IT201800009252A1 - Cella a combustibile smaltibile ad alta temperatura e apparato comprendente detta cella - Google Patents

Cella a combustibile smaltibile ad alta temperatura e apparato comprendente detta cella Download PDF

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IT201800009252A1
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IT
Italy
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fuel cell
fluid
separator
anode
activating
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Application number
IT102018000009252A
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Inventor
Francesca Nason
Erica Guerriero
Alessandro Bailini
Giordano Pinarello
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Bluethink Spa
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    • H01MPROCESSES OR MEANS, e.g. BATTERIES, FOR THE DIRECT CONVERSION OF CHEMICAL ENERGY INTO ELECTRICAL ENERGY
    • H01M12/00Hybrid cells; Manufacture thereof
    • H01M12/04Hybrid cells; Manufacture thereof composed of a half-cell of the fuel-cell type and of a half-cell of the primary-cell type
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“CELLA A COMBUSTIBILE SMALTIBILE AD ALTA TEMPERATURA E APPARATO COMPRENDENTE DETTA CELLA”
La presente invenzione è relativa ad una cella a combustibile e ad un apparato utilizzatore comprendente detta cella a combustibile.
La presente invenzione è inoltre relativa agli usi della detta cella a combustibile.
In tutti i settori della tecnica, ed in particolare nel settore biomedicale, è sempre più sentita l’esigenza di avere fonti di energia di semplice integrazione, a lunga durata di conservazione e smaltibili senza rischi per l’ambiente e con processi ad alta temperatura.
Nel settore biomedicale, infatti, è sempre più sentita l’esigenza di poter realizzare una fonte di energia integrabile in dispositivi monouso, in dispostivi flessibili o su supporti estremamente sottili, e che, al contempo, sia a basso impatto ambientale e non si deteriori durante i lunghi periodi di stoccaggio.
Attualmente, le soluzioni note non sono in grado di soddisfare i requisiti sopra evidenziati.
È uno scopo della presente invenzione quello di fornire una cella a combustibile che sia priva degli inconvenienti qui evidenziati dell’arte nota; in particolare, è uno scopo del trovato quello di fornire una cella a combustibile che possa essere smaltita con processi ad alta temperatura, ad esempio di combustione in inceneritore o sterilizzazione pre-smaltimento, che possa essere conservata per lunghi periodi prima dell’utilizzo, che sia semplice ed economica, sia dal punto di vista funzionale, sia dal punto di vista costruttivo, che sia integrabile in modo semplice su supporti flessibili o sottili.
In accordo con tali scopi la presente invenzione è relativa ad una cella a combustibile comprendente almeno un elemento anodico, almeno un elemento catodico ed almeno un elemento separatore secco disposto tra l’elemento anodico e l’elemento catodico; l’elemento separatore comprendendo almeno un sale.
La cella a combustibile secondo la presente invenzione è inerte, essendo priva dell’elettrolita liquido che veicola le reazioni elettrochimiche tra l’elemento anodico e l’elemento catodico. L’attivazione della cella a combustibile secondo la presente invenzione può essere effettuata in modo molto semplice nel momento in cui è richiesto l’apporto di energia. È infatti sufficiente apportare una opportuna quantità di liquido attivatore allo strato separatore. Il sale presente nello strato separatore rende sufficiente apportare allo strato separatore un qualsiasi fluido in grado di sciogliere il sale stesso per attivare la cella a combustibile ed avere energia immediatamente disponibile.
Essendo inerte fino a quando non viene attivata, la cella a combustibile secondo la presente invenzione può essere stoccata senza problemi di deterioramento e rischi di malfunzionamenti al momento dell’impiego.
Oltretutto, essendo inerte, lo stoccaggio è sicuro. Infine, la possibilità di essere attivata quando entra in contatto con il fluido attivatore permette una notevole semplificazione dell’apparato che la integra, con vantaggi in termini di affidabilità e riduzione dei costi: l’attivazione dell’apparato stesso, ad esempio, può non richiedere un meccanismo di accensione separato.
Secondo una forma preferita di attuazione, l’elemento separatore ha una struttura porosa e il sale è disperso all’interno della struttura porosa. In questo modo, il sale non rischia di fuoriuscire dall’elemento separatore prima dell’attivazione. Inoltre, la struttura porosa garantisce uno scioglimento ottimale del sale quando è imbevuta con il fluido attivatore.
Preferibilmente il sale è in forma solida.
Secondo una forma preferita di attuazione, l’elemento anodico è rimovibile. In questo modo, l’elemento anodico può essere rimosso per essere sostituito una volta consumato o per essere smaltito separatamente rispetto agli altri componenti della cella a combustibile.
Secondo una forma preferita di attuazione, l’elemento catodico comprende una struttura conduttiva porosa configurata per contenere un fluido.
Secondo una forma preferita di attuazione, la cella a combustibile comprende almeno un elemento diffusore configurato per veicolare un fluido attivatore verso l’elemento separatore. In questo modo, l’apporto del fluido attivatore all’elemento separatore è garantito e velocizzato, ad esempio, in configurazioni in cui l’apporto del fluido attivatore direttamente all’elemento separatore è difficoltoso o in configurazioni in cui è necessario veicolare il fluido a più elementi separatori.
Secondo una forma preferita di attuazione, l’elemento diffusore ha almeno una porzione sostanzialmente a contatto con l’elemento separatore. In questo modo, l’apporto del fluido attivatore è facilitato.
Secondo una forma preferita di attuazione, l’elemento diffusore comprende un circuito fluidico o microfluidico in grado di veicolare un fluido attivatore in una o più direzioni. In questo modo, l’elemento diffusore può veicolare il fluido attivatore lungo uno o più percorsi specifici e distinti ed eventualmente velocizzare la diffusione del fluido attivatore lungo tali percorsi. Tale soluzione può essere utile in casi in cui sia necessario veicolare il fluido attivatore ad una pluralità di elementi separatori distinti.
Secondo una forma preferita di attuazione, il circuito fluidico o microfluidico comprende almeno due percorsi distinti e realizzati in modo tale da evitare contaminazioni tra i fluidi che scorrono in detti percorsi. In questo modo, il fluido che scorre in un percorso non viene contaminato dal fluido che scorre in un altro percorso distinto. Ciò è di fondamentale importanza quando il fluido attivatore, come vedremo più avanti, è un fluido operativo su cui vengono effettuati rilevamenti o misurazioni (ad esempio un fluido biologico).
Secondo una forma preferita di attuazione, la cella a combustibile comprende un involucro esterno aperto. In questo modo, la cella a combustibile non è sigillata ed è sempre aperta per consentire il passaggio di aria e del fluido attivatore. Ciò consente lo smaltimento della cella a combustibile ad alte temperature o mediante inceneritore senza alcun rischio di esplosione.
Infine è un ulteriore scopo della presente invenzione quello di fornire un apparato utilizzatore che sia autonomo dal punto di vista energetico e che abbia una struttura semplice ed economica e che sia facilmente attivabile. In accordo con tali scopi la presente invenzione è relativa ad un apparato utilizzatore comprendente almeno una cella a combustibile come rivendicato nella rivendicazione 14.
L’invenzione viene ulteriormente descritta nei seguenti esempi di attuazione non limitativi.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione che segue di un suo esempio non limitativo di attuazione, con riferimento alle figure dei disegni annessi, in cui:
− la figura 1 è una vista prospettica esplosa, con parti asportate per chiarezza, di una cella a combustibile secondo la presente invenzione;
− la figura 2 è una vista schematica in sezione, con parti asportate per chiarezza, della cella a combustibile di figura 1 provvista di dettagli aggiuntivi;
− la figura 3 è una vista schematica prospettica, con parti asportate per chiarezza, di una cella a combustibile secondo una variante della presente invenzione;
− la figura 4 una vista schematica prospettica, con parti asportate per chiarezza, di una cella a combustibile secondo una ulteriore variante della presente invenzione; − la figura 4a è un ingrandimento di un dettaglio della cella a combustibile di figura 4;
− le figure 5-7 sono rappresentazioni schematiche di un apparato utilizzatore secondo la presente invenzione.
In figura 1 è indicata con il numero di riferimento 1 una cella a combustibile comprendente un elemento anodico 2, un elemento catodico 3, un elemento separatore 4 e, preferibilmente, un elemento diffusore 6.
La cella a combustibile 1 è preferibilmente del tipo metallo-aria.
L’elemento anodico 2 è un elemento anodico metallico. Preferibilmente, l’elemento anodico 2 è un anodo realizzato in alluminio o in una lega di alluminio.
Secondo una forma di realizzazione non illustrata, l’elemento anodico 2 è rimovibile dalla cella a combustibile 1 ed eventualmente sostituibile con un elemento anodico di ricambio.
Secondo una ulteriore forma di realizzazione non illustrata, l’elemento anodico 2 è un foglio metallico.
L’ elemento catodico 3 può comprendere una struttura conduttiva porosa configurata per contenere un fluido. Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato l’elemento catodico 3 comprende una struttura conduttiva porosa realizzata in un materiale comprendente carbonio e contenente aria.
Una variante non illustrata prevede che la struttura conduttiva porosa dell’elemento catodico 3 contenga un fluido. Come vedremo più avanti, il liquido contenuto all’interno dell’elemento catodico 3 può essere anche lo stesso fluido attivatore che viene convogliato all’elemento separatore 4.
Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, l’elemento catodico 3 ha una struttura multistrato.
Con riferimento alle figure 1 e 2, l’elemento separatore 4 è disposto tra l’elemento anodico 2 e l’elemento catodico 3 e comprende almeno un sale.
L’elemento separatore 4 è secco fino a quando la cella a combustibile 1 non viene attivata con l’apporto di un fluido attivatore.
Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, l’elemento separatore 4 è disposto sostanzialmente a contatto con l’elemento anodico 2 e l’elemento catodico 3.
La quantità di sale presente all’interno dell’elemento separatore 4 dipende dal tipo di applicazione della cella a combustibile 1 e dalle dimensioni dello strato separatore 4.
Preferibilmente, l’elemento separatore 4 ha una struttura porosa in cui è disperso il sale.
Il sale è in forma solida ed è preferibilmente disperso in modo omogeneo per velocizzare lo scioglimento e quindi, come vedremo in dettaglio più avanti, velocizzare l’attivazione della cella a combustibile 1.
Oltretutto, minore è la dimensione dei grani/cristalli del sale più veloce è la dissociazione/scioglimento. Pertanto la dimensione dei grani/cristalli del sale può essere definita in base alle esigenze in termini di tempi di attivazione.
Preferibilmente, l’elemento separatore 4 è realizzato in un materiale elettricamente isolante, come ad esempio fibre di cellulosa o un misto cellulosa/poliestere, in cui il sale è disperso.
Come vedremo in dettaglio più avanti, in uso, viene apportata all’elemento separatore 4 una opportuna quantità di un fluido attivatore.
Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, il fluido attivatore si diffonde all’interno dell’elemento separatore 4 e bagna anche le superfici dell’elemento catodico 3 e dell’elemento anodico 2 disposte a contatto con l’elemento separatore 4.
Il fluido attivatore è un solvente del sale contenuto nello strato separatore 4 stesso. Quando l’elemento separatore 4 è bagnato dal fluido attivatore, quindi, si crea un percorso conduttivo per gli ioni tra l’elemento anodico 2 e l’elemento catodico 3 con la conseguente generazione di energia elettrica.
L’energia elettrica così prodotta può essere veicolata tramite opportuni collegamenti (non illustrati per semplicità nelle figure allegate).
Per facilitare l’apporto di fluido attivatore all’elemento separatore 4, nella forma di realizzazione non limitativa qui descritta ed illustrata l’elemento anodico 2 è forato. In particolare, l’elemento anodico 2 presenta un foro 7 passante, preferibilmente disposto in posizione centrale.
Resta inteso che siano possibili altre forme di realizzazione in cui l’elemento anodico e l’elemento catodico non siano forati o in cui almeno uno fra l’elemento anodico e l’elemento catodico sia forato con uno o più fori.
Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato l’elemento anodico 2, l’elemento catodico 3, l’elemento separatore 4 e l’elemento diffusore 6 hanno forma sostanzialmente circolare.
Resta inteso che la forma rappresentata è un esempio realizzativo e che molteplici geometrie possano essere adottate a seconda delle esigenze specifiche e dell’applicazione della cella a combustibile 1. L’elemento diffusore 6 è configurato per veicolare il fluido attivatore all’elemento separatore 4 ed è strutturato in modo da agevolare il passaggio del fluido attivatore. Preferibilmente, l’elemento diffusore 6 è configurato in modo da favorire fenomeni di capillarità per il fluido attivatore.
La struttura geometrica dell’elemento diffusore 6, pertanto, dipende dalla geometria degli spazi a disposizione e dalla geometria dell’elemento anodico 2 e/o dell’elemento catodico 3 e/o dell’elemento separatore 4.
La struttura interna dell’elemento diffusore 6, invece, dipende dal tipo di fluido attivatore impiegato.
In sostanza, la struttura interna dell’elemento diffusore 6 è realizzata in modo da veicolare il fluido attivatore all’elemento separatore 4 e, preferibilmente, minimizzare la quantità di fluido attivatore necessaria per l’attivazione della cella a combustibile 1 e/o condizionare la velocità di diffusione in modo da controllare la dinamica di attivazione della cella a combustibile 1.
Preferibilmente l’elemento diffusore 6 è disposto sostanzialmente a contatto con l’elemento separatore 4.
Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato nelle figure 1 e 2, l’elemento diffusore 6 è realizzato in un materiale poroso ed è provvisto di una protrusione 8 conformata in modo da impegnare il foro 7 dell’elemento anodico 2 ed essere sostanzialmente a contatto con l’elemento separatore 4.
Secondo una variante non illustrata, l’elemento diffusore 6 comprende almeno un circuito fluidico o microfluidico in grado di veicolare il fluido attivatore in una o più direzioni, a seconda delle esigenze.
Una variante non illustrata prevede che la protrusione dell’elemento diffusore impegni un rispettivo foro dell’elemento catodico e/o dell’elemento separatore.
Con riferimento alla figura 2, la cella a combustibile 1 comprende, preferibilmente, anche un involucro 9 esterno in grado di contenere almeno un elemento anodico 2, almeno un elemento catodico 3, almeno un elemento separatore 4 ed almeno un elemento diffusore 6 (se l’elemento diffusore 6 è presente come nella configurazione di figura 2).
L’involucro 9 è forato per consentire l’alimentazione del fluido attivatore ed il passaggio di aria. Nell’esempio non limitativo illustrato in figura 2, l’involucro 9 ha un foro 10 realizzato sostanzialmente coassiale al foro dell’elemento anodico 2 così da ottimizzare il percorso del fluido attivatore. Resta inteso che l’involucro 9 possa avere uno o più fori anche in posizioni diverse.
Preferibilmente, l’involucro 9 è realizzato in un materiale plastico, ad esempio polipropilene.
Preferibilmente l’involucro 9 è definito da almeno due fogli di polipropilene separabili che avvolgono il contenuto della cella a combustibile 1.
Una variante prevede che l’involucro 9 sia realizzato in bioplastica.
In figura 3 è rappresentata una cella a combustibile 20 in accordo ad una seconda forma di attuazione della presente invenzione. La cella a combustibile 20 comprende una pluralità di moduli generatori 21 affiancati. Ciascun modulo generatore 21 comprende un elemento anodico 22, un elemento catodico 23 ed un elemento separatore 24 disposto tra l’elemento anodico 22 e l’elemento catodico 23. Analogamente all’elemento anodico 2, l’elemento anodico 22 è forato e presenta un foro 27, preferibilmente centrale.
Un involucro 29 racchiude i moduli generatori 21 collegati tra loro. Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato, l’involucro 29 comprende una striscia 30 a cui sono accoppiati gli elementi catodici 23 ed una striscia 31 provvista di una pluralità di fori 33 disposti coassiali con i fori 27 degli elementi anodici 22.
I moduli generatori 21 possono essere collegati in serie e/o parallelo. Nell’esempio non limitativo qui descritto ed illustrato i moduli generatori 21 sono tutti collegati in parallelo.
Preferibilmente, i collegamenti tra i moduli generatori 21 sono integrati nelle strisce 30 e 31.
Nell’esempio non limitativo illustrato in figura 3 è visibile un collegamento 34 integrato nella striscia 30 che collega tutti gli elementi catodici 23, mentre un collegamento tra gli elementi anodici 22 integrato nella striscia 31 non è visibile.
Vantaggiosamente, la cella a combustibile 20 può essere dimensionata in termini di tensione e corrente semplicemente regolando il numero di moduli generatori 21 e/o la loro dimensione. Grazie alla particolare struttura dell’involucro (in cui i collegamenti sono integrati nei fogli 30 e 31) la regolazione del numero dei moduli generatori 21 può essere effettuata semplicemente tagliando le strisce 30 e 31 alla lunghezza desiderata.
Una ulteriore variante non illustrata prevede un unico elemento separatore 24 interposto tra le coppie di elementi catodici 23 ed elementi anodici 22.
Una ulteriore variante non illustrata prevede un unico elemento anodico 22 realizzato sotto forma di una striscia metallica, preferibilmente in alluminio ed eventualmente rimovibile.
Una ulteriore variante non illustrata prevede un elemento diffusore che favorisca la diffusione del fluido attivatore agli elementi separatori 24.
In figura 4 è rappresentata una cella a combustibile 40 in accordo ad una terza forma di attuazione della presente invenzione. La cella a combustibile 40 comprende una pluralità di moduli generatori 41 disposti in serie. Ciascun modulo generatore 41 comprende un elemento anodico 42, un elemento catodico 43 ed un elemento separatore 44 disposto tra l’elemento anodico 42 e l’elemento catodico 43. Come illustrato nell’ingrandimento della figura 4a, l’elemento anodico 42, l’elemento catodico 43 e l’elemento separatore 44 presentano rispettivi fori coassiali. I moduli generatori 41 sono impilati in modo tale che l’elemento anodico 42 di un modulo generatore 41 sia a contatto con l’elemento catodico 43 del modulo generatore 41 adiacente. L’impilamento dei moduli generatori 41 crea una sede 45 sostanzialmente cilindrica definita dalla sovrapposizione dei fori dell’elemento anodico 42, dell’elemento catodico 43 e dell’elemento separatore 44 di ciascun modulo generatore 41.
La sede 45 è impegnata da un elemento diffusore 46 sostanzialmente cilindrico e configurato per veicolare il fluido attivatore verso gli elementi separatori 44 di ciascun modulo generatore 41.
Anche la cella a combustibile 40 può essere dotata di un involucro esterno aperto (non illustrato).
Una ulteriore forma di realizzazione non illustrata prevede una combinazione delle configurazioni delle figure 3 e 4. In sostanza, è possibile realizzare una cella a combustibile avente la configurazione a striscia della figura 3, in cui ciascun modulo generatore 31 della striscia è costituito da una pluralità di moduli generatori 41 disposti in serie.
Le celle a combustibile 1, 20, 40 descritte sono inerti fino all’attivazione e pertanto possono essere stoccate per lunghi periodi senza alcun rischio di deterioramento.
L’attivazione delle celle a combustibile 1, 20, 40 avviene mediante l’apporto di una appropriata quantità di fluido attivatore.
La quantità di fluido attivatore necessaria per l’attivazione dipende dalla configurazione della cella a combustibile stessa.
Il fluido attivatore è un fluido in grado di sciogliere il sale contenuto nell’elemento separatore 4, 24 e 44. Preferibilmente il fluido attivatore è un solvente polare.
I fluidi biologici, ad esempio, possono essere impiegati come fluidi attivatori.
Con riferimento alle figure 5, 6 e 7, le celle a combustibile 1, 20, 40 descritte possono essere integrate in un apparato utilizzatore 100 per fornire opportune quantità di energia ad uno o più dispositivi 101 integrati nell’apparato utilizzatore 100 stesso.
L’integrazione della cella a combustibile 1, 20, 40 può prevedere anche che alcune parti della cella a combustibile stessa siano elementi dell’apparato 100 (ad esempio, l’involucro esterno della cella a combustibile può essere definito da una porzione dell’apparato 100 stesso) Il dispositivo 101 integrato nell’apparato 100 può essere, ad esempio, un dispositivo di misura e/o un dispositivo analitico e/o un sensore e/o un dispositivo di feedback sonoro o visivo (es: LED) e/o un dispositivo di comunicazione dati, etc.
In figura 5 è illustrata una prima forma di realizzazione in cui l’apparato 100 comprende un serbatoio 103 di fluido attivatore che può essere aperto all’occorrenza per consentire l’attivazione della cella a combustibile 1, 20, 40.
In figura 6 e in figura 7 sono illustrate due forme di realizzazione in cui l’apparato 100 è provvisto di una apertura 105 per l’alimentazione del fluido attivatore alla cella combustibile 1, 20, 40.
In particolare, nella configurazione della figura 6 il fluido attivatore che viene alimentato alla cella combustibile 1, 20, 40 è lo stesso fluido operativo su cui opera il dispositivo 101.
Ad esempio, nel campo biomedicale è possibile prevedere apparati utilizzatori comprendenti almeno una cella combustibile ed almeno un dispositivo analitico di un fluido biologico (ad esempio saliva, sangue, urine, etc.) e che sfruttino lo stesso fluido biologico per attivare la cella a combustibile e fornire energia al dispositivo analizzatore e ad eventuali dispositivi di trasmissione dei dati acquisiti. Vantaggiosamente, i materiali con cui è realizzata la cella a combustibile secondo la presente invenzione non comprendono elementi nocivi per l’ambiente e che richiedano uno smaltimento controllato. Inoltre, grazie al fatto che la cella a combustibile secondo la presente invenzione non è contenuta in un involucro sigillato, ma è necessariamente aperta per il passaggio di aria e del fluido attivatore, consente anche uno smaltimento ad alte temperature (a cui sono sottoposti tipicamente i rifiuti ospedalieri) o mediante inceneritore senza alcun rischio di esplosione.
Tali aspetti rendono particolarmente adatte le celle a combustibile secondo la presente invenzione per dispositivi monouso, specialmente nell’ambito biomedicale.
Oltretutto, la cella a combustibile secondo la presente invenzione può essere realizzata con processi di taglio e sovrapposizione di strati e saldatura, che consentono di ottenere una struttura flessibile, con forme e dimensioni che possono essere modificate con costi e tempi di attrezzaggio delle linee produttive molto ridotti. La possibilità di ottenere un oggetto flessibile e sottile con forme e dimensioni molto diverse va ad ulteriore beneficio dell’integrazione nei dispositivi.
Risulta infine evidente che alla cella a combustibile, all’uso della cella a combustibile e all’apparato utilizzatore qui descritti possono essere apportate modifiche e varianti senza uscire dall’ambito delle rivendicazioni allegate.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Cella a combustibile (1; 20; 40) comprendente almeno un elemento anodico (2; 22; 42), almeno un elemento catodico (3; 23; 43) ed almeno un elemento separatore (4; 24; 44) secco disposto tra l’elemento anodico (2; 22; 42) e l’elemento catodico (3; 23; 43); l’elemento separatore (4; 24; 44) comprendendo almeno un sale.
  2. 2. Cella a combustibile secondo la rivendicazione 1, in cui l’elemento separatore (4; 24; 44) ha una struttura porosa e il sale è disperso all’interno della struttura porosa.
  3. 3. Cella a combustibile secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui l’elemento anodico (2; 22) è rimovibile.
  4. 4. Cella a combustibile secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui l’elemento catodico (3; 23; 43) comprende una struttura conduttiva porosa configurata per contenere un fluido.
  5. 5. Cella a combustibile secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente almeno un elemento diffusore (6, 46) configurato per veicolare un fluido attivatore almeno verso l’elemento separatore (4; 44).
  6. 6. Cella a combustibile secondo la rivendicazione 5, in cui l’elemento diffusore (6, 46) ha almeno una porzione (8) sostanzialmente a contatto con l’elemento separatore (4; 44).
  7. 7. Cella a combustibile secondo la rivendicazione 5 o 6, in cui l’elemento diffusore (6, 46) comprende almeno un circuito fluidico o microfluidico configurato per veicolare un fluido attivatore in una o più direzioni.
  8. 8. Cella a combustibile secondo la rivendicazione 7, in cui il circuito fluidico o microfluidico comprende almeno due percorsi distinti e realizzati in modo tale da evitare contaminazioni tra i fluidi che scorrono in detti percorsi.
  9. 9. Cella a combustibile secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente un involucro esterno (9; 29) avente una struttura aperta.
  10. 10. Uso di una cella a combustibile (1; 20; 40) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente la fase di provvedere un fluido attivatore all’elemento separatore (4; 24; 44).
  11. 11. Uso secondo la rivendicazione 10, in cui il fluido attivatore è un solvente del sale dell’elemento separatore (4; 24; 44).
  12. 12. Uso secondo la rivendicazione 10 o 11, in cui il fluido attivatore è un solvente polare.
  13. 13. Uso secondo la rivendicazione 10, in cui la cella a combustibile (1; 20; 40) è compresa in un apparato utilizzatore (100) provvisto di almeno un dispositivo (101) configurato per eseguire rilevamenti e/o operazioni su un fluido operativo; il fluido operativo essendo un fluido attivatore per la cella a combustibile (1; 20; 40).
  14. 14. Apparato utilizzatore comprendente almeno una cella a combustibile (1; 20; 40) come rivendicato in una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 9.
  15. 15. Apparato utilizzatore secondo la rivendicazione 14, comprendente almeno una apertura (105) per l’alimentazione di fluido attivatore alla cella a combustibile (1; 20; 40).
  16. 16. Apparato utilizzatore secondo la rivendicazione 14 o 15, comprendente almeno un dispositivo (101) configurato per eseguire rilevamenti e/o operazioni su un fluido operativo; il fluido operativo essendo un fluido attivatore per la cella a combustibile (1; 20; 40).
  17. 17. Apparato utilizzatore secondo la rivendicazione 14, comprendente almeno un serbatoio (103) di un fluido attivatore apribile all’occorrenza per consentire l’apporto del fluido attivatore alla cella a combustibile (1; 20; 40).
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