IT201900001541A1 - Forma per calzature munita di una porzione mobile articolata. - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“FORMA PER CALZATURE MUNITA DI UNA PORZIONE MOBILE ARTICOLATA”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto una forma per calzature corredata di una porzione mobile articolata.
Le peculiarità e i vantaggi della presente invenzione risulteranno più evidenti a seguito di una breve descrizione della tecnica anteriore.
Già da molto tempo il processo di fabbricazione di alcuni particolari tipi di calzature prevede dapprima la realizzazione di una tomaia in pelle naturale o sintetica e successivamente il montaggio di detta tomaia sulla rispettiva suola.
In particolare la tomaia viene modellata e assemblata utilizzando il riscontro di una rispettiva forma in legno o in materiale plastico rigido che riproduce sostanzialmente la forma del piede umano; essendo previsto naturalmente che ciascuna di simili forme venga realizzate in differenti “misure” in relazione alle diverse possibili taglie del piede umano.
In tale contesto è previsto che la tomaia in via di fabbricazione debba aderire strettamente alla rispettiva forma, sì da poter vantare – una volta che ne sia estratta – struttura e dimensioni esattamente conformi a quelle della forma stessa e dunque a quelle del piede umano (corrispondente alla forma) che la dovrà effettivamente calzare dopo che sia stata montata sulla rispettiva suola.
Tuttavia proprio il fatto che la tomaia deve aderire strettamente alla rispettiva forma ha fatto insorgere una specifica problematica, nel senso che ha reso particolarmente macchinosa e difficoltosa la necessaria operazione di estrazione della forma dalla tomaia ormai unita al rispettivo fondo, attraverso l’imboccatura di quest’ultima.
In realtà già da tempo è stato adottato un accorgimento atto a rendere più comoda e rapida l’operazione di disaccoppiamento della tomaia della calzatura ormai completa dalla rispettiva forma.
Si è previsto, più precisamente, che la forma anzidetta, invece di adottare una struttura monolitica, sia composta da due parti, vale a dire da una prima porzione e da una seconda porzione.
La prima di tali porzioni, dotata di maggiori dimensioni, è sagomata in modo di riprodurre sostanzialmente il profilo del piede, dalla caviglia fino alla punta.
Nell’ambito di questa prima porzione è previsto tuttavia che il profilo del piede rechi superiormente uno scasso arrotondato assiale che si estende tra il punto corrispondente all’attaccatura della caviglia e il punto corrispondente all’attaccatura delle dita.
La seconda porzione consiste in una sorta di lingua che riproduce l’anzidetto tratto mancante dell’anzidetta prima porzione.
In effetti tale seconda porzione riproduce il profilo del collo del piede, sì da potersi amovibilmente ed esattamente insediare – nel proprio assetto operativo – entro l’anzidetto scasso superiore della prima porzione.
Si comprende insomma come le due anzidette porzioni concorrano, fintato che restino stabilmente accoppiate, a riprodurre la classica struttura di una forma destinata al montaggio e alla realizzazione di una rispettiva tomaia.
Allorquando però la tomaia della calzatura debba essere estratta da una simile forma, è previsto che l’anzidetta seconda porzione di quest’ultima venga fatta traslare all’indietro e verso l’alto rispetto all’anzidetto scasso assiale della prima porzione che fino a quel momento la conteneva esattamente.
Una simile traslazione della seconda porzione della forma modifica sensibilmente il profilo di quest’ultima e dunque fa venir meno quella perfetta interferenza che si manifestava dapprima tra la forma e la tomaia, in corrispondenza del collo del piede.
In questo modo la tomaia assume, insomma, un assetto più “lasco” nei confronti della forma, che certamente rende più rapida ed agevole la sua estrazione dalla forma stessa.
Ebbene, nell’ambito di una simile consolidata tecnologia, e pur nella sua sostanziale efficacia, è ancora possibile rilevare un inconveniente di notevole entità, che tende inevitabilmente a creare un certo disagio nell’uso delle anzidette forme per calzature e, più precisamente, in occasione dell’anzidetta traslazione della seconda porzione rispetto alla prima.
Per meglio illustrare tale problematica si ritiene opportuno riferirsi alle tavole di disegno allegate denominate “Prior Art”, nell’ambito della quale la figura 1 mostra una tradizionale forma per calzature nel suo assetto operativo “compatto”; mentre la figura 2 mostra la forma anzidetta nell’assetto assunto dopo che le sue anzidette porzioni siano state disaccoppiate.
Con riferimento a tali figure, l’anzidetta forma tradizionale (F1) si compone di una prima porzione (100), che riproduce sostanzialmente il profilo di un piede, e di una seconda porzione (200), in cui detta seconda porzione (200) si configura alla stregua di una lingua atta ad insediarsi esattamente nello scasso arrotondato assiale (100a) previsto in corrispondenza della superficie superiore all’anzidetta prima porzione (100), sostanzialmente in corrispondenza del collo del piede.
In posizione intermedia a tali due porzioni (100, 200) sono previsti mezzi atti ad assicurare il loro accoppiamento stabile, ma altresì capaci di consentire, al momento opportuno, il loro anzidetto allontanamento reciproco.
Con particolare riferimento alla figura 2, il primo di tali mezzi consiste in un perno metallico affogato nella struttura dell’anzidetta prima porzione (100), ma che reca in sommità di un pulsante (101) soggetto all’azione di una molla di richiamo, il quale deborda dall’anzidetto scasso (100a) in assetto inclinato verso la sommità di tale scasso ed in corrispondenza della linea longitudinale di mezzeria dello stesso.
Il secondo di tali mezzi consiste in una spina (102) che aggetta dalla medesima prima porzione (100) della forma (F1), verso l’estremità inferiore dell’anzidetto scasso (100a) e anch’essa in corrispondenza della linea longitudinale di mezzeria di quest’ultimo.
Per poter cooperare con una siffatta prima porzione (100) è previsto che la corrispondente seconda porzione (200) rechi, a partire dalla sua superficie inferiore convessa, un condotto cilindrico passante (201) che risulta atto ad alloggiare stabilmente l’anzidetto pulsante (101) che aggetta dalla prima porzione (100).
È previsto ancora che detta seconda porzione (200) della forma (F1) rechi, a partire dalla sua superficie inferiore convessa, un condotto cilindrico cieco (non mostrato nei disegni allegati) atto ad alloggiare esattamente l’anzidetta spina (102) che aggetta dalla prima porzione (100).
Si comprende bene come un simile duplice accoppiamento a maschio e femmina, favorito per l’appunto dalla presenza degli anzidetti perno (101) e spina (102) che aggettano dallo scasso (100a) della prima porzione (100), sia in grado di assicurare che la seconda porzione (200) possa mantenersi nell’uso esattamente all’interno di tale scasso (100a), senza denunciare alcuna possibilità di compiere scorrimenti fortuiti in direzione longitudinale o trasversale.
Allorquando però sia stata completata la costruzione della calzatura, si deve provvedere, per l’appunto, al distacco della seconda porzione (200) dalla prima porzione (100), necessario per l’estrazione della calzatura.
In particolare l’operatore che voglia compiere una simile operazione deve innanzitutto infilare la punta di un apposito utensile entro l’anzidetto condotto cilindrico passante (201) in dotazione alla seconda porzione (200), fino ad esercitare un’energica pressione contro l’anzidetto pulsante (101) in dotazione alla prima porzione (100).
Una simile pressione impone a detto pulsante (101) uno scorrimento verso il basso lungo il rispettivo perno di supporto e guida, in conseguenza del quale il pulsante medesimo (101) fuoriesce completamente dall’anzidetto condotto cilindrico (201) della seconda porzione (200) e fa venir meno quell’anzidetto collegamento che contribuiva a realizzare la stabile unione tra detta seconda porzione (200) e la sottostante prima porzione (100) della forma (F1).
Una volta realizzato un simile sblocco delle due medesime porzioni (100, 200), l’operatore potrà imporre alla seconda porzione (200) un distacco dallo scasso (100a) della prima porzione (100).
In particolare è previsto che la direzione di simile corsa di allontanamento – che si traduce in pratica in una traslazione all’indietro e verso l’alto – sia condizionata dall’anzidetta cooperazione tra la spina (102) della prima porzione (100) della forma (F1) e il corrispondente condotto cieco in dotazione alla seconda porzione (200), man mano che detta spina (102) venga progressivamente sfilata da esso.
Ebbene lo specifico inconveniente che si manifesta nell’utilizzo di una simile tradizionale forma (F1) è legato al fatto che la seconda porzione (200) si disaccoppia completamente dalla sottostante prima porzione (100).
Si comprende bene come una simile malaugurata evenienza costringa l’operatore – in vista del montaggio di una successiva tomaia sulla medesima forma (F1) – ad attuare nuovamente il necessario accoppiamento a maschio e femmina tra la spina (102) della prima porzione (100) e il rispettivo condotto cieco della seconda porzione (200), con una perdita di tempo che di certo condiziona negativamente la velocità di esecuzione dell’intero procedimento di fabbricazione di tomaie. Scopo della presente invenzione è dunque quello di realizzare una forma per calzature che, pur avvalendosi di una tipica struttura in due pezzi, si faccia apprezzare per il fatto di adottare mezzi capaci di impedire che la seconda porzione possa disaccoppiarsi completamente dalla prima porzione nel momento in cui le sia imposta la tipica traslazione necessaria per consentire l’estrazione della tomaia della calzatura.
Questa finalità è stata perseguita prevedendo che tra la prima e la seconda porzione di una simile forma innovativa un mezzo di collegamento che, pur fungendo normalmente anche da mezzo di guida nei confronti della traslazione della seconda porzione rispetto alla prima, impedisca a detta seconda porzione di potersi distaccare completamente dalla prima porzione, come invece avviene nella tecnica anteriore.
In tal senso si può altrimenti affermare che la seconda porzione sia sostanzialmente articolata nei confronti della prima porzione.
Proprio il fatto che la seconda porzione della nuova forma in parola non perde mai l’accoppiamento con la prima porzione, ma si limita per l’appunto soltanto a distaccarsene temporaneamente, costituisce l’accorgimento che rende agevole ed immediata l’operazione necessaria per riportare a reciproca battuta le due anzidette porzioni, una volta completata l’estrazione della rispettiva calzatura.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento all’ulteriori tavole di disegno, aventi solo valore illustrativo e non limitativo, in cui:
- la figura 3 mostra la nuova forma in questione nel suo assetto operativo compatto, in cui detta forma risulta sezionata con un piano longitudinale mediano, atto ad evidenziare i fori eseguiti nella forma destinati ad alloggiare i mezzi di collegamento; - la figura 4 è identica alla figura 3, con l’unica differenza di mostrare i mezzi di collegamento insediati entro gli anzidetti fori;
- la figura 5 è una rappresentazione assonometrica della forma secondo il trovato mostrata nell’assetto assunto a seguito della traslazione della sua seconda porzione.
Con riferimento a tali figure, la forma secondo il trovato (F) si compone usualmente di una prima porzione (10), che riproduce sostanzialmente il profilo di un piede, e di una seconda porzione (20), che si configura come una sorta di una lingua atta ad insediarsi esattamente nello scavo arrotondato assiale (10a) previsto in corrispondenza della superficie superiore all’anzidetta prima porzione (10), sostanzialmente in corrispondenza del collo del piede.
In posizione intermedia a tali due porzioni (10, 20) sono previsti tre distinti mezzi di collegamento e cooperazione (30, 40, 50), il primo dei quali consiste in un pulsante (30) montato alla sommità di un perno di scorrimento e guida (30a), nonché soggetto all’azione di una molla di espulsione (non mostrata nelle figure allegate).
Detto perno (30a) risulta stabilmente innestato entro un condotto cilindrico (12) realizzato nella prima porzione (10) della forma (F), mentre il rispettivo pulsante (30) deborda in assetto inclinato in corrispondenza dell’anzidetto scasso (10a) della medesima prima porzione (10), verso l’estremità superiore di detto scasso (10a) e in corrispondenza della linea longitudinale di mezzeria di quest’ultimo.
Si consideri peraltro che l’anzidetto condotto cilindrico (12) realizzato nella prima porzione (10) della forma (F) risulta allineato con un identico condotto cilindrico (22) che attraversa l’intero spessore della seconda porzione (20) e che risulta destinato, nel momento in cui le due porzioni (10, 20) siano condotte a battuta, ad ospitare, in corrispondenza della sua estremità inferiore, l’anzidetto pulsante (30), secondo quanto mostrato in figura 4.
Nella preferita forma di realizzazione mostrata nelle figure allegate, il secondo degli anzidetti mezzi di cooperazione e collegamento tra prima (10) e seconda porzione (20) consiste in un’astina scorrevole (40), preferibilmente cilindrica, che si configura, in pratica, come un mezzo di collegamento articolato tra le due medesime porzioni (10, 20).
Detta astina (40), pur nel suo assetto di riposo, aggetta per circa metà della sua lunghezza dall’anzidetto scasso (10a) della prima porzione (10), in corrispondenza della linea longitudinale di mezzeria dello stesso.
In effetti tale astina (40) è insediata, con possibilità di scorrimento alternativo, entro una sede cilindrica (13) di maggiore lunghezza che attraversa l’intera forma (F) in un assetto tale per cui il proprio asse (x-x) risulta inclinato verso l’alto e all’indietro rispetto alla mezza pianta anteriore (MP) della forma medesima (F), come evidenziato in figura 3.
Più precisamente detta sede cilindrica (13) risulta formata da un primo tratto (13a) realizzato nella prima porzione (10) della forma in questione (F) e da un secondo tratto (13b), perfettamente allineato al primo tratto (13a), realizzato nella seconda porzione (20).
Da parte sua l’astina anzidetta (40) presenta due estremità (40a, 40b) ed un’asola longitudinale passante (40c) compresa tra dette estremità.
Entro tale asola (40c) sono infilati due spinotti trasversali (14a, 14b); essendo previsto che il primo (14a) di tali spinotti sia fissato all’interno del primo tratto (13a) dell’anzidetta sede cilindrica (13), mentre il secondo spinotto (14b) è fissato all’interno del secondo tratto (13b) della medesima sede cilindrica (13).
L’osservazione della figura 4 permette di accertare quale sia l’assetto assunto da detta astina scorrevole (40) all’interno della rispettiva sede cilindrica (13) fintanto che la seconda porzione (20) della forma in questione (F) si mantenga in battuta contro l’anzidetto scasso frontale (10a) della prima porzione (10).
In tale circostanza l’estremità inferiore (40a) di detta astina (40) si dispone sostanzialmente a battuta contro la parete di fondo (13a’) del primo tratto (13a) della sede cilindrica (13), in un contesto in cui il primo (14a) dei due anzidetti spinotti si mantiene a distanza, ad una quota superiore, rispetto alla medesima estremità inferiore (40a) dell’astina (40).
Da parte sua l’estremità superiore (40b) di detta astina (40) si dispone in profondità entro il secondo tratto (13b) della sede cilindrica (13), pur mantenendosi a distanza dalla parete di fondo (13b’) di detto secondo tratto (13b).
In un tale contesto si verifica altresì che il secondo (14b) dei due anzidetti spinotti si mantiene a distanza, ad una quota inferiore, rispetto a detta parete superiore (40b) dell’astina medesima (40).
Il terzo degli anzidetti mezzi di cooperazione tra la prima porzione (10) e la seconda porzione (20) consiste in una spina di centraggio (50) insediata entro una sede cilindrica (51) realizzata a cavallo tra le due anzidette porzioni (10, 20) della forma (F); essendo previsto che l’asse (y-y) di detta sede (51) sia parallelo all’anzidetto asse (x-x) della sede cilindrica (30) dell’astina (40).
In effetti detta sede cilindrica (51) consta di due tratti (51a, 51b), il primo (51a) dei quali è realizzato in corrispondenza della prima porzione (10) della forma (F) ed il secondo (51b) è realizzato in corrispondenza della seconda porzione (20).
È peraltro previsto che l’anzidetta spina (50) sia fissata stabilmente, per la propria metà inferiore, entro il primo (51a) di detti tratti della sede cilindrica (51), mentre la sua metà superiore risulta capace in grado di infilarsi e sfilarsi entro l’anzidetto secondo tratto (51b) della sede medesima (51), a seconda che la prima (10) e la seconda (20) porzione della forma (F) restino a battuta l’una contro l’altra o siano allontanate.
La figura 5 mostra l’assetto assunto dalla forma secondo il trovato (F) a seguito della traslazione compiuta dalla seconda porzione (20) rispetto all’anzidetto scasso frontale (10a) in dotazione alla prima porzione (10).
Si tratta dunque di chiarire le modalità di una simile traslazione, precisando che l’operatore preposto ad eseguirla è tenuto innanzitutto a sbloccare lo stabile accoppiamento tra le due anzidette porzioni (10, 20) della forma (F).
Una simile operazione può essere eseguita – come nella tecnica anteriore – infilando la punta di un utensile entro il foro di accesso superiore (22a) dell’anzidetto condotto passante (22) realizzato sulla seconda porzione (20) della forma (F), sì da spingere verso il basso l’anzidetto pulsante di blocco (30), fino ad espellerlo dall’estremità inferiore di detto condotto passante (22).
A questo punto il medesimo operatore deve afferrare l’anzidetta seconda porzione (20) della forma (F) e esercitare su di essa una trazione tale per cui la stessa possa distaccarsi dal rispettivo scasso (10a) della prima porzione (10) e scorrere progressivamente all’indietro e verso l’alto rispetto ad esso.
Una simile trazione esercitata sulla seconda porzione (20) provoca innanzitutto il disaccoppiamento della spina (50) dal tratto superiore (51b) della rispettiva sede cilindrica (51).
Al tempo stesso si attiva l’interazione dell’anzidetta astina cilindrica (40) con i due anzidetti spinotti trasversali (14a, 14b) montati all’interno della sede di alloggiamento e scorrimento (13) dell’astina medesima (40).
In effetti, nella prima fase dell’anzidetta trazione esercitata sulla seconda porzione (20) della forma (F), si verifica che l’anzidetto secondo spinotto (14b), essendo montato in corrispondenza del secondo tratto (13b) della sede cilindrica (13) e dunque risultando solidale a detta seconda porzione (20), scorre verso l’alto all’interno dell’asola (40c) dell’astina (40), fino a giungere ad interferire contro l’estremità superiore (40b) di quest’ultima.
Da questo momento in poi, e proprio grazie a questa interferenza, l’ulteriore trazione esercitata sulla seconda porzione (20), oltre a provocare un ulteriore allontanamento di quest’ultima dallo scasso (10a) della prima porzione (10), produce l’effetto di sfilare progressivamente l’anzidetta astina (40) dal primo tratto (13a) della sede cilindrica (13), fino a che l’estremità inferiore (40a) di detta astina (40) non giunga a battuta contro il primo spinotto (14a).
Si può affermare altrimenti che detto primo spinotto (14a) operi come punto di fine corsa nei confronti dello scorrimento dell’astina (40) provocato dalla traslazione all’indietro e verso l’alto della seconda porzione (20).
Un simile punto di fine corsa risulta estremamente vantaggioso proprio perché impedisce che l’astina (40) possa sfilarsi liberamente e completamente dal tratto inferiore (13a) della sede cilindrica (13) e riesce, per l’appunto, ad evitare che si produca il completo distacco delle due anzidette porzioni (10, 20) della forma secondo il trovato (F).
Si ribadisce peraltro che l’aver ottenuto che tra la prima (10) e la seconda (20) porzione della forma in questione (F) si mantenga sempre, pur nel loro assetto “divaricato”, uno stabile collegamento ad opera dell’astina (40) costituisce un vantaggio particolarmente apprezzabile, anche pensando al momento in cui si debbano nuovamente ricondurre a battuta le due citate porzioni (10, 20).
È evidente infatti che la corsa di riavvicinamento delle due porzioni (10, 20) della forma (F) sarà inizialmente guidata dell’astina (40), man mano che la stessa compia il suo scorrimento in senso inverso all’interno della rispettiva sede cilindrica (13), e definitivamente perfezionata ad opera della spina di centraggio (50).
Nel momento in cui si completi il nuovo inserimento della spina (50) entro il secondo tratto (51b) della rispettiva sede cilindrica (50), infatti, si ripristina anche l’allineamento degli anzidetti condotti (12, 22) con conseguente espulsione a scatto del pulsante (30) che tornerà ad occupare il tratto di estremità inferiore del condotto (22), impedendo così qualsiasi indesiderato scorrimento tra la prima porzione (10) e la seconda porzione (20) della forma (F).
La consultazione delle figure 3, 4 e 5 consente di verificare infine che la seconda porzione (20) della forma secondo il trovato (F) reca usualmente, in corrispondenza della zona del calcagno, un condotto cilindrico verticale (60) atto ad alloggiare una boccola (61), in corrispondenza della quale la forma (F) potrà essere vantaggiosamente fissata all’attrezzatura sulla quale detta forma debba essere utilizzata.
Si precisa infine che, pur senza esulare dal presente concettivo inventivo, la forma secondo il trovato (F) si presta ad essere realizzata anche in virtù di una soluzione costruttiva alternativa.
Tale forma costruttiva alternativa prevede che l’astina (40), precedentemente descritta, sia sostituita da un differente mezzo di collegamento articolato tra la prima porzione (10) e la seconda porzione (20) della forma (F).
Detto differente mezzo consiste, in particolare, in uno piccolo stelo telescopico fissato tra le due pareti di estremità (13a’, 13b’) dell’anzidetta sede cilindrica (13).

Claims (2)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Forma per tomaie di calzature comprendente: - una prima porzione (10) che riproduce sostanzialmente il profilo di un piede, dotata superiormente di uno scasso arrotondato assiale (10a) dislocato sostanzialmente in corrispondenza del collo del piede; in cui detta prima porzione (10) reca dotata di un condotto cilindrico cieco (12) che sfocia in corrispondenza della linea longitudinale di mezzeria dello scasso anzidetto (10a) e verso la sommità dello stesso; in cui detto condotto cilindrico (12) alloggia stabilmente un perno (30a) che funge da mezzo di guida e scorrimento per un pulsante di sommità (30) che deborda dall’anzidetto scasso (10a) - una seconda porzione (20) sostanzialmente consistente in una lingua atta ad insediarsi esattamente nell’anzidetto scasso (10a) dell’anzidetta prima porzione (10); in cui detta seconda porzione (20) risulta dotata di un condotto cilindrico passante (22) capace, nel momento in cui detta seconda porzione (20) sia esattamente insediata entro lo scasso (10a) della prima porzione (10), di disporsi in perfetto allineamento con l’anzidetto condotto cieco (12) della prima porzione (10) e di alloggiare, in corrispondenza della sua estremità inferiore, l’anzidetto pulsante (30) - una spina (50) atta ad alloggiare esattamente entro una sede cilindrica (51) il cui asse (y-y) è disposto secondo una direzione inclinata verso l’alto e all’indietro rispetto alla mezza pianta anteriore (MP) della forma in questione (F); in cui detta sede (51) risulta formata da un primo tratto (51a) realizzato sull’anzidetta prima porzione (10) e da un secondo tratto (51b), perfettamente allineato al primo (51a), realizzato sull’anzidetta seconda porzione (20); in cui il tratto inferiore di detta spina (50) è fissato stabilmente entro l’anzidetto primo tratto (51a) di detta sede cilindrica (51), mentre il tratto superiore di detta spina (50) aggetta dall’anzidetto scasso arrotondato (10a) della prima porzione (10), sì da potersi infilare esattamente entro l’anzidetto secondo tratto (51b) della sede cilindrica (51), nel momento in cui la seconda porzione (20) giunga a battuta contro l’anzidetto scasso assiale (10a) della prima porzione (10); forma per tomaie (F) caratterizzata per il fatto di adottare, in posizione intermedia tra l’anzidetta prima porzione (10) e l’anzidetta seconda porzione (20), mezzi di collegamento articolato (40), atti a consentire la movimentazione reciproca senza distacco delle medesime prima porzione (10) e seconda porzione (20).
  2. 2) Forma per tomaie secondo la rivendicazione 1, in cui l’anzidetto mezzo di collegamento consiste in un’astina (40) insediata e scorrevole alternativamente entro una sede cilindrica (13) disposta con l’asse (x-x) in assetto parallelo all’asse (y-y) dell’anzidetta spina (50), in cui detta sede cilindrica (13) risulta formata da un primo tratto (13a) realizzato nell’anzidetta prima porzione (10) e da un secondo tratto (13b) realizzato nell’anzidetta seconda porzione (20) in perfetto allineamento con l’anzidetto primo tratto (13a); in cui detta astina (40) reca un’estremità inferiore (40a) e un’estremità superiore (40b) tra le quali si estende un’asola longitudinale passante (40c) atta ad alloggiare scorrevolmente un primo spinotto trasversale (14a) fissato in corrispondenza dell’anzidetto primo tratto (13a) dell’anzidetta rispettiva sede cilindrica (13) ed un secondo spinotto trasversale (14b) fissato in corrispondenza dell’anzidetto secondo tratto (13b) di detta sede cilindrica (13).
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US703958A (en) * 1901-04-11 1902-07-01 Nils F Hagstroem Sectional shoe-last.
FR5325E (fr) * 1904-10-26 1906-03-06 Louis Jousselin Forme pour chaussure
US1649709A (en) * 1926-03-11 1927-11-15 John H Gorman Last-block fastener
DE2804198A1 (de) * 1978-02-01 1979-08-02 Fagus Werk Karl Benscheidt Schuhleisten zur schuhherstellung

Patent Citations (4)

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