061 e 2062 attorno al rispettivo asse longitudinale.
In varie forme di attuazione preferenziali, la porzione di estremit? 206a di ciascun organo di blocco 2061 e 2062, destinata ad interagire con il rispettivo primo braccio di leva 105e del corrispondente dispositivo di aggancio/rilascio 1051 o 1052, ha profilo sostanzialmente semicilindrico, con tale organo di blocco che ha una corsa angolare tra la posizione di blocco e la posizione di sblocco di circa 90?. Si noti che la forma semicilindrica del profilo della porzione di estremit? 206a di ciascun organo di blocco 2061 e 2062, deve essere intesa come meramente esemplificativa e preferenziale, in quanto tale porzione di estremit? potrebbe anche avere un profilo a forma di settore circolare con estensione inferiore a 180? (ad esempio un?estensione di soli 90?), ferme restando le funzionalit? in seguito descritte.
Nelle figure 31-32 la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio ? mostrata in una condizione tale per cui ? impedita l?apertura di entrambi gli sportelli 1041 e 1042, ovvero ? impedita la commutazione di entrambi i dispositivi di aggancio/rilascio 1051 e 1052.
Nell?esempio raffigurato, in tale condizione, l?organo di camma 451 ? in una posizione angolare tale per entrambi i cursori 4531 e 4532 sono mantenuti dall?organo stesso nelle rispettive condizioni arretrate, con una compressione massima delle relative molle 454. Tale contemporanea posizione arretrata ? determinata dal fatto che i seguicamma 453a di entrambi i cursori 4531 e 4532 interagiscono con un medesimo tratto del profilo di camma, e segnatamente il suo tratto pi? esteso 452a, di minore raggio.
A questa posizione dei cursori 4531 e 4532 corrisponde una posizione angolare degli organi di blocco 2061 e 2062 tale per cui le relative estremit? superiori 206a sono disposte con la loro porzione semi-cilindrica che si estende al di sotto della zona di estremit? dei primi bracci di leva 105e dei dispositivi di aggancio/rilascio 1051 e 1052. Come si intuisce, in tale condizione i dispositivi 1051 e 1052 non possono essere azionati manualmente, ovvero ad essi non pu? essere impartito un movimento angolare sufficiente a consentire il rilascio del relativo sportello 1041 o 1042. La condizione mostrata ? ottenuta tramite opportuno posizionamento dell?albero 450a del motore elettrico 450, che pu? essere ad esempio un motore passo-passo, oppure un diverso motore, eventualmente dotato di un sensore di posizione, quale un sensore di tipo encoder o resolver. A tal fine il circuito o scheda 250 pu? comprendere un circuito per il controllo del motore 405 e/o un circuito per il controllo del relativo sensore di posizione.
Il controllo del motore 405, ovvero dell?organo di camma 451, nella posizione mostrata nelle figure 31-32 ? preferibilmente determinato dal segnale elettrico fornito dai sensori che equipaggiano i due serbatoi R1 e R2, in particolare i sensori di livello. Pi? particolarmente, nello specifico caso illustrato, tali segnali saranno rappresentativi della presenza all?interno di entrambi i serbatoi R1 e R2 di un volume di agente di lavaggio che eccede un livello minimo predeterminato, ovvero un livello indicativo della necessit? di rabbocco del serbatoio.
Nelle figure 33-34 la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio ? mostrata in una condizione tale per cui ? impedita l?apertura dello sportello 1042 e consentita invece l?apertura dello sportello 1041, ovvero ? impedita la commutazione del dispositivo di aggancio/rilascio 1052 e consentita quella del dispositivo 1051. Tale condizione si verifica quando il volume di agente di lavaggio contenuto nel serbatoio R1 scende al di sotto del livello minimo predeterminato, con il segnale fornito dal relativo sensore di livello che ? rappresentativo di tale condizione. Si supponga che, al contempo, il volume di agente di lavaggio contenuto nel serbatoio R2 ecceda invece il relativo livello minimo di rabbocco, e che il relativo sensore di livello fornisca un segnale corrispondente.
Nell?esempio raffigurato, in tale condizione, l?organo di camma 451 ? in una posizione angolare tale per cui il cursore 4532 ? mantenuto dall?organo stesso nella rispettiva condizione arretrata, con una compressione massima della relativa molla 454. Per contro, il cursore 4531 ? spinto dall?azione della relativa molla 454 in una rispettiva condizione avanzata. Tali diverse posizioni sono determinate dal fatto che i seguicamma dei due cursori interagiscono con tratti diversi del profilo di camma: in particolare, il segui-camma 453a del cursore 4532 interagisce con il tratto di profilo 452a, pi? esteso e di minore raggio, mentre il segui-camma 453a del cursore 4531 interagisce con il tratto di profilo 452b, meno esteso e di maggiore raggio. A questa posizione dei cursori 4531 e 4532 corrisponde una posizione angolare degli organi di blocco 2061 e 2062 tale per cui l?estremit? superiore 206a dell?organo 2062 ? disposta con la sua porzione semi-cilindrica che si estende al di sotto della zona di estremit? del braccio di leva 105e del dispositivo di aggancio/rilascio 1052, mentre l?estremit? superiore 206a dell?organo 2061 ? disposta con la sua porzione semi-cilindrica che ? sfalsata rispetto alla zona di estremit? del braccio di leva 105e del dispositivo di aggancio/rilascio 1051. Come si intuisce, in tale condizione, solo il dispositivo 1052 non pu? essere azionato manualmente, come gi? sopra descritto, mentre il dispositivo 1051 pu? essere azionato manualmente, ovvero ad esso pu? essere impartito un movimento angolare sufficiente a consentire il rilascio del relativo sportello 1041.
Anche in questo caso la condizione mostrata ? ottenuta tramite opportuno posizionamento dell?albero 405a del motore elettrico 450, in funzione del segnale fornito dai sensori di livello che equipaggiano i due serbatoi R1 e R2. Come detto, nello specifico caso illustrato, il segnale del sensore che equipaggia il serbatoio R2 sar? rappresentativo della presenza all?interno del serbatoio stesso di un volume di agente di lavaggio che eccede il relativo livello minimo predeterminato, mentre il segnale del sensore che equipaggia il serbatoio R1 sar? rappresentativo della presenza all?interno del serbatoio stesso di un volume di agente di lavaggio inferiore al relativo livello minimo predeterminato. Lo sportello 1041 del serbatoio R1 potr? quindi essere aperto agendo sul dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e si potr? provvede al rabbocco del relativo agente di lavaggio.
Nelle figure 35-36 la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio ? infine mostrata in una condizione opposta a quella mostrata nelle figure 33-34, ovvero tale per cui ? impedita l?apertura dello sportello 1041 e consentita invece l?apertura dello sportello 1042, ovverosia una condizione in cui i volumi degli agenti di lavaggio contenuti nei serbatoi R1 e R2 sono al di sopra ed al di sotto, rispettivamente, dei relativi livelli minimi predeterminati, come indicato dai segnali forniti dai relativi sensori di livello.
Nell?esempio raffigurato, quindi, l?organo di camma 451 ? in una posizione angolare opposta a quella delle figure 33-34, con i cursori 4531 e 4532 mantenuti nella condizione arretrata e nella condizione avanzata, rispettivamente. A questa posizione dei cursori 4531 e 4532 corrisponde una posizione angolare degli organi di blocco 2061 e 2062 tale per cui l?estremit? superiore 206a dell?organo 2061 ? disposta con la sua porzione semi-cilindrica che si estende al di sotto della zona di estremit? del braccio di leva 105e del dispositivo di aggancio/rilascio 1051, mentre l?estremit? superiore 206a dell?organo 2062 ? disposta con la sua porzione semi-cilindrica che ? sfalsata rispetto alla zona di estremit? del braccio di leva 105e del dispositivo di aggancio/rilascio 1052.
In tal modo, il dispositivo 1051 non pu? essere azionato manualmente, mentre il dispositivo 1052 pu? essere azionato manualmente per consentire l?apertura del relativo sportello 1042. Naturalmente anche questa condizione mostrata ? ottenibile tramite opportuno posizionamento dell?albero 450a del motore elettrico 450, in funzione del segnale elettrico fornito dai sensori di livello. Nello specifico caso illustrato, il segnale del sensore che equipaggia il serbatoio R1 sar? rappresentativo della presenza all?interno del serbatoio stesso di un volume di liquido che eccede il relativo livello minimo predeterminato, mentre il segnale del sensore che equipaggia il serbatoio R2 sar? rappresentativo della presenza all?interno del serbatoio stesso di un volume di liquido inferiore al relativo livello minimo predeterminato. Lo sportello 1042 del serbatoio R2 potr? quindi essere aperto agendo sul dispositivo di aggancio/rilascio 1052 e si potr? provvede al rabbocco del relativo agente di lavaggio.
Come indicato in precedenza, l?elemento di chiusura che equipaggia il passaggio di caricamento di un serbatoio, ovvero la parte operabile con cui interagisce la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio, potrebbe essere un tappo, anzich? uno sportello (ferme restando possibili combinazioni dei due elementi). Per un tale caso, la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio potrebbe essere di concezione simile a quella sopra descritta: ad esempio pu? essere previsto un sistema di aggancio/rilascio simile ad uno di quelli indicati con 1051 e 1052, dove un elemento di aggancio del tipo indicato con 105b in figura 3 ? configurato per interagire con il tappo (ad esempio sovrapponendosi parzialmente ad esso o insinuandosi in una sua sede o dentatura periferica) onde impedirne la rotazione o la rimozione.
Come spiegato in precedenza, in varie forme di attuazione, il dispensatore comprende una parte di dispensatore fissa ed una parte di dispensatore asportabile, che ? accoppiabile in modo rimuovibile alla parte di dispensatore fissa e che definisce almeno un serbatoio per un agente di lavaggio. In forme di attuazione di questo tipo il dispensatore pu? anche comprendere una disposizione di segnalazione, che include almeno un dispositivo emettitore montato sulla parte di dispensatore fissa, suscettibile di emettere una radiazione visibile ed includente una sorgente di luce, nonch? almeno un elemento di guida di luce configurato per trasferire la radiazione visibile emessa dal dispositivo emettitore verso una zona del dispensatore destinata ad affacciarsi all?interno della camera di lavaggio, l?almeno un elemento di guida di luce essendo sulla parte di dispensatore asportabile ed essendo accoppiato otticamente in modo separabile rispetto al dispositivo emettitore montato sulla parte di dispensatore fissa. Di preferenza, l?elemento di guida di luce si estende tra un fronte ed un retro della parte di dispensatore asportabile, molto preferibilmente all?interno di un relativo passaggio o sede di montaggio definito nel corpo cavo.
Il dispensatore pu? comprendere almeno un dispositivo sensore, configurato per fornire un segnale elettrico rappresentativo di almeno una condizione del contenuto dell?almeno un serbatoio, quale ad esempio un suo livello o, come anche descritto in seguito, una sua caratteristica diversa dal livello, in particolare una sua caratteristica qualitativa, quale una caratteristica chimico-fisica o legata alla sua composizione e/o tipologia.
In tali forme di attuazione, la disposizione di segnalazione pu? essere controllabile in funzione del segnale elettrico fornito dall?almeno un dispositivo sensore. Peraltro, la disposizione di segnalazione pu? appartenere ad una disposizione circuitale del dispensatore, che ? configurata per il collegamento con un sistema di controllo di una macchina di lavaggio sul quale il dispensatore stesso ? installabile: in tali casi, la disposizione circuitale di bordo del dispensatore pu? essere configurata per consentire il controllo della disposizione di segnalazione in funzione di un segnale elettrico fornito dal suddetto sistema di controllo della macchina di lavaggio.
Una possibile realizzazione della suddetta disposizione di segnalazione verr? descritta con riferimento ad un dispensatore 10 secondo vari esempi sinora descritti, in cui la parte asportabile 100 del dispensatore 10 include due serbatoi R1 e R2, ai quali sono associati rispettivi sensori di livello, ad esempio del tipo descritto in relazione alle figure 6-8, o di altro tipo (ad esempio dei tipi in seguito descritto).
Riferendosi in particolare alle figure 37-38, in varie forme di attuazione, sulla parte di dispensatore fissa ? montato almeno un dispositivo emettitore suscettibile di emettere una radiazione visibile: nell?esempio raffigurato ciascun dispositivo emettitore comprende una rispettiva sorgente di luce, indicata con 260, ad esempio una sorgente di tipo LED. La sorgente di luce 260 pu? essere ad esempio montata su una scheda di controllo del dispensatore, quale la scheda elettronica in precedenza indicata con 205.
In varie forme di attuazione ciascun dispositivo emettitore pu? comprendere anche un rispettivo elemento di trasmissione di luce sulla parte di dispensatore fissa 200, quale gli elementi gi? in precedenza indicati con 207, ad esempio nella figura 11. Come si ? gi? visto, ciascun elemento di trasmissione di luce 207 pu? essere montato in un rispettivo alloggiamento definito nelle formazioni di posizionamento e/o guida 205. Ciascun elemento 207 pu? essere formato con qualsiasi materiale idoneo alla trasmissione di luce, ad esempio in policarbonato.
Come si vede in figura 37, un tale elemento di trasmissione di luce 207 si pu? estendere assialmente secondo la dimensione di altezza (Y) del dispensatore 10, al di sopra della sorgente di luce 260. In tal modo, l?elemento di trasmissione di luce ha un?estremit? d?ingresso 207a affacciata alla sorgente di luce 260 ed un?estremit? d?uscita 207b, attraverso la quale il dispositivo emettitore - qui costituito dalla sorgente 260 e dall?elemento 207 ? emette la radiazione visibile.
La disposizione di segnalazione include un primo elemento di guida di luce, indicato nel complesso con 261 in figura 37 (si vedano anche le figure 3 e 5), che ? configurato per trasferire la radiazione visibile emessa dal dispositivo emettitore 260, 207 verso la zona frontale del dispensatore 10, destinata ad affacciarsi all?interno della vasca di lavaggio 3 della lavastoviglie 1. Anche ciascun elemento 261 pu? essere formato con qualsiasi materiale idoneo alla trasmissione di luce, ad esempio in policarbonato. Gli elementi di guida di luce 261 sono di preferenza montati nella porzione superiore 101a (figure 3 e 5) del corpo cavo 101.
Ciascun primo elemento di guida di luce 261 ? montato sulla parte di dispensatore asportabile 100, e particolarmente sul suo corpo cavo 101. A tale scopo, in varie forme di attuazione, sul corpo cavo 101 ? prevista una relativa sede di montaggio passante, preferibilmente sostanzialmente cilindrica, che si estende tra il fronte ed il retro del corpo cavo 101. Una tale sede ? indicata con 262a-262b in figura 37. Come spiegato, in varie forme di attuazione, il corpo cavo 101 ? formato dall?unione di almeno un pezzo anteriore ed un pezzo posteriore (vedere ad esempio figura 3, in cui tali pezzi sono indicati con 1011 e 1012): si assuma pertanto che la parte di sede 262a sia definita nel suddetto pezzo anteriore, mentre la parte di sede 262b sia definita nel suddetto pezzo posteriore. Le parti di sede 262a sono visibili anche nelle figure 6-8.
Vantaggiosamente, ciascun primo elemento di guida di luce 261 ? destinato essendo accoppiato otticamente in modo separabile rispetto al dispositivo emettitore 260, 207. A tale scopo, riferendosi alla figura 37, l?estremit? d?uscita 207b di ciascun elemento di trasmissione di luce 207 ? affacciata l?estremit? d?uscita 207b del corrispondente elemento di guida di luce 261, preferibilmente ad una certa distanza da esso. Dall?altro lato, l?estremit? d?uscita 261b dell?elemento di guida di luce 261 si affaccia frontalmente verso l?esterno della relativa sede di montaggio 262a-262b, preferibilmente ma non necessariamente sostanzialmente a filo con una superficie frontale della parte di dispensatore asportabile 100, ovvero del suo corpo cavo 101.
L?estremit? d?ingresso 261a del primo elemento di guida di luce 261 ? preferibilmente una superficie inclinata, qualora l?asse di emissione del dispositivo emettitore si estende trasversalmente rispetto all?asse dell?elemento di guida di luce. Nel caso esemplificato l?emettitore 260, 207 ha un asse di emissione che si estende nel complesso sostanzialmente verticalmente, mentre l?elemento di guida di luce 261 si estende sostanzialmente orizzontalmente tra le sue estremit? d?ingresso ed uscita: per un tale caso, l?estremit? d?uscita 207b dell?elemento 207 pu? essere sostanzialmente piana, e l?estremit? d?ingresso 261a dell?elemento 261 pu? avere un?inclinazione di circa 45?. Ovviamente, qualora l?elemento di trasmissione 207 si estendesse pi? in alto rispetto al caso raffigurato nelle figure, e l?elemento di guida di luce 261 fosse al contempo pi? corto di quello raffigurato, sarebbe possibile una configurazione inversa, ovverosia con l?estremit? d?uscita 207b dell?elemento 207 inclinata e l?estremit? d?ingresso 261a dell?elemento 261 sostanzialmente piana. Ovviamente le estremit? d?uscita 207b e d?ingresso 261a potrebbero anche essere entrambe inclinate. In termini generali, almeno una tra l?estremit? d?ingresso 261a e l?estremit? d?uscita 207b ? sagomata per consentire un accoppiamento ottico tra l?elemento 261 e l?elemento 207.
Come si intuisce, il fatto che ciascun elemento di guida di luce 261 sia accoppiato otticamente in modo separabile rispetto al dispositivo emettitore 260, 207 consente di rimuovere liberamente la parte di dispensatore asportabile 100 dalla parte di dispensatore fissa 200, assicurando per contro una efficiente e precisa trasmissione di segnalazioni luminose quando le due parti in questione sono invece accoppiate tra loro.
Come gi? indicato, la gestione della sorgente di luce 260 del dispositivo emettitore pu? essere effettuata da un controllore che equipaggia il dispensatore 10, quale ad esempio la scheda 250 in precedenza indicata, in funzione dei segnali forniti dal sensore di livello e/o qualit? che equipaggia ciascun serbatoio R1 e/o R2, oppure pu? essere effettuata dal sistema di controllo CS della lavastoviglie 1.
In forme di attuazione vantaggiose, la sorgente 260 del dispositivo emettitore pu? essere controllabile per l?emissione di radiazioni a diverse frequenze d?onda e/o differente intensit?, e quindi con diversi colori e/o differente intensit? luminosa, al fine di fornire segnalazioni di tipo diversificato in funzione delle informazioni da debbono essere messe a disposizione di un utilizzatore della lavastoviglie. Ad esempio, l?emissione di una luce verde potrebbe essere intesa significare la presenza di un volume di agente di lavaggio superiore ad un livello minimo predeterminato e/o la presenza di un corretto agente di lavaggio nel serbatoio (qualora il sensore che equipaggia il serbatoio sia in grado di rilevare la qualit? e/o la tipologia dell?agente di lavaggio); una luce gialla potrebbe essere intesa significare la necessit? di rabbocco dell?agente di lavaggio; una luce rossa potrebbe essere intesa significare la presenza all?interno del serbatoio di un agente di lavaggio errato e/o contaminato (si pensi ad un utilizzatore che riempie o rabbocca con un additivo di risciacquo il serbatoio R1 dedicato invece ad un detersivo di lavaggio). In alternativa o aggiunta, per dette o altre segnalazioni, si potrebbero utilizzare anche luci dello stesso colore che variano di intensit?, ad esempio con luci pi? o meno intense o luci lampeggianti, ovvero che aumentano e diminuiscono alternativamente l?intensit? luminosa.
Si apprezzer? quindi che, in varie forme di attuazione, una medesima disposizione di segnalazione pu? esser sfruttata per veicolare informazioni di diverso tipo, tramite almeno due modalit? di segnalazione diverse (colori/lampeggi).
In varie forme di attuazione la disposizione di segnalazione che equipaggia il dispensatore comprende almeno un secondo elemento di guida di luce, preferibilmente ubicato in corrispondenza di un fronte della parte di dispensatore asportabile, con tale secondo elemento di guida di luce che ? accoppiato otticamente all?almeno un primo elemento di guida di luce ed ? configurato per diffondere la radiazione visibile ricevuta dall?almeno un primo elemento di guida di luce.
Una realizzazione di questo tipo ? mostrata nelle figure 39-44, in relazione ad un dispensatore 10 la cui parte asportabile 100 ? provvista di almeno uno sportello, particolarmente due sportelli 1041 e 1042. Come spiegato precedentemente, in soluzioni di questo tipo, nel fronte della parte di dispensatore 10 possono essere definite sedi di ricezione 103c (figura 40) che vengono almeno parzialmente occupate dal relativo sportello quando questo ? nella posizione di chiusura del corrispondente passaggio di caricamento 103.
Nell?esempio mostrato alle figure 39-41, il suddetto secondo elemento di guida di luce destinato alla diffusione della radiazione visibile, indicato nel complesso con 263, ? almeno parzialmente disposto all?interno di una suddetta sede 103c e si estende di preferenza lungo almeno parte di una zona perimetrale di tale sede che non ? occupata dallo sportello. In accordo a realizzazioni alternative, il secondo elemento di guida di luce pu? essere almeno in parte disposto sotto un relativo sportello 1041, 1042, con quest?ultimo formato almeno in parte in materiale trasparente e/o provvisto di un?apertura atta a consentire la visione del segnale ottico. Gli elementi di guida di luce potrebbero anche essere disposti in posizione diversa da quelle esemplificate, quale una posizione comunque prossima ad un?apertura di caricamento di un serbatoio, ad esempio ubicato in prossimit? o a fianco di una sede del tipo indicato con 103c e/o di uno sportello del tipo indicato con 1041 o 1042, o ancora a fianco di un tappo che chiude un?apertura di caricamento.
Tornando all?esempio mostrato, il secondo elemento di guida di luce 263 si estende quindi almeno in parte in corrispondenza di un interstizio esistente tra superfici laterali affacciate della sede 103c e dello sportello 1041 o 1042, in modo da avere almeno una rispettiva superficie direttamente esposta, anche quando lo sportello ? nella posizione di chiusura entro la relativa sede. Si apprezzer? pertanto che in forme di attuazione di questo tipo non ? necessario che l?estremit? d?uscita di ciascun primo elemento di guida 260 sia direttamente visibile in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore asportabile 100, come invece nel caso raffigurato nelle figure 3 e 5.
In forme di attuazione preferenziali il secondo elemento di guida di luce 263 si estende lungo pi? lati contigui di sede 103c e sportello 1041 o 1042, ad esempio in forma di telaio o cornice. Ovviamente la forma scelta pu? ampiamente variare rispetto a quella esemplificata, anche in funzione della posizione scelta per il secondo elemento di guida di luce 263 (ad esempio una forma a U, a L, circolare, semicircolare, poligonale, eccetera).
In figura 42 ? illustrato il caso di un elemento 263 conformato a cornice con quattro lati, comprensivo di due parti montanti 236a e due parti trasversali 263b, relativamente sottili, per definire una sagoma di forma sostanzialmente quadrangolare. Come si nota ad esempio nelle figure 40 e 41, un tale elemento a cornice 263 viene montato in posizione fissa (ad esempio incollato, o agganciato, o saldato, o inserito con interferenza, o fissato tramite ribaditura di parti), all?interno di una sede 103c, con le parti montanti 263a addossate a corrispondenti superfici laterali della sede 103c; preferibilmente le parti montanti 263a presentano una superficie esposta, tra la porzione superiore 101a del corpo cavo 101 ed il relativo sportello 1041 o 1042.
La parte trasversale superiore 263b risulta in corrispondenza dell?estremit? superiore della sede 103c, addossata al suo fondo, comunque con una superficie esposta in corrispondenza del bordo superiore del corpo cavo 101. La parte trasversale inferiore 263b risulta invece in corrispondenza dell?estremit? inferiore della sede 103c, addossata al suo fondo, anch?essa con la sua superficie inferiore eventualmente esposta tra sede 103c e sportello 1041 o 1042, in corrispondenza del gradino D (figura 41) definito tra le porzioni superiore ed inferiore 101a, 101b del corpo cavo 101. Nell?esempio, stante la presenza della parte trasversale inferiore 263b, le sue regioni di collegamento con le parti montanti 263a presentano una idonea sagomatura 263c, per evitare interferenze con i mezzi di incernieramento inferiore dello sportello 1041 o 1042.
In figura 42 sono visibili isolatamente anche alcuni degli altri elementi appartenenti alla disposizione di segnalazione, ovvero la sorgente di luce 260 (anche qui montata sulla scheda 250), l?elemento di trasmissione di luce 207 ed il primo elemento di guida di luce 261.
In forme di attuazione di questo tipo, e come visibile nelle figure 43-44, il primo elemento di guida di luce 261 pu? essere pi? corto rispetto al caso mostrato alla figura 37 ed ? preferibile che la sua estremit? d?uscita 261b sia inclinata, onde indirizzare la radiazione visibile in uscita nel secondo elemento di guida di luce 263. Dalle figure 43-44 si nota inoltre come, in forme di attuazione di questo tipo, la sede di montaggio 262a-262b del primo elemento di guida di luce 261 possa essere chiusa frontalmente da una corrispondente porzione della parete frontale del corpo cavo 101. Dalla figura 44 si nota come nel corpo cavo 101, particolarmente nel suo pezzo di corpo anteriore (1011, figure 3-4) risulti definito un passaggio interno 120, che consente di affacciare almeno parte dell?estremit? d?uscita 261b del primo elemento di guida di luce 261 ad una corrispondente porzione (qui appartenente ad una parte montante 263a) del secondo elemento di guida di luce.
In varie forme di attuazione, il primo elemento di guida di luce 261 ed il secondo elemento di guida di luce 263 si estendono sostanzialmente trasversalmente l?uno rispetto all?altro, come nel caso esemplificato in figura 44. Per tale ragione, ? preferibile che l?estremit? d?uscita 261b del primo elemento 261 sia inclinata, ad esempio con una inclinazione di circa 45?. In termini generali, il primo elemento di guida di luce 261 avr? un?estremit? di uscita 261b almeno parzialmente affacciata ad una corrispondente porzione del secondo elemento di guida di luce 263, l?estremit? di uscita 261a essendo comunque sagomata per consentire un accoppiamento ottico tra gli elementi 261 e 263. I due elementi di guida di luce 261e 263 potrebbero comunque anche essere resi solidali tra loro (ad esempio agganciati a scatto) o formati in pezzo unico.
Riferendosi ad esempio alle figure 42 e 43, e similmente al caso delle forme di attuazione delle 37-38, la luce emessa dalla sorgente 206 incide sull?estremit? d?ingresso 207a dell?elemento di trasmissione 207, uscendo poi dalla relativa estremit? d?uscita 207b per incidere sull?estremit? d?ingresso 261a del primo elemento di guida di luce 261a. In questo caso, la radiazione visibile ? poi indirizzata dall?estremit? d?uscita 261b del primo elemento di guida di luce 261 verso il secondo elemento di guida di luce 263, grazie alla presenza del passaggio interno 120 (figura 44). La radiazione, preferibilmente una radiazione luminosa di colore o intensit? variabile, viene quindi propagata all?interno del secondo elemento 263 e diffusa lungo almeno parte del perimetro della sede 103c (figura 40), ovvero dello sportello 1041 o 1042, onde essere percepibile in corrispondenza del fronte della parte di dispensatore asportabile.
Si noti che, per quanto preferibile, il dispositivo emettitore posto sulla parte di dispensatore fissa 200 non deve necessariamente includere un elemento di trasmissione di luce del tipo indicato con 207, particolarmente se la sorgente di luce 260 ? montata su tale parte fissa direttamente affacciata all?estremit? d?ingresso 261a del primo elemento di guida di luce 261.
Le configurazioni esemplificate nelle figure 39-44 consentono ad esempio di evidenziare in modo chiaro ad un utilizzatore, preferibilmente con radiazioni o luci di differente colore e/o intensit?, quando un?apertura di caricamento di un serbatoio ? liberamente apribile, ad esempio a fini di rabbocco o riempimento, e/o quando un?apertura di caricamento non ? liberamente apribile. In tal modo risulta ad esempio possibile evitare il rischio di eccessive sollecitazioni manuali su di uno sportello o su di tappo la cui apertura o rimozione ? impedita dalla sopra descritta disposizione di bloccaggio/sbloccaggio, per evitare rotture del dispensatore o di sue parti. Similmente, le configurazioni di guida di luce esemplificate possono essere impiegate per evidenziare in modo chiaro eventuali condizioni di anomalia, quale un serbatoio in cui ? stato immesso un agente di lavaggio errato o contaminato, in modo che l?utilizzatore possa intervenire tempestivamente, ad esempio asportando e lavando il serbatoio in questione.
Come indicato anche in precedenza, in varie forme di attuazione, il dispensatore include almeno un serbatoio, al quale ? di preferenza operativamente associato un sensore di livello; in aggiunta o in alternativa, in varie forme di attuazione preferenziali, all?almeno un serbatoio pu? essere operativamente associato un sensore di almeno una caratteristica della sostanza contenuta nel serbatoio diversa dal livello, e particolarmente una sua caratteristica qualitativa. Nella presente descrizione e nelle allegate rivendicazioni, con ?caratteristica qualitativa? si intende indicare una caratteristica o propriet? legata alla tipologia o composizione della sostanza, quale una caratteristica chimica o fisica o elettrica. La rilevazione di una caratteristica qualitativa pu? risultare utile ai fini del riconoscimento del tipo di sostanza, o di una sua eventuale contaminazione o di una sua miscelazione con un?altra sostanza, o un suo eventuale deterioramento. Tale rilevazione pu? ad esempio consentire di limitare eventuali rischi che potrebbero derivare da operazioni non corrette effettuate da un utilizzatore durante il rabbocco di un serbatoio, che potrebbero tradursi in danni per il dispensatore, o in danni per la macchina di lavaggio, o in uno scarso risultato di lavaggio.
Un sensore di qualit? si dimostra ad esempio utile per riconoscere se la sostanza contenuta nel serbatoio sia quella corretta, ovvero corrisponda a quella cui ? effettivamente dedicato il serbatoio in questione. Si pensi ad esempio al caso in cui un utilizzatore immetta per sbaglio e senza accorgersene un additivo di risciacquo liquido (brillantante) all?interno di un serbatoio dedicato invece ad un detersivo di lavaggio liquido: l?eventuale successivo avvio di un programma di lavaggio delle stoviglie in tale condizione comporterebbe effetti estremamente negativi, sia in termini di mancata efficienza di lavaggio, sia in termini di una produzione abbondante di schiuma, difficilmente eliminabile, all?interno della vasca 3, che potrebbe persino pregiudicare la funzionalit? della lavastoviglie 1 (la schiuma potrebbe infiltrarsi in condotti di ventilazione, sino a penetrare nella porta della lavastoviglie, dove la schiuma formata da un liquido elettricamente conduttivo ? qual ? un brillantante - potrebbe creare cortocircuiti tra componenti elettrici della lavastoviglie, oppure tale schiuma potrebbe fuoriuscire nell?ambiente domestico. Simili considerazioni possono essere fatte in relazione ad una miscelazione in uno stesso serbatoio di due diversi agenti di lavaggio, o ancora in relazione ad contaminazione di un agente di lavaggio con una differente sostanza, ad esempio una sua diluzione con acqua, che potrebbe ridurre l?efficienza di lavaggio, oppure una miscelazione con due differenti agenti di lavaggio, dove una reazione incontrollata tra differenti composti chimici potrebbe produrre sostanze dannose. Si noti in ogni caso che un tale sensore di qualit? ? associato al corpo di dispensatore ed ? destinato a rilevare caratteristiche di una sostanza in esso contenuta, prima della sua erogazione.
Il segnale fornito da un sensore di qualit? del tipo indicato pu? essere convenientemente utilizzato da una disposizione circuitale del dispensatore o della lavastoviglie per fornire un?idonea segnalazione per l?utilizzatore (ovviamente con macchina alimentata elettricamente), quale una segnalazione di tipo sonoro (ad esempio tramite un buzzer) e/o una segnalazione di tipo visivo (ad esempio impiegando un sistema di segnalazione luminosa dei tipi precedentemente esemplificati).
In varie forme di attuazione il dispositivo sensore di qualit? comprende un elemento sensibile avente almeno due elettrodi, predisposti per essere a contatto con il rispettivo agente di lavaggio, ed una disposizione circuitale configurata per misurare il valore di almeno una grandezza elettrica tra gli almeno due elettrodi. La disposizione circuitale, implementata a bordo del dispensatore o nel sistema di controllo della macchina, ? configurata per confrontare il valore dell?almeno una grandezza elettrica misurata con almeno un rispettivo valore di riferimento, e generare di conseguenza una informazione rappresentativa di una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio. Un tale sensore pu? essere eventualmente predisposto per realizzare anche una misura di livello, come sar? esemplificato in seguito.
Una possibile realizzazione di un sensore di qualit? del tipo indicato ? mostrata schematicamente nelle figure 45-46, che sono viste parziali, rispettivamente frontale e prospettica sezionata, di una zona inferiore della parte di dispensatore fissa 200, e particolarmente del suo corpo principale 201. In tali figure sono quindi visibili alcuni degli elementi gi? descritti con riferimento alla figura 11. Si noti che in tali figure, per esigenze di chiarezza, ? stata omessa la rappresentazione della pompa peristaltica in precedenza descritta; ? tuttavia ben visibile l?attacco 218 al quale ? collegabile il tubo deformabile di una tale pompa.
Come indicato in precedenza, l?ingresso 210 comprende preferibilmente almeno una porzione tubolare cilindrica, per consentire l?innesto della corrispondente uscita tubolare 112 del serbatoio R1 (vedere ad esempio figura 4). In tal modo, in condizioni di operativit? del dispensatore 10, l?ingresso 210 ? riempito con l?agente di lavaggio proveniente dal serbatoio R1. In figura 46 sono visibili la suddetta porzione tubolare cilindrica, indicato con 210a, nonch? una relativa parete di fondo 210b (vedere anche figura 12). In varie forme di attuazione, quali quelle rappresentate alle figure 45-46, in corrispondenza dell?ingresso 210 ? posizionato l?elemento sensibile 270 di un dispositivo sensore configurato per la rilevazione di almeno una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio proveniente dal serbatoio R1.
Nell?esempio, l?elemento sensibile 270 comprende almeno due elettrodi 2701 e 2702, i quali sporgono all?interno del volume dell?ingresso 210. Gli elettrodi sono preferibilmente metallici e destinati al contatto diretto con l?agente di lavaggio, ad esempio quando la grandezza elettrica oggetto di rilevazione ? l?impedenza o la conducibilit? o la capacit?.
Preferibilmente, gli almeno due elettrodi 2701 e 2702 hanno ciascuno un rispettivo asse che si estende sostanzialmente nella dimensione di profondit? Z del dispensatore 10; in tali forme di attuazione, gli elettrodi si estendono sostanzialmente paralleli tra loro. Gli assi degli almeno due elettrodi sono di preferenza ad una distanza compresa tra 2 e 20 mm l?uno dall?altro, preferibilmente compresa tra 3 e 7 mm. In varie forme di attuazione, quale quella esemplificata, l?elemento sensibile 270 comprende due elettrodi 2701 e 2702 sostanzialmente ad una stessa altezza, con riferimento alla dimensione di altezza Y del dispensatore 10. Naturalmente la lunghezza e la posizione degli elettrodi 2701 e 2702 ? tale per cui essi occupino in profondit? (dimensione Z) solo una parte dell?ingresso 210, onde non costituire intralcio all?inserimento nell?ingresso stesso della porzione tubolare (112a, figura 4) che realizza la corrispondente uscita del serbatoio R1, prevista sul retro della parte di dispensatore asportabile 100.
Nell?esempio gli elettrodi 2701 e 2702 sono piantati a tenuta in rispettivi fori passanti previsti nel fondo 210b dell?ingresso, e presentano allo scopo una flangia di battuta 271, che pu? eventualmente adempiere anche funzioni di tenuta. In aggiunta o in alternativa alla flangia, gli elettrodi 2701 e 2702 potrebbero essere dotati di rispettivi anelli di tenuta. In luogo di un piantaggio, il fissaggio tra corpo del dispensatore ed elettrodi potrebbe essere ottenuto sovrastampando il primo ai secondi. Gli elettrodi 2701 e 2702 potrebbero comprendere un polimero elettricamente conduttivo, quale un polimero caricato con sostanze elettricamente conduttive, ad esempio polveri o fibre metalliche e/o contenenti carbonio. Gli elettrodi 2701 e 2702 potrebbero avere anche forma diversa da quella esemplificata. Eventualmente, gli elettrodi potrebbero essere isolati rispetto alla sostanza liquida, ad esempio ricoperti da uno strato di materiale elettricamente isolante, se i medesimi sono destinati alla misurazione di una grandezza elettrica che non implica un contatto diretto con la sostanza, ad esempio una misurazione di capacit?: in un tale caso ? sufficiente che gli elettrodi rivestiti siano disposti in modo da poter essere almeno parzialmente immersi nella sostanza.
In altre realizzazioni ancora, l?elemento sensibile potrebbe essere configurato come modulo a s? stante, accoppiato a tenuta alla parte posteriore dell?ingresso, all?uopo provvisto di idonea apertura di montaggio (varianti di questo tipo saranno descritte in seguito).
Sempre con riferimento all?esempio mostrato in figura 46 (si veda anche la figura 12) la parte degli elettrodi 2701 e 2702 che sporge posteriormente dall?ingresso 210 pu? essere almeno parzialmente circondata da formazioni sagomate 210c, preferibilmente cilindriche, ad esempio per definire un connettore elettrico impiegato per il collegamento dell?elemento sensibile 270 alla disposizione circuitale di bordo del dispensatore 10 o al sistema di controllo CS della macchina di lavaggio.
In varie forme di attuazione, il valore della grandezza elettrica misurata tra gli elettrodi 2701 e 2702 dell?elemento sensibile 270 ? utilizzato dalla disposizione circuitale del dispensatore 10 o dal sistema di controllo CS della lavastoviglie 1 per valutare la correttezza o qualit? della sostanza presente all?ingresso 210, ovvero dell?agente di lavaggio contenuto nel relativo serbatoio. A tale scopo la suddetta disposizione circuitale del dispensatore o del sistema di controllo CS della macchina 1 include di preferenza mezzi di memoria in cui sono codificati valori o campi di valori di riferimento (ad esempio in forma tabellare) della grandezza elettrica in questione, rappresentativi di quegli agenti di lavaggio che sono considerati corretti per lo specifico serbatoio, qui il serbatoio R1.
La disposizione circuitale provvede quindi a confrontare il valore della grandezza rilevato tramite l?elemento sensibile 270 con i valori di riferimento memorizzati, e comandare di conseguenza la generazione di un?idonea segnalazione sonora e/o visiva, come in precedenza indicato. Ad esempio, qualora l?agente di lavaggio rilevato corrisponda ad uno di quelli codificati nei mezzi di memoria, il sistema di segnalazione non viene attivato, o viene attivato in una prima modalit? (ad esempio un breve suono intermittente o una luce verde); nel caso contrario il sistema di segnalazione viene attivato, o viene attivato in una seconda modalit? (ad esempio un suono continuo o una luce rossa). Come detto, la suddetta disposizione circuitale pu? essere ad esempio implementata nella scheda in precedenza indicata con 250, comprensiva di microcontrollore 251, oppure essere implementata nel sistema di controllo CS della lavastoviglie 1.
In forme di attuazione particolarmente vantaggiose, la grandezza elettrica rilevata tra gli almeno due elettrodi 2701 e 2702 dell?elemento sensibile 270 ? l?impedenza: alcune possibili modalit? di rilevazione basate su misure di impedenza verranno descritte in seguito, anche con riferimento a versioni alternative di sensore.
Naturalmente un sensore di qualit? del tipo descritto con riferimento alle figure 45-46 pu? essere previsto in corrispondenza dell?ingresso 211 cui ? destinato ad essere collegato il serbatoio R2, ad esempio in corrispondenza del retro della sua parte tubolare 211a, 211b (vedere ad esempio figura 12).
Come si ? visto, in varie forme di attuazione, il dispensatore include una parte di dispensatore fissa ed una parte di dispensatore asportabile, quest?ultima comprendendo un corpo cavo che definisce almeno un serbatoio, dove almeno una prima parete del corpo cavo ? destinata ad essere affacciata almeno parzialmente ad almeno una seconda parete della parte di dispensatore fissa, ed il dispensatore comprende almeno un dispositivo sensore, configurato per fornire un segnale elettrico rappresentativo di almeno uno tra un livello ed una caratteristica qualitativa del contenuto dell?almeno un serbatoio. In forme di attuazione di questo tipo, l?almeno un dispositivo sensore ? disposto almeno in parte sulla parte di dispensatore fissa. In forme di attuazione preferenziali, il dispositivo sensore ? interamente disposto sulla parte di dispensatore fissa.
In varie forme di attuazione, l?almeno un serbatoio ha, preferibilmente in una sua parte inferiore, un?uscita in una parete del corpo cavo, che ? accoppiabile in modo separabile ad un rispettivo ingresso presente in una parete della parte di dispensatore fissa: in forme di attuazione particolarmente vantaggiose, il dispositivo sensore ? disposto sostanzialmente in corrispondenza dell?ingresso, o in un relativo alloggiamento in comunicazione di fluido con l?ingresso.
Tale soluzione pu? essere anch?essa spiegata con riferimento alle figure 45-46 gi? considerate, nelle quali l?elemento sensibile 270 ? posto in corrispondenza dell?ingresso tubolare 210 della parte di dispensatore fissa 200, che ? destinato a ricevere in modo rimuovibile la corrispondente uscita tubolare 112 (figura 4) della parte di dispensatore asportabile 100. In questo modo, come si intuisce, il dispositivo sensore pu? essere interamente montato sulla parte fissa 200 del dispensatore 10, consentendo quindi la rimozione senza problemi della parte asportabile 100, e senza dover necessariamente prevedere su tale parte asportabile altri componenti del sensore (come il corpo galleggiante delle figure 6-8). Naturalmente, a tale scopo, l?elemento sensibile 270 non deve essere necessariamente montato in corrispondenza dell?ingresso 210, potendo infatti essere disposto almeno parzialmente in un relativo alloggiamento separato dall?ingresso 210, ad esempio una apposita a camera definita dal corpo principale 201 e collegata in comunicazione di fluido con l?ingresso 210 (una tale soluzione sar? descritta in seguito, in relazione ad un sensore di tipo piezoelettrico).
La versione preferenziale con almeno un dispositivo sensore disposto sulla parte di dispensatore fissa consente di agevolare e/o garantire l?affidabilit? dei relativi collegamenti elettrici, in quanto viene previsto un collegamento elettrico fisso (ad esempio un cablaggio) tra la macchina di lavaggio e la parte di dispensatore fissa, pur consentendo di rilevare il contenuto della parte di dispensatore asportabile, ovvero il contenuto dell?almeno un serbatoio R1 o R2. E? anche chiaro che il concetto di montaggio dell?intero sensore sulla parte di dispensatore fissa ? valido anche in relazione alla gi? citata possibilit? di montare un elemento sensibile 270 in corrispondenza dell?ingresso 211, ad esempio in corrispondenza del retro della sua parte tubolare 211c, 211c (vedere ad esempio figura 47).
La soluzione di prevedere un elemento sensibile con almeno due elettrodi destinati ad essere almeno parzialmente immersi nell?agente di lavaggio ? utilizzabile con vantaggio anche ai fini della realizzazione di un sensore di livello.
Una forma di attuazione di questo tipo ? esemplificata in figura 47, in relazione al montaggio di un elemento sensibile 270 in corrispondenza dell?ingresso 211 per il contenuto del serbatoio in precedenza indicato con R2. Naturalmente, in aggiunta o in alternativa, un simile elemento sensibile potrebbe essere montato in corrispondenza dell?ingresso 210 per il contenuto del serbatoio in precedenza indicato con R1.
Nell?esempio di figura 47 l?elemento sensibile 270 include due elettrodi 2701 e 2703, disposti in corrispondenza del fondo 211b dell?ingresso 210 e della relativa estensione inferiore 211c, gi? in precedenza descritti, tali elettrodi essendo ad altezze diverse, con riferimento alla dimensione di altezza (Y) del dispensatore 10. Gli elettrodi 2701 e 2703 possono essere di realizzazione analoga agli elettrodi gi? sopra descritti, e quindi formati ad esempio di materiale metallico o di altro materiale elettricamente conduttivo (eventualmente rivestiti con un isolante, ad esempio in caso di misure capacitive) ed aventi ciascuno un rispettivo asse che si estende sostanzialmente nella dimensione di profondit? (Z) dispensatore 10, preferibilmente paralleli tra loro e ad una distanza indicativamente compresa tra 3 e 7 mm. Anche in questo caso la parte di ciascun elettrodo 2701 e/o 2703 che si estende all?interno dell?ingresso 211 avr? lunghezza e posizione tale da non costituire intralcio all?inserimento dell?uscita tubolare 113 del corrispondente serbatoio R2 (vedere figura 4).
Anche nel caso del sensore di livello esemplificato in figura 47, il valore della grandezza elettrica misurata tra gli elettrodi 2701 e 2703 dell?elemento sensibile 270 ? utilizzato da una disposizione circuitale del dispensatore 10 o della lavastoviglie 1 per valutare il livello dell?agente di lavaggio presente nell?ingresso 211, che ? rappresentativo di un livello dell?agente di lavaggio contenuto anche nel relativo serbatoio R2, particolarmente un livello di soglia.
La suddetta disposizione circuitale pu? quindi includere mezzi di memoria in cui ? codificato almeno un valore di riferimento della grandezza elettrica in questione, ad esempio un valore rappresentativo del contemporaneo contatto di entrambi gli elettrodi 2701 e 2703 con l?agente di lavaggio in questione (o, pi? in generale, con una sostanza liquida o semisolida); tale valore rappresentativo del contemporaneo contatto di entrambi gli elettrodi 2701 e 2703 con l?agente di lavaggio potrebbe quindi indicare ad esempio un livello dell?agente di lavaggio che supera un valore di livello minimo.
La disposizione circuitale provvede quindi a confrontare il valore della grandezza rilevato tramite gli elettrodi 2701 e 2703 dell?elemento sensibile 270 con l?almeno un valore di riferimento memorizzato. Si apprezzer? che, quando entrambi gli elettrodi 2701 e 2703 sono a contatto con l?agente di lavaggio, la grandezza elettrica misurata avr? un primo valore; per contro, quando il livello dell?agente di lavaggio nell?ambito dell?ingresso 211 e della relativa estensione inferiore 211c sar? ad un?altezza inferiore all?elettrodo 2703 o compresa tra i due elettrodi 2701 e 2703 (ovverosia con l?elettrodo superiore 2703 in aria), oppure con entrambi gli elettrodi 2701 e 2703 in aria, la grandezza elettrica misurata avr? un secondo valore, nettamente distinguibile dal primo valore.
Questa condizione di livello intermedio tra i due elettrodi, quindi inferiore all?elettrodo superiore, pu? essere considerata rappresentativa di un livello basso dell?agente di lavaggio nel serbatoio R2 (atteso che l?uscita 113 si trova nella zona inferiore del serbatoio R2), e quindi della necessit? di procedere con un rabbocco; in tale ottica, il punto pi? basso dell?elettrodo 2703, con riferimento alla dimensione di altezza (Y) identifica un livello minimo dell?agente di lavaggio, inferiormente al quale sar? necessario procedere ad un rabbocco dell?agente di lavaggio.
In funzione della comparazione effettuata tra il valore misurato e l?almeno un valore di riferimento, la disposizione di controllo provveder? a comandare di conseguenza la generazione di un?idonea segnalazione sonora e/o visuale, similmente a quanto gi? in precedenza indicato. Anche nel caso di una rilevazione di livello, la grandezza elettrica rilevata tra gli almeno due elettrodi 2701 e 2703 dell?elemento sensibile 270 pu? essere l?impedenza, o la conducibilit?, o la capacit?.
Si apprezzer? che il sensore di livello descritto con riferimento alla figura 47 ? utilizzabile in alternativa al sensore di livello a galleggiante precedentemente descritto con riferimento alle figure 6-8; per contro, un tale sensore di livello a galleggiante ? utilizzabile in abbinamento ad un sensore di qualit? del tipo descritto con riferimento alle figure 45-46.
Come si ? visto, in varie forme di attuazione, il dispensatore comprende un corpo in cui ? definito almeno un serbatoio, suscettibile di contenere un corrispondente agente di lavaggio in forma liquida o semisolida, ed almeno un dispositivo sensore, configurato per fornire informazione rappresentativa di almeno uno tra un livello ed una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio. In forme di attuazione vantaggiose di questo tipo, il dispositivo sensore comprende un elemento sensibile che include almeno due elettrodi, predisposti per essere a contatto con l?agente di lavaggio, ed una disposizione circuitale, che ? configurata per misurare un valore di almeno una grandezza elettrica tra gli almeno due elettrodi e per confrontare il valore dell?almeno una grandezza elettrica misurata con almeno un rispettivo valore di riferimento, per generare informazione rappresentativa di almeno uno tra un livello ed una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio.
In varie forme di attuazione preferenziali, l?elemento sensibile del dispositivo sensore include almeno tre elettrodi, e particolarmente un primo elettrodo ed un secondo elettrodo preferibilmente ad una stessa altezza, ed un terzo elettrodo ad un?altezza superiore rispetto al primo ed al secondo elettrodo. In un tale tipo di realizzazione, la disposizione circuitale associata all?elemento sensibile pu? essere configurata per:
- misurare il valore dell?almeno una grandezza elettrica tra il primo elettrodo ed il secondo elettrodo, e confrontare il valore misurato con l?almeno un rispettivo valore di riferimento, per generare informazione rappresentativa di una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio, e
- misurare il valore dell?almeno una grandezza elettrica tra il terzo elettrodo ed uno tra il primo elettrodo ed il secondo elettrodo, e confrontare il valore misurato con l?almeno un rispettivo valore di riferimento, per generare informazione rappresentativa di un livello dell?agente di lavaggio.
Come intuisce, un siffatto dispositivo sensore pu? essere realizzato combinando i concetti precedentemente espressi con riferimento alle figure 45-46, da un lato, e 47 dall?altro lato. Una realizzazione di questo tipo ? appunto mostrata nelle figure 48-49, in accordo alla quale l?elemento sensibile 270 del dispositivo sensore include gli elettrodi 2701, 2702 e 2703, gli elettrodi alla stessa altezza 2701 e 2702 essendo utilizzabili per la rilevazione di qualit?, secondo i principi in precedenza spiegati con riferimento alle figure 45-46, e l?elettrodo superiore 2703 essendo utilizzabile in abbinamento ad uno qualsiasi degli elettrodi inferiori 2701 e 2702 per la rilevazione di livello, secondo i principi in precedenza spiegati in relazione alla figura 47.
Un siffatto dispositivo sensore ? quindi in grado sia di rilevare un non corretto rabbocco o riempimento del serbatoio (ad esempio inserendovi un additivo invece che un detersivo), sia di rilevare l?approssimarsi dell?esaurimento dell?agente di lavaggio.
Come si vede nelle figure 48-49, in forme di attuazione di questo tipo gli elettrodi possono essere posizionati sostanzialmente in guisa di triangolo, nel quale un lato (corrispondente agli elettrodi 2701 e 2702) ? disposto in orizzontale, mentre il vertice superiore (corrispondente all?elettrodo 2703) ? posto ad un livello pi? alto. Un primo dei due elettrodi 2701 e 2702 ai vertici di base, ad esempio l?elettrodo 2701, ? utilizzato come elettrodo comune o di riferimento, mentre il secondo elettrodo posto all?altro vertice di base, ad esempio l?elettrodo 2702, ? utilizzato con l?elettrodo comune o di riferimento per la rilevazione di qualit?; il terzo elettrodo, qui l?elettrodo 2703 al vertice superiore, ? utilizzato con l?elettrodo comune o di riferimento per la rilevazione di livello. Si noti che, in luogo di un elettrodo in comune per l?espletamento delle funzionalit? di rilevazione di livello e di rilevazione di qualit?, il sensore potrebbe prevedere almeno due elettrodi distinti per ciascuna di tali funzionalit?.
Gli elettrodi dell?elemento sensibile 270 possono essere realizzati in vari modi, ad esempio mediante elementi come esemplificati nelle figure. Tuttavia, in altre forme di attuazione, gli almeno due elettrodi dell?elemento sensibile possono essere ottenuti mediante serigrafia con inchiostri metallici su di un relativo substrato elettricamente isolante (ad esempio di allumina, plastica o vetronite), oppure mediante tecniche tipiche della realizzazione di circuiti, ad esempio costituiti da multistrati di rame fotoinciso e vetronite. In alternativa possono essere utilizzate tecniche di deposizione di film sottile come evaporazione sotto vuoto, sputtering, e simili, su un idoneo substrato elettricamente isolante. Ci? vale naturalmente anche per gli elementi sensibili 270 delle figure 44-46 e 47. Come detto, gli elettrodi possono anche essere coperti da uno strato elettricamente isolante.
Come gi? spiegato la grandezza elettrica misurata tra le due coppie di elettrodi (2701-2702 e 2701-2703), ad esempio l?impedenza, sar? diversa a seconda del fluido interposto tra gli stessi, per cui le diverse caratteristiche del fluido causeranno una diversa risposta tra gli elettrodi di ciascuna coppia. I fluidi considerati sono quelli tipicamente di interesse per un dispensatore per lavastoviglie, quali detersivi ed additivi liquidi o semisolidi (gel), acqua, aceto e aria.
La figure 50 e 51 esemplificano in forma grafica il risultato di misurazioni di impedenza effettuate utilizzando una struttura di elemento sensibile 270 del tipo mostrato alle figure 48-49, con elettrodi in acciaio del diametro di circa 2 mm posti ad una distanza di circa 5 mm (misurata tra gli assi centrali degli elettrodi). In ascissa ? indicata la frequenza, in hertz, mentre in ordinata ? indicata l?impedenza, in ohm. I valori riportati coprono un ampio intervallo di frequenze, da 200 Hz a 10 MHz.
Il grafico di figura 50 riporta il risultato di rilevazioni effettuate tra i due elettrodi di base 2701 e 2702, ovverosia una rilevazione di qualit?, per tre diverse sostanze, e segnatamente acqua (curva H2O), un detersivo liquido commerciale (WD) ed un brillantante liquido commerciale (WA). Come si pu? notare, il valore di impedenza misurato nei tre casi consente di distinguere chiaramente il detersivo dal brillantante e dall?acqua. Si noti che una curva pressoch? identica a quella indicata con WD si ? ottenuta sottoponendo a misura un detersivo commerciale in gel.
Il grafico di figura 51 riporta invece il risultato di rilevazioni effettuate tra l?elettrodo comune o di riferimento alla base (l?elettrodo 2701, nell?esempio considerato) e l?elettrodo superiore 2703, ovverosia una rilevazione di livello, per le medesime tre sostanze sopra indicate. Le misurazioni sono state effettuate con ciascuna delle tre sostanze ad un livello intermedio tra gli elettrodi di base e l?elettrodo superiore, ovverosia con gli elettrodi 2701 e 2702 a contatto con la sostanza e l?elettrodo superiore 2703 in aria. Come si nota, i valori di impedenza misurati tra l?elettrodo di riferimento 2701 alla base e l?elettrodo superiore 2703 sono nettamente pi? alti rispetto al risultato di cui al grafico di figura 50, con le tre curve che tendono a sovrapporsi all?aumentare della frequenza. Si noti che anche in questo caso una curva pressoch? identica a quella indicata con WD si ? ottenuta sottoponendo a misura un detersivo commerciale in gel.
Si apprezzer? quindi che una possibile logica di rilevazione di livello basata sull?impiego di un elemento sensibile del tipo mostrato nelle figure 48-49 pu? prevedere dapprima un passo di misurazione di impedenza tra gli elettrodi alla stessa altezza (2701-2702), seguita da una misurazione di impedenza tra due elettrodi ad altezze diverse (2701-2703) e, nel caso in cui i due valori misurati differiscano in modo netto (oltre una certa tolleranza) si pu? desumere che il livello della sostanza sia in posizione intermedia ai due elettrodi ad altezze diverse. Nel caso in cui il livello dovesse scendere al di sotto degli elettrodi 2701 e 2702 i valori misurati saranno comparabili, ma molto pi? alti di quelli misurati nel caso di presenza di liquidi di interesse, e quindi la situazione verr? identificata come serbatoio vuoto in base, ad esempio, a tabelle memorizzate.
La disposizione circuitale associata all?elemento sensibile 270 pu? comprendere un microcontrollore ed almeno un circuito di pilotaggio dell?elemento sensibile.
Come mostrato in figura 52, tale disposizione circuitale pu? essere anche implementata nel controllore o scheda elettronica che eventualmente equipaggia il dispensatore, quale quella in precedenza indicata con 250, dotata di relativo microcontrollore 251. Nell?esempio, il controllore o scheda 250 ? configurato per essere collegato in comunicazione di segnale con il sistema di controllo CS della macchina 1.
In accordo all?esempio schematico di figura 52, nel controllore o scheda 250 possono essere implementati anche due circuiti di pilotaggio 252a e 252b, uno per la coppia di elettrodi 2701 e 2702 e l?altro per la coppia di elettrodi 2701 e 2703. Nel caso di un elemento sensibile 270 includente due soli elettrodi pu? essere sufficiente un singolo circuito di pilotaggio.
Ciascun circuito di pilotaggio ? realizzabile in vari modi.
Ad esempio, la figura 53 illustra schematicamente un caso in cui il microcontrollore utilizzato possa generare un segnale in frequenza, dove l?elemento di pilotaggio di ciascuna coppia di elettrodi di un elemento sensibile 270 pu? comprendere un amplificatore operazionale OA.
L?amplificatore OA ha un ingresso (qui l?ingresso invertente -) a cui ? collegato in serie l?elemento sensibile 270, ed una resistenza nota di riferimento Rr ? collegata in parallelo tra tale ingresso (-) e l?uscita dell?amplificatore operazionale OA. Con un tale schema, Zx ? l?impedenza ignota da misurare tra la coppia di elettrodi dell?elemento sensibile 270. La tensione efficace di pilotaggio generata dal microcontrollore, indicata con Vs ? costante, mentre il valore di tensione in uscita dall?amplificatore operazione OA dipender? quindi dal valore di Zx. Il valore di Vu pu? essere ad esempio letto utilizzando un ingresso analogico del microcontrollore, che calcoler? il rapporto tra Vs e Vu, proporzionale a Zx.
Viceversa, se il microcontrollore 250 non ? predisposto per generare un?uscita in frequenza, ? possibile utilizzare un circuito oscillante, la cui frequenza di risonanza ? funzione di un valore di impedenza misurato tra gli almeno due elettrodi dell?elemento sensibile 270, con il microcontrollore predisposto per rilevare tale valore di impedenza sulla base di detta frequenza di risonanza.
Un tale circuito oscillante pu? essere realizzato in qualsivoglia modo noto, quale una rete RC, un circuito risonante LC, un cristallo o risuonatore dielettrico per definirne la frequenza di oscillazione. Gli oscillatori RC sono generalmente usati in bassa frequenza (fino a centinaia di kHz). Fanno parte di questa categoria gli oscillatori: a ponte di Wien, a ponte a T (Bridged-T Oscillator), con rete a doppio T (Twin-T Oscillator ) e con rete a sfasamento (Phase-Shift Oscillator). Negli oscillatori LC, una rete LC ne determina la frequenza di oscillazione. In questa categoria si ritrovano ad esempio gli oscillatori Colpitts, Hartley, Clapp, Armstrong, Meissner.
Le caratteristiche elettriche tra due elettrodi dell?elemento sensibile faranno variare la frequenza di risonanza del circuito risonante, che potr? essere letta con un ingresso analogico o con un ingresso digitale del microcontrollore: in questo caso l?impedenza ignota verr? letta in base ad una misura di frequenza.
Onde verificare se fosse possibile sfruttare la variazione della componente capacitiva di un elemento sensibile 270 sono state effettuate prove di misura mediante impedenzimetro in modalit? capacit? parallelo, inserendo in serie all?elemento sensibile 270 una capacit? di 10nF. I grafici delle figure 54 e 55 rappresentano appunto l?andamento di misure di capacit? in modalit? parallelo, per un brillantante liquido WA ed un detersivo liquido WD delle stesse tipologie menzionate in relazione alle figure 50-51. Le curve WA1 e WD1 rappresentano le misurazioni effettuata con un livello dei relativi agenti di lavaggio che copre due elettrodi ad altezze diverse, mentre le curve WA0 e WD0 rappresentano le misurazioni effettuate per i medesimi agenti di lavaggio, ma con un livello intermedio ai due elettrodi. Come si nota dal grafico, in cui le curve WA0 e WD0 sono praticamente sovrapposte, la misurazione evidenzia una differenziazione nettamente rilevabile delle diverse situazioni (pieno/vuoto e tipo di agente di lavaggio) in un intervallo di frequenza abbastanza ampio, a frequenze relativamente basse. A tale scopo, la figura 55 riporta un dettaglio del grafico di figura 54 nell?intervallo di frequenze 10 kHz-500 KHz.
Con gli elettrodi descritti in precedenza ? quindi possibile avere una ottima differenziazione per frequenze intorno ai 100 kHz. A queste frequenze molte soluzioni circuitali sono praticabili, sia con circuiti LC adatti anche a frequenze pi? alte, che con circuiti RC, o meglio ancora con soluzioni gi? integrate nei microcontrollori. E? anche possibile utilizzare allo scopo oscillatori al quarzo. Negli oscillatori a cristallo di quarzo si fa uso di un cristallo piezoelettrico che possiede una frequenza naturale di risonanza. La frequenza di risonanza ? determinata dal tipo di taglio e dalla forma del materiale nella rete di retroazione. Per controllare la stabilit? della frequenza, il cristallo utilizzato generalmente ? quello del quarzo (SiO2), che ha la forma di un prisma esagonale e pu? essere naturale o artificiale. Dal cristallo sono tagliate piastrine, secondo disposizioni diverse rispetto agli assi cristallografici, con i differenti tipi di taglio che conferiscono al cristallo caratteristiche elettriche e meccaniche diverse. Una coppia di elettrodi dell?elemento sensibile 270, posta in serie ad una capacit? fissa e nota, pu? essere collegata in parallelo al quarzo. Le variazioni del tipo di agente di lavaggio e di livello risultano in una variazione della frequenza di oscillazione del circuito.
Ad esempio, in figura 56 ? rappresentato un oscillatore di Pierce che utilizza un inverter CMOS come amplificatore. L?oscillatore di Pierce ? una versione modificata dell?oscillatore di Colpitts, in cui al posto di un induttore ? posto un cristallo di quarzo, indicato in figura con Oq. Affinch? il circuito funzioni correttamente, ? necessario che il quarzo Oq si comporti induttivamente, e perci? la frequenza di lavoro deve essere compresa tra quella di risonanza serie e quella di risonanza parallelo. Le resistenze Rf e R1 servono a fissare il punto di lavoro dell?inverter CMOS. C3 indica la suddetta capacit? nota collegata in serie all?elemento sensibile 270, capacit? C3 ed elemento 270 essendo in parallelo al quarzo Oq.
Il circuito risuoner? alla pulsazione di risonanza del parallelo tra la L e la C del quarzo e C0 C1 * C2/(C1 C2). Poich? la capacit? C ? pi? piccola delle altre tre capacit?, essa ? dominante e la pulsazione di risonanza risulta quindi f=1/(LC)<1/2>.
Un elemento sensibile di uno qualsiasi dei tipi in precedenza indicati con 270 pu? appartenere ad un modulo sensore destinato al montaggio sul corpo del dispensatore. In tale ottica, gli almeno due elettrodi di un tale elemento sensibile possono essere associati ad un medesimo corpo di sensore, configurato per il montaggio a tenuta sul corpo di dispensatore.
Un esempio di questo tipo ? mostrato nelle figure 57-59, dove con 280 ? indicato nel complesso un corpo di sensore 280, preferibilmente formato in materiale elettricamente isolate, al quale ? associato un elemento sensibile 270 includente tre elettrodi 2701, 2702 e 2703. Ovviamente una tale struttura, cos? come quella delle successive figure 60-61, ? utilizzabile anche nel caso di elementi sensibili 270 aventi due soli elettrodi, come in figura 45-46 e/o in figura 47.
Nell?esempio il corpo di sensore 280 presenta una parete periferica tubolare 280a, qui sostanzialmente cilindrica, ed una parete di fondo 280b in corrispondenza della quale sono montati gli elettrodi. L?estremit? della parete periferica 280a opposta alla parete di fondo 280b pu? convenientemente definire una flangia 280c radialmente sporgente verso l?esterno, eventualmente dotata di uno o pi? elementi di polarizzazione e/o di aggancio 280d, ossia elementi configurati per consentire il montaggio del corpo di sensore 280 con un orientamento predeterminato all?interno della porzione posteriore dell?ingresso 210 della parte di corpo 201 del dispensatore.
In questo caso, la porzione posteriore dell?ingresso 210 ? priva di una propria parete di fondo ed ? preferibilmente sagomata per ricevere una corrispondente porzione del corpo di sensore 280, eventualmente sagomata anche per definire uno o pi? elementi di aggancio. Uno o pi? elementi di polarizzazione e/o aggancio, quale quello indicato con 221 in figura 57, possono anche essere previsti sulla parte di corpo 201 che definisce l?ingresso 210. La parete periferica 280a del corpo di sensore 280 pu? convenientemente definire una sede 280e (figura 58) per un relativo elemento di tenuta anulare 281 (figura 59). Il corpo di sensore 280 pu? essere piantato con interferenza all?interno della porzione posteriore dell?ingresso 210, oppure saldato o incollato al retro dell?ingresso 210 in corrispondenza della flangia 280c, o fissato tramite rispettivi mezzi di fissaggio, quale ad esempio un attacco a baionetta.
Una realizzazione sostanzialmente simile ? mostrata nelle figure 60-61, nella quale la flangia 280c del corpo di sensore 280 ? dotata di un?estensione 280d che, oltre a fungere da elemento di polarizzazione, ha un foro passante per un elemento di fissaggio 210e, ad esempio una vite, destinato ad essere ricevuto in una corrispondente estensione 210d dell?ingresso 210, prevista in corrispondenza del retro dello stesso ingresso.
Naturalmente, un corpo di sensore realizzato secondo i concetti espressi in relazione alle figure 57-59 o 60-61, anche con due soli elettrodi, potrebbe essere montato in corrispondenza dell?ingresso 211 della parte di dispensatore fissa 200.
In figura 62 ? mostrata in forma schematica una possibile realizzazione di un dispositivo sensore il cui elemento sensibile 270? include almeno un elemento piezoelettrico, indicato con 270a, disposto tra due relativi elettrodi di collegamento 270b. L?elemento piezoelettrico 270a e gli elettrodi 270b possono essere disposti su di un relativo substrato elettricamente isolante, disposto all?interno di un corpo sensore 280, qui avente forma sostanzialmente cilindrica. In varie forme di attuazione, quale quella esemplificata, il corpo di sensore 280 ? provvisto frontalmente di uno strato dielettrico o elettricamente isolante, indicato con 270c, destinato al contatto con il liquido ed atto a isolare le parti elettriche rispetto alla sostanza oggetto di misurazione , tale strato 270c coprendo di preferenza almeno l?elemento piezoelettrico 270a ed i relativi terminali.
La figura 62 si presta anche ad evidenziare come, in varie forme di attuazione, un dispositivo sensore che equipaggia il dispensatore non debba essere necessariamente disposto in corrispondenza di un ingresso di una parte di dispensatore fissa, ma invece essere disposto in corrispondenza di un alloggiamento in comunicazione di fluido con tale ingresso. Nell?esempio mostrato, nel retro del corpo 201 della parte di dispensatore fissa ? definito un alloggiamento, indicato con 222, qui avente una forma generalmente cilindrica che include una parete di fondo 222a (qui formata da un tratto della parete di fondo dell?alloggiamento 214 per la pompa) ed una parete periferica 222b, in corrispondenza del quale ? montato il corpo di sensore 280.
Come si nota, l?alloggiamento 222 ? collegato in comunicazione di fluido con l?ingresso 210, in particolare tramite un?apertura della parete di fondo 222a. Tra il corpo di sensore 280 e l?alloggiamento 222 possono essere previsti idonei mezzi di tenuta: nell?esempio, il corpo 280 ? provvisto frontalmente di elemento di tenuta anulare 290a, per realizzare una tenuta assiale o di testa rispetto ad una relativa sede 222c definita entro l?alloggiamento 222; nell?esempio l?alloggiamento 222 ? inoltre conformato per definire una parte anulare 222d per il riscontro o l?appoggio del fronte del dispositivo sensore, qui lo strato 270c. Il corpo di sensore 280 pu? essere fissato in corrispondenza dell?alloggiamento 222 secondo qualsiasi modalit? nota.
Nelle figure 63 e 64 ? mostrata una possibile realizzazione della parte attiva di un sensore del tipo mostrato in figura 62. In tali figure, con 270d ? indicato un substrato elettricamente isolante, ad esempio di tipo ceramico, preferibilmente con spessore inferiore ad un millimetro. Il substrato pu? essere ad esempio in allumina ed avere uno spessore compreso tra 0,5 e 1 mm, particolarmente tra 0,6 e 0,7 mm. Nell?esempio il substrato ? provvisto di fori 270e, in corrispondenza dei quali sono montati o depositati rispettivi terminali elettrici 270f, preferibilmente metallici, sul lato posteriore del substrato 270d. In corrispondenza del lato anteriore del substrato 270d, ovvero quello destinato ad essere rivolto verso l?agente di lavaggio, ? previsto un elemento piezoelettrico 270a, interposto tra due elettrodi 270b. Nell?esempio, l?elemento 270a ha forma di disco e gli elettrodi 270b hanno una corrispondente parte a disco, dalla quale si estende radialmente una rispettiva porzione di collegamento 270b1 destinata al contatto con i terminali 270f, tramite i fori 270e. Il materiale piezoelettrico impiegato per realizzare l?elemento 270a pu? essere ad esempio una miscela solida piombo-zirconato e piombo titaniato (PZT); il suo spessore pu? essere compreso tra 50 e 150 micron, particolarmente circa 100 micron; gli elettrodi 27b sono di preferenza formati con un metallo nobile, ad esempio platino, aventi spessore compreso tra 5 e 30 micron, preferibilmente circa 10 micron.
In varie forme di attuazione, il gruppo formato dall?elemento piezoelettrico e dai relativi elettrodi ? isolato rispetto all?agente di lavaggio. L?isolamento non deve necessariamente interessare l?intero lato frontale del substrato: nel caso esemplificato nelle figure 63-64, a tale scopo ? previsto uno strato localizzato 270c di materiale dielettrico, ovverosia uno strato che ricopre una regione limitata del lato anteriore del substrato 270d e sotto al quale si trovano l?elemento 270a e gli elettrodi 270b. Lo strato 270c pu? avere uno spessore compreso tra 10 e 30 micron, particolarmente circa 15 micron, ed essere formato con ogni materiale dielettrico idoneo allo scopo, anche di tipo vetroso. Ad esempio, nel caso di un substrato in allumina, lo strato 270c pu? essere formato con il materiale individuato commercialmente dalla sigla ?G-485-2?, a base di bismuto, silicio e boro.
Gli strati che realizzano l?elemento piezoelettrico 270a, gli elettrodi 270b ed il rivestimento isolante 270c possono essere formati con qualsiasi tecnica nota, ad esempio tecniche di deposizione usualmente impiegate in campo elettronico.
Va in ogni caso sottolineato che la previsione dello strato dielettrico 270c deve essere intesa come opzionale, in quanto il gruppo formato dall?elemento piezoelettrico 270 potrebbe essere previsto per il contatto diretto con l?agente di lavaggio: un esempio in tal senso ? mostrato schematicamente in figura 65, dove al lato frontale di un substrato 270c sono associati due gruppi - comprendenti ciascun un elemento piezoelettrico 270a e due elettrodi 270b - che sono direttamente esposti. La previsione di un isolamento deve ritenersi preferibile nell?ottica di aumentare la vita utile del sensore.
Un sensore piezoelettrico del tipo indicato pu? essere impiegato sia a fini di rilevazione di livello, sia a fini di rilevazione di qualit?.
Nel caso di un sensore avente un elemento sensibile 270? del tipo indicato, un valore elettrico caratteristico dell?elemento piezoelettrico 270a, qual ? ad esempio la sua impedenza, verr? influenzato - oltre che dalle caratteristiche elettriche del mezzo in cui ? eventualmente immerso - anche dalle caratteristiche meccaniche della sostanza oggetto di rilevazione, in particolare dalla sua viscosit? e dalla sua densit?: ci? in considerazione del fatto che la frequenza di vibrazione dell?elemento 270a risulter? diversa a seconda che lo strato 270c, cui ? addossato lo stesso elemento 270a, sia a contatto con la sostanza liquida oppure no (in aria), ed a seconda del tipo di sostanza, pi? o meno viscosa o pi? o meno densa. Quindi, sulla base dell?effetto piezoelettrico inverso, anche ad un elemento sensibile di questo tipo possono essere sostanzialmente applicate le considerazioni circuitali esposte precedentemente. Ad esempio, nel caso di utilizzo di un elemento piezoelettrico del tipo indicato con 270a sar? possibile utilizzare lo stesso elemento piezoelettrico al posto di un quarzo, in una configurazione circuitale di un qualsivoglia oscillatore al quarzo, ad esempio quella riportata nella figura 56 (dove quindi, in sostanza, verr? omesso il quarzo Oq).
Molto schematicamente, quindi, la frequenza di vibrazione dell?elemento piezoelettrico 270a sar? diversa a seconda del fatto che lo strato frontale 270c del sensore 270? sia a contatto o meno (o a contatto in misura maggiore o minore) con la sostanza liquida, potendo con ci? discriminare se il livello sia maggiore o minore rispetto ad una soglia determinata. Dall?altro lato, sulla base della frequenza di vibrazione sar? anche possibile discriminare se il suddetto strato 270c ? a contatto con una sostanza pi? densa/viscosa oppure con una sostanza meno densa/viscosa.
Le figure 66 e 67 esemplificano in forma grafica il risultato di misurazioni di impedenza effettuate utilizzando una struttura di elemento sensibile 270? del tipo mostrato alle figure 63-64, avente le caratteristiche preferenziali sopra indicate. In ascissa ? indicata la frequenza, in hertz, mentre in ordinata ? indicata l?impedenza, in ohm. I valori riportati coprono un ampio intervallo di basse frequenze da 200 a 300 Hz.
Il grafico di figura 66 riporta il risultato di rilevazioni di qualit? per le stesse tre sostanze liquide di cui alla figura 50, e segnatamente acqua (curva H2O), un detersivo liquido commerciale (WD) ed un brillantante liquido commerciale (WA). Come si pu? notare, il valore di impedenza misurato nei tre casi consente di distinguere chiaramente il detersivo dal brillantante e dall?acqua. Dall?alto lato, il grafico di figura 67 mostra il risultato di una rilevazione effettuata con il gruppo formato dall?elemento piezoelettrico 270a e gli elettrodi 270b non immerso in un liquido, ovverosia in aria: dal confronto tra le figure 66 e 67 ? quindi agevole rilevare come l?elemento sensibile 270? consenta di distinguere chiaramente la presenza o l?assenza di liquido, ovvero discriminare se la sostanza liquida si trovi al di sopra o al di sotto di un livello di soglia sostanzialmente determinata dalla posizione dell?elemento piezoelettrico.
Come in precedenza indicato, la previsione dello strato di materiale dielettrico 270c, per quanto preferibile, non costituisce caratteristica essenziale. I grafici delle figure 68-69 sono analoghi a quelli delle figure 66-67, ma relativi a rilevazioni di impedenza effettuate con un elemento sensibile 270? analogo a quello delle figure 63-64, ma primo del relativo strato 270c: come si evince, anche in questi casi ? possibile discriminare la tipologia di sostanza liquida e la sua presenza o assenza di fronte all?elemento piezoelettrico.
In possibili varianti di attuazione ? possibile realizzare un sensore il cui elemento sensibile 270? sfrutti sia l?effetto piezoelettrico diretto, sia l?effetto piezoelettrico inverso. Un tale caso ? mostrato in forma schematica in figura 65, dove al substrato 270d sono associati due elementi piezoelettrici 270a? con relativi elettrodi di collegamento 270b: un primo dei due elementi 270a verr? alimentato con una tensione predefinita, onde causarne la vibrazione per effetto piezoelettrico inverso, mentre il secondo elemento 270a verr? sfruttato per generare, sfruttando l?effetto piezoelettrico diretto, una differenza di potenziale il cui valore dipender? dalla frequenza di vibrazione del primo elemento 270a. Anche un tale tipo di sensore - ottenibile secondo modalit? circuitali di per s? note - pu? quindi essere sfruttato per ottenere sia un?informazione di livello, sia un?informazione relativa ad una caratteristica qualitativa dell?agente di lavaggio. Nel caso di figura 65 i due gruppi formati ciascuno dall?elemento piezoelettrico 270a e dai relativi elettrodi 270b ? privo dello strato 270c, ma in altre versioni tale strato potrebbe essere previsto.
L?impiego di un sensore piezoelettrico pu? ad esempio risultare vantaggioso al fine discriminare il tipo di agente di lavaggio sulla base di sue caratteristiche fisiche, quali la viscosit? o la densit? che, come detto, influenzano la riposta del sensore. In tal modo, ad esempio, risulta possibile discriminare se un detersivo WD o additivo WA sia di tipo liquido o semisolido (gel). Una tale informazione pu? essere ad esempio sfruttata dal sistema di controllo CS della lavastoviglie 1 per adattare un programma di lavaggio precedentemente avviato ad un utilizzatore (ci? vale naturalmente per qualsiasi caratteristica di tipo qualitativo rilevabile tramite gli altri tipi di sensore qui descritti).
Naturalmente un sensore di tipo piezoelettrico pu? equipaggiare ciascuno dei due serbatoi R1 e R2.
In varie forme di attuazione, almeno un dispositivo sensore che equipaggia il dispensatore ? un sensore di tipo ottico, ovvero avente un elemento sensibile che comprende almeno un emettitore ed almeno un ricevitore di una radiazione elettromagnetica.
Una possibile forma di attuazione di questo tipo ? mostrata in forma schematica nelle figure 70-72. Riferendosi al caso esemplificato, il sensore ottico, indicato nel suo complesso con 500, ? preferibilmente configurato in forma di modulo destinato al montaggio sulla parte di dispensatore fissa 200, ad esempio in corrispondenza di uno degli ingressi 210 o 211 o di un relativo alloggiamento 222, come in precedenza descritto, preferibilmente con interposizione di almeno un elemento di tenuta anulare. In altre forme di attuazione, almeno parte del corpo di sensore pu? essere integrato o definito dal corpo della parte di dispensatore fissa 200.
Nell?esempio non limitativo, il corpo di sensore comprende due parti principali, indicate con 501 e 502 tra loro accoppiate preferibilmente a tenuta, ad esempio formate in materiale plastico. Nell?esempio, la parte di corpo 501 ha conformazione generalmente cilindrica, eventualmente provvista ad un?estremit? distale di una flangia 501b. All?estremit? prossimale della parte di corpo 501 ? montato un elemento sensibile, includente almeno un emettitore 270a? di una radiazione elettromagnetica, quale una radiazione di luce visibile, e almeno un ricevitore della radiazione 270b?; l?emettitore pu? essere ad esempio un diodo emettitore, mentre l?almeno un ricevitore pu? comprendere almeno due distinti ricevitori, ad esempio foto-rivelatori o foto-diodi idonei a rilevare l?emissione luminosa generata dall?emettitore. In forme di attuazione alternative, il ricevitore 270b? pu? essere un singolo ricevitore del tipo C-Mos array, comprendente una serie lineare o una matrice (array) di pixel indipendenti e costituiti ciascuno da un foto-rilevatore.
Nell?esempio, la parte di corpo 502 svolge principalmente funzioni di involucro ed a tale scopo essa ha forma cilindrica cava, in modo da poter ricevere al proprio interno la porzione cilindrica della parte di corpo 501. La parte 502 ha quindi una parete periferica 502a ed una parete fondo 502b, che ? provvista di un apertura passante 502c, Le due parti di corpo 501 e 502 sono accoppiate tra loro, preferibilmente con interposizione di mezzi di tenuta. Nell?esempio, l?accoppiamento tra le due parti ? un accoppiamento filettato, ed a tale scopo la porzione cilindrica della parte 501 ? provvista esternamente di una filettatura maschio, destinata all?impegno con una corrispondente filettatura femmina (non visibile) prevista sul lato interno della parete periferica 502a della parte di corpo 502.
In corrispondenza della sommit? della parte di corpo 501 ? previsto un elemento ottico 503, particolarmente avente funzioni di prisma ottico. A tale scopo, la parte di corpo 501 pu? esser conformata in modo da definire elementi di posizionamento o distanziali 501c per l?elemento ottico 503. L?elemento ottico 503 pu? essere formato ad esempio in policarbonato, o con altro materiale trasparente alla radiazione luminosa emessa dall?emettitore 270a?. Nell?esempio, l?elemento 503 ha una parete frontale 503a, una parete periferica 503b ed una parete posteriore 503c, quest?ultima essendo destinata ad essere affacciata all?emettitore 207a? ed al ricevitore 207b?. Nell?esempio, l?elemento ottico ha forma almeno approssimativamente troncoconica, ma ci? non costituisce caratteristica essenziale.
Con 504 ? indicato un elemento di tenuta anulare sagomato, destinato ad essere interposto tra l?elemento ottico 503 e la parte di corpo 502; il foro passante di tale elemento di tenuta 504 ha preferibilmente un profilo congruente a quello della parete periferica 503b del dell?elemento ottico 503, e quindi ? nell?esempio ? un profilo sostanzialmente troncoconico. Come si intuisce dalle figure, nella condizione assemblata del sensore 500, l?elemento di tenuta 504 ? disposto in modo realizzare una tenuta tra le parti di corpo 501, 502 e l?elemento ottico 503, di modo che la superficie frontale 503a dell?elemento 503 possa essere affacciata ad un liquido, attraverso l?apertura 502c della parte di corpo 502, senza rischi di infiltrazioni verso l?interno del sensore 500.
In varie forme di attuazione, il funzionamento del sensore 500 ? basato sulle leggi ottiche legate alla rifrazione/riflessione della radiazione ottica, ed in particolare sul principio dell?angolo critico di riflessione totale. Pi? particolarmente, un tale principio di funzionamento si basa sulla dipendenza dell'indice di rifrazione della sostanza liquida dalla sua composizione o concentrazione: la misura si basa quindi sul salto di indice tra il liquido da analizzare, ovvero l?agente di lavaggio, ed il materiale solido dell?elemento ottico 503, sfruttando il principio della riflessione totale interna all'interfaccia tra i due mezzi.
Nelle figure 70-72, l?emettitore 270a? ed il ricevitore 270b?sono disposti secondo un medesimo piano giacitura, anche per esigenze di rappresentazione; in tale configurazione l?elemento ottico 503 pu? essere opportunamente sagomato per definire opportuni angoli di riflessione/rifrazione tra l?emettitore 270a?, il ricevitore 270b? e la parete di interfaccia rappresentata dalla superficie frontale dell?elemento ottico 503.
In varie forme di attuazione, l?emettitore 270a? ed il ricevitore 270b? hanno invece le rispettive parti attive di emissione e ricezione, rispettivamente, che sono generalmente rivolte l?una verso l?altra, ma disposte angolate tra loro, preferibilmente in modo tale per cui i rispettivi assi si intersechino. Il concetto ? illustrato in forma schematica nelle figure 73-74, in cui l?emettitore 270a? ed il ricevitore 270b? sono disposti secondo rispettivi piani di giacitura che formano tra loro un angolo ?, che ? preferibilmente minore di 90?; per contro, i due piani passanti per gli assi ? del ricevitore e dell?emettitore, rispettivamente (intendendo con ci? due piani ortogonali all?asse del foglio delle figura 73-74), formano tra loro un angolo che ? preferibilmente maggiore di 90?. Gli angoli suddetti possono essere predefiniti almeno in funzione del materiale plastico utilizzato per realizzare l?elemento ottico 503 e dal tipo di emettitore, secondo tecnica di per s? nota.
Dalle figure 73-74 ? anche possibile notare come, di preferenza, la superficie posteriore del corpo dell?elemento ottico 503 definisca due facce 503c?, 503c? che sono inclinate con orientamenti contrapposti, di modo che l?emettitore 207a?, da un lato, ed il ricevitore 207b?, dall?altro lato, risultano affacciati e generalmente paralleli ad una rispettiva detta faccia inclinata. L?inclinazione delle facce 503c?, 503c? ? preferibilmente calcolata in modo che il segnale ottico le attraversi in un verso quanto pi? possibile ortogonale rispetto alle superfici di ingresso e uscita della luce, cos? da minimizzare la riflessione alle interfacce aria-solido e solido-aria, rispettivamente.
Nel funzionamento, l?emettitore 207a? illumina la superficie di interfaccia -rappresentata dalla superficie frontale 503a dell?elemento 503 - agli angoli di interesse attorno all'angolo critico, e quindi con incidenza maggiore ed inferiore all?angolo critico. In tal modo esisteranno due zone: una zona interessata dai raggi totalmente riflessi (legati a quelli con incidenza superiore all?angolo critico) ed una zona interessata con minore intensit?, che ? illuminata dai raggi parzialmente riflessi (legati a quelli con incidenza inferiore all?angolo critico). Si pu? ottenere cos?, in uscita, un campo di intensit? in cui la separazione tra la zona fortemente illuminata per riflessione totale interna e quella meno illuminata (riflessione parziale) ? variabile della concentrazione del liquido.
I raggi utilizzati per la rappresentazione meramente esplicativa e schematica di cui alle figure 73-74 fanno parte di un campo illuminante che cambia la sua configurazione in funzione della variazione dell?angolo critico, ovvero dell?indice di rifrazione della sostanza liquida, ossia della sua composizione o concentrazione.
In presenza di un agente di lavaggio o altra sostanza avente una prima composizione o concentrazione si pu? avere la schematizzazione di Figura 73: ipotizzando che i raggi del fascio R incidano sulla superficie di interfaccia 503a con un angolo uguale all?angolo critico, alcuni di tali raggi saranno ottenuti come totale riflessione dei raggi incidenti, mentre altri raggi saranno parzialmente rifratti (in R1) e parzialmente riflessi, con il ricevitore ?inferiore? 207b? che risulter? maggiormente illuminato dal fascio risultante R2. La figura 74 schematizza il caso di una sostanza o agente di lavaggio avente una seconda composizione o concentrazione (ad esempio inferiore alla precedente): i raggi del fascio illuminante R prodotto dall?emettitore 720a? incidono sempre con lo stesso angolo, mentre l?angolo critico varia (diminuisce), in dipendenza della composizione della sostanza. Anche in questo caso il fascio risultante R2 includer? quindi raggi completamente riflessi e raggi parzialmente riflessi, ma con una maggiore intensit? illuminante sul ricevitore ?superiore? 270b?.
Come si vede, in definitiva, l?elemento ottico 503 risulta configurato per contribuire alla propagazione della radiazione ottica per rifrazione e/o riflessione dall?almeno un emettitore 270a? all?almeno un ricevitore 270b?, in modo tale per cui la radiazione ? almeno in parte propagata attraverso l?elemento 503 verso l?almeno un ricevitore 270b? con un angolo e/o con un?intensit? che ? variabile in funzione di una caratteristica qualitativa della sostanza liquida.
Naturalmente, sulla base dei principi su esposti, il sensore ottico 500 pu? anche essere sfruttato come sensore di livello. Infatti, in assenza di liquido in corrispondenza della parete di interfaccia 503a, il fascio di luce emesso dall?emettitore 270a? sar? pressoch? completamente riflesso verso il ricevitore 270b?, mentre in presenza di liquido all?interfaccia parte del fascio di luce verr? rifratto nel liquido, investendo con intensit? ridotta il ricevitore270b?: in tal modo risulta possibili discriminare se la sostanza liquida si trovi al di sopra o al di sotto di un livello di soglia predeterminato. Naturalmente la funzionalit? di rilevazione di livello potrebbe essere ottenuta anche senza sfruttare il principio legato all?angolo critico di riflessione totale, ovverosia essere basato sulla semplice riflessione/rifrazione della radiazione ottica.
In varie forme di attuazione in precedenza descritte, un dispositivo di sensore di livello e/o di almeno una caratteristica qualitativa di un agente di lavaggio ? disposto almeno in parte in corrispondenza di un ingresso di una parte di dispensatore, o in corrispondenza di un relativo alloggiamento collegato in comunicazione di fluido con tale ingresso. In altre forme di attuazione, un tale dispositivo sensore pu? essere invece disposto almeno in parte in corrispondenza di una relativa camera di rilevazione, anche in posizione remota rispetto ad un detto ingresso, e non collegata direttamente ad una relativa disposizione di erogazione dell?agente di lavaggio. In forme di attuazione di questo tipo, un serbatoio ha un?apertura di rilevazione, che ? accoppiabile in modo separabile e a tenuta rispetto ad una apertura di ingresso presente nella parte di dispensatore fissa, tale apertura di ingresso essendo in comunicazione di fluido con la camera di rilevazione. L?apertura di rilevazione e l?apertura di ingresso della camera di rilevazione sono definite in rispettive pareti delle parti asportabile e fissa del dispensatore, rispettivamente, destinate ad essere affacciate l?una all?altra nella condizione operativa del dispensatore.
Forme di attuazione di questo tipo sono esemplificate nelle figure 75 e 76, nelle quali con 112? sono indicate le suddette aperture di rilevazione, preferibilmente definite da porzioni tubolari del corpo cavo 101 aventi struttura simile a quella in precedenza descritta con riferimento alle uscite 112 e 113. Con 210? sono invece indicate le suddette camere di rilevazione, che qui non sono in comunicazione di fluido con ingressi della parte fissa 200. Anche le camere 210? sono preferibilmente definite da porzioni tubolari del corpo 201 aventi struttura simile a quella in precedenza descritta con riferimento agli ingressi 210 e 201, aventi una parte parete periferica 210a? ed una parete di fondo 210b?, in corrispondenza della quale ? montato l?elemento sensibile 270: in questo caso, tuttavia, le camere 210? non appartengono e non sono direttamente collegate ad una disposizione di erogazione dell?agente di lavaggio in questione.
Nel caso di figura 75, il componente sensibile 270 del dispositivo sensore include elettrodi 2701, 2703 (ed eventualmente 2702) del tipo gi? in precedenza descritto, previsti per esser direttamente a contatto con la sostanza liquida, ad esempio per misure di conducibilit? o impedenza, mentre nel caso di figura 76 il componente sensibile 270 include elettrodi 2701, 2703 (ed eventualmente 2702) che sono isolati rispetto alla sostanza liquida tramite uno strato elettricamente isolante 2704, ad esempio per misure di tipo capacitivo. Anche le aperture 210 possono essere provviste di valvole di ritegno ad azionamento automatico del tipo in precedenza descritto.
Naturalmente il concetto di allocare almeno parte di un dispositivo sensore in corrispondenza di una camera di rilevazione ? utilizzabile anche nel caso di altri tipi di sensore, quali i sensori piezoelettrici o i sensori ottici in precedenza descritti.
In varie forme di attuazione, un dispositivo sensore di livello e/o di qualit? ha una prima parte montata sulla parte di dispensatore asportabile ed una seconda parte montata sulla parte di dispensatore fissa, la prima parte e la seconda parte interagendo preferibilmente per mezzo di un segnale o campo elettromagnetico o induttivo.
Una forma di attuazione di questo tipo ? mostrata in forma schematica in figura 77, in accordo alla quale il dispositivo sensore mostrato ha un elemento sensibile 270? montato in corrispondenza di un alloggiamento 112? definito nel corpo cavo 101, particolarmente in corrispondenza di un fondo di chiusura 112b?. L?elemento 270? include ad esempio un circuito 270a? collegato ad elettrodi 2701, 2703 (ed eventualmente 2702) che si estendono verso l?interno del serbatoio, qui il serbatoio R1. Una seconda parte di comunicazione del sensore, indicata con 270b? ? invece montata in corrispondenza del lato esterno di un fondo di chiusura 210b? di un alloggiamento 210?, definito nel corpo 201. Anche la parte di comunicazione 270b? include un rispettivo circuito e terminali di collegamento 2705 per il collegamento elettrico ad una disposizione circuitale di bordo del dispensatore o della macchina di lavaggio.
Gli alloggiamenti 112? e 210? possono avere struttura tubolare simile a quella in precedenza descritta con riferimento alle uscite 112, 113 ed agli ingressi 210, 2011, e quindi suscettibili di accoppiarsi in modo rilasciabile, di modo che - nella condizione accoppiata tra parte di dispensatore asportabile 101 e parte di dispensatore fissa 200 - le pareti di fondo 112b? e 210b? sia sostanzialmente affacciate tra loro. Come si evince, in questo caso, gli alloggiamenti 112? e 210? sono quindi chiusi posteriormente e, stante la presenza delle pareti di fondo 112b? e 210b?, gli alloggiamenti stessi non sono collegati in comunicazione di fluido e non appartengono ad una disposizione di erogazione dell?agente di lavaggio contenuto nel serbatoio R1.
Il principio di trasmissione/ricezione di dati tra l?elemento sensibile 270?, ovvero il suo circuito 270a?, e la parte di comunicazione 270b?, ovvero il suo circuito, pu? essere di tipo analogo a quello dei dispositivi elettrici passivi a radiofrequenza privi di alimentazione autonoma, ad esempio i dispositivi RFID, a tal fine comprendendo rispettive antenne. Tali dispositivi a radiofrequenza sono in s? noti e non richiedono in questa sede una descrizione approfondita.
Qui basti precisare che la tensione di alimentazione del circuito 270a? ? fornita dal circuito della parte 270b?, la quale ? operativa per generare in modo noto un campo elettromagnetico, ad esempio tramite un segnale a 125 KHz; in pratica, il campo elettromagnetico induce una tensione che alimenta, il quale pu? a sua volta trasmettere dati al circuito della parte 270b?. Su tale base, quindi, tramite l?elemento sensibile 270? possono essere effettuate rilevazioni di livello e/o di qualit? analoghe a quelle in precedenza descritte, e comunicate in modalit? wireless alla parte di lettura 270b?, che a sua volta le rende disponibili alla disposizione circuitale di bordo del dispensatore o della lavastoviglie 1.
Come in precedenza indicato, in varie forme di attuazione, il dispensatore include almeno una parte operabile manualmente da un utilizzatore, ed una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio controllabile per impedire o consentire uno spostamento della parte operabile tra due sue posizioni. Una attuazione di questo tipo ? stata in precedenza esemplificata in relazione agli sportelli 1041, 1042 che equipaggiano dispensatori secondo varie forme di attuazione descritte.
Un tale sistema di bloccaggio/sbloccaggio ? utilizzabile con vantaggio anche al fine di impedire o consentire, a seconda dei casi, la rimozione della parte asportabile del dispensatore rispetto alla sua parte fissa, la parte asportabile realizzando la parte operabile dall?utilizzatore. In questo caso il meccanismo di blocco della disposizione include almeno un elemento di trattenimento montato sulla parte di dispensatore fissa in modo spostabile, tra una posizione di trattenimento ed una posizione di rilascio, relativamente ad un contro-elemento di trattenimento presente sulla parte di dispensatore asportabile.
Una possibile implementazione in tal senso ? illustrata schematicamente nelle figure 78-82.
Riferendosi inizialmente alla figura 78, la disposizione esemplificata include un meccanismo di blocco che ? fondamentalmente simile a quello gi? in precedenza descritto con riferimento alle figure 31-36. In questo caso, ciascun elemento 2061 e 2062 ha associato o definisce un relativo elemento di trattenimento 206c, qui esemplificato in forma di gancio, che sporge frontalmente (nella dimensione Z) oltre il lato frontale delle formazioni di posizionamento e/o guida 205. Dall?altro lato, in corrispondenza del retro del corpo cavo 101 sono definiti corrispondenti alloggiamenti o sedi 121, che fungono da contro-elementi di trattenimento, rispetto ai quali gli elementi 206c sono suscettibili di assumere almeno una posizione di trattenimento ed una posizione di rilascio.
Le sedi 121 sono configurate e posizionate in modo tale per cui, quando la parte di dispensatore mobile 100 ? accoppiata sulla parte di dispensatore fissa 200, almeno una parte di ciascun elemento di trattenimento 206c pu? sporgere nell?ambito della relativa sede 121, con possibilit? di movimento angolare tra la posizione di trattenimento e la posizione di rilascio. Tale movimento angolare ? ottenuto attraverso il corrispondente movimento angolare degli elementi di blocco 2061, 2062, ai quali gli elementi di ritegno sono solidali in rotazione. Nell?esempio, un elemento 206c e la relativa sede 121, da un lato, e l?altro elemento 206c, e la relativa sede 121, dall?altro lato, sono conformati in modo differente, in considerazione del fatto che le posizioni angolari di trattenimento e di rilascio dei due elementi 206c sono differenti: tuttavia, in possibili varianti di attuazione, gli elementi di trattenimento, da un lato, ed i relativi contro-elementi di trattenimento, dall?altro lato, potrebbero essere uguali tra loro.
Come si evince anche nelle figure 79-82, in questo caso l?organo di camma 451 definisce un profilo di camma pi? complesso rispetto al caso delle figure 31-36. Nell?esempio schematico, tale profilo include due tratti opposti 452a e 452b che si estendono ciascuno secondo un rispettivo arco di circonferenza, le due circonferenze essendo preferibilmente l?una maggiore dell?altra, e due tratti intermedi di collegamento 452c e 452d, pi? lunghi, dei quali uno (452c) contraddistinto da una rientranza, e l?altro (452d) contraddistinto da una sporgenza.
La figura 79 esemplifica una condizione corrispondente a quella delle figure 31-32, con l?organo di camma 451 che ? in una posizione angolare tale per cui gli organi di blocco 2061 e 2062 non consentono l?azionamento dei dispositivi di aggancio/rilascio 1051 e 1052. In tale condizione, entrambi gli elementi di trattenimento 206c sono in una posizione angolare di aggancio rispetto ai contro-elementi di trattenimento rappresentati dalle sedi 121: in tale condizione, la parte di dispensatore asportabile 100 non pu? pertanto essere rimossa dalla parte di dispensatore fissa 200.
La figura 80 esemplifica una condizione corrispondente a quella delle figure 33-34, con l?organo di camma 451 che ? in una posizione angolare tale per cui gli organi di blocco 2061 e 2062 impediscono l?azionamento del dispositivo di aggancio/rilascio 1052. e consentono invece l?azionamento del dispositivo di aggancio/rilascio 1051, rispettivamente. In tale condizione, l?elemento di trattenimento 206c di sinistra ? in una posizione angolare di aggancio rispetto alla relativa sede 121, mentre l?elemento di trattenimento 206c di destra ? in una posizione angolare di rilascio rispetto alla relativa sede 121: anche in tale condizione, quindi, la parte di dispensatore asportabile 100 non pu? essere rimossa dalla parte di dispensatore fissa 200.
La figura 81 esemplifica una condizione corrispondente a quella delle figure 35-36, con l?organo di camma 451 che ? in una posizione angolare tale per cui per cui gli organi di blocco 2061 e 2062 impediscono l?azionamento del dispositivo di aggancio/rilascio 1051 e consentono invece l?azionamento del dispositivo di aggancio/rilascio 1052, rispettivamente. In tale condizione, l?elemento di trattenimento 206c di destra ? in una posizione angolare di rilascio rispetto alla relativa sede 121, mentre l?elemento di trattenimento 206c di sinistra ? in una posizione angolare di aggancio rispetto alla relativa sede 121: anche in tale condizione, quindi, la parte di dispensatore asportabile 100 non pu? essere rimossa dalla parte di dispensatore fissa 200.
La figura 82 esemplifica infine una condizione in cui l?organo di camma 451 ? in una posizione angolare tale per cui gli organi di blocco 2061 e 2062 consentono l?azionamento di entrambi i dispositivi di aggancio/rilascio 1051 e 1052. In tale condizione, entrambi gli elementi di trattenimento 206c sono in una posizione angolare di rilascio rispetto ai relativi contro-elementi rappresentati dalle sedi 121: in tale condizione, pertanto, la parte di dispensatore asportabile 100 pu? essere rimossa dalla parte di dispensatore fissa 200.
Il controllo dell?attuatore 450 ai fini dell?ottenimento delle posizioni delle figure 79, 80 e 81 pu? essere effettuato secondo le modalit? sostanzialmente simili a quelle in precedenza descritte con riferimento alle figure 31-36, e quindi ad esempio in funzione di informazioni di livello desunte da dispositivi sensori che equipaggiano il dispensatore e/o in funzione di segnali forniti del sistema di controllo CS della lavastoviglie 1. Il raggiungimento della posizione di figura 82 pu? essere ad esempio determinato quando si verifica la condizione (peraltro statisticamente rara) in cui all?interno di entrambi i serbatoi R1 e R2 sia presente un volume di agente di lavaggio inferiore ad un relativo livello minimo predeterminato, indicativo della necessit? di rabbocco. Altra condizione che pu? determinare il raggiungimento della posizione di figura 82 ? ad esempio la rilevazione, da parte di un sensore di qualit? del dispensatore, di una condizione anomala in relazione al contenuto di uno qualsiasi dei due serbatoi, ad esempio qualora nel serbatoio R1 per il detersivo di lavaggio WD sia rilevata la presenza di un additivo di risciacquo WA: in tal caso, a prescindere dal livello di riempimento dei serbatoi R1, R2, risulta opportuno consentire la rimozione della parte di dispensatore asportabile 100, ai fini del lavaggio del serbatoio contaminato erroneamente. Naturalmente l?ottenimento della posizione di figura 82 potrebbe anche essere ottenibile a seguito di un apposito comando impartito dall?utilizzatore, ad esempio utilizzando un apposito tasto previsto nel pannello comandi della macchina 1.
La condizione operativa della disposizione di bloccaggio/sbloccaggio delle figure 78-82 (cos? come quella delle figure 31-36) potrebbe anche essere segnalata all?utilizzatore tramite una qualsiasi delle disposizioni di segnalazione, ad esempio una di quelle in precedenza descritte.
Nell?esempio delle figure 78-82 la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio ? concepita per eseguire una doppia funzione, relativamente alla possibilit? di apertura degli sportelli 1041, 1042a ed alla possibilit? di rimozione della parte di dispensatore asportabile 100, preferibilmente al fine di utilizzare un unico attuatore elettrico 450 per realizzare entrambe le funzioni: ? tuttavia chiaro che le due funzioni potrebbero essere disgiunte, ad esempio utilizzando rispettivi attuatori elettrici, o il dispensatore potrebbe includere la sola funzione di bloccaggio/sbloccaggio della parte di dispensatore asportabile.
Si noti anche che, in possibili varianti di attuazione, la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio potrebbe essere concepita per interagire con la disposizione di aggancio/sgancio operativa tra la parte di dispensatore asportabile e la parte di dispensatore fissa (si veda ad esempio quanto descritto con riferimento alle figure 13-14), che come detto ? commutabile manualmente almeno da una posizione di aggancio ad una posizione di sgancio, per prevenire o consentire la rimozione della parte di dispensatore asportabile. Per un tale caso, la disposizione di bloccaggio/sbloccaggio pu? essere ad esempio configurata in modo tale per cui, nelle sue condizioni operativa ed inoperativa, il meccanismo di blocco impedisca e consenta, rispettivamente, la commutazione della disposizione di aggancio/sgancio dalla sua posizione di aggancio alla sua posizione di sgancio.
Ad esempio, riferendosi alla figura 78, elementi di trattenimento simili a quelli indicati con 206c potrebbero essere disposti pi? in basso rispetto al caso esemplificato in figura, e montati mobili per assumere una prima posizione angolare di blocco, in cui essi interferiscono meccanicamente con la rotazione dell?organo di aggancio/sgancio 220 (vedere figure 9-11), ad esempio in corrispondenza dei relativo recessi 220e, ed una seconda posizione angolare di sblocco, in cui la loro posizione angolare ? tale da non costituire intralcio alla rotazione dell?organo 220.
Dalla descrizione effettuata risultano chiare le caratteristiche ed i vantaggi del dispensatore di agenti di lavaggio secondo le forme di attuazione proposte, tra i quali vanno sottolineati i seguenti:
i) la soluzione di prevedere una pompa peristaltica reversibile, con associata una disposizione di comando, consente di sfruttare la pompa stessa ai fini dell?erogazione di due diversi agenti di lavaggio, tramite due diverse disposizioni di erogazione;
ii) la soluzione di prevedere una parte di dispensatore asportabile definente almeno un serbatoio, la cui uscita ? provvista di una valvola di ritegno ad azionamento automatico, consente di evitare rischi dispersione nell?ambiente del relativo agente di lavaggio, quando la parte di dispensatore asportabile viene rimossa da una parte di dispensatore fissa;
iii) la soluzione di prevedere sul fronte del dispensatore un apposito alloggiamento direttamente esposto per una pastiglia di agente di lavaggio semplifica la realizzazione del dispensatore rispetto alla tecnica nota e semplifica al contempo l?attivit? di caricamento della pastiglia da parte dell?utilizzatore;
iv) la soluzione di prevedere un sistema di segnalazione, con un elemento di generazione di luce su una parte di dispensatore fissa, ed uno o pi? elementi di trasmissione della luce su una parte di dispensatore asportabile, consente di trasferire efficacemente informazioni di tipo ottico in corrispondenza del fronte del dispensatore, a beneficio dell?utilizzatore, e consente al contempo di posizionare i componenti soggetti a tensione elettrica in una zona protetta del dispensatore;
v) la soluzione di prevedere una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio per una parte del dispensatore che ? operabile da un utilizzatore, con tale disposizione che ? gestita da una relativa logica implementata in un circuito di controllo, consente di ridurre i rischi di errore da parte di un utilizzatore nell?impiego del dispensatore, particolarmente per quanto riguarda il rabbocco di agenti di lavaggio oppure la rimozione di una parte di dispensatore per consentire interventi su di essa solo quando effettivamente necessario;
vi) la soluzione di prevedere almeno parte di un dispositivo sensore su una parte di dispensatore fissa, particolarmente in corrispondenza di un suo ingresso per un agente di lavaggio, consente di effettuare rilevazioni di tipo quantitativo e/o di tipo qualitativo rispetto al contenuto di un serbatoio definito in una parte di dispensatore asportabile, e consente al contempo di semplificare i collegamenti elettrici, nonch? posizionare tali collegamenti in una zona protetta del dispensatore;
vii) la soluzione di dotare il dispensatore di un dispositivo sensore predisposto per la rilevazione di una o pi? caratteristiche qualitative di un agente di lavaggio consente di avere a disposizione relative alla tipologia o alla qualit? di un agente di lavaggio contenuto in un relativo serbatoio, che risultano ad esempio utili al fine di prevenire o correggere eventuali malfunzionamenti dovuti ad errori di un utilizzatore in relazione all?agente di lavaggio o a un degrado di quest?ultimo, o al fine di consentire un controllo pi? efficiente di un programma di trattamento eseguito dalla macchina di lavaggio sulla quale il dispensatore ? installato.
Va ancora precisato che le soluzioni tecniche di cui ai punti i), ii) e vii) sono suscettibili di implementazione anche in dispensatori che non includono parti rimuovibili, ovvero aventi un corpo di dispensatore che nel suo complesso ? destinato al montaggio in posizione fissa.
E? chiaro che numerose varianti sono possibili per la persona esperta del ramo al dispensatore descritto come esempio, senza per questo uscire dall?ambito dell?invenzione.
In precedenza ? stato fatto riferimento ad un sistema di erogazione di un agente di lavaggio, particolarmente l?agente di lavaggio contenuto nel serbatoio R2, il cui funzionamento ? in parte basato sullo spostamento della parete di montaggio del dispensatore 10 tra una posizione sostanzialmente verticale ed una posizione sostanzialmente orizzontale (si veda in particolare quanto descritto con riferimento alle figure 6-8). E? tuttavia chiaro che ci? non costituisce caratteristica essenziale, in quanto il dispensatore 10 potrebbe essere concepito per il montaggio su di una parete di vasca fissa, quale la parete indicata con 6 in figura 1. Per tali casi, il suddetto sistema di erogazione sar? modificato di conseguenza, ad esempio impiegando una qualsiasi delle tecniche descritte in WO02069779 A1, US2002153029A1 e WO0173182A2 a nome della stessa Richiedente.
Pi? elementi sensibili in precedenza descritti in riferimento a tipologie di sensore differenti possono essere combinati in unico dispositivo sensore. In tale ottica, ad esempio, un medesimo dispositivo sensore potrebbe includere sia elettrodi per la rilevazione di una grandezza elettrica, sia un elemento piezoelettrico per la rilevazione di una caratteristica fisica (viscosit? o densit?), oppure almeno un emettitore ed almeno un ricevitore di luce per una rilevazione di tipo ottico.

Claims (15)

RIVENDICAZIONI
1. Un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, per l?erogazione di agenti di lavaggio in una camera di lavaggio di macchina di lavaggio, il dispensatore (10) avendo un corpo di dispensatore (100, 200) destinato al montaggio su di una parete (5) che delimita una camera di lavaggio di macchina di lavaggio (3), il corpo di dispensatore (100, 200) avendo una dimensione di larghezza (X), una dimensione di altezza (Y) ed una dimensione di profondit? (Z), in cui un fronte ed un retro del corpo di dispensatore (100, 200) identificano la dimensione di profondit? (Z), almeno il fronte essendo destinato ad essere direttamente esposto verso l?interno della camera di lavaggio di macchina di lavaggio (3),
in cui nel fronte (102) del corpo di dispensatore (100, 200) ? definito un alloggiamento (300) direttamente esposto e configurato per ricevere una pastiglia (T) includente almeno un agente di lavaggio, l?alloggiamento (300) avendo una porzione di contenimento anteriore (301) in corrispondenza del fronte (102) del corpo di dispensatore (100, 200), ed avendo un fondo (302) che si estende trasversalmente alla dimensione di altezza (Y) del corpo di dispensatore (100, 200) e che ha almeno un passaggio di scolo (303).
2. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1, in cui l?almeno un passaggio di scolo (303) ? definito tra la porzione di contenimento anteriore (301) ed il fondo (302) dell?alloggiamento (300).
3. Il dispensatore secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui la porzione di contenimento anteriore (301) ha una struttura almeno in parte perforata, ovvero definente una o pi? aperture.
4. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-3, in cui la porzione di contenimento anteriore (301) definisce almeno uno tra:
- un fronte dell?alloggiamento (300),
- almeno parte di almeno uno di due fianchi laterali opposti (304) dell?alloggiamento (300).
5. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-4, in cui l?alloggiamento (300) ha un?apertura superiore, con riferimento alla dimensione di altezza (Y).
6. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-5, in cui il fondo (302) dell?alloggiamento (300) si estende generalmente inclinato verso il basso a partire da un suo retro verso un suo fronte.
7. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-6, in cui l?alloggiamento (301) ha due fianchi laterali opposti (304) definiti almeno in parte da rispettive superfici imperforate (305) del corpo di dispensatore (100, 200).
8. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-7, in cui l?alloggiamento (300) ha un retro definito da una superficie imperforata (306) del corpo di dispensatore (100, 200).
9. Il dispensatore secondo le rivendicazioni 7 e 8, in cui la superficie imperforata (306) che definisce il retro e le superfici imperforate (305) che definiscono almeno parte dei due fianchi laterali opposti sono raccordate tra loro e/o rispetto al fondo (302) tramite porzioni di superficie raggiate o inclinate (307, 308).
10. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-9, in cui l?alloggiamento (300) ? definito integralmente da una parte (101) del corpo di dispensatore (100, 200) stampata in materia plastica.
11. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-10, in cui il corpo di dispensatore (100, 200) comprende una parte di dispensatore fissa (200), destinata al montaggio in posizione fissa su una detta parete (5) che delimita una camera di lavaggio di macchina di lavaggio (3) e che definisce il retro del corpo di dispensatore (100, 200), ed una parte di dispensatore asportabile (100), accoppiabile in modo rimuovibile alla parte di dispensatore fissa (200) e che definisce il fronte (102) del corpo di dispensatore (100, 200), in cui la parte di dispensatore asportabile (100) comprende un corpo cavo (101) definente almeno un volume di contenimento (R1, R2) per un corrispondente agente di lavaggio (WD, WA), ed in cui l?alloggiamento (300) ? definito almeno in parte in corrispondenza di un fronte della parte di dispensatore asportabile (100).
12. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-11, in cui la porzione di contenimento anteriore (301) comprende una o pi? parti trasversali (301a) che si estendono secondo la dimensione di larghezza (X) e/o una o pi? parti montanti (301b) che si estendono secondo la dimensione di altezza (Y), l?una o pi? parti trasversali (301a) e l?una o pi? parti montanti (301b) essendo preferibilmente collegate o incrociate tra loro.
13. Il dispensatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-12, in cui l?alloggiamento (300) ha una larghezza utile compresa tra 50 e 60 mm., una profondit? utile compresa tra 20 e 30 mm, ed un?altezza della porzione di contenimento anteriore compresa tra 30 e 40 mm.
14. Un dispensatore di agenti di lavaggio per macchine di lavaggio, per l?erogazione di agenti di lavaggio in una camera di lavaggio di macchina di lavaggio, il dispensatore (10) avendo un corpo di dispensatore (100, 200) che comprende almeno una parte di dispensatore fissa (200), destinata al montaggio su di una parete (5) che delimita una camera di lavaggio di macchina di lavaggio (3),
in cui il corpo di dispensatore (100, 200) definisce almeno un volume di contenimento (R1, R2) per almeno un agente di lavaggio (WD, WA), particolarmente un agente di lavaggio in forma liquida o semisolida,
il dispensatore (10) comprendendo inoltre almeno una disposizione di erogazione che ? configurata per erogare quantit? dosate dell?almeno un agente di lavaggio (WD, WA), e che comprende un condotto (210, 403, 218; 211, 240, 411) tra una uscita (112; 113) dell?almeno un serbatoio (R1, R2) ed un?uscita di erogazione (219, 212-213) delle quantit? dosate dell?almeno un agente di lavaggio (WD, WA), il dispensatore inoltre comprendendo almeno uno tra:
- una pompa peristaltica (400) facente parte dell?almeno una disposizione di erogazione,
- almeno una parte di dispensatore asportabile (200), associata in modo rimuovibile alla parte di dispensatore fissa (200) e definente l?almeno un serbatoio (R1, R2), all?almeno una uscita essendo associata una valvola di ritegno (2301, 2302),
- almeno un alloggiamento esposto (300) in corrispondenza di un fronte del corpo di dispensatore (100, 200), configurato per ricevere una pastiglia (T) includente almeno un agente di lavaggio (T),
- almeno una disposizione di segnalazione (207, 260, 261; 207, 260, 261, 263), comprendente un dispositivo emettitore (207, 260) e mezzi per trasferire una radiazione visibile emessa dal dispositivo emettitore (207, 206) verso una zona del corpo di dispensatore (100, 200) destinata ad affacciarsi verso l?interno della camera di lavaggio di macchina di lavaggio (3),
- almeno una disposizione di bloccaggio/sbloccaggio (2061, 2062, 451, 4531, 4532, 454; 121, 2061, 2062, 206c, 4531, 4532, 451, 454), azionabile da un attuatore elettrico per impedire o consentire uno spostamento di una parte (1041, 1042; 100) del dispensatore (10) che ? operabile manualmente da un utilizzatore,
- almeno un dispositivo sensore (RD, 110; 270; 270?; 270?; 500) di almeno uno tra un livello ed una caratteristica qualitativa dell?almeno un agente di lavaggio (WD, WA),
- mezzi di accoppiamento e/o fissaggio e/o guida e/o posizionamento reciproco tra una parte di dispensatore fissa (200) ed almeno una parte di dispensatore asportabile (200) che ? associata in modo rimuovibile alla parte di dispensatore fissa (200),
- mezzi di accoppiamento idraulico (112, 113, 210, 211) tra una parte di dispensatore fissa (200) ed almeno una parte di dispensatore asportabile (100) che ? associata in modo rimuovibile alla parte di dispensatore fissa (200) e che definisce almeno un serbatoio (R1, R2).
15. Una macchina di lavaggio domestica, in particolare una lavastoviglie, comprende un dispensatore di agenti di lavaggio secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1-14.
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