IT201900002442U1 - “dispositivo di contenzione in tessuto anti-taglio” - Google Patents
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Description
Descrizione del brevetto per invenzione dal titolo: “DISPOSITIVO DI CONTENZIONE IN TESSUTO ANTI-TAGLIO”;
La presente invenzione si colloca nell’ambito dei dispositivi di contenzione passiva, tipicamente applicabili ai polsi di un individuo, che impediscono o limitano la capacità di movimento del corpo o di una sua parte, a fini di sicurezza.
In sostanza, il trovato è relativo ad un mezzo di tipo meccanico che, applicato al corpo di una persona, limita la libertà dei suoi movimenti.
Più specificamente, l’invenzione riguarda un dispositivo di contenzione utilizzabile, ad esempio, dalle forze dell’ordine, in sostituzione delle comuni manette. Nella presente descrizione, tale dispositivo verrà anche indicato con il termine “manette in tessuto”.
Giova notare che il contesto in cui si applica la contenzione non è solo quello delle forze dell’ordine: ad esempio la si può trovare in ambito sanitario - assistenziale, sebbene in tempi recenti l’uso della stessa sia stato messo in discussione, sia per efficacia sia sul piano etico.
Se è vero che la contenzione in alcune circostanze è necessaria sia per la sicurezza del soggetto, sia per la sicurezza di chi lo assiste, è altrettanto vero che va utilizzata con coscienza e solo in caso di effettiva necessità.
Infatti l’uso inappropriato o prolungato dei mezzi di contenzione può avere ripercussioni sia sul piano psicologico del soggetto sottoposto a contenzione, sia sul piano fisico.
Pertanto l’uso di tali mezzi deve essere valutato con attenzione e deve essere limitato nel tempo.
Nello stato dell’arte sono noti mezzi di vario tipo per la contenzione passiva. Ad esempio, in US623984 del 1899 viene descritto un set di manette composte da due membri incernierati insieme, un membro avente la presa, l’altro avente una dentatura adatta al tipo di presa, in cui viene descritto un metodo per migliorare il meccanismo di chiusura delle stesse.
In US711778 del 1902 viene descritto un mezzo di contenzione passiva che si riferisce ad un set di manette composte da due catene, una per ogni arto da bloccare, tenute insieme da due serrature, una per catena, unite da un anello.
In US1572262 del 1923 viene descritto un set di manette con un meccanismo che permette l’apertura rapida di manette composte da due membri incernierati insieme in cui il membro avente la dentatura si sbloccherà automaticamente, senza utilizzare la chiave, quando la corsa della dentatura raggiungerà un punto in cui il perimetro interno totale dei due membri delle manette è più piccolo del perimetro del polso più piccolo di qualsiasi adulto.
In US2388766 del 1944 viene descritto un set di manette con una serratura perfezionata accessibile in ambo i lati per manette costituite da due membri incernierati .
In US6568224 del 2003 viene descritto un set di manette con un meccanismo di bloccaggio migliorato. L'elemento critico del meccanismo di bloccaggio è l'utilizzo di un ingranaggio di bloccaggio che sostituisce il nottolino convenzionale. I denti del braccio di bloccaggio sono adattati al meccanismo di bloccaggio e sono sempre in contatto costante e completo con detto sistema di bloccaggio. L’invenzione utilizza anche un dispositivo di bloccaggio a camma/cilindro che controlla il movimento del gruppo di bloccaggio. Nella posizione normale della camma, il gruppo di bloccaggio ruota solo in una direzione, consentendo cosi la chiusura del braccio di bloccaggio. Nella seconda posizione della camma il gruppo di bloccaggio non girerà in nessuna delle due direzioni . La camma può essere ruotata, con l'uso di una chiave cilindrica, in entrambe le di rezioni .
La rotazione in una di rezione selezionerà una delle due posizioni di blocco. Le rotazioni della chiave cilindrica nella direzione opposta libera gli ingranaggi di bloccaggio permettendogli di ruotare nella di rezione opposta, disinnestando così il braccio di bloccaggio.
Infine, in US9551170 del 2017 viene descritto un set di manette che utilizzano un sistema convenzionale a filo singolo e doppio filo con dentellatura per impedire l'apertura in virtù di uno o più nottolini . Le manette possono essere collegate tramite una catena o un dispositivo simile. Le manette standard possono essere sbloccate con l'uso di una chiave universale, creando in tal modo problemi di sicurezza. Il design proposto incorpora funzionalità di sicurezza secondarie che richiedono che una manetta venga manipolata in qualche modo aggiuntivo nello stesso momento in cui viene utilizzata la chiave. Questo sistema richiede l'utilizzo simultaneo di due mani per disinnestare il sistema di chiusura. Pertanto la mano di una persona che indossa le manette non è in grado di manipolare le manette su cui è indossata e, di conseguenza, è praticamente impossibile per chi indossa le manette sbloccare il dispositivo anche se la persona fosse in possesso della chiave richiesta.
Un primo problema, comune a tutte queste manette finora note, consiste nel fatto che, essendo metalliche o comunque di materiale rigido, possono ferire la persona che le indossa.
Un secondo problema è dato dal fatto che è possibile vincolare tra loro solo due punti del soggetto a cui sono applicate: solitamente i polsi. Con le attuali manette non è infatti possibile vincolare mani e piedi insieme..
Un terzo problema è che con un unico paio di manette non si possono vincolare i polsi di più persone, tuttalpiù si si possono vincolare un polso per ciascuna di due sole persone.
Un quarto problema è che le manette si possono stringere accidentalmente causando grossi danni ai polsi della persona ammanettata.
Un ulteriore problema delle manette finora note, consiste nel fatto che lo spazio esistente tra una manetta e l’altra, determinato dalla lunghezza della catenella che le unisce, può consentire a chi le indossa di attaccare l’operatore di polizia, magari tentando di strangolarlo con le manette stesse.
Infine, polsi particolarmente grandi possono non essere efficacemente bloccati con le manette attualmente esistenti.
Scopo principale della presente invenzione, è quello di superare tuti i problemi e svantaggi fin sopra evidenziati, fornendo un dispositivo di contenzione che, oltre a garantire il contenimento, non provoca danni piano fisico al soggetto sottoposto a contenzione.
Ciò è stato ottenuto, secondo l’invenzione, prevedendo un dispositivo di contenzione passiva utilizzabile in sostituzione delle manette, il quale dispositivo è realizzato in un tessuto antitaglio, antistrappo ed ignifugo.
Il trovato si compone sostanzialmente di 4 elementi:
un corpo principale (B) a sviluppo longitudinale, costituito sostanzialmente da un nastro di detto tessuto antitaglio, antistrappo ed ignifugo;
- un elemento maschio (A) dotato di dentatura esterna, fissato ad una estremità di detto corpo principale (B);
- un elemento femmina CO dotato di dentatura interna, atto a cooperare con detto elemento maschio (A) per la chiusura del dispositivo stesso e, quindi, per garantire la contenzione; - un anello (D) fissato all’altra estremità di detto corpo principale (B), il quale anello è dello stesso tessuto antitaglio, antistrappo ed ignifugo del corpo principale (B);
in cui detto corpo principale (B) è configurato per fasciare almeno i polsi di una persona da immobilizzare o contenere fisicamente, e per passare una o più volte in detto anello (D).
Una migliore comprensione dell’invenzione si avrà con la seguente descrizione dettagliata e con riferimento alle figure allegate che illustrano, a puro titolo esemplificativo e non già limitativo, una preferita forma realizzativa.
La figura 1 mostra una vista dall’alto del trovato in cui sono visibili l’elemento dotato di dentatura (A), la striscia di tessuto (B), il ricettore (C) e l’anello (D);
la figura 2 mostra una vista laterale del trovato in cui sono visibili l’elemento dotato di dentatura (A), la striscia di tessuto (B), il ricettore (C) di cui è visibile anche un dettaglio, l'anello (D).
Con riferimento alle figure suindicate, il trovato è costituito da una striscia di tessuto (B) antitaglio, antistrappo ed ignifuga, la quale ad una estremità è dotata un elemento maschio (A) in plastica dura o in metallo con una dentatura esterna a denti di sega, mentre all’estremità opposta è dotata di un anello di tessuto (D). Sulla parte terminale della striscia (B), in prossimità di tale anello, è predisposto un elemento femmina (C), che nel seguito verrà anche chiamato “ricettore”, in plastica dura o in metallo, dotato di doppio ingresso e di una o più dentature interne (ad esempio superiore ed inferiore, ma non esclusivamente in tali posizioni) a dente di sega, configurate per cooperare con la dentatura dell’elemento maschio (A), in cui dette dentature interne sono collocate su rispettive pattine mobili trasversalmente a contrasto con un elemento elastico, per essere disimpegnate dalla dentatura dell’elemento maschio (A) tramite una normale chiave per manette, per l’apertura delle manette in tessuto oggetto della presente invenzione.
I componenti maschio (A) e femmina (C) sono preferibilmente fissati saldamente alla striscia di tessuto (B) con un collante di tipo noto per tessuti, come ad esempio una resina epossidica.
Dal punto di vista operativo, le manette in tessuto che si descrivono consentono vantaggiosamente di effettuare la contenzione praticando dapprima uno o più giri del tessuto attorno agli elementi (polsi o caviglie) da bloccare/vincolare tra loro, anche di persone diverse, dopodiché l’estremità della striscia di tessuto (B) a cui è fissato l’elemento maschio (A) dotato di dentatura esterna viene fatta passare all’interno dell’anello (D), garantendo in questo modo il bloccaggio degli elementi. A questo punto, l’elemento (A) viene inserito nell’elemento ricettore (C) chiudendo di fatto le manette in tessuto e determinandola contenzione dei polsi e/o caviglie fasciati dalla striscia (B) stessa.
Vantaggiosamente, la limitazione o l’impedimento dei movimenti del corpo - o di una sua parte -ottenibile con la presente invenzione è molto più efficace rispetto alle comuni manette. Una volta che tali le manette in tessuto sono applicate, ad esempio, sulle mani di un prigioniero, le mani dello stesso sono totalmente serrate l’una contro l’altra e non hanno tra di loro il gioco offerto dalla catenella che unisce le due poisiere nelle normali manette.
Tale gioco tra gli arti immobilizzati potrebbe permettere al prigioniero, seppur in maniera limitata, di offendere l’operatore di polizia mediante strangolamento.
Un altro vantaggio dell’invenzione consiste nel fatto di non avere parti mobili meccaniche incernierate o imperniate insieme per la contenzione mediante serraggio attorno all’elemento da bloccare, come nelle attuali manette; questo si traduce nell’assenza di eventuali danni alle parti immobilizzate dovuti ad un serraggio eccessivo delle parti mobili attorno all’elemento da bloccare.
In altre parole, la presente invenzione elimina la possibilità che i polsi di un prigioniero possano subire danno di alcun genere.
Un ulteriore vantaggio, rispetto alle manette tradizionali, consiste nel fatto che il trovato è utilizzabile per immobilizzare elementi con taglie anche molto diverse tra loro, ad esempio si possono immobilizzare polsi e caviglie anche simultaneamente.
Inoltre, la lunghezza della striscia di tessuto (B) può essere prevista di diversi formati.
Il trovato non presenta altresì viti o parti mobili che possano entrare in contatto col soggetto sottoposto a contenzione.
Infine, l’utilizzo dei materiali sopra citati permette di ottenere un dispositivo di contenzione molto leggero e facilmente trasportabile.
Claims (9)
- Rivendicazioni 1. Dispositivo di contenzione passiva utilizzabile in sostituzione delle manette, caratterizzato dal fatto di comprendere in combinazione: - un corpo principale a sviluppo longitudinale, costituito sostanzialmente da un nastro o striscia (B) di tessuto antitaglio, anti strappo ed ignifugo; - un elemento maschio (A) dotato di dentatura esterna, fissato ad una estremità di detto corpo principale (B); - un elemento femmina (C) dotato di dentatura interna, atto a cooperare con detto elemento maschio (A) per la chiusura del dispositivo stesso e, quindi, per garantire la contenzione; - un anello (D) fissato all’altra estremità di detto corpo principale (B), il quale anello è dello stesso tessuto antitaglio, antistrappo ed ignifugo del corpo principale (B); in cui detto corpo principale (B) è configurato per fasciare i polsi e/o le caviglie di almeno una persona da immobilizzare o contenere fisicamente, e per passare una o più volte in detto anello (D).
- 2. Dispositivo di contenzione secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che detta dentatura esterna dell’elemento maschio (A) e detta dentatura interna dell’elemento femmina (C) sono entrambe del tipo a denti di sega.
- 3. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento maschio (A) e detto elemento femmina (C) sono in plastica dura o in metallo.
- 4. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento femmina (C) è predisposto sulla parte terminale della striscia (B), in prossimità dell’anello (D), ed è dotato di un doppio ingresso e di una o più dentature interne configurate per cooperare con la dentatura esterna dell’elemento maschio (A).
- 5. Dispositivo di contenzione secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che dette dentature interne dell’elemento femmina (C) sono collocate su rispettive pattine mobili trasversalmente a contrasto con un elemento elastico, per essere disimpegnabili dalla dentatura dell’elemento maschio (A) tramite una normale chiave, per l’apertura del dispositivo di contenzione stesso.
- 6. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti componenti maschio (A) e femmina (C) sono fissati saldamente alla striscia di tessuto (B) con un collante di tipo noto per tessuti, come ad esempio una resina epossidica, oppure saldati oppure fissati con altri mezzi noti adatti allo scopo.
- 7. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le sue parti sono configurate in modo tale da consentire di effettuare la contenzione praticando dapprima uno o più giri del tessuto attorno ai polsi o caviglie da bloccare/vincolare tra loro, anche di persone diverse, dopodiché l’estremità della striscia di tessuto (B) a cui è fissato l’elemento maschio (A) dotato di dentatura esterna viene fatta passare all’interno dell’anello (D), garantendo in questo modo il bloccaggio dei posli o caviglie; a questo punto, l’elemento (A) essendo inseribile nell’elemento ricettore (C) chiudendo di fatto il dispositivo stesso e determinandola contenzione dei polsi e/o caviglie fasciati dalla striscia (B) stessa.
- 8. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che è privo di parti mobili meccaniche incernierate o imperniate tra loro per la contenzione mediante serraggio attorno al polso o caviglia da bloccare.
- 9. Dispositivo di contenzione secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che è privo di viti o parti mobili che possano entrare in contatto col soggetto sottoposto a contenzione.
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