IT201600116925A1 - Dispositivo chiudiporta automatico perfezionato - Google Patents

Dispositivo chiudiporta automatico perfezionato

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IT201600116925A1
IT201600116925A1 IT102016000116925A IT201600116925A IT201600116925A1 IT 201600116925 A1 IT201600116925 A1 IT 201600116925A1 IT 102016000116925 A IT102016000116925 A IT 102016000116925A IT 201600116925 A IT201600116925 A IT 201600116925A IT 201600116925 A1 IT201600116925 A1 IT 201600116925A1
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IT
Italy
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hinge
door
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Application number
IT102016000116925A
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English (en)
Inventor
Alberto Tassi
Giulio Anselmi
Original Assignee
Anselmi & C S R L
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Publication date
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    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05FDEVICES FOR MOVING WINGS INTO OPEN OR CLOSED POSITION; CHECKS FOR WINGS; WING FITTINGS NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, CONCERNED WITH THE FUNCTIONING OF THE WING
    • E05F3/00Closers or openers with braking devices, e.g. checks; Construction of pneumatic or liquid braking devices
    • E05F3/20Closers or openers with braking devices, e.g. checks; Construction of pneumatic or liquid braking devices in hinges
    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E05LOCKS; KEYS; WINDOW OR DOOR FITTINGS; SAFES
    • E05DHINGES OR SUSPENSION DEVICES FOR DOORS, WINDOWS OR WINGS
    • E05D3/00Hinges with pins
    • E05D3/06Hinges with pins with two or more pins
    • E05D3/18Hinges with pins with two or more pins with sliding pins or guides
    • E05D3/186Scissors hinges, with two crossing levers and five parallel pins
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    • E05F1/12Mechanisms in the shape of hinges or pivots, operated by springs
    • E05F1/1246Mechanisms in the shape of hinges or pivots, operated by springs with a coil spring perpendicular to the pivot axis
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E05Y2900/13Application of doors, windows, wings or fittings thereof for buildings or parts thereof characterised by the type of wing
    • E05Y2900/132Doors

Description

"Dispositivo chiudiporta automatico perfezionato" La presente invenzione concerne un dispositivo chiudiporta perfezionato per la chiusura automatica di un’anta (di un armadio o di una porta) articolata mediante cerniera ad una struttura fissa o stipite (di un armadio o di una porta).
Sono noti dispositivi per la chiusura automatica di un’anta provvisti di bracci esterni mobili, articolati all’anta stessa. Questi dispositivi non risultano completamente soddisfacenti in quanto sono ingombranti e poco gradevoli esteticamente.
Sono altresì noti dispositivi nascosti ed incassati nello spessore dell’anta e denominati anche come chiudiporta invisibili. Essi risultano piuttosto complicati sia da realizzare che da montare ed installare; inoltre, una volta che sono stati montati e installati sull’anta, tali dispositivi non sono più registrabili e, in particolare, non consentono di regolare la velocità di chiusura automatica dell’anta, se non rimuovendo dall’anta stessa il dispositivo e la corrispondente cerniera a cui è associato.
Ad esempio, nel chiudiporta di WO 2015/145364 i mezzi di regolazione della velocità di chiusura dell’anta sono posizionati in corrispondenza dell’estremità posteriore della struttura tubolare di contenimento del chiudiporta e, pertanto, una volta che quest’ultimo è stato inserito all’interno della corrispondente cavità ricavata nell’anta, tale estremità posteriore non è più accessibile/visibile dall’esterno e ciò impedisce di effettuare ulteriori regolazioni della velocità di chiusura automatica dell’anta stessa.
Scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta automatico perfezionato che consenta, anche dopo che il dispositivo è stato montato nell’anta, di regolare agevolmente la velocità di chiusura automatica dell’anta stessa.
Altro scopo dell'invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che sia associabile a cerniere di differenti tipologie, ed in particolare a cerniere già esistenti.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che sia installabile e registrabile in modo semplice, facile, rapido e preciso.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta compatto e con un ridotto numero di componenti.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta avente un costo di produzione sensibilmente inferiore rispetto a quelli tradizionali.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che, una volta installato nell’anta, risulti completamente invisibile.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che abbia una caratterizzazione alternativa, sia in termini costruttivi che funzionali, rispetto a quelli tradizionali.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che non utilizzi un sistema a camme.
Altro scopo dell’invenzione è di realizzare un dispositivo chiudiporta che consenta di regolare e diminuire la velocità di chiusura dell’anta man mano che la stessa si avvicina allo stipite.
Questi scopi, sia singolarmente che in una loro qualsiasi combinazione, nonché altri che risulteranno dalla descrizione che segue, sono raggiunti, secondo l'invenzione, con un dispositivo chiudiporta automatico perfezionato con le caratteristiche della rivendicazione 1 e con un sistema di chiusura automatico di un’anta rispetto ad una struttura fissa con le caratteristiche della rivendicazione 10.
La presente invenzione viene qui di seguito ulteriormente chiarita in alcune sue preferite forme di pratica realizzazione riportate a scopo puramente esemplificativo e non limitativo con riferimento alle allegate tavole di disegni, in cui:
la figura 1 mostra in vista prospettica e tratteggiato una prima forma di realizzazione del dispositivo chiudiporta perfezionato secondo l’invenzione, applicato ad una cerniera, in condizione aperta, di articolazione di un’anta ad un stipite,
la figura 2 lo mostra in vista prospettica applicato ad una cerniera di articolazione in condizione chiusa,
la figura 3 lo mostra in vista prospettica esplosa,
la figura 4 lo mostra secondo la sezione longitudinale IV-IV di fig. 2, in condizione di cerniera aperta,
la figura 5 lo mostra nella stessa vista di fig. 4, in condizione di cerniera chiusa,
la figura 6 lo mostra secondo una vista laterale in un primo stato di regolazione, in condizione di cerniera aperta,
la figura 7 lo mostra nella stessa vista di fig. 6 in un differente stato di regolazione,
la figura 8 lo mostra secondo una vista frontale,
la figura 9 mostra in vista prospettica e tratteggiato una seconda forma di realizzazione del dispositivo chiudiporta perfezionato secondo l’invenzione, applicato ad una cerniera, in condizione aperta, di articolazione di un’anta ad un stipite,
la figura 10 lo mostra in vista prospettica applicato ad una cerniera di articolazione in condizione chiusa,
la figura 11 lo mostra in vista prospettica esplosa,
la figura 12 lo mostra secondo la sezione longitudinale IV-IV di fig. 10, in condizione di cerniera aperta,
la figura 13 lo mostra nella stessa vista di fig. 12, in condizione di cerniera chiusa,
la figura 14 mostra in vista schematica un ammortizzatore, del dispositivo chiudiporta secondo la seconda forma di realizzazione, nel passaggio dalla condizione di cerniera aperta alla condizione di cerniera chiusa, e
la figura 15 mostra un particolare ingrandito di fig. 14.
Come si vede dalle figure, il dispositivo chiudiporta automatico perfezionato 2, 2’ secondo l’invenzione è destinato ad essere associato ad una cerniera 4 di articolazione di un’anta 5 rispetto ad una struttura fissa, ad esempio ad uno stipite 6 di una porta, ed è destinato ad essere incassato all’interno di una corrispondente cava di alloggiamento 7 ricavata nell’anta 5 articolata a detta struttura fissa.
Preferibilmente, la cerniera 4 è del tipo a scomparsa in quanto risulta invisibile quando l’anta 5 è chiusa. Inoltre, preferibilmente, la cerniera 4 è del tipo che consente di effettuare movimenti di rotazione dell’anta 5 fino a circa 180° rispetto alla struttura fissa 6.
In particolare, la cerniera 4 comprende due corpi di cerniera 8,10 collegati tra loro da una coppia di bracci 48, 60, conformati a bilanciere, che consentono appunto la rotazione dell’anta 5 rispetto allo stipite 6.
I corpi di cerniera 8, 10 comprendo rispettivamente due contenitori flangiati 14,15, entrambi conformati a scodellino, che vengono incassati rispettivamente nello spessore dell’anta 5 e dello stipite 6, e due corrispondenti blocchetti che sono alloggiati e registrabili all’interno dei rispettivi contenitori flangiati. In una forma di realizzazione qui non rappresentata, può essere previsto che ciascun contenitore flangiato 14, 15 sia realizzato in un unico pezzo con il corrispondente blocchetto.
Più in dettaglio, ciascun contenitore flangiato 14 e 15, o scodellino, dei corpi di cerniera 8, 10 presenta due flange terminali piane 16 separate tra loro da una porzione intermedia 18 di forma sostanzialmente parallelepipedica, a parte l’arrotondamento delle sue due pareti minori affacciate.
Si precisa che qui di seguito per condizione “chiusa” della cerniera 4 si intende la condizione in cui l’anta è chiusa ed i due corpi di cerniera 8, 10 sono tra loro affacciati (cfr. fig. 2, 5, 10 e 13). Per condizione “aperta” della cerniera 4 si intende invece la condizione in cui i due corpi di cerniera 8, 10 non sono più affacciati tra loro (cfr. fig.1, 4, 9 e 12).
Ulteriormente, per “apertura della cerniera o dell’anta” si intende la rotazione dell’anta 5 per far passare la cerniera 4 dalla condizione chiusa alla condizione aperta. Corrispondentemente, per “chiusura della cerniera o dell’anta” si intende la rotazione dell’anta per riportare la cerniera 4 dalla condizione aperta alla condizione chiusa.
Vantaggiosamente, nella prima forma di realizzazione illustrata nelle fig. da 1 a 8, il dispositivo chiudiporta 2 è privo di corpo di contenimento e viene alloggiato direttamente all’interno di un tratto tubolare 90 definito nella cava di alloggiamento 7 ricavata nell’anta 5.
Il dispositivo chiudiporta 2 comprende un elemento traslante 34, preferibilmente conformato ad asta, che presenta, in corrispondenza di una estremità, un gancio 36 destinato ad impegnarsi direttamente con un perno 38 previsto all’estremità di uno dei bracci di articolazione 48 della cerniera 4.
Il dispositivo chiudiporta 2 comprende altresì mezzi elastici 42 e, in particolare, una molla 42, preferibilmente di tipo elicoidale, che è calzata attorno all’elemento traslante 34 e che agisce a compressione tra un primo elemento 44, che è associato all’elemento traslante 34, ed un secondo elemento fisso 47, che è associato al corpo 8 della cerniera 4.
In particolare, detto primo elemento, che è associato e solidale all’elemento traslante 34, comprende una rondella 44 che è vincolata a quest’ultimo da un dado autobloccante 46 che si impegna su una corrispondente porzione filettata terminale ricavata nell’elemento traslante stesso.
Vantaggiosamente, attorno all’elemento traslante 34 ed all’interno della molla elicoidale 42 può essere altresì prevista una bussola 37 di guida per la molla stessa.
Preferibilmente, la rondella 44 può presentare una sporgenza tubolare 45 attorno alla quale si incastra la molla elicoidale 42, mentre l’elemento traslante 34 attraversa il foro definito all’interno della sporgenza stessa; opportunamente, in questo modo, la molla elicoidale 42 e l’elemento traslante 34 sono reciprocamente centrati e mantenuti coassiali.
Più in dettaglio, la molla 42 appoggia su una faccia della rondella 44 mentre in corrispondenza dell’altra faccia di quest’ultima agisce il dado 46.
Opportunamente, detto secondo elemento fisso, su cui agisce la molla 42, comprende una piastra 47 che è affacciata ed associata alla base inferiore 13 del contenitore flangiato 14 del corpo di cerniera 8 destinato ad essere incassato nell’anta 5. Preferibilmente, la piastra 47 ha la medesima forma della base inferiore 13 della porzione intermedia 18 dello scodellino di contenimento 14 della cerniera 4.
Vantaggiosamente, avvitando il dado autobloccante 46 sulla porzione filettata dell’elemento traslante 34, si varia la posizione della rondella 44 trattenuta da detto dado rispetto alla piastra fissa 47, e si effettua così, al momento dell’assemblaggio del chiudiporta 2 e comunque prima dell’installazione del corpo di cerniera 8 sull’anta 5, una prima regolazione del grado di precarica della molla 42.
La piastra 47 è associata alla base 13 della porzione intermedia 18 dello scodellino 14 del corpo di cerniera 8 mediante mezzi di giunzione regolabili 50.
Opportunamente, i mezzi di giunzione 50 comprendono viti 51 con una porzione filettata esterna che si avvita/svita entro una corrispondente porzione filettata ricavata sulla superficie interna dei fori 91 ricavati nello scodellino 14 del corpo 8 di cerniera.
Vantaggiosamente, tra la piastra 47 e la base inferiore 13, sono previsti dei dischetti distanziatori 53 che sono infilati o realizzati in un pezzo unico con il gambo delle viti 51.
Opportunamente, anche la piastra fissa 47 è provvista di una coppia di fori passanti 92 che sono allineati ai fori 91 ricavati nel corpo 8 di cerniera e sono destinati ad essere attraversati dai mezzi di giunzione 50. Più in dettaglio, i mezzi di giunzione 50 comprendono perni terminali 52 che sono vincolati o sono realizzati in un unico con le viti 51 e si impegnano entro i fori 92 ricavati nella piastra fissa 47.
Vantaggiosamente, in una variante realizzativa non rappresentata, i mezzi di giunzione 50 possono comprendere opportuni mezzi di bloccaggio, ad esempio dadi, che interagiscono con una corrispondente porzione filettata delle viti 51 in modo da definire così complessivamente una giunzione a bulloni facilmente smontabile e regolabile.
Vantaggiosamente, come rappresentato in fig. 8, la testa 55 dei mezzi di giunzione 50, cioè la zona destinata ad essere impegnata da un opportuno attuatore (ad esempio un cacciavite) al fine di comandare la loro regolazione, è accessibile dalla base superiore 75 del corpo 8 della cerniera 4. In particolare, la base 75 risulta visibile anche quando il corpo 8, con il suo scodellino 14 e con il dispositivo chiudiporta 2, è stato incassato e montato nell’anta 5.
Pertanto, agendo opportunamente sulla testa 55 dei mezzi di giunzione 50, si avvicina (cfr. fig. 6) o si allontana (cfr. fig. 7) la piastra fissa 47 rispetto alla base inferiore 13 dello scodellino 14 del corpo di cerniera 8 e si varia così la distanza tra tale piastra e la rondella 44 sulla quale la molla 42 va in battuta. Vantaggiosamente, in questo modo, si effettua, sia prima ma soprattutto dopo l’installazione del corpo di cerniera 8 sull’anta 5, una seconda ed ulteriore regolazione, più precisa rispetto a detta prima regolazione, del grado di precarica della molla 42.
Opportunamente, sia la base inferiore 13 della porzione intermedia 18 dello scodellino 14 della cerniera 4 sia la piastra 47 sono provviste di fori passanti, rispettivamente 54 e 56, tra loro allineati e destinati ad essere attraversati dall’elemento traslante 34 che si impegna con il braccio di articolazione 48 della cerniera 4.
Il funzionamento del dispositivo chiudiporta perfezionato 2 secondo l’invenzione deriva chiaramente da quanto descritto.
In particolare, in condizione di cerniera aperta (cfr. fig. 4), cioè quando l’anta 5 è ruotata rispetto allo stipite 6, i bracci 48,60 della cerniera 4 sono ruotati attorno ai rispettivi perni di articolazione.
Più in dettaglio, la rotazione del braccio 48, al quale è vincolato il gancio 36 dell’elemento traslante 34, provoca un moto di traslazione longitudinale dell’elemento stesso che lo porta a fuoriuscire parzialmente all’interno dello scodellino 14 fino a che la cerniera 4 raggiunge la condizione di apertura (cfr. fig. 4). Inoltre, la traslazione longitudinale dell’elemento traslante 34 causa l’avvicinamento della rondella 44, associata all’elemento traslante stesso, alla piastra fissa 47 associata allo scodellino 14 della cerniera 4, provocando così la compressione (caricamento) della molla 42.
Per passare poi in modo automatico, cioè senza alcun intervento da parte dell’operatore, dalla condizione di cerniera aperta (cfr. fig. 4) alla condizione di cerniera chiusa (cfr. fig. 5), la molla 42, che era stata precedentemente caricata e compressa, si scarica e si allunga per ritornare nella sua condizione di riposo e, nel far ciò, causa l’allontanamento della rondella 44 dalla piastra fissa 47; inoltre, in questo modo, l’elemento traslante 34, che è associato alla rondella 44 mediante il dado 46, viene spinto verso l’interno del tratto tubolare 90 della cava 7 ricavata all’interno dell’anta 5.
In particolare, durante tale traslazione assiale di ritorno dell’elemento traslante 34, quest’ultimo agisce, attraverso il gancio 38, sul braccio 48 della cerniera 4 provocando così la rotazione di questo attorno al corrispondente perno, e quindi la chiusura della cerniera. In sostanza, il movimento di estensione di ritorno della molla 42 provoca la chiusura automatica della cerniera 4 e, quindi, la chiusura automatica dell’anta 5 rispetto allo stipite 6.
È inteso che la velocità di chiusura dell’anta 5 dipende dal carico di compressione della molla 42 e, quindi, anche dal grado di precarica della stessa, così come viene opportunamente definito durante le operazioni di registrazione del dispositivo chiudiporta 2.
In particolare, come detto, prima del montaggio/inserimento del corpo di cerniera 8 e del dispositivo chiudiporta 2 entro la cava 7 ricavata sull’anta 5, agendo sul dado 46 o sui mezzi di giunzione 50, è possibile variare il grado di precarica della molla 42, regolando così la compressione di quest’ultima durante la fase di apertura dell’anta e, in modo corrispondente, anche la velocità di chiusura dell’anta stessa.
Vantaggiosamente, una volta che il corpo di cerniera 8 ed il dispositivo chiudiporta 2 sono stati installati/inseriti entro la cava 7 ricavata sull’anta 5, agendo sulla testa 55 delle viti 51 che sono accessibili dalla base superiore 75 del corpo di cerniera 8, è possibile variare il grado di precarica della molla 42, regolando così la compressione di quest’ultima durante la fase di apertura dell’anta e, in modo corrispondente, anche la velocità di chiusura dell’anta stessa.
Vantaggiosamente, in una forma di realizzazione qui non rappresentata, il dispositivo chiudiporta 2 secondo la prima forma di realizzazione può comprendere altresì un involucro tubolare per contenere i suoi componenti. In particolare, tale involucro può avere una estremità chiusa, ad esempio da una piastrina circolare, e l’altra estremità associata ad una ulteriore piastra in modo da definire così una struttura di contenimento da inserire poi all’interno del corrispondente tratto tubolare 90 della cava 7 ricavata all’interno dell’anta 5.
Nelle figure da 9 a 15 è illustrata una seconda forma di realizzazione del dispositivo chiudiporta automatico perfezionato 2’ secondo l’invenzione. In particolare, in tale forma di realizzazione, il dispositivo comprende una struttura di contenimento 3 che è destinata ad essere associata alla cerniera 4.
Più in dettaglio, la struttura di contenimento 3 del dispositivo chiudiporta 2 è costituita da un involucro tubolare 20 che ha una estremità chiusa da una piastrina circolare 22 e l’altra estremità associata ad una seconda piastra 24.
All’interno della porzione tubolare 20 della struttura di contenimento 3 è inserito un corpo tubolare 26 che, a sua volta, alloggia al suo interno un ammortizzatore 28 comprendente un corpo cilindrico 29 ed un stelo 30 che, preferibilmente, rimane sempre a contatto con la superficie interna della piastrina di chiusura 22 della struttura di contenimento 3.
Anche il dispositivo chiudiporta 2’ comprende:
- un elemento traslante 34, preferibilmente conformato ad asta, che presenta, in corrispondenza di una estremità, un gancio 36 destinato ad impegnarsi direttamente con un perno 38 previsto all’estremità di uno dei bracci di articolazione 48 della cerniera 4,
- mezzi elastici 42 e, in particolare, una molla 42, preferibilmente di tipo elicoidale, che è calzata attorno all’elemento traslante 34 e che agisce a compressione tra un primo elemento 44, che è associato all’elemento traslante 34, ed un secondo elemento fisso 47, che è associato al corpo 8 della cerniera 4.
In particolare, detto primo elemento comprende una rondella 44 che è bloccata sull’elemento traslante 34 dal dado autobloccante 46 mentre detto secondo elemento comprende una piastra fissa 47 che è affacciata ed associata alla seconda piastra 24 ed è, quindi, solidale alla struttura fissa di contenimento 3.
Preferibilmente, ma non necessariamente, la base del corpo cilindrico 29 deN’ammortizzatore 28 rimane sempre a contatto con l’estremità 32 dell’elemento traslante 34, il quale presenta le medesime caratteristiche descritte in precedenza per la prima forma di realizzazione illustrata nelle figure da 1 a 8.
Preferibilmente, l’ammortizzatore 28 è configurato ed installato in modo che risulti compresso anche in condizione di cerniera aperta, e cioè in modo che resti sempre in contatto ed appoggio, senza mai distaccarsi, con la piastrina 22, da un lato, e l’estremità 32 dell’elemento traslante 34 dall’altro lato.
Come meglio si vedrà in seguito, sull’elemento traslante 34 agiscono, con forze di verso contrapposto, sia l’ammortizzatore 28 che la molla 42. In particolare, la molla 42 agisce tra la struttura fissa di contenimento 3 ed un elemento 44 solidale all’elemento traslante 34 mentre l’ammortizzatore 28 agisce tra la base 32 dell’elemento traslante 34 e la piastrina 22 di chiusura della porzione tubolare 20 della struttura di contenimento fissa 3.
Vantaggiosamente, anche in questa seconda forma di realizzazione, avvitando il dado autobloccante 46 sulla porzione filettata dell’elemento traslante 34, si varia la posizione della rondella 44 trattenuta da detto dado rispetto alla piastra fissa 47, e si effettua così, al momento dell’assemblaggio del chiudiporta 2 e comunque prima dell’installazione del corpo di cerniera 8 sull’anta 5, una prima regolazione del grado di precarica della molla 42.
Preferibilmente, le piastre 47 e 24 hanno la medesima forma e, opportunamente, questa corrisponde a quella della base inferiore della porzione intermedia 18 dello scodellino di contenimento 14 della cerniera 4.
La piastra fissa 47 è associata alla piastra 24 e alla base 13 della porzione intermedia 18 dello scodellino 14 del corpo di cerniera 8 mediante mezzi di giunzione regolabili 50.
Opportunamente, sia il corpo di cerniera 8 con il suo scodellino 14 sia le piastre 47 e 24 sono provviste di due coppie di fori passanti, rispettivamente 91, 92 e 93, tra loro allineati e destinati ad essere attraversati dai mezzi di giunzione 50.
Opportunamente, i mezzi di giunzione 50 comprendono viti 51 con una porzione filettata esterna che coopera con una corrispondente porzione filettata ricavata sulla superficie interna dei fori 91 dello scodellino 14 del corpo 8 di cerniera.
Vantaggiosamente, sulle superfici non affacciate delle piastre 47 e 24 agiscono dei dischetti distanziatori 53 che sono infilati o realizzati in un pezzo unico con il gambo delle viti 51. Opportunamente, nel caso di dischetti distanziatori 53 realizzati separatamente dalle viti 51 (cfr. fig. 11), i mezzi di giunzione 50 comprendono altresì mezzi di bloccaggio 57, ad esempio dadi, che interagiscono con una corrispondente porzione filettata delle viti 51 in modo da definire così complessivamente una giunzione a bulloni facilmente smontabile e regolabile.
Opportunamente, in una variante realizzativa non rappresentata, i mezzi di giunzione 50 possono comprendere perni terminali che sono vincolati o sono realizzati in un unico pezzo con le viti 51 e si impegnano entro i fori 92 e 93 ricavati rispettivamente nelle piastre 47 e 24.
Vantaggiosamente, anche in questa forma di realizzazione, la testa 55 dei mezzi di giunzione 50, cioè la zona destinata ad essere impegnata da un opportuno attuatore (ad esempio un cacciavite) al fine di comandare la loro regolazione, è accessibile dalla base superiore 75 del corpo di cerniera 8. In particolare, la base 75 risulta visibile anche quando il corpo 8, con il suo scodellino 14 e con il dispositivo chiudiporta 2’, è stato incassato e montato nell’anta 5.
Pertanto, agendo opportunamente sulla testa 55 dei mezzi di giunzione 50, si avvicina (cfr. fig. 6) o si allontana (cfr. fig. 7) l’assieme definito dalle due piastre 24 e 47 rispetto alla base inferiore 13 dello scodellino 14 e al corpo di cerniera 8 e si varia così la distanza della piastra 47 rispetto alla rondella 44 sulla quale la molla 42 va in battuta. Vantaggiosamente, in questo modo, si effettua, sia prima che dopo l’installazione del corpo di cerniera 8 sull’anta 5, una seconda ed ulteriore regolazione, più precisa rispetto a detta prima regolazione, del grado di precarica della molla 42.
Opportunamente, sia la base della porzione intermedia 18 dello scodellino 14 della cerniera 4 sia la seconda piastra 47 sono provviste di fori passanti, rispettivamente 54 e 56, tra loro allineati e destinati ad essere attraversati dall’elemento traslante 34 che si impegna con il braccio di articolazione 40 della cerniera 4.
Il funzionamento del dispositivo chiudiporta perfezionato 2’ secondo l’invenzione deriva chiaramente da quanto descritto.
In particolare, in condizione di cerniera aperta (cfr. fig. 12), cioè quando l’anta 5 è ruotata rispetto allo stipite 6, i bracci 48,60 della cerniera 4 sono ruotati attorno ai rispettivi perni di articolazione.
Più in dettaglio, la rotazione del braccio 48, al quale è vincolato il gancio 36 dell’elemento traslante 34, provoca un moto di traslazione longitudinale di quest’ultimo che lo porta a fuoriuscire parzialmente dalla struttura di contenimento 3 fino a che la cerniera 4 raggiunge la condizione di apertura (cfr. fig. 12). Corrispondentemente, anche l’ammortizzatore 28, che è preferibilmente configurato ed installato in modo da risultare sempre compresso tra l’estremità 32 dell’elemento traslante 34 e la piastrina di chiusura 22 della struttura di contenimento 3, si estende in spinta in modo che il corpo cilindrico 29 fuoriesca dal stelo 30 e si allontani così dalla piastrina di chiusura 22.
Inoltre, la traslazione longitudinale dell’elemento traslante 34 causa l’avvicinamento della rondella 44, associata all’elemento stesso, alla seconda piastra 47 associata alla struttura fissa, provocando così la compressione (caricamento) della molla 42.
Per passare poi in modo automatico, cioè senza alcun intervento da parte dell’operatore, dalla condizione di cerniera aperta (cfr. fig. 12) alla condizione di cerniera chiusa (cfr. fig. 13), la molla 42, che era stata precedentemente caricata e compressa, si scarica e si allunga per ritornare nella sua condizione di riposo e nel far ciò spinge la rondella 44, e quindi l’elemento traslante 34 ad essa vincolato dal dado 46, verso l’interno della struttura di contenimento 3.
In particolare, durante tale traslazione assiale di ritorno dell’elemento traslante 34, quest’ultimo agisce, attraverso il gancio 38, sul braccio 48 della cerniera 4 provocando così la rotazione di questo attorno al corrispondente perno, e quindi la chiusura della cerniera.
Corrispondentemente, la traslazione assiale di ritorno dell’elemento traslante 34 provoca la compressione dell’ammortizzatore 28, e cioè spinge il corpo cilindrico 29 a rientrare entro il stelo 30 e ad avvicinarsi alla piastrina di chiusura 22. In sostanza, nella sua traslazione assiale di ritorno, l’elemento traslante 34 è contrastato dall’ammortizzatore 28.
Quindi, durante l’intera chiusura della cerniera 4, o prima che l’anta raggiunga la configurazione di chiusura, e preferibilmente quando definisce un angolo inferiore di circa 30° rispetto a tale configurazione di chiusura, l’ammortizzatore 28 agisce rallentando il movimento di estensione della molla 42 e contrastando così la corsa di chiusura automatica dell’anta 5 rispetto allo stipite 6.
Opportunamente, l’ammortizzatore 28 è configurato ed installato in modo da contrastare e rallentare il movimento di estensione della molla 42 fin dall’inizio e per l’intera corsa di chiusura automatica dell’anta 5 rispetto allo stipite 6. Alternativamente, l’ammortizzatore 28 è configurato ed installato in modo da iniziare a contrastare e rallentare il movimento di estensione della molla 42 solamente in corrispondenza della corsa finale di chiusura automatica dell’anta 5 rispetto allo stipite 6.
Opportunamente, anche in questa forma di realizzazione, prima del montaggio/inserimento del corpo di cerniera 8 e del dispositivo chiudiporta 2’ entro la cava 7 ricavata sull’anta 5, agendo sul dado 46 o sui mezzi di giunzione 50, è possibile variare il grado di precarica della molla 42, regolando così la compressione di quest’ultima durante la fase di apertura dell’anta e, in modo corrispondente, anche la velocità di chiusura dell’anta stessa.
Vantaggiosamente, una volta che il corpo di cerniera 8 e che il dispositivo chiudiporta 2’ sono stati installati/inseriti entro la cava 7 ricavata sull’anta 5, agendo sulla testa 55 delle viti 51 che sono accessibili dalla base superiore 75 del corpo di cerniera 8, è possibile variare il grado di precarica della molla 42, regolando così la compressione di quest’ultima durante la fase di apertura dell’anta e, in modo corrispondente, anche la velocità di chiusura dell’anta stessa.
Opportunamente, variando la lunghezza della porzione tubolare e/o la posizione assiale della piastrina 22 di chiusura della struttura di contenimento fissa 3 (ad esempio sostituendo la piastrina con un tratto tubolare allungato che si avvita entro la porzione tubolare 20 e che è chiuso ad una estremità), è possibile regolare la posizione angolare in corrispondenza della quale l’ammortizzatore 28 inizia il suo intervento per frenare il moto di chiusura automatico dell’anta 5.
Preferibilmente, l’ammortizzatore 28 è di tipo idraulico e comprende un corpo cilindrico 70, che contiene un fluido (preferibilmente olio ma opportunamente potrebbe essere anche un gas pressurizzato), ed uno stelo 71, alla cui estremità è associato un pistone 72 che è scorrevole all’interno del corpo cilindrico 70 in modo da variare il volume della prima camera 73 in cui è contenuto il fluido.
È inteso che l’ammortizzatore 28 possa essere installato nel dispositivo chiudiporta 2’ in modo che la terminazione 75 del suo stelo 71 appoggi sulla piastrina 22, mentre la base del corpo cilindrico 70 coopera con l’estremità 32 dell’elemento traslante 34, o anche viceversa. Preferibilmente, l’ammortizzatore 28 è configurato ed installato in modo da risultare sempre compresso, e quindi in contatto, anche quando la cerniera è in condizione aperta, tra l’estremità 32 dell’elemento traslante 34 e la piastrina di chiusura 22 della struttura di contenimento 3
Quindi, quando la cerniera è in condizione aperta, l’ammortizzatore 28 si trova nella sua condizione di maggior estensione con lo stelo 71 sostanzialmente al di fuori del corpo cilindrico 70 e la camera 73, contenente il fluido, che raggiunge il suo volume massimo. Nel passaggio poi dalla condizione di cerniera aperta a quella di cerniera chiusa, lo scarico della molla 42, e la conseguente traslazione assiale di ritorno dell’elemento traslante 34, provoca la compressione dell’ammortizzatore 28, e cioè lo scorrimento dello stelo 71 e del pistone 72 all’interno del corpo cilindrico 70 in modo da ridurre il volume della camera 73 e comprimere così il fluido contenuto in quest’ultima; quindi, il fluido così compresso, attraverso alcuni passaggi definiti all’interno del pistone 72 o tra questo e la parete interna del corpo cilindrico 70, passa dalla prima camera 73 ad una seconda camera 76 che si va a definire al di sopra del pistone.
Quindi, in prossimità del fine corsa di chiusura automatica dell’anta 5, entra in azione l’ammortizzatore 28 che rallenta così la corsa dell’anta stessa a seguito della resistenza del fluido contenuto nella camera 73 e degli attriti che si generano per effetto della compressione del pistone 72 all’interno del corpo cilindrico 70, attutendo così eventuali colpi tra lo stipite 6 e l’anta 5.
Preferibilmente, l’ammortizzatore 28 è configurato in modo che, durante la sua compressione, la corsa del pistone 72 all’interno del corpo cilindrico 70 presenti, in sequenza, due differenti velocità di cui, opportunamente, quella del secondo tratto è maggiore rispetto a quella del primo tratto.
In particolare, le differenti velocità di scorrimento del pistone 72 possono essere ottenute intervenendo sulla quantità di fluido, sulle lunghezze e sulle diverse combinazioni di diametro tra il corpo cilindrico 70 ed il pistone 72, in modo da agire opportunamente sul lume di passaggio del fluido dalla prima camera 73 alla seconda camera 76.
Preferibilmente, secondo una forma di realizzazione particolarmente vantaggiosa della presente invenzione, l’ammortizzatore 28 è configurato e funziona come illustrato nelle figure 14 e 15. Più in dettaglio, in tale forma di realizzazione, il corpo cilindrico 70 presenta:
- una prima porzione 78 conformata e dimensionata in modo che la corsa del pistone 72 comprima il fluido che così passa dalla prima camera 73 alla seconda camera 76 attraverso un primo lume di passaggio e ciò provoca opportunamente un effetto frenante importante che determina una prima velocità di scorrimento del pistone 72,
- una seconda porzione 80 che presenta una sezione trasversale maggiore rispetto alla prima porzione 78, e/o presenta una o più cave laterali 81 definite sulle pareti interne del corpo cilindrico stesso, in modo che il fluido, compresso dal pistone 72, passi dalla prima camera 73 alla seconda camera 76 attraverso un secondo lume, che ha sezione di passaggio maggiore rispetto a quello della prima porzione; ciò provoca una minore resistenza da parte del fluido e quindi un effetto frenante inferiore rispetto a quello della prima porzione, determinando così una velocità di scorrimento del pistone 72 differente e maggiore rispetto a quella della prima porzione 78.
Tale tipologia di ammortizzatore 28 risulta particolarmente vantaggiosa in quanto, prima che l’anta 5 raggiunga la configurazione di chiusura, e preferibilmente quando definisce un angolo inferiore a circa 30° rispetto a tale configurazione di chiusura, il pistone 72 attraversa dapprima la prima porzione 78 del corpo cilindrico 70, dove la sua corsa 85 subisce una resistenza maggiore che provoca così un rallentamento importante dell’estensione della molla 42, e della corsa di chiusura automatica dell’anta 5 verso lo stipite 6, al fine di attutire il brusco contatto tra questi.
Quando poi il pistone 72 entra nella seconda porzione 80, la resistenza che si oppone alla sua corsa 87 è inferiore e, pertanto, diminuisce anche l’azione di rallentamento/contrasto del movimento di estensione della molla 42, che così conferisce all’anta 5 una forza tale da consentire alla serratura a scatto (scrocco), di tipo tradizionale, associata all’anta stessa, di impegnarsi ed entrare entro la corrispondente sede ricavata nello stipite 6.
Opportunamente, variando la lunghezza della porzione tubolare e/o la posizione assiale della piastrina 22 di chiusura della struttura di contenimento fissa 3 (ad esempio sostituendo la piastrina con un tratto tubolare allungato che si avvita entro la porzione tubolare 20 e che è chiuso ad una estremità), è possibile regolare non solo la posizione angolare in corrispondenza della quale l’ammortizzatore 28 inizia il suo intervento per frenare il moto di chiusura automatico dell’anta 5, ma anche la posizione angolare (che preferibilmente è di circa 5°) in corrispondenza della quale l’ammortizzatore diminuisce la sua azione frenante in modo da consentire l’impegno della serratura a scatto dell’anta entro la corrispondente sede ricavata nello stipite 6.
Da quanto detto risulta chiaramente che il dispositivo chiudiporta perfezionato secondo l'invenzione, in entrambe le forme di realizzazione qui descritte e rappresentate, si presenta alquanto più vantaggioso rispetto a quelli tradizionali, in quanto:
̵ è particolarmente compatto e può essere interamente incassato all’interno dell’anta, evitando così qualunque alterazione dell’aspetto estetico della porta,
̵ è agevolmente applicabile a molteplici tipologie di cerniere, comprese quelle tradizionali a scomparsa, semplicemente effettuando dei fori passanti per il vincolo delle piastre del chiudiporta stesso e per far passare lo stelo che si aggancia sul braccio della cerniera stessa,
̵ è semplice e rapido da assemblare e montare,
̵ consente di regolare in maniera più facile e precisa la velocità di chiusura dell’anta sia prima del montaggio della cerniera, sia una volta che questa è stata montata sull’anta.
Ulteriormente, la seconda forma di realizzazione del dispositivo perfezionato secondo l'invenzione risulta altresì vantaggiosa in quanto:
̵ consente di regolare la posizione angolare in cui inizia la frenatura del moto automatico di chiusura dell’anta stessa,
̵ consente sia il rallentamento della chiusura automatica dell’anta in modo da evitare bruschi contatti tra l’anta stessa e lo stipite, sia l’impegno della serratura a scatto associata all’anta entro la corrispondente sede ricavata nello stipite.
La presente invenzione è stata illustrata e descritta in alcune sue preferite forme di realizzazione, ma si intende che varianti esecutive potranno essere apportate, senza peraltro uscire dall'ambito di protezione del presente brevetto per invenzione industriale.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo chiudiporta automatico perfezionato (2,2’), da applicare ad una cerniera a scomparsa (4) comprendente due corpi (8,10) articolati tra loro tramite almeno una coppia di bracci (48,60) e vincolabili rispettivamente ad un’anta (5) ed ad una struttura fissa (6), detto dispositivo (2,2’) essendo destinato ad essere vincolato alla base di uno (8) di detti due corpi di detta cerniera (4) e ad essere inserito, insieme a detto corpo, entro una corrispondente cavità (7) ricavata in detta anta (5), detto dispositivo (2,2’) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: ̵ un elemento traslante (34), provvisto ad una prima estremità di mezzi per l’aggancio (36) ad un braccio di articolazione (48) di detta cerniera (4), ̵ mezzi elastici (42) interposti tra un primo elemento (44) associato a detto elemento traslante (34) ed un secondo elemento (47) associato alla base inferiore di detto corpo (8) di cerniera (4) alla quale detto dispositivo (2,2’) è destinato ad essere vincolato, detti mezzi elastici (42) essendo configurati per essere caricati durante la rotazione di apertura di detta anta (5) associata a detta cerniera (4) e per restituire su detto elemento traslante (34) l’energia meccanica accumulata in detta fase di apertura al fine di provocare la chiusura automatica di detta anta (5) associata a detta cerniera (4), ̵ mezzi (50, 51, 52, 53, 55, 57) per variare il precarico di detti mezzi elastici (42), e quindi la velocità di chiusura automatica di detta anta (5), detti mezzi essendo configurati per modificare la distanza tra detto primo (44) e detto secondo elemento (47) tra i quali sono interposti detti mezzi elastici (42), e dal fatto che detti mezzi (50, 51, 52, 53, 55, 57) per variare il precarico di detti mezzi elastici (42) sono comandabili dalla base superiore (75) di detto corpo (8) di cerniera alla quale detto dispositivo (2,2’) è destinato ad essere vincolato, per regolare così la velocità di chiusura di detta anta (5) anche dopo che detto dispositivo di chiusura (2,2’) è stato inserito entro detta cavità (7) ricavata in detta anta (5).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi elastici (42) comprendono una molla elicoidale calzata attorno a detto elemento traslante (34).
  3. 3. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che mezzi per variare il precarico di detti mezzi elastici (42) comprendono mezzi per modificare (50, 51, 52, 53, 55, 57), in fase di registrazione di detto dispositivo chiudiporta (2,2’), la distanza tra detto secondo elemento (47) e la base inferiore di detto corpo (8) di cerniera (4) alla quale detto dispositivo (2,2’) è destinato ad essere vincolato.
  4. 4. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per variare il precarico di detti mezzi elastici (42) comprendono mezzi di giunzione regolabili (50) per collegare detto secondo elemento (47) con detto corpo (8) di cerniera (4) alla quale detto dispositivo (2,2’) è destinato ad essere vincolato, detti mezzi di giunzione (50) essendo regolabili agendo sulla loro estremità (55) che è accessibile in corrispondenza della base superiore (75) di detto corpo (8) di cerniera.
  5. 5. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo elemento comprende una rondella (44) vincolata a detto elemento traslante (34) e detto secondo elemento associato alla base inferiore (13) di detto corpo (8) di detta cerniera (4) comprende almeno una piastra (47).
  6. 6. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo elemento associato alla base inferiore (13) di detto corpo di detta cerniera (4) comprende almeno una piastra (47) che ha la medesima forma della base inferiore (13) del corpo (8) di cerniera (4) a cui è affacciata.
  7. 7. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere altresì secondi mezzi per variare il precarico di detti mezzi elastici (42) prima che detto dispositivo di chiusura (2, 2’) venga inserito entro detta cavità (7) ricavata in detta anta (5), detti mezzi (46) essendo configurati per modificare la posizione di detto primo elemento (44) lungo detto elemento traslante (34).
  8. 8. Dispositivo secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi (46) per variare la posizione di detto primo elemento (44) lungo detto elemento traslante (34) comprendono un dado autobloccante (46) che trattiene detto primo elemento (44) e che si avvita in una corrispondente porzione filettata di detto elemento traslante (34).
  9. 9. Dispositivo (2’) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una struttura di contenimento fissa (3) che è destinata ad essere vincolata alla base di detto corpo (8) di cerniera (4), alla quale detto dispositivo (2) è destinato ad essere vincolato, e che presenta una porzione tubolare (20) che alloggia al suo interno: ̵ detto elemento traslante (34) e detti mezzi elastici (42), ̵ un ammortizzatore (28, 29, 30, 70, 71, 72) installato e configurato in modo da risultare interposto tra l’estremità (32) di detto elemento traslante (34) opposta a detta prima estremità provvista di mezzi per l’aggancio (36), e la base di chiusura (22) della porzione tubolare (20) di detta struttura di contenimento fissa (3), e dal fatto che, per l’intera o almeno una parte di detta fase di chiusura automatica di detta cerniera (4), detto ammortizzatore (28, 29, 30) agisce su detto elemento traslante (34) per dissipare l’energia di detti mezzi elastici (42), e rallentare così la velocità di chiusura automatica dell’anta (5) associata a detta cerniera (4).
  10. 10. Sistema di chiusura automatico di un’anta (5) rispetto ad una struttura fissa (6) caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una cerniera a scomparsa (4) di articolazione di detta anta (5) rispetto a detta struttura fissa (6), detta cerniera a scomparsa (4) comprende: ̵ un primo corpo (8), con una corrispondente prima sede di contenimento (14), destinato ad essere inserito entro una corrispondente prima cavità (7) ricavata in detta anta (5) ed un secondo corpo (10), con una seconda sede di contenimento (15), destinato ad essere incassata entro una corrispondente seconda cavità ricavata in detta struttura fissa (6), ̵ bracci (48,60) conformati a bilanciere ed associati a detti corpi (8, 10) in modo da consentire la rotazione dell’anta (5) rispetto a detta struttura fissa (6), e dal fatto di comprendere un dispositivo chiudiporta automatico (2,2’), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, vincolato alla base (13) di detto primo corpo (8) di detta cerniera (4) e destinato ad essere inserito, insieme a detto primo corpo (8), entro detta prima cavità (7) ricavata in detta anta (5).
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