IT201800003925A1 - Apparecchio di illuminazione - Google Patents

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Andrea Gallucci
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Artemide Spa
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    • F21Y2115/10Light-emitting diodes [LED]

Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE”
La presente invenzione è relativa a un apparecchio di illuminazione, in particolare per l’illuminazione ambientale (interna e/o esterna).
Nel settore dell’illuminazione, in particolare di interni, sono noti un gran numero di diversi tipi di apparecchi di illuminazione, in grado anche di fornire una molteplicità di funzioni ed effetti luminosi.
Un’esigenza comune è di variare luminosità o intensità luminosa.
Gli apparecchi noti, tuttavia, possono non risultare pienamente soddisfacenti, in particolare dal punto di vista della semplicità ed efficienza del controllo della luminosità.
D’altra parte, nel settore dell’illuminazione è costante la ricerca di soluzioni tecniche che consentano anche di essere integrate in oggetti esteticamente originali, nonché di ottenere effetti luminosi di nuova concezione, essendo in questo settore fondamentale non solo l’aspetto puramente funzionale, ma anche la componente estetica ed emozionale.
È uno scopo della presente invenzione quello di fornire un apparecchio di illuminazione che superi gli inconvenienti evidenziati della tecnica nota; in particolare, è uno scopo dell’invenzione quello di fornire un apparecchio di illuminazione che non sia solo pienamente efficiente, semplice da realizzare e installare, ma che permetta di variare la luminosità in maniera semplice e pienamente efficace, ottenendo anche effetti luminosi di nuova concezione.
La presente invenzione è dunque relativa ad un apparecchio di illuminazione come definito nell’annessa rivendicazione 1.
Ulteriori caratteristiche preferite dell’invenzione sono definite nelle rivendicazioni dipendenti.
L’invenzione fornisce un apparecchio di illuminazione che non solo è semplice da realizzare e usare, ma è anche pienamente efficiente e grandemente versatile nel controllo della luminosità.
In sostanza, l’apparecchio dell’invenzione è formato da una pluralità di settori che definiscono rispettivi moduli luminosi indipendenti per accensione e (opzionalmente) luminosità: ogni settore è dotato di una unità di controllo (scheda elettronica) indipendente, configurata per comandare il funzionamento del rispettivo settore (accensione/spegnimento e luminosità) indipendentemente dal funzionamento degli altri settori.
I settori appaiono completamente di un colore prestabilito, in particolare nero o grigio, quando sono spenti, e sono attivabili in accensione e opzionalmente in regolazione attraverso il tocco manuale della stessa superficie dalla quale avviene l’emissione luminosa.
I settori possono essere combinati insieme in strutture differenti, per realizzare apparecchi di illuminazione aventi forme diverse.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno chiari dalla descrizione che segue di un suo esempio non limitativo di attuazione, con riferimento alle figure dei disegni annessi, in cui:
– la figura 1 è una vista prospettica di un apparecchio di illuminazione in accordo al trovato;
– la figura 2 mostra le operazioni geometriche con le quali viene definita la superficie di emissione dell’apparecchio di illuminazione del trovato;
– la figura 3 è una vista prospettica, con una parte sezionata, di un modulo luminoso facente parte dell’apparecchio di illuminazione di figura 1;
– la figura 4 è una vista prospettica del modulo luminoso di figura 3, con parti rimosse per chiarezza.
In figura 1 è indicato nel suo complesso con 1 un apparecchio di illuminazione per l’illuminazione di ambienti interni e/o esterni.
L’apparecchio 1 include una pluralità di settori 2 poliedrici, definenti rispettivi moduli 3 (uno dei quali, a puro scopo illustrativo, è evidenziato in grigio, per identificarlo rispetto agli altri moduli 3).
In particolare, l’apparecchio 1 si estende lungo un asse A centrale e i settori 2, e quindi i moduli 3, sono collocati attorno all’asse A, che costituisce un asse di simmetria centrale dell’apparecchio 1.
Ciascun settore 2, cioè ciascun modulo 3, ha una superficie 4 esterna che è una superficie poliedrica, formata da una pluralità di facce 5 piane a contorno poligonale, e che definisce la superficie di emissione della luce del modulo 3.
La forma dei moduli 3, cioè dei settori 2 poliedrici, è ricavata geometricamente come sviluppo di grado due di un poliedro su una sfera che circoscrive il poliedro.
In particolare, come mostrato schematicamente nella figura 2, la forma del singolo settore 2 o modulo 3 è ottenuta nel modo seguente:
si definisce un poliedro 6 regolare di partenza, avente una pluralità di facce 7 piane poligonali uguali;
si ricava la sfera 8 circoscritta al poliedro 6 (sfera passante per tutti i vertici del poliedro 6, e in cui il poliedro 6 è inscritto);
si suddivide ciascuna faccia 7 del poliedro 6 in una pluralità di poligoni 9 equilateri;
si proiettano i vertici dei poligoni 9 dal centro 10 della sfera 8 sulla superfice 11 della sfera 8, ottenendo una pluralità di punti di proiezione sulla superficie 11 della sfera 8;
si uniscono i punti di proiezione così individuati sulla superficie 11 della sfera 8 con una pluralità di facce piane poligonali, che costituiscono le facce 5 definenti nel loro assieme la superficie 4 poliedrica del settore 2, cioè del modulo 3.
Nella forma di attuazione illustrata, il poliedro 6 di partenza per la costruzione della superficie 4 poliedrica di ogni settore 2 o modulo 3 è un icosaedro; ciascun settore 2 o modulo 3 è quindi ricavato geometricamente come sviluppo di grado due di un icosaedro su una sfera:
si definisce un icosaedro 6 regolare (poliedro con venti facce 7 piane a forma di triangolo equilatero);
si ricava la sfera 8 circoscritta all’icosaedro 6 (sfera passante per tutti i vertici dell’icosaedro 6 e in cui l’icosaedro 6 è inscritto);
si suddivide ciascuna faccia 7 dell’icosaedro 6 in 16 triangoli 9 equilateri;
si proiettano i vertici di questi triangoli 9 dal centro della sfera 8 sulla superfice 11 della sfera 8, ottenendo una pluralità di punti di proiezione sulla superficie 11;
si uniscono i punti di proiezione così individuati sulla superficie 11 della sfera 8 con una pluralità di facce 5 piane triangolari, ottenendo la superficie 4 poliedrica formata da 16 facce 5 piane triangolari.
Resta inteso che possono essere realizzati settori 2 e moduli 3 aventi forme diverse.
Inoltre, l’apparecchio 1 può comprendere un numero diverso di settori 2, cioè di moduli 3, organizzati diversamente rispetto alla forma di attuazione non limitativa qui descritta ed illustrata a puro titolo esemplificativo.
Nella forma di attuazione di figura 1, l’apparecchio 1 comprende 20 settori 2, cioè anche 20 moduli 3, disposti con simmetria centrale attorno all’asse A.
Almeno alcuni dei moduli 3 (eventualmente tutti i moduli 3) sono moduli luminosi, aventi funzione di illuminazione essendo dotati di rispettive sorgenti luminose.
Nella forma di attuazione illustrata, ad esempio, tutti i settori 2 tranne uno definiscono rispettivi moduli 3 luminosi, mentre un settore 2a definisce un modulo 3a di servizio che non ha funzione di illuminazione; il modulo 3a di servizio è privo di sorgenti luminose ed è destinato al passaggio di un cavo di alimentazione (non illustrato) che alimenta i moduli 3 luminosi, ed eventualmente a una funzione di supporto dell’apparecchio 1, essendo per esempio collegato a una base di supporto opzionale (non illustrata per semplicità).
Come mostrato in maggior dettaglio nelle figure 3 e 4, ogni settore 2, cioè ogni modulo 3, comprende: un corpo 15 cavo estendentesi lungo e attorno a un asse B e definente una camera luminosa 16 (“light box”), avente un’apertura 17 di uscita luce; una sorgente 18 luminosa a LED, posta a una estremità della camera luminosa 16 opposta all’apertura 17 e di fronte all’apertura 17 e lungo l’asse B per emettere luce verso l’apertura 17; uno schermo diffondente 20 posto sull’apertura 17 per uniformare la luce che attraversa l’apertura 17; uno schermo di chiusura 21, sovrapposto allo schermo diffondente 20 e provvisto di un film 22 capacitivo trasparente posto su una faccia dello schermo di chiusura 21; una unità di controllo 23, per esempio una scheda elettronica, collegata alla sorgente 18.
Il corpo 15 ha forma di settore poliedrico.
Nell’esempio illustrato, il corpo 15 (e quindi ciascun modulo 3) ha una parete di fondo 24 triangolare e una terna di pareti laterali 25 che si estendono da rispettivi lati della parete di fondo 24 attorno all’asse B e divergenti dall’asse B e definiscono nel complesso la camera luminosa 16.
Le pareti laterali 25 terminano con rispettivi bordi di estremità 26 poligonali (definiti cioè da rispettive linee spezzate, formate da una serie di segmenti), che delimitano l’apertura 17 di uscita luce.
La camera luminosa 16 alloggia la sorgente 18, preferibilmente (ma non necessariamente) di luce bianca.
La camera luminosa 16 è rivestita di un materiale bianco diffondente ad elevatissima riflettenza (in particolare, superiore o uguale a 95%).
L’apertura 17 è chiusa dallo schermo diffondente 20, realizzato in un materiale diffondente in grado di uniformare la luce che attraversa l’apertura 17; e dallo schermo di chiusura 21, sovrapposto allo schermo diffondente 20 e realizzato in materiale trasparente alla luce e, per esempio, di colore diverso dal bianco, preferibilmente grigio o nero, in modo da avere un aspetto colorato (cioè non bianco), per esempio grigio o nero, quando la sorgente 18 è spenta, e definire una superficie uniformemente illuminata (in particolare, di luce bianca) quando la sorgente 18 è accesa.
Lo schermo di chiusura 21 ha una superficie esterna poliedrica che costituisce la superficie 4 del modulo 3 ed è quindi formata dalle facce 5.
Lo schermo diffondente 20 può essere sostanzialmente piano o avere la medesima forma dello schermo di chiusura 21, in particolare della sua superficie esterna poliedrica.
Il film capacitivo 22 si estende preferibilmente sull’intero schermo di chiusura 21 ed è collegato all’unità di controllo 23 per definire un dispositivo di comando tattile 27 del modulo 3.
L’unità di controllo 23 è configurata per comandare il funzionamento della sorgente 18 del modulo 3, operando l’accensione/spegnimento della sorgente 18 e preferibilmente anche una regolazione di intensità della luce emessa dalla sorgente 18.
Ciascun modulo 3 provvisto dei componenti sopra descritti definisce un modulo luminoso indipendente, essendo la rispettiva unità di controllo 23 configurata per comandare il funzionamento del modulo 3 (accensione/spegnimento e opzionalmente regolazione di luminosità) indipendentemente dal funzionamento degli altri moduli 3.
L’apparecchio 1 ha un superficie di emissione 30 complessiva (figura 1) che è definita dall’assieme di tutte le superfici 4 dei moduli 3, cioè delle rispettive superfici di emissione.
I settori 2, cioè i moduli 3, sono collocati adiacenti gli uni agli altri lungo rispettive pareti laterali 25 a formare l’apparecchio 1. I settori 2 e quindi i moduli 3 possono essere uniti uno all’altro a formare l’apparecchio 1 in vari modi, essendo per esempio supportati da un’anima centrale a forma di poliedro centrale collocata lungo l’asse A al centro dell’apparecchio 1 (non illustrata per semplicità).
In uso, ciascun modulo 3 può essere acceso/spento indipendentemente dagli altri.
L’utilizzatore accende/spegne ogni singolo modulo 3 interagendo direttamente con la rispettiva superficie 4 che ne costituisce anche la superficie di emissione della luce; e può anche opzionalmente variare la luminosità sempre con comando tattile sulla medesima superficie.
La superficie di emissione 30 complessiva dell’apparecchio 1, definita dall’assieme di tutte le superfici 4 dei moduli 3 luminosi, può apparire completamente nera/grigia (o in generale colorata, non bianca) quando tutti i moduli 3 sono spenti; completamente luminosa, eventualmente salvo la porzione costituita dal modulo 3a di servizio (privo di sorgente luminosa) quando tutti i moduli 3 luminosi sono accesi; parzialmente nera/grigia (o colorata) e parzialmente luminosa, se sono accesi alcuni moduli 3 luminosi e altri sono spenti.
L’apparecchio 1 ha quindi un aspetto nero/grigio (o colorato) da spento, mentre è luminoso quando è acceso.
L’apparecchio 1 non ha orientamento preferenziale per assolvere ai compiti illuminotecnici; in qualunque posizione è l’attivazione di determinati settori 2 (cioè moduli 3) che rende l’apparecchio 1 ad emissione diretta, indiretta o mista.
Resta infine inteso che all’apparecchio di illuminazione qui descritto ed illustrato possono essere apportate ulteriori modifiche e varianti che non escono dall’ambito delle annesse rivendicazioni.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparecchio (1) di illuminazione comprendente una pluralità di moduli (3) luminosi disposti attorno a un primo asse (A); ogni modulo (3) comprendendo un corpo (15) cavo estendentesi lungo e attorno a un secondo asse (B) e definente una camera luminosa (16) avente un’apertura (17) di uscita luce; una sorgente (18) luminosa a LED, alloggiata nella camera luminosa (16); una unità di controllo (23) collegata alla sorgente (18); uno schermo diffondente (20) posto sull’apertura (17) per uniformare la luce che attraversa l’apertura (17); uno schermo di chiusura (21), sovrapposto allo schermo diffondente (20); un film (22) capacitivo trasparente posto su una faccia dello schermo di chiusura (21) e collegato all’unità di controllo (23) per definire un dispositivo di comando tattile (27) del modulo (3); in cui i moduli (3) sono conformati come rispettivi settori (2) poliedrici collocati attorno al primo asse (A) e ciascun modulo (3) definisce un modulo luminoso indipendente, azionato dal rispettivo dispositivo di comando tattile (27) in modo indipendente dagli altri moduli (3).
  2. 2. Apparecchio di illuminazione secondo la rivendicazione 1, in cui ciascun modulo (3) ha una parete di fondo (24) triangolare e una terna di pareti laterali (25) che si estendono da rispettivi lati della parete di fondo (24) attorno al secondo asse (B) e divergenti dal secondo asse (B) e definiscono nel complesso la camera luminosa (16).
  3. 3. Apparecchio di illuminazione secondo la rivendicazione 2, in cui le pareti laterali (25) terminano con rispettivi bordi di estremità (26) poligonali delimitanti l’apertura (17), che è provvista dello schermo diffondente (20) e chiusa dallo schermo di chiusura (21).
  4. 4. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la camera luminosa (16) è rivestita di un materiale bianco diffondente ad alta riflettenza.
  5. 5. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui lo schermo diffondente (20) è realizzato in un materiale diffondente in grado di uniformare la luce che attraversa l’apertura (16).
  6. 6. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui lo schermo di chiusura (21) ha una superficie (4) esterna definente una superficie esterna del rispettivo modulo (3) e che è una superficie poliedrica, formata da una pluralità di facce (5) piane.
  7. 7. Apparecchio di illuminazione secondo la rivendicazione 6, in cui la superficie (4) esterna del modulo (3) è una superficie poliedrica formata da (16) facce piane triangolari.
  8. 8. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la forma di ciascun modulo (3) è ricavata geometricamente come sviluppo di grado due di un poliedro (6), in particolare di un icosaedro, su una sfera (8) che circoscrive il poliedro (6).
  9. 9. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui ciascun modulo (3) luminoso è acceso/spento indipendentemente dagli altri dal rispettivo dispositivo di comando tattile (27).
  10. 10. Apparecchio di illuminazione secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui lo schermo di chiusura (21) è realizzato in materiale trasparente e grigio o nero, in modo da avere un aspetto colorato quando la sorgente (18) del modulo (3) è spenta, e definire una superficie uniformemente illuminata quando la sorgente (18) è accesa.
  11. 11. Apparecchio di illuminazione secondo la rivendicazione 11, in cui l’apparecchio (1) ha un superficie di emissione (30) complessiva, definita dall’assieme di rispettive superfici (4) di emissione dei moduli (3) luminosi e che appare grigia o nera quando tutti i moduli (3) luminosi sono spenti; completamente illuminata, eventualmente salvo una porzione definita da un modulo (3a) di servizio privo di sorgente luminosa, quando tutti i moduli (3) sono accesi; parzialmente grigia o nera e parzialmente luminosa, se sono accesi solo alcuni moduli (3) luminosi e altri sono spenti.
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