IT201900016184A1 - Bioimpedenziometro multifrequenza - Google Patents

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IT201900016184A1
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IT102019000016184A
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Ludovico Stramigioli
Giovanni Bellomo
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Innuvatech S R L
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Description

DESCRIZIONE
BIOIMPEDENZIOMETRO MULTIFREQUENZA
La presente invenzione ha per oggetto un bioimpedenziometro multifrequenza del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un bioimpedenziometro atto a determinare e monitorare la composizione corporea di un utente tramite la spettroscopia dell’impedenza bioelettrica, altresì nota come BIS (BioImpedence Spectroscopy).
Come noto, la spettroscopia di impedenza bioelettrica è un metodo consolidato e non invasivo per determinare e monitorare la composizione corporea che inter alia include la percentuale di massa grassa, massa magra, il livello di idratazione del corpo umano ed il metabolismo basale.
La principale differenza con l'analisi di impedenza corporea a singola frequenza, nota come SFBIA (Single Frequency Biolmpedence Analysis) consiste nel fatto che per la SFBIA viene utilizzata solo una frequenza, usualmente 50 kHz, per stimare l'impedenza, usando relazioni empiriche per ricavare i parametri di interesse, mentre la BIS utilizza una serie di acquisizioni di tensione e corrente a differenti frequenze e consente di misurare in maniera precisa ed accurata la parte reale ed immaginaria dell’impedenza.
Utilizzando le misure di resistenza e reattanza, ottenute con la BIS, tramite leggi analitiche, supportate da modelli biofisici, è quindi possibile ricavare i parametri di salute di un individuo sottoposto alla procedura di misura.
La migliore accuratezza e precisione della BIS rispetto alla SFBIA è stata dimostrata, tuttavia la maggiore economicità dei sistemi SFBIA ha favorito l'uso di quest’ultima sia in ambito clinico che nel settore del fitness e del personal-care.
La resistenza e la reattanza del corpo umano sono una misura dell'opposizione del tessuto al flusso di una corrente applicata dal dispositivo. Nell'analisi della composizione corporea, la resistenza e la reattanza dei tessuti vengono comunemente utilizzate, come fattori delle equazioni per le miscele di Hanai, per calcolare ii volume totale di acqua interna al corpo (TBW), il volume totale di acqua intracellulare (ICW), il volume totale di acqua extracellulare (ECW), la percentuale di massa magra (FFM), la massa grassa (FM) ed il metabolismo basale (Basal Metabolic Rate - BMR). In particolare, quest’ultimo può essere ricavato utilizzando la resistenza e la reattanza come fattori delle equazioni di McArdle.
La BIS ha diversi utilizzi sia in campo clinico che in quello sportivo, amatoriale e non. Per esempio, essa è anche utilizzata per monitorare il livello di idratazione nei pazienti sottoposti a emodialisi, ma può essere efficientemente utilizzata anche per monitorare lo stato di idratazione di un atleta durante o dopo l'esercizio fisico.
Nell'anziano può rivelarsi un importante strumento per valutare lo stato di idratazione e di salute muscolare, al fine di diagnosticare con anticipo situazioni di fragilità come, ad esempio, la progressiva perdita di massa muscolare, nota come sarcopenia.
Nell'ambito dei disturbi alimentari, inoltre, la BIS viene utilizzata per monitorare il ripristino di valori normali di FFM e la FM, in particolare in soggetti anoressici e bulimici in terapia.
Nell'ambito dietologico, oltre alle misure dirette di FFM e FM la BIS vede un suo importante utilizzo anche nella determinazione del BMR. Per quanto riguarda lo sport ed il fitness l'utilizzo della BIS fornisce la possibilità di misurare lo stato di idratazione prima e dopo l'allenamento e monitorare l'evoluzione della FFM e FM sul lungo periodo.
Come già accennato, la BIS è basata sostanzialmente sulla valutazione dell’impedenza del corpo umano. Quest’ultima può essere modellizzata come l’impedenza di una parte extracellulare in parallelo con l’impedenza di una parte intracellulare. La parte extracellulare, composta principalmente da liquidi interstiziali, può essere ritenuta principalmente resistiva mentre quella intracellulare, composta da membrane e fluidi intracellulari, presenta anche una componente capacitiva e consente il passaggio di correnti ad alta frequenza.
Pertanto, l’impedenza del corpo umano può essere elaborata sulla base di un modello denominato modello Cole, anche detto modello Cole-Cole, e mostrato nelle Figg. 3a-3b. Nel modello Cole l'impedenza intracellulare viene schematizzata considerando una capacita (C) in serie con una prima resistenza (Ri), mentre l'impedenza extracellulare può essere considerata solo una seconda resistenza (Re).
Lo scopo della BIS e di campionare tensioni e correnti che passano attraverso ii corpo a frequenze diverse, misurare la resistenza e la reattanza del corpo umano, e utilizzarle per ricavare le resistenze (Re,Ri); e la capacità (C). I valori resistivi e capacitivi del corpo vengono poi utilizzati per ricavare i parametri biologici di interesse, ad esempio, TBF e FFM. La misura dei valori resistivi e capacitivi è svolta facendo un fitting dei valori di reattanza e resistenza, misurati a varie frequenze, sulla funzione di Cole, come mostrato in Fig.4.
I bioimpedenziometri che sfruttano la tecnologia BIS sono attualmente realizzati con elettrodi posizionabili in vari punti del corpo dell’utente che consentono di trasmettere una corrente elettrica, e la lettura delle tensioni, per il rilevamento delle resistenze e capacità che definiscono, sostanzialmente, la bioimpedenza.
La tecnica nota descritta comprende alcuni importanti inconvenienti.
In particolare, I bioimpedenziometri multifrequenza attualmente noti, hanno un range di frequenza di misura estremamente limitata.
Come precedentemente osservato, un elevato numero di frequenze di misura consente di realizzare un fitting sulla funzione di Cole molto accurato. Pertanto, i dispositivi attualmente noti sono poco accurati e possono realizzare dei rilevamenti scarsamente ripetibili.
In particolare, attualmente, la maggior parte dei bioimpedenziometri basati su tecnologia BIS riescono ad ottenere dei risultati accettabili ad una frequenza massima di circa 150 kHz. Mentre i dispositivi a tecnologia SFBIA effettuano un’unica misura a circa 50 kHz.
In particolare, le misure ad alta frequenza sono, generalmente, soggette all’effetto coda, o tail effect, altresì noto come Hook effect. Questo effetto è sostanzialmente una deviazione, mostrata in Fig.5, dell'impedenza misurata ad alta frequenza. La deviazione è, in dettaglio, più larga in reattanza e fase di quanto lo sia in resistenza e modulo. L'origine di questo effetto è da ricercare nelle capacità parassite, o stray capacitance, in parallelo al tessuto sotto misura. La presenza delle capacità parassite permette a una frazione della corrente trasmessa di seguire un percorso diverse da quello del tessuto sotto misura. Questo porta ad errori di stima nell'impedenza misurata ad alta frequenza.
Inoltre, il collegamento degli elettrodi al generatore di corrente è realizzato tramite cavi. Tali cavi determinano la realizzazione di disturbi che sono, successivamente, captati dagli elettrodi stessi, con la conseguenza di manipolare negativamente i segnali rilevati.
Anche i disturbi derivanti dai cavi sono sostanzialmente dovuti a residue capacità parassite.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un bioimpedenziometro multifrequenza in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere un bioimpedenziometro multifrequenza che consenta di ottenere dei valori di impedenza, nel dettaglio di resistenza e reattanza o capacità, molto precisi ed accurati al fine di determinare la composizione del corpo umano.
Un altro importante scopo dell'invenzione è realizzare un bioimpedenziometro multifrequenza che consenta di eliminare o limitare fortemente l’effetto di deviazione ad alta frequenza, consente, quindi, di realizzare misure ad alte frequenze.
In conclusione, un ulteriore compito dell’invenzione è realizzare un bioimpedenziometro multifrequenza che consenta di eliminare o ridurre sensibilmente i disturbi dovuti ai cavi di trasmissione dei segnali elettrici.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un bioimpedenziometro multifrequenza come rivendicato nella annessa rivendicazione 1.
Soluzioni tecniche preferite sono evidenziate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig. 1 mostra uno schema della forma di realizzazione preferita di un bioimpedenziometro multifrequenza secondo l’invenzione;
la Fig. 2 illustra un esempio di configurazione tetrapolare degli elettrodi di un bioimpedenziometro multifrequenza secondo l’invenzione sul corpo di un utente;
la Fig. 3a è uno schema del circuito ideale preso in considerazione da un qualsiasi bioimpedenziometro della tecnica nota sulla del modello di Cole;
la Fig. 3b rappresenta una ulteriore schematizzazione del modello di Cole mostrato in Fig.3a;
la Fig. 4 mostra un grafico in cui è riportato il fitting dei dati rilevati con un qualsiasi bioimpedenziometro BIS della tecnica nota secondo il diagramma di Cole. In tale grafico ogni punto rappresenta una misurazione a frequenza differente, in cui in ascissa è indicata la resistenza ed in ordinata è indicata la reattanza; e
la Fig. 5 illustra un grafico che riporta la deviazione tra valori di impedenza reale e quella rilevata ad alte frequenze in cui in ascissa sono indicate le frequenze di misura ed in ordinata sono indicate le impedenze.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti.
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533:1975).
Con riferimento alle Figure, il bioimpedenziometro multifrequenza secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Il bioimpedenziometro 1 è preferibilmente atto a campionare una pluralità di segnali in modo tale da determinare la massa corporea di un utente, sia di tipo umano o animale, con un procedimento di elaborazione dei segnali sostanzialmente noto. Il bioimpedenziometro 1 può, infatti, essere vantaggiosamente utilizzato sia su soggetti umani, sia su animali quali bovini od altri ancora.
Il bioimpedenziometro 1, preferibilmente, comprende una pluralità di elettrodi 2 ed una scheda di controllo 3.
Gli elettrodi 2 sono preferibilmente configurati per essere adagiati sulla cute di un utente. Ad esempio, gli elettrodi 2 possono includere una porzione a ventosa atta ad incrementare la forza di adesione dell’elettrodo alla cute dell’utente.
In particolare, gli elettrodi 2 trasmettono, grazie ad opportuna elettronica al loro interno, segnali di acquisizione 11 al corpo dell’utente stesso. Tali segnali di acquisizione 11 sono, in particolare, dipendenti o derivanti proporzionalmente da segnali sorgente 10.
I segnali sorgente 10 sono preferibilmente dei segnali elettrici in frequenza. Pertanto, anche i segnali di acquisizione 11 sono preferibilmente dei segnali elettrici in frequenza.
I segnali sorgente 10 sono, inoltre, preferibilmente dei segnali di tipo elettrico, ad esempio tensioni o correnti od entrambi, preferibilmente definenti un andamento alternato, ad esempio sinusoidale, e pertanto definenti sostanzialmente una o più frequenze proprie.
Preferibilmente, come già accennato, il bioimpedenziometro 1 è un dispositivo multifrequenza, pertanto i segnali sorgente 10 sono una serie temporale di segnali caratterizzati da una o più frequenze differenti.
Più in dettaglio, ciascuno dei segnali sorgente 10 comprende dei differenziali di tensione.
Ad esempio, il segnale elettrico sorgente 10 include tensioni elettriche alternate con polarità opposta.
I segnali di acquisizione 11 potrebbero coincidere con i segnali sorgente 10. Tuttavia, preferibilmente, i segnali di acquisizione 11 derivano dai segnali sorgente 10 e sono il risultato di una elaborazione degli stessi segnali sorgente 10.
Più in dettaglio, gli elettrodi 2 sono configurati per essere adagiati sulla cute di un utente in modo tale da trasmettere proprio i segnali di acquisizione 11 al corpo dell’utente.
Gli elettrodi 2 possono, inoltre, essere in numero di due o di quattro o anche maggiore.
Preferibilmente gli elettrodi 2 lavorano sostanzialmente a coppie con un sistema concettualmente definibile come un sistema sorgente-pozzo.
Più preferibilmente, il bioimpedenziometro 1 definisce una configurazione tetrapolare, ossia a quattro elettrodi 2, distribuiti preferibilmente tra braccio e gamba. Ad esempio, possono essere disposti due elettrodi 2 in corrispondenza del braccio e due elettrodi 2 in corrispondenza della gamba.
Preferibilmente, gli elettrodi 2 definiscono almeno un primo percorso 2a, predeterminato dagli elettrodi 2, che si svolge lungo il corpo dell’utente, sia esso umano o animale. Il percorso 2a è come descritto successivamente.
Tuttavia, gli elettrodi 2 potrebbero anche definire una pluralità di percorsi pur rientrando nel concetto inventivo della presente invenzione.
In particolare, il passaggio dei segnali di acquisizione 11 lungo il percorso 2a determina la generazione di segnali campione 12. Più in dettaglio, i segnali di acquisizione 11 possono essere essi stessi parte dei segnali campione 12 anche senza passare all’interno del tessuto sotto misura.
Preferibilmente e come anticipato, i segnali di acquisizione 11 sono anch’essi dei segnali elettrici in frequenza. Preferibilmente, essi sono anche proporzionali ai segnali sorgente 10.
I segnali di acquisizione 11 comprendono una prima porzione di segnale 11a ed una seconda porzione di segnale 11b. La prima parte dei segnali campione 11a include preferibilmente dei segnali proporzionali ai segnali sorgente 10, alle frequenze predefinite dai segnali sorgente 10 stessi, prima dell’attraversamento del corpo dell’utente stesso. Quindi, preferibilmente, la prima parte dei segnali campione 11a non include i segnali elettrici affetti dalle attenuazioni e sfasamenti che possono intercorrere all’interno del tessuto sotto misura.
Più in dettaglio, la prima porzione di segnale 11a include segnali di corrente differenziali generati dai segnali sorgente 10 e non passanti nel percorso 2a.
Tale prima porzione di segnale 11a è preferibilmente parte dei segnali campione 12.
La seconda porzione di segnale 11b include preferibilmente il modo comune di tensione dei segnali di acquisizione 11. Pertanto, preferibilmente, la seconda porzione di segnale 11b è preferibilmente data da un segnale differenziale di tensione che definisce, appunto, il modo comune dei segnali di acquisizione 11. Tale modo comune deriva, in particolare, ma non solo, dalle misurazioni effettuate a seguito del passaggio di parte dei segnali di acquisizione 11 nel corpo dell’utente. Preferibilmente, nella forma di realizzazione preferita, la seconda porzione di segnale 11b non è direttamente parte dei segnali campione 12, tuttavia, in una forma di realizzazione alternativa, anche la seconda porzione di segnale 11b potrebbe far direttamente parte dei segnali campione 12. Con direttamente si intende che il segnale è campionato, ed è parte dei segnali campione 12, senza manipolazioni.
Nella forma di realizzazione preferita, la seconda porzione di segnale 11b è preferibilmente elaborata dalla scheda di controllo 3 in maniera tale da realizzare un segnale di retroazione 110.
Il segnale di retroazione 110 è, quindi, preferibilmente proporzionale a 11b o una sua elaborazione anche, ma non solo, dipendente dal segnale sorgente 10.
Preferibilmente, i segnali campione 12, nella forma di realizzazione preferita, includono il segnale di retroazione 110. Quindi, i segnali campione 12 includono direttamente od indirettamente la seconda porzione di segnale 11b.
In generale, i segnali campione 12 consentono di estrapolare, secondo tecniche numeriche note, i valori di impedenza, da cui derivare resistenza e reattanza, propri della composizione interna del corpo dell’utente.
La scheda di controllo 3 è preferibilmente configurata per generare i segnali sorgente 10. In particolare, preferibilmente, la scheda di controllo 3 fornisce agli elettrodi 2 i segnali che ne consentono il funzionamento, tuttavia non è detto che i segnali sorgente 10 della scheda di controllo 3 coincidano esattamente con i segnali di acquisizione 11 degli elettrodi 2.
La scheda di controllo 3 è, quindi, preferibilmente operativamente connessa a ciascuno degli elettrodi 2. La connessione può avvenire con cablaggi di vario genere, ad esempio con i comuni cavi elettrici o potrebbero essere addirittura previste delle connessioni wireless per il controllo dei medesimi.
Tuttavia, preferibilmente, la connessione tra la scheda di controllo 3 e gli elettrodi 2 è realizzata tramite cavi multipolari preferibilmente schermati, ad esempio ethernet.
Tali cavi favoriscono, in particolare, il passaggio di segnali ad elevata frequenza. Inoltre, la scheda di controllo 3 è atta a controllare, almeno parzialmente, il funzionamento degli elettrodi 2.
Preferibilmente, soprattutto, la scheda di controllo 3 è preferibilmente atta a campionare i segnali campione 11. Naturalmente, il campionamento è preferibilmente effettuato per definire un pool di dati elaborabili al fine di determinare la massa corporea di un utente.
La scheda elettronica 3 è, quindi, preferibilmente una scheda elettrica provvista di una pluralità di componenti come successivamente esplicitato.
Come già accennato, in una forma di realizzazione preferita e non esclusiva, gli elettrodi 2 sono preferibilmente almeno quattro.
In particolare, gli elettrodi 2 possono comprendono almeno un primo elettrodo 20, un secondo elettrodo 21.
Preferibilmente, il primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21 sono configurati per realizzare il primo percorso 2a. A tal proposito essi potrebbero essere reciprocamente connessi direttamente, oppure connessi tramite la scheda di controllo 3.
Ovviamente, quando si parla di elettrodi 2 connessi operativamente si intende che essi realizzano almeno parte di un circuito elettrico chiuso. Preferibilmente, gli elettrodi 2 sono due capi di un circuito elettrico connessi sostanzialmente dal corpo di un utente nella maniera raffigurata, schematicamente, nella Fig. 2. Tale configurazione è modellizzabile secondo il modello di Cole (Figg.3a-3b).
Il primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21 possono, quindi, essere disposti preferibilmente in corrispondenza rispettivamente del braccio e della gamba dell’utente, oppure ai capi del tessuto di misura, in modo tale che il segnale di corrente 111 proporzionale ai segnali 10 e 110 attraversi il tessuto sotto misura. Inoltre, gli elettrodi 2 possono comprendere anche un terzo elettrodo 22 ed un quarto elettrodo 23.
Il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 sono operativamente connessi alla scheda di controllo 3. Inoltre, essi sono preferibilmente configurati per essere disposti lungo detto percorso 2a. Sostanzialmente, il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 sono atti ad effettuare delle misurazioni di tensione ai capi del percorso 2a.
Più in dettaglio, il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 sono atti ad acquisire una terza parte di segnale 11c. I segnali di acquisizione 11 comprendono, quindi, preferibilmente anche la terza parte di segnale 11c.
La terza parte di segnale 11c, preferibilmente, deriva dal passaggio della corrente 111 all’interno del corpo dell’utente, in particolare lungo il percorso 2a.
Ancor più in dettaglio, la terza porzione di segnale 11c è definita dalla tensione differenziale rilevata sul corpo dell’utente al passaggio della corrente 111 lungo il percorso 2a.
Anche il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 possono essere disposti in corrispondenza rispettivamente del braccio e della gamba dell’utente.
In una configurazione tetrapolare, come mostrata in Fig. 2, il primo elettrodo 20 ed il terzo elettrodo 22 possono essere disposti in corrispondenza dello stesso braccio dell’utente, mentre il secondo elettrodo 21 ed il quarto elettrodo 23 possono essere disposti in corrispondenza della stessa gamba dell’utente.
Possono, comunque, essere previste altre configurazioni, ad esempio anche con un numero maggiore di elettrodi 2, in dipendenza dall’uso che si intende fare del bioimpedenziometro 1 rientrando, comunque, nel concetto inventivo della presente invenzione.
Vantaggiosamente, il bioimpedenziometro 1 include un primo dispositivo 200.
Il primo dispositivo 200 può quindi essere parte della scheda di controllo 3, oppure esso può essere parte di almeno il primo elettrodo 20.
Preferibilmente, il primo dispositivo 200 è parte del primo elettrodo 20.
In ogni caso, preferibilmente, il primo dispositivo 200 è operativamente connesso alla scheda di controllo 3 ed al primo elettrodo 20.
Inoltre, il primo dispositivo 200 è preferibilmente atto a generare una corrente 111 dai segnali sorgente 10. La corrente 111 è quindi sostanzialmente parte dei segnali di acquisizione 11. In particolare, essa può essere proporzionale o sostanzialmente direttamente derivante dalla prima porzione di segnale 11a. Tuttavia, preferibilmente, la corrente 111 è destinata a percorrere il percorso 2a, mentre la prima porzione di segnale 11a è inoltrata alla scheda di controllo 3.
Pertanto, il primo dispositivo 200 e/o 210 è sostanzialmente atto ad inoltrare la corrente 111 al percorso 2a.
Il primo dispositivo 200 è, inoltre, preferibilmente sostanzialmente un convertitore di segnale da tensione a corrente atto ad elaborare il segnale sorgente 10 che viene fornito in ingresso dalla scheda di controllo 3. In questo senso, quindi, vantaggiosamente almeno un elettrodo 2 è attivo e consente, quindi, di emettere direttamente o riceve dal primo dispositivo 200 o dal dispositivo 210 direttamente il segnale elettrico di corrente 111 che transita intra cute nel corpo dell’utente.
La corrente 111 è preferibilmente una corrente alternata in frequenza, con frequenza che è predeterminata dalla frequenza del segnale sorgente 10 in ingresso dalla scheda di controllo 3.
Inoltre, preferibilmente, i dispositivi 200 e/o 210 insieme sono atti a rigettare la seconda porzione di segnale 11b.
In particolare, il segnale 11b può essere elaborato insieme al segnale 11a e 10 per realizzare il segnale 110.
Infatti, preferibilmente, il secondo elettrodo 21 riceve o emette la corrente 111 lungo il percorso 2a ed è preferibilmente retro-azionato tramite il segnale di retroazione 110.
In altre parole, il secondo elettrodo 21 funge da pozzo di corrente per la corrente 111.
Quando si parla di ricezione di corrente 111 è importante notare che tale corrente 111 potrebbe circolare con verso opposto e, pertanto, formalmente potrebbe essere il primo elettrodo 20 a ricevere la corrente 111 dal secondo elettrodo 21.
In altre parole, il secondo elettrodo 21 genera, in ogni caso, una corrente 111 di modulo uguale e segno inverso a quella generata dal primo elettrodo 20. Tale generazione è influenzata favorevolmente dal segnale di retroazione 110.
Più in dettaglio, preferibilmente, il bioimpedenziomentro 1 include un secondo dispositivo 210.
Come il primo dispositivo 200, anche il secondo dispositivo 210 può essere parte della scheda di controllo 3, oppure esso può essere parte di del secondo elettrodo 21.
In particolare, preferibilmente, il secondo dispositivo 210 è parte del secondo elettrodo 21.
In ogni caso, il secondo dispositivo 210 è operativamente connesso al secondo elettrodo 21 in modo tale da chiudere il circuito elettrico lungo cui scorre la corrente 111.
Il secondo dispositivo 210 è, infatti, preferibilmente atto a ricevere la corrente 111.
Inoltre, esso è preferibilmente operativamente connesso al primo dispositivo 200 in modo tale da ricevere la seconda porzione di segnale 11b dal dispositivo 200. Più in dettaglio, il secondo dispositivo 210 preferibilmente non riceve direttamente la seconda porzione di segnale 11b, ma riceve la seconda porzione di segnale 11b indirettamente tramite il segnale di retroazione 110.
Il segnale di retroazione 110, come già detto, non è altro che la seconda porzione di segnale 11b manipolata ed elaborata allo scopo di rigettare il modo comune e retro-azionare il secondo dispositivo 210, e quindi anche l’elettrodo 21, con il modo comune.
In particolare, il segnale di retroazione 110 è preferibilmente elaborato dalla scheda di controllo 3 proporzionalmente alla seconda porzione di segnale 11b.
Il primo dispositivo 200 ed il secondo dispositivo 210, infatti, possono essere direttamente connessi ed il segnale di retroazione 100 può coincidere con la seconda porzione di segnale 11b. Oppure, nella forma di realizzazione preferita, il primo dispositivo 200 ed il secondo dispositivo 210 sono reciprocamente connessi tramite la scheda di controllo 3.
Sostanzialmente, l’inoltro del segnale di retroazione 110 dal primo dispositivo 200 al secondo dispositivo 210 produce una retroazione della seconda porzione di segnale 11b, ossia il modo comune, che migliora significativamente la misura dell’impedenza ottenuta dai segnali campione 12.
Infatti, anche il segnale di retroazione 110 è parte dei segnali campione 12.
In particolare, ad esempio, nel circuito realizzato dal primo elettrodo 20 e dal secondo elettrodo 21 può avvenire quanto segue.
A partire dai segnali sorgente 10 il primo dispositivo 200 genera dei segnali di acquisizione 11, ad esempio due segnali di tensione positive-negative, la prima porzione di segnale 11a, proporzionale alla corrente 111, e un segnale di tensione differenziale o singolo, ossia la seconda porzione di segnale 11b, che definisce il modo comune.
Il segnale di modo comune viene tradotto nel segnale di retroazione 110 ed inoltrato al secondo dispositivo 210 in modo tale da consentire al secondo elettrodo 21 l’acquisizione del segnale di corrente 111 rigettando il modo comune.
Il primo dispositivo 200 ed il secondo dispositivo 210 sono quindi reciprocamente connessi in modo tale da effettuare acquisizione della prima porzione di segnale 11a proporzionale al segnale sorgente 10.
La prima parte di segnale 11a è quindi sostanzialmente data dalle fluttuazioni a cui la corrente derivante dai segnali sorgente 10 è soggetta senza che vi sia passaggio nel corpo dell’utente.
Sostanzialmente, quindi, il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 sono atti ad acquisire la differenza di potenziale registrata tra i loro capi e prodotta dal passaggio della corrente 111 tra il primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21.
Sostanzialmente, preferibilmente, la terza parte di segnale di acquisizione 11c include dei segnali di tensione rilevati lungo il percorso 2a.
Nella configurazione tetrapolare, preferibilmente, pertanto il primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21 acquisiscono in tensione la parte di segnale di acquisizione 11 proporzionale alla corrente 111, ad esempio la prima porzione di segnale 11a, preferibilmente da essi generata, mentre il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 realizzano una acquisizione della tensione, ossia il terzo segnale di acquisizione 11c, prodotta dal passaggio della corrente 111 sullo stesso tratto o sezione, il percorso 2a, del tessuto sotto misura.
I segnali campione 12 includono, quindi, preferibilmente almeno la prima porzione di segnale 11a, il segnale di retroazione 110 e la terza porzione di segnale 11c. In questo modo, elaborando i segnali campione 12, è possibile anche tra l’altro ridurre gli effetti di deviazione subiti dai segnali di acquisizione 11 dovuti alle impedenze di interfaccia tra elettrodi 2 e cute dell’utente. Grazie a questa configurazione detta tetrapolare e all’utilizzo di amplificatori operazioni la corrente di ingresso 112 è circa pari a 0 e l’influenza dell’impedenza degli elettrodi 22, 23 è praticamente nulla nella misura della differenza di potenziale lungo il percorso 2a. I segnali sorgente 10, come detto, sono preferibilmente dei segnali elettrici sostanzialmente definiti da tensioni differenziali.
A tal proposito, preferibilmente, la scheda di controllo 3 comprende un generatore di tensione 30.
Il generatore di tensione 30 può essere un qualsiasi generatore atto a consentire la generazione di differenziali di tensione.
Ad esempio, il generatore di tensione 30 può includere un generatore di tensione continua collegato ad un amplificatore differenziale, single-end to differential, in modo tale da realizzare tensioni differenziali, positive-negative.
Pertanto, il segnale elettrico sorgente può includere delle tensioni differenziali sinusoidali a frequenze variabili. Tali frequenze possono variare da pochi kHz fino ad 1 MHz.
I segnali sorgente 10 sono preferibilmente i differenziali di tensione in frequenza in uscita dalla scheda di controllo 3 ed in ingresso ad almeno il primo dispositivo 200. Inoltre, se il primo dispositivo 200 è parte del primo elettrodo 20, i segnali sorgente 10 sono in ingresso ad almeno il primo elettrodo 20. Tuttavia, come già detto, il primo dispositivo 200 potrebbe essere incluso nella scheda di controllo 3 e, pertanto, al primo elettrodo 20 ed al secondo elettrodo 21 potrebbe essere inoltrata la sola corrente 111.
In ogni caso, preferibilmente, il primo dispositivo 200 converte i differenziali di tensione nella corrente 111.
È chiaro che, quando si parla di conversione tra tensioni e correnti, essendo tali grandezze strettamente connesse, si intende che la grandezza di riferimento, o di controllo, in quella porzione del circuito è l’una o è l’altra.
Infatti, come già detto, gli elettrodi 2, in particolare il primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21 possono consentire di generare, ossia controllare, la corrente 111 erogata, se i dispositivi 200, 210 sono disposti rispettivamente nel primo elettrodo 20 e nel secondo elettrodo 21.
A tal proposito, ad esempio, i dispositivi 200, 210 possono includere degli amplificatori analogici, siano essi di tipo differenziale (come illustrato in Fig.1) o di altri tipi, atti a derivare la singola corrente 111 dai differenziali di tensione, ossia i segnali sorgente 10, in ingresso.
Naturalmente, il terzo elettrodo 22 ed il quarto elettrodo 23 convertono, a loro volta, il passaggio della corrente 111 all’interno del corpo, in una terza parte di segnale 11c che può essere anch’essa un differenziale di tensione.
Nella configurazione tetrapolare preferita, questi ultimi differenziali di tensione non sono, quindi, altro che i valori di tensione rilevati ai capi del primo elettrodo 20 e del secondo elettrodo 21.
Pertanto, essi esprimono dei valori di tensione derivanti dal passaggio della corrente 111 all’interno del corpo dell’utente. Preferibilmente, quindi, i segnali campione 12 comprendono la prima parte di segnale 11a che è data dai differenziali di corrente derivanti direttamente dai segnali sorgente 10 e proporzionali alla corrente 111 controllata dagli elettrodi 20, 21, la seconda parte di segnale 11b rielaborata nel segnale di retroazione 110, e dalla terza porzione di segnale 11c data dal differenziale di tensione controllato dagli elettrodi 22, 23.
Mediante la retroazione della seconda porzione di segnale 11b, ossia del modo comune, i segnali campione 12, in particolare la terza porzione di segnale 11c dei segnali di acquisizione 11, risultano essere favorevolmente meno affetti da disturbi relativi anche, ma non solo, alla tensione del modo comune, ad esempio presente normalmente nel corpo dell’utente.
La retroazione tramite il modo comune ha, inoltre, il vantaggio di chiudere correttamente almeno il circuito realizzato dal primo elettrodo 20 ed il secondo elettrodo 21 in modo tale da evitare che la corrente 111 possa saturare il circuito impedendo il funzionamento del bioimpedenziomentro 1 oltre il tempo di saturazione.
Il primo dispositivo 200 è, quindi, atto a trasmettere la prima parte di segnali campione 11a ala scheda di controllo 3.
Gli elettrodi 2 possono, quindi, essere attivati quando la scheda di controllo 3 è attiva, oppure possono essere da essa indipendenti.
La scheda di controllo 3, in particolare, può includere dei processori interni e può essere configurata per svolgere l’elaborazione dei segnali elettrici campione in frequenza in loco, oppure esternamente.
Preferibilmente, la scheda di controllo 3 comprende un modulo di interfaccia 4. Il modulo di interfaccia 4 è, preferibilmente, atto a consentire il controllo della scheda di controllo 3 tramite un dispositivo esterno 100.
Preferibilmente, il modulo di interfaccia 4 è di tipo wireless, ma potrebbe anche comprendere dei connettori atti a supportare dei cablaggi di uso comune. In particolare, esso potrebbe comprendere dei connettori di tipo USB o ethernet o altri noti allo stato della tecnica attuale.
Moduli wireless possono invece adottare tecnologie note come infrarossi, Bluetooth™ o Wi-Fi.
In particolare, il modulo di interfaccia 4 consente di connettersi a dispositivi esterni 100 come PC, smartphone, tablet o affini. I dispositivi esterni 100 sono, quindi, preferibilmente dotati di un processore interno e possono includere dei supporti di memorizzazione in cui, ad esempio, allocare degli algoritmi di elaborazione atti a consentire la manipolazione dei segnali elettrici campione in frequenza.
Preferibilmente, i segnali campione 12 sono infatti acquisiti dalla scheda di controllo 3 tramite gli elettrodi 2, ma sono preferibilmente almeno in parte elaborati dal dispositivo esterno 100 connesso al secondo modulo di interfaccia 4.
Alternativamente, come già detto, la scheda di controllo 3 potrebbe elaborare tali segnali internamente totalmente od in parte.
In ogni caso, preferibilmente, i segnali campione 12 sono preferibilmente elaborati secondo algoritmi e metodologie note e citate nella tecnica nota. Più in dettaglio, a partire dai segnali campione 12, vengono estrapolate le impedenze rilevate alle differenti frequenze. Inoltre, dalle impedenze vengono dedotte le resistenze e reattanze associate, e quindi viene realizzato un fitting dei dati elaborati sul diagramma di Cole per la valutazione della massa corporea dell’utente.
Nella fase di elaborazione dei dati può essere conveniente, se desiderato, bloccare la trasmissione di corrente lungo il percorso 2a. Pertanto, preferibilmente i segnali 10 e 110 possono essere azzerati: A tal fine il sistema può comprendere almeno sul primo elettrodo 20 un interruttore 40.
L’interruttore 40 è preferibilmente configurato per consentire od impedire l’alimentazione del primo dispositivo 200. Preferibilmente, l’alimentazione del primo dispositivo 200 è realizzata dalla scheda di controllo 3, ma l’interruttore 40 può essere disposto sia sulla scheda di controllo 3 che sul primo elettrodo 20. In ogni caso, l’interruttore 40 è preferibilmente atto a consentire od impedire tale alimentazione.
Preferibilmente, l’alimentatore 40 include, a sua volta, almeno un congegno di comando 400.
Il congegno di comando 400 è preferibilmente atto a consentire il comando dell’interruttore 40. Pertanto, esso può includere un mero azionatore meccanico, ad esempio un pulsante, una leva o similari, oppure può includere dei congegni wireless.
Preferibilmente, il congegno di comando 400 è dello stesso tipo del modulo di interfaccia 4.
Pertanto, esso è atto a consentire il controllo dell’interruttore 40 tramite il dispositivo esterno 100. In questo modo, il dispositivo esterno 100 può essere programmato per disattivare gli elettrodi 2 quando la scheda di controllo 3 trasmette i segnali campione 12, o una loro parziale elaborazione, al dispositivo esterno 100 per l’elaborazione degli stessi.
Naturalmente, se necessario, anche gli altri elettrodi 21, 22, 23 potrebbero includere un proprio interruttore e congegno di comando, oppure l’interruttore 40 ed il congegno di comando 400 potrebbero essere configurati per attivare o disattivare l’alimentazione ad una pluralità di elettrodi 2.
Inoltre, il congegno di comando 400 è preferibilmente wireless, ad esempio Bluetooth™.
Prima di accedere al dispositivo esterno 100, o prima di accedere all’elaboratore interno, i segnali campione 12 vengono preferibilmente processati all’interno della scheda di controllo 3.
Pertanto, la scheda di controllo 3 preferibilmente comprende un dispositivo di ricezione 31.
Il dispositivo di ricezione 31 è, preferibilmente, atto a ricevere i segnali campione 12.
Inoltre, il dispositivo di ricezione 31 può essere atto a controllare i segnali elettrici campione 11 in maniera tale da essere campionati in maniera sincrona.
Preferibilmente, infatti, la scheda di controllo 3 è configurata in modo tale da realizzare un controllo di taratura non connesso al paziente o al tessuto sotto misura, prima dell’uso del bioimpedenziometro 1, sul percorso 2a sia in corrente che in tensione.
In particolare, preferibilmente, il dispositivo di ricezione 31 è, infatti, atto a ricevere i segnali campione 12 operando una serie di cambiamenti di percorso (muxing), dei segnali campione 12 allo scopo di caratterizzare puntualmente l’elettronica di cui si compone il dispositivo di ricezione 31.
Con il termine caratterizzare si intende sostanzialmente, come noto al tecnico del ramo, ricavare i valori effettivi delle grandezze caratterizzanti il circuito realizzato dal dispositivo di ricezione 31, che possono essere diversi dai valori nominali per varie motivazioni.
In particolare, il dispositivo di ricezione 31 è atto a effettuare il muxing almeno dei segnali 11a, 11b, 11c, 10 e 110.
Per confrontare i dati, preferibilmente, il dispositivo di ricezione 31 è atto a ricevere in ingresso almeno i segnali campione 12. In particolare, la prima porzione di segnale 11a, proporzionale alla corrente 111, definisce la corrente di riferimento per l’elaborazione successiva delle impedenze.
Preferibilmente, in una forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, la prima porzione di segnale 11a, direttamente proporzionale al segnale sorgente 10, viene inoltrata sia nel percorso normalmente seguito dal segnale 11a all’interno del dispositivo di ricezione 21, sia nel percorso normalmente seguito dalla terza porzione di segnale 11c. L’acquisizione del segnale 11a confrontato su entrambi i percorsi consente di caratterizzare le attenuazioni e/o il guadagno e la fase introdotta dal secondo percorso di misura, ossia quello riferito alla terza porzione di segnale 11c, rispetto al primo, ossia quello riferito alla prima porzione di segnale. Infatti, preferibilmente, il dispositivo di ricezione 31 consente di realizzare dei segnali condizionati 13. I segnali filtrati 13 sono segnali in uscita dal dispositivo di ricezione 31 includenti parte dei segnali campione 12. In particolare, i segnali filtrati 13 includono sostanzialmente e principalmente la prima porzione di segnale 11a e la terza porzione di segnale 11c.
In dettaglio, la caratterizzazione può essere realizzata tramite dei dispositivi noti allo stato della tecnica attuale. Preferibilmente, il dispositivo di ricezione 31 comprende almeno un MUX atto a multiplexare, ad esempio, la prima porzione di segnale 11a e ed il segnale 110 con un valore soglia di tensione di riferimento ed un valore di tensione-ground.
Inoltre, il dispositivo di ricezione 31 comprende un secondo MUX atto a multiplexare, ad esempio, rispettivamente tutti i segnali campione 12 con un valore soglia di tensione di riferimento ed un valore di tensione-ground.
In particolare, inoltre, il dispositivo di ricezione 31 può comprendere un circuito di amplificazione e condizionamento del segnale 310.
Il circuito 310 è preferibilmente disposto lungo il percorso di transito della terza porzione di segnale 11c all’interno del dispositivo di ricezione 31.
In particolare, esso è preferibilmente uno stadio di guadagno differenziale. Inoltre, esso può comprendere un filtro al proprio interno.
In ogni caso, preferibilmente, il circuito è preferibilmente atto a filtrare almeno parte dei segnali campione 12, in particolare i segnali a frequenze indesiderate della terza porzione di segnale 11c, ed a operare un guadagno od attenuazione sulla detta porzione di segnale 11c.
Sostanzialmente, il circuito 310 è preferibilmente atto a selezionare le componenti in frequenza dei segnali campione 12 che sono funzionali ai fini della successiva elaborazione.
I segnali campione 12 condizionati da 31 danno, quindi, origine ai segnali condizionati 13, come già descritto.
Tuttavia, preferibilmente, i segnali condizionati 13 di tipo analogico, vengono preferibilmente convertiti in segnali digitali 14.
Preferibilmente, pertanto, la scheda di controllo 3 comprende un dispositivo di conversione 32. Il dispositivo di conversione 32 è preferibilmente atto a trasformare i segnali analogici in segnali digitali e, pertanto, a trasformare i segnali condizionati 13 in segnali digitali 14.
Opportunamente, il dispositivo di conversione 32 converte i segnali condizionati 13 simultaneamente in maniera tale da non introdurre ritardi o sfasamenti nei segnali digitali 14 che potrebbero generare errate interpretazione dei segnali campione 12. A tal proposito, il dispositivo di conversione 32 può comprendere una ADC simultanea.
In conclusione, la scheda di controllo 3 comprende un apparato di elaborazione 33. L’apparato di elaborazione 33 è preferibilmente atto a ricevere i segnali digitali 14. Esso può, quindi, includere una pluralità di elementi atti a consentire la conservazione, almeno temporanea, dei segnali digitali 14 al proprio interno. Sostanzialmente, l’apparato di elaborazione 33 è, preferibilmente, un elemento atto a consentire l’acquisizione temporanei e l’accumulo di dati, ad esempio sottoforma di segnali elettrici.
A tal fine, esso è operativamente connesso al dispositivo di conversione 32 ed al modulo di interfaccia 4.
In particolare, l’apparato di elaborazione 33 è atto a registrare i segnali digitali 14 entro una memoria di transito ed a inoltrare i segnali digitali 14, così come sono o manipolati, al dispositivo esterno 100.
I segnali digitali 14, pertanto, possono essere elaborati totalmente o parzialmente sia all’interno del dispositivo di elaborazione 33 che all’interno del dispositivo esterno 100. Più in dettaglio, preferibilmente, i segnali digitali 14 sono parzialmente elaborati all’interno del dispositivo di elaborazione 33 in modo tale da generare dei segnali elaborati 15.
Preferibilmente, i segnali elaborati 15 includono segnali la cui elaborazione, preferibilmente, prevede che il dispositivo di elaborazione 33 deduca i valori di impedenza per ciascuno dei segnali digitali 14 rilevati a partire dal corpo di detto utente. Quindi i segnali elaborati 15 includono le impedenze da confrontare con il diagramma di Cole.
Preferibilmente, inoltre, i segnali elaborati 15 sono inviati al dispositivo esterno 100 in modo tale che il dispositivo esterno 100 esegua un fitting dei valori di impedenza sul diagramma di Cole, in particolare dei valori di resistenza e reattanza.
L’elaborazione può preferibilmente avvenire in parte durante l’acquisizione del segnale stesso e/o dopo il completamento dell’acquisizione di tutti i campioni di segnali desiderati a diverse frequenze.
La memoria di transito è definita da un buffer, ad esempio del tipo FIFO. Preferibilmente, tuttavia, il buffer è realizzato tramite un dispositivo FPGA atto ad elaborare i segnali digitali 14.
Il funzionamento del bioimpedenziometro 1 precedentemente descritto in termini strutturali è sostanzialmente similare a quello di qualsiasi bioimpedenziometro noto allo stato della tecnica attuale.
Il bioimpedenziometro 1 secondo l’invenzione consegue, tuttavia, importanti vantaggi.
Infatti, la presenza di elettrodi 2 attivi, in grado ossia di generare, o comunque elaborare, in loco la corrente di funzionamento atta ad attraversare il corpo dell’utente, consente di azzerare o, perlomeno, ridurre sensibilmente le interferenze di misura dovute ai cavi di trasmissione dei segnali elettrici in frequenza e gli effetti di modo comune grazie alla reiezione dello stesso.
Tale aspetto, inoltre, incide notevolmente sulla possibilità di utilizzare dei segnali elettrici sorgente ad alta frequenza, consentendo di eliminare o limitare fortemente l’effetto di deviazione ad alta frequenza.
Pertanto, il bioimpedenziometro 1 consente di realizzare misure ad alta frequenza. Ciò impatta quindi sulla accuratezza o precisione dei valori di impedenza ottenuti. Il bioimpedenziometro 1 è, infatti, molto più accurato ed attendibile dei dispositivi presenti allo stato della tecnica attuale. Pertanto, i risultati ottenuti dal bioimpedenziometro 1 hanno un alto grado di ripetibilità.
La possibilità di tagliare l’alimentazione agli elettrodi 2 indipendentemente dal funzionamento della scheda di controllo 3, conferisce al bioimpedenziometro 1 l’ulteriore vantaggio di consentire una elaborazione sicura dei dati a campionatura ultimata.
In conclusione, la componentistica studiata rende il bioimpedenziometro 1 sufficientemente economico da renderlo facilmente commercializzabile.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni.
Ad esempio, anche o solo il secondo dispositivo 210 potrebbe ricevere in ingresso direttamente i segnali sorgente 10 dal generatore di tensione 30 e non solo la corrente 111 e ed il segnale di retroazione 110 elaborati dal primo dispositivo 200. Oppure, il secondo dispositivo 210 potrebbe essere configurato in modo tale da trasmettere anche la seconda porzione di segnale 11b ai mezzi di controllo 3, ad esempio quando riceve in ingresso i segnali sorgente 10 dalla scheda di controllo 3.
In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Bioimpedenziometro (1) multifrequenza comprendente: - una pluralità di elettrodi (2) configurati per essere adagiati sulla cute di un utente in modo tale da trasmettere un segnale in corrente e ricevere un segnale di acquisizione (11) al corpo di detto utente lungo almeno un percorso (2a) predeterminato da detti elettrodi (2) così da generare dei segnali campione (12), ed - una scheda di controllo (3) configurata per generare dei segnali sorgente (10), operativamente connessa a ciascuno di detti elettrodi (2) ed atta almeno a campionare detti segnali campione (12), - detti segnali di acquisizione (11) derivando proporzionalmente da detti segnali sorgente (10), essendo segnali elettrici in frequenza e comprendendo una prima porzione di segnale (11a) proporzionale ai segnali di corrente differenziali generati da detti segnali sorgente (10) e non passanti in detto percorso (2a) ed una seconda porzione di segnale (11b) proporzionale al modo comune di detti segnali di acquisizione (11), - detti elettrodi (2) comprendendo almeno un primo elettrodo (20) ed un secondo elettrodo (21) configurati per realizzare detto percorso (2a) ed acquisire almeno parte di detti segnali di acquisizione (11), e detto bioimpedenziometro (1) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere - un primo dispositivo (200) operativamente connesso a detta scheda di controllo (3) ed a detto primo elettrodo (20), atto a generare una corrente (111) da detti segnali sorgente (10) ed inoltrare detta corrente (111) in detto percorso (2a), e - un secondo dispositivo (210) operativamente connesso a detto secondo elettrodo (21) in modo tale da ricevere detta corrente (111) ed operativamente connesso a detto primo dispositivo (200) ed atto a ricevere almeno un segnale (110) proporzionale a detta seconda porzione di segnale comune (11b) in modo tale da essere retro-azionato da detto segnale di retroazione (110).
  2. 2. Bioimpedenziometro (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detto primo dispositivo (200) e detto secondo dispositivo (210) sono reciprocamente connessi tramite detta scheda di controllo (3) e detto segnali di retroazione (110) è definito da detta seconda porzione di segnale (11b) manipolata ed elaborata da detta scheda di controllo (3) allo scopo di rigettare il modo comune.
  3. 3. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto primo elettrodo (20) include detto primo dispositivo (200) e detto secondo elettrodo (21) include detto secondo dispositivo (210).
  4. 4. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detti elettrodi (2) includono un terzo elettrodo (22) ed un quarto elettrodo (23) operativamente connessi a detti mezzi di controllo (3) e configurati per essere disposti lungo detto percorso (2a) in modo tale da leggere la tensione differenziale generata dal passaggio di detta corrente (111) lungo il percorso (2a), detto terzo elettrodo (22) e detto quarto elettrodo (23) essendo atti ad acquisire una terza porzione di segnale (11c) parte di detti segnali di acquisizione (11) definita dalla tensione differenziale rilevata su detto corpo di detto utente al passaggio di detta corrente (111) lungo detto percorso (2a).
  5. 5. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui almeno detto primo elettrodo (20) include mezzi di interruzione o di azzeramento del segnale (40) configurati per consentire od impedire l’alimentazione di detto primo dispositivo (200) ed includente almeno un congegno di comando (400) di tipo wireless atto a consentire il controllo di detto interruttore (40) tramite un dispositivo esterno (100).
  6. 6. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detta scheda di controllo (3) comprende un modulo di interfaccia (4) di tipo wireless atto a consentire il controllo di detta scheda di controllo (3) tramite detto dispositivo esterno (100).
  7. 7. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detti segnali campione (12) comprendono detta prima porzione di segnale (11a), detti segnali (110) e detta terza porzione di segnale (11c), e detta scheda di controllo (3) comprende almeno un dispositivo di ricezione (31) atto a ricevere ed elaborare detti segnali campione (12) in modo tale da realizzare dei segnali condizionati (13) includenti detta prima porzione di segnale (11a) e detta terza porzione di segnale (11b) condizionata.
  8. 8. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto dispositivo di ricezione (31) include un circuito di amplificazione e condizionamento del segnale (310) disposto lungo il percorso di transito di detta terza porzione di segnale (11c) all’interno di detto dispositivo di ricezione (31) ed atto a filtrare almeno parte di detta terza porzione di segnale (11c) a frequenze indesiderate e ad operare un guadagno od attenuazione su detta terza porzione di segnale (11c).
  9. 9. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detta scheda di controllo (3) comprende un dispositivo di conversione (32) operativamente connesso a detto dispositivo di ricezione (31) ed un dispositivo di elaborazione (33) operativamente connesso a detto dispositivo di conversione (32) ed a detto terzo modulo di interfaccia (4), detto dispositivo di conversione (32) essendo atto a convertire detti segnali condizionati (13) analogici in segnali digitali (14) e detto dispositivo di elaborazione (33) essendo atto ad elaborare almeno parzialmente detti segnali digitali (14) entro una memoria di transito ed a inoltrare detti segnali digitali (14) a detto dispositivo esterno (100).
  10. 10. Bioimpedenziometro (1) secondo almeno una rivendicazione precedente, in cui detto dispositivo di elaborazione (33) deduce i valori di impedenza da ciascuno di detti segnali digitali (14) in modo tale da generare dei segnali elaborati (15) e detto dispositivo esterno (100) esegua un fitting di detti segnali elaborati (15) su di un diagramma di Cole.
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