IT201600070482A1

IT201600070482A1 - Plantare ibrido

Info

Publication number: IT201600070482A1
Application number: IT102016000070482A
Authority: IT
Inventors: Maria Antonietta Fusco
Original assignee: Ks Int Group S R L
Priority date: 2016-07-06
Filing date: 2016-07-06
Publication date: 2018-01-06

Description

PLANTARE IBRIDO

DESCRIZIONE

Campo tecnico dell’invenzione

La presente invenzione si riferisce ad un plantare indossabile, in particolare inserito all’interno di una calzatura in modo fisso o removibile.

Background

Sono noti diversi tipi di plantari, inseribili all’interno delle calzature o incorporati in esse, i quali hanno lo scopo di stimolare zone selezionate della pianta del piede a fini riflessologici, ad esempio per migliorare o correggere la deambulazione o la postura del soggetto.

Fra le anomalie del piede più diffuse, ci sono quelle associate alla alterazione della superficie di appoggio a terra, e in particolare il cosiddetto piede “piatto” ed il cosiddetto piede “cavo”.

In particolare, in condizioni fisiologiche la superficie d'appoggio del piede si localizza elettivamente in corrispondenza di tre punti o aree, tipicamente la testa del primo metatarso, le teste del quarto e quinto metatarso e la tuberosità calcaneare. La congiunzione di questi tre punti definisce le cosiddette volte o archi plantari: una trasversale anteriore e due longitudinali, rispettivamente mediale e laterale. La volta plantare mediale è formata dal calcagno, dall’astragalo, dallo scafoide, dai tre cuneiformi e dai primi tre metatarsi. La volta laterale comprende il quinto osso metatarsale, il cuboide e il calcagno.

L’alterazione della volta longitudinale mediale o di quella laterale determina un'anomalia nella distribuzione del peso, con conseguente alterazione dei rapporti tra le varie componenti ossee e lo sviluppo di fenomeni degenerativi e dolorosi.

Più specificamente, come noto si parla di piattismo quando la larghezza dell’istmo, ossia lo spessore del mesopiede che poggia a terra, è superiore ad 1/3 dell’avampiede. Più è largo l’istmo, più grave è il piattismo. Nei piedi piatti lassi di cosiddetto 3° e 4° grado si nota una estrema lassità muscololegamentosa che provoca l’assenza delle arcate plantari fisiologiche ed anche un importante crollo, con sovvertimento, di tutta l’architettura dell’arco plantare longitudinale mediale. In questi casi è sempre presente un completo disassamento della posizione dello scafoide e di tutte le ossa del mesopiede, con scivolamento delle articolazioni verso il basso. In particolare, proprio lo scafoide si posiziona sullo stesso piano del margine inferiore del calcagno, toccando a terra e determinando così un’alterazione dell’asse della caviglia che assume un assetto in estremo valgismo.

A causa di tutto ciò, i piedi sono estremamente dolenti, anche perché il baricentro corporeo tende a cadere proprio nel punto di maggiore lassità e disfunzione della caviglia e del piede.

I bambini con piede piatto valgo lasso di 3° e 4° grado sono impossibilitati anche alla comune deambulazione, non hanno resistenza e si stancano molto presto anche soltanto a mantenere la postura eretta. Inoltre, tali soggetti sono molto scoordinati nella corsa, lamentano crampi muscolari ed alterazioni dell’assetto delle ginocchia (ginocchia valghe), asimmetria del bacino e delle spalle, spesso dorso curvo. Altro sintomo presente quasi nel 45% dei casi è la cefalea muscolo-tensiva.

Tale situazione, se non curata adeguatamente, persiste sia in età giovanile che in età adulta, con gravissime conseguenze sulla salute ed addirittura suN’autonomia delle persone.

Nel caso del piede cavo, invece, l’area di appoggio del piede è sostanzialmente limitata alla parte anteriore ed al calcagno, con alterazione dell’arco plantare laterale. Anche questa anomalia determina importanti problematiche nella deambulazione, nel mantenimento della postura e, più in generale, nell’assetto corporeo complessivo con rigidità di tutta la colonna e tendenza a verticalizzare le fisiologiche curve lordotiche lombari ed anche cifotiche dorsali. Inoltre nei piedi estremamente cavi, con ipercarico laterale, si osserva un sovraccarico funzionale del tendine di Achille, che va incontro a fibrosi (tendinopatie o tendinosi).

I plantari noti nella tecnica, sia ortopedici che posturali, non forniscono risultati efficaci nelle situazioni sopra descritte. In particolare, i plantari disponibili riescono soltanto a ridurre l'entità del dolore ai piedi, ma non incidono sul recupero funzionale né nella deambulazione né nel miglioramento dell’assetto delle ginocchia o del resto del corpo.

Similmente, l’intervento chirurgico con infissione di vite endo-articolare, per i piedi piatti lassi, o qualsiasi altra tecnica chirurgica specifica per i piedi estremamente cavi, non producono esiti positivi. Anzi l’intervento chirurgico, qualsiasi esso sia, risulta addirittura controindicato, in quanto, non solo l’estrema lassità muscolo-legamentosa ed articolare dei piedi piatti, ma anche la rigidità dei piedi cavi, peggiorano dopo l’intervento.

Sommario dell’invenzione

Il problema tecnico posto e risolto dalla presente invenzione è pertanto quello di fornire un plantare che consenta di ovviare agli inconvenienti sopra menzionati con riferimento alla tecnica nota. In particolare, l’invenzione ha ad oggetto un plantare che permetta un trattamento efficace e mirato di anomalie di appoggio del piede a terra associate a deformazioni della relativa volta longitudinale mediale o laterale.

Tale problema viene risolto da un plantare secondo la rivendicazione 1.

Caratteristiche preferite della presente invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.

L’invenzione fornisce un plantare di stimolazione neuro-sensoriale dei muscoli, dei legamenti e delle capsule articolari del piede che è dotato anche di sostegno meccanico delle volte longitudinali. In virtù della sua duplice capacità di stimolazione riflessologica e di supporto di una o entrambe le volte longitudinali, il plantare dell'invenzione può essere definito “ibrido”.

Il plantare risulta particolarmente efficace nel trattamento delle anomalie della volta longitudinale mediale e/o laterale del piede.

In particolare, il plantare è specificamente idoneo per il trattamento del piede lasso piatto o cavo sia negli adulti che nei bambini.

Il plantare dell'invenzione permette una riduzione del dolore e, soprattutto, un recupero funzionale in termini di deambulazione, mantenimento della postura eretta e assetto corporeo generale.

Il plantare può essere inserito in una calzatura in modo fisso o removibile.

Altri vantaggi, caratteristiche e le modalità di impiego della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, presentate a scopo esemplificativo e non limitativo.

Descrizione breve delle figure

Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:

<■>la Figura 1A mostra una vista in pianta dall’alto di una prima forma di realizzazione preferita di un plantare secondo la presente invenzione;

<■>la Figura 1B mostra una vista in pianta dall’alto di una seconda forma di realizzazione preferita di un plantare in accordo con la presente invenzione;

<■>la Figura 2 mostra una vista in sezione trasversale del plantare di Figura 1A o 1B, eseguita secondo la linea S-S di tali figure.

Gli spessori e le curvature rappresentati nelle figure sopra introdotte vanno intesi come esemplificativi, possono essere magnificati e non sono necessariamente mostrati in proporzione.

Inoltre, le Figure 1A e 1B mostrano alcune parti a tratteggio ed altre in grigio unicamente a fini esplicativi, per meglio evidenziare alcuni aspetti dell'invenzione.

Descrizione dettagliata di forme di realizzazione preferite

Con riferimento inizialmente alle Figure 1A e 2, un plantare secondo una forma di realizzazione preferita dell'invenzione è complessivamente denotato con 1.

Il plantare è definito da un primo strato 101 e da un secondo strato 102, fra i quali sono ricavate una pluralità sacche contenenti un materiale di stimolazione riflessologica o neuro-sensoriale. Nel presente esempio, il primo strato 101 è lo strato superiore nelle figure, ossia quello che, in uso, è a contatto con il piede, ed il secondo strato 102 è quello inferiore, ossia quello che, in uso, è a contatto con la calzatura. Preferibilmente, il primo strato 101 è fatto di, o comprende, alcantara o un equivalente materiale soffice al tatto. Sempre in base ad una esecuzione preferita, il secondo strato 102 è fatto di, o contiene, caucciù naturale.

Fra i due strati 101 e 102 sono definite una pluralità di sacche, che verranno descritte a breve.

Nella parti non interessate dalle sacche, i due strati 101 e 102 sono in contatto diretto l’uno con l’altro e possono essere reciprocamente fissati, ad esempio per incollaggio.

I due strati possono essere altresì uniti mediante una cucitura periferica 10 e/o mediante collegamento di altro tipo dei rispettivi lembi o regioni perimetrali.

Nella presente forma di realizzazione, il plantare 1 presenta sei sacche distinte, ciascuna preferibilmente definita da una rispettiva cucitura perimetrale.

Vantaggiosamente, sono previste sacche di stimolazione poste lungo tutte e tre le arcate plantari.

In particolare, nel presente esempio sono previste tre sacche disposte lungo l’arcata anteriore trasversa, e specificamente:

<■>una prima sacca 21 in corrispondenza del flessore corto dell’alluce;

<■>una seconda sacca 22 in corrispondenza dell’adduttore dell’alluce nei suoi fasci trasverso ed obliquo;

<■>una terza sacca 23 in corrispondenza del flessore corto del 5° dito.

Vantaggiosamente sono previste due sacche lungo l’arcata longitudinale laterale, in particolare:

<■>una quarta sacca 24 sull’inserzione dell’abduttore del 5° dito;

<■>una quinta sacca 25 sull’inserzione del cuneo supinatore.

Infine, il plantare 1 comprende una sesta sacca 26 lungo l’arcata longitudinale mediale. In particolare, quest’ultima si estende a partire da una zona prossima al margine posteriore del 1° metatarso, a distanza preferibilmente di circa 1 cm da esso, prende tutta la zona posteriore dell’articolazione del primo e secondo metatarso con le ossa del mesopiede, arrivando fino al centro del calcagno. La sacca longitudinale 26 segue esternamente (lateralmente) sostanzialmente la conformazione in pianta del piede. Medialmente, il suo profilo in pianta è definito, nel presente esempio, da un tratto più centrale 61 curvo o ad arco e da un adiacente tratto rettilineo 62 che si estende fino sostanzialmente al centro del calcagno.

Vantaggiosamente, la sacca longitudinale 26 presenta massima salienza, ossia spessore, proprio sotto l’articolazione dello scafoide, ossia sostanzialmente in un’area centrale denotata a titolo esemplificativo con 60.

Tale sacca 26 è quella di dimensioni maggiori.

Sarà compreso che quando, nella presente descrizione, si fa riferimento a parti anatomiche del piede, si intende denotare la disposizione di corrispondenti parti del plantare quando questo è in uso, ossia indossato.

All’interno di ciascuna sacca sono inserite particelle, o perline, 200, preferibilmente di forma e dimensioni irregolari e fatte ad esempio di caucciù o Malaysian rubber. Tale particelle sono configurate per svolgere una sollecitazione neuro-sensoriale della pianta del piede.

Preferibilmente, le particelle 200 presentano dimensioni trasversali comprese in un intervallo 0,5 - 2 mm circa, con una dimensione trasversale (spessore) ad esempio di 1 mm.

Inoltre, secondo l’invenzione, la sacca longitudinale mediale 26 comprende uno strato intermedio, preferibilmente centrale, di supporto 3. Quest’ultimo presenta maggiore rigidezza rispetto agli strati 101 e 102. Lo strato di supporto 3 è configurato per fornire un sostegno locale all’arcata longitudinale mediale del piede.

Lo strato di supporto 3 può essere realizzato in un materiale che presenta, ad esempio, flessione non superiore a 3-4 mm ove sottoposto a una forza peso di 100-120 kgf.

Lo strato di supporto 3 può essere fatto di caucciù di rigenerato di fibre di cuoio, o di un altro materiale che presenti le stesse caratteristiche tecniche di resistenza e flessibilità. Ad esempio, può essere impiegato un materiale della famiglia degli elastomeri, eventualmente in forma di polimero reticolato.

Lo strato di supporto 3 è disposto in posizione sostanzialmente trasversalmente intermedia entro la sacca 26, in modo tale da suddividere il vano interno definito dalla sacca in due sottoregioni 261 e 262.

Preferibilmente, lo strato di supporto 3 presenta una pluralità di fessurazioni, aperture o fori passanti 30 che consentono appunto la transizione delle particelle 200 attraverso di esso. Pertanto, tale fessurazioni 30 permettono uno scambio di particelle fra le due sotto-regioni 261 e 262 che segue i movimenti fisiologici del soggetto ed i carichi applicati. In tal modo, le particelle 200 possono svolgere appieno la loro funzione massaggiante con maggiore enfasi e sempre fino al contatto con la cute dei piedi, dove si trovano le terminazioni nervose sensibili a tale massaggio.

Come detto sopra, grazie alla struttura della sacca longitudinale mediale 26 il plantare 1 fornisce un sostegno meccanico alla zona più lassa del piede. Grazie alla combinazione con le particelle 200, il plantare 1 fornisce altresì un effetto combinato e sinergico del sostegno meccanico offerto airarticolazione dello scafoide e della stimolazione neurosensoriale su muscoli e legamenti lassi.

II suddetto sostegno, nella esecuzione preferita qui considerata, è comunque non rigido, in quanto il materiale dello strato 3 è più rigido di quello degli altri strati 101 e 102 e dell’assieme delle particelle 200, ma presenta comunque una sua flessibilità. Vantaggiosamente, tale flessibilità limitata dello strato di supporto 3 può enfatizzare l’effetto massaggiante delle particelle 200.

Il plantare 1 presenta quindi una struttura ottimizzata per sostenere e contemporaneamente far migliorare la zona mediale del piede lasso. In questo modo, velocemente, si determina una variazione con miglioramento dell’assetto dell’arcata plantare, con riduzione dello scivolamento dello scafoide. Quest’ultimo, in tempi non lunghissimi, riesce a riposizionarsi nel suo alloggiamento fisiologico, specie nei bambini e nei ragazzi. Nell’adulto si ottiene comunque una risposta visibile di miglioramento dell’arcata mediale longitudinale.

Come mostrato in Figura 2, l’effetto di sostegno e stimolazione può essere ulteriormente potenziato con l'introduzione, nelle sottoregioni 261 e 262, di elementi elastici di contrasto 4 che esercitano una azione prevalentemente o unicamente in direzione ortogonale alla pianta del piede. Ad esempio, tali elementi possono consistere in molle, elementi a spirale e/o eliche posizionate in senso verticale, sia sul versante inferiore che superiore dello strato di supporto 3.

Varianti di realizzazione possono prevedere che una o più delle altre sacche presentino la medesima struttura della sacca longitudinale mediale 26.

La Figura 1B mostra una forma di realizzazione del plantare, denotato con 1’, nel quale la disposizione delle sacche in corrispondenza delle arcate longitudinali del piede è invertita. In particolare, sono previste due sacche mediali, denotate con 24’ e 25’, ed una sacca laterale 26’. Quest’ultima vantaggiosamente presenta la medesima struttura descritta con riferimento alla Figura 1A in relazione alla sacca 26.

In base ad una variante di realizzazione mostrata appunto in Figura 1B, la sacca longitudinale 26’ presenta un profilo in pianta in cui, adiacentemente al tratto curvo o ad arco già citato prima e qui denotato con 61’, è presente un andamento ad ansa 63, che termina poi con un tratto rettilineo 64 sostanzialmente in corrispondenza del centro del calcagno.

La descrizione sopra riportata per il plantare 1 di Figura 1A si applica corrispondentemente per il plantare 1’ di Figura 1B.

Nelle figure sopra considerate, il plantare è rappresentato in forma cosiddetta a “3/4”, nel senso che non si estende completamente sotto le dita. Varianti di realizzazione possono prevedere che il plantare sia costruito intero, ossia con stimolazione e/o sostegno anche per le dita.

In varianti di realizzazione, il plantare si può costruire anche in modo specifico per alluce valgo, con la prima sacca sotto l’alluce di forma a goccia, che stimola il flessore lungo dell’alluce.

In generale, il plantare può incorporare sacche specifiche e/o aggiuntive per il trattamento anche di altre patologie o sintomatologie specifiche.

La presente invenzione è stata fin qui descritta con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, come definito dalTambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Plantare (1; 1’), configurato per essere introdotto in modo fisso od amovibile entro una calzatura, il quale plantare (1) comprende: - un primo strato superiore (101) ed un secondo strato inferiore (102), cooperanti l’uno con l’altro in modo tale da definire almeno una sacca longitudinale (26; 26’) presentante un vano interno, la quale sacca longitudinale (26; 26’) è disposta, in uso, in corrispondenza di una arcata longitudinale mediale o laterale del piede; - una pluralità di particelle (200) di stimolazione neurosensoriale del piede disposte all'interno di detta sacca longitudinale (26; 26’); - uno strato intermedio di supporto (3), disposto entro detta sacca longitudinale (26; 26’) in modo tale da suddividere il relativo vano interno in due sotto-regioni (261, 262), in cui detto strato intermedio di supporto (3) presenta rigidezza maggiore di detti primo (101) e secondo (102) strato, essendo configurato per fornire un sostegno locale al piede, la configurazione complessiva essendo tale che il plantare (1) è idoneo per il trattamento di anomalie dell’arcata longitudinale del piede legate a piede lasso piatto o cavo.
2. Plantare (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detto strato intermedio di supporto (3) è fatto di materiale che presenta flessione non superiore a 4 mm circa ove sottoposto a una forza peso di 120 kgfcirca.
3. Plantare (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto strato intermedio di supporto (3) è fatto di caucciù, in particolare caucciù di rigenerato di fibre di cuoio, e/o di un materiale della famiglia degli elastomeri.
4. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto strato intermedio di supporto (3) presenta fessurazioni, aperture e/o fori passanti (30) che consentono uno scambio di dette particelle (200) fra dette due sotto-regioni (261 , 262).
5. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta sacca longitudinale (26) si estende a partire da una zona prossima al margine posteriore del 1° metatarso, a distanza preferibilmente di circa 1 cm da esso, prende tutta la zona posteriore dell’articolazione del primo e secondo metatarso con le ossa del mesopiede, arrivando fino al centro del calcagno.
6. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta sacca longitudinale (26) presenta spessore massimo sostanzialmente sotto l'articolazione dello scafoide.
7. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre una o più sacche aggiuntive selezionate in un gruppo che comprende: una sacca (21) in corrispondenza del flessore corto dell’alluce; una sacca (22) in corrispondenza dell’adduttore dell’alluce, preferibilmente nei suoi fasci, trasverso ed obliquo; una sacca (23) in corrispondenza del flessore corto del 5° dito. una sacca (24) in corrispondenza dell'inserzione dell’abduttore del 5° dito; una sacca (25) in corrispondenza dell'inserzione del cuneo supinatore, dette una o più sacche aggiuntive essendo riempita con dette particelle di stimolazione neurosensoriale (200).
8. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui dette particelle di stimolazione neurosensoriale (200) presentano forma irregolare.
9. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui dette particelle di stimolazione neurosensoriale (200) sono fatte di caucciù.
10. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto primo strato (101 ) è fatto di alcantara o altro materiale soffice al tatto.
11. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto secondo strato (102) è fatto di caucciù naturale.
12. Plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente, in detta sacca longitudinale (26; 26’) e/o in dette una o più sacche aggiuntive, elementi elastici di contrasto (4) che esercitano, in uso, una azione elastica prevalentemente o unicamente in direzione ortogonale alla pianta del piede, in cui detti elementi elastici di contrasto (4) comprendono, ad esempio, in molle, elementi a spirale e/o eliche.
13. Calzatura comprendente un plantare (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.