IT201600091405A1 - Dispositivo porta-collarino per macchine per la formatura di contenitori in vetro e metodo per la realizzazione di tali contenitori. - Google Patents

Dispositivo porta-collarino per macchine per la formatura di contenitori in vetro e metodo per la realizzazione di tali contenitori.

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IT201600091405A1
IT201600091405A1 IT102016000091405A IT201600091405A IT201600091405A1 IT 201600091405 A1 IT201600091405 A1 IT 201600091405A1 IT 102016000091405 A IT102016000091405 A IT 102016000091405A IT 201600091405 A IT201600091405 A IT 201600091405A IT 201600091405 A1 IT201600091405 A1 IT 201600091405A1
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IT
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collar
circumferential
axis
lever
movement
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IT102016000091405A
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Inventor
Massimo Barbacini
Lorenzo Sartori
Giuseppantonio Vincenzo Di
Simone Baratta
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Bormioli Luigi Spa
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Description

"Dispositivo porta-collarino per macchine per la formatura di contenitori in vetro e metodo per la realizzazione di tali contenitori"
La presente invenzione si riferisce a un dispositivo porta-collarino destinato ad essere utilizzato in corrispondenza di uno stampo per la formatura di contenitori in vetro, in particolare vasi da cosmetica con imboccatura filettata. Naturalmente, il dispositivo porta-collarino secondo l'invenzione può essere destinato anche alla produzione di vasi dotati di differenti elementi funzionali di chiusura, quali fascette, gole, ecc.
L'invenzione si riferisce inoltre a un metodo per la realizzazione di contenitori utilizzando tale innovativo dispositivo porta-collarino e a un contenitore realizzato mediante tale metodo.
Nella tecnica nota, per la produzione di contenitori in vetro sono generalmente utilizzate tre tecnologie, che differiscono fra loro sia per la sequenza di operazioni che vengono condotte, sia per le caratteristiche geometriche, dimensionali e di finitura che ciascuna di esse permette di ottenere.
Una prima tecnologia è quella cosiddetta "a pressatura", in genere utilizzata per la produzione di oggetti con imboccatura grande, o addirittura privi di imboccatura, ad esempio bicchieri, in cui la forma definitiva dell'oggetto è ottenuta mediante un pistone che è fatto penetrare nella goccia di vetro fuso presente nello stampo (a temperature generalmente comprese fra 1.000°C e 1.200°C) per realizzare direttamente, in cooperazione con le pareti dello stampo, l'oggetto finito.
La tecnologia "a pressatura" può essere utilizzata per la realizzazione di contenitori aventi dimensione trasversale uguale o maggiore della loro altezza, quali i vasi da cosmetica. Tuttavia, poiché l'ampiezza interna del contenitore è determinata dalla sagoma del pistone, la cavità interna non sarà mai più larga dell'imboccatura anche in contenitori aventi dimensione trasversale maggiore dell'altezza e, conseguentemente, eventuali vasi da cosmetica così ottenuti avranno sempre parete spessa.
La tecnologia "a pressatura" ha il vantaggio che è possibile realizzare, durante l'operazione di stampaggio a pressione, anche la filettatura dell'imboccatura. Tuttavia, come detto, tale tecnologia presenta come svantaggio un elevato spessore di parete del contenitore (generalmente maggiore di 2 mm), che risulta così particolarmente pesante in rapporto alla capacità del contenitore stesso: non è infatti possibile, con questa tecnologia, realizzare contenitori con rapporto peso/capacità inferiore a 2 g/cm<3>. Inoltre, la forma dell'oggetto deve necessariamente essere troncoconica per poter essere estratto dallo stampo, a meno di utilizzare stampi apribili, che però lasciano visibili i segni di giunzione sul prodotto.
Una seconda tecnologia è quella cosiddetta a "pressosoffio", che consiste in due fasi successive di formatura. Durante la prima fase (pressatura), un pistone è fatto penetrare nella goccia di vetro fuso presente in un primo stampo (stampo preparatore) per formare un abbozzo di corpo cavo, detto "parison", la cui imboccatura è già quella definitiva del contenitore finito. Successivamente, il parison viene estratto dal primo stam po e inserito in un secondo stampo (stampo finitore), avente forma interna corrispondente a quella del contenitore finito, dove aria (generalmente a circa 1-3 bar) viene soffiata all'interno del parison facendogli assumere la forma definitiva del contenitore, corrispondente a quella della sede interna dello stampo. Poiché la dimensione dell'imboccatura è determinata dalla dimensione del pistone inserito nello stampo preparatore, la tecnologia a "presso-soffio" è generalmente utilizzata per la produzione di contenitori con imboccatura particolarmente larga (tipicamente maggiore di 35 mm).
Una terza tecnologia è quella cosiddetta a "soffiosoffio", che consiste anch'essa in due fasi successive di formatura ma, a differenza della tecnologia a "presso-soffio", anche la prima fase di formatura del parison nello stampo preparatore è condotta mediante aria compressa, rendendo così possibile la realizzazione di un'imboccatura del parison anche apprezzabilmente ristretta, dal momento che la porzione di imboccatura viene modellata dall'aria compressa sulla forma della porzione di ingresso dello stampo preparatore. La tecnologia a "soffio-soffio" è quindi generalmente utilizzata per la produzione di contenitori con imboccatura stretta, tipicamente bottiglie. Successivamente, il parison viene estratto dal primo stampo e inserito in un secondo stampo (stampo finitore), avente forma interna corrispondente a quella del contenitore finito (tipicamente il corpo della bottiglia), dove ulteriore aria viene soffiata all'interno del parison facendogli assumere la forma definitiva del contenitore. Questa tecnologia non riesce comunque a garantire una ottimale distribuzione interna del vetro, in particolare quando si cerca di ottenere spessori sottili.
Un'ottima tecnologia per la produzione di contenitori in vetro è quella che utilizza la macchina nota nel settore come "Hartford 28" (brevemente H28), che sfrutta la tecnologia a "presso-soffio" per realizzare contenitori dotati di pareti sottili e ottima finitura superficiale, particolarmente idonei per servizi da tavola.
In accordo con la sopra descritta tecnologia a "pressosoffio", l'utilizzo di una macchina H28 prevede una prima fase in cui nella goccia di vetro fuso presente nello stampo preparatore viene fatto penetrare un pistone per ottenere mediante pressatura un parison con relativa calotta superiore necessaria per i successivi spostamenti del pezzo. Successivamente, il parison viene estratto dallo stampo preparatore, e trasferito, sostenuto dal collarino che ha formato la suddetta calotta superiore, allo stampo finitore, dove aria in pressione è soffiata all'interno del parison (sempre sostenuto dal collarino posto in rotazione) per ottenere la forma finale.
Al termine della fase di soffiatura, lo stampo e il collarino vengono aperti e il pezzo viene estratto, tramite pinze che si stringono attorno alla calotta superiore, per essere trasferito alle successive stazioni di lavorazione. Qualora il prodotto così realizzato sia un bicchiere, oppure la coppa di un calice, una ulteriore fase di lavorazione potrebbe essere la cosiddetta "scalottatura", ossia il taglio e l'asportazione della suddetta calotta superiore formata dal collarino.
Le tecnologie sopra descritte, tuttavia, non consentono di realizzare contenitori aventi dimensione trasversale uguale o maggiore della loro altezza e dotati di bocca filettata, come tipicamente i vasi da cosmetica, che abbiano spessore di parete sufficientemente sottile da permettere il raggiungimento di rapporti peso/capacità inferiori a 2 g/cm , fino anche a 0,5 g/cm .
Le tecnologie che permettono di ottenere spessori di parete molto sottili, quali il "soffio-soffio" o il "presso-soffio" (come quella utilizzata dalla macchina H28, per esempio), sono peraltro universalmente dirette alla realizzazione di contenitori, come bicchieri o simili, in cui la calotta superiore formata dal collarino di sostegno del parison è già conformata secondo la configurazione definitiva desiderata per il contenitore, oppure viene addirittura tagliata ed asportata per ottenere un'apertura più ampia e con bordo regolare ed esteticamente gradevole.
Inoltre, è da considerare che le normali teste per la formatura della porzione di imboccatura utilizzate nelle macchine H28, che prevedono che il collarino si apra a settori secondo un movimento di rotazione a bascula, comportano una notevole complessità meccanica nel cinematismo di apertura.
Infatti, se si volessero utilizzare due soli settori di collarino (al fine di semplificare più possibile la struttura), costituiti da due archi o anelli semicircolari affrontati e apribili specularmente mediante rotazione attorno ad assi paralleli fra loro, le porzioni più estreme di tali anelli semicircolari interferirebbero, durante la prima fase della loro rotazione, con le porzioni di spalla del contenitore (ossia la zona che realizza transizione fra l'imboccatura e il corpo del contenitore stesso).
Per questo motivo, nelle macchine H28 destinate alla realizzazione di contenitori con imboccatura più stretta del corpo, il collarino è solitamente suddiviso in quattro settori estendentisi per 90° ciascuno.
Scopo generale della presente invenzione è ovviare agli inconvenienti sopra menzionati fornendo un dispositivo porta-collarino per macchine per la formatura di contenitori in vetro, atto a supportare ed aprire un collarino a settori con matrice filettata per la realizzazione della porzione di imboccatura dei contenitori, in particolare vasi da cosmetica, dotati di bocca filettata e pareti sufficientemente sottili da consentire di ottenere rapporti peso/capacità inferiori a 2 g/cm<3>, fino anche a 0,5 g/cm<3>.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo porta-collarino, in cui il collarino sia apribile senza rischio di interferenze con le porzioni di spalla del contenitore anche se è realizzato con due sole porzioni anulari semicircolari. Scopo della presente invenzione è anche fornire un metodo per la realizzazione di tali contenitori con parete sottile e imboccatura più stretta del corpo, utilizzando macchine che sfruttano la tecnologia "pressosoffio" o "soffio-soffio".
Ai fini della presente invenzione, per "parete sottile" si intende qui uno spessore inferiore a 1,5 mm e preferibilmente inferiore a 1 mm, nella zona del corpo del contenitore, tenendo comunque conto che l'effettiva distribuzione dello spessore del vetro è in realtà variabile a seconda della specifica forma del prodotto.
In vista di tali scopi si è pensato di realizzare, secondo l'invenzione, un dispositivo porta-collarino de stinato ad essere utilizzato in corrispondenza di uno stampo per la formatura di contenitori in vetro aventi un'imboccatura, in cui il collarino per la realizzazione dell'imboccatura è apribile e costituito da una pluralità di settori circonferenziali allontanabili reciprocamente a partire da una posizione chiusa del collarino, nella quale i settori circonferenziali sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo dotato di un asse centrale, fino a una posizione aperta del collarino, nella quale i settori circonferenziali sono ruotati fuori da detta configurazione complanare, in allontanamento reciproco, attorno ad assi diretti perpendicolarmente alla direzione dell'asse di detto elemento anulare, caratterizzato dal fatto che il movimento dei settori circonferenziali dalla posizione chiusa alla posizione aperta è costituito dalla composizione di un primo movimento di traslazione radiale, nella detta configurazione complanare, di ciascun settore circonferenziale in allontanamento dall'asse di detto elemento anulare, e di un secondo movimento di rotazione di ciascun settore circonferenziale attorno a un rispettivo asse diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse di detto elemento anulare, fra il movimento di traslazione e il movimento di rotazione essendo individuata una posizione intermedia del collarino in cui i settori circonferenziali si trovano nella configurazione complanare.
Secondo l'invenzione si è inoltre realizzato un metodo per la realizzazione di contenitori in vetro aventi pareti laterali sottili e un'imboccatura più stretta del corpo definito da dette pareti laterali, comprendente almeno una fase di formatura in stampo mediante immissione di aria soffiata all'interno di un abbozzo di corpo cavo in vetro all'interno dello stampo, in cui detto corpo in vetro è supportato nello stampo per mezzo di un collarino apribile, atto alla realizzazione dell'imboccatura del contenitore e costituito da una pluralità di settori circonferenziali allontanabili reciprocamente, il metodo comprendendo inoltre una fase di apertura del collarino al termine della fase di formatura in stampo, nella quale ciascun settore circonferenziale compie, a partire da una posizione chiusa del collarino, nella quale i settori circonferenziali sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo dotato di un asse centrale, un primo movimento di traslazione radiale, nella detta configurazione complanare, in allontanamento dall'asse di detto elemento anulare, seguito da un secondo movimento di rotazione di ciascun settore circonferenziale attorno a un rispettivo asse diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse di detto elemento anulare, fino a una posizione aperta del collarino, nella quale i settori circonferenziali sono ruotati fuori da detta configurazione complanare, in allontanamento reciproco, attorno a detti assi diretti perpendicolarmente alla direzione dell'asse di detto elemento anulare.
Per rendere più chiara la spiegazione dei principi innovativi della presente invenzione e i suoi vantaggi rispetto alla tecnica nota si descriverà di seguito, con l'aiuto dei disegni allegati, una possibile realizzazione esemplificativa applicante tali principi. Nei disegni:
Le Figure 1a-1h rappresentano in modo schematico successive fasi di formatura di un contenitore secondo la tecnologia a "presso-soffio".
La Fig.2 rappresenta una vista in alzata laterale di un contenitore realizzato mediante una macchina dotata di dispositivo porta-collarino secondo l'invenzione.
La Fig.3 rappresenta una vista in sezione del collarino e dello stampo preparatore, con inserito un contenitore al termine della fase di pressatura.
La Fig.4 rappresenta una vista in sezione di un collarino, con la matrice per la realizzazione della filettatura sull'imboccatura del contenitore.
La Fig.5 rappresenta una vista prospettica complessiva del dispositivo porta-collarino secondo l'invenzione. Le Figure da 6 a 8 rappresentano successive fasi operative dell'apertura del collarino.
Con riferimento alle figure, in Fig.1a è illustrato uno stampo preparatore 10 in cui è stata inserita, secondo modalità ben note al tecnico, una goccia 11 di vetro fuso (vantaggiosamente a temperatura compresa fra 1.000°C e 1.200°C).
In Fig.1b è mostrato il pistone 12 che viene abbassato, avvicinandosi allo stampo preparatore, mentre in corrispondenza della porzione superiore dello stampo sono stati applicati la ciambella 13 (avente funzione di anello di guida per l'inserimento del pistone) e il collarino 14 di formatura dell'imboccatura del contenitore.
La Fig.1c illustra il pistone 12 inserito, attraverso la ciambella 13 e il collarino 14, nello stampo preparatore per formare un parison 15, ossia un abbozzo di corpo cavo in vetro che verrà successivamente rifinito per assumere la forma definitiva del prodotto finito. In Fig.1d è mostrato il pistone 12 che viene sollevato per allontanarsi dallo stampo preparatore 10, il quale a sua volta viene abbassato per liberare il parison 15 sostenuto dal collarino 14.
Il parison 15, sostenuto dal collarino 14 posto in rotazione, viene poi trasferito (Fig.1e) ad una testa soffiante 16, posizionata sopra la ciambella 13, ed inserito (Fig.1f) in uno stampo finitore 17 (avente forma interna corrispondente a quella del contenitore finito e le cui pareti sono vantaggiosamente bagnate con acqua), dove avviene una prima fase di soffiatura a bassa pressione. Successivamente, attraverso la testa soffiante 16 viene soffiata aria compressa ad alta pressione all'interno del parison per fargli assumere la forma definitiva del contenitore 18, corrispondente a quella della sede interna dello stampo finitore 17 (Fig.1g).
La rotazione del parison 15 all'interno dello stampo finitore 17 durante le fasi di soffiatura è resa possibile dalla pellicola di vapore che si genera tra la superficie dello stampo ed il vetro grazie alla bagnatura delle pareti della sede.
Una volta terminata la fase di soffiatura, lo stampo finitore 17 viene aperto, la testa soffiante 16 viene ritratta e il collarino 14 viene anch'esso aperto, liberando il contenitore 18 che può essere prelevato mediante pinze di presa e trasferimento 19 che si stringono attorno alla porzione superiore di imboccatura 20 precedentemente formata dal collarino (Fig.1h). Dopo di ciò, il contenitore 18 può essere trasferito, mediante le pinze 19 ed eventuali altri mezzi trasportatori, ad ulteriori stazioni di lavorazione, ad esempio forno di ricottura, ecc.
E' da sottolineare che gli elementi illustrati nelle Figure 1a-1h sono rappresentati in modo del tutto schematico, per descrivere concettualmente la sequenza delle fasi operative, e non intendono introdurre alcun vincolo o limitazione né dal punto di vista strutturale, né dal punto di vista dimensionale, dato che tali dettagli sono, in sé, ben noti al tecnico.
In Fig.2 è illustrato, con maggiore dettaglio, un contenitore finito 30 (tipicamente un vaso per cosmetici) dotato di pareti laterali 31, che definiscono il corpo del contenitore, e di un'imboccatura superiore 32 provvista di filettatura esterna 33 per l'avvitamento di un tappo di chiusura, non mostrato in figura.
Tipicamente, in questo tipo di contenitori è presente una porzione di spalla 34, corrispondente alla zona di transizione fra l'imboccatura e il corpo del contenitore stesso.
In Fig.3 è mostrato in sezione trasversale uno stampo 40 (con ancora inserito un contenitore in esso formato), accoppiato ad un collarino 41 dotato di matrice filettata per la realizzazione della filettatura 33 sull'imboccatura 32 del contenitore.
Con riferimento all'illustrazione di Fig.3, lo stampo può essere per esempio uno stampo preparatore e il contenitore inserito nella sua sede interna 42 sarà quindi un parison, nella fase precedente alla sua finitura mediante soffiatura. In modo del tutto analogo, come ben noto al tecnico, può essere realizzato l'accoppiamento fra il collarino 41 e uno stampo finitore, dove il contenitore in esso inserito assumerebbe quindi le caratteristiche dimensionali e di forma del contenitore finito.
In Fig.4 è illustrato più in dettaglio, sempre in sezione, un collarino 41 con la matrice filettata 43 per la realizzazione della filettatura sull'imboccatura del contenitore.
La Fig.5 mostra nel suo complesso il dispositivo portacollarino 50 secondo l'invenzione, mentre le Figure 6-8 illustrano il medesimo dispositivo porta-collarino 50 durante successive fasi operative di apertura del collarino 41.
In Fig.6, per meglio chiarire l'interazione fra le varie parti, è mostrato parzialmente, a linea tratteggiata, un contenitore 30 ancora trattenuto dal collarino chiuso, mentre nelle Figure 7 e 8 il contenitore non è raffigurato, in modo da non ostruire la vista del movimento di apertura del collarino.
Il dispositivo porta-collarino 50 è costituito da un corpo sostanzialmente cilindrico 51, dotato di superficie laterale 52 estendentesi attorno ad un asse longitudinale. Naturalmente, con la definizione "sostanzialmente cilindrico" qui utilizzata si intende, come ben noto al tecnico, che il corpo 51 possa eventualmente avere una forma assimilabile a quella cilindrica, per esempio prismatica a base poligonale, restando tuttavia nell'ambito e nelle modalità di funzionamento qui descritte.
In corrispondenza di un'estremità del corpo 51 (l'estremità inferiore negli esempi illustrati), è disposto un collarino 41 di forma anulare, destinato alla realizzazione dell'imboccatura filettata 32 del contenitore 30. A questo scopo, il collarino 41 è dotato internamente di una matrice filettata 43.
Il collarino 41 è costituito da una pluralità di setto ri circonferenziali 44 che, nella condizione di collarino chiuso (illustrata in Fig.6), sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo che costituisce matrice per la formazione dell'imboccatura del contenitore in vetro, nonché mezzo di presa e trattenimento del contenitore stesso in corrispondenza dell'imboccatura.
Detto elemento anulare si estende simmetricamente attorno a un proprio asse centrale 45, perpendicolare al piano del collarino in condizione chiusa e vantaggiosamente coincidente con l'asse longitudinale del corpo 51 sopra menzionato.
Nella forma di realizzazione preferita, illustrata nei disegni allegati, i settori circonferenziali che concorrono a formare il collarino 41 sono quattro, estendentisi per un arco di 90° ciascuno.
I settori circonferenziali 44 sono atti ad essere mossi a partire dalla suddetta posizione di collarino chiuso (illustrata in Fig.6), in cui essi sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo, per raggiungere una condizione finale di collarino aperto (illustrata in Fig.8), in cui essi sono allontanati reciprocamente e ruotati fuori da detta configurazione complanare, attorno ad assi 46 diretti perpendicolarmente alla direzione dell'asse 45 dell'elemento anulare che forma il collarino chiuso.
Secondo l'invenzione, il movimento dei settori circonferenziali 44 dalla posizione di collarino chiuso di Fig.6 alla posizione di collarino aperto di Fig.8 è costituito dalla composizione di un primo movimento di traslazione radiale, nella detta configurazione complanare, di ciascun settore circonferenziale 44 in allontanamento dall'asse 45 dell'elemento anulare che forma il collarino chiuso, e di un secondo movimento di rotazione di ciascun settore circonferenziale 44 attorno a un suddetto rispettivo asse 46 diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse 45 del collarino 41.
Fra il movimento di traslazione e il movimento di rotazione è individuata una posizione intermedia del collarino 41 (illustrata in Fig.7), in cui i settori circonferenziali 44 si trovano ancora nella configurazione complanare.
In altre parole, durante la prima fase di movimento traslatorio i settori circonferenziali 44 si muovono sul piano comune individuato dal collarino in condizione chiusa, traslando ciascuno lungo un asse radiale passante per l'asse 45 del collarino. In questo modo, si realizza un primo allontanamento reciproco dei settori 44 (oltre che un allontanamento parziale dall'imboccatura 32 del contenitore 30) ottenuto senza rotazione dei settori stessi. Questa prima fase del movimento di apertura del collarino può essere definita "apertura parallela", nel senso che il movimento dei settori 44 che formano il collarino avviene parallelamente al piano comune individuato dal collarino in condizione chiusa.
Durante la seconda fase di movimento rotatorio, a partire dalla posizione intermedia di Fig.7, ciascun settore circonferenziale 44 ruota attorno al rispettivo asse 46 diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse 45 del collarino 41, in modo che i settori circonferenziali 44 escono, ruotando, dal piano comune che era individuato dal collarino in condizione chiusa e si allontanano ulteriormente uno dall'altro per raggiungere la condizione finale di collarino aperto illustrata in Fig.8, atta a permettere al contenitore finito di essere rimosso. Questa seconda fase del movimento di apertura del collarino può essere definita "apertura a bascula".
Per rendere possibili questi movimenti dei settori circonferenziali 44 dalla posizione iniziale di Fig.6 a quella finale di Fig.8, il dispositivo 50 comprende un sistema di leveraggi 53 azionati a camma per l'attuazione in sequenza di detti movimenti di traslazione e di rotazione dei settori circonferenziali 44.
Più in particolare, il sistema di leveraggi 53 comprende, per ciascun settore circonferenziale 44, una leva di primo genere 54 disposta lateralmente rispetto alla superficie laterale 52 del corpo 51 e imperniata, in posizione di fulcro intermedia 55, al corpo stesso.
La leva 54 è dotata, alla sua estremità 56 più lontana dal rispettivo settore circonferenziale 44, di un inseguitore di camma 57 (vantaggiosamente un rullino) atto a cooperare con un attuatore di camma 58, come sarà meglio descritto più avanti, per comandare la rotazione della leva e il conseguente movimento dei settori circonferenziali 44 del collarino.
La leva 54 è inoltre dotata, alla sua estremità opposta 59, più prossima al settore circonferenziale 44, di un perno 60 di incernieramento ad una sporgenza 61 solidale con il settore circonferenziale 44.
L'estremità 59 della leva 54 è visibile in Fig.5 e anche nella porzione di destra della Fig.7, dove per chiarezza grafica è stata omessa parte della sporgenza 61 al fine di mostrare la leva 54 nella sua interezza. La retta che congiunge detto perno di estremità 60 con il fulcro 55 della leva 54 è sostanzialmente perpendicolare al piano dell'elemento anulare che forma il collarino in condizione chiusa, così che durante la piccola rotazione angolare della leva 54 nella prima fase del movimento (pari a pochi gradi) il perno 60, con il rispettivo settore circonferenziale 44 ad esso vincolato, compie un movimento sostanzialmente parallelo al piano stesso dell'elemento anulare, realizzando detto primo movimento di traslazione radiale del corrispondente settore circonferenziale 44.
La porzione della leva 54 compresa fra il fulcro 55 e l'estremità 59, e più in particolare fra il fulcro 55 e il perno 60 di incernieramento alla sporgenza 61 solidale con il settore circonferenziale 44, è inoltre dotata di una superficie di riscontro 62 destinata ad andare a battuta contro una corrispondente superficie di riscontro 63 di detta sporgenza 61 al termine della prima fase di rotazione della leva 54 corrispondente a detto primo movimento di traslazione radiale del settore circonferenziale 44.
Al raggiungimento della posizione di battuta fra le superfici di riscontro 62, 63, corrispondente alla condizione illustrata in Fig.7, una ulteriore rotazione della leva 54 fa muovere solidalmente in rotazione la leva stessa e la sporgenza 61 con il corrispondente settore circonferenziale 44, realizzando così detto secondo movimento di rotazione del settore circonferenziale 44 attorno all'asse 46 (coincidente con il fulcro 55 della leva 54) fino alla condizione finale di Fig.8.
Schematicamente, quindi, durante la prima fase di rotazione della leva 54 (ossia prima che la sua superficie di riscontro 62 vada a battuta contro la superficie di riscontro 63 della sporgenza 61 solidale con il settore circonferenziale 44) è solo la leva 54 a ruotare, mentre la sporgenza 61, con il rispettivo settore circonferenziale 44, trasla parallelamente al piano dell'elemento anulare che forma il collarino in condizione chiusa, trascinato in tale movimento dal perno di incernieramento 60. Una volta che la superficie di riscontro 62 della leva 54 va a battuta contro la superficie di riscontro 63 della sporgenza 61, la leva 54 e la sporgenza 61 si muovono solidalmente in rotazione attorno all'asse 46 (coincidente con il fulcro 55 della leva) realizzando così il movimento di rotazione del settore circonferenziale 44 fra le posizioni di Fig.7 e Fig.8.
Come detto, il dispositivo 50 comprende anche un attuatore di camma 58 dotato di una superficie di camma atta ad impegnare gli inseguitori di camma 57 per comandare l'attuazione della sopra descritta rotazione delle rispettive leve 54.
Nella forma di realizzazione illustrata, l'attuatore di camma 58 è costituito da una calotta cilindrica che circonda il corpo 51 del dispositivo 50 ed è mobile coassialmente ad esso, lungo l'asse longitudinale 45. Vantaggiosamente, l'azionamento delle leve 54 per l'apertura del collarino 41 avviene mediante abbassamento della calotta cilindrica rispetto al corpo 51, con riferimento alle figure.
La calotta cilindrica che costituisce l'attuatore di camma 58 è dotato di una propria superficie interna (affacciata verso la superficie laterale 52 del corpo 51) che presenta una porzione 64 rastremata, inclinata rispetto all'asse 45 per spingere, al movimento assiale verso il basso della calotta rispetto al corpo 51, gli inseguitori di camma 57 verso detta superficie laterale 52 causando la rotazione delle leve 54 a partire dalla condizione di Fig.6 verso le condizioni di Fig.7 e Fig.8.
Come si vede chiaramente in Fig.6, nella condizione di collarino chiuso l'attuatore di camma 58 è ad un'altezza rispetto al corpo 51 tale per cui gli inseguitori di camma 57 si trovano a monte della porzione rastremata 64 della superficie di camma, così che le leve 54 possono essere mantenute con la propria estremità superiore 56 allontanata dal corpo 51 del dispositivo portacollarino grazie all'azione di spinta di una molla 65 caricata in modo da mantenere normalmente i settori circonferenziali 44 nella posizione di collarino chiuso.
Vantaggiosamente, la molla 65 è una molla a spirale alloggiata in una sede 66 aperta circonferenzialmente lungo il perimetro delle sporgenze 61 solidali con i settori circonferenziali 44, in modo da essere espansa dal movimento di apertura dei settori circonferenziali 44.
Poiché il collarino 41 è destinato a formare un'imboccatura filettata del contenitore 30, i settori circonferenziali apribili 44 che costituiscono il collarino sono provvisti internamente di rispettive porzioni di una matrice filettata 43. Naturalmente, la porzione di matrice filettata 43 presente su ciascun settore circonferenziale 44 è sequenziale rispetto alla porzione presente sul settore circonferenziale adiacente.
Dato che il collarino è costituito da una pluralità di settori circonferenziali, la filettatura che risulterà sull'imboccatura del contenitore non sarà ovviamente continua, ma avrà un numero di interruzioni corrispondente al numero di settori in cui è suddiviso il collarino.
E' a questo punto chiaro come con il dispositivo portacollarino secondo l'invenzione sia possibile realizzare contenitori in vetro mediante macchine H28, quindi con pareti particolarmente sottili, che abbiano bocca filettata come richiesto dai vasi da cosmetica e, in particolare, come sia possibile evitare un'interferenza fra il collarino in fase di apertura e le porzioni di spalla del contenitore stesso. Infatti, la prima fase di apertura del collarino mediante traslazione dei settori circonferenziali 44 ("apertura parallela") consente ai settori stessi di allontanarsi dall'imboccatura del contenitore, prima dell'inizio del loro movimento di rotazione ("apertura a bascula"), di una distanza sufficiente ad evitare interferenze, durante la rotazione, con le porzioni di spalla 34 del contenitore anche se sono utilizzati due soli settori semicircolari 44 per realizzare il collarino apribile.
Naturalmente, la descrizione sopra fatta di una realizzazione applicante i principi innovativi della presente invenzione è riportata a titolo esemplificativo di tali principi innovativi e non deve perciò essere presa a limitazione dell'ambito di privativa qui rivendicato. Ad esempio, la specifica configurazione dell'attuatore di camma, atto a comandare la rotazione delle leve 54, potrebbe essere differente da quanto schematicamente illustrato, così come potrebbe essere differente, in funzione di particolari esigenze costruttive e/o funzionali, la configurazione dei mezzi elastici di contrasto alla rotazione delle leve stesse e dei settori circonferenziali 44.
Inoltre, il dispositivo porta-collarino secondo l'invenzione può essere utilizzato anche per la produzione di contenitori aventi imboccatura non filettata, in cui la chiusura del vaso avviene mediante fascette elastiche o altri mezzi ben noti al tecnico. In tal caso, i settori circonferenziali 44 che formano il collarino 41 saranno privi della matrice filettata 43.
E' chiaro che, qualora la presenza di una filettatura sull'imboccatura del vaso comporti la necessità di realizzare un'imboccatura più alta rispetto alle misure standard, e quindi deve essere parimenti utilizzato un collarino di altezza maggiorata, occorre modificare corrispondentemente la porzione superiore dello stampo per poter accogliere il collarino di altezza maggiorata. In pratica, questa modifica dello stampo consiste nell'abbassamento della cosiddetta "neck ring line", ossia il piano di appoggio del collarino sullo stampo.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo porta-collarino destinato ad essere utilizzato in corrispondenza di uno stampo per la formatura di contenitori in vetro (30) aventi un'imboccatura (32), in cui il collarino (41) per la realizzazione dell'imboccatura (32) è apribile e costituito da una pluralità di settori circonferenziali (44) allontanabili reciprocamente a partire da una posizione chiusa del collarino (41), nella quale i settori circonferenziali (44) sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo dotato di un asse centrale (45), fino a una posizione aperta del collarino (41), nella quale i settori circonferenziali (44) sono ruotati fuori da detta configurazione complanare, in allontanamento reciproco, attorno ad assi diretti perpendicolarmente alla direzione dell'asse (45) di detto elemento anulare, caratterizzato dal fatto che il movimento dei settori circonferenziali (44) dalla posizione chiusa alla posizione aperta è costituito dalla composizione di un primo movimento di traslazione radiale, nella detta configurazione complanare, di ciascun settore circonferenziale (44) in allontanamento dall'asse (45) di detto elemento anulare, e di un secondo movimento di rotazione di ciascun settore circonferenziale (44) attorno a un rispettivo asse (46) diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse (45) di detto elemento anulare, fra il movimento di traslazione e il movimento di rotazione essendo individuata una posizione intermedia del collarino (41) in cui i settori circonferenziali (44) si trovano nella configurazione complanare.
  2. 2. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un corpo (51) avente una superficie laterale (52) estendentesi attorno all'asse (45) di detto elemento anulare, il collarino (41) essendo disposto in corrispondenza di un'estremità del corpo (51) attorno a detto asse (45) dell'elemento anulare, e il dispositivo comprendendo inoltre un sistema di leveraggi (53) azionati a camma per l'attuazione in sequenza di detti movimenti di traslazione e di rotazione dei settori circonferenziali (44).
  3. 3. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il sistema di leveraggi (53) comprende, per ciascun settore circonferenziale (44), una leva di primo genere (54) disposta lateralmente rispetto alla superficie laterale (52) del corpo (51) e imperniata, in posizione di fulcro intermedia (55), al corpo stesso, e avente, ad un'estremità (56) più lontana dal rispettivo settore circonferenziale (44), un inseguitore di camma (57) e all'opposta estremità (59), più prossima al settore circonferenziale (44), un perno (60) di incernieramento ad una sporgenza (61) solidale con il settore circonferenziale (44), la retta congiungente detto perno di estremità (60) con il fulcro (55) della leva (54) essendo sostanzialmente perpendicolare al piano dell'elemento anulare in modo da realizzare, alla rotazione della leva (54), detto primo movimento di traslazione radiale del rispettivo settore circonferenziale (44), in corrispondenza della sua porzione compresa fra il fulcro (55) e detta opposta estremità (59) la leva (54) avendo anche una superficie di riscontro (62) destinata ad andare a battuta contro una corrispondente superficie di riscontro (63) di detta sporgenza (61) solidale al settore circonferenziale (44), al termine di una prima fase di rotazione della leva (54) corrispondente a detto primo movimento di traslazione radiale del settore circonferenziale (44), per muovere solidalmente in rotazione, in una seconda fase di rotazione della leva (54), anche detta sporgenza (61) e il corrispondente settore circonferenziale (44), realizzando così detto secondo movimento di rotazione del settore circonferenziale (44).
  4. 4. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che la superficie di riscontro (62) della leva (54) è disposta fra il fulcro (55) e il perno (60) di incernieramento alla sporgenza (61) solidale con il settore circonferenziale (44).
  5. 5. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto di comprendere un attuatore di camma (58) dotato di una superficie di camma (64) atta ad impegnare l'inseguitore di camma (57) per comandare l'attuazione della rotazione della leva (54) del sistema di leveraggi (53).
  6. 6. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che l'attuatore di camma (58) è costituito da una calotta cilindrica che circonda il corpo (51) ed è mobile coassialmente ad esso, con una propria superficie interna affacciata verso la superficie laterale (52) del corpo (51) che è dotata di una porzione (64) inclinata rispetto all'asse per attuare, con il movimento assiale della calotta rispetto al corpo (51), la rotazione della leva (54) mediante spinta dell'inseguitore di camma (57) verso la superficie laterale (52) del corpo (51).
  7. 7. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che la spinta dell'inseguitore di camma (57) verso la superficie laterale (52) del corpo (51) da parte della superficie di camma (64) avviene in contrasto con una molla (65) caricata in modo da mantenere normalmente i settori circonferenziali (44) nella posizione di collarino chiuso.
  8. 8. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che la molla (65) è una molla a spirale alloggiata in una sede (66) aperta circonferenzialmente lungo il perimetro delle sporgenze (61) solidali con i settori circonferenziali (44).
  9. 9. Dispositivo porta-collarino secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ciascuno dei settori circonferenziali (44) apribili che formano il collarino è dotato internamente di una porzione sequenziale di matrice filettata (43) destinata a formare una filettatura sull'imboccatura del contenitore.
  10. 10. Metodo per la realizzazione di contenitori in vetro (30) aventi pareti laterali sottili (31) e un'imboccatura (32) più stretta del corpo definito da dette pareti laterali, comprendente almeno una fase di formatura in stampo mediante immissione di aria soffiata all'interno di un abbozzo di corpo cavo in vetro all'interno dello stampo, in cui detto corpo in vetro è supportato nello stampo per mezzo di un collarino apribile (41), atto alla realizzazione dell'imboccatura (32) del contenitore (30) e costituito da una pluralità di settori circonferenziali (44) allontanabili reciprocamente, il metodo comprendendo inoltre una fase di apertura del collarino (41) al termine della fase di formatura in stampo, nella quale ciascun settore circonferenziale (44) compie, a partire da una posizione chiusa del collarino (41), nella quale i settori circonferenziali (44) sono complanari e formano un elemento anulare sostanzialmente continuo dotato di un asse centrale (45), un primo movimento di traslazione radiale, nella detta configurazione complanare, in allontanamento dall'asse (45) di detto elemento anulare, seguito da un secondo movimento di rotazione di ciascun settore circonferenziale (44) attorno a un rispettivo asse (46) diretto perpendicolarmente alla direzione dell'asse (45) di detto elemento anulare, fino a una posizione aperta del collarino (41), nella quale i settori circonferenziali (44) sono ruotati fuori da detta configurazione complanare, in allontanamento reciproco, attorno a detti assi (46) diretti perpendicolarmente alla direzione dell'asse (45) di detto elemento anulare.
  11. 11. Metodo secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che le pareti laterali (31) del contenitore (30) sono realizzate con spessore inferiore a 1,5 mm.
  12. 12. Metodo secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che le pareti laterali (31) del contenitore (30) sono realizzate con spessore inferiore a 1 mm.
  13. 13. Contenitore in vetro avente pareti laterali sottili (31) e un'imboccatura (32) più stretta del corpo definito da dette pareti laterali, realizzato mediante il metodo secondo una delle rivendicazioni 10-12.
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