IT201800008049A1 - Turbina eolica ad asse verticale - Google Patents

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Description

Titolo
Turbina eolica ad asse verticale a pale mobili.
Descrizione
Campo della tecnica
Turbine eoliche ad asse verticale.
Premessa
Gli impianti eolici sono suddivisi in funzione della posizione dell'asse attorno al quale la turbina ruota; tale asse può essere orizzontale o verticale.
Nelle turbine ad asse orizzontale il vento muove le pale che girano attorno ad un asse parallelo al terreno ed alla direzione del vento; proprio a questa tipologia appartengono gli ormai classici aerogeneratori. In sostanza il vento investe il generatore frontalmente, quindi perpendicolarmente all'area circolare generata dalla rotazione.
Nei generatori ad asse verticale l'asse stesso è perpendicolare alla direzione del vento e questa stessa parallela all’area di rotazione..
Attualmente quasi tutti i sistemi eolici sono realizzati con turbine ad asse orizzontale. I principali difetti di queste turbine si possono così riassumere:
1) Hanno un notevole impatto visivo/ambientale;
2) Richiedono una direzione costante del vento;
3) Oltre una certa velocità del vento devono andare necessariamente in blocco, al fine di evitare danni alle singole parti esposte;
4) Il rumore è consistente e, nella maggior parte dei casi, rischia di superare i limiti imposti dalle zone territoriali in cui vengono installate.
5) Richiedono torri portanti molto alte in acciaio di altezze oltre gli 80 metri sulla cui sommità si trova una gondola che contiene un generatore elettrico azionato da un rotore a pale lunghe tra i 20 e i 60 metri.
6) L’efficienza delle pale non supera il 50/55% della spinta esercitata dal vento.
Gli aerogeneratori verticali, pur mantenendo un certo impatto visivo/ambientale, non presentano le problematiche di cui ai superiori punti da 2) a 4) (citati per le turbine ad asse orizzontale), in quanto riescono ad essere efficienti qualunque siano la direzione e la velocità del vento e sono notevolmente silenziose. Tuttavia le realizzazioni finora conosciute (ad es. Turbine Savonius e Turbine Darrieus) non offrono prestazioni tali da farle preferire alle turbine ad asse orizzontale.
La turbina ad asse verticale a pale mobili indipendenti ha un coefficiente di spinta del vento di oltre il 90% sulla pala aperta, riduce al minimo l'impatto sull'ambiente, conservando i pregi di questo tipo di turbina.
Pale mobili
La turbina di trasformazione dell’energia eolica in energia cinetica comprende un rotore verticale portante, nel quale sono inserite in cima, radialmente con il proprio asse sullo stesso piano e ad uguale distanza una dall’altra, tre pale mobili indipendenti orizzontali di forma longitudinale con la superficie piana. La larghezza o altezza della pala sarà proporzionata alla lunghezza in base alle scelte di forma che si vorranno adottare a seconda degli spazi dove collocare la turbina. Una pala più estesa in lunghezza svilupperà certamente maggiore potenza per metro quadrato. Lo spessore sarà adeguato alla resistenza del materiale utilizzato per costruirla.
L’asse che corre sotto la pala per tutta la sua lunghezza è posizionato più vicino ad uno dei lati maggiori in modo che la superficie della pala risulti divisa in due parti, preferibilmente 2/3 e 1/3, una maggiore o posteriore che prima sarà esposta sottovento e una minore o anteriore che per prima andrà controvento. Ogni pala sulla parte sottostante presenta un alettone disposto tra 110° e 140° tra la pala stessa e la faccia dell’alettone che riceve il vento, quella rivolta al bordo posteriore, lungo quanto la pala e largo sufficientemente da ostacolare il flusso del vento favorendo l’alzata della pala e allo stesso tempo la rotazione del rotore con venti moderati. Gli alettoni possono essere due o tre, tutti nella parte posteriore della pala a partire dal primo che sarà adiacente all’asse stesso. In ogni caso gli alettoni non devono superare in larghezza la linea immaginaria orizzontale che parte dal bordo anteriore della pala a riposo con la quale forma un angolo di 5°. La parte minore o anteriore della pala sarà appesantita, aumentandone lo spessore oppure dotandola di pesi supplementari, in modo da avere un peso di poco inferiore rispetto alla parte maggiore o posteriore per agevolare la rotazione della pala. Questo lieve sbilanciamento serve principalmente ad alzare le facciate della pala verso la verticale anche in occasione della minima sollecitazione (minimo alito di vento) e ad abbassarle e farle rimanere in posizione quasi orizzontale in assenza di vento. La particolarità di questa pala è di ruotare su se stessa da 50° a 80° circa, sul proprio asse decentrato, facendo contemporaneamente girare la turbina.
Rotazione
Il tubolare fissato saldamente alla pala come un corpo unico costituisce l'asse portante e di rotazione della pala intorno a se stessa. Tale asse è incastrato, tramite cuscinetti a sfera che ne consentono la rotazione, nell'albero principale (posizionato verticalmente) della turbina (rotore). Nella porzione dell'asse della pala che fuoriesce dal rotore e l’inizio della stessa pala è fissato un braccio di lunghezza adeguata e perpendicolare all'asse della pala, con la funzione di fermare il movimento di rotazione su se stessa della pala quando essa raggiunge le estremità della corsa. Detto braccio unito ad una biella unita a sua volta con una manovella fissata sul rotore ha lo scopo di mantenere, all’interno di un ciclo di rotazione, la pala controvento (o in assenza di vento) a 5° circa, mentre sottovento (o in posizione di lavoro) tra 50° e 85° circa. L’apertura massima a 50° si adotterà nei casi di turbine montate in zone soggette a raffiche di vento superiori alla norma.
La parte più ampia della pala o posteriore (A) è quella che si scontra per prima con il vento quando è in posizione sottovento mentre al contrario quella minore o anteriore (B) impatterà per prima controvento.
Se l’asse della pala è pressofuso nella pala stessa formando un corpo unico vanno comunque rispettate le stesse proporzioni tra peso e ampiezza delle due aree d’impatto.
Funzionamento.
La turbina in oggetto, che è dotata di tre pale orizzontali montate, a uguale distanza una dall’altra, su un rotore verticale, può girare indifferentemente in senso orario o antiorario a seconda di come sono montate le pale. Al rotore è accoppiato un generatore che trasforma l’energia cinetica in energia elettrica.
Movimento rotatorio antiorario visto dall'alto.
Se dividiamo la parte spazzata dal vento a destra del rotore (asse principale della turbina) da quella a sinistra del rotore, avremo che:
In assenza di vento le pale sono distese con le facce che formano un angolo di 5° rispetto all’orizzontale (Fig.3).
All'arrivo del vento, l’azione di quest’ultimo inciderà sulla o sulle pale che, avendo superato il grado 0 (0°) di rotazione del rotore (Fig.1- 3) e (Fig.5- 1), in quel momento si trovano a destra del rotore e sulla parte A. Trovandosi essa già sollevata di pochi gradi il vento spinge sull’alettone sulla sua facciata inferiore che contrastandone l’avanzamento (Fig. 8-R) produce una forza contraria (Fig. 8-P) sulla pala spingendola fino a portarla dalla posizione in piano alla posizione rialzata (Fig. 2- 1). Questo movimento non troverà ostacolo nel peso della maggiore superficie perché bilanciato dalla parte retrostante di peso di poco inferiore. La spinta del vento agirà, adesso, su tutta la superficie della pala, quella più grande in alto (A), e quella più piccola (B) in basso che avrà pure la funzione di frenare la corsa verso l’alto. Sotto la spinta del vento la pala farà girare il rotore fino al raggiungimento del punto di ritorno, 180°, in cui essa è parallela alla direzione del vento. In prossimità dei 180° il vento eserciterà una spinta sempre minore sulla superficie (A) della pala che per effetto del maggiore peso comincerà ad abbassarsi verso la posizione a 5°, raggiungendola del tutto al superamento del punto di ritorno, costretta ora anche dal vento contrario (Fig.5- 2 e 3). Superati i 180° la pala si troverà a sinistra del rotore e inizierà a girare per altri 180° controvento, ma con le facce in posizione inclinata, offrendo quindi al vento una minima superficie d'impatto ed una minore resistenza (Fig.1- 1 e 2). L’alettone non rallenta la pala controvento poiché trovandosi sotto la pala non oltrepassa la linea orizzontale di taglio del vento della punta della pala e non costituisce alcun ostacolo. Il vento stesso scivolando sulla facciata superiore della pala inclinata a 5° la costringerà a questa posizione perché anche controvento la maggiore forza di spinta del vento agirà sulla superficie maggiore (A) che adesso è retrostante l'asse della pala. Completati i 180° passivi il vento colpirà nuovamente la pala dal basso, la porterà gradatamente in posizione di massima esposizione al vento e continuerà a spingerla per altri 180°.
In definitiva a destra del rotore le pale offriranno la massima superficie quindi massima resistenza al vento trasmettendo energia al rotore, mentre a sinistra del rotore offriranno una minima superficie con una minima resistenza.
Il blocco di fine corsa a rotazione.
La novità nel fine corsa a rotazione consiste nell’assenza di un contatto più o meno violento della pala, come nei brevetti JP 2005009473 A e GB 2202 592 A, con elementi fissi che a lungo andare danneggiano inevitabilmente la pala e possono portare alla rottura degli elementi di blocco. Lo stesso danneggiamento può derivare in caso di forti venti ai congegni di blocco previsti direttamente sull’asse rotante come nei brevetti JP 2005 009473 A e CN 2471 963 Y. E’ quindi da ritenere che queste debolezze siano la causa principale che ha scoraggiato l’industria del settore a realizzare questi modelli di pale eoliche. Nel sistema di blocco con biella e manovella, come da rivendicazione 2, non vi è alcun contatto diretto fra un elemento statico, che non c’è, e quello dinamico bensì un passaggio fluido fra le posizioni estreme della pala che alla fine della corsa si trova vincolata da due raggi rotanti che non producono alcun impatto, tutt’al più una breve oscillazione dovuta alla forza inerziale subito assorbita dalla spinta del vento sulla pala. Questa spinta del vento non produce un movimento del braccio, come vedremo in seguito, di direzione perpendicolare verso un blocco fisso o relativamente ammortizzato, ma un movimento rotante senza fine bloccando la pala elasticamente senza produrre attriti che con l’andare del tempo danneggerebbero inesorabilmente tutta la struttura. In definitiva si tratta di un movimento a pendolo dove la biella trascinata dal braccio trascina a sua volta la manovella (bottone di manovella) come un pendolo, appunto, verso la sua verticale raggiungendo il punto della sua circonferenza più vicino, e quindi insuperabile, al braccio tirante che ha così raggiunto il suo limite massimo di allontanamento dal centro di manovella.
Sull’asse è saldato sulla parte iniziale un braccio metallico di determinata lunghezza che al suo apice, con un perno rotante su un cuscinetto a sfera, è unito ad una biella che a sua volta è unita, sempre con un perno e un cuscinetto, ad una manovella ancorata dalla parte opposta ad un perno con cuscinetto, che è il centro di rotazione della manovella, inserito in una piastra saldata sul rotore. Il centro di rotazione della manovella coincide con il punto mediano dell’arco tracciato dal perno di rotazione all’estremità del braccio della pala. L’unione tra il braccio e la biella e tra la biella e la manovella sono fatti su piani diversi per non ostacolarne la rotazione (Fig. 15). Quando il braccio raggiunge i due punti estremi dell’arco all’interno del quale è costretto dalla rotazione della biella e della manovella la pala che oscilla solidalmente con il braccio avrà raggiunto i due punti massimi di apertura (85°) e chiusura (5°) come meglio rappresentato nei disegni di seguito esposti (Fig.10-11-12-13-14). All’estremità della manovella, dal lato in cui si unisce alla biella, è montato un primo magnete permanente contrapposto ad un secondo e un terzo uguali magneti montati sulla piastra sul prolungamento della linea retta che unisce la manovella al braccio della pala nei due punti di massima apertura e chiusura (Fig. 9- P1 e P2). Questi ultimi due magneti montati alla distanza adeguata dalla circonferenza percorsa dal primo magnete e con lo stesso polo magnetico rivolto ad esso hanno lo scopo di facilitare la ripresa della rotazione quando la pala spingerà di nuovo il braccio poiché l’azione dei magneti contrapposti favorisce lo scostamento dallo stallo a 180° della manovella e della biella. La distanza tra questi magneti sarà determinata dalla forza di repulsione data dalla disposizione frontale dello stesso polo magnetico.
Spiegazione del movimento del braccio, della biella e della manovella. (Fig. 9) La pala è chiusa (5°), il braccio di essa si trova in posizione P1, biella e manovella sono perfettamente allineate sulla retta tra P1 e P4 formando un angolo di 180 gradi. Il perno di giuntura tra il piede di biella e il braccio si trova al punto morto 1. Sotto la pressione del vento la pala inizia ad alzarsi verso la posizione verticale, il braccio spinge sul piede di biella e la testa di biella sul bottone di manovella e ambedue iniziano a ruotare sui propri assi, P1 e P3 la biella e P4 la manovella, fino a quando risulteranno sovrapposte ed allineate una sopra l’altra sulla linea retta che passa tra il centro della pala e il centro di rotazione della manovella, il punto P4. Da questa posizione in poi il braccio smette di esercitare una forza di spinta sulla biella e inizia invece a tirarla mentre questa a sua volta tira dietro di sé la manovella. Quindi dal punto P1 al punto P4 il braccio esercita una forza di spinta mentre dal punto P4 al punto P2 esercita una forza di traino. Man mano che il braccio si avvicina al punto P2 seguendo una linea di forza di direzione P4 verso P2, il perno di unione tra la testa di biella e la manovella segue invece una direzione rotatoria che prima rallenta e poi blocca la corsa del braccio una volta raggiunto il punto morto 2 (P2)(85°), quando biella e manovella si ritroveranno allineate sulla retta tra P4 e P2 ritornando ad avere tra di loro un angolo di 180°. La pala adesso ha raggiunto la posizione a 85° ed è pronta a seguire il procedimento inverso ma identico che la riporterà alla posizione a 5°. La velocità di fuga del braccio dal punto P4 al punto P1 o P2, secondo se la pala si sta alzando o abbassando, è prima rallentata e poi fermata dal movimento circolare della manovella al raggiungimento dei punti morti 1 e 2, impedendo al braccio di continuare la sua corsa. La frenata non avviene d’impatto ma è ammorbidita dalla rotazione inerziale di biella e manovella. L’oscillazione del braccio e quindi della pala è di 80°.
Innesto pala sul rotore
L'asse di ogni pala viene inserito sull'albero di rotazione principale passando all'interno di due cuscinetti a sfera nei quali ruota e renderanno fluido il movimento, riducendo al minimo l’attrito (Fig. 4- 4 e 5). I due cuscinetti a sfera sono collocati all’interno di un tubo d’acciaio per tenerli perfettamente allineati (Fig. 4- 6). Questo tubo è saldamente ancorato su una piastra orizzontale all’interno del rotore. Per evitare che la forza centrifuga della turbina in azione possa provocare il distacco della pala dal rotore, un anello con diametro inferiore al cerchio esterno del cuscinetto a sfera prossimo alla pala sarà saldato all’imboccatura del tubo mentre all’estremità dell’asse che fuoriesce oltre il secondo cuscinetto saranno applicati dei fermi che bloccano lo scivolamento dell’asse verso l’esterno. Allo stesso modo dei fermi applicati sul tubo che contiene i due cuscinetti a sfera bloccheranno lo scivolamento verso l’esterno del secondo cuscinetto.
Vantaggi
1. La turbina, non essendo direzionale, si attiva indipendentemente dalla provenienza del vento.
2. Ha un’alta efficienza, in quanto le pale aperte ricevono tutta la spinta muovendosi nella stessa direzione del vento, mentre le pale che si muovono controvento restano chiuse.
3. Minimo impatto visivo dovuto sia alla posizione pressoché orizzontale delle pale in stato di riposo che alla rotazione orizzontale della stessa turbina, disegnando un cerchio parallelo al suolo.
4. La lunghezza delle pale, simile a quelle usate negli aerogeneratori ad asse orizzontale, pur aumentando l’efficienza della turbina non comporta una maggiore altezza della torre portante e quindi dell’impatto ambientale.
5. La turbina può essere collocata ad una altezza minima dal suolo poiché le pale, anche se lunghe, ruotano orizzontalmente.
6. La scarsa resistenza al vento consente di collocare la turbina anche su pali non eccezionalmente resistenti. Si possono adattare anche i pali dei cavi elettrici o quelli per l'illuminazione stradale.
7. Si avvia anche a basse velocità del vento.
8. Costi di costruzione e manutenzione contenuti.
9. Semplicità nella costruzione.
Breve descrizione dei disegni
Fig. 1 Rappresenta una vista dall’alto del rotore, in questo caso di forma esagonale, in presenza di vento, con le pale 1 e 2 abbassate a 5° in posizione di riposo mentre la 3 è alzata a 85° in posizione di lavoro. A e B indicano rispettivamente la parte posteriore e la parte anteriore della pala. 4 indica il contrappeso di bilanciamento.
Fig. 2 Rappresenta una vista dall’alto del rotore, in presenza di vento, con la pala 1 che si sta alzando subendo da sotto la spinta del vento sugli alettoni e sulla parte A, la pala 2 abbassata a 5° con il vento che spinge da sopra la parte A, la pala 3 del tutto alzata a 85 ° con il vento che spinge sia la parte A sia la parte B, facendo girare il rotore.
Fig. 3 Rappresenta una vista dall’alto del rotore, in assenza di vento, con le pale abbassate a 5°. 1 indica i contrappesi. 2 indica gli alettoni (tratteggiati perché sotto la superficie della pala).
Fig. 4 Rappresenta il sistema di rotazione della pala a cuscinetti volventi. 1 asse della pala, 2 rotore, 3 foro nel rotore per l’alloggiamento dell’asse 4 e 5 cuscinetti a sfera, 6 tubo di contenimento dei cuscinetti a sfera.
Fig. 5 Rappresenta una vista prospettica della turbina eolica. La pala 1 con tutta la superficie esposta al vento fa girare il rotore e le pale 2 e 3 abbassate controvento per offrire minore resistenza.
Fig. 6 Vista laterale di una turbina eolica singola. 1 rotore, 2 pala abbassata controvento, 3 pala alzata sottovento (fa girare il rotore), 4 motore generatore con moltiplicatore di giri integrato, 5 palo di sostegno, 6 base.
Fig. 7 Vista laterale di una turbina eolica multipla. 1 rotore, 2 pale abbassate controvento, 3 pale alzate sottovento (fanno girare il rotore), 4 base del rotore, 5 e 6 cuscinetti a sfera alla base del rotore, 7 motore generatore, 8 cinghia di trasmissione con pulegge tra il rotore e l’asse del motore. Fig. 8 Rappresenta una vista laterale della pala con due alettoni. 1 pala controvento.2 pala sottovento. 3 alettone. 4 asse della pala. R resistenza. P portanza.
Fig. 9 Rappresenta il bloccaggio della pala con sistema a rotazione di biella e manovella.1 asse della pala, 2 braccio della pala in posizione chiusa, 3 braccio della pala in posizione aperta, 4 punto di innesto fra testa di biella e bottone di manovella, 5 biella, 6 manovella, 7 centro di rotazione della manovella, 8 circonferenza di rotazione della manovella, 9 circonferenza di rotazione del braccio della pala, 10 punto morto, 11 biella e manovella sovrapposte.
Fig. 10-11-12-13-14 Rappresentano i movimenti del braccio della pala che agisce sulla biella e questa sulla manovella. Fig.10 1 Asse della Pala.2 Braccio (con pala a 5°).3 Biella.4 Manovella.
5 Perno di unione del braccio con il piede di biella.6 Cuscinetto a sfera. 7 Perno di unione della
testa di biella con il bottone di manovella.8 Perno ancorato al rotore e centro di rotazione della
manovella. Fig. 11 La pala sollevandosi spinge il braccio contro il piede di biella, la testa di biella ruota e spinge il bottone della manovella e la fa ruotare. Fig.12 Braccio, biella e manovella
sovrapposti. Fig. 13 La pala continua a sollevarsi, il braccio trascina il piede di biella, la testa di biella ruota e trascina il bottone della manovella e la fa ruotare. Fig.14 La pala raggiunge il
massimo di apertura (85°), biella e manovella sono allineate a 180° e il piede di biella ha raggiunto
il punto più distante dal centro di manovella.
Fig. 15 Rappresenta una vista laterale dell’unione tra il braccio, la biella e la manovella.
1 Asse della pala.2 Braccio.3 Perno di unione braccio-piede di biella.4 Biella.5 Manovella.
6 Perno di unione testa di biella-bottone di manovella.7 Centro di rotazione della manovella.
8 Piastra saldata sul rotore
Realizzazione
Le Fig. 6 e 7 mostrano due esempi di attuazione di questo progetto. Nel primo caso, una turbina singola, il rotore è collegato direttamente al motore generatore, dotato di moltiplicatore di giri, che girando spinto dalle pale produce energia elettrica. Il motore è montato su un palo di sostegno. Nel secondo caso le turbine multiple agiscono su un singolo rotore che alla base è innestato su due grossi cuscinetti a sfera e collegato con delle cinghie di trasmissione ad un generatore elettrico di grandi capacità. La potenza generata da una singola pala è moltiplicata per il numero delle pale installate con una produzione elettrica di centinaia o migliaia di kilowatt, secondo le dimensioni delle pale, mentre la porzione di suolo impegnato è quello di una turbina singola. Inoltre tutta la potenza prodotta sul rotore viene scaricata su un singolo generatore, di peso notevole, posizionato a terra accanto alla base del rotore.
Utilizzo
a. Produzione di energia elettrica per effetto della spinta del vento sulle pale della turbina.
b. Le turbine singole o multiple montate sulle imbarcazioni generano energia per i motori elettrici delle eliche indipendentemente dalla direzione del vento, anche se viene da prua. E alimentano le batterie quando il natante è fermo (ormeggiato). Questo consente una navigazione pulita da inquinanti e silenziosa. c. Queste turbine possono essere montate con facilità sui tetti degli edifici più alti e contribuire al fabbisogno energetico degli stessi.
d. Montate alla sommità dei pali che sorreggono le linee ad alta tensione dei treni per un notevole risparmio energetico nei trasporti.
e. Turbine singole o sovrapposte si possono montare alla sommità dei tralicci dell’alta tensione ad uso civile e industriale.
f. Montate a soffitto nelle gallerie stradali e ferroviarie per trasformare in energia le correnti d’aria.
Gli elementi e le caratteristiche illustrate possono differire senza peraltro uscire dall’ambito di protezione della presente domanda.

Claims (4)

  1. Turbina ad asse verticale a pale mobili Rivendicazioni 1. Turbina di trasformazione di energia eolica comprendente un rotore verticale portante, mezzi di fissaggio dell’elemento verticale ad una struttura di sostegno della turbina permettenti la rotazione del rotore, nel quale sono inserite alla sommità dello stesso radialmente con il proprio asse sullo stesso piano e ad uguale distanza una dall’altra, almeno tre pale mobili indipendenti orizzontali di forma longitudinale con la superficie piana in maniera tale da potere ruotare per un arco di cerchio intorno a detto proprio asse con cui oscillano solidalmente tra una posizione di chiusura di pala a 5°, in cui la superficie sulla quale agisce il vento è minima, ed una posizione di apertura di pala a 85°, in cui la superficie sulla quale agisce il vento è massima, con l’asse che corre sotto la pala per tutta la sua lunghezza e posizionato più vicino ad un lato in modo che la superficie della pala risulti divisa in due parti, una maggiore o posteriore e una minore o anteriore, caratterizzata dal fatto che ogni pala sulla parte sottostante e adiacente all’asse nella parte posteriore della pala presenta un alettone disposto preferibilmente a 120° tra la pala stessa e la faccia dell’alettone rivolta al bordo posteriore della pala (Fig.8), lungo quanto la pala e largo fino alla linea immaginaria orizzontale che parte dal bordo anteriore della pala con la quale forma un angolo di 5°.
  2. 2. Turbina di trasformazione di energia eolica comprendente un rotore verticale portante, mezzi di fissaggio dell’elemento verticale ad una struttura di sostegno della turbina permettenti la rotazione del rotore, nel quale sono inserite alla sommità dello stesso radialmente con il proprio asse sullo stesso piano e ad uguale distanza una dall’altra, almeno tre pale mobili indipendenti orizzontali di forma longitudinale con la superficie piana in maniera tale da potere ruotare per un arco di cerchio intorno a detto proprio asse con cui oscillano solidalmente tra una posizione di chiusura di pala a 5°, in cui la superficie sulla quale agisce il vento è minima, ed una posizione di apertura di pala a 85°, in cui la superficie sulla quale agisce il vento è massima, con l’asse che corre sotto la pala per tutta la sua lunghezza e posizionato più vicino ad un lato in modo che la superficie della pala risulti divisa in due parti, una maggiore o posteriore e una minore o anteriore, caratterizzata dal fatto che (Fig. 10) sull’asse rotante della pala (1) è saldato sulla parte iniziale un braccio metallico (2) di determinata lunghezza che al suo apice, con un perno rotante (5) su un cuscinetto a sfera (6) è unito ad un piede di biella (3) a sua volta unita con la testa di biella ad un bottone di manovella (4) ancorata dalla parte opposta ad un perno con cuscinetto che è il centro di rotazione della manovella (8), inserito in una piastra saldata sul rotore, in cui biella e manovella sono di uguale lunghezza (A), in cui il centro di rotazione della manovella è situato nel punto mediano dell’arco tracciato dal perno di rotazione all’estremità del braccio della pala tra la posizione di massima chiusura (5°) e quella di massima apertura (85°) della pala (Fig.9- P1 e P2) in cui il braccio blocca la pala perché raggiunge i due limiti imposti dalla lunghezza totale o estensione lineare di biella e manovella.
  3. 3. Turbina di trasformazione di energia eolica secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che un secondo alettone è posto tra il primo alettone e il bordo posteriore della pala avente la stessa angolazione e la stessa lunghezza e larghezza del primo alettone e posizionato preferibilmente a metà della distanza tra il primo alettone e il bordo pala.
  4. 4. Turbina di trasformazione di energia eolica secondo le rivendicazioni 1 e 3 caratterizzata dal fatto che un secondo e un terzo alettone sono posti tra il primo alettone e il bordo posteriore della pala aventi la stessa angolazione e la stessa lunghezza e larghezza del primo alettone e posizionati preferibilmente a 1/3 e 2/3 della distanza tra il primo alettone e il bordo pala.
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