IT202000013276A1 - Dispositivo di ausilio per operazioni chirurgiche - Google Patents

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IT202000013276A1
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IT
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transversal
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prosthetic
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IT102020000013276A
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Nicola Buttolo
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I R I De Intelligence Radioactive And Integrated Devices Sagl
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    • A61B17/17Guides or aligning means for drills, mills, pins or wires
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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"DISPOSITIVO DI AUSILIO PER OPERAZIONI CHIRURGICHE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un dispositivo di ausilio per operazioni chirurgiche.
In particolare, il dispositivo secondo il trovato ? utilizzato per l?individuazione di fori, specificatamente fori distali, di un elemento protesico tubulare allungato, nonch? per agevolare il chirurgo nelle successive operazioni di fissaggio di viti attraverso detti fori distali, nel contesto di un?operazione di riduzione di fratture ossee.
STATO DELLA TECNICA
? noto che per la cura di fratture delle ossa, in particolare ossa ?lunghe? quali femore, tibia e omero, uno o pi? organi di collegamento, tipicamente chiodi e/o protesi oblunghe, vengono inseriti nel canale midollare per immobilizzare i monconi dell?osso fratturato, in modo da impedire qualsiasi movimento di rotazione tra i suddetti monconi ossei. La protesi oblunga viene inserita attraverso un?incisione cutanea ed una successiva operazione di ancoraggio della stessa ai monconi ossei tramite viti di fissaggio, tipicamente viti prossimali e viti distali.
Le viti prossimali e distali sono accoppiate e fissate alla protesi oblunga in corrispondenza di un rispettivo punto di riferimento, normalmente indicato con il termine ?punto di repere?.
Il punto di riferimento ? tipicamente posizionato in corrispondenza di un foro passante trasversale ricavato sul corpo della protesi oblunga. Il foro passante accoglie lo stelo di una rispettiva vite di fissaggio per realizzare l?ancoraggio della protesi oblunga ai monconi ossei. In particolare, i punti di riferimento dei fori delle viti prossimali sono posizionati su una porzione di estremit? della protesi oblunga, la quale, in uso, ? disposta in corrispondenza dell? incisione cutanea, mentre i punti di rifermento dei fori delle viti distali sono posizionati sulla porzione di estremit? opposta della protesi oblunga, la quale, in uso, si dispone nella parte pi? distante dall?incisione cutanea stessa.
Durante la suddetta operazione di ancoraggio, l?individuazione esterna dei punti di riferimento delle viti prossimali risulta relativamente semplice, mentre l?individuazione dei punti di riferimento dei fori delle viti distali risulta invece molto complessa.
Attualmente, l?individuazione dei punti di riferimento in seguito all?introduzione della protesi oblunga nel canale midollare viene effettuata tramite un sistema radioscopico costituito da un dispositivo esterno che emette un fascio divergente di raggi X ed un apparato rilevatore che rileva la distribuzione degli assorbimenti dei raggi X nell?area attraversata dal fascio. L?immagine radiologica dell?arto e della relativa protesi oblunga viene poi visualizzata su uno schermo. In uso, l?operatore medico individua un punto di riferimento in funzione dell? immagine radioscopica nella quale ? mostrato, istante per istante, anche il posizionamento della punta del trapano prima e durante la foratura esterna del moncone.
Il sistema radioscopico sopra descritto presenta l inconveniente di non consentire all?operatore medico di individuare i punti di riferimento in tempi rapidi e con una sufficiente precisione. Infatti, l?immagine radioscopica consente all?operatore medico di visualizzare la posizione del punto di riferimento rispetto ad un piano bidimensionale, ma non fornisce alcuna indicazione circa la posizione del punto di repere nella terza dimensione. Pertanto, l?operatore medico ? costretto ad individuare il punto di riferimento attraverso una serie di prove e tentativi particolarmente invasivi durante i quali sia l?operatore sia il paziente vengono esposti ai raggi X.
EP-B1-1 .750.596, di titolarit? della Richiedente, descrive un chiodo, o protesi oblunga, introducibile in una struttura ossea e comprendente una sorgente radioattiva disposta in corrispondenza di un punto di riferimento prefissato della protesi o chiodo. La soluzione ivi descritta presenta limiti di praticit? nell?uso da parte del chirurgo.
Esiste pertanto la necessit? di perfezionare un dispositivo di ausilio del tipo sopra descritto che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato ? quello di fornire un dispositivo di ausilio per rendere pi? precise le operazioni di fissaggio di una protesi oblunga in un osso fratturato e faciliti le attivit? del chirurgo durante tali operazioni.
Un ulteriore scopo del presente trovato ? quello di fornire un dispositivo di ausilio che permetta di ridurre i tempi in cui il chirurgo ? esposto a radiazioni ionizzanti rispetto alle metodiche note.
Un altro scopo del presente trovato ? quello di fornire un dispositivo di ausilio di facile utilizzo e compatibile con protesi oblunghe di lunghezza diversa.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato ? espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell?idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, il trovato fornisce un innovativo dispositivo di ausilio per l?individuazione di fori distali di una protesi oblunga tubulare utilizzabile nell?intervento chirurgico per la riduzione di fratture ossee, in particolare ossa lunghe, per esempio, tibia e femore. Il dispositivo di ausilio prevede l?inserimento di una sorgente di radiazioni ionizzanti all?intemo della protesi da inserire nell?osso, con l?obiettivo di permettere l?individuazione con precisione, in tre dimensioni, dei punti di riferimento in cui il chirurgo deve realizzare i fori per disporre le viti di ancoraggio.
Il dispositivo di ausilio comprende un organo di sostegno atto ad essere accoppiato, ad esempio temporaneamente alla protesi, ed un elemento di collegamento, quale una spina od un?asta, idoneo ad essere introdotto all? interno della protesi e supportante, ad una prima porzione terminale, detta sorgente di radiazioni ionizzanti.
L?elemento di collegamento ? scorrevole nella protesi per guidare la sorgente radioattiva, di volta in volta, in corrispondenza di almeno uno dei fori passanti trasversali cos? da permettere alla sorgente radioattiva di emettere all? esterno dell? arto le radiazioni ionizzanti.
Le radiazioni ionizzanti, rilevate da un idoneo strumento ricevitore (sonda), consentono di localizzare la posizione dei fori passanti trasversali per allineare a ciascuno di essi almeno uno strumento di perforazione idoneo a realizzare un foro di passaggio per la vite.
Il dispositivo di ausilio, in una sua forma realizzativa, comprende inoltre una guida esterna che agevola il chirurgo, una volta eseguita l?individuazione almeno del primo foro distale, nelle operazioni di inserimento delle viti nei fori distali successivi al primo.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 ? una vista in prospettiva di un dispositivo di ausilio in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 2 ? un?illustrazione di un componente del dispositivo di ausilio fig- 1;
- le figg. 3a e 3b illustrano rispettivamente una vista in prospettiva di un componente del dispositivo di ausilio e un suo utilizzo;
- le fig. 4a e 4b illustrano rispettivamente una vista laterale e frontale di un componente del dispositivo di ausilio in accordo con forme di realizzazione qui descritte di fig. 1 ;
- le fig. 5a e 5b illustrano rispettivamente una vista prospettica e un esploso di un componente del dispositivo di ausilio di fig. 1 ;
- la fig. 6 illustrano una vista in esploso di un componente del dispositivo di ausilio di fig. 1 ;
- la fig. 7 illustra una vista di un componente del dispositivo di ausilio di fig. 1;
- la fig. 8 illustra una sezione in corrispondenza della linea VIII di figura 7.
- la fig. 9 ? una vista laterale di un dispositivo di ausilio accoppiato ad un organo di guida in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 10 ? una vista frontale di un dispositivo di ausilio accoppiato ad un organo di guida in accordo con forme di realizzazione qui descritte; Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si far? ora riferimento nel dettaglio alle possibili forme di realizzazione del trovato, che sono fomite, anche per come descritto e per la terminologia adottata, a titolo esemplificativo non limitativo.
La figura 1 illustra nel suo complesso un dispositivo di ausilio 10 per l?individuazione di fori distali di una protesi oblunga tubulare. In particolare, il dispositivo di ausilio 10 qui descritto ? idoneo ad essere impiegato nel contesto di un intervento di riduzione di fratture ossee, in particolare, ma non solo, di ossa lunghe.
Il dispositivo di ausilio 10 comprende un organo di sostegno 12, o impugnatura, atto ad essere accoppiato, ad esempio temporaneamente, ad una protesi 14 oblunga intra-midollare inseribile, nel caso specifico, in una tibia.
La protesi 14 ? provvista, in corrispondenza di un tratto distale 13 ed in posizioni predefinite, di fori passanti trasversali 16, 18, 20.
La protesi 14 ? realizzata preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale metallico o in un qualsiasi materiale similare rigido o semirigido, ed ? atta ad essere introdotta opportunatamente nella struttura ossea per realizzare il collegamento tra i monconi ossei dell?osso fratturato.
La protesi 14 ? provvista, inoltre, in corrispondenza di un tratto prossimale 15, di un gruppo di fori passanti trasversali 17.
I fori trasversali passanti 16, 17, 18, 20 sono idonei a ricevere mezzi di ancoraggio, per esempio, viti di fissaggio non rappresentate, tramite i quali la protesi 14 pu? essere fissata stabilmente all?osso.
Il dispositivo di ausilio 10 comprende inoltre un elemento di collegamento 26, rappresentato nelle figg. 4a e 4b, idoneo ad essere introdotto all?interno della protesi 14.
L?elemento di collegamento 26 supporta, ad una sua prima porzione terminale 29, una sorgente radioattiva 28 idonea ad emettere radiazioni ionizzanti. L?elemento di collegamento 26 ? scorrevole nella protesi 14 per posizionare la sorgente radioattiva 28, di volta in volta, in corrispondenza di almeno uno dei fori passanti trasversali 16, 18, 20, per consentire l?emissione all?esterno delle radiazioni ionizzanti.
Tali radiazioni sono rilevate da un idoneo strumento che consente di localizzare la posizione dei fori passanti trasversali 16, 18, 20 per allineare a ciascuno di essi almeno uno strumento di perforazione idoneo a realizzare un foro di passaggio per la vite.
Una volta localizzati il o i fori passanti trasversali su cui si vuole realizzare il foro di passaggio per la vite, la sorgente radioattiva 28 viene rimossa dalla protesi 14, e quindi dall?arto, evitando di esporre in modo continuato nel tempo il paziente con radiazioni ionizzanti anche ad operazione chirurgica completata.
La sorgente radioattiva 28 pu? comprendere, Tecnezio 99 m (Tc99m), Iodio 123 (1123), Indio 111 (Ini 11), Cobalto (Co57) o un qualsiasi altro tipo di radioisotopo gamma-emittente o beta-gamma-emittente similare avente un tempo di decadimento (emivita) prefissato.
La sorgente radioattiva 28 contiene una dose di materiale radioattivo estremamente ridotta, rendendo quindi trascurabile, dal punto di vista della sicurezza, l?esposizione del paziente e dell?operatore medico alle radiazioni ionizzanti emesse.
L?elemento di collegamento 26 pu? essere per esempio un elemento oblungo, preferibilmente rigido come un?asta od una spina.
In altre forme di realizzazione, l?elemento di collegamento 26 pu? essere flessibile o deformabile, come per esempio un filo, una cordicella o una catenella.
Secondo un altro aspetto del trovato, l?elemento d? collegamento 26 pu? essere bloccabile in una qualsiasi posizione per posizionare la sorgente radioattiva 28 in una rispettiva posizione lungo lo sviluppo della protesi oblunga 14.
Il dispositivo di ausilio 10 comprende inoltre un organo di posizionamento 22, visibile in figura 2, associabile all?organo di sostengo 12 e provvisto di una guida 24 allineata, in uso, alla protesi 14 per guidare l?elemento di collegamento 26 all?interno della protesi 14.
Il diametro della guida 24 pu? essere adattato mediante, per esempio, riduttori di diametro (non mostrati) per adattarsi al diametro dell?elemento di collegamento 26.
In altri casi, pu? essere l?elemento di collegamento 26 ad essere provvisto di idonei elementi di adattamento del diametro per adeguarsi al diametro della guida 24.
L?organo di posizionamento 22 pu? comprendere mezzi di associazione 50 idonei a posizionare la guida 24 sostanzialmente in asse con la protesi 14.
Preferibilmente, la guida 24 ? coassiale alla protesi 14 in modo che l?elemento di collegamento 26 sia centrato rispetto all?asse longitudinale della protesi 14.
In forme di realizzazione i mezzi di associazione 50 possono essere elementi sporgenti 50a, per esempio denti o perni.
L?organo di posizionamento 22 pu? essere portato in posizione d?uso, tramite scorrimento degli elementi sporgenti 50a lungo le rispettive sedi ed eventualmente bloccato quando si trova nella corretta posizione.
Pu? essere previsto almeno un elemento di blocco 52, per esempio una vite, che associa l?organo di posizionamento 22 all?organo di sostegno 12. Pu? essere presente una sede 53 che permette la cooperazione tra l?elemento di blocco 52 e l?organo di sostegno 12.
La sede 53 pu? avere forma sostanzialmente cilindrica e sviluppo longitudinale sostanzialmente parallelo allo sviluppo longitudinale della guida 24.
Secondo forme di realizzazione, l?organo di posizionamento 22 comprende inoltre un elemento di blocco 30, per esempio un nottolino o similari, cooperante con la guida 24, idoneo ad ingaggiare, in modo voluto, l?elemento di collegamento 26 per selettivamente bloccarlo in una posizione.
Secondo forme di realizzazione, l?elemento di blocco 30 pu? essere provvisto di elementi filettati o a molla o altri idonei per controllare la cooperazione dell?elemento di blocco 30 con la guida 24.
Per facilitare l?utilizzo dell?elemento di blocco 30 quest?ultimo pu? essere posizionato, rispetto alla direzione d?uso del dispositivo diagnostico 10, per essere preferibilmente utilizzato con la mano destra. L?elemento di blocco 30 pu? essere posizionato in una qualsiasi posizione rispetto allo sviluppo radiale della guida 24, per esempio spostata di 90? o 180? rispetto alla posizione visibile in figura 1.
Vantaggiosamente, l?organo di posizionamento 22, una volta associato saldamente, fornisce supporto all?elemento di collegamento 26 quando inserito nella guida 24 e, eventualmente, permette di bloccarlo nella posizione voluta tramite azionamento dell?elemento di blocco 30.
Questa soluzione consente al chirurgo di avere le mani libere dopo aver bloccato l?elemento di collegamento 26 in modo da procedere con le altre operazioni richieste dalla pratica chirurgica in atto, per esempio, rilevare le radiazioni ionizzanti.
Eventualmente l?elemento di blocco 30 pu? essere provvisto di una testa 30a con un ispessimento e/o delle zigrinature che ne permettono una facile presa con le dita.
Secondo un altro aspetto del trovato, il dispositivo di ausilio 10 pu?, inoltre, comprendere un selettore di posizione 32 associabile all?elemento di collegamento 26 su cui sono realizzati alloggiamenti 38, 40, 42, ciascuno idoneo a posizionare il selettore di posizione 32 in rispettive posizioni predefmite A, B, C (figure 3a e 3b).
Il selettore di posizione 32 ha un corpo 34 almeno parzialmente complementare alla guida 24 per essere inserito in quest?ultima.
Il corpo 34 presenta una superficie esterna 36 su cui sono ricavati gli alloggiamenti 38, 40, 42.
Secondo forme di realizzazione, almeno il corpo 34 del selettore di posizione 32 ha un diametro compatibile al diametro della guida 24 in modo da permettere al selettore di posizione 32 di scorrere e ruotare all?interno della guida 24 senza altri movimenti articolati.
Gli alloggiamenti 38, 40, 42 possono essere idonei ad associarsi con l?elemento di blocco 30 della guida 24 per bloccare il selettore di posizione 32 nelle rispettive posizioni predefinite.
Secondo forme di realizzazione, gli alloggiamenti 38, 40, 42 e l?elemento di blocco 30 possono essere fra loro complementari, per permettere la reciproca associazione per accoppiamento di forma.
In forme di realizzazione, la superficie esterna 36 presenta solchi 44 che connettono tra loro gli alloggiamenti 38, 40, 42 in modo da guidare il movimento dell?elemento di blocco 30 tra di essi.
Secondo forme di realizzazione, i solchi 44 possono avere una profondit? minore della profondit? degli alloggiamenti 38, 40, 42.
Secondo forme di realizzazione, il selettore di posizione 32 pu? comprendere ad una estremit? una testa 54 per permettere ad un operatore di afferrare il selettore di posizione 32 per muoverlo.
In accordo con forme di realizzazione, la testa 54 pu? presentare un ispessimento e/o delle zigrinature che ne permettono una facile presa. Gli alloggiamenti 38, 40, 42 sono disposti secondo uno schema che replica lo schema dei fori passanti trasversali 16, 18, 20 della protesi 14. Nell?esempio riportato in figura 3b, il selettore di posizione 32 pu? fornire almeno 3 posizioni predefinite A, B, C corrispondenti rispettivamente a ciascuna delle posizioni dei fori passanti trasversali 16, 18, 20.
Secondo altre forme di realizzazione, il selettore di posizione 32 pu? fornire anche solo una posizione predefinita, oppure due, o quattro o pi?, a seconda dal caso o del tipo di protesi 14 utilizzata.
Posizionando il selettore di posizione 32 nelle posizioni definite dagli alloggiamenti 38, 40, 42, ? possibile muovere l?elemento di collegamento 26 lungo la protesi 14.
Ciascuna posizione A, B, C permette, quindi, uno scorrimento e/o una rotazione dell?elemento di collegamento 26 rispetto all?asse longitudinale della protesi 14 corrispondente alla distanza e/o ad un angolo che separa ciascuno dei fori passanti trasversali 16, 18, 20 l?uno dall?altro.
A titolo d?esempio, come rappresentato in figura 3b, facendo corrispondere, nella posizione A, la sorgente radioattiva 28 al foro passante trasversale 16, poich? la disposizione fra le posizioni A, B, C coincide con la disposizione tra fori passanti trasversali 16, 18, 20, ? di conseguenza possibile portare tale sorgente radioattiva 28 in corrispondenza dei fori passanti trasversali 18 e 20 muovendo il selettore di posizione 32 nelle rispettive posizioni B e C.
La corrispondenza tra la sorgente radioattiva 28 e le posizioni A, B, C ? ottenibile muovendo l?elemento di collegamento 26 lungo la protesi 14. Per associare l?elemento di collegamento 26 al selettore di posizione 32, quest?ultimo pu? comprendere, almeno parzialmente lungo il suo sviluppo longitudinale, un canale 45 che permette di inserire almeno parzialmente l?elemento di collegamento 26 (figura 3a) e di farlo scorrere lungo la protesi 14.
L?elemento di collegamento 26 pu? presentare inoltre, su una sua superficie esterna 31 e lungo il suo sviluppo longitudinale, una pluralit? di sedi 46 idonee ad essere ingaggiate per bloccare l?elemento di collegamento 26, in cui ciascuna delle sedi 46 permette la corrispondenza tra la lunghezza dell?elemento di collegamento 26 e la lunghezza della protesi 14 (figure 4a e 4b).
L?elemento di collegamento 26 pu? adattarsi a protesi 14 di lunghezza compresa tra 250 mm e 470 mm, per esempio 255 mm, 270 mm, 285 mm, 300 mm, 315 mm, 330 mm, 345 mm, 360 mm, 375 mm, 390 mm, 405 mm, 420 mm, 435 mm, 450 mm, 465 mm.
In particolare, le sedi 46 possono essere ingaggiate dall?elemento di blocco 48 del selettore di posizione 32, mentre le tacche 47 identificano visivamente, con eventuale colorazione, la posizione corretta del selettore di posizione 32 in base alla lunghezza della protesi 14.
Pu? quindi essere possibile bloccare l?elemento di collegamento 26 nella posizione corrispondente alla lunghezza voluta mediante un elemento di blocco 48 cooperante con il canale 45.
Secondo forme di realizzazione, l?elemento di blocco 48 ? posizionato in corrispondenza della testa 54.
Tale soluzione permette di utilizzare un unico elemento di collegamento 26 con protesi di differente lunghezza.
Secondo il trovato, una volta associato l?elemento di collegamento 26 nella corretta sede 46, il posizionamento del selettore di posizione 32 nella guida 24, in una delle posizioni predefmite A, B, C, colloca la sorgente radioattiva 28 in corrispondenza del rispettivo foro passante trasversale 16, 18, 20.
Il dispositivo di ausilio 10 consente quindi, mediante un gruppo 70 (fig. 1), comprendente l?elemento di collegamento 26, l?organo di posizionamento 22 e il selettore di selezione 32, di ottenere una corrispondenza precisa fra sorgente radioattiva 28 e fori passanti trasversali 16, 18, 20.
Il dispositivo di ausilio 10 permette, quindi, con semplici ed intuitive azioni, di posizionare la sorgente radioattiva 28 in sostanziale corrispondenza del rispettivo foro passante trasversale 16, 18, 20 in modo sicuro, veloce e preciso.
? evidente come il chirurgo possa essere agevolato nella pratica chirurgica in quanto la rilevazione dei fori passanti trasversali 16, 18, 20 richiede solamente la movimentazione dell?elemento di collegamento 26 in posizioni predeterminate.
Vantaggiosamente, il chirurgo pu? terminare la fase di fissaggio della protesi 14 in tempi contenuti evitando continui tentativi di ricerca dei fori passanti trasversali mediante l?uso di dispositivi meccanici pi? complessi e laboriosi che possono richiedere settaggi complessi.
Secondo un aspetto del trovato, la sorgente radioattiva 28 pu? essere associabile in modo removibile all?elemento di collegamento 26, pertanto pu? essere prevista solo in uso del dispositivo di ausilio 10. Secondo forme di realizzazione, il dispositivo di ausilio 10 prevede che la sorgente radioattiva 28 sia associata ad un gruppo emettitore 58 comprendente mezzi di aggancio 68 idonei ad agganciare la sorgente radioattiva 28 all?elemento di collegamento 26.
Secondo forme di realizzazione, l?elemento di collegamento 26 pu? comprendere, in corrispondenza di una sua seconda porzione terminale 27, contrapposta a detta prima porzione terminale 29, un organo di aggancio 57 idoneo a cooperare con i mezzi di aggancio 68 del gruppo emettitore 58.
Secondo forme di realizzazione, l?organo di aggancio 57 pu? essere fisso oppure removibile dall?elemento di collegamento 26.
Secondo forme di realizzazione, l?organo di aggancio 57 pu? presentare un primo corpo 59 idoneo ad associarsi all?elemento di collegamento 26, ed un secondo corpo 61 opposto al primo corpo 59 ed idoneo ad associarsi al gruppo emettitore 58.
Secondo forme di realizzazione il primo corpo 59 pu? essere provvisto di un alloggiamento 64, che si sviluppa longitudinalmente e almeno parzialmente all?interno del primo corpo 59.
Il primo corpo 59 pu? essere complementare all?estremit? dell?elemento di collegamento 26 in modo tale da permetterne l?inserimento.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di aggancio 68 sono idonei ad associarsi al secondo corpo 61, per esempio, per accoppiamento di forma, accoppiamento a scatto o altri idonei.
Il secondo corpo 6 1 pu?, per esempio, presentare un restringimento o una strozzatura, per esempio, un bordo di contrasto 78 idoneo ad associarsi ai mezzi di aggancio 68 del gruppo emettitore 58.
Secondo forme di realizzazione, i mezzi di aggancio 68 possono essere idonei ad associarsi al bordo di contrasto 78.
Forme di realizzazione possono prevedere che i mezzi di aggancio 68 comprendano almeno una coppia di elementi di aggancio 72 che si sviluppano in direzione opposta allo sviluppo del corpo di contenimento 65 per definire un alloggiamento 76 di forma sostanzialmente cilindrica.
Gli elementi di aggancio 72 hanno un?estremit? libera 72a parzialmente mobile in modo da estendersi radialmente per adattarsi a ricevere il primo corpo 61 dell?organo di aggancio 57.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi di aggancio 72 possono essere disposti a coppia contrapposta, oppure sfalsati.
Eventualmente, gli elementi di aggancio 72 possono essere configurati per associarsi al bordo di contrasto 78.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi di aggancio 72 possono essere provvisti di protrusioni 74 che aggettano all? interno dell? alloggiamento 76 e sono idonee ad ammorsare il bordo di contrasto 78 dell?organo di ingaggio 57.
Secondo forme di realizzazione, tra due o pi? elementi di aggancio 72 possono essere presenti slitte 71 idonee ad accoppiarsi con elementi guida 80 dell?organo di aggancio 57.
In forme di realizzazione, l?organo di aggancio 57 pu? essere provvisto di un elemento di sicurezza 66 idoneo ad associare il gruppo emettitore 58 con l?organo di aggancio 57 per impedire accidentali distacchi, in particolare, durante l?uso.
In accordo con forme di realizzazione, l?elemento di sicurezza 66 pu? essere, per esempio, una ghiera 66a avvitata al primo corpo 59.
In accordo con forme di realizzazione, il gruppo emettitore 58 pu? comprendere un corpo di contenimento 65 che definisce una camera di contenimento 82 idonea a contenere la sorgente radioattiva 28.
Con riferimento alla figura 5b, la sorgente radioattiva 28 pu? essere alloggiata in un organo di contenimento 84 comprendente una scatola di contenimento 84a chiudibile da un tappo di contenimento 84b.
Secondo forme di realizzazione, l?organo di contenimento 84 pu? essere contenuto nella camera di contenimento 82.
Secondo forme di realizzazione, l?organo di contenimento 84 e pu? essere realizzato con un materiale biocompatibile schermante le radiazioni ionizzanti, per esempio, preferibilmente, ma non limitatamente, tungsteno.
Per questo motivo, il corpo di contenimento 84 ? provvisto di due fori 85 trasversali e contrapposti idonei a permettere ad una quota di radiazioni ionizzanti emesse dalla sorgente radioattiva 28 di uscire dall?organo di contenimento 84.
In uso, quindi, i fori 85 sono allineati al foro passante trasversale 16, 18, 20 da rilevare in modo che le radiazioni ionizzanti emesse dalla sorgente radioattiva 28 siano rilevabili.
Tale soluzione permette di contenere l?emissione di radiazioni ionizzanti, migliorando le condizioni di sicurezza del paziente e del personale medico, senza pregiudicarne gli scopi.
In accordo con forme di realizzazione, la scatola di contenimento 84a e il tappo di contenimento 84b possono essere associati fra loro mediante rispettivi mezzi filettati 87a, 87b complementari.
La camera di contenimento 82 pu? essere sigillata da un elemento di chiusura 88, per esempio un tappo.
In accordo con forme di realizzazione, l?elemento di chiusura 88 e la camera di contenimento 82 possono associati fra loro mediante rispettivi mezzi filettati 9 la, 91b complementari.
Secondo un ulteriore aspetto del trovato, il dispositivo di ausilio 10 pu? essere provvisto di un organo di estrazione 90, raffigurato in figura 6, idoneo a rimuovere almeno la sorgente radioattiva 28 dall?elemento di collegamento 26 effettuando, in particolare, lo sgancio del gruppo emettitore 58 dall?organo di aggancio 57.
Vantaggiosamente, l?organo di estrazione 90 permette di sganciare il gruppo emettitore 58 evitando di entrare in contatto diretto con esso e quindi con la fonte di radiazioni ionizzanti.
Anche se la dose di radiazioni ionizzanti emessa dalla sorgente radioattiva 28 ? contenuta, l?organo di estrazione 90 aggiunge un ulteriore livello di sicurezza al dispositivo diagnostico 10.
In accordo con lo scopo, l?organo di estrazione 90 comprende un involucro esterno 92 al cui interno si sviluppa longitudinalmente, da una prima estremit? 98 ad una seconda estremit? 100, un canale 102 sostanzialmente cilindrico.
L?organo di estrazione 90 comprende inoltre due elementi tubolari 94, 96 idonei ad essere inseriti, uno contiguo all?altro, all?interno del primo canale 102 fornendo un secondo canale 104 aperto in corrispondenza della prima e seconda estremit? 98, 100 dell?involucro esterno 92.
Secondo forme di realizzazione, l?involucro interno 94 ? provvisto di una coppia contrapposta di fenditure 106 necessarie a rendere sufficientemente elastici i semi-gusci al fine di garantire la ritenzione del gruppo emettitore 58 all?interno del canale 104 dell?organo di estrazione 90 successivamente alla fase di estrazione, ma senza impedirne la successiva espulsione.
Per sganciare il gruppo emettitore 58 ? previsto inserire l?organo di estrazione 90 nell?elemento di collegamento 26, previa dissociazione dello stesso dal selettore di posizione 32, per farlo scorrere fino in battuta del gruppo emettitore 58.
Applicando una leggera pressione sull?organo di estrazione 90 il gruppo emettitore 58 rimarr? bloccato all?interno del canale 104.
Una volta che la sorgente radioattiva 28 ? correttamente posizionata all? interno della protesi 14 cio? ? posizionata in corrispondenza di un foro passante trasversale 16, 18, 20, ? necessario individuare dall?esterno dell?arto, e con precisione, la posizione in cui realizzare il foro che servir? per accogliere la vite di ancoraggio.
Per far ci? ? necessario in un primo momento individuare dall?esterno a che altezza dell?arto sono posizionati i fori passanti trasversali 16, 18, 20, in un secondo momento rilevare in quale direzione la sorgente radioattiva 28 emette con maggiore intensit? le radiazioni e, sulla base di questa direzione, realizzare, in un terzo momento un foro sostanzialmente con lo stesso orientamento della direzione delle radiazioni.
In questo contesto, secondo un aspetto del trovato il dispositivo di ausilio 10 comprende inoltre un organo di guida 108 atto ad essere accoppiato temporaneamente all?organo di sostegno 12. L?organo di guida 108 comprende una slitta 110 su cui ? associato scorrevolmente un gruppo selezionatore 112 che comprende una guida di perforazione 1 14 e un rilevatore di radiazioni 116. La slitta 110 ? realizzata per permettere il bloccaggio del gruppo selezionatore 112 in una qualsiasi posizione predefinita lungo lo sviluppo longitudinale della slitta 110. Ciascuna posizione predefinita permette di rendere coerente la posizione di del gruppo selezionatore 112 con il tratto distale 13 di una protesi 14 di lunghezza predefinita portando detta guida di perforazione 114 e detto rilevatore di radiazioni 116 in corrispondenza di detti fori passanti trasversali 16, 18, 20.
Quindi, con un movimento M1 che si sviluppa lungo l?asse longitudinale della slitta 110, il gruppo selezionatore 112 pu? essere mosso per portare la guida di perforazione 114 e il rilevatore di radiazioni 1 16 in corrispondenza dei fori passanti trasversali 16, 18, 20 di una protesi 14 di lunghezza predefinita.
Ciascuna posizione predefinita ? definita da una rispettiva sede di posizionamento 118, realizzate lungo lo sviluppo longitudinale della slitta 110, idonee a permettere il bloccaggio del gruppo selezionatore 112.
A titolo esemplificativo, se la protesi utilizzata ha una lunghezza di 255 mm baster? portare il gruppo selezionatore 112 nella sede di posizionamento 118 corrispondente alla lunghezza di tale protesi.
Per facilitare l utilizzatore nella corrispondenza sede di posizionamento 118 con lunghezza della protesi 14, accanto alle sedi di posizionamento 118 pu? essere previsto un riferimento che riporta la lunghezza compatibile per quella particolare sede di posizionamento.
Secondo forme di realizzazione, la slitta 110 pu? essere imperniata all?organo guida 108 permettendole di muoversi con un movimento M2 utile per aggiustare la posizione della guida di perforazione 114 e del rilevatore di radiazioni 116.
La slitta 110 pu? essere inoltre prevista di un movimento M3 che ne permette l?avvicinamento o l?allontanamento rispetto alla protesi 14 e quindi all?arto.
I movimenti M2 e M3 possono essere controllati rispettivamente da manopole 120 e 122.
Agendo sulle manopole 120 e 122 ? possibile orientare il rilevatore di radiazioni 116, per esempio uno scanner a radioisotopi, per individuare la direzione di massima intensit? delle radiazioni emesse dalla sorgente radioattiva 28.
Una volta definito l?orientamento delle radiazioni, che corrisponde all?orientamento del foro, ? possibile allineare, coerentemente a suddetto orientamento, la guida di perforazione 114.
Quando definito il punto in cui realizzare il foro, il movimento M3 consente di avvicinare la guida di perforazione 114 all?arto per inizializzare la realizzazione del foro.
Il trovato si riferisce inoltre ad un procedimento per determinare, mediante un dispositivo di ausilio 10, la corretta posizione di fori passanti trasversali 16, 18, 20 di una protesi 14 inserita all?interno di un osso di un arto, preferibilmente una tibia.
Il procedimento comprende una fase in cui viene inserita, all?interno della protesi 14, una sorgente radioattiva 28, idonea ad emettere radiazioni ionizzanti, associata ad un elemento di collegamento 26; ed una fase di posizionamento dell?elemento di collegamento 26 lungo la protesi 14 per collocare la sorgente radioattiva 28 in corrispondenza di una porzione distale 13 della protesi 14 ove sono presenti i fori passanti trasversali 16, 18, 20.
Il procedimento comprende anche una fase di rilevazione delle radiazioni ionizzanti, effettuata mediante uno strumento idoneo allo scopo, posizionato all?esterno dell?arto in corrispondenza della porzione distale 13 per rilevare le radiazioni ionizzanti.
In funzione della posizione in cui avviene la rilevazione delle radiazioni ionizzanti si fa corrispondere la posizione di uno dei fori passanti trasversali 16, 18, 20.
L?elemento di collegamento 26 pu? essere posizionabile in posizioni, che sono note e predef?nite, A, B, C, ciascuna idonea a far corrispondere la sorgente radioattiva 28 con la posizione dei fori passanti trasversali 16, 18, 20.
La fase di rilevazione pu? essere eseguita successivamente al blocco dell?elemento di collegamento 26 in una determinata posizione all? interno della protesi 14.
? chiaro che al dispositivo di ausilio fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall?ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.

Claims (17)

RIVENDICAZIONI
1. Dispositivo di ausilio per operazioni chirurgiche, in particolare per l?individuazione di fori distali di un elemento protesico tubolare (14) utilizzato in un intervento di riduzione di una frattura ossea, in particolare ossa lunghe, detto dispositivo di ausilio comprendendo un organo di sostegno (12) atto ad essere accoppiato temporaneamente a detto elemento protesico (14), da inserire in un osso fratturato, detto elemento protesico (14) essendo provvisto, in corrispondenza di un suo tratto distale (13), di fori passanti trasversali (16, 18, 20) ciascuno idoneo ad accogliere una vite di ancoraggio, per ancorare detto elemento protesico (14) all?osso fratturato, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un elemento di collegamento (26) idoneo ad essere introdotto all? interno di detto elemento protesico (14), in cui detto elemento di collegamento (26) comprende una prima porzione terminale (29), almeno una sorgente radioattiva (28) idonea ad emettere radiazioni ionizzanti essendo alloggiata in detta prima porzione terminale (29), e che detto elemento di collegamento (26) ? scorrevole lungo detto elemento protesico (14) per posizionare detta sorgente radioattiva (28) in corrispondenza di almeno uno di detti fori passanti trasversali (16, 18, 20).
2. Dispositivo come alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l?elemento di collegamento (26) ? bloccabile in una qualsivoglia posizione lungo lo sviluppo di detto elemento protesico (14) tramite un elemento di blocco (30).
3. Dispositivo di ausilio come alla rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un organo di posizionamento (22) associabile a detto organo di sostegno (12) e provvisto di una guida (24) allineata a detto elemento protesico (14) per guidare detto elemento di collegamento (26) lungo detto elemento protesico (14).
4. Dispositivo di ausilio come alla rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che l?organo di posizionamento (22) comprende detto elemento di blocco (30).
5. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende un selettore di posizione (32) associabile all?elemento di collegamento (26) e inseribile almeno in detta guida (24), su cui sono realizzati alloggiamenti (38, 40, 42) ciascuno idoneo a posizionare detto selettore di posizione (32) in rispettive posizioni predefmite (A, B, C).
6. Dispositivo come alla rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che gli alloggiamenti (38, 40, 42) sono disposti secondo uno schema che replica lo schema di detti fori passanti trasversali (16, 18, 20).
7. Dispositivo come alla rivendicazione 5 o 6, caratterizzato dal fatto che ciascuna di dette posizioni (A, B, C) permette uno scorrimento e/o una rotazione di detto elemento di collegamento (26) rispetto all?asse longitudinale di detto elemento protesico (14) corrispondente alla distanza e/o ad un angolo che separa ciascuno di detti fori passanti trasversali (16, 18, 20) dall?altro.
8. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni dalla 5 alla 7, caratterizzato dal fatto che detto selettore di posizione (32) comprende, almeno parzialmente lungo il suo sviluppo longitudinale, un canale (45) che permette di inserire almeno parzialmente detto elemento di collegamento (26).
9. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di collegamento (26), prevede, su una sua superficie esterna (31) e lungo il suo sviluppo longitudinale, una pluralit? di sedi (46) idonee ad essere ingaggiate per bloccare detto elemento di collegamento (26), in cui ciascuna di dette sedi (46) permette la corrispondenza tra la lunghezza di detto elemento di collegamento (26) e la lunghezza di detto elemento protesico (14).
10. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sorgente radioattiva (28) ? associabile in modo removibile a detto elemento di collegamento (26).
11. Dispositivo come alla rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che la sorgente radioattiva (28) ? associata ad un gruppo emettitore (58) comprendente mezzi di aggancio (68) idonei ad agganciare la sorgente radioattiva (28) a detto elemento di collegamento (26).
12. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sorgente radioattiva (28) ? alloggiata in un organo di contenimento (84), realizzato in materiale schermante, comprendente una scatola di contenimento (84a) e un tappo di contenimento (84b).
13. Dispositivo come ad una o l?altra delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre un organo di guida (108) atto ad essere accoppiato temporaneamente a detto organo di sostegno (12), detto organo di guida (108) comprendendo una slitta (110) su cui ? associato scorrevolmente un gruppo selezionatore (112) che comprende una guida di perforazione (114) e un rilevatore di radiazioni (116), detta slitta (110) essendo realizzata per permettere il bloccaggio di detto gruppo selezionatore (112) in una posizione predefinita lungo lo sviluppo longitudinale di detta slitta (110), in cui ciascuna di dette posizioni predefinite permette di rendere coerente la posizione di detto gruppo selezionatore (112) con il tratto distale (13) di detto elemento protesico (14) di lunghezza predefinita per portare detta guida di perforazione (114) e detto rilevatore di radiazioni (116) in corrispondenza di detti fori passanti trasversali (16, 18, 20).
14. Dispositivo come alla rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detta slitta (110) ? mobile rispetto a detto organo guida (108) per permettere un preciso orientamento tra detta guida di perforazione (114) e detto rilevatore di radiazioni (116) con detti fori passanti trasversali (16, 18, 20).
15. Procedimento per determinare, mediante un dispositivo di ausilio come ad una o l?altra delle rivendicazioni 1-14, la posizione di fori passanti trasversali (16, 18, 20) di un elemento protesico (14) inserito all?interno di un osso di un arto, preferibilmente una tibia, caratterizzato dal fatto che comprende una fase in cui viene inserito, all? interno di detto elemento protesico (14), un elemento di collegamento (26) che supporta una sorgente radioattiva (28), idonea ad emettere radiazioni ionizzanti, una fase di posizionamento dell?elemento di collegamento (26) lungo detto elemento protesico (14) per collocare la sorgente radioattiva (28) in corrispondenza di una porzione distale (13) di detto elemento protesico (14) ove sono presenti i fori passanti trasversali (16, 18, 20), ed una fase di rilevazione di dette radiazioni ionizzanti, effettuata mediante uno strumento idoneo allo scopo, posizionato all? esterno dell?arto in corrispondenza di detta porzione distale (13) per rilevare dette radiazioni ionizzanti.
16. Procedimento come alla rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto elemento di collegamento (26) ? posizionabile in posizioni note e predefinite (A, B, C), ciascuna idonea a far corrispondere detta sorgente radioattiva (28) con la posizione di detti fori passanti trasversali (16, 18, 20).
17. Procedimento come una qualsiasi delle rivendicazioni 15 o 16, caratterizzato dal fatto che detta fase di rilevazione ? eseguita successivamente al blocco di detto elemento di collegamento (26) in una determinata posizione all?interno di detto elemento protesico (14).
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