IT201600071622A1 - Dispositivo di ausilio per salire/scendere scale - Google Patents

Dispositivo di ausilio per salire/scendere scale

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Description

DISPOSITIVO DI AUSILIO PER SALIRE/SCENDERE SCALE
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di ausilio per salire/scendere le scale rivolto a persone con difficoltà di deambulazione.
Attualmente tra gli ausili noti per salire o scendere le scale rivolti a persone con difficoltà di deambulazione (come anziani, disabili, obesi, ecc.) vi sono montacarichi o ascensori, e poltroncine montascale.
Venendo ai primi, questi richiedono interventi strutturali di notevole portata sull’edificio, inoltre sono costosi sia da installare che per quanto riguarda l’ordinaria e straordinaria manutenzione. Per tali ragioni non in tutti gli edifici possono essere installati. Inoltre, in alcuni casi, sono di dimensioni ridotte soprattutto per quanto riguarda l’apertura di accesso e per tale motivo non consentono la salita di carrozzine e/o passeggini.
Tra le poltroncine montascale note vi sono quelle scorrevoli su di una guida ancorata alla parete che costeggia i gradini, oppure quelle libere, con motore a bordo e un sistema di ruote in grado di superare l’altezza del gradino. Per quanto riguarda le poltroncine montascale fisse, ancorate alla parete, anche queste hanno costi di installazione e manutenzione non banali; inoltre per essere installate la scala deve avere determinate dimensioni. In particolare non sono adatte a scale strette o con curvature cioè con pianerottoli di scarse dimensioni. Non ultimo, tali sistemi sono particolarmente impattanti dal punto di vista estetico, pertanto non sono ben accettati soprattutto in palazzi storici di valore architettonico.
Le poltroncine montascale libere sono più flessibili, nel senso che si adattano in alcune tipologie anche a scale molto strette; tuttavia anch’esse presentano problematiche ed in particolare, per essere utilizzate necessitano di un ausilio di una persona normodotata che sia in grado di guidare la poltroncina nella discesa/salita della scala.
Altri sistemi di ausilio per la salita/discesa delle scale sono noti da, ad esempio, la domanda di brevetto giapponese JP2005145709 o il brevetto statunitense US9091083. In entrambe tali anteriorità vengono descritti ausili che implicano opere murarie e strutturali non indifferenti, perché comportano la sostituzione delle scale esistenti oppure la preparazione di scavi di contenimento appositi o in genere di fondazioni.
Un altro esempio di dispositivi di ausilio è quello descritto nella pubblicazione europea EP2913290. Anche in questo caso tuttavia tale sistema comporta delle problematiche. In primo luogo, seppur possa essere associato ad una scala già esistente, di fatto ne sostituisce il gradino, rappresentando in montaggio e in uso un ingombro non indifferente. Pertanto la scala viene comunque occupata costantemente dal dispositivo, il che comporta quindi un impatto visivo ed estetico non trascurabile.
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di risolvere le problematiche appena esposte.
In particolare un primo scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo di ausilio per la salita/discesa delle scale rivolto a persone con difficoltà di deambulazione che possa essere installato anche su scale esistenti senza richiedere interventi architettonici o strutturali di rilievo.
È inoltre un ulteriore scopo del dispositivo secondo l’invenzione quello di poter avere un impatto estetico ridotto, essendo tale da non ingombrare il gradino quando non in uso.
Ancora uno scopo dell’invenzione è fornire un dispositivo che sia facile da installare e di semplice utilizzo.
Infine, il dispositivo di ausilio secondo l’invenzione si prefigge lo scopo di essere versatile per poter sopperire a svariate esigenze di mobilità, ovvero di poter essere utilizzato sia per salire/scendere scale ma anche per superare in altezza dislivelli anche consistenti, in un assetto di funzionamento paragonabile a quello di un montacarichi.
Tali scopi vengono raggiunti dal dispositivo di ausilio per la salita/discesa di scale secondo l’invenzione le cui caratteristiche essenziali sono definite dalla prima delle rivendicazioni annesse.
Le caratteristiche e i vantaggi del dispositivo di ausilio secondo l’invenzione risulteranno più chiaramente dalla descrizione che segue di una sua forma realizzativa, fatta a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni annessi in cui: - la figura 1 mostra due dispositivi secondo l’invenzione associati ad una scala, in cui un primo dispositivo è in una configurazione operativa mentre un secondo dispositivo è in una configurazione di riposo;
- le figure 2 e 3 sono due viste del dispositivo secondo l’innovazione, dove figura 3 è una vista ingrandita;
- le figure da 4a a 4c mostrano in sequenza la procedura di passaggio del dispositivo dalla configurazione di riposo alla configurazione operativa;
- le figure da 5a a 5f illustrano in sequenza il funzionamento del dispositivo secondo l’invenzione nell’ausilio ad una persona con disabilità nel salire una rampa di scale;
- la figura 6 mostra il dispositivo secondo l’invenzione in un assetto funzionale di montacarichi;
- la figura 7 mostra una ulteriore variante del dispositivo in assetto funzionale di montacarichi di figura 6.
Con riferimento a dette figure, un dispositivo di ausilio per la salita e/o discesa di un dislivello A, comprende un corpo di attacco 1 che ha uno sviluppo secondo una direzione propria principale Y. Il corpo di attacco 1 è materializzato da un telaio scatolare che è vincolato stabilmente, in opera, ad una superficie di attacco afferente al dislivello in modo tale da risultare in assetto sostanzialmente verticale. In dettaglio, il dislivello presenta solitamente un primo piano di calpestio A1 sostanzialmente orizzontale, una alzata A2 la quale definisce l’altezza del dislivello stesso, e un secondo piano di calpestio A3, solitamente parallelo al primo e anch’esso orizzontale, distanziato verticalmente dal primo piamo di calpestio del valore dell’altezza del dislivello. Nel caso il dislivello sia rappresentato da una scala, esso è materializzato da un gradino A’. Solitamente il gradino è delimitato lateralmente, almeno da un lato, da una parete verticale (non raffigurata in figura) che corre lungo tutta la salita della scala. La superficie di attacco del corpo di attacco 1 può pertanto essere materializzata dal primo o dal secondo piano di calpestio oppure dalla parete verticale, a seconda delle applicazioni.
Pertanto, in opera, la direzione propria principale Y definisce un asse verticale rispetto al suolo mentre, i piani di calpestio A1, A3 definiscono una direzione orizzontale X rispetto al suolo, perpendicolare alla direzione principale Y.
Tornando al telaio scatolare 1 questo presenta una forma sostanzialmente a parallelepipedo e presenta due facce minori di cui una inferiore 10 e l’altra superiore 11 reciprocamente opposte e parallele e spaziate lungo la direzione Y e due facce maggiori di cui una frontale 12 e l’altra posteriore 13 reciprocamente opposte e parallele e spaziate lungo l’asse X.
Nel caso il dispositivo sia connesso al piano di calpestio la connessione si realizza su tale faccia inferiore 10. Altrimenti, se il telaio è connesso alla parete laterale al dislivello, la connessione si realizza sulla faccia posteriore 13.
Eventualmente, in una soluzione realizzativa preferita, la connessione del telaio può avvenire anche su entrambe le facce sopra menzionate, ovvero inferiore 10 e posteriore 13, per ottenere un attacco più stabile. Ancora, in una ulteriore variante realizzativa, possono essere previsti elementi di supporto (non mostrati nelle figure) che si estendono in un assetto ad L con il telaio, dalla faccia frontale 12. Tali elementi di supporto, quali barre lineari, vengono connessi al piano di calpestio A1, A3, in modo tale da stabilizzare la connessione del telaio al dislivello.
Scendendo ulteriormente nel dettaglio, al telaio sono connessi mezzi di sollevamento 2, quali in particolare una pedana 2 che è connessa girevolmente al telaio in corrispondenza di tale faccia inferiore 10. In una condizione di riposo la pedana 2 è tale da essere addossata al telaio scatolare in assetto sostanzialmente verticale, ed in particolare alla faccia frontale 12. In una posizione di lavoro invece, la pedana è disposta in assetto sostanzialmente orizzontale, secondo la direzione X e comunque perpendicolarmente alla direzione propria di sviluppo del telaio Y; in tale posizione la pedana si sovrappone (almeno parzialmente) al piano di calpestio A1, A3 del dislivello. Sul sistema di ribaltamento della pedana da posizione di riposo a posizione di lavoro si ritornerà a breve più oltre nella descrizione.
Ai mezzi di sollevamento sono associati mezzi di azionamento 3 tali da movimentare la pedana 2 in verticale ovvero lungo la direzione Y al fine di superare il dislivello. Tale movimentazione verticale si realizza quando la pedana è in posizione di lavoro.
I mezzi di azionamento 3 sono materializzati da un sistema ad ingranaggio. In dettaglio i mezzi di azionamento, in una soluzione realizzativa preferita, prevedono una vite senza fine o a chiocciola 30 disposta secondo la direzione Y, il cui movimento di rotazione è azionato da un motore elettrico 32. In una soluzione realizzativa preferita il motore elettrico è contenuto nel telaio in corrispondenza della faccia superiore 11. Sulla vite senza fine ingrana una madrevite 31 connessa alla pedana in modo tale che alla rotazione della vite corrisponde la traslazione della madrevite e quindi della pedana su di essa. In alcuni casi potrebbe essere conveniente avere, invece che un solo motore elettrico, due o più motori per l’azionamento del sistema di sollevamento.
Eventualmente, in altre soluzioni realizzative, il sistema vite senza fine-madrevite può essere sostituito da un sistema ad ingranaggi del tipo a cinghia o catena, di tipo noto o comunque facilmente deducibile per un tecnico del ramo e quindi non descritto nel dettaglio.
L’azionamento del motore elettrico è, in una variante realizzativa, di tipo manuale tramite pulsante o telecomando, tuttavia ciò non toglie che possa essere prevista un’attivazione anche di tipo automatico. In tal caso un sensore di pressione rileverà la presenza di un utilizzatore sopra la pedana, facendone scattare il sollevamento.
Come sopra accennato la pedana è mobile tra una posizione di riposo ed una posizione di lavoro. La rotazione della pedana rispetto al telaio di 90°, ovvero la rotazione tale da portare la pedana 2 stessa dalla posizione di riposo a quella di lavoro, è ottenuta manualmente oppure, in una eventuale variante del dispositivo, meccanicamente. Ad esempio, la pedana può essere ancorata al telaio per mezzo di agganci e quindi la rimozione di tali agganci ne consente il ribaltamento. Altrimenti possono essere previsti mezzi di ribaltamento 4 quali quelli mostrati nelle figure da 4a a 4c. Nel dettaglio, i mezzi di ribaltamento 4 comprendono un elemento mobile o carrello 40 vincolato al telaio 1 e alla vite senza fine 30, in modo tale da essere trascinato dalla rotazione di essa in traslazione lungo il telaio e quindi lungo la direzione verticale Y. La pedana 2 è vincolata a tale carrello 40 per mezzo di una leva 41 incernierata in posizione C decentrata rispetto all’asse di simmetria del carrello stesso. La leva 41 è inoltre scorrevolmente vincolata ad un elemento di attacco 42 su di un punto di attacco P. L’elemento di attacco 42 si estende da un secondo carrello 420 che è a sua volta scorrevolmente associato al telaio ma non alla vite senza fine, pertanto non ne segue il movimento di traslazione verso l’alto. Pertanto, dato il vincolo scorrevole tra leva ed elemento di attacco, quando il carrello si muove verso l’alto la pedana tende a ribaltarsi con un movimento di rototraslazione perfezionato su tale punto di attacco P passando dalla posizione di riposo verticale a quella di lavoro orizzontale. La vite senza fine supporta una battuta (non mostrata) che, terminato questo primo movimento che si traduce nel ribaltamento della pedana, si trova a riscontro con l’elemento di attacco. Pertanto l’ulteriore movimento della vite senza fine interessa, per riscontro tra battuta e elemento di attacco, anche quest’ultimo che segue in traslazione il carrello e trascina in traslazione secondo la direzione Y la pedana, la quale pertanto viene sollevata. Viceversa, per realizzare il movimento inverso, ovvero portare la pedana 2 dalla posizione di lavoro a quella di riposo, la vite senza fine 30 ruoterà in senso opposto portando la pedana a ridosso del piano di calpestio (fig.4b). A questo punto, se attivata, l’ulteriore rotazione della vite senza fine verso il basso renderà operante il sistema di leva sul perno 41, ribaltando la pedana verso la posizione verticale. Il movimento si completa quando il primo carrello 40 arriva a battuta con il secondo carrello 420 (fig.4a).
Nel caso la pedana sia realizzata con un materiale particolarmente pesante ai mezzi di ribaltamento potrebbero essere associati mezzi di potenza ausiliari quale un motore elettrico o un attuatore lineare.
Il dispositivo è poi dotato di mezzi elettronici di controllo (non mostrati nelle figure), quali una scheda di gestione programmabile, per la gestione e il controllo dei summenzionati mezzi di azionamento e mezzi attuatori.
In dettaglio, la scheda può essere programmata con l’altezza del dislivello in modo tale che attivi i mezzi di azionamento per sollevare la pedana quanto basta per superare l’alzata A2.
Nel caso il gradino abbia una protuberanza o naso, ovvero il secondo piano di calpestio sia sporgente sopra l’alzata, per evitare che durante il movimento di salita della pedana essa possa impattare su tale protuberanza (o peggio per evitare che la punta del piede dell’utilizzatore possa rimanere schiacciata tra pedana e protuberanza), può essere previsto un ulteriore sensore di sicurezza che rileva la presenza di ostacoli posti superiormente alla pedana e ne attiva il blocco in salita all’occorrenza.
Nel caso di intere rampe di scale oppure di dislivelli particolarmente alti il dispositivo può essere associato ad altri analoghi, in funzionamento combinato. Tale pluralità di dispositivi definisce un sistema di ausilio per la salita e/o discesa di un dislivello o di una rampa di scale. In tale sistema ciascun dispositivo ed in particolare la scheda di controllo di ciascun dispositivo è impostata in relazione ai dispositivi adiacenti per determinare la corretta movimentazione di ciascuno e assicurare la salita della rampa. Si considerino ad esempio le figure da 5a a 5f in cui è mostrata la sequenza di salita di una rampa di scale con l’ausilio secondo l’invenzione da parte di una persona con disabilità motoria costretta in carrozzina.
In tal caso un primo gruppo 5 di dispositivi secondo l’invenzione sarà posto sul primo piano di calpestio A1 mentre un dispositivo 6, 6’, 6’’, ecc. secondo l’invenzione sarà posto sul piano di calpestio A2, A2’, A2’’ di ciascun gradino della rampa. Quando l’utilizzatore interessa il primo gruppo di dispositivi questi si sollevano all’unisono per superare l’alzata del primo gradino (fig. 5c). L’utilizzatore quindi avanza leggermente con la carrozzina e a questo punto i dispositivi del primo gruppo interessati dall’utilizzatore e il dispositivo 5 del primo gradino si sollevano per superare l’alzata del secondo gradino (fig. 5e). L’utilizzatore può quindi ulteriormente avanzare e la sequenza si ripete per tutti i gradini della scala (fig. 5f) fino a che l’utilizzatore non arriva al secondo piano di calpestio dell’ultimo gradino, avendo superato l’intera rampa di scale.
Nelle figure 6 e 7 è invece mostrato un ulteriore esempio di applicazione dell’ausilio secondo l’invenzione, in cui più dispositivi sono associati per superare un dislivello dall’alzata particolarmente elevata.
In tal caso ciascun dispositivo è collegato al primo piano di calpestio e le pedane sono mantenute stabilmente in posizione orizzontale o di lavoro a differenti altezze a definire i gradini di una scala. La pluralità di dispositivi va quindi a sostituire una rampa di scale. Ovviamente, quando il dislivello deve essere superato da una persona con disabilità motorie, ciascun pianale potrà abbassarsi ed alzarsi in sequenza secondo la direzione verticale Y, come visto precedentemente, per agevolare la salita (o la discesa) all’utilizzatore. In tali applicazioni ai dispositivi può essere associato un corrimano 8 di tipo telescopico, tale da adattarsi alle variazioni di posizione delle singole pedane. In figura 7 è mostrata una ulteriore variante in cui sono accoppiati due dispositivi frontalmente per definire una rampa di scale; in tale variante il telaio dei rispettivi dispositivi definisce la parete laterale di limitazione della rampa di scale.
Ancora, in una soluzione alternativa, elementi di presa 9 quali maniglie o impugnature di sicurezza possono essere previsti su ciascun telaio 1 aggettanti dalla faccia superiore 11. Ciascun elemento di presa può essere eventualmente associato alla vite senza fine o generalmente al sistema di sollevamento della pedana in modo che possa a sua volta essere movimentato per accompagnare il movimento di traslazione della pedana.
Il dispositivo secondo l’invenzione e in generale il sistema di ausilio prevedono numerosi vantaggi.
In primo luogo il dispositivo permette di essere installato su qualsiasi scala o in associazione a qualsiasi tipo di dislivello. Ad esempio, nel caso di scale esistenti, il dispositivo può essere personalizzato come forma della pedana o finitura superficiale della stessa, al fine di adattarsi alla scala e limitare l’impatto estetico. Inoltre, grazie al movimento di ribaltamento della pedana, quando il dispositivo non è in uso la scala è completamente libera, priva di ingombri e questo contribuisce ulteriormente alla riduzione dell’impatto estetico. Ancora, il dispositivo può essere adattato a qualsiasi tipo di scala esistente, persino a chiocciola, o scale di dimensioni ridotte.
Ancora il sistema può essere eventualmente installato entro una struttura di contenimento che abbia anche funzione di parete laterale del dislivello, sul quale possa essere inoltre installato un corrimano o altro ausilio per l’appoggio durante la salita. In tal caso la superficie di attacco verrà materializzata da tale struttura di contenimento.
Un ulteriore vantaggio è che il dispositivo non necessita di interventi architettonici o strutturali sulla scala per essere installato. Non ha infatti necessità di fondazioni, scavi appositi o altro.
Per quanto riguarda la scheda elettronica di controllo poi, questa può essere programmata con impostazioni specifiche per rispondere alle esigenze di sollevamento definite dal dislivello in sé ma perfino dal singolo utilizzatore. A tale proposito, associando la scheda elettronica di controllo ad un sistema di riconoscimento quale un badge o un codice, il dispositivo identifica l’utilizzatore e può funzionare in base a specifiche richieste o necessità dello stesso.
Il dispositivo può essere inoltre associato a sistemi di segnalazione di informazioni o pericolo, quali segnali acustici e/o luminosi o ancora interfacce alfa/numeriche.
Ancora, il sistema di ausilio che comprende una pluralità di dispositivi può essere utilizzato, come sopra descritto, anche eventualmente come scala in sostituzione di una scala architettonica fissa. Questo comporta evidentemente un grande vantaggio in termini di risparmio e comodità d’uso. Inoltre, quando non in uso, il sistema di ausilio si presenta di fatto come una scala tradizionale, con impatto visivo ridotto.
La presente invenzione è stata descritta con riferimento a una sua forma di realizzazione preferita. È da intendersi che possono esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di ausilio per il superamento di un dislivello per un utilizzatore con disabilità motorie, comprende un corpo di attacco (1) con sviluppo secondo una direzione propria (Y), detto corpo di attacco essendo atto ad essere vincolato stabilmente in opera ad una superficie di attacco (A1, A3) afferente a detto dislivello, detto corpo di attacco essendo vincolato a detta superficie di attacco in modo tale da risultare in assetto sostanzialmente verticale, a detto corpo di attacco essendo connessi mezzi di sollevamento (2), detto dispositivo comprendendo inoltre mezzi di azionamento (3) di detti mezzi di sollevamento tali almeno da muovere in traslazione detti mezzi di sollevamento (2) lungo detta direzione (Y), detto dispositivo essendo caratterizzato dal fatto che detti mezzi di sollevamento (2) sono girevolmente connessi a detto corpo di attacco (1) in modo tale da essere mobili tra una posizione di riposo in cui risultano addossati a detto corpo di attacco in assetto sostanzialmente verticale e una posizione di lavoro in cui risultano disposti in assetto sostanzialmente orizzontale ovvero perpendicolari rispetto a detta direzione (Y), detti mezzi di azionamento (3) essendo tali da movimentare detti mezzi di sollevamento lungo detta direzione (Y) quando detti mezzi di sollevamento sono in detta posizione di lavoro, al fine di superare detto dislivello.
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di sollevamento (2) comprendono una pedana (2).
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di azionamento (3) comprendono una vite senza fine (30) disposta secondo detta direzione propria (Y) su cui ingrana una madrevite (31) detta madrevite essendo connessa a detta pedana (2).
  4. 4. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui detti mezzi di azionamento comprendono inoltre almeno un motore elettrico (32) per movimentare in rotazione detta vite senza fine.
  5. 5. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti dalla 2 alla 4 in cui detto corpo di attacco (1) comprende un telaio scatolare, entro detto telaio essendo contenuti detti mezzi di azionamento.
  6. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5 in cui detto telaio scatolare definisce almeno una faccia minore inferiore (10), in assetto perpendicolare a detta direzione (Y), e due facce maggiori frontale (12) e posteriore (13), reciprocamente parallele e disposte secondo detta direzione (Y), il collegamento con detta superficie di attacco realizzandosi su detta faccia minore inferiore (10) e/o su detta faccia maggiore posteriore (13).
  7. 7. Il dispositivo secondo la rivendicazione 6 in cui detta pedana in detta posizione di riposo è addossata a detta faccia maggiore frontale (12).
  8. 8. Il dispositivo secondo la rivendicazione 6 o 7 comprendente inoltre elementi di appoggio (7) aggettanti da una faccia minore superiore (11) di detto telaio, opposta a detta faccia minore inferiore (10).
  9. 9. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 8 comprendente inoltre mezzi di ribaltamento (4) per la movimentazione di detta pedana da detta posizione di riposo a detta posizione di lavoro.
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 9 in cui detti mezzi di ribaltamento (4) comprendono un primo (40) ed un secondo carrello (420) scorrevolmente impegnati su detto telaio, detto primo carrello (40) essendo vincolato a detta vite senza fine (30) in modo tale che alla rotazione di essa corrisponda la traslazione di detto primo carrello secondo detta direzione propria (Y).
  11. 11. Il dispositivo secondo la rivendicazione 10 in cui detta pedana è collegata a detto primo carrello (40) tramite una leva (41), un’estremità libera di detta leva essendo incernierata girevolmente su detto primo carrello, detta leva essendo inoltre impegnata in modo scorrevole con un elemento di attacco (42) di detto secondo carrello, per cui, il movimento di detta pedana da detta posizione di riposo a detta posizione di lavoro e viceversa si perfeziona come movimento di rototraslazione di detta leva rispetto a detto elemento di attacco, per effetto della movimentazione relativa tra detto primo e detto secondo carrello.
  12. 12. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 8 comprendente inoltre una scheda elettronica di controllo per comandare il funzionamento di almeno detti mezzi di sollevamento e detti mezzi di azionamento.
  13. 13. Il dispositivo secondo la rivendicazione 9 comprendente sensori di rilevamento della presenza di un utilizzatore su detta pedana.
  14. 14. Sistema di ausilio per il superamento di un dislivello per un utilizzatore con disabilità motorie, comprendente una pluralità di dispositivi secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  15. 15. Il sistema di ausilio secondo la rivendicazione 12 comprendente un corrimano (6) di tipo telescopico associato a ciascun dispositivo di detta pluralità e tale da seguire il movimento secondo detta direzione (Y) di ciascuno di detti mezzi di sollevamento.
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