IT201600080827A1 - Apparato e metodo per il trattamento terapeutico di lesioni tissutali. - Google Patents

Apparato e metodo per il trattamento terapeutico di lesioni tissutali.

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IT201600080827A1 IT102016000080827A IT201600080827A IT201600080827A1 IT 201600080827 A1 IT201600080827 A1 IT 201600080827A1 IT 102016000080827 A IT102016000080827 A IT 102016000080827A IT 201600080827 A IT201600080827 A IT 201600080827A IT 201600080827 A1 IT201600080827 A1 IT 201600080827A1
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Description

“Apparato e metodo per il trattamento terapeutico di lesioni tissutali”
La presente invenzione concerne un apparato ed un metodo per il trattamento terapeutico di lesioni tissutali.
Le lesioni cutanee, più o meno profonde, sono zone di rottura e perdita tessutale con esposizione dei tessuti sottostanti. Il termine "lesione esterna" o "ferita" indica la distruzione morfologica e funzionale della continuità degli strati cutanei superficiali e, nei casi più gravi, sottocutanei profondi.
Le lesioni vengono valutate e catalogate in base all'ampiezza, profondità e caratteristiche. Le lesioni superficiali, lievi, colpiscono solo l'epidermide, il derma e al massimo una parte dell'ipoderma; quelle più profonde e gravi coinvolgono tutto il tessuto sottocutaneo (adipe) fino ai muscoli, il periostio arrivando all'esposizione dell'osso o delle strutture di supporto (tendini e cartilagini); quelle più gravi (croniche) sono caratterizzate da perdita di sostanza a livello cutaneo e da una scarsa tendenza alla guarigione.
Tipiche lesioni tissutali sono, ad esempio, le lesione da pressione (o ulcere da decubito), che piuttosto comunemente sono dette anche “piaghe”. Le piaghe sono la conseguenza diretta di una elevata o prolungata compressione, o di forze di taglio (o stiramento), causanti uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura di vasi sanguigni.
Una lesione da pressione istologicamente ha sempre una tendenza a cronicizzare più che a guarire spontaneamente. Per tale motivo, esistono trattamenti con tecniche che sono in grado di riattivare i processi di riparazione tessutale, inibendo i processi di cronicizzazione.
Uno dei metodi di trattamento terapeutici più moderni è la regenoterapia che, per accelerare la ricostruzione dei tessuti, utilizza un segnale a radiofrequenza tra 1MHz e 400MHz trasmesso da opportune antenne con potenza di segnale limitata (0,15mW) che va ad interessare i tessuti. L’effetto è quello di migliorare la respirazione cellulare ed accelerare lo scambio cellulare, con la conseguentemente ricostruzione del tessuto interessato dalla lesione.
Il segnale prodotto dallo strumento attraverso il quale si pratica la regenoterapia determina una modificazione della permeabilità della membrana citoplasmatica con conseguente riequilibro elettrolitico. Laddove esiste uno scompenso patologico, l’applicazione di questi definiti segnali in radiofrequenza determina un riequilibrio interno ed esterno alla cellula.
L’applicazione di alte frequenze modulate e pulsate, dona tutti i benefici della penetrazione delle onde radio, senza scaldare apprezzabilmente i tessuti, grazie alle pause relativamente lunghe tra un impulso ed l’altro.
La regenoterapia da’ buoni effetti sul tessuto connettivo e sulle affezioni venose ed arteriose d’ogni genere, nelle quali è stato accertato che i campi elettromagnetici controllati, forzano la sintesi dell’acido ialuronico, componente basilare della sostanza del connettivo e del manicotto pericapillare.
Tuttavia, i tempi di trattamento sono spesso lunghi, poiché il numero di applicazioni previste è compreso tra 10 e 20, o talvolta anche superiore, a seconda della gravità di ciascun caso e a discrezione del medico, ciascuna applicazione avendo una durata di circa 30 minuti.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare un apparato innovativo che consenta di potenziare gli effetti delle attuali tecniche di trattamento terapeutico delle lesioni tissutali.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di proporre un metodo che velocizzi i processi di rigenerazione della lesione tissutale.
In accordo con l’invenzione tale scopo è raggiunto con un apparato per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale comprendente un’unità di controllo alla quale è connesso un applicatore atto ad essere posizionato in prossimità della lesione tissutale da trattare, detta unità di controllo essendo configurata per generare in corrispondenza dell’ applicatore un campo elettrico atto ad essere applicato sulla lesione tissutale,
detto apparato essendo caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo è altresì configurata per generare un flusso di aria od ossigeno indirizzato verso T applicatore, e per trasformare in corrispondenza dell’ applicatore il flusso di aria od ossigeno in un flusso di ozono atto ad essere diffuso ed applicato sulla lesione tissutale in azione combinata con detto campo elettrico.
Queste ed altre caratteristiche della presente invenzione saranno rese maggiormente evidenti dalla seguente descrizione dettagliata in un suo esempio di realizzazione pratica illustrato a titolo non limitativo nei disegni allegati, in cui:
la Figura 1 mostra una vista schematica di un apparato, secondo la presente invenzione, per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale;
la Figura 2 mostra una vista in sezione parziale di un applicatore compreso nell’apparato di Fig.l;
la Figura 3 mostra una vista frontale di un elettrodo compreso nell’ applicatore di Fig. 2;
la Figura 4 la mostra una vista frontale di una griglia compresa nell’ applicatore di Fig. 2;
la Figura 5 mostra un esempio di utilizzo dell’apparato di Fig.l.
La Figura 1 mostra schematicamente un apparato 1, secondo la presente invenzione, per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale.
L’apparato 1 comprende sostanzialmente un’unità di controllo 2 attraverso cui gestire il funzionamento dell’apparato 1, regolando almeno un parametro, ed un applicatore 3 atto al posizionamento in prossimità della lesione tissutale da trattare, detto applicatore 3 essendo in connessione di fluido ed in connessione elettrica con l’unità di controllo 2.
La connessione dell’ applicatore 3 all’unità di controllo 2 avviene per mezzo di un tubo di collegamento 4 per il passaggio di aria od ossigeno ed almeno un cavo elettrico 5 per la connessione elettrica.
L’unità di controllo 2 è configurata per generare in corrispondenza dell’ applicatore 3 un campo elettrico da applicare sulla lesione tissutale ed altresì per generare un flusso di aria od ossigeno che viene trasformato in ozono ancora in corrispondenza di detto applicatore 3 per essere diffuso ed applicato sulla lesione tissutale assieme a detto campo elettrico, potenziando sinergicamente l'effetto terapeutico.
In particolare, l’unità di controllo 2 comprende un alimentatore elettrico 6 atto a convertire la tensione di rete (con forma d’onda alternata, valore massimo 220 V e frequenza 50 Hz) in una tensione di alimentazione continua, ad esempio a 12-13 V. Alternativamente, l’alimentazione può essere fornita direttamente da una batteria ricaricabile 7 ai polimeri di litio.
L’alimentatore elettrico 6, o le batterie 7, forniscono energia elettrica ad almeno un’elettropompa 8 atta a generare un flusso di aria od ossigeno che, attraverso il tubo di collegamento 4, viene inviato all’applicatore 3. L’ elettropompa 8 è provvista di un primo regolatore 80 per mezzo del quale è possibile avviare, modificarne la portata o interrompere il flusso di aria od ossigeno condotto verso l’applicatore 3.
Inoltre, l’unità di controllo 2 comprende un oscillatore 9 per la generazione di un primo segnale elettrico SI con una forma d’onda rettangolare avente una frequenza compresa tra 500-5000 Hz, valore massimo di corrente di circa 50 mAe valore massimo di tensione tra 12-13 V.
Il primo segnale elettrico SI viene amplificato da uno stadio di potenza 10 (ad esempio a FET) posto a valle dell’oscillatore 9. In uscita allo stadio di potenza 10 sarà dunque fornito un secondo segnale elettrico S2 ancora con una forma d’onda rettangolare alla stessa frequenza del primo segnale elettrico SI con un valore di corrente di circa 1 A ed un valore di tensione massima pari a circa 600 V.
D’altro canto, l’applicatore 3 (Fig. 2) prevede un diffusore 11 in cui viene convogliata l’aria o l’ossigeno proveniente dall’ elettropompa 8 attraverso il tubo di collegamento 4. H diffusore 11 comprende inferiormente una griglia 19 (Fig. 4) in materiale non conduttore atta a diffondere l’aria o l’ossigeno, affinché tali gas possano interessare un’area più ampia.
Internamente all’applicatore 3 è altresì presente un generatore di alta tensione 21 (Figg. 1, 2) alloggiato ed inglobato in un cilindro in materiale plastico ad elevato valore di rigidità dielettrica.
Il generatore di alta tensione 21 comprende un trasformatore 15 collegato allo stadio di potenza 10 per mezzo del cavo elettrico 5 ed avente in ingresso il secondo segnale elettrico S2. Il trasformatore 15 ha la funzione di modificare la tensione e la corrente del secondo segnale elettrico S2, fornendo in uscita un terzo segnale elettrico S3 con una forma d’onda a dente di sega, con valore di tensione massima di circa 10 KV, con valore di corrente di circa 0,5 mA e che mantiene il valore di frequenza del secondo segnale elettrico S2.
Per incrementare il valore della tensione del terzo segnale elettrico S3, a valle del trasformatore 15, il generatore di alta tensione 21 comprende un moltiplicatore di tensione 16 (Figg. 1, 2) a propria volta comprendente una pluralità di celle di moltiplicazione diodo-condensatore. Ad esempio, il moltiplicatore di tensione 16 comprende 6 celle di moltiplicazione.
Il moltiplicatore di tensione 16 è atto a ricevere detto terzo segnale elettrico S3 ed a fornire un quarto segnale elettrico S4 in uscita che è raddrizzato ed è pari al valore massimo del terzo segnale elettrico S3 moltiplicato per il numero di celle di moltiplicazione diodo-condensatore presenti nel moltiplicatore di tensione 16 (in questo caso moltiplicato per 6). Tipicamente, il valore di tensione del quarto segnale elettrico S4, che come detto è un segnale in continua, è pari a circa 6-60 KV.
Il quarto segnale elettrico S4 è fornito ad un elettrodo 17 tramite un tronco di vite 22 posto inferiormente ed in connessione elettrica col generatore di alta tensione 21, detto elettrodo 17 essendo anch’esso presente all’interno delTapplicatore 3 ed essendo atto a generare detto campo elettrico da applicare sulla lesione tissutale.
L’elettrodo 17 è disposto internamente al diffusore 11 (Fig. 2) e comprende una piastra conduttrice 13 con un foro centrale attraverso il quale si inserisce a contatto il tronco di vite 22, ed altresì comprende una pluralità di elementi conduttori appuntiti 18 che si dipartono dalla stessa piastra conduttrice 13 (Fig. 3). Preferibilmente, gli elementi conduttori appuntiti 18 sono collocati lungo una circonferenza su un lato inferiore della piastra conduttrice 13, sono tra loro equidistanti ed altresì direzionati in maniera sostanzialmente radiale, ossia ciascun conduttore appuntito 18 ha una data inclinazione rispetto alla perpendicolare al piano della piastra conduttrice 13.
Per il fissaggio dell’elettrodo 17 al generatore di alta tensione 21, è presente un dato di chiusura 23 (autobloccante o cieco) atto ad avvitarsi su detto tronco di vite 22 e anch’esso provvisto centralmente di un ulteriore elemento conduttore appuntito 18.
La griglia 19 è posta davanti agli elementi conduttori appuntiti 18 ad una distanza di sicurezza di circa 55-60 mm in modo tale da evitare il contatto diretto degli elementi conduttori appuntiti 18 col paziente, ma soprattutto per applicare sulla lesione tissutale un campo elettrico di valore opportuno, considerato che la rigidità dielettrica dell’aria umida è di circa 1 KV/mm.
Vantaggiosamente, una pluralità di piolini 20 di lunghezza di circa 5 mm possono esser presenti sulla superficie 13 della griglia 19 (Fig. 2), detti piolini 20 essendo atti a contattare la pelle del paziente in prossimità della lesione tissutale, evitando il contatto diretto della griglia 19 con la lesione tissutale. Come mostrato in Fig. 4, i piolini 20 sono disposti lungo una circonferenza nella porzione più esterna della griglia 19, cosicché possano contattare la pelle sulle aree sane, circondando esternamente la lesione tissutale da sottoporre a trattamento. Ad esempio, la griglia 19 comprende 8 piolini 20.
Si è detto che l’elettrodo 17 si trova ad un potenziale elettrico elevato (6-60 KV). In questa condizione di elevato potenziale, la densità di carica tende ad essere maggiore nella parte appuntita di ciascun elemento conduttore 18 (per il fenomeno noto come “potere disperdente delle punte”), producendo un campo elettrico in corrispondenza delle punte che risulta maggiore rispetto al resto dell’ elettrodo 17. Per mezzo di un secondo regolatore è possibile modificare il campo elettrico attraverso la variazione del potenziale elettrico dell’elettrodo 17.
Inoltre, l’elevato campo elettrico delle punte provoca la ionizzazione del flusso d’aria o d’ossigeno che viene convogliato all’interno del diffusore 11, innescando una pluralità di scariche elettriche (il c.d. “effetto corona”) a partire dalla parte appuntita di ciascuno degli elementi conduttori 18. La modifica del potenziale elettrico applicato all’elettrodo 17 risulta in un incremento o in un decremento delle scariche elettriche generate per effetto corona; nello specifico, le scariche elettriche si incrementano all’aumentare del potenziale elettrico sull’elettrodo 17.
Preferibilmente, un elettrodo di ritorno (non mostrato nelle figure), collegato elettricamente attraverso un cavo elettrico 12 ad un potenziale di riferimento, è atto a convogliare le scariche elettriche in una zona specifica di interesse, ossia sulla lesione tissutale.
L’attraversamento dell’aria o dell’ossigeno convogliato nel diffusore 11 da parte delle scariche elettriche ha come effetto la produzione di ozono, secondo la reazione chimica 302→ 203. Pertanto, la modifica del potenziale elettrico applicato all’elettrodo 17 ha altresì come effetto quello di aumentarne o diminuirne la concentrazione di ozono (la concentrazione di ozono emesso diventa maggiore all’aumentare del potenziale elettrico sull’elettrodo 17), concentrazione che può essere altresì modificata attraverso la regolazione del flusso di aria od ossigeno generato dell’ elettropompa 8.
In una forma di realizzazione alternativa, l’applicatore 3 può comprendere, in luogo della struttura circuitale costituita da generatore di alta tensione 21 ed elettrodo 17, una lampada a raggi ultravioletti (UV). La reazione chimica di cui sopra per la produzione ozono a partire da aria od ossigeno in questo caso viene realizzata al passaggio dell’ossigeno davanti alla lampada UV (185 nm), ciascuna molecola di ossigeno scindendosi per poi ricomporsi in tre atomi, formando l'ozono.
Come detto, l’apparato 1 è utilizzato per il trattamento delle lesioni tissutali, che ad esempio sono le lesione di pressione, che piuttosto comunemente sono dette anche “piaghe”. Differentemente dagli apparati noti, detto apparato 1 risulta maggiormente efficace, poiché il suo funzionamento combina in modo sinergico gli effetti sia del campo elettrico che dell’ozono, entrambi andando ad interessare la lesione tissutale. Questo risulta in un potenziamento dell’effetto terapeutico dovuto all’azione combinata del campo elettrico e dell’ozono.
In particolare, il campo elettrico ha l’effetto di migliorare la respirazione cellulare ed accelerare lo scambio cellulare, con la conseguentemente ricostruzione del tessuto interessato dalla lesione. L’ozono, invece, ha l’effetto di migliorare la capacità del sangue di apportare ossigeno ai tessuti, con una conseguente riattivazione del microcircolo e dell’ossigenazione periferica, di stimolare la riattivazione dei sistemi difensivi enzimatici antiossidanti dell’ organismo, ed è un potentissimo agente verso batteri, funghi, virus e parassiti.
L’apparato 1 è regolabile mediante timer di comando per lo spegnimento automatico dell’unità di controllo 2 al termine di un determinato tempo impostato.
Inoltre, l’apparato 1 può prevedere un supporto (non mostrato nelle figure) comprendente una base, un’asta verticale regolabile in altezza che si diparte da detta base ed un braccio regolabile imperniato girevolmente a detta asta. All’estremità libera del braccio regolabile è presente una giunzione a cui è collegato l’applicatore 3, detto supporto essendo studiato in maniera da consentire all’utilizzatore il raggiungimento di una qualsiasi zona del corpo del paziente da sottoporre a trattamento terapeutico.
Nel funzionamento, quando l’apparato 1 viene utilizzato per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale, l’applicatore 3 viene posizionato in prossimità della zona da trattare. La distanza ottimale dell’applicatore 3 viene determinata dalla distanza della griglia 19 dall’elettrodo 17 e dai piolini 20 che, contattando la pelle del paziente nelle zone limitrofe alla lesione, non provocano fastidio al paziente, da un lato, e massimizzano l’efficacia di trattamento sulla lesione, dall’altro (Fig. 5).
Quando messa in funzione, l’ elettropompa 8 genera un flusso d’aria od ossigeno che può esser controllato mediante detto primo regolatore 80, al fine di aumentarne o diminuirne la concentrazione di ozono che si intende produrre. Il flusso d’aria o od ossigeno generato dell’ elettropompa 8 fluisce attraverso il tubo di collegamento 4 e viene condotto e convogliato all’interno del diffusore 11.
Contemporaneamente, l’apparato 1 genera in corrispondenza degli elementi conduttori appuntiti 18 un elevato campo elettrico che è regolabile attraverso detto secondo regolatore, modificando il potenziale elettrico applicato sull’elettrodo 17.
L’elettrodo di ritorno viene vantaggiosamente posizionato a contatto col paziente, in maniera tale che il campo elettrico vada ad interessare principalmente l’area della lesione tissutale per poi scaricarsi sull’elettrodo di ritorno. L’effetto del campo elettrico è quello di migliorare la respirazione cellulare ed accelerare lo scambio cellulare, con la conseguentemente ricostruzione del tessuto lesionato.
Il campo elettrico provoca altresì la ionizzazione del flusso d’aria o di ossigeno convogliato all’interno del diffusore 11, innescando le scariche elettriche che, a partire dagli elementi conduttori appuntiti 18 dell’elettrodo 17, vanno a scaricarsi in direzione dell’elettrodo di ritorno. Tali scariche elettriche trasformano il flusso d’aria o di ossigeno convogliato alTinterno del diffusore 11 in un flusso d’ozono, con una concentrazione determinata altresì dalla regolazione attraverso il secondo regolatore del potenziale sull’elettrodo 17. Il flusso di ozono viene diffuso ed indirizzato sulla lesione tissutale e, come detto, ha l’effetto di migliorare la capacità del sangue di apportare ossigeno ai tessuti, stimolare la riattivazione dei sistemi difensivi enzimatici antiossidanti dell’ organismo, ed è un potentissimo agente verso batteri, funghi, virus e parassiti.
Preferibilmente, il trattamento prevede delle sedute giornaliere, ciascuna della durata di 15-30 minuti, a seconda del caso in esame.
Le controindicazione sono le solite per apparecchi che utilizzano campi elettrici: pertanto non va utilizzato nel caso di portatori di peacemaker cardiaci, donne in gravidanza, portatori di protesi metalliche in prossimità della zona da trattare.
Grazie alla combinazione di campo elettrico ed ozono generati dall’apparato, secondo la presente invenzione, si ha dunque un potenziamento sinergico dell'effetto terapeutico sulla lesione tissutale, con un tempo di guarigione delle lesioni tissutali che può risultare notevolmente ridotto rispetto alle tecniche di trattamento note.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato (1) per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale comprendente un’unità di controllo (2) alla quale è connesso un applicatore (3) atto ad essere posizionato in prossimità della lesione tissutale da trattare, detta unità di controllo (2) essendo configurata per generare in corrispondenza dell’ applicatore (3) un campo elettrico atto ad essere applicato sulla lesione tissutale, detto apparato (1) essendo caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (2) è altresì configurata per generare un flusso di aria od ossigeno indirizzato verso l’applicatore (3), e per trasformare in corrispondenza dell’ applicatore (3) il flusso di aria od ossigeno in un flusso di ozono atto ad essere diffuso ed applicato sulla lesione tissutale in azione combinata con detto campo elettrico.
  2. 2. Apparato (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (2) comprende almeno un’elettropompa (8) atta alla generazione di detto flusso di aria od ossigeno che, attraverso un tubo di collegamento (4), viene inviato all’ applicatore (3), detta elettropompa (8) essendo provvista di un primo regolatore (80) per mezzo del quale avviare, modificarne la portata o interrompere il flusso di aria od ossigeno condotto verso l’applicatore (3) e conseguentemente la concentrazione di flusso di ozono generato.
  3. 3. Apparato (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto applicatore (3) comprende un diffusore (11) atto a convogliare il flusso di aria od ossigeno generato da detta elettropompa (8) e giunto attraverso detto tubo di collegamento (4), detto diffusore (11) comprendendo inferiormente una griglia (19) per la diffusione di detto flusso di ozono ottenuto dalla trasformazione del flusso di aria od ossigeno convogliato al suo interno.
  4. 4. Apparato 1 secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (2) comprende: - un oscillatore (9) atto a generare di un primo segnale elettrico (SI) con una forma d’onda rettangolare avente una determinata frequenza, - uno stadio di potenza (10), posto a valle dell’oscillatore (9), atto ad amplificare detto primo segnale elettrico (SI) e fornire in uscita un secondo segnale elettrico (S2) ancora con una forma d’onda rettangolare, e che detto applicatore (3) comprende: - un generatore di alta tensione (21) a propria volta comprendente un trasformatore (15), collegato allo stadio di potenza (10) ed avente in ingresso detto secondo segnale elettrico (S2), detto trasformatore (15) essendo atto a modificare la tensione e la corrente del secondo segnale elettrico (S2), fornendo in uscita un terzo segnale elettrico (S3) con una forma d’onda a dente di sega che mantiene la frequenza del secondo segnale elettrico (S2), ed un moltiplicatore di tensione (16) comprendente una pluralità di celle di moltiplicazione diodo-condensatore, detto moltiplicatore di tensione (16) essendo atto a ricevere detto terzo segnale elettrico (S3) ed a fornire tramite un tronco di vite (22) un quarto segnale elettrico (S4) raddrizzato in uscita pari al valore massimo del terzo segnale moltiplicato per il numero di celle di moltiplicazione presenti nel moltiplicatore di tensione (16), - un elettrodo (17), al quale è applicato detto quarto segnale elettrico (S4), atto a generare detto campo elettrico ed a ionizzare detto flusso d’aria od ossigeno convogliato all’interno dal diffusore (11) per la produzione di detto flusso di ozono.
  5. 5. Apparato (1) secondo le rivendicazioni 3 e 4, caratterizzato dal fatto che detto elettrodo (17) comprende un foro centrale attraverso il quale si inserisce in contatto elettrico detto tronco di vite (22) ed una pluralità di elementi conduttori appuntiti (18) che si dipartono da una piastra conduttrice (13), detti elementi conduttori appuntiti (18) essendo atti ad innescare in loro corrispondenza una pluralità di scariche elettriche attraverso l’aria o l’ossigeno convogliati all’interno del diffusore (11), producendo detto flusso di ozono.
  6. 6. Apparato (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto elettrodo (17) è fissato inferiormente a detto generatore di alta tensione (21) per mezzo di un dado di chiusura (23) provvisto di un ulteriore elemento conduttore appuntito (18) ed atto ad avvitarsi su detto tronco di vite (22).
  7. 7. Apparato (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto di comprendere un elettrodo di ritorno, collegato elettricamente ad un potenziale di riferimento, atto a convogliare dette scariche elettriche, e conseguentemente anche il flusso di ozono, sulla lesione tissutale.
  8. 8. Apparato (1) secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto applicatore (3) comprende in corrispondenza del diffusore (11) una lampada a raggi ultravioletti (UV) atta a ionizzare il flusso d’aria od ossigeno convogliato all’interno del diffusore (11), producendo detto flusso di ozono.
  9. 9. Apparato (1) secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta griglia (19) comprendendo una pluralità di piolini (20) atti a contattare la pelle del paziente in prossimità della lesione tissutale, evitando il contatto diretto della griglia (19) con la lesione tissutale.
  10. 10. Apparato (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di prevedere una struttura di supporto mobile comprendente: - una base, - un asta verticale regolabile in altezza che si diparte da detta base, - un braccio imperniato girevolmente a detta asta, ed - una giunzione, presente all’ estremità libera dell’asta, a cui è connesso detto applicatore (3).
  11. 11. Metodo per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale comprendete la generazione di un campo elettrico da applicare sulla lesione tissutale, detto metodo caratterizzato dal fatto di comprendere altresì la generazione di un flusso di aria od ossigeno e la sua trasformazione in un flusso di ozono da applicare sulla lesione tissutale in azione combinata con detto campo elettrico.
  12. 12. Uso dell’apparato (1) come rivendicato nelle rivendicazioni dalla 1 alla 10 per il trattamento terapeutico di una lesione tissutale.
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