IT201900016337A1 - Accessorio per vele. - Google Patents

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IT201900016337A1 IT102019000016337A IT201900016337A IT201900016337A1 IT 201900016337 A1 IT201900016337 A1 IT 201900016337A1 IT 102019000016337 A IT102019000016337 A IT 102019000016337A IT 201900016337 A IT201900016337 A IT 201900016337A IT 201900016337 A1 IT201900016337 A1 IT 201900016337A1
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Pietro Parmeggiani
Davide Fuzzi
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Pietro Parmeggiani S R L
Davide Fuzzi
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Description

Titolo: ACCESSORIO PER VELE.
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un accessorio per vele.
Nelle imbarcazioni a vela, siano esse da regata o crociera, sono note vele di grandi dimensioni e forma triangolare, che sono denominate "spinnaker" o "gennaker" (rispettivamente simmetriche o asimmetriche) e che vengono impiegate, per esempio, quando la barca naviga in andature portanti, quindi dal traverso alla poppa.
Per facilitare la fase di issata, minimizzandone la durata e lo sforzo richiesto, specialmente sulle barche da regata che si trovano a navigare con angolo di vento apparente stretto o hanno la necessità di sostituire la vela in uso o di issarla in condizioni problematiche, la vela viene preventivamente ripiegata attorno ad un suo lato o dimensione longitudinale prevalente, così da conferirle una forma pressoché tubolare o, ancor meglio, evocante un salame. Proprio in tale configurazione raccolta avviene l'issata e, completata tale azione, la vela viene liberata dai vincoli che la costringevano nella configurazione sopra descritta e viene così dispiegata al vento, assumendo la normale configurazione d'uso (grazie appunto all'azione del vento e agendo anche sulla scotta).
Sono note diverse modalità per mantenere la vela nella configurazione tubolare: una di esse prevede di inserire la vela ripiegata in una sorta di calza che viene sfilata al termine dell'issata, ma si tratta di un sistema costoso e che richiede lunghi tempi di manovra, adatto quindi unicamente a yacht di grandi dimensioni e barche da crociera. In alternativa, attorno alla vela ripiegata vengono annodati con uno o più giri dei fili di lana (o altre fibre), opportunamente distribuiti per parte della sua lunghezza. La resistenza del filo è sufficiente a mantenere raccolta la vela fino al termine dell'issata; viceversa, in tale posizione la tensione della scotta e/o la forza del vento è tale da provocare la rottura del filo, così da liberare la vela consentendole di dispiegarsi fino alla configurazione d'uso.
Tale soluzione è più economica di quella precedentemente illustrata, ma richiede molta manualità ed esperienza. Inoltre, per fare in modo che la vela venga adeguatamente compattata e per ottenere un nodo sufficientemente stretto, sono necessarie almeno due persone, una per eseguire il nodo e l'altra per mantenere ben compattata e raccolta la vela.
Inoltre, inevitabilmente i fili rotti dal vento cadono in acqua e ciò incrementa il contenuto di materiali non biodegradabili che, in modo evidentemente indesiderato, è presente nei nostri laghi, mari ed oceani. Oltre quindi a determinare un effetto inquinante, contrario all'attenzione sempre crescente che il mondo rivolge alla tutela dell'ambiente, tale metodologia infrange il regolamento e il codice etico cui devono sottostare le imbarcazioni che affrontano le competizioni internazionali, in materia appunto di sostenibilità e rispetto per l'ambiente stesso.
Sono altresì note ulteriori soluzioni, che comunque non soddisfano pienamente le esigenze attuali, in quanto in varia misura si rivelano anch'esse costose, laboriose, inadatte a barche da regata, poco sicure (perché non scongiurano adeguatamente il rischio di apertura prematura o accidentale) e/o inquinanti (perché portano a disperdere in mare materiali di vario tipo).
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un accessorio di pratico impiego, che consenta di mantenere raccolta la vela durante l'issata garantendo comunque un agevole dispiegamento di quest'ultima e un ridotto (o nullo) impatto ambientale.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di proporre un procedimento di semplice attuazione per la preparazione e l'issata di una vela, mantenuta raccolta, garantendo comunque un agevole dispiegamento di quest'ultima e un ridotto (o nullo) impatto ambientale.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un accessorio che, rispetto alle tecniche tradizionali, permetta di ridurre i tempi di preparazione della vela e possa essere impiegato anche da personale meno esperto.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un accessorio versatile, che possa essere impiegato sia su imbarcazioni da regata che su imbarcazioni da crociera, e che presenti tenuta facilmente modulabile, in funzione delle varie esigenze e delle condizioni atmosferiche.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un accessorio che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento e che permetta di standardizzare la procedura di preparazione della vela, richiedendo nel contempo l'impegno di un solo operatore.
Un altro scopo del trovato è quello di proporre un accessorio che adotti una architettura tecnica e strutturale alternativa a quelle delle soluzioni di tipo noto, assicurando nel contempo, rispetto a queste ultime, un minor impatto negativo sulle performance della barca e sul peso della vela.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un accessorio che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio.
Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare un accessorio di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi ed altri scopi che risulteranno maggiormente chiari nel seguito vengono raggiunti da un accessorio per vele secondo la rivendicazione 1 e da un procedimento per la loro preparazione secondo la rivendicazione 8.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, dell'accessorio secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra l'accessorio secondo il trovato, in vista assonometrica anteriore laterale;
la figura 2 illustra l'accessorio secondo il trovato, in vista assonometrica posteriore laterale;
la figura 3 mostra l'impiego di un accessorio per mantenere una vela in configurazione raccolta, in vista assonometrica;
la figura 4 è una sezione dell'accessorio, impiegato per mantenere una vela in configurazione raccolta, eseguita secondo un piano diametrale;
la figura 5 è un componente dell'accessorio sezionato di figura 4;
le figure 6, 7 e 8 mostrano progressivamente l'issata di una vela, inizialmente mantenuta in configurazione raccolta da una pluralità di accessori secondo il trovato e infine dispiegata fino alla configurazione d'uso;
la figura 9 mostra l'accessorio di figura 3, in una fase intermedia dell'issata della vela.
Con particolare riferimento alle figure citate, è indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un accessorio per vele, particolarmente del tipo di gennaker e spinnaker, che può essere impiegato per mantenere almeno una porzione di una vela A, appunto, in una configurazione (almeno parzialmente) raccolta. Nella configurazione raccolta, la porzione di vela A (o l'intera vela A) è ripiegata su se stessa (come nella figura 6 per esempio), attorno ad una dimensione longitudinale prevalente (di fatto assumendo forma pressoché tubolare o evocante un salame). Secondo modalità di per sé note, gennaker e spinnaker vengono ripiegati in tal modo (appunto, attorno ad una dimensione longitudinale prevalente) perché proprio nella configurazione raccolta così ottenuta viene realizzata l'issata, prima che, sotto l'azione del vento e/o esercitando adeguata forza sulla scotta, la vela A possa dispiegarsi nella normale configurazione d'uso (in cui appunto riceve il vento per la propulsione dell'imbarcazione B).
Si tratta di una metodologia di issata che si adotta in particolare quando l'imbarcazione B che fa uso della vela A si trova a navigare con angolo di vento apparente stretto, per minimizzare il tempo di issata dando la possibilità al timoniere di navigare prima con l'angolo di vento reale più largo, idoneo per la geometria di queste vele A. E' comunque opportuno precisare sin da ora che l'ambito di protezione qui rivendicato non deve intendersi limitato alla specifica tipologia di vele A sopra introdotta, che costituisce infatti applicazione preferita ma non esclusiva del trovato, né tantomeno alla situazione e alla metodologia di issata poc'anzi illustrate. Più genericamente, l'accessorio 1 può essere impiegato su qualsiasi tipologia di vela A (e di imbarcazione B), in funzione delle specifiche esigenze, al fine appunto di mantenerla nella configurazione raccolta, per qualsiasi motivo.
E' altresì opportuno precisare che un accessorio 1 consente tipicamente di mantenere solo una porzione (di limitate dimensioni) della vela A in configurazione raccolta (secondo le modalità che verranno descritte nelle prossime pagine): per assicurare che la vela A sia mantenuta raccolta per tutta la sua lunghezza (o comunque per tratti di dimensioni rilevanti), si prevede l'impiego di un adeguato numero di accessori 1, opportunamente distribuiti (anche se in taluni casi, potrà effettivamente esserne sufficiente solo uno).
Secondo il trovato, l'accessorio 1 comprende mezzi di fissaggio 2 (dell'accessorio 1 stesso) alla porzione della vela A, laddove preferibilmente il fissaggio dell'accessorio 1 alla porzione della vela A viene realizzato in corrispondenza di almeno un bordo perimetrale C della porzione stessa. Il bordo perimetrale C può essere per esempio quello denominato "ralinga" o "balumina" o "base" in gergo velico.
Inoltre, l'accessorio 1 comprende mezzi di trattenimento 3 di un primo capo di un filo di bloccaggio D, con quest'ultimo che è configurato per essere successivamente avvolto e stretto attorno alla porzione di vela A, quando essa è disposta in configurazione raccolta, e di un secondo capo del filo di bloccaggio D, quando quest'ultimo è già avvolto e stretto attorno alla porzione di vela A.
In altri termini, dopo aver ancorato l'accessorio 1 alla vela A (ad una sua porzione), i mezzi di trattenimento 3 permettono di ancorare il primo capo del filo di bloccaggio D all'accessorio 1 stesso (e quindi alla vela A); successivamente, si prevede di avvolgere e stringere il filo di bloccaggio D attorno alla porzione e quindi di ancorarne il secondo capo, nuovamente, all'accessorio 1, grazie ancora ai mezzi di trattenimento 3 (figura 3). Il filo di bloccaggio D mantiene quindi compattata la porzione, in configurazione raccolta, grazie a poche e semplici operazioni manuali, attuabili anche da personale meno esperto (rispetto a quello necessario per le metodologie tradizionali).
La resistenza e le caratteristiche meccaniche del filo di bloccaggio D saranno scelte sufficienti da mantenere in configurazione raccolta la vela A prima dell'issata e durante quest'ultima. Quando invece la vela A è completamente issata, e l'azione del vento e/o la scotta tendono ad aprirla, la resistenza e caratteristiche meccaniche del filo di bloccaggio D saranno scelte in modo da permettere la rottura di quest'ultimo, per ottenere la configurazione d'uso (figura 8). Il filo di bloccaggio D ha tipicamente sezione trasversale circolare ma può anche essere una sorta di striscia allungata (a sezione rettangolare o quadrata) o altro ancora: in associazione all'accessorio 1 è infatti previsto l'impiego di qualsiasi oggetto allungato (avente una dimensione longitudinale prevalente) che la persona esperta del ramo potrebbe ritenere adeguata per i compiti qui descritti. Anche il materiale del filo di bloccaggio D può essere qualsiasi: a titolo meramente esemplificativo si cita la possibilità che sia realizzato in lana o altra fibra o filamento.
Grazie ai mezzi di trattenimento 3, i lembi spezzati del filo di bloccaggio D restano ancorati all'accessorio 1 (figura 9), senza cadere in mare: ciò permette di rispettare l'ambiente e di soddisfare i vincoli imposti dai regolamenti velici in termini di sostenibilità, conseguendo un altro degli scopi prefissati.
Si ribadisce nuovamente come sia previsto l'impiego di un numero a piacere di accessori 1, per mantenere la medesima vela A nella configurazione raccolta: come si evince per esempio dalla figura 6, lungo il bordo C possono infatti essere ancorati vari accessori 1, reciprocamente distanziati, per trattenere altrettanti fili di bloccaggio D (la vela A mantenuta in configurazione raccolta dai fili di bloccaggio D evoca così la forma di un salame o di un salsicciotto). Tipicamente, si sceglierà il numero di accessori 1 (e di corrispondenti fili di bloccaggio D) ritenuto necessario in funzione della lunghezza e del peso della vela A, e comunque adatto a garantire il mantenimento nella configurazione raccolta fino al momento in cui il vento e/o la scotta si incaricano di portarla nella configurazione d'uso.
Si precisa peraltro che si potranno utilizzare fili D e accessori 1 per mantenere la vela A raccolta attorno ad una unica dimensionale longitudinale prevalente (come fosse un unico salame); in alternativa, si potranno ottenere diverse configurazioni raccolte per diverse porzioni di vela A, a formare vari "salami" disposti a raggiera o a stella. Per esempio, tale struttura potrebbe formarsi realizzando tre distinte configurazioni raccolte rispettivamente per le tre porzioni di vela A (triangolare) contigue ai suoi tre vertici o angoli (in gergo velico, angolo di penna, angolo di mura o braccio, angolo di scotta). Peraltro, si osservi come spesso sarà sufficiente ottenere la configurazione raccolta per la sola porzione che afferisce all'angolo di penna (e che viene appunto issata). Dei mezzi di fissaggio 2 e dei mezzi di trattenimento 3 si forniranno nelle prossime pagine alcuni esempi pratici di attuazione, ma va precisato come qualsiasi forma di realizzazione, che la persona esperta del ramo saprebbe adottare per ottenere gli scopi già delineati nei precedenti paragrafi, è da intendersi ricompresa nell'ambito di protezione qui rivendicato.
Nella forma di realizzazione preferita, che si ribadisce comunque non essere limitativa dell'ambito di protezione qui rivendicato, l'accessorio 1 comprende un bottone 4 (rappresentato in sezione in figura 5), che è applicato su una prima faccia della designata porzione di vela A mediante i mezzi di fissaggio 2 e che è provvisto dei mezzi di trattenimento 3.
Nel contesto della presente trattazione, per "bottone" 4 si intende un corpo di ingombro contenuto, con due dimensioni prevalenti sulla terza, preferibilmente ma non esclusivamente a pianta pressoché circolare.
Il bottone 4 è preferibilmente realizzato in un materiale polimerico (e ancor più preferibilmente in un materiale polimerico riciclato), ma non si esclude il ricorso ad altri materiali, quali bioplastica, metallo, legno, tessuto, gomma, elastomeri o ogni altro materiale che la persona esperta del ramo potrebbe ritenere utile allo scopo (e/o qualsiasi combinazione degli stessi). In particolare, nella forma di realizzazione illustrata nelle figure allegate a scopo esemplificativo e non limitativo del trovato, i mezzi di trattenimento 3 comprendono una gola 5, che è realizzata lungo un fianco del bottone 4 e che ha profilo a "V" (come in figura 5) o a "U". La gola 5 può così ricevere e trattenere il primo capo e successivamente il secondo capo del filo di bloccaggio D, avvolti attorno al bottone 4. In altri termini, dopo aver fissato il bottone 4 alla vela A, si prevede di avvolgere e/o annodare attorno a quest'ultimo il primo capo del filo di bloccaggio D (facendogli compiere un adeguato numero di giri nella gola 5): grazie all'avvolgimento/annodamento il primo capo non può sfilarsi accidentalmente e risulta saldamente fissato al bottone 4 (potrà essere sfilato solo dall'addetto, quando la vela A viene ammainata). Poi, dopo aver avvolto attorno alla vela A (alla corrispondente porzione) il filo di bloccaggio D, il secondo capo di quest'ultimo viene anch'esso avvolto/annodato attorno al bottone 4, facendogli compiere ulteriori giri nella gola 5; quindi, anche il secondo capo viene saldamente fissato e non potrà sfilarsi accidentalmente, ma solo a seguito di intervento diretto dell'operatore, quando la vela A viene ammainata. Si noti come l'avvolgimento/annodamento permetta di aumentare a piacimento la tensione del filo di bloccaggio D, garantendo un più efficace bloccaggio e compattamento della vela A.
In una forma di realizzazione alternativa, i mezzi di trattenimento 3 possono invece prevedere una bitta, definita dal bottone 4 e configurata per ricevere e trattenere il primo capo e successivamente il secondo capo del filo di bloccaggio D, avvolti appunto attorno alla bitta. In tale forma di realizzazione, l'avvolgimento (o annodamento) dei capi del filo di bloccaggio D attorno alla bitta (ma potrebbe essere anche un dente, un gancio, un qualsiasi oggetto definente un aggetto in grado di ricevere i capi avvolti del filo di bloccaggio D), svolge ruolo analogo a quello della gola 5.
Si ribadisce comunque come sia prevista la possibilità di ricorrere ad altri mezzi di trattenimento 3, in funzione delle specifiche esigenze, senza fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato. Per esempio, il bottone 4 (o comunque l'accessorio 1) può essere fornito di mezzi di trattenimento 3 che comprendono alamari, occhielli, anelli, inserti, rivetti, strisce di velcro® o qualsiasi altro organo in grado di trattenere i capi di un filo di bloccaggio D.
In una possibile modalità pratica di attuazione del trovato, i mezzi di fissaggio 2 comprendono almeno uno a scelta fra un collante e un nastro biadesivo (applicati preferibilmente sulla base del bottone 4 e/o sulla vela A).
In una seconda modalità pratica di attuazione, preferita ma non limitativa dell'applicazione del trovato, i mezzi di fissaggio 2 comprendono una rondella 6 che può essere collocata su una seconda faccia della porzione di vela A, opposta alla prima faccia (su cui viene applicato il bottone 4). La rondella 6 può essere realizzata in materiale polimerico (preferibilmente riciclato), ma potrà essere utilizzato qualsiasi materiale tra quelli già elencati per il bottone 4 (e preferibilmente si impiegherà lo stesso adottato per quest'ultimo).
Inoltre, in tale soluzione i mezzi di fissaggio 2 comprendono un elemento di collegamento 7 del tipo di un bullone (come in figura 4), di una vite, di un rivetto, di un ribattino, di un chiodo, e simili, per serrare la porzione di vela A tra il bottone 4 e la rondella 6, per azione appunto dell'elemento di collegamento 7 (secondo modalità di per sé note).
L'elemento di collegamento 7 non è stato rappresentato per semplicità nelle figure 1 e 2, ma è comunque anch'esso di tipo di per sé noto.
Sul bottone 4 e/o sulla rondella 6 sono previsti fori 8 passanti che definiscono altrettante sedi di passaggio e alloggiamento del bullone (o altro elemento di collegamento 7). Per esempio (figura 4), il foro 8 del bottone 4 può accogliere il dado 7a del bullone, mentre il foro 8 della rondella 6 può accogliere la vite 7b del bullone (che poi si inserisce nel dado 7a). La rondella 6 può assicurare un più efficace serraggio della vela A, e quindi un più saldo fissaggio dell'accessorio 1. In una ulteriore modalità pratica di attuazione, i mezzi di fissaggio 2 comprendono almeno un'asola passante 9, realizzata nel bottone 4 e/o nella rondella 6, per ottenere l'accoppiamento stabile del bottone 4 e/o della rondella 6 alla porzione di vela A mediante un filo da cucito (che potrà essere venduto con l'accessorio 1 o reperito separatamente). Si noti come si preveda di realizzare accessori 1 muniti sia di asole 9 che di rondelle 6 e elementi di collegamento 7, lasciando all'utilizzatore la scelta dei mezzi di fissaggio 2 ritenuti di volta in volta più adeguati (o impiegandoli tutti).
Similmente a quanto osservato per i mezzi di trattenimento 3, è opportuno ribadire come l'ambito di protezione qui rivendicato preveda la possibilità di ricorrere ad ulteriori mezzi di fissaggio 2, in funzione delle specifiche esigenze. Per esempio, il bottone 4 può essere di tipo automatico o magnetico, oppure può essere fissato alla vela A direttamente mediante l'elemento di collegamento 7 (senza ricorrere ad una rondella 6), eccetera.
Costituisce oggetto della presente trattazione, al pari dell'accessorio 1 sin qui descritto, un procedimento di preparazione di vele A, particolarmente (ma non esclusivamente), del tipo di gennaker e spinnaker.
Il procedimento consiste, in una fase a., nel fissare ad almeno una porzione di una vela A, preferibilmente in corrispondenza di almeno un suo bordo perimetrale C, almeno un accessorio 1 munito di mezzi di trattenimento 3 dei capi di un filo di bloccaggio D.
Per realizzare la fase a., si prevede per esempio di ricorrere a mezzi di fissaggio 2 secondo quanto sin qui già illustrato.
Il procedimento prevede quindi, in una fase b., di ancorare all'accessorio 1, mediante i mezzi di trattenimento 3, il primo capo di un filo di bloccaggio D. Come si è visto, se si adotta un accessorio 1 del tipo illustrato nelle figure allegate, la fase b. consiste nell'avvolgere il primo capo attorno al bottone 4 (alla sua gola 5), facendogli compiere uno o più giri, in funzione delle specifiche esigenze.
Il procedimento secondo il trovato prevede quindi, in una fase c., di ripiegare su stessa la porzione di vela A fino a disporla in una configurazione raccolta (già ben descritta nelle precedenti pagine), mantenendo accessibile l'accessorio 1 (affinché si possano svolgere le fasi successive). Si osservi come tipicamente la fase a. possa essere svolta dal fabbricante della vela A o dall'equipaggio che la riceve, ancor prima dell'inizio della regata, in largo anticipo quindi rispetto alle fasi b. e c. (con la fase c. svolta dopo la fase b.) e a quelle successive; è comunque ricompresa nell'ambito di protezione qui rivendicato la possibilità che tali fasi a., b. e c. vengano compiute in qualsiasi ordine temporale. Il procedimento secondo il trovato prevede inoltre, in una fase d., di avvolgere e stringere il filo di bloccaggio D attorno alla porzione di vela A, già disposta in configurazione raccolta. Si noti come la fase d. può prevedere di far compiere al filo di bloccaggio D un numero a piacere di giri attorno alla vela A, così da serrarla e compattarla nel modo ritenuto di volta in volta più opportuno.
Al termine della fase d., il procedimento secondo il trovato prevede, in una fase e., di ancorare all'accessorio 1, mediante i mezzi di trattenimento 3, il secondo capo del filo di bloccaggio D. La fase e. può essere svolta in modo analogo alla fase b. e al termine di essa, il medesimo accessorio 1 trattiene entrambi i capi del filo di bloccaggio D, come illustrato per esempio in figura 3.
Le fasi da a. ad e. possono essere ripetute in più punti della vela A (per interessarne differenti porzioni), così da bloccarla interamente in una o più configurazioni raccolte mediante una pluralità di accessori 1 e fili di bloccaggio D. La figura 6 mostra un momento intermedio dell'issata della vela A, mantenuta nella configurazione raccolta da una pluralità di fili di bloccaggio D (trattenuti ai capi da rispettivi accessori 1).
Successivamente, ad issata completata, la vela A viene sottoposta all'azione del vento (figura 7) che tende progressivamente a dispiegarla (eventualmente agendo a tal scopo anche sulla scotta) fino a rompere la resistenza dei fili di bloccaggio D, che si rompono (figura 9) e consentono il raggiungimento della configurazione d'uso (figura 7). A seguito della rottura, i due lembi spezzati del filo di bloccaggio D sono comunque trattenuti, con i rispettivi capi, dall'accessorio 1 (ancora figura 9), che ne impedisce la caduta in mare.
Più in dettaglio, il procedimento secondo il trovato prevede, nella fase a., di fissare un accessorio 1 munito di una o più delle caratteristiche tecniche e delle peculiarità descritte nelle precedenti pagine.
L'impiego dell'accessorio e l'attuazione del procedimento secondo il trovato sono stati di fatto già illustrati nelle precedenti pagine.
Si ribadisce comunque come l'accessorio 1 possa essere ancorato ad una vela A mediante i mezzi di fissaggio 2; i mezzi di trattenimento 3 permettono invece di ancorare all'accessorio 1 i due capi di un filo di bloccaggio D, avvolto attorno alla vela A (ad una porzione di essa), così da mantenerla nella configurazione raccolta.
Il mantenimento della configurazione raccolta viene ottenuto in modo pratico e agevole, vincolando prima uno e poi l'altro dei capi del filo di bloccaggio D al medesimo accessorio 1, con poche semplici operazioni manuali che possono essere evidentemente svolte in poco tempo, riducendo così i tempi di preparazione della vela A rispetto alle metodologie note (e senza richiedere complessi nodi attorno a quest'ultima). Tali semplici operazioni possono evidentemente essere svolte da un soggetto privo di elevate competenze specifiche (egli dovrà, per esempio, semplicemente incaricarsi di avvolgere i due capi attorno alla gola 5). Mentre avvolge il filo di bloccaggio D attorno alla vela A, già assicurato a quest'ultima con il suo primo capo, il soggetto preposto può far compiere un numero di giri a piacere al filo di bloccaggio D, così da serrare la vela A nel modo che ritiene più adeguato alle specifiche circostanze, e senza dover richiedere l'intervento di un secondo utilizzatore.
Di nuovo, si fa notare che al termine dell'issata, il vento rompe i fili di bloccaggio D che fino a quel momento hanno efficacemente mantenuto raccolta la vela A: l'accessorio 1 (così come il procedimento) secondo il trovato consente quindi un agevole dispiegamento di quest'ultima e, nel contempo, impedisce, trattenendoli, che i lembi spezzati cadano in mare. Ciò assicura un ridotto (o nullo) impatto ambientale e il pieno rispetto dei regolamenti velici in termini di sostenibilità.
Il trovato permette di bloccare la vela A in modo ampiamente personalizzabile, modulando la tenuta: è infatti possibile utilizzare un numero a piacere di accessori 1 per bloccare tutta la vela A o solo una parte o per garantire maggiore o minore resistenza al vento; inoltre si può scegliere di serrare con maggiore o minore intensità la vela A, facendo compiere più o meno giri al filo di bloccaggio D attorno a quest'ultima ed esercitando maggiore o minore forza, prima di ancorare il secondo capo all'accessorio 1. Parimenti, il numero di accessori 1 e/o il numero di giri attorno alla vela A, può essere scelto in funzione della tipologia di quest'ultima: l'elevata versatilità del trovato lo rende quindi sicuramente adatto a qualsiasi tipo di imbarcazione B, sia essa da crociera o regata.
Come si è visto, gli accessori 1 sono preferibilmente fissati alla vela A prima dell'inizio della regata, impedendo così che la loro posizione possa essere scelta poco prima dell'issata, durante le concitate attività di una regata: ciò assicura standardizzazione del procedimento e del bloccaggio, evitando di lasciare all'addetto sull'imbarcazione B la libertà di decidere il passo tra un accessorio 1 e il successivo. In tal caso comunque, si potrà decidere di non utilizzare tutti gli accessori 1, per esempio qualora le condizioni atmosferiche suggeriscano di adottare un numero inferiore di fili di bloccaggio D rispetto agli accessori 1 già fissati alla vela A.
Peraltro, in situazioni critiche o di emergenza (per esempio quando si ha a disposizione poco tempo tra ammainata e successiva issata), la vela A può comunque essere resa disponibile per la manovra, con solo alcuni accessori 1 utilizzati e quindi a lavoro solo parzialmente completato.
Il peso degli accessori 1 è sicuramente contenuto e quindi altrettanto contenuto risulta essere il loro impatto sul peso della vela A e sulle prestazioni di quest'ultima; gli accessori 1 non disturbano in modo apprezzabile il flusso d'aria che entra nella vela A e quindi, nuovamente, le prestazioni non risultano in alcun modo diminuite. Inoltre, si tratta di una soluzione economica e sicuramente affidabile, anche perché grazie all'accessorio 1 il filo di bloccaggio D è mantenuto in posizione e non si corre il rischio che possa scivolare lungo la vela A.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà sostituite con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica. Si potrà in particolare adottare qualsiasi materiale (o combinazione di materiali) e/o tecnologia (o combinazione di tecnologie) che possono apportare al trovato caratteristiche e funzionalità aggiuntive, anche con utilizzo di nanotecnologie.

Claims (9)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Accessorio per vele, particolarmente del tipo di gennaker e spinnaker, per il mantenimento di almeno una porzione di una vela (A) in una configurazione raccolta, in cui almeno tale porzione della vela (A) è ripiegata su se stessa, caratterizzato dal fatto di comprendere: - mezzi di fissaggio (2) alla porzione della vela (A), preferibilmente in corrispondenza di almeno un bordo perimetrale (C) della porzione stessa, - mezzi di trattenimento (3) di un primo capo di un filo di bloccaggio (D), configurato per essere avvolto e stretto attorno alla porzione della vela (A) disposta in configurazione raccolta, e di un secondo capo del filo di bloccaggio (D), avvolto e stretto attorno alla porzione della vela (A).
  2. 2. Accessorio secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un bottone (4), applicato su una prima faccia della porzione della vela (A) mediante detti mezzi di fissaggio (2) e provvisto di detti mezzi di trattenimento (3).
  3. 3. Accessorio, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trattenimento (3) comprendono una gola (5), realizzata lungo un fianco di detto bottone (4) e avente profilo a "V" o a "U", per il ricevimento e il trattenimento del primo capo e successivamente del secondo capo del filo di bloccaggio (D), avvolti attorno a detto bottone (4).
  4. 4. Accessorio, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trattenimento (3) comprendono almeno una bitta, definita da detto bottone (4) e configurata per ricevere e trattenere il primo capo e successivamente il secondo capo del filo di bloccaggio (D), avvolti attorno a detta almeno una bitta.
  5. 5. Accessorio, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio (2) comprendono almeno uno a scelta fra un collante e un nastro biadesivo.
  6. 6. Accessorio, secondo una o più delle rivendicazioni 2-5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio (2) comprendono una rondella (6) collocabile su una seconda faccia della porzione della vela (A), opposta alla prima faccia, e un elemento di collegamento (7) del tipo di un bullone, di una vite, di un rivetto, di un ribattino, di un chiodo, e simili, per il serraggio della porzione della vela (A) tra detto bottone (4) e detta rondella (6) per azione di detto elemento di collegamento (7).
  7. 7. Accessorio, secondo una o più delle rivendicazioni 2-6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di fissaggio (2) comprendono almeno un'asola passante (9), realizzata in detto bottone (4) e/o in detta rondella (6), per l'accoppiamento stabile di detto bottone (4) e/o di detta rondella (6) alla porzione della vela (A) mediante un filo da cucito.
  8. 8. Procedimento di preparazione di vele, particolarmente del tipo di gennaker e spinnaker, che consiste nel: a. fissare ad almeno una porzione di una vela (A), preferibilmente in corrispondenza di almeno un suo bordo perimetrale (C), almeno un accessorio (1) munito di mezzi di trattenimento (3) dei capi di un filo di bloccaggio (D), b. ancorare all'accessorio (1), mediante i mezzi di trattenimento (3), il primo capo di un filo di bloccaggio (D), c. ripiegare su stessa la porzione della vela (A) fino a disporla in una configurazione raccolta, mantenendo accessibile l'accessorio (1), d. avvolgere e stringere il filo di bloccaggio (D) attorno alla porzione della vela (A), in configurazione raccolta, e. ancorare all'accessorio (1), mediante i mezzi di trattenimento (3), il secondo capo del filo di bloccaggio (D).
  9. 9. Procedimento, secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che prevede, in detta fase a., di fissare un accessorio (1) secondo una o più delle rivendicazioni 2-7.
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