IT202000013357A1 - Dispositivo perfezionato per la preparazione di vetrini citologici da fase liquida - Google Patents

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Francesco Trisolini
Francesco Puliti
Alaa AMINE
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Hospitex Int S R L
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Description

DISPOSITIVO PERFEZIONATO PER LA PREPARAZIONE DI VETRINI CITOLOGICI
DA FASE LIQUIDA
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda il settore dei dispositivi e procedimenti funzionali alla visualizzazione microscopica di campioni citologici. Pi? in particolare si riferisce a un dispositivo perfezionato realizzato per standardizzare, facilitare e velocizzare la preparazione di vetrini citologici da utilizzare in successive analisi microscopiche.
Dispositivi del genere sono noti e vengono utilizzati nei laboratori di analisi per abbattere i tempi di preparazione del vetrino e al tempo stesso, cosa in verit? non meno importante, assicurare con criteri di automazione un?elevata standardizzazione e precisione nelle modalit? di raccolta e allestimento dei campioni citologici. Tali prerogative sono evidentemente essenziali in contesti nei quali ? fondamentale la capacit? di processare un elevato numero di campioni sempre assicurando l?accuratezza della preparazione.
Nel brevetto italiano 102003901079763 viene in particolare proposto un dispositivo di lettura ottica per un flacone contenente la soluzione di cellule da campionare e un sistema per la raccolta del campione dal flacone e per la successiva deposizione dello stesso in una camera da centrifuga, alla base della quale ? disposto il vetrino. Secondo tale trovato si prevede poi di bilanciare la quantit? del campione cellulato distribuendo nella camera una determinata quantit? di una sostanza conservante neutra e di una soluzione protettiva. Quest?ultima ? in particolare destinata a proteggere dal contatto con l?aria le cellule da analizzare, le quali vanno a disporsi sul vetrino stesso in un singolo strato sotto l?azione di una centrifuga con la quale l?assieme di camera e vetrino viene agitato.
Il concetto di base su cui il suddetto trovato ? stato sviluppato si ? rivelato di particolare efficacia nel raggiungimento degli obiettivi prefissati (velocizzazione, standardizzazione, accuratezza e qualit? della deposizione delle cellule sul vetrino in strato sottile). Muovendo dai medesimi concetti la presente invenzione propone una soluzione perfezionata che in base a espedienti di sorprendente efficacia, ? in grado di raggiungere risultati funzionali ancora pi? vantaggiosi in diversi aspetti legati specialmente, ma non solo, alla qualit? del vetrino, alla flessibilit? e sicurezza delle operazioni.
Secondo l?invenzione, tale soluzione perfezionata si materializza in un dispositivo per la preparazione di vetrini citologici da fase liquida le cui caratteristiche essenziali sono definite dalla rivendicazione indipendente annessa. Altre caratteristiche accessorie ma vantaggiose sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche e i vantaggi del dispositivo perfezionato per la preparazione di vetrini citologici da fase liquida secondo la presente invenzione risulteranno pi? chiaramente dalla descrizione che segue di sue forme realizzative, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi in cui:
- la figura 1 ? una vista assonometrica di un dispositivo nel quale si materializza la presente invenzione;
- le figure 2 e 3 mostrano rispettivamente un contenitore per il campione e un montaggio di camera da centrifuga con il relativo vetrino, da utilizzare con il dispositivo di figura 1;
- le figure da 4a a 4g sono immagini rappresentative di fasi successive del procedimento di preparazione del vetrino aventi una relazione con alcuni aspetti dell?invenzione;
- la figura 5 ? una tabella di corrispondenza che secondo un aspetto dell?invenzione, e in forma esemplificativa, correla le quantit? di sostanze da prelevare per il riempimento della camera da centrifuga in base alle differenti caratteristiche di cellularit? del campione; e
- la figura 6 mostra il dispositivo di figura 1 con un gruppo di camere da centrifuga, a rappresentare una modalit? di preparazione multipla di camere/vetrini a partire da un unico campione.
Con riferimento a dette figure, ma in particolare per il momento alla figura 1, un dispositivo nel quale la presente invenzione trova applicazione ha la forma di un apparecchio da banco con un telaio scatolare del quale ? rappresentata solo una porzione superiore 1 in cui si apre un ampio schermo di visualizzazione 2. Accanto allo schermo 2 ? previsto un joystick 3 di comando, un nefelometro 4 che si affaccia sul telaio con una sede 4a di inserimento per un contenitore del campione che il nefelomentro deve leggere, una pipetta o siringa 5 di aspirazione del liquido con un manipolo 5a all?estremit? di un condotto flessibile 5b, e un supporto 6 per il tappo del contenitore del campione, di cui si dir? ulteriormente tra breve. Integrati con il dispositivo sono inoltre una prima vaschetta 7 contenente un liquido conservante di bilanciamento e una seconda vaschetta 8 di contenimento di un liquido protettivo delle cellule sul vetrino. Entrambi questi liquidi possono essere scelti tra quelli gi? noti e in uso nel settore, quale una soluzione alcolica di polietilenglicole come liquido protettivo, mentre quale liquido conservante potr? essere utilizzata ad esempio una soluzione tamponata a base di metanolo.
La pipetta 5 ? in s? e per s? un componente commerciale, e a maggior ragione sono tali lo schermo 2 e il joystick 3. Il nefelometro 4 ? ottimizzato per effettuare l?analisi ottica dei campioni raccolti nel gi? citato contenitore, sulla base di tecnologie note. ? parimenti da considerarsi di ovvia implementazione costruttiva la circuitazione elettrica, elettronica, idraulica e pneumatica funzionale all?operativit? (alimentazione, controllo) del dispositivo. Per quanto riguarda il controllo, ? prevista un?unit? di controllo a microprocessore e relativo spazio di archiviazione (memoria), con residenti istruzioni software atte a gestire il dispositivo e relative procedure secondo quanto verr? dettagliato pi? avanti. Evidentemente, le specifiche compilative di tali istruzioni software possono variare, e non costituiscono di per s? una caratteristica del trovato; rappresentano al contrario aspetti significativi dell?invenzione le funzionalit? realizzate attraverso il software, come descritte pi? oltre e delle quali il software stesso, in quanto tale, ? da considerarsi un mero strumento di ovvia implementazione.
Meritano un?ulteriore menzione attinente lo hardware del dispositivo quattro LED indicatori, non mostrati nella figura, associati rispettivamente al nefelometro, alla pipetta, e alle due vaschette.
Con riferimento adesso in particolare alle figure 2 e 3, un contenitore del campione 9 ? un contenitore cilindrico in materiale plastico trasparente con tappo rimovibile 9a a vite di dimensioni stabilite per accoppiamento con la sede del nefelometro. Il contenitore 9 ? destinato a contenere un volume di partenza comprendente un certo campione frutto del prelievo sul paziente e destinato all?analisi citologica, in una quota di liquido conservante del tipo gi? menzionato. Al contenitore viene apposta un?etichetta adesiva 9b di riconoscimento, in una posizione obbligata, legata all?esigenza di non ostruire la lettura nefelometrica con conseguente possibile allestimento errato del vetrino. La camera da centrifuga ? a sua volta definita da un contenitore cilindrico 10, che fornita in kit con un telaietto porta-vetrino 11 viene connesso a un vetrino 12 (che forma il fondo della camera), a realizzare un assieme 13 montato, atto ad essere processato da una centrifuga atta a favorire e soprattutto velocizzare l?adesione cellulare monostrato sul vetrino, adesione ovviamente promossa dalla sostanza protettiva nonch? dal trattamento superficiale del vetrino stesso. Il kit in questione ? di tipo in s? noto e pu? in ogni caso avvalersi di soluzioni tecniche ovvie (scorrimento, innesto, scatto, con l?ausilio di guarnizioni) per realizzare un montaggio stabile tra i componenti.
Con riferimento alle figure da 4a a 4g e 5, si descrive di seguito, al fine di contestualizzare gli aspetti principali dell?invenzione, una procedura di preparazione seriale dove per ciascun campione disponibile si allestisce un vetrino (allestimento ripetibile n volte per n campioni in serie), a partire da un singolo campione, con il dispositivo e le componenti sopra descritte. Tutte le fasi sono preferibilmente guidate da apposite schermate e/o animazioni che appaiono sul display 2.
Il primo passo operativo consiste generalmente in una fase di matching (figura 4a) utilizzabile dagli utenti/laboratori che etichettano i flaconi del campione e i vetrini con rispettivi codici identificativi riportati sulla gi? citata etichetta 9b del contenitore 9 e su un?etichetta 12a del vetrino 12, tipicamente codici a barre. A tal fine, il dispositivo viene opzionalmente corredato di un lettore che esegue la lettura dei suddetti codici e ne accerta la corrispondenza, necessaria ad assicurarsi che ogni vetrino corrisponda al corrispettivo campione e che dunque i risultati dell?analisi del vetrino in questione siano sicuramente collegati al proprio campione di provenienza.
In caso di verificata corrispondenza sullo schermo del dispositivo appare un segnale affermativo ed ? permesso il proseguimento delle operazioni; in caso di fallita corrispondenza appare invece un segno di diniego, con disattivazione del lettore e segnalazione acustica di errore/allarme. Nel secondo caso, una volta corretto l?errore l?operatore pu? riattivare il lettore e proseguire.
La fase di matching pu? essere iterata, e l?accoppiamento memorizzato per essere richiamabile, per pi? coppie di contenitore e camera, oppure l?operatore pu? passare direttamente alla successiva fase, che ? quella della lettura nefelometrica del campione.
Il contenitore 9, previa delicata agitazione al fine di indurre la sospensione delle cellule, viene stappato e inserito nella sede 4a del nefelometro fino a battuta sul fondo. Il tappo 9a pu? essere vantaggiosamente appoggiato sul supporto 6 (figura 4b, pur con contenitore non rappresentato). Dietro comando dell?operatore, impartito attraverso il joystick 3, viene effettuata la lettura. Vengono segnatamente effettuate un certo numero di rilevazioni in un tempo determinato, ad esempio alcuni secondi, terminati i quali viene effettuata una media delle varie rilevazioni.
Tale lettura, secondo l?invenzione, viene utilizzata dal sistema di controllo, a tal fine configurato, per stabilire l?aliquota di campione da prelevare. Infatti, il sistema muove dall?assunto che il vetrino debba essere allestito con un numero Nc prestabilito e standard di cellule, ad esempio e vantaggiosamente 50.000 in un?area delimitata del vetrino.
In concreto, a seguito della lettura nefelometrica il sistema di controllo attribuisce al campione l?appartenenza a un determinato intervallo di densit? cellulare, alla quale ? programmato per far corrispondere una specifica aliquota (quantitativo in volume) di campione con cui allestire il vetrino al fine di ottenere un numero ideale di cellule epiteliali (ad esempio, come detto, 50000), a sua volta funzionale alla disposizione delle cellule su uno strato sottile (o monostrato) omogeneo nell?area delimitata del vetrino, indipendentemente dalla cellularit? di partenza del campione. In pratica, il sistema ? addestrato a individuare la quantit? di campione necessaria a ?trovare? il numero prefissato di cellule. Un campione poco cellulato avr? bisogno di una quantit? (aliquota) maggiore, in un campione molto cellulato sar? invece da prelevare una quantit? minore.
Come riportato dalla prima colonna a sinistra della tabella in figura 5, possono essere definite 25 classi/intervalli di densit?, a ciascuna delle quali il sistema assegna rispettive aliquote ideali in un range totale compreso tra 100 microlitri (?l) e 4000 microlitri, ove il volume totale del materiale da conferire nella camera da centrifuga ? fisso e stabilito a 5000 microlitri. Ovviamente, pi? in generale, stabilito il volume della camera in Vc, avremo un numero x di classi in cui suddividere un intervallo di valori della quantit? di campione compreso tra Vc ? A e Vc ? B, dove A, B sono parametri in generale ottimizzabili in funzione di uno specifico setup.
Nella forma realizzativa qui considerata sono state definite 25 classi di densit? equivalenti ai seguenti volumi espressi in microlitri: 100, 150, 200, 250, 300, 400, 500, 600, 700, 800, 900, 1000, 1200, 1400, 1600, 1800, 2000, 2250, 2500, 2750, 3000, 3250, 3500, 3750, 4000.
La tabella di figura 5 stabilisce inoltre, per ogni quantitativo di campione, e tenuto conto che il quantitativo di liquido protettivo ? da tenere fisso (qui a 1000 ?l) un corrispondente quantitativo differenziale di liquido conservante di bilanciamento che sar? da prelevare per giungere al totale di liquido da processare in camera. Il liquido protettivo svolge la propria funzione propriamente rivestendo le cellule di una sostanza protettiva, utile nel range di tempo che intercorre tra la fine della successiva centrifugazione e colorazione dei preparati. Il liquido conservante ? come detto il medesimo utilizzato per la conservazione dei campioni una volta raccolti nell?apposito contenitore 9 ma nel processo di allestimento svolge la funzione di liquido di bilanciamento delle camere allestite con diversi campioni, al fine di ottenere camere contenenti lo stesso volume finale (appunto 5000 ?l) per il bilanciamento della successiva centrifugazione.
In generale, con le impostazioni di controllo sopra esposte, in caso di campioni poco cellulati non ? evidentemente necessario che l?operatore centrifughi preliminarmente i campioni al fine di concentrare le cellule per avere pi? cellule a disposizione per allestire dei vetrini maggiormente cellulati. Il dispositivo determina automaticamente il volume corretto di campione per allestire un vetrino ottimale. Questo permette un notevole risparmio di tempo per l?operatore, dato che solitamente i tempi di centrifugazione per la concentrazione dei campioni ? di circa dieci minuti ciascuno. Inoltre si evita di consumare i flaconi da centrifuga nei quali travasare i campioni per concentrarli mediante pre-centrifugazione, con relativo risparmio economico.
Secondo un altro aspetto dell?invenzione, nel caso di campioni citologici con presenza di elementi corpuscolari di background ?oscuranti? (ad esempio elementi di flogosi quali globuli bianchi, emazie, muco), una volta effettuata la lettura nefelometrica, lo strumento si discosta dall?impostazione di base, e si setta in modo da allestire un campione meno cellulato, con un numero di cellule Ncrid = Nc ? K, con K valore opportunamente stabilito e funzione dell?entit? di materiale ?oscurante? rilevata. Conseguentemente, viene scelta un?aliquota inferiore rispetto a quella teoricamente spettante per la conta cellulare rilevata.
Nel caso infatti di campioni ?sporchi?, ? infatti preferibile ottenere un vetrino con un numero di cellule epiteliali inferiore, ma con un background che non ostacola la diagnosi, anzich? avere un vetrino con l?elevato numero di cellule standard Nc (es.
50.000) ma tendenzialmente occultate dal background e quindi difficilmente refertabili, o addirittura non refertabili. Il numero NCrid sar? comunque rappresentativo e tale da rendere adeguato il preparato. La rilevazione differenziale del materiale oscurante e cellulare viene svolta da specifico settaggio intrinseco del nefelometro che rileva contemporaneamente un dato ottico di scattering e uno di torbidit? del campione. In base a specifico setup di elaborazione, questi dati vengono relazionati tra loro per definire il valore K al fine di ottenere il suddetto numero NCrid
In definitiva, l?aliquota prelevata ? finalizzata ad ottenere un preparato adeguato e perfettamente rappresentativo del campione di partenza dove la componente cellulare epiteliale ? ben rappresentata e gli elementi di background sono presenti ma non coprenti. Questo offre un vantaggio di grande importanza per il patologo e per la refertazione del campione perch? il materiale di background, se non bilanciato, pu? andare a depositarsi sul vetrino sopra le cellule epiteliali impedendone la visualizzazione al microscopio e impedendo la diagnosi.
Inoltre, non si rende in molti casi necessario lavare, purificare, i campioni dagli elementi di background perch? il bilanciamento tra le cellule e gli altri elementi del campione consente comunque come appena vista di rendere il vetrino comunque ben leggibile. Anche in questo caso si risparmia il tempo di purificazione che solitamente avviene sempre tramite alcuni minuti di centrifugazione e l?impiego di sostanze chimiche emolitiche e/o mucolitiche o filtranti con relativo risparmio economico.
In base a quanto descritto, il sistema ha a questo punto memorizzato i valori delle varie sostanze da prelevare per riempire la camera da centrifuga (contenitore 10 dell?assieme 13), in base alle caratteristiche cellulari del campione stesso. La procedura evolve come segue. Con il manipolo 5a della pipetta 5 viene agganciato un puntale di prelievo monouso 5c (figura 4c), con la quale si procede all?aspirazione dapprima del liquido protettivo dalla relativa vaschetta 8 (figura 4d), quindi all?aspirazione del quantitativo stabilito di soluzione conservante dalla vaschetta 7 (figura 4e), e infine all?aspirazione dell?aliquota di campione dal relativo contenitore 9 ancora nella sede 4a del nefelometro 4 (figura 4f, contenitore 9 non rappresentato).
Terminata l?aspirazione del campione, il puntale contiene una miscela di liquido protettivo, liquido conservante, e di campione da erogare e distribuire sul vetrino corrispondente. La pipetta viene a questo punto azionata in eiezione, svuotando il materiale nella camera (figura 4g). Il puntale 5c viene smaltito. Importante ? dunque il fatto che il volume totale dispensato, composto dalla somma del volume di liquido protettivo, liquido conservante e campione, ? il medesimo per tutti i preparati, consentendo uno stesso peso in centrifuga di tutte le camere cos? allestite ed evitando pertanto un passaggio successivo di bilanciamento da parte dell?operatore.
? a questo punto possibile uscire dalla procedura, allestire un nuovo campione previo matching, o allestire un nuovo campione senza effettuare il matching.
L?assieme 13 contenente la miscela ? quindi indirizzato alla centrifuga che in modo noto esegue l?agitazione necessaria a spingere le cellule ad andare sul fondo della camera dove si trova il vetrino. Alla fine della centrifugazione, le cellule del campione si trovano depositate in monostrato sul vetrino. Rovesciati i liquidi contenuto, l?assieme pu? essere smontato per estrarre il vetrino su cui si trovano le cellule adese. Dopo una breve asciugatura all?aria, il vetrino pu? essere colorato o sottoposto ad altri particolari trattamenti. Durante l?asciugatura all?aria, sulle cellule ? presente una pellicola protettrice (ad esempio di polietilenglicole) residuo del liquido protettivo precedentemente erogato in camera.
Un ancora ulteriore aspetto dell?invenzione ? correlato alla possibilit? di allestire pi? vetrini a partire da un unico campione (figura 6). Il programma di controllo, in una modalit? multi-processing prevede infatti la possibilit? di realizzare una molteplicit? di vetrini, fino a un tetto massimo ad esempio di sei vetrini.
Tralasciando le fasi di preparazione e di matching che sono sostanzialmente corrispondenti a quelle appena descritte per la modalit? single-processing, l?avvio di tale differente modalit? prevede la selezione da parte dell?utente del numero di vetrini di cui ? richiesto l?allestimento partendo dal singolo campione, fino al massimo previsto dal settaggio del dispositivo.
Si avvia quindi la procedura predisponendo il contenitore del campione per la lettura ottica da parte del nefelometro. Sulla base della lettura viene stabilita la quantit? di campione da destinare a ciascun vetrino. A seguito della lettura possono darsi due casi. Se il quantitativo assegnato ? tale da permettere di allestire il numero di vetrini preselezionato, ? consentito il passaggio alla fase successiva. Se invece il quantitativo teorico assegnato non consente di allestire tutti i vetrini richiesti (la somma dei quantitativi sul totale del numero di camere/vetrini selezionato eccede il volume di partenza del campione), lo schermo 2 visualizza un?indicazione di allarme, a informare l?operatore che il volume del campione non ? sufficiente per allestire il numero di vetrini preselezionato. L?operatore in tale situazione pu? proseguire o tornando all?inizio della procedura, selezionando un numero di vetrini inferiore a quello impostato precedentemente, oppure ordinando attraverso un apposito comando una riduzione del quantitativo in volume del campione da prelevare, imponendo in pratica che il numero di vetrini desiderati, impostato precedentemente, venga realizzato con un quantitativo in volume MVA (massimo volume disponibile) inferiore a quello teorico (o ideale) risultante dalla lettura e appunto sufficiente a realizzare tutti i vetrini nel numero voluto. Tale volume MVA ? stabilito evidentemente in funzione del volume di campione disponibile, che nella pratica corrisponde alla capienza (prefissata e standard) del contenitore 9, ad esempio e tipicamente 20ml.
La possibilit? per l?operatore di conoscere in anticipo il numero di vetrini che possono essere allestiti, attraverso il calcolo la aliquota ideale di campione per vetrino, ? di notevole importanza, ad esempio e in particolare nei casi in cui ? necessario allestire multipli vetrini per effettuare, sulla base di uno stesso campione, colorazioni o test di immuno-cito-isto-chimica o altro, e organizzare prima il piano di analisi/diagnostico senza dover prelevare nuovamente, con procedura che pu? essere oltretutto invasiva, un campione dal paziente.
Qualsiasi delle due strade venga scelta, la successiva procedure di riempimento delle camere definite dai contenitori 101? 10n (con n appunto uguale o inferiore al numero inizialmente impostato) avviene con modalit? analoghe a quelle della procedura per vetrino singolo, salvo che per un valore ridotto di sostanza protettiva (se nel precedente caso il valore standard tipico ? di 1000 microlitri, si avr? adesso un valore ridotto tipicamente a 800 microlitri per vetrino/camera). Inoltre, tutto il liquido protettivo necessario per tutti i vetrini che si ? scelto di allestire viene preferibilmente aspirato con un?unica aspirazione e quindi tale quantitativo viene direttamente erogato, in base alla quantit? di competenza, nelle varie camere fino allo svuotamento totale del puntale.
Successivamente si procede con l?aspirazione e l?erogazione del solo campione. Infatti, diversamente rispetto all?iter preferito della modalit? single-processing, non ? prevista l?aspirazione e l?erogazione del liquido conservante con finalit? di bilanciamento in quanto le camere cos? allestite contengono il medesimo volume e non necessitano di essere bilanciate. Quindi, invece di aspirare prima tutti i componenti ed erogare la miscela cos? formata nel puntale in un?unica eiezione, solo campione e liquido protettivo vengono via via aggiunti, per ciascuna camera, in rispettivi passaggi di eiezione, ciascuno relativo a una sessione di eiezione che coinvolge in serie tutte le camere. Il risultato, moltiplicato per il numero dei vetrini, ? lo stesso della precedente modalit?, e si avvale analogamente, con gli ovvi adattamenti, delle fasi conclusive di passaggio in centrifuga, smontaggio e asciugatura dei vetrini.
Le principali prestazioni del sistema sopra descritte sono integrabili con prestazioni accessorie, quali ad esempio la customizzazione del preparato con una cellularit? specifica. In tal caso il sistema prevede l?impostazione di una apposita modalit?, secondo la quale l?operatore sceglie a priori tra un certo numero di aliquote preimpostate e il prelevamento dei quantitativi delle sostanze da erogare in camera avviene in risposta a tale scelta. Questa opzione ? importante per esaudire le richieste dei patologi in casi particolari.
Per tutte le azioni richieste all?operatore nelle procedure sopra menzionate il dispositivo mette vantaggiosamente a disposizione degli strumenti di guida. Primo tra tutti l?assieme dei LED sopra citato (uno sul nefelometro, uno sulla pipetta automatica di aspirazione ed erogazione dei liquidi, uno ciascuno sulle due vaschette del protettore e del conservante). Il dispositivo ? infatti programmato per comandare l?accensione (con luce fissa o pulsante) e lo spegnimento selettivo dei LED in base alla specifica azione richiesta nel corso della procedura prestabilita. In particolare ? previsto che ciascun LED lampeggi in una condizione di imminente interfacciamento attivo del relativo componente (esprimendo quindi tendenzialmente la richiesta all?operatore di dirigere la propria attenzione ed azione su quel componente), rimanga acceso con luce fissa quanto il componente ? in fase di interrogazione od operazione, e si spenga quando il componente non ? e non deve essere coinvolto.
Inoltre, durante qualsiasi operazione e metodica scelta dall?operatore, una parte dello schermo 2 ? occupata da un?animazione che ricorda/suggerisce all?operatore l?azione che deve svolgere passo dopo passo. Via via che l?operatore procede, l?animazione si aggiorna in automatico. Entrambi questi supporti (LED e animazioni) permettono all?operatore di minimizzare il rischio di errori, di apprendere velocemente il corretto utilizzo del dispositivo e svolgimento delle procedure, e in definitiva anche di permettere un pronto utilizzo dello strumento, in autonomia, anche da parte di personale scarsamente addestrato o specializzato. A fini di addestramento, possono essere anche caricate nella memoria del sistema di controllo delle clip video da visionare attraverso lo schermo 2 a guisa di tutorial su come svolgere particolari metodiche di allestimento, consigli, processi di laboratorio ecc..
Risultano evidenti da quanto precede i vantaggi alla base della presente invenzione. L?allestimento di vetrini pu? essere realizzato in modo che massimizza la produttivit?, nella salvaguardia e anzi nell?accrescimento della qualit? dei vetrini ottenuti (e dunque della sicurezza e affidabilit? della successiva analisi microscopica), il tutto con performance caratterizzate da maggiore flessibilit?, fornita dalle differenti opzioni operative previste e dalle loro modalit? di svolgimento.
La presente invenzione ? stata fin qui descritta con riferimento a sue forme di realizzazione preferite. ? da intendersi che possono esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell?ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (8)

RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo perfezionato per la preparazione di vetrini citologici in strato sottile da fase liquida comprendente: mezzi (4) di lettura nefelometrica di un volume di campione di partenza, rappresentato da una sospensione di cellule epiteliali raccolta in un contenitore del campione (9) con una quota prefissata di liquido conservante citologico; vaschette di contenimento (7, 8) di un liquido conservante di bilanciamento e di un liquido protettivo; mezzi (5) di prelevamento di quantitativi in volume di detto campione e di detti liquidi, e di erogazione degli stessi in una camera (10) incorporante un vetrino (12); mezzi di comando (3) atti ad essere azionati da un operatore; e mezzi di controllo elettronico collegati a detti mezzi di comando (3) e a detti mezzi di lettura (4), atti a controllare almeno detti mezzi di prelevamento ed erogazione (5) in funzione di un segnale di lettura della conta totale di cellule epiteliali in detto volume di campione di partenza, emesso da detti mezzi di lettura (4), in cui detti mezzi di controllo sono configurati per: sulla base di detto segnale di lettura della conta cellulare totale, ricavare il quantitativo di campione da prelevare da parte di detti mezzi di prelevamento ed erogazione come quantitativo contenente un numero cellulare standard prefissato; ottenere il quantitativo di detto liquido conservante di bilanciamento come differenza tra un volume totale prefissato di campione e liquidi da erogare in detta camera (10), e un valore che assomma il quantitativo di campione ottenuto al passo precedente, e un quantitativo standard prefissato di detto liquido protettivo; controllare detti mezzi di prelevamento ed erogazione (5) in modo da effettuare un prelevamento controllato di detti quantitativi di campione e di detto liquido conservante ottenuti ai passi precedenti, e di detto quantitativo standard prefissato di liquido protettivo, per l?erogazione in detta camera (10).
2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui detto quantitativo di campione ottenuto sulla base di detto segnale di lettura ? scelto tra una pluralit? di valori predefiniti, a ciascuno dei quali ? stata preventivamente assegnata una corrispondenza con un intervallo della conta cellulare totale letta da detti mezzi di lettura (4).
3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto segnale emesso da detti mezzi di lettura (4) contiene informazioni su una densit? di elementi corpuscolari oscuranti diversi da dette cellule epiteliali in detto volume di campione di partenza, detti mezzi di controllo essendo atti ad adattare detto quantitativo di campione da prelevare sulla base di dette informazioni di densit? degli elementi oscuranti.
4. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui in base all?adattamento di detto quantitativo di campione da prelevare, questo contiene un numero di cellule epiteliali inferiore rispetto a detto numero cellulare standard prefissato.
5. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detti mezzi di controllo sono configurati per abilitare la selezione di un numero multiplo di camere con vetrino da allestire a partire da un singolo volume di campione di partenza, in base a tale selezione i mezzi di controllo essendo inoltre configurati per: (i) stabilire un quantitativo teorico di campione da prelevare e destinare a ciascuna camera, in base a detto segnale di lettura della conta cellulare totale, come quantitativo contenente detto numero cellulare standard prefissato; (ii) confrontare la somma dei quantitativi cos? ottenuti al passo (i), tenendo conto del numero di camere da allestire selezionato, con il volume totale di partenza del campione; (iii)(a) se tale somma ottenuta al passo (ii) ? superiore a detto volume di partenza del campione, richiedere all?operatore una selezione tra le seguenti azioni: (?) - diminuzione del numero di camere da allestire rispetto a detto numero selezionato e conferma di detto quantitativo teorico come quantitativo da prelevare; - (??) sostituzione di detto quantitativo teorico di campione con un quantitativo di campione da prelevare inferiore, tale da consentire l?allestimento del numero di camere da allestire selezionato; (iii)(b) se tale somma ottenuta al passo (ii) ? uguale o inferiore a detto volume di partenza, confermare detto quantitativo teorico come quantitativo da prelevare; (iv) essendo omesso il passo di ottenimento del quantitativo di detto liquido conservante per fini di bilanciamento, procedere al prelevamento e all?erogazione del campione e del liquido protettivo nel numero di camere da allestire nel numero selezionato oppure nel numero diminuito come da precedente passo (iii)(a)(?).
6. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui a detti mezzi di prelevamento ed erogazione (5), a dette vaschette di contenimento (7, 8) rispettivamente di detto liquido conservante e di detto liquido protettivo, e a detti mezzi di lettura (4) sono associati rispettivi LED, detto sistema di controllo essendo configurato per comandare sequenze di accensione e spegnimento selettivo di tali LED atte a guidare un operatore affinch? segua un?appropriata sequenza di azionamento dei suddetti componenti.
7. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente uno schermo atto a visualizzare animazioni di guida della sequenza di azionamento di almeno detti mezzi di prelevamento ed erogazione (5).
8. Il dispositivo secondo la rivendicazione 7, in cui detto schermo ? atto a visualizzare video tutorial raffiguranti particolari metodiche di allestimento e/o processi di laboratorio consigliati o suggeriti.
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