IT201600118480A1 - Sistema di tenuta e di guida per una macchina confezionatrice - Google Patents

Sistema di tenuta e di guida per una macchina confezionatrice

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IT201600118480A1
IT201600118480A1 IT102016000118480A IT201600118480A IT201600118480A1 IT 201600118480 A1 IT201600118480 A1 IT 201600118480A1 IT 102016000118480 A IT102016000118480 A IT 102016000118480A IT 201600118480 A IT201600118480 A IT 201600118480A IT 201600118480 A1 IT201600118480 A1 IT 201600118480A1
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IT
Italy
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area
housing
disk
disc
handling
Prior art date
Application number
IT102016000118480A
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English (en)
Inventor
Antonio Gigante
Luca Cavazza
Andrea Biondi
Original Assignee
Gd Spa
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Publication date
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    • B25HAND TOOLS; PORTABLE POWER-DRIVEN TOOLS; MANIPULATORS
    • B25JMANIPULATORS; CHAMBERS PROVIDED WITH MANIPULATION DEVICES
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65BMACHINES, APPARATUS OR DEVICES FOR, OR METHODS OF, PACKAGING ARTICLES OR MATERIALS; UNPACKING
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    • B65B51/10Applying or generating heat or pressure or combinations thereof
    • B65B51/16Applying or generating heat or pressure or combinations thereof by rotary members
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B25HAND TOOLS; PORTABLE POWER-DRIVEN TOOLS; MANIPULATORS
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Description

“Sistema di tenuta e di guida per una macchina confezionatrice”
La presente invenzione rientra nel settore tecnico delle macchine automatiche per il confezionamento di prodotti. Nel dettaglio, l’invenzione attiene ad un sistema di tenuta e di guida per una macchina confezionatrice.
Tali sistemi sono impiegati generalmente nelle macchine per il confezionamento di prodotti in settori quali farmaceutico, alimentare o cosmetico. Come noto, le macchine confezionatrici utilizzate in tali settori devono eseguire lavorazioni sui prodotti in condizioni di elevata igiene o addirittura di asetticità, e sono progettate per evitare il più possibile qualsiasi tipo di contaminazione dei prodotti lavorati. A tale scopo, le macchine confezionatrici dedicate ai settori sopradetti, in corrispondenza delle stazioni di lavorazione (riempimento, tappatura, ecc..), comprendono un sistema che separa due zone distinte: una zona di lavorazione, in cui sono convogliati i prodotti su cui agiscono i mezzi di lavorazione e che deve rispettare determinati requisiti di igiene, ed una zona di azionamento in cui sono presenti i meccanismi di azionamento dei mezzi che operano sui prodotti nella zona di lavorazione. Il sistema suddetto deve, quindi, garantire l’ermeticità della zona di lavorazione e, al contempo, consentire la movimentazione dei mezzi operativi tra le due zone.
Il sistema sopraindicato, nel dettaglio, comprende una parete divisoria o una barriera di isolamento, attraverso cui passa un albero che dalla zona di azionamento si sviluppa nella zona di lavorazione e che porta i mezzi di lavorazione. L’albero è movimentato da idonei attuatori, disposti nella zona di azionamento.
Se l’albero deve compiere esclusivamente movimenti di rotazione attorno al proprio asse, vi è rischio ridotto di contaminazioni dalla zona di azionamento verso la zona di lavorazione, in quanto è possibile garantire l’ermeticità della zona di lavorazione grazie alla presenza di guarnizioni di tenuta opportunamente disposte attorno all’albero di movimentazione medesimo.
Quando è invece necessaria la traslazione dell’albero parallelamente alla parete che divide le due zone, ad esempio in direzione perpendicolare al relativo asse, il sistema comprende delle tenute costitute da un soffietto elastico grazie alle quali può essere movimentato l’albero in traslazione. Questo sistema, tuttavia, presenta degli inconvenienti.
In primo luogo, il materiale elastico con cui il soffietto è realizzato, ad esempio gomma, può essere soggetto a danneggiamenti o rotture senza darne evidenza diretta, causando quindi una probabile contaminazione della zona di lavorazione. Queste rotture possono essere dovute sia ad usura meccanica, sia a danneggiamenti dovuti a lavaggi particolarmente intensi (es. getti di vapore od altre sostanze calde e/o in pressione).
Ulteriormente, la pulizia del sistema di tenuta a soffietto risulta poco pratica per la sua conformazione, sia che venga eseguita manualmente, sia che venga eseguita automaticamente.
In alternativa, per limitare il problema della contaminazione, sono predisposti dei sistemi di aspirazione per aspirare aria dalla zona di lavorazione verso la zona in cui sono predisposti i meccanismi. Nel dettaglio, viene prevista una camera intermedia tra la zona di lavorazione e la zona in cui sono predisposti i meccanismi, in corrispondenza della quale vengono disposti i mezzi aspiranti.
Tale soluzione, tuttavia, non garantisce l’assenza assoluta di contaminazioni della zona di lavorazione
Scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti sopra lamentati.
Tale scopo è raggiunto proponendo un sistema di tenuta e di guida in accordo con le rivendicazioni allegate.
Vantaggiosamente, l’invenzione è in grado di evitare il trasferimento di agenti contaminanti e/o batteri dalla zona di azionamento, in cui sono disposti i meccanismi e gli attuatori, verso la zona di lavorazione, in cui avviene la lavorazione dei prodotti, senza compromettere, tra l’altro, la produttività della macchina.
Inoltre, con l’invenzione non sono necessarie le complicazioni strutturali previste in alcune soluzioni di arte nota per evitare la contaminazione della zona di lavorazione.
Ancora un ulteriore vantaggio consiste nel fatto che la soluzione proposta con l’invenzione risulta facilmente pulibile, e resistente anche a lavaggi aggressivi. Ulteriori vantaggi saranno resi evidenti nella trattazione che segue, con l’ausilio delle tavole di disegno allegate, in cui:
- la figura 1 è una vista prospettica, frontale, di un sistema di tenuta e di guida in accordo con la presente invenzione, predisposto in una macchina confezionatrice, in una prima situazione operativa;
- la figura 2 è una vista prospettica, posteriore, del sistema di figura 1;
- la figura 3 è una vista frontale, non prospettica, del sistema di figura 1; - la figura 4 è una vista posteriore, non prospettica, del sistema di figura 1; - la figura 5 è una vista laterale, parzialmente sezionata, del sistema di figura 1;
- le figure 6 e 7 sono viste analoghe rispettivamente alle figure 1 e 2, in una seconda situazione operativa del sistema;
- le figure 8 e 9 sono viste analoghe rispettivamente alle figure 3 e 4, nella seconda situazione operativa del sistema;
- la figura 10 è una vista prospettica di mezzi di movimentazione parte del sistema secondo l’invenzione, alternativi a quelli visibili alle figure 2, 4, 5, 7 e 9.
- Con riferimento alle figure allegate, è stato indicato con 1 un sistema di tenuta e di guida per una macchina M confezionatrice (illustrata solo parzialmente), la quale comprende una zona di lavorazione S ed una zona di azionamento N, tra loro adiacenti. Ad esempio, la macchina M confezionatrice è una macchina del settore alimentare, farmaceutico o cosmetico.
La zona di lavorazione S è quella zona della macchina M in cui vengono convogliati i prodotti per essere processati, mentre la zona di azionamento N è quella zona della macchina M in cui sono disposti i meccanismi di azionamento dei mezzi che operano sui prodotti nella zona di lavorazione S (come verrà meglio chiarito con la seguente trattazione). Come già specificato nella parte introduttiva, la zona di lavorazione S deve rispettare determinati requisiti di igiene, per evitare la contaminazione dei prodotti lavorati. Nel caso di macchine del settore farmaceutico, la zona di lavorazione S è in condizioni di sterilità.
Il sistema 1 comprende: una parete divisoria 2, per separare la zona di lavorazione S dalla zona di azionamento N della macchina M confezionatrice; almeno un elemento di movimentazione 3 (rappresentato nelle figure in maniera esemplificativa e parziale come un albero 3), che si estende dalla zona di azionamento N alla zona di lavorazione S, attraversando la parete divisoria 2. In altre parole, l’elemento di movimentazione 3 presenta una relativa porzione 30 disposta nella zona di lavorazione S, ed una relativa porzione 300 disposta nella zona di azionamento N (quest’ultima visibile in particolare in figura 5).
Il sistema 1 comprende inoltre: mezzi di movimentazione 4 disposti nella zona di azionamento N, per movimentare l’elemento di movimentazione 3 almeno lungo una prima direzione D1 (indicata in maniera esemplificativa nelle figure), trasversale (ovvero non parallela) al relativo asse H. Ad esempio, la prima direzione D1 può essere parallela alla parete divisoria 2, e, nella forma di realizzazione illustrata è perpendicolare all’asse H dell’elemento di movimentazione 3.
In particolare, la parete divisoria 2 comprende: una prima parte 20 comprendente a sua volta un primo alloggiamento delimitato da un primo bordo circolare; ed un primo disco 21, inseribile nel primo alloggiamento, per risultare ruotabile rispetto alla prima parte 20. Il primo disco 21 comprende a sua volta un secondo alloggiamento, delimitato da un secondo bordo circolare, eccentrico rispetto al centro O del primo disco 21 stesso.
La parete divisoria 2 comprende ulteriormente un secondo disco 22, inseribile nel secondo alloggiamento, per risultare ruotabile rispetto al primo disco 21.
Il secondo disco 22 comprende a sua volta un terzo alloggiamento delimitato da un terzo bordo circolare, eccentrico rispetto al centro P del secondo disco 22 stesso, con l’elemento di movimentazione 3 che è inserito nel terzo alloggiamento. In altre parole l’elemento di movimentazione 3 attraversa la parete divisoria 2 in corrispondenza del terzo alloggiamento del secondo disco 22, a cui è vincolato (in particolare a cui è collegato girevolmente), per risultare eccentrico rispetto al centro P del secondo disco 22.
Inoltre, il sistema 1 comprende mezzi di tenuta rotante 200, 210, 220, disposti in corrispondenza del primo alloggiamento, del secondo alloggiamento e del terzo alloggiamento, per consentire la tenuta tra la zona di lavorazione S e la zona di azionamento N e la rotazione relativa del primo disco 21, del secondo disco 22 e dell’elemento di movimentazione 3.
Nel sistema 1, quindi, è presente una prima coppia rotoidale tra la prima parte 20 della parete divisoria 2 ed il primo disco 21. Inoltre, sono presenti una seconda coppia rotoidale, determinata tra il primo disco 21 ed il secondo disco 22, ed una terza coppia rotoidale determinata tra l’elemento di movimentazione 3 ed il secondo disco 22.
Con riferimento a quanto illustrato, la prima parte 20 della parete divisoria 2 è fissa (costituisce un telaio).
Vantaggiosamente, il fatto che il primo disco 21 possa ruotare rispetto alla prima parte 20 della parete divisoria 2 e che il secondo disco 22, eccentrico rispetto al primo disco 21 possa ruotare rispetto a quest’ultimo (portando l’elemento di movimentazione 3 in maniera eccentrica e girevole, grazie ai mezzi di tenuta rotante 200, 210, 220), consente movimenti traslatori dell’elemento di movimentazione 3 lungo almeno una prima direzione D1 trasversale al relativo asse H (preferibilmente lungo una prima direzione D1 parallela alla parete divisoria 2, come illustrato nelle figure allegate). Nel dettaglio, gli assi del primo disco 21 e del secondo disco 22 sono tra loro paralleli, e la prima direzione D1 giace su di un piano perpendicolare agli assi di rotazione del primo disco 21 e del secondo disco 22. Con particolare riferimento alle figure, in una soluzione preferita, ma non esclusiva, anche l’asse H dell’elemento di movimentazione 3 (che è un albero nelle soluzioni illustrate) è parallelo agli assi di rotazione del primo disco 21 e del secondo disco 22. Pertanto, in questo caso specifico la prima direzione D1 è perpendicolare anche all’asse H dell’elemento di movimentazione. Per maggior chiarezza, comunque, si sottolinea che l’asse di rotazione della terza coppia rotoidale formata tra l’elemento di movimentazione 3 ed il secondo disco 22 non è necessariamente coincidente con l’asse dell’elemento di movimentazione 3. La condizione sufficiente al funzionamento del sistema è che gli assi di rotazione della prima coppia rotoidale, della seconda coppia rotoidale e della terza coppia rotoidale sopra descritte siano tra loro paralleli.
In altre parole, il sistema 1 proposto con l’invenzione può garantire la tenuta della zona di lavorazione S, pur permettendo il moto dell’elemento di movimentazione 3 nella citata prima direzione D1, senza la necessità di prevedere sistemi “a soffietto” o la predisposizione di mezzi aspiranti, come invece era necessario con i sistemi di tipo noto. Ciò è garantito dal fatto che, con il sistema 1, l’elemento di movimentazione 3 non è soggetto a traslazioni assiali,
Resta inteso che con l’espressione “parete divisoria” utilizzata nella presente trattazione non si intende esclusivamente una parete piana come quella illustrata negli esempi allegati, ma l’espressione è da intendersi estesa a qualsiasi elemento (o pluralità di elementi) di qualsiasi geometria (anche non uniforme), di qualsiasi materiale e avente qualsiasi inclinazione nello spazio, che sia atto a separare tra loro due ambienti adiacenti.
Dalle figure 1-5, relative ad una prima configurazione del sistema 1, e dalle figure 6-9 relative ad una seconda configurazione del sistema 1, è possibile osservare la traslazione dell’elemento di movimentazione 3 mediante il cinematismo offerto dal sistema 1. Chiaramente, la corsa massima dell’elemento di movimentazione 3 lungo almeno la citata prima direzione D1 dipende dalle dimensioni del diametro del primo disco 21 (ovvero del disco più grande) e dal rapporto tra il diametro del primo disco 21 ed il diametro del secondo disco 22, ovvero dalle dimensioni del primo disco 21, del secondo disco 22 e dell’elemento di movimentazione 3.
Preferibilmente, i mezzi di tenuta rotante 200, 210, 220 (meglio visibili in figura 5, illustrati solo in maniera schematica ed indicativa nelle figure 1, 3, 6, 8) comprendono un primo anello di tenuta e supporto 200, disposto tra la prima parte 20 ed il primo disco 21, in corrispondenza del primo alloggiamento (ovvero del primo bordo circolare); un secondo anello di tenuta e supporto 210, disposto tra il primo disco 21 ed il secondo disco 22, in corrispondenza del secondo alloggiamento (ovvero del secondo bordo circolare); ed un terzo anello di tenuta e supporto 220, disposto tra il secondo disco 22 e l’elemento di movimentazione 3, in corrispondenza del terzo alloggiamento (ovvero del terzo bordo circolare). Inoltre, i mezzi di tenuta rotante comprendono cuscinetti volventi o boccole (non indicati nelle figure allegate), associati ai citati anelli di tenuta e supporto 200, 210, 220, disposti nella zona di azionamento N, per consentire la rotazione reciproca tra le parti.
I mezzi di tenuta rotante 200, 210, 220, quindi, garantiscono la tenuta stagna tra la zona di lavorazione S e la zona di azionamento N, nonché la possibile movimentazione dei componenti del sistema 1.
Chiaramente, possono essere previsti altri mezzi la cui funzione sia equivalente a quella sopra descritta.
Preferibilmente, il sistema 1 comprende mezzi di guida 5, disposti nella zona di azionamento N, collegati all’elemento di movimentazione 3 per guidare l’elemento di movimentazione 3 almeno lungo la citata prima direzione D1, trasversale al relativo asse H. I mezzi di guida 5 offrono supporto e stabilità all’elemento 3 durante la relativa movimentazione. Nelle figure 2, 4, 5, 7, 9, i mezzi di guida comprendono una slitta 5.
Secondo una preferita forma di realizzazione, i mezzi di guida 5 ed i mezzi di movimentazione 4 sono predisposti per guidare e movimentare l’elemento di movimentazione 3 anche lungo una seconda direzione, trasversale al relativo asse H e differente dalla prima direzione D1.
Ad esempio, i mezzi di guida 5 ed i mezzi di movimentazione 4 sono predisposti per guidare e movimentare l’elemento di movimentazione 3 in modo che possa compiere una traiettoria “a L” nella zona di lavorazione S, od una traiettoria curvilinea od obliqua rispetto alla prima direzione D1 (situazione non illustrata).
Chiaramente, i mezzi di guida 5 ed i mezzi di movimentazione 4 possono essere predisposti per guidare e movimentare l’elemento di movimentazione 3 anche lungo ulteriori direzioni differenti rispetto a quanto descritto, purché tali direzioni di movimentazione giacciano su piani perpendicolari agli assi di rotazione del primo disco 21 e del secondo disco 22 (ovvero agli assi di rotazione della prima coppia rotoidale e della seconda coppia rotoidale), nonché all’asse di rotazione della terza coppia rotoidale.
Con riferimento alle figure 1-9, i mezzi di movimentazione 4 sono predisposti per agire direttamente sull’elemento di movimentazione 3 per movimentarlo lungo la prima direzione D1, con il primo disco 21 ed il secondo disco 22 che ruotano in conseguenza alla movimentazione dell’elemento di movimentazione 3. In altre parole, il primo disco 21 ed il secondo disco 22, in questo caso, seguono passivamente la movimentazione dell’elemento di movimentazione 3.
Ad esempio, con particolare riferimento alle figure 2, 4, 5, 7, 9 allegate, i mezzi di movimentazione 4 comprendono un motore 40 ed un sistema biella-manovella 41, 42 movimentato dal motore 40 e collegato all’elemento di movimentazione 3. Secondo un’alternativa, illustrata ad esempio in figura 10, i mezzi di movimentazione 4 sono predisposti per agire sul primo disco 21 e sul secondo disco 22 per movimentare indirettamente l’elemento di movimentazione 3 lungo la prima direzione D1.
Ad esempio, con riferimento alla figura 10, i mezzi di movimentazione 4 comprendono un primo motore 421 ed un secondo motore 422, predisposti per movimentare direttamente rispettivamente il primo disco 21 ed il secondo disco 22. Come si vede dalla schematizzazione di figura 10, al primo motore 421 ed al secondo motore 422 sono collegate rispettive estremità dentate E1, E2 (nella pratica costituite, ad esempio, da fasce o ruote dentate); analogamente, il primo disco 21 ed il secondo disco 22 presentano bordi dentati B1, B2 disposti nella zona di azionamento N, in grado di ingranare rispettivamente con l’estremità dentata E1 del primo motore 421 e con l’estremità dentata E2 del secondo motore 422, in modo che sia trasferita la movimentazione in rotazione dai due motori 421, 422 ai due dischi 21, 22. In questo caso, chiaramente, il sistema 1 comprende mezzi di vincolo (non illustrati) per impedire la rotazione dell’elemento di movimentazione 3. La rotazione dell’elemento di movimentazione 3 può essere, comunque, comandata in maniera indipendente e controllata da appositi mezzi di comando non illustrati, disposti nella zona di azionamento.
Chiaramente, i mezzi di movimentazione 4 , possono comprendere qualsiasi altro sistema idoneo alla movimentazione dell’elemento 3 almeno lungo la citata prima direzione D1.
Con riferimento a figura 5, l’elemento di movimentazione 3 può essere conformato per definire al suo interno un alloggiamento 31, comunicante con la zona di azionamento N, che può essere utilizzato per scopi differenti, come sarà chiarito nel seguito.
Ad esempio, l’elemento di movimentazione 3, in corrispondenza della relativa porzione 30 disposta nella zona di lavorazione S, porta dei mezzi operativi (non illustrati), per agire nella zona di lavorazione S. Tali mezzi operativi possono essere costituiti da almeno una pinza o una ventosa, o da una combinazione di differenti elementi. In questo caso, il sistema 1 può comprendere ulteriormente mezzi di comando (non illustrati), disposti entro l’alloggiamento 31 dell’elemento di movimentazione 3, e che si sviluppano dalla zona di azionamento N, per comandare i mezzi operativi in maniera indipendente dalla movimentazione dell’elemento 3 medesimo. Ad esempio, i mezzi di comando possono essere predisposti ad attivare l’apertura e la chiusura di una pinza o l’azione di una ventosa.
Entro l’alloggiamento 31 può essere disposto un meccanismo di movimentazione dei mezzi operativi, che, ad esempio, permette di ruotare questi ultimi in due versi di rotazione opposti attorno ad un asse di rotazione parallelo o coincidente con l’asse H dell’elemento di movimentazione 3.
Secondo un’altra alternativa, l’alloggiamento 31 definito entro l’elemento di movimentazione 3 può essere utilizzato come passaggio per convogliare nella zona di lavorazione S liquidi o gas di processo (azoto, aria compressa, vuoto, ecc.) o collegamenti elettrici dalla zona di azionamento N.
In base allo stesso principio di quanto finora descritto, l’ambito di tutela dell’invenzione include anche il caso in cui il primo disco comprenda due secondi alloggiamenti, entro cui sono disposti due secondi dischi, a ciascuno dei quali è vincolato girevolmente un corrispondente elemento di movimentazione (situazione non illustrata). In questo caso, la movimentazione dei due secondi dischi può essere attuata in maniera sincrona o indipendente, ovvero utilizzando il medesimo azionamento o due azionamenti tra loro distinti.
Secondo un’altra alternativa, anch’essa non illustrata, può essere previsto che il primo disco sia provvisto di due secondi alloggiamenti, entro cui sono disposti due secondi dischi, tra loro vincolati, e sia presente un solo elemento di movimentazione fissato a uno dei due secondi dischi. In questo caso, il secondo disco a cui non è vincolato l’elemento di movimentazione può fungere da supporto, ad esempio, per un elemento di sostegno (es. un cannotto) fissato allo stesso e che si protende solo nella zona di lavorazione (senza quindi interessare anche la zona di azionamento). Tale elemento di sostegno può essere utile per agevolare le operazioni nella zona di lavorazione; in particolare, l’elemento di sostegno può essere collegato all’elemento di movimentazione per formare con questo un cinematismo che segue la movimentazione di tutto il sistema 1 e che può essere impiegato per il supporto di idonei mezzi che operano nella zona di lavorazione (es. per garantire in maniera ottimale il supporto di un vassoio).
L’invenzione attiene ulteriormente ad una macchina M confezionatrice, solo parzialmente illustrata nelle figure allegate.
La macchina comprende una zona di lavorazione S, in cui vengono convogliati i prodotti per essere confezionati (ovvero riempiti, tappati, ecc.).
La macchina M comprende ulteriormente una zona di azionamento N, disposta adiacente alla zona di lavorazione S, ed un sistema 1 di tenuta e guida secondo una delle forme di realizzazione sopradescritte.
Di conseguenza, la macchina M presenta, quindi, i medesimi vantaggi del sistema 1, in quanto lo comprende.
Chiaramente, nella macchina M, la parete divisoria 2 del sistema 1 sopradescritto è disposta tra la zona di lavorazione S e la zona di azionamento N, come descritto in precedenza.
Come già specificato nella parte introduttiva della presente trattazione, la macchina M confezionatrice può ad esempio essere una macchina automatica impiegata in settori quali alimentare (es. macchina per il confezionamento di vasetti di yogurt), farmaceutico (es. macchina per il riempimento di fiale o flaconi), cosmetico (es. macchina per il confezionamento di tubetti di prodotti in crema) o in qualsiasi altro settore sia richiesta sterilità, elevata igiene o comunque una netta separazione tra due ambienti con requisiti differenti (es. applicazioni in atmosfere modificate).
Come anticipato in precedenza, è chiaro che l’invenzione trova vantaggiosa applicazione in particolare in tutti i settori in cui è richiesta elevata igiene od addirittura asetticità. L’utilizzo di tenute rotanti anziché mezzi traslanti è certamente preferito in tali settori poiché permette la trasmissione del moto senza che ci sia alcun elemento che passa dalla zona di azionamento a quella di lavorazione. Con l’invenzione proposta, il movimento traslante è realizzato mediante l’utilizzo di mezzi di tenuta rotante, che permettono quindi di superare le problematiche di arte nota.

Claims (11)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1) Sistema (1) di tenuta e di guida per una macchina (M) confezionatrice che comprende una zona di lavorazione (S), per ricevere i prodotti da processare, ed una zona di azionamento (N), tra loro adiacenti; il sistema (1) comprende: una parete divisoria (2), per separare la zona di lavorazione (S) dalla zona di azionamento (N); almeno un elemento di movimentazione (3), che si estende dalla zona di azionamento (N) alla zona di lavorazione (S), attraversando la parete divisoria (2) e che presenta un asse longitudinale (H) di sviluppo; mezzi di movimentazione (4), disposti nella zona di azionamento (N), per movimentare l’elemento di movimentazione (3) almeno lungo una prima direzione (D1) trasversale al relativo asse (H); caratterizzato dal fatto che: la parete divisoria (2) comprende: - una prima parte (20) comprendente almeno un primo alloggiamento delimitato da un primo bordo circolare; - almeno un primo disco (21), inseribile nel primo alloggiamento, per risultare ruotabile rispetto alla prima parte (20); il primo disco (21) comprende a sua volta almeno un secondo alloggiamento delimitato da un secondo bordo circolare, eccentrico rispetto al centro (O) del primo disco (21) stesso; - almeno un secondo disco (22), inseribile nel secondo alloggiamento, per risultare ruotabile rispetto al primo disco (21); il secondo disco (22) comprende a sua volta un terzo alloggiamento delimitato da un terzo bordo circolare, eccentrico rispetto al centro (P) del secondo disco (22) stesso; con l’elemento di movimentazione (3) che è inserito nel terzo alloggiamento e dal fatto che il sistema (1) comprende mezzi di tenuta rotante (200, 210, 220), disposti in corrispondenza del primo alloggiamento, del secondo alloggiamento e del terzo alloggiamento, per consentire la tenuta tra la zona di lavorazione (S) e la zona di azionamento (N) e la rotazione relativa del primo disco (21), del secondo disco (22) e dell’elemento di movimentazione (3).
  2. 2) Sistema secondo la precedente rivendicazione, in cui i mezzi di movimentazione (4) sono predisposti per agire direttamente sull’elemento di movimentazione (3) per movimentarlo lungo la prima direzione (D1), con il primo disco (21) ed il secondo disco (22) che ruotano in conseguenza alla movimentazione dell’elemento di movimentazione (3).
  3. 3) Sistema (1) secondo la precedente rivendicazione, in cui i mezzi di movimentazione (4) comprendono un motore (40) ed un sistema biellamanovella (41, 42), collegato all’elemento di movimentazione (3).
  4. 4) Sistema (1) secondo la rivendicazione 1, in cui i mezzi di movimentazione (4) sono predisposti per agire sul primo disco (21) e sul secondo disco (22) per movimentare indirettamente l’elemento di movimentazione (3) lungo la prima direzione (D1).
  5. 5) Sistema (1) secondo la precedente rivendicazione, in cui i mezzi di movimentazione (4) comprendono un primo motore (421) ed un secondo motore (422), predisposti per movimentare direttamente rispettivamente il primo disco (21) ed il secondo disco (22); il primo motore (421) ed il secondo motore (422) comprendono rispettive estremità dentate (E1, E2); e il primo disco (21) ed il secondo disco (22) presentano bordi dentati (B1, B2) disposti nella zona di azionamento (N), in grado di ingranare rispettivamente con l’estremità dentata (E1) del primo motore (421) e con l’estremità dentata (E2) del secondo motore (422).
  6. 6) Sistema (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente ulteriormente mezzi di guida (5), disposti nella zona di azionamento (N), collegati all’elemento di movimentazione (3) per guidare l’elemento di movimentazione (3) almeno lungo la citata prima direzione (D1) trasversale al relativo asse (H).
  7. 7) Sistema (1) secondo la precedente rivendicazione, in cui i mezzi di guida (5) ed i mezzi di movimentazione (4) sono predisposti per guidare e movimentare l’elemento di movimentazione (3) anche lungo una seconda direzione, trasversale al relativo asse (H) e differente dalla prima direzione (D1).
  8. 8) Sistema (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui l’elemento di movimentazione (3) è conformato in modo da definire al suo interno un alloggiamento (31), comunicante con la zona di azionamento (N).
  9. 9) Sistema (1) secondo la precedente rivendicazione, in cui l’elemento di movimentazione (3) porta dei mezzi operativi in corrispondenza di una relativa porzione (30) disposta nella zona di lavorazione (S), per agire nella zona di lavorazione (S); il sistema (1) comprende ulteriormente mezzi di comando, disposti entro l’alloggiamento (31) dell’elemento di movimentazione (3), per comandare i mezzi operativi in maniera indipendente dalla movimentazione dell’elemento (3) medesimo.
  10. 10) Sistema (1) secondo la rivendicazione 8 o 9, in cui l’alloggiamento (31) dell’elemento di movimentazione (3) costituisce un passaggio per convogliare nella zona di lavorazione (S) liquidi o gas di processo o collegamenti elettrici.
  11. 11) Macchina (M) confezionatrice, comprendente: una zona di lavorazione (S), in cui vengono convogliati i prodotti per essere confezionati; una zona di azionamento (N), disposta adiacente alla zona di lavorazione (S); ed un sistema (1) di tenuta e guida secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni.
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