IT201800010605A1 - Meccanismo che produce moto rotatorio sfruttando la dilatazione termica dei materiali - Google Patents

Meccanismo che produce moto rotatorio sfruttando la dilatazione termica dei materiali Download PDF

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Description

DESCRIZIONE DEL BREVETTO PER INVENZIONE AVENTE TITOLO: Meccanismo che produce moto rotatorio sfruttando la dilatazione termica dei materiali
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo di applicazione dell’invenzione
L’invenzione è relativa a dispositivi / meccanismi che sfruttano la dilatazione termica, dovuta alla differenza di temperatura, di un liquido o di un fluido proveniente da pannelli solari, termocucine, caminetti con caldaia, cubilotti delle fonderie di metalli, altifomi, tubi di scappamento, ecc., allo scopo di generare un moto rotazionale da sfruttare, ad esempio, per la produzione di energia.
Stato dellarte
Allo stato delia tecnica sono presenti diversi dispositivi che convertono l’energia termica in energia meccanica di rotazione o, più in generale, in energia meccanica o cinetica, sfruttando la dilatazione / contrazione di elementi lineari in metallo o in plastica ad alto coefficiente di dilatazione in seguito ad uno stress termico (riscaldamento / raffreddamento). A livello brevettale si citano i seguenti documenti, riferiti principalmente alla classificazione brevettuale IPC ( International Patent Classification ) F03C7/06 ( meccanismi atti a produrre energia meccanica sfruttando l’espansione / dilatazione o la contrazione di corpi a causa di riscaldamento, raffreddamento, umidificazione, essicazione o simili ) e alla classificazione CPC (Cooperation Patent Classification) Y02E10/06 (conversione di energia termica in energia meccanica, ad esempio motori solare-termici del tipo "Rankine” o “ Stirling
• Brevetto per invenzione giapponese n. JP2004353579, depositato il 29/05/2003 In tale documento (Titolo: “Dispositivo di guida e dispositivo di generazione di energia utilizzante lo stesso") si descrive un sistema a pulegge costituito da due rulli attorno ai quali viene avvolto un filo di metallo (vergella) ad alto coefficiente di dilatazione termica; la parte inferiore de! dispositivo è immersa in un liquido caldo (acqua in particolare), che ne provoca una dilatazione, mentre la parte superiore è immersa in un gas freddo (aria in particolare) che ne provoca una contrazione; l'azione combinata dilatazione / contrazione porta in rotazione le pulegge, le quali trasmettono il moto rotatorio unidirezionale (grazie ad elementi di prevenzione della contro rotazione posti su una delle due pulegge) ad un albero dì trasmissione e quindi ad un generatore di energia elettrica.
• Brevetto per invenzione statunitense n. US4041706, depositato il 17/03/1975 a nome di WHITE FRED I (US). In tale documento (Titolo: “ Generatore di forza lineare e motore termico incorporante lo stesso ”) i fili sottoposti a dilatazione / contrazione sono contenuti all'interno di un cilindro, una cui estremità è rigidamente collegata all’involucro, mentre l’altra estremità è costituita da un pistone mobile; l’involucro contenente il cilindro è costituito da due camere, separate da una parete divisoria, contenenti un fluido caldo ed un fluido freddo; sottoponendo i fili a detti fluidi si realizza un moto longitudinale alternato (dilatazione / contrazione) continuo, che viene trasmesso all'albero motore trasformandolo in moto rotatorio; la particolarità del documento sta nell'utilizzo combinato di (almeno) tre dispositivi del genere, disposti a 120° l’uno dall’altro lungo l’albero: un sistema di eccentricità consente di fare in modo che l'azione risultante delle dilatazioni / contrazioni dei fili dei tre dispositivi vada a sommarsi nella stessa direzione, producendo una coppia di forze che induce (appunto) l’albero in rotazione. Uno schema di funzionamento simile viene descritto nel brevetto per invenzione statunitense n. US3937019, depositato il 02/11/1973
(Titolo: “Motore termico”).
• Brevetto per invenzione tedesco n. DE2360535, depositato il 05/12/1973 . In tale documento (Titolo: “Motore termico con uscita rotante, guidato da un’espansione e da una contrazione sequenziali di fili sotto tensione”) il dispositivo oggetto di invenzione è costituito da due dischi montati alle estremità dell’albero di rotazione, detti dischi risultando in una posizione inclinata rispetto all'asse dell’albero. Un sistema di fili ad alto coefficiente di dilatazione termica collega i due dischi in modo tale che, a seguito della dilatazione / contrazione degli stessi (per mezzo di fluidi di riscaldamento / raffreddamento), l’albero viene indotto in rotazione.
Tali documenti, seppure sfruttanti lo stesso principio del dispositivo Oggetto di brevettazione (conversione dell’energia termica di dilatazione lineare in energia meccanica di rotazione), descrivono soluzioni tecniche sensibilmente differenti, con rendimenti, ed è questo il principale inconveniente, nettamente inferiori a quello del presente dispositivo che, come si vedrà a breve, è infatti di costruzione più semplice, a basso impatto ambientale e, appunto, ad alta resa.
Sommario dell'invenzione
Lo scopo primario della presente invenzione è quello di produrre energia elettrica a prezzo conveniente ricavandola dalla differenza di temperatura, in un intervallo compreso tra -40°C e 95°C, tra due liquidi, tra due solidi, tra un solido ed un liquido, tra due gas, tra un gas ed un liquido, detta differenza termica essendo responsabile dell’allungamento / accorciamento di un filo o fune metallica soggetto a tale sbalzo termico, secondo la ben nota legge della dilatazione termica lineare, espressa con la seguente formula:
ΔL = λ*L0*ΔT, (a) ove:
ΔL = variazione di lunghezza dell’elemento lineare (filo o fune);
λ = coefficiente di dilatazione lineare;
L0 = lunghezza dell’elemento lineare (filo o fune) iniziale (prima dello stress termico), alla temperatura iniziale Ti;
ΔΤ = Tf - Ti è la differenza (variazione) di temperatura tra la temperatura finale Tf e la temperatura iniziale Ti
li coefficiente di dilatazione lineare, λ, dipende dalla natura del materiale e raggiunge valori elevati (tra 10<*>10<-6 >e 30<*>10<-6 >°K<'->) per i metalli, in particolare il piombo (29<*>10<-6 >°K<-1>) e l’alluminio (24<*>10<-6 >°K<-1>); l’effetto della dilatazione / contrazione lineare, a parità di gradiente di temperatura ΔΤ, è quindi fisicamente apprezzabile nei metalli, mentre risulta (quasi del tutto) trascurabile nei semi conduttori.
La presente invenzione sfrutta quindi il principio appena descritto, realizzando un dispositivo che prevede l’utilizzo di elementi lineari metallici, quali fili o funi, messi a contatto in sequenza continua con mezzi (solidi, liquidi o gassosi) alternatamente caldi e freddi; il riscaldamento produrrà un allungamento (dilatazione) di tali elementi lineari, secondo la formula (a), mentre il successivo raffreddamento ne provocherà un accorciamento (sempre secondo la formula (a)). Le estremità dei fili o funi, avvolti in opportuni rulli, sono solidali ad un albero motore il quale, a seguito del continuo accorciamento / allungamento dì detti elementi lineari, viene messo in rotazione alternata oraria / antioraria. Un apposito moltiplicatore di velocità unidirezionale collegato all’albero fa sì che il moto rotatorio alternato orario / antiorario venga trasformato in un moto rotatorio unidirezionale (preferibilmente antiorario), da trasmettere successivamente ad un alternatore, allo scopo di produrre energia elettrica regolabile tramite un apposito interruttore. Per realizzare un allungamento ed un successivo accorciamento apprezzabili (dell’ordine di circa un metro), gli elementi lineari metallici (fili o funi) devono avere una lunghezza di almeno 1.000 metri: considerando ad esempio un elemento lineare metallico costituito da un filo di Rame (Cu) lungo appunto 1.000 metri, il cui coefficiente di dilatazione lineare λcu è pari a 17*10<-6 >°K<-1>, con un gradiente termico ΔΤ pari a 60°C si avrebbe una dilatazione (calcolata con la formula (a)) pari a 1,14 m.
Come elemento lineare è d’altra parte consigliabile impiegare un metallo più resistente, quale ad esempio l’acciaio che, pur avendo un coefficiente di dilatazione lineare inferiore a quello del rame (λAc = 12<*>10<-6 >°K<-1>), è senz’altro più resistente (in tal senso le continue dilatazioni / contrazioni potrebbero portare ad un rapido deterioramento dell’integrità strutturale del filo di rame, provocandone di fatto una prematura rottura). Per un filo di acciaio, utilizzando gli stessi parametri (coefficiente di dilatazione lineare a parte) usati per il filo di rame, si ottiene un allungamento (dilatazione) di 0,72 m.
Descrizione dei disegni
• Figura 1 mostra uno schema di massima della parte del dispositivo atta a trasformare l’energia termica in energia meccanica di rotazione;
• Figura 2a mostra un’assonometria cavaliera del moltiplicatore di velocità unidirezionale;
• Figura 2b mostra una rappresentazione ortogonale del moltiplicatore di velocità unidirezionale;
• Figure 3a e 3b mostrano rispettivamente il dettaglio compatto ed esploso della ruota dentata, la componente principale del moltiplicatore di velocità unidirezionale
Descrizione dettagliata dell’invenzione
Con riferimento a Fig.1, il presente dispositivo è costituito da un accumulatore di calore (Ac), all’interno del quale è presente un liquido (L2), mosso da una pompa (P1) e riscaldato da una serpentina (S) alimentata da una fonte di calore (C). Il liquido caldo (L2) esce dall’accumulatore (Ac) (freccia (F1)) ed entra in un contenitore (B) (freccia (F2)); una volta riscaldato (e dilatato) l’elemento lineare contenuto nel contenitore (B), il liquido esce raffreddato (freccia (F3)) dalla parte inferiore del contenitore (B), per arrivare (freccia (F4)), tramite l’azione di una pompa (P2), ad un deviatore di flusso (Df), dal quale viene indirizzato (freccia (F6)) di nuovo verso il contenitore (B); durante tale fase (di raffreddamento) verrà impedito al liquido caldo di uscire (freccia (F1)) dall’accumulatore (Ac). Terminata la fase di raffreddamento, con la conseguente contrazione dell'elemento lineare contenuto in (B), il liquido freddo torna al deviatore di flusso (Df) per essere indirizzato nell’accumulatore (Ac) (freccia (F5); in tale situazione viene chiuso il percorso (F6), in modo tale da far arrivare in (B) solo il liquido caldo), verso la fonte di calore (C) (freccia (F7)), per essere nuovamente riscaldato. I fili o le funi (C2) e (C3) (cfr.re ingrandimento del particolare (P4), sempre in Fig.1 ), in materiale metallico, avvolti sugli anelli concentrici (C4) e (C5), riscaldati dal liquido (L2) proveniente dall’accumulatore (Ac), in pochi secondi si allungano e, quando il deviatore di flusso (Df) immette il liquido raffreddato, escludendo l’ingresso al liquido caldo (L2) dell’accumulatore (Ac), i fili o le funi si accorciano, generando un moto alternato dell’albero (Q), per poi iniziare un nuovo ciclo di riscaldamento / allungamento e di raffreddamento / accorciamento. La durata dei cicli caldo / freddo viene regolata in base al volume dei liquidi contenuti nel contenitore (B). Il moto alternato dell’albero (Q) viene poi trasformato in un moto unidirezionale dal moltiplicatore di velocità unidirezionale (C1), che a sua volta va ad azionare l’alternatore (A), allo scopo di produrre energia elettrica. Eventualmente, allo scopo di raffreddare maggiormente il liquido che entra nel contenitore (B), si può applicare, a monte dell’ingresso del liquido nel contenitore (B) stesso, un diffusore di calore (Dc). La parte interna (Ev) del contenitore (B) è vuota in corrispondenza dei cilindro più interno, allo scopo di usufruire di una quantità di liquido più ridotta possibile per riscaldare e raffreddare i fili o le funi (C2) e (C3). L’estremità superiore e l’estremità inferiore dei fili o funi (C2) e (C3), allo scopo di generare il moto alternato dell’albero (Q), sono rispettivamente solidali alla parete interna (Ce) dei contenitore (B) (cfr.re particolare (E) di Fig,1) e all'albero Q, nel caso in cui questo sia a sua volta solidale ai cilindri interni porta fili (R1) ed (R2) del contenitore (B). Detti cilindri (R1) ed (R2) possono anche non essere solidali all’albero (Q), per cui per trasmettere il movimento all’albero (Q) si fissano gli estremi dei fili o funi all’asta (Ft) solidale all’albero (Q). Vi è anche la possibilità, allo scopo di limitare i problemi dovuti ad un’eccessiva dilatazione dei fili, dì rendere direttamente solidale all’albero (Q) il solo cilindro (R2), a cui è rigidamente collegata l’estremità inferiore dei fili (C2) e (C3). Affinché il filo o la fune di materiale metallico sia sempre in trazione e mai in compressione è opportuno che l’albero (Q) sia dotato di una molla (M), atta a realizzare una tensione unidirezionale pari a circa la metà del carico di sicurezza complessivo sopportabile dai filo o fune interno al contenitore (B), per produrre una forza costante in entrambe le direzioni del moto rotatorio.
il moltipiicatore di velocità unidirezionale (C1) (vedere dettagli in Fig.2a e Fig.2b) ha due specifiche funzioni: la prima è quella di trasformare il moto alternato uscente dall’albero (Q) e proveniente dal meccanismo sottostante in moto unidirezionale dell’albero (Q1) per azionare l’alternatore (A); la seconda è invece quella di adeguare la velocità di rotazione dell’albero (Q1) alla velocità unidirezionale richiesta per il buon funzionamento dell’alternatore (A). Detto moltiplicatore di velocità unidirezionale (C1) è composto da due ruote dentate unidirezionali (W1) e (W2), con dentatura esterna ed interna, che per la loro caratteristica costruttiva (vedere particolari nelle Figure 3a e 3b) raccolgono il moto alternato trasmesso loro dall’albero (Q) e lo trasformano in moto unidirezionale alle altre ruote dentate (B1), (B2), collegate alla ruota dentata (W1), e (B3), collegata alla ruota dentata (W2), e quindi alle ruote dentate (A1) e (A2), solidali all’albero (Q1) e coassiali all’alternatore (A) a cui viene trasmesso il moto rotatorio, per produrre energia elettrica. Le dimensioni delle varie ruote dentate su citate variano a seconda delle esigenze di produzione energetica richieste dall’alternatore (A).
Nelle Fig.3a e 3b viene rappresentata nel dettaglio la mota dentata (W1) (visuale compatta - Fig.3a e visuale esplosa - Fig.3b). Detta ruota (W1) è composta da una ruota dentata esterna (R1), solidale tramite viti (V1, V2, V3 e V4) ad opportuni dischi (D1) e (D5); il complesso (R1), (D1) e (D5) ruota attorno all’albero (Q) su cuscinetti (Cu1) e (Cu2); il disco (D3) è solidale all’albero (Q) ed è collegato alla ruota dentata (R1) tramite una levetta (L) spinta all’esterno dalla molla (M); per mantenere costante la distanza tra il disco (D3) e il complesso esterno (R1), (D1), (D5), vengono utilizzati degli appositi distanziatori ad anello (D2) e (D4); per impedire lo scivolamento del complesso lungo l’albero (Q) si utilizza una ghiera (Gh) con rondella (R). Quando l’albero (Q) ruota in senso orario la levetta (L) del disco (D3) (che ruota anch’esso in senso orario essendo solidale all’albero (Q)) si aggancia all'interno del disco (R1), mettendo in rotazione oraria il complesso esterno (R1), (D1), (D5). Le stesse componenti della ruota dentata (W1) sono presenti nella ruota dentata (W2).
In sostanza, quando l’albero (Q) ruota in senso orario, tale rotazione viene trasmessa alla sola ruota dentata (W1) (mentre la ruota dentata (W2) viene “sganciata”), la quale mette in rotazione antioraria la ruota dentata (B2), che fa ruotare in senso orario la ruota dentata (B1), che fa infine ruotare in senso antiorario la ruota dentata (A1) la quale, essendo solidale all’albero (Q1), trasmette tale rotazione all’alternatore (A) ad esso collegato. Quando invece l’albero (Q) ruota in senso antiorario, tale rotazione viene trasmessa alla ruota dentata (W2) (mentre la ruota dentata (W1) viene “sganciata”), la quale mette in rotazione oraria la ruota dentata (B3), che fa infine ruotare in senso antiorario la ruota dentata (A2) la quale, essendo solidale all’albero (Q1), trasmette tale rotazione all’alternatore (A) ad esso collegato. Esaurita poi la rotazione antioraria dell’albero (Q) si innescherà un nuovo ciclo, dovuto all’accorciamento e all’allungamento del filo o fune del meccanismo, consentendo all’albero (Q1) una rotazione unidirezionale pressoché costante.
Esempi applicativi
Si riportano di seguito alcuni esempi di possibili ambiti applicativi della presente invenzione, volti a dimostrarne l’effettiva validità, sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista economico.
Esempio 1 - Termo cucina o caminetto, con caldaia funzionante a legna. La termo cucina o caminetto brucia mediamente 3 Kg di legna all’ora; il dispositivo proposto trasforma il calore prodotto in energia elettrica, che può essere utilizzata o venduta ad un gestore (pubblico o privato) al prezzo di 0.4 € per Kw.
Premesso che:
• Il costo medio della legna è di 0,15 € al Kg, il che porta ad un costo orario pari a 0,15 € x 3 Kg/h = 0,45 €; considerando che il caminetto resta acceso mediamente 10 ore al giorno, ciò porta ad un costo giornaliero di 10 x 0,45 = 4,5 € (pari ad un consumo di 30 Kg di legna);
• Il potere calorifico di 1 Kg di legna è pari a 4.000 Kcal, per cui, nell’arco di 10 ore (una giornata “lavorativa”) si avrà un potere calorifero complessivo pari a 4.000 x 3 x 10 = 120.000 Kcal;
• Le dimensioni del cilindro interno (Ev) del contenitore (B), che contiene il liquido di riscaldamento / raffreddamento, sono pari a: Φ = 2,5 dm (diametro interno); h = 5 dm (altezza),
per cui il Volume del cilindro interno (Ev) è pari a:
VEV = TT*r<2>*h = 3,14<*>(1 ,25)<2*>5 = 25 dm<3>, ossia 25 litri
• Le dimensioni dei contenitore (B) sono le seguenti:
Φ = 3,2 dm (diametro); h = 5,5 dm (altezza),
per cui il Volume del contenitore (B) è pari a:
ossia 45 litri Il volume di liquido che può contenere il contenitore (B) è pari dunque a: VL = VB - VEV = 45 - 25 = 20 litri.
Considerando una differenza di temperatura ΔΤ = 60°C, per riscaldare 20 litri di liquido sono quindi necessarie 20 x 60 = 1.200 Kcal; bruciando 3 Kg di legna all’ora si ottengono 3 Kg/h x 4.000 Kcal ( potere calorifero legna ) = 12.000 Kcal/h, ed essendo 1 Kw = 860 Kcal, per cui in un’ora il potere calorifero complessivo è pari a 12.000 / 860 = 14 Kw/h.
Nel contenitore (B) c’è un filo di acciaio del diametro di 1mm, avvolto su due cilindri, di lunghezza pari a 1.000 m e peso complessivo P = 6,17 Kg. Il filo di acciaio, sottoposto ad una differenza di temperatura ΔΤ = 60°C, per un tempo di 40 secondi, si allunga (come da Sommario a Pag.6) di una quantità ΔL = 0,72 m. Il carico di rottura medio del filo è pari a σn = 125 Kg/mm<2>, mentre il relativo carico di sicurezza è di circa 4 volte più piccolo, ossia os « 30 Kg/mm<2>. La sezione del filo (del diametro di 1 mm, dunque con raggio di 0,5 mm) è pari a: S = ΤΤ*Γ<2 >= 3,14<*>(0,5)<2 >= 0,785 mm<2>. Il carico di sicurezza totale (sull’intera sezione del filo) è quindi pari a: Ftot = σs*S = 30*0.785 = 23,55 Kg.
Il Lavoro fatto (dalla forza termica) per creare la dilatazione / contrazione ΔL del filo, è dato da:
L = Ftot*AL = 23,55*0,72 = 17 Kg.m
Si possono utilizzare delle pompe (P1) e (P2) con portate pari a Q = 2 m<3>/h, capaci quindi di riempire in t = 40 secondi il contenitore (B).
La Potenza sviluppata è pari a: P = L/t = 17/40 = 0,425 Kg/sec, e 1 Kg/sec equivale a 10 Watt, per cui la Potenza sviluppata (in Watt) in un’ora è pari a: P = 0,425 x 10 x 3.600 = 15,23 Kw/h.
Supponendo che il rendimento de! meccanismo sia de! 90%, si ottiene quindi una Potenza effettiva pari a:
Peff = 0,9*P = 13,77 Kw/h, che equivalgono a circa 12.000 Kca!/h, ossia la quantità (potenza) che può fornire il meccanismo in un'ora. Considerando, come scritto sopra, un prezzo di vendita di 0,4 € per Kw, in un giorno (considerando 10 ore di funzionamento) il “ricavo” sarà pari a 13,77 x 0,4 x 10 = 55 €, che in un mese equivalgono a 55 x 30 = 1.650 €; in un anno il ricavo complessivo sarà quindi pari a 1.650 x 12 « 20.000 €!!!.
Considerando, come sopra scritto, un costo medio di acquisto della legna pari a 4,5 € al giorno, in un anno si spenderanno complessivamente 4,5 x 360 = 1.620 €, il che vuol dire che utilizzando tale dispositivo si potrà avere un ricavo netto di circa 18.000 €!!!!!!!. Considerando infine che il costo medio di una termo cucina e del presente dispositivo è di circa 5.000 €, ciò significa che la spesa potrà essere ammortizzata nell’arco di soli tre mesi di funzionamento.
Esempio 2 - Pannelli solari
Il presente dispositivo può essere accoppiato ad un impianto di pannelli solari termodinamici per riscaldare l'acqua per uso domestico. L’utilizzo dei pannelli solari in luogo del tradizionale impianto di riscaldamento a gas consente, di per sé, di realizzare un risparmio annuo pari (mediamente) a 800 €. Accoppiando all’impianto solare-termico il dispositivo oggetto di brevetto, il ricavo annuale (si tralasciano, per brevità di esposizione, i relativi calcoli, che ricalcano sostanzialmente quanto visto nell'esempio 1) è pari a circa 4.500 €. Poiché la capacità del meccanismo proposto di produrre energia elettrica è di circa 15 Kw/h, pari a circa tre volte l’irraggiamento diretto massimo (che avviene nel mese di giugno, ed è pari a 5 Kw/h per metro quadro) e considerando che il meccanismo funziona anche con temperature molto basse (infatti è il gradiente di temperatura ΔΤ = Tf - Ti che ne determina il funzionamento, indipendentemente dai valori di Tf e Ti), raddoppiando la superficie esposta al sole dei pannelli termodinamici si può ottenere un ricavo ancora maggiore.

Claims (3)

  1. RIVENDICAZIONI DEL BREVETTO PER INVENZIONE AVENTE TITOLO: Meccanismo che produce moto rotatorio sfruttando la dilatazione termica dei materiali 1) Meccanismo che produce moto rotatorio meccanico sfruttando la dilatazione termica lineare dei materiali, caratterizzato dal fatto di comprendere i seguenti elementi: • Un accumulatore di calore (Ac), contenente un liquido (L2) riscaldato tramite una serpentina (S) interna all’accumulatore (Ac); • Un contenitore cilindrico (B), con parte cilindrica interna vuota (Ev), nel quale sono contenuti dei fili o funi metallici (C2) e (C3), avvolti attorno ad anelli concentrici (C4) e (C5) e le cui estremità superiori sono solidali alla parete interna del contenitore (B), come da particolare (E) di Fig.1 , la lunghezza di detti fili (C2) e (C3) variando a seconda della temperatura del liquido (L2) proveniente dall’accumulatore (Ac) ed immesso nel volume compreso tra il volume del contenitore (B) ed il volume del cilindro interno (Ev); • Un albero (Q), interno al contenitore (B) e solidale alle estremità inferiori dei fili o funi (C2) e (C3), messo in rotazione alternativamente oraria e antioraria dalla dilatazione / accorciamento dei fili o funi (C2) e (C3); • Un moltiplicatore di velocità unidirezionale (C1), atto a trasformare il moto rotatorio alternato dell’albero (Q) in un moto rotatorio unidirezionale.
  2. 2) Meccanismo che produce moto rotatorio meccanico sfruttando la dilatazione termica lineare dei materiali, come da Rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il moltiplicatore di velocità unidirezionale (C1) è costituito sostanzialmente da due ruote dentate (W1) e (W2), solidali all’albero (Q), in cui: la ruota (W1) è messa in funzione solo quando il moto trasmesso dall’albero (Q) è orario, detta ruota dentata (W1) inducendo in rotazione antioraria una ruota dentata (B2), che mette in rotazione oraria una ruota dentata (B1), che a sua volta induce in rotazione antioraria una ruota dentata (A1) solidale ad un albero di rotazione (Q1); la ruota dentata (W2) è messa in funzione solo quando il moto trasmesso dall’albero (Q) è antiorario, detta ruota dentata (W2) inducendo in rotazione oraria una ruota dentata (B3), che mette in rotazione antioraria una ruota dentata (A2) anch’essa solidale all’albero di rotazione (Q1).
  3. 3) Meccanismo che produce moto rotatorio meccanico sfruttando la dilatazione termica lineare dei materiali, come da Rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che l’albero (Q1) è collegato ad un alternatore (A), atto a trasformare l’energia meccanica di rotazione unidirezionale dell’albero (Q1) in energia elettrica.
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