IT201800009438A1

IT201800009438A1 - Procedimento e apparato per la stimolazione della produzione di vitamina D, la riduzione del colesterolo e l’incremento del testosterone

Info

Publication number: IT201800009438A1
Application number: IT102018000009438A
Authority: IT
Inventors: Fabio Paolo Marchesi
Original assignee: Fabio Paolo Marchesi
Priority date: 2018-10-15
Filing date: 2018-10-15
Publication date: 2020-04-15

Description

Descrizione della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo “Procedimento e apparato per la stimolazione della produzione di vitamina D, la riduzione del colesterolo e l’incremento del testosterone”

La presente invenzione si riferisce ad un innovativo apparato per la stimolazione della produzione di vitamina D, la riduzione del colesterolo e l’incremento del testosterone. Anche un procedimento è descritto.

E’ nota l’importanza della vitamina D per l’assorbimento del calcio, e quindi per aver ossa sane e robuste, ma anche per la salute in generale, lo stato emotivo, il metabolismo, ecc. Le persone con bassi livelli di vitamina D risultano ammalarsi di più di alcuni tumori, di malattie cardiovascolari, di depressione, morbo di parkinson, alzaimer e obesità.

Spesso per aumentare i livelli di vitamina D viene proposta l’assunzione di tale vitamina attraverso integratori vitaminici. I risultati sono però solitamente scarsi o imprevedibili per problemi di malassorbimento. Per ottenere un innalzamento significativo può essere necessario assumere integratori ad alti dosaggi e per lungo tempo, con pericoli di sovradosaggio. E’ anche noto che per l’innalzamento dei valori di vitamina D è utile l’esposizione a raggi ultravioletti, i quali aiutano la sintesi corporea della vitamina D. La principale fonte di raggi ultravioletti è la luce solare, alla quale si consiglia spesso l’esposizione nei casi di carenza di vitamina D. Anche in questo caso, per ottenere aumenti significativi di vitamina D sono necessarie esposizioni continuative relativamente lunghe con alti dosaggi di luce solare, il che porta ad avere esposizioni non solo agli UVB (in particolare UVB compresi fra 290 e 315 nm), ma anche UVA, noti per essere nocivi, e che soprattutto in estate possono essere troppo elevati per non nuocere.

Ciò comporta svariati svantaggi, quali ad esempio il rischio di ustione da esposizione eccessiva, oltre agli effetti negativi quali invecchiamento precoce, ma anche tumori della pelle, ecc. Inoltre, in gran parte del mondo non è possibile esporsi tutto l’anno con sufficiente regolarità a luce solare di adeguata intensità per ottenere e mantenere valori ottimali di vitamina D (ad esempio per le variabilità climatiche stagionali).

Sono anche state proposte apposite lampade UV che permettono di effettuare una esposizione “indoor” per poter stimolare l’abbronzatura e/o cercare di stimolare la sintesi endogena della vitamina D. Tali lampade aggiungono però agli svantaggi della lunga esposizione alla luce solare ulteriori svantaggi, fra i quali spesso una eccessiva localizzazione ed intensità della luce UV, con maggiore rischio di irritazioni e ustioni sulla pelle e altri effetti collaterali negativi.

Inoltre, per avere una intensità di luce UV ritenuta sufficiente allo scopo, le lampade UV necessitano di una relativamente elevata potenza elettrica assorbita. Ciò comporta anche una maggiore difficoltà nel caso si voglia controllare la lampada ad esempio per modularne l’intensità sulla base di programmi di trattamento specifici.

L’impiego di molte lampade per cercare di ottenere comunque una intensità dei raggi ritenuta sufficiente e una superficie di esposizione elevata, comporta la necessità di controllare una potenza elettrica relativamente elevata e ciò può comportare problemi di sicurezza, di affidabilità e di risparmio energetico.

Come ulteriore svantaggio, lampade UV della relativamente elevata potenza che è ritenuta necessaria per un effetto rilevabile nell’innalzamento dei valori di vitamina D, hanno una banda di emissione UV che si estende necessariamente in uno spettro con vari picchi di frequenza ed è necessario un filtraggio ottico, a banda più o meno stretta, al fine di eliminare le componenti dello spettro indesiderate e più potenzialmente dannose. Ciò complica la struttura degli apparecchi e penalizza ulteriormente il risparmio energetico. Le lampade UV di potenza consistente producono inoltre un inaccettabile riscaldamento che si propaga in modo incontrollato all’utilizzatore.

Inoltre, poiché l’intensità luminosa che raggiunge la pelle è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa, anche piccoli cambiamenti nella distanza dalla sorgente determinano consistenti variazioni nell’intensità luminosa ricevuta sulla pelle e questo rende difficile controllare il dosaggio di UVB effettivamente ricevuti e porta ad una sostanziale difficoltà nella stima dei corretti tempi di esposizione. Se la distanza media tenuta dall’utilizzatore dalla sorgente nel corso dell’esposizione è superiore a quella corretta, l’efficacia è ridotta, se è inferiore, c’è il rischio di sovradosaggio, con relativi effetti negativi anche per la probabile presenza di UVA non necessari alla sintesi di vitamina D. E’ in genere ritenuto che per stimolare la sintesi di vitamina D sia necessario esporsi agli UVB presenti nella luce solare o generati da apposite lampade a UV, ma per permettere al ciclo di produzione della vitamina D di essere completo, è altrettanto importante l’esposizione a raggi infrarossi (IR) di adeguata potenza. L’esposizione a IR combinata e sinergica, o successiva, permette di aumentare notevolmente la sintesi e disponibilità di vitamina D nella sua forma attiva utile all’organismo.

Il processo di produzione della vitamina D nel corpo umano richiede infatti varie fasi: gli UVB giocano un ruolo determinante solo nella prima fase di conversione di un colesterolo presente nella pelle (il 7-dehydrocholesterol) in previtamina D3, mentre in una fase successiva, per la conversione di previtamina D3 in Vitamina D3, sono necessari i raggi infrarossi, anch’essi presenti nella luce solare, (maggiormente al tramonto rispetto l’alba e d’estate rispetto all’inverno). La vitamina D3 deve quindi raggiungere la circolazione sanguigna per essere trasportata al fegato, e nei reni, dove viene convertita nella sua forma attiva utile all’organismo. La 25-hydroxyvitamin D [25(OH)D]. Questa è la forma della Vitamina D che viene in genere analizzata dai medici per determinare lo stato di vitamina D di una persona.

La produzione di Vitamina D stimola a sua volta la produzione di testosterone dall’ovaio e dalle cellule di Leyding dei testicoli. Per questo in chi si espone al sole in estate è normale aspettarsi anche il raddoppio dei livelli di testosterone nel sangue, in entrambi i sessi, con notevole aumento della libido.

Scopo della presente invenzione è pertanto quello di fornire un apparato che permetta di aumentare sensibilmente la sintesi corporea della vitamina D nella sua forma attiva, evitando i problemi della tecnica nota summenzionata.

In vista di tale scopo si è pensato di realizzare, secondo l'invenzione, un apparato per la stimolazione della produzione di vitamina D in un utilizzatore, comprendente una sorgente di raggi ultravioletti con banda compresa fra 280nm e 360nm e potenza non superiore a 20W/m2e una sorgente di raggi infrarossi con banda compresa fra 670nm e 1400nm e potenza non superiore a 500 W/m2.

Sempre secondo l’invenzione, si è pensato di realizzare un procedimento comprendente l’esporre almeno parzialmente un utilizzatore ad una sorgente di ultravioletti con banda compresa fra 280 e 360 nm e potenza non superiore a 20W/m<2 >e ad una sorgente di raggi infrarossi con banda compresa fra 670 e 1400nm e potenza non superiore a 500W/m<2>.

Le sorgenti possono essere vantaggiosamente poste ad una distanza prefissata, ad esempio compresa fra i 20 e i 60cm dalla pelle dell’utilizzatore, o anche a contatto con il corpo.

E’ stato sorprendentemente trovato che l’invenzione permette di generare nel complesso tutte e le sole lunghezze d’onda necessarie allo scopo, secondo le proporzioni e le intensità ottimali per massimizzarne l’efficacia evitando effetti collaterali.

La luce solare estiva a mezzogiorno, ad esempio, ha circa lo 0,2% di UVB e il 70 % di infrarossi.

Sempre secondo l’invenzione, si è anche pensato di realizzare un apparato per aumentare ulteriormente la sintesi di vitamina D nella sua forma attiva in un utilizzatore, comprendente una apparecchiatura idonea a svolgere attività fisica cardiovascolare, in modo da mantenere costante la distanza della pelle dalle sorgenti di UVB e IR e determinare al contempo un aumento della circolazione sanguigna.

Si è anche trovato che, poiché la produzione di vitamina D3 avviene nella pelle ma deve poi raggiungere il fegato e i reni per le successive trasformazioni, l’efficacia è ancora maggiore se il soggetto che si espone alla luce UVB e IR secondo l’invenzione effettua, contemporaneamente all’esposizione, una attività fisica che determina un aumento del battito cardiaco e quindi della circolazione sanguigna.

Per rendere più chiara la spiegazione dei principi innovativi della presente invenzione ed i suoi vantaggi rispetto alla tecnica nota si descriverà di seguito, con l'aiuto dei disegni allegati, una realizzazione esemplificativa applicante tali principi. Nei disegni:

-figura 1 rappresenta una vista schematica di un primo apparato secondo l’invenzione;

-figura 2 rappresenta una vista in alzata laterale di un secondo apparato realizzato secondo l’invenzione;

-figura 3 rappresenta una vista ingrandita in prospettiva di una parte dell’apparato di figura 2.

-figura 4 rappresenta una vista schematica di un terzo apparato realizzato secondo l’invenzione;

-figura 5 rappresenta una vista schematica di un quarto apparato realizzato secondo l’invenzione;

Con riferimento alle figure, in figura 1 è mostrato un apparato, indicato genericamente con 10, realizzato secondo l’invenzione.

L’apparato permette di applicare il procedimento secondo l’invenzione. Tale procedimento prevede di esporre parte del corpo dell’utilizzatore, preferibilmente addome, petto, o schiena, ad una sorgente di infrarossi e ad una sorgente di ultravioletti.

In particolare, la sorgente di raggi ultravioletti è preferibilmente scelta per emettere la banda piena di raggi ultravioletti UVB con una piccola estensione a partire da 280 nm, picco a 310 nm e riduzione progressiva fino a 360 nm, con una minima parte (circa il 10 %) di UVA, per una intensità complessiva a 40 cm di distanza non superiore a 20 W/m2.

Vantaggiosamente, la potenza della sorgente ultravioletta può essere compresa fra 5 W/m2 e 15 W/m2 (o anche più, riducendo il tempo di esposizione per mantenere costante il dosaggio).

Ad esempio, può essere impiegata una lampada UVB BroadBand da 9W. Ad esempio la lampada compatta Philips UVB BroadBand pl-s 9w/12 (progettata per trattare malattie della pelle come la psoriasi).

Tale potenza è generalmente ritenuta insufficiente per ottenere una significativa stimolazione della sintesi di vitamina D nel corpo in tempi brevi. La sorgente di raggi infrarossi è preferibilmente scelta per emettere la banda di raggi ultravioletti IR compresa tra 670 e 1400 nm o più, con picco a circa 950 nm, per una intensità complessiva a 40 cm di distanza non superiore a 500 W/m2.

La potenza della sorgente infrarossa può essere compresa fra nell’intervallo da 40 W/m2 a 250 W/m2.

Ad esempio, può essere impiegata una lampada a incandescenza con filamento in tungsteno per infrarossi vicini (760-1400nm) da 140Watt. [Ad esempio la lampada ad infrarossi certificata MIACT da 140W prodotta dall’azienda Fisher su specifiche dell’autore.]

E’ stato sorprendentemente trovato che la combinazione sostanzialmente contemporanea di irraggiamento del corpo con raggi UV e infrarossi come sopra menzionati permette di attivare la sintesi di vitamina D in modo da incrementare sensibilmente i valori di vitamina D nell’utilizzatori in tempi molto brevi. Ad esempio su un soggetto già lievemente abbronzato si è trovato possibile un quasi raddoppio dei livelli di vitamina D con tempi di esposizione di soli 20 minuti ripetuti per 5 giorni.

Le sorgenti di emissione possono essere realizzate con alcune lampade UV ed infrarosse opportunamente distribuite. Ad esempio si è trovato vantaggioso impiegare un numero e/o disposizione di lampade adatte ad illuminare con i raggi infrarossi una superficie di pelle pari a circa 900 cm<2>, un zona del corpo compresa fra il 3% come ad esempio l’addome, e il 40% come ad esempio le gambe, i glutei, l’addome e il petto, se si vogliono eventualmente sfruttare maggiormente anche altri benefici dei raggi infrarossi. Mentre la superficie illuminata dai raggi ultravioletti può essere compresa fra 500 cm<2 >e 2000 cm<2>.

La bassa potenza UV coinvolta, la possibilità di mantenere costante la distanza delle sorgenti dall’utilizzatore permette il calcolo del dosaggio e la previsione dell’efficacia con trattamenti brevi evitando effetti collaterali da esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. Inoltre la bassa potenza rende anche più semplice il controllo dell’emissione da parte delle sorgenti.

L’apparato 10 che permette vantaggiosamente si applicare il procedimento comprende una prima sorgente 11 di emissione di raggi ultravioletti e una seconda 12 sorgente di raggi infrarossi con le caratteristiche sopra menzionate.

Vantaggiosamente, è stato trovato ulteriormente utile impiegare un controllo impulsivo almeno della sorgente infrarossa. Il controllo impulsivo può prevedere impulsi compresi fra 100 e 1000 millisecondi, in particolare fra 500 e 1000 millisecondi, preferibilmente cicli ON/OFF con impulsi ON della durata di 500 millisecondi, distanziati di un intervallo compreso fra 100 e 1000 millisecondi, in particolare fra 100 e 500 millisecondi, ad esempio preferibilmente intervallati da periodi OFF di 500 millisecondi.

Nell’apparato, il controllo impulsivo può essere generato da una opportuna unità di comando elettronico 13, in sé facilmente immaginabile dal tecnico esperto. Il comando impulsivo permette ad esempio di abbassare la temperatura della cute dell’utilizzatore e favorire una migliore distribuzione del calore in profondità nel derma e nel grasso sottocutaneo a parità di energia irradiata, sfruttando vantaggiosamente la diversa inerzia termica di tessuti dall’epidermide al grasso sottocutaneo profondo. Una migliore distribuzione in profondità dell’energia termica prodotta dall’esposizione ai raggi infrarossi con caratteristiche suddette, permette di migliorare gli scambi cellulari ma soprattutto di favorire la microcircolazione sanguigna e linfatica, e favorire così la mobilizzazione e il trasporto della previtamina D3 prodotta nella pelle alla circolazione sanguina, perché raggiunga fegato e reni per la successiva trasformazione.

L’unità di controllo può anche essere programmata o programmabile per stabilire tempi di accensione delle sorgenti (ad esempio fra 0 e 40 minuti) a seconda ad esempio del fototipo dell’utilizzatore, iniziando con esposizioni di pochi minuti ed aumentando progressivamente i tempi di esposizione fino a 40 minuti, prestando attenzione ad aumentare i tempi di esposizione se non si osserva un lieve arrossamento della pelle a 24 ore dall’esposizione (MED Minimal Eritemal Dosage 1). Ci si può esporre al trattamento preferibilmente una volta al giorno, iniziando con 3 volte la settimana, fino al raggiungimento dei valori ematici ottimali di vitamina D per il benessere fisico (indicativamente >= 70) e regolare poi la durata e frequenza delle esposizioni al fine di mantenerne alto il livello.

In ogni caso la durata e la frequenza delle esposizioni potranno essere calibrate sulle caratteristiche, condizioni iniziali ed esigenze dell’utilizzatore al fine di evitare di superare tempi massimi ritenuti di sicurezza o, comunque, accettabili per l’esposizione del corpo dell’utilizzatore alle sorgenti.

Un ulteriore miglioramento si è visto possibile sincronizzando i cicli ON con il battito cardiaco dell’utilizzatore. Ciò può essere fatto nell’apparato impiegando un noto sensore di battito cardiaco 14 (ad esempio mioelettrico od ottico) che invia comandi o impulsi di sincronismo 15 all’unità di comando 13.

L’apparato 10 può essere facilmente realizzato come unità portatile, da posizionare opportunamente davanti all’utilizzatore ad esempio su un tavolouna scrivania. Vantaggiosamente, può anche essere previsto un sensore di distanza 16, connesso all’unità di controllo per regolare la potenza delle lampade e/o spegnere le lampade UV e infrarosso a seconda della distanza dell’apparato dal corpo dell’utilizzatore o se l’utilizzatore si avvicina ad una distanza minore di una prestabilita distanza ritenuta di sicurezza.

In figura 2 è mostrata una seconda realizzazione, indicata genericamente con 110, di un apparato secondo l’invenzione.

L’apparato 110 comprende una postazione 121 di accoglimento dell’utilizzatore in posizione seduta o, preferibilmente, in posizione sdraiata o semisdraiata.

Ad esempio, la postazione 121 può comprendere una superficie sagomata e imbottita 117 sulla quale l’utilizzatore si siede o si sdraia. La superficie 117 è incorporata in una struttura 118 dell’apparato che supporta anche le sorgenti ultravioletta 111 e infrarossa 112 opportunamente distribuite verso la zona di accoglimento. La distanza fra le sorgenti e la postazione di accoglimento può essere controllata con buona precisione così da permettere un migliore controllo dell’entità dell’irraggiamento dell’utilizzatore. Ciò può consentire ad esempio di impiegare una potenza ancora più limitata delle sorgenti e/o di stabilire con precisione le parti del corpo irraggiate.

Le sorgenti possono sempre avere spettro e potenza per unità di superficie irraggiata compresa nei vantaggiosi intervalli summenzionati.

Anche per l’apparato 110 può essere previsto un controllo impulsivo almeno della sorgente infrarossa impiegando una opportuna unità di comando elettronico 113, in sé facilmente immaginabile dal tecnico esperto, eventualmente anche sincronizzando gli impulsi con il battito cardiaco dell’utilizzatore, ad esempio con un noto sensore di battito cardiaco 114 (ad esempio mioelettrico od ottico) che invia un comando o un impulso di sincronismo 115 all’unità di comando 113.

Come mostrato nelle figure 2 e 3, le sorgenti infrarosse possono anche essere in un numero maggiore delle sorgenti UV e interessare anche zone più estese sulla superficie del corpo dell’utilizzatore.

In figura 3 è mostrato una immagine ingrandita di una parte superiore dell’apparato con lampade UV e lampade infrarosse.

Il procedimento secondo l’invenzione può anche comprendere una l’esecuzione di esercizio fisico controllato contemporaneamente all’azione delle sorgenti ultraviolette e infrarosse.

Secondo una vantaggiosa variante realizzativa, l’apparato 110 può perciò anche comprendere un dispositivo 119 per l’esercizio fisico dell’utilizzatore mentre è sottoposto all’azione sostanzialmente contemporanea delle sorgenti UV ed infrarosse.

In particolare, il dispositivo 119 può comprendere una coppia di pedali da azionare con le gambe, mentre l’utilizzatore è nella postazione 121, vantaggiosamente in posizione semisdraiata sulla superficie 117, come visibile in figura 2.

Si è infatti trovato che la combinazione sostanzialmente contemporanea della esposizione alle due sorgenti ultravioletta e infrarosso e l’esercizio fisico migliora ancora di più l’efficacia del procedimento dì produzione veloce di vitamina D da parte dell’utilizzatore.

L’apparato può anche comprendere un adeguato pannello di comando (ad esempio un display touch screen), come ad esempio indicato con 120 nelle figure 1 e 2. L’unità di controllo può ad esempio comprendere un timer per impostare la durata del trattamento, la regolazione delle potenza di ogni sorgente in base alla distanza dal corpo dell’utilizzatore, che può ad esempio variare in base al peso e volume del corpo dell’utilizzatore e altri parametri del trattamento, se desiderato.

Nella figura 4 è mostrato una ulteriore possibile realizzazione di un dispositivo secondo l’invenzione. Tale dispositivo, indicato con 210, realizza un dispositivo per attività fisica del tipo noto come “stepper”.

L’apparato 210 comprende perciò una postazione 221 di accoglimento dell’utilizzatore, il quale si dispone in piedi con i piedi sostenuti da una coppia di pedane 230, 231 con movimento sostanzialmente verticale. Il movimento delle pedane avrà una opportuna resistenza vantaggiosamente regolabile, come noto per i dispositivi stepper.

Una coppia di maniglie di afferramento 232, 233 permettono all’utilizzatore di reggersi. Le maniglie potranno avere anch’esse un movimento di va e vieni, con opportuna resistenza regolabile ed eventualmente sincronizzata con il movimento delle pedane.

Il dispositivo 210 comprende anche le sorgenti ultravioletta 211 e infrarossa 212 opportunamente distribuite verso la zona di accoglimento. La distanza fra le sorgenti e la postazione di accoglimento può essere controllata con buona precisione così da permettere un migliore controllo dell’entità dell’irraggiamento dell’utilizzatore. Ciò può consentire ad esempio di impiegare una potenza ancora più limitata delle sorgenti e/o di stabilire con precisione le parti del corpo irraggiate.

Anche per l’apparato 210 può essere previsto un controllo impulsivo di almeno la sorgente infrarossa impiegando una opportuna unità di comando elettronico 213, in sé facilmente immaginabile dal tecnico esperto, eventualmente anche sincronizzando gli impulsi con il battito cardiaco dell’utilizzatore, ad esempio con un noto sensore di battito cardiaco 214 (ad esempio mioelettrico od ottico) che invia un comando o un impulso di sincronismo all’unità di comando 213.

In figura 5 è mostrato un ulteriore esempio di un dispositivo indossabile, indicato genericamente con 310, realizzato secondo l’invenzione. Tale dispositivo è ad esempio realizzato in forma di fascia 334 destinata ad essere allacciata attorno alla vita dell’utilizzatore come fascia addominale mediante agganci 335, 336 (ad esempio fibbie, velcro, ecc.).

Sulla superficie della fascia sono distribuite sorgenti ultravioletta 311 e infrarossa 312 opportunamente distribuite. Le sorgenti possono essere realizzate ad esempio con opportuni diodi led.

La distanza fra le sorgenti e la pelle dell’utilizzatore è controllata con ottima precisione visto che il dispositivo viene indossato. Ciò può consentire ad esempio di impiegare una potenza ancora più limitata delle sorgenti e/o di stabilire con precisione le parti del corpo irraggiate.

Anche per l’apparato 310 può essere previsto un controllo impulsivo almeno della sorgente infrarossa impiegando una opportuna unità di comando elettronico 313, in sé facilmente immaginabile dal tecnico esperto. Gli impulsi possono anche essere eventualmente sincronizzati con il battito cardiaco dell’utilizzatore, ad esempio con un noto sensore di battito cardiaco 314 (ad esempio mioelettrico od ottico) che invia un comando o un impulso di sincronismo all’unità di comando 313.

Il dispositivo indossabile permette di praticare ad esempio una qualsiasi attività fisica con indosso il dispositivo.

E’ a questo punto chiaro come si siano raggiunti gli scopi dell’invenzione, fornendo apparati che permettono un veloce e significativo aumento dei livelli di vitamina D in un utilizzatore.

A titolo di esempio, si è trovato durante i test che con quattro trattamenti di 30 minuti con un apparato secondo l’invenzione, distribuiti in solo quattro giorni, i livelli di vitamina D (25OH) sono passati da 36,4 ng/ml a 51,9 ng/ml.

Oltre al miglioramento dei livelli di vitamina D si sono trovati migliorati anche i valori di colesterolo (colesterolo totale da 206 mg/dl a 174 mg/dl e colesterolo HDL da 39 a 32) e di testosterone plasmatico (da 4.99ng/ml a 7.28 ng/mL). Ciò è un ulteriore effetto positivo di un apparato secondo l’invenzione.

Naturalmente, la descrizione sopra fatta di realizzazioni applicanti i principi innovativi della presente invenzione è riportata a titolo esemplificativo di tali principi innovativi e non deve perciò essere presa a limitazione dell'ambito di privativa qui rivendicato.

Ad esempio, la forma degli apparati, la disposizione delle lampade e la posizione dell’utilizzatore possono variare a seconda di specifiche esigenze e preferenze. In particolare, le lampade infrarosso possono essere disposte attorno al corpo dell’utilizzatore per interessare una più ampia superficie (d esempio, gambe, fianchi, glutei, addome), mentre le lampade ultraviolette possono essere disposte in alcuni punti più localizzati (ad esempio solo addome o fianchi). Le sorgenti ultraviolette e infrarosse possono anche essere attivate, oltre che contemporaneamente, anche in controfase o alternativamente con brevi tempi di ciclo (ad esempio fino ad 5 secondi) per avere una sostanziale contemporaneità di esposizione durante il trattamento. Elementi di ciascuna delle realizzazioni sopra descritte possono essere anche impiegati nelle altre realizzazioni descritte. Ad esempio la funzione stepper della realizzazione di figura 4 può essere inserita al posto dei pedali nella realizzazione di figura 2 e viceversa. Inoltre, Il sensore di disattivazione delle sorgenti a seconda della distanza dal corpo dell’utilizzatore e descritto per la realizzazione di figura 1 può essere impiegato anche nelle altre realizzazioni. Può anche essere previsto un distanziale meccanico per mantenere l’utilizzatore alla giusta distanza, ad esempio nella realizzazione di figura 4.

Claims

Rivendicazioni 1. Apparato per la stimolazione della produzione di vitamina D in un utilizzatore, comprendente una sorgente (11, 111, 211, 311) di raggi ultravioletti con banda compresa fra 280nm e 360nm e potenza non superiore a 20W/m2e una sorgente (12, 112, 212, 312) di raggi infrarossi con banda compresa fra 670nm e 1400nm e potenza non superiore a 500 W/m2.
2. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la potenza della sorgente ultravioletta è compresa fra 5 e 15W/m<2>.
3. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la potenza della sorgente infrarossa è compresa fra 40 e 250W/m<2>.
4. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la sorgente (11, 111, 211, 311) di raggi ultravioletti ha picco di emissione nell’intorno di 950nm.
5. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la sorgente (12, 112, 212, 312) di raggi infrarossi ha picco di emissione nell’intorno di 310nm.
6. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere una postazione (121) per un utilizzatore e una struttura (118) di supporto di tale postazione (121) e delle sorgenti ultraviolette e infrarosso dirette verso tale postazione (121).
7. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo (119, 210) per l’esercizio fisico di un utilizzatore.
8. Apparato secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il dispositivo (119) comprende una coppia di pedali.
9. Apparato secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il dispositivo (210) è realizzato in forma di “stepper”
10. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di essere indossabile, preferibilmente in forma di fascia (334) da indossare attorno alla vita.
11. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere una unita di controllo (13, 113, 213, 313) che comanda almeno la sorgente infrarossa ad impulsi.
12. Apparato secondo rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che gli impulsi sono compresi fra 100 e 1000 msec, preferibilmente 500 msec.
13. Apparato secondo rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che gli impulsi sono distanziati di un intervallo compreso fra 100 e 1000 msec, preferibilmente 500 msec.
14. Apparato secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che è dotato di un sensore (16) di misura della distanza dal corpo dell’utilizzatore e che regola o disattiva le sorgenti in funzione della distanza rilevata.
15. Apparato secondo rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto comprendere un dispositivo (14, 114, 214, 314) di rilevazione del battito cardiaco dell’utilizzatore e che invia segnali di sincronizzazione all’unità di controllo per sincronizzate al battito cardiaco gli impulsi di comando della sorgente.
16. Procedimento per la stimolazione della produzione di vitamina D in un utilizzatore, comprendente l’esporre almeno parzialmente il corpo dell’utilizzatore ad una sorgente (11, 111, 211, 311) di raggi ultravioletti con banda compresa fra 280nm e 360nm e potenza non superiore a 20W/m2 e ad una sorgente (12, 112, 212, 312) di raggi infrarossi con banda compresa fra 670nm e 1400nm e potenza non superiore a 500 W/m2.
17. Procedimento secondo rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che la potenza della sorgente ultravioletta è compresa fra 5 e 15W/m<2>.
18. Procedimento secondo rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che la potenza della sorgente infrarossa è compresa fra 40 e 250W/m<2>.
19. Procedimento secondo rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che durante l’esposizione dell’utilizzatore alle sorgenti, l’utilizzatore esegue esercizio fisico controllato.