IT201900004765U1 - Elemento di ripopolamento ittico - Google Patents

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Andrea Brussi
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Mac Est Di Brussi Andrea & C S A S
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Description

DESCRIZIONE
Brevetto di modello di utilit? avente per titolo:
"ELEMENTO DI RIPOPOLAMENTO ITTICO"
TESTO DELLA DESCRIZIONE:
Forma oggetto del presente trovato un manufatto di figura cubica in calcestruzzo ruvido ad elevata complessit? strutturale. Elemento costitutivo di opere di ingegneria naturalistica (?barriere artificiali?) orientate a promuovere la biodiversit? marina dei fondali e a proteggere biocenosi sensibili e di pregio. Il manufatto ? in particolare dotato di un gancio apicale ad ?U? rovescia, direttamente connesso all?armatura metallica immersa nel getto di calcestruzzo. Il gancio, realizzato in acciaio Inox AISI 304, consente sicure traslazioni di cantiere, di posizionamento o riposizionamento subacqueo e di eventuale recupero con conseguente incremento di flessibilit? e reversibilit? all?opera.
STATO DELLA TECNICA:
La definizione di barriera artificiale ha avuto nel tempo una notevole evoluzione e spesso la si evince dal diverso utilizzo cui ? destinata nelle varie parti del mondo. Lo stesso termine ?barriera artificiale?, nato dalla traduzione del nome inglese ?artificial reef ", ha dato adito a non poche argomentazioni; data la variet? dei corpi e manufatti che ? possibile utilizzare nella sua messa in opera e stante l'equivoco che si pu? ingenerare tra ?barriere frangiflutti", ?barriere dighe? e altre forme di barriere.
Una possibile soluzione al problema ? stata data durante un seminario sul tema "barriere artificiali", tenutosi presso l?IRPEM del CNR di Ancona, il 14/02/1992; in tale sede si ? optato per l?utilizzo del termine ?strutture artificiali? che consente di comprendere, non solo le strutture poste sul fondo, ma anche quelle sospese (filiere per mitilicoltura) e galleggianti, utili al richiamo ed all?aggregazione del pesce tipo F .A .D . (Fish A gregating D e v ice). Le barriere artificiali oggi, rispetto al passato, sono maggiormente diffuse, le possiamo trovare, infatti, lungo le coste di diversi paesi.
La costruzione di barriere artificiali e la ricerca sono state condotte primariamente in Giappone e negli Stati Uniti. La prima barriera artificiale negli Stati Uniti ? stata costruita nella met? del 1800 (Sud Carolina) e i Giapponesi avevano iniziato a costruirle diverse centinaia d'anni prima (1600).
La maggior parte delle barriere artificiali degli Stati Uniti sono state costruite da amministrazioni pubbliche, anche locali, o privati con budget e fondi governativi. Tradizionalmente grande enfasi ? stata posta nell?usanza di scaricare rottami e materiali di scarto (vecchie auto, copertoni, carri armati, vagoni ferroviari, tubi, piastrelle, rocce, chiatte, barche) per creare barriere utilizzate primariamente per attivit? ricreative di pesca. Ma queste esperienze hanno creati pi? problemi che benefici.
I Giapponesi hanno avuto un approccio completamente differente: sotto il controllo del governo nazionale, le barriere artificiali sono state costruite primariamente per usi commerciali e sono state progettate e costruite senza l?utilizzo di materiale di scarto, ma con acciaio rinforzato, cemento, gomma, polietilene e fibre di vetro.
In Europa i primi studi sono stati fatti verso la fine degli anni '60 a Monaco, con la costruzione di una barriera di natura conservativa.
Oggi i programmi di ricerca sulle barriere artificiali si sono estesi notevolmente anche in Europa, ma le strutture europee non raggiungono ancora le dimensioni e la complessit? di quelle giapponesi. Rispetto a queste ultime, le europee sono indirizzate a migliorare la produzione di settori costieri degradati, a frenare l?erosione dei litorali e a difendere le fasce costiere dalla pesca illegale a strascico, piuttosto che fornire una base strutturale all?attivit? di pesca artigianale.
Date le molteplici finalit?, i moduli utilizzati presentano un?alta variet? di forme, di taglie e composizioni.
Nel mar Mediterraneo nord-occidentale le barriere artificiali sono essenzialmente di tre tipologie (protettive, produttive e polivalenti), ma la maggior parte ha come primaria finalit? quella di protezione alla pesca a strascico illegale.
I "moduli armati? sono quelli che hanno dato i migliori risultati nel contrastare la pesca illegale, senza creare, tuttavia, nuovi e ampi substrati duri da colonizzare e nuovi microhabitat.
Il monitoraggio continuato nel tempo delle barriere artificiali ha permesso di raccogliere una mole considerevole di dati che una volta elaborati hanno restituito informazioni importanti riguardo la colonizzazione bentonica, la biodiversit?, la fauna ittica e aspetti ecologici fondamentali anche per la progettazione e costruzione di questi manufatti.
DESCRIZIONE DEL TROVATO
Il modulo ?ELEMENTO DI RIPOPOLAMENTO ITTICO" di forma cubica, in calcestruzzo armato a base di elementi naturali senza additivi sintetici, con cavit? chiuse e passanti, misura 80 cm di spigolo e pesa circa 475 Kg. (DISEGNO n. 11 e gancio apicale di movimentazione e recupero.
Il modulo presenta all?interno cavit? di diversa forma costituiti da elementi forati con aperture quadrate e rettangolari, chiuse e passanti. Questi elementi sono realizzate in diverse misure per favorire l?insediamento di diversi tipi di pesci per dimensioni e per forma.(DISEGNO n. 2).
I moduli ?ELEMENTO DI RIPOPOLAMENTO ITTICO", una volta posizionati, hanno come finalit? ultime quelle di apportare benefici verso l'ambiente marino e le sue risorse: impedire lo strascico illegale e proteggere ambienti particolarmente sensibili (prateria di fanerogame marine, "tegn?e?, aree nurseries..,); determinare un aumento della diversit? biologica e della ricchezza specifica; creare sistemi biologici per il riciclaggio di surplus energetico spesso concentrato in zone marine costiere; creare zone di attrazione per la fauna alieutica; offrire substrati duri per gli organismi sessili, tane e rifugi per specie stanziali; ridurrela mortalit? di uova e giovani pesci, creare cio? habitat diversificati; mitigare impatti dannosi all?ambiente fornendo, ad esempio, substrato colonizzabile da organismi filtratori aventi un ruolo importante in acque eutrofiche; controllare l?erosione delle spiagge.
Al fine di garantire al modulo una pi? lunga durata nel tempo, grande attenzione ? stata rivolta alla qualit? dei materiali impiegati per la sua costruzione.
Il calcestruzzo adoperato per la realizzazione dei moduli ha superato i pi? severi test di durabilit? alla corrosione indotta da cloruri presenti nell?acqua di mare, risultando rispondente alle classi d?esposizione XS2/XS3. Queste classi indicano rispettivamente che il tempo di percorso del cloruro dalla superficie della struttura fino alle armature metalliche inox ? superiore a 50 anni per strutture permanentemente e completamente sotto acqua di mare (XS2) e per strutture esposte discontinuamente all'acqua marina (alta-bassa marea) (XS3).
Il calcestruzzo impiegato per la messa in opera dei moduli ? privo di additivi chimici ed ? realizzato con l?utilizzo di inerti naturali (non riciclati), di vibranti per ottenere la corretta densit? e di stampi con caratteristiche tecniche che favoriscono io '?scassero?? (non vengono pertanto utilizzate sostanze chimiche disarmanti). Le cavit? e i fori passanti che caratterizzano i moduli vengono realizzati senza intrusione di materiali plastici (tubi, forme in polistirolo etc.) che potrebbero contaminare il manufatto. La maturazione naturale dei manufatti in calcestruzzo viene effettuata in ambiente lontano da fonti inquinanti. L?armatura e il gancio di sollevamento sono realizzati in acciaio inox. (FOTO n. 3).
Il pH delle acque utilizzate nel ciclo di produzione dei moduli ? monitorato per rendere i manufatti compatibili con l'ambiente ricevente, pH 8.
La presenza nel manufatto di anfratti e cavit? passanti, oltre a garantire parti protette nei riguardi della sedimentazione, favorisce l?insediamento sia di reclute sia di specie territoriali. In un ambiente ricco di ripari le forme giovanili troveranno protezione datazione predatoria di altre specie e gli scontri territoriali tenderanno a diminuire, permettendo l?insediamento di un maggior numero di individui per unit? di volume di materiale immerso.
La presenza di tane passanti, chiuse e di dimensioni diverse asseconda le esigenze etologiche di molteplici organismi. Forme criptiche e lucifughe prediligeranno gli anfratti pi? stretti e poco illuminati, mentre specie pelagiche e dai pi? ampi home range troveranno rifugio nei fori passanti pi? elevati dal fondo. Nella progettazione del modulo ? stata rivolta grande attenzione alle cavit? poste alla sua base; infatti l?interfaccia fondo-modulo ? apparsa, da studi pregressi, molto importante per ia tutela delle forme giovanili e di specie di pregio quali astice, aragosta, corvina, cernia, etc.
Le superfici ad alta rugosit? del modulo garantiscono un facile insediamento all?epibenthos, fatore fondamentale nel ricreare le condizioni ecologiche necessarie all?evoluzione dell?ecosistema verso uno stadio climax.
I moduli offrono i massimi volumi abitabili con un impiego minimo di materia prima, mantenendo un?elevata resistenza. L?estrazione dalle cave di inerti, quali sabbie e ghiaie e di grandi quantit? di roccia, necessaria alla produzione del cemento, andrebbe in contrasto con i propositi di tutela ambientale per cui vengono costruiti i moduli. Inoltre, il posizionamento sul fondale di moduli di peso limitato, consente di ridurre i carichi esercitati sul fondo dalla barriera artificiale.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI: 1. Manufatto di calcestruzzo armato a base di inerti naturali (non riciclati), nessun impiego di additivi chimici, di sostanze chimiche disarmanti per lo scassero?, nessuna intrusione di materiali plastici, ph 8. La costruzione del unit? di superficie coperta, ecosostenibilit? rispettata. Presenza di superfici scabrose per favorire l'insediamento degli organismi sessili. Creazione nel manufatto di anfratti e cavit? passanti paragonabili per forma e dimensione a quelli presenti nell?area di posa. Presenta porzioni protette dalla sedimentazione. Rapporto peso/superficie d?appoggio sufficiente a garantire la stabilit? nel tempo del modulo. Infine ed in particolare il suo caratteristico gancio apicale, consente un deciso implemento della sicurezza nelle traslazioni di cantiere, nel posizionamento o riposizionamento subacqueo e nell'ventuale recupero che conferisce caratteristiche di flessibilit? e reversibilit? all?opera
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