ITUA20172774A1 - Metodo di utilizzazione di una capsula contenente un preparato alimentare in una macchina per gelato - Google Patents

Metodo di utilizzazione di una capsula contenente un preparato alimentare in una macchina per gelato

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ITUA20172774A1
ITUA20172774A1 ITUA2017A002774A ITUA20172774A ITUA20172774A1 IT UA20172774 A1 ITUA20172774 A1 IT UA20172774A1 IT UA2017A002774 A ITUA2017A002774 A IT UA2017A002774A IT UA20172774 A ITUA20172774 A IT UA20172774A IT UA20172774 A1 ITUA20172774 A1 IT UA20172774A1
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IT
Italy
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capsule
food preparation
ice cream
configuration
nozzle
Prior art date
Application number
ITUA2017A002774A
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English (en)
Inventor
Andrea Bartoli
Davide Capitini
Mattia Solieri
Original Assignee
Sarong Spa
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Description

Metodo di utilizzazione di una capsula contenente un preparato alimentare in una macchina per gelato
L’invenzione concerne un metodo di utilizzazione di capsule o contenitori, contenenti un preparato alimentare, in una macchina per la preparazione di gelati.
Più in dettaglio, l’invenzione riguarda l’uso una capsula sigillata, monodose e monouso contenente un preparato alimentare, il quale può essere sia in polvere che sotto forma di sciroppo, in grado di erogare mediante un fluido in pressione il preparato alimentare, opzionalmente disciolto oppure diluito, per usi successivi.
Se il preparato alimentare è in polvere, può essere solubile oppure liofilizzato oppure deidratato. Alternativamente, se è ad esempio uno sciroppo oppure una crema, può essere un concentrato.
Il preparato alimentare, erogato dalla capsula, può ad esempio essere opzionalmente anche disciolto oppure diluito con un liquido caldo oppure freddo, tipicamente acqua oppure latte.
Sono note capsule per bevande utilizzabili in macchine erogatrici di bevande.
Le capsule note sono contenitori monouso e monodose comprendenti un involucro esterno, realizzato in materiale plastico impermeabile ai liquidi ed ai gas ed avente forma di bicchiere o tazza. In particolare, l’involucro presenta una parete di fondo ed una parete laterale definenti una cavità provvista di un’apertura superiore attraverso la quale può essere inserito un preparato dal quale ottenere una bevanda. L’apertura superiore è chiusa ermeticamente da una copertura, tipicamente una pellicola contenente alluminio od un film plastico multistrato, in modo da sigillare all’interno della cavità del contenitore il preparato. La copertura della capsula è perforabile da mezzi di iniezione della macchina erogatrice per consentire l’immissione di liquido in pressione, tipicamente acqua, con il quale preparare la bevanda.
Per quello che riguarda l’erogazione della bevanda ottenuta, la parete di fondo dell’involucro può essere anch’essa perforabile da mezzi di estrazione della macchina erogatrice, per consentire l’erogazione della bevanda.
In alternativa, sono anche note capsule per bevande, ad esempio descritte nella domanda WO2014102701 della stessa richiedente, in grado di erogare la bevanda direttamente in un contenitore di fruizione (tazza, bicchiere, ecc.) senza necessità di perforazione da parte dei mezzi di estrazione della macchina erogatrice.
Le capsule note sopra descritte permettono di ottenere la bevanda tramite percolazione del liquido attraverso il preparato alimentare (tipicamente caffè) oppure mediante solubilizzazione o scioglimento del preparato stesso (ad esempio tè, tisane, ecc.) e sono contraddistinte dall’interazione del preparato alimentare contenuto nella capsula con un liquido immesso in essa, per preparare la bevanda direttamente all’interno della capsula ed erogare la bevanda così formata.
Tali capsule sono tuttavia poco indicate per erogare anche un preparato alimentare viscoso, in sciroppo oppure cremoso.
Sono anche note capsule per bevande, come ad esempio mostrato in WO2005077811, che consentono di erogare un preparato alimentare viscoso in un bicchiere, nel quale viene alimentata anche acqua calda, oppure fredda, per diluire il preparato alimentare nel bicchiere stesso ed ottenere così una bevanda. La capsula mostrata da WO2005077811 comprende un corpo schiacciabile dotato di una cavità, la quale è chiusa da una copertura fissata ad un bordo a flangia della capsula, all’interno della quale è presente uno sciroppo (caffè concentrato, cioccolata oppure sciroppo di frutta) che fuoriesce dalla copertura della capsula quando la capsula è compressa e schiacciata. Nel dettaglio, la copertura si rompe in corrispondenza di una porzione di saldatura, consentendo al preparato alimentare di essere versato nel bicchiere.
Le capsule sopra descritte sono quindi tipicamente associate a macchine erogatrici specifiche in cui sono presenti mezzi di iniezione di liquido oppure mezzi di erogazione della bevanda opportunamente progettati per essere compatibili con un determinato tipo di capsula e non con altri. Queste capsule sono usualmente utilizzate in macchine erogatrici di dimensioni ridotte e sono usualmente progettate per un uso domestico, ed è il consumatore che, al momento dell’acquisto, stabilisce il sistema macchina più capsula da lui preferito per gli usi previsti.
Queste capsule potrebbero tuttavia non essere adatte ad essere utilizzate in macchine erogatrici di un prodotto alimentare di altro tipo, quale per esempio un gelato, realizzato mediante ricette che necessitano di uno o più ingredienti, in quanto potrebbe essere richiesta l’alimentazione dalla capsula di preparati alimentari con diversi tipi di formulazioni.
Ad esempio, alcune ricette potrebbero richiedere di ricevere dalla capsula un preparato in polvere, altre potrebbero richiedere l’alimentazione di un preparato in sciroppo, altre ancora potrebbero richiedere un preparato già diluito con latte oppure con acqua. Alcune ricette potrebbero in aggiunta richiedere prodotti solidi, ad esempio una pluralità di elementi quali frammenti di biscotti, oppure gocce di cioccolato oppure frutta secca in granella oppure intera.
WO2013121421 mostra una macchina per gelato per ottenere gelato in monodose a partire da uno o più contenitori inseribili nella macchina, contenenti gli ingredienti necessari. Sono previste più versioni della stessa macchina, una prima versione la quale è configurata per alloggiare contenitori “dry-asciutti”, in cui il preparato in essi contenuto è da diluire con un liquido e per la quale è previsto il collegamento alla rete idrica oppure ad un serbatoio di liquido (il contenitore utilizzabile ha sia la copertura che il fondo perforabile), ed una seconda versione che invece è configurata per alloggiare contenitori “wet-bagnati” in cui il preparato non richiede immissione di un liquido, in quanto è lui stesso diluito (il contenitore utilizzabile ha solo il fondo perforabile).
La macchina per gelato mostrata da WO2013121421 può preparare anche gelato con combinazioni di ingredienti da due contenitori distinti, tra loro collegabili ad incastro, ad esempio per unire un primo contenitore contenente un preparato per gelato ed un secondo contenente guarnizioni come gocce di cioccolato.
WO2013121421 prevede quindi capsule diverse, come dimensione e come contenuto, per alimentare alla macchina per gelato un preparato alimentare di diversa formulazione e sono quindi richieste più versioni della stessa macchina, ogni versione specificatamente prevista per un tipo di capsula.
Si noti tuttavia che la capsula può erogare un preparato alimentare già miscelato con acqua o latte ma non può erogare un preparato alimentare pastoso, quale ad esempio una tipica base per gelato utilizzata nelle gelaterie artigianali, oppure un preparato alimentare in polvere.
Uno scopo della presente invenzione è di proporre un metodo per preparare un gelato utilizzando in una macchina per la preparazione di gelati una capsula, sigillata, monouso e monodose in grado di erogare un preparato alimentare in polvere o pastoso in essa contenuto per la preparazione di gelati.
Tali scopi ed altri ancora sono raggiunti da un metodo secondo una o più delle rivendicazioni sotto riportate.
L’invenzione potrà essere meglio compresa e attuata con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano alcune forme esemplificative e non limitative di attuazione, in cui:
- la figura 1 è una vista di una capsula utilizzabile nel metodo secondo l’invenzione in una prima configurazione, indeformata, sezionata mediante un piano passante per la linea I-I di figura 3;
- figura 2 è un dettaglio ingrandito di un particolare di figura 1;
- la figura 3 è una vista dal fondo della capsula di figura 1;
- la figura 4 è una vista della capsula di figura 1 in una seconda configurazione, deformata, sezionata mediante un piano passante per un asse di simmetria della capsula; - figura 5 è una vista della capsula di figura 1 in una terza configurazione, deformata, sezionata mediante un piano passante per un asse di simmetria della capsula.
Nel seguito, si indicheranno nelle varie figure i medesimi elementi con gli stessi numeri. Con riferimento alle figure da 1 a 5, è illustrata una capsula 201 utilizzabile nel metodo secondo l’invenzione contenente un preparato alimentare P la quale è utilizzabile in un dispositivo di erogazione automatica per erogare mediante un fluido in pressione il preparato alimentare stesso, opzionalmente disciolto oppure diluito, per usi successivi. Il preparato alimentare P può essere, ad esempio, un prodotto alimentare in polvere (solubile, liofilizzato, deidratato, concentrato, percolabile, da infusione) oppure può essere un prodotto sotto forma di sciroppo, di crema oppure di pasta concentrata.
La capsula 201 comprende un involucro 202 che include a sua volta: una parete di base 203 e una parete laterale 204, definenti una cavità 205 atta a contenere il preparato alimentare P; un bordo 206 a forma di flangia che si estende dalla parete laterale 204, in particolare circondando la cavità 205.
La parete di base 203 comprende inoltre un’apertura d’uscita 207 per far fuoriuscire il preparato alimentare P dalla capsula 201.
La parete laterale 204 è, inoltre, divergente a partire dalla parete di base 203 fino al bordo 206 ed è, ad esempio, di forma pressoché troncoconica in modo tale da conferire all’involucro forma di bicchiere o tazza.
L’involucro 202 è comprimibile e/o schiacciabile ed è quindi deformabile. L’involucro è realizzato mediante formatura di un materiale in foglio termoformabile, in particolare un materiale plastico multistrato impermeabile ai liquidi ed ai gas e idoneo al contatto con gli alimenti.
Per consentire all’involucro 202 di essere compresso e schiacciato lungo una direzione A pressoché parallela ad un asse longitudinale di simmetria S della capsula 1 e sostanzialmente ortogonale alla parete di base 203, la parete laterale 204 è deformabile lungo predefinite linee di cedevolezza, ad esempio a forma di fisarmonica oppure a forma di soffietto, come si vedrà meglio nel seguito.
L’involucro 202 comprimibile e/o schiacciabile consente di ridurre progressivamente un volume dell’involucro, riducendo la distanza tra parete di base 203 e il bordo a flangia 206, durante l’erogazione del preparato alimentare P.
La capsula 201 comprende inoltre un elemento di copertura 208 fissato al bordo a flangia 206 per chiudere ermeticamente la cavità 205 ed un elemento di chiusura 209 fissato in modo parzialmente distaccabile almeno alla parete di base 203 per chiudere ermeticamente l’apertura d’uscita 207.
La capsula 201 comprende inoltre un ugello 210 fissato all’elemento di copertura 208 che comprende una prima estremità 211 ed una seconda estremità 212 opposte.
L’ugello 210 comprende una prima porzione 213, che include la prima estremità 211, è disposta per ricevere mezzi di iniezione (non illustrati) di fluido F di un dispositivo di erogazione automatico (non illustrata) e comprende una pluralità di aperture 213a di alimentazione, per alimentare il fluido F dai mezzi di iniezione del dispositivo di erogazione alla cavità 205. I mezzi di iniezione di fluido F del dispositivo di erogazione automatico F possono così impegnarsi nella prima porzione 213. La prima porzione 213 è cava e presenta una parete di base 213b priva di aperture ed una parete laterale 213c sulla quale la pluralità di aperture 213a sono distribuite.
Il fluido F può ad esempio essere un liquido caldo in pressione, ad esempio acqua, con il quale il preparato alimentare viene diluito e/o disciolto al momento dell’erogazione.
Vantaggiosamente e preferibilmente, come meglio vedremo, il fluido F è aria in pressione, con la quale il preparato alimentare viene fatto fuoriuscire al momento dell’erogazione, come vedremo meglio nel seguito.
L’ugello 210 comprende inoltre una seconda porzione 214 che include la seconda estremità 212, si estende attraverso l’apertura d’uscita 207 e comprende un primo tratto tubolare 214a a sezione costante, ed un secondo tratto 214b sagomato. La seconda porzione 214 comprende inoltre una flangia esterna 215 che circonda perifericamente la seconda estremità 212 e chiude l’apertura di uscita 207, non a tenuta, quando la capsula 201 è in una prima configurazione K, iniziale, indeformata, nella quale la capsula non è ancora stata compressa.
La flangia esterna 215 dell’ugello 210 è configurata in modo da esercitare una spinta contro l’elemento di chiusura 209 spingendolo verso l’esterno e distaccandolo almeno parzialmente per aprire la capsula 210, quando la capsula viene compressa e passa dalla prima configurazione K ad una seconda configurazione J, in cui la capsula è deformata. Il secondo tratto 214b dell’ugello 210 è inoltre configurato per proiettarsi oltre la parete di base 203 della capsula 201 quando la capsula 201 viene ulteriormente compressa e passa dalla seconda configurazione J ad una terza configurazione E, ulteriormente deformata. Si noti che il secondo tratto 214b dell’ugello sagomato è di forma divergente, in particolare è di forma conica, rispetto al primo tratto 214a per guidare opportunamente verso l’esterno il preparato alimentare P che fuoriesce dall’apertura di uscita, spinto dal fluido F in pressione, quando la capsula è nella terza configurazione E.
Con particolare riferimento alla figura 2, nella prima configurazione K della capsula 202, l’ugello 210 è disposto all’interno della cavità 205 con la seconda estremità 212 che fuoriesce parzialmente dalla cavità 205 attraverso l’apertura di uscita 207 realizzata nella parete di base 203.
L’ugello 210 s’inserisce e può scorrere senza interferenza nell’apertura di uscita 207. Infatti, la parete di base 203 comprende una porzione anulare interna 203a circondante l’apertura d’uscita 207 nella quale l’ugello 210 è inserito e può scorrere. Un’apertura anulare 216 è presente tra il bordo anulare 203a e la seconda porzione 214 dell’ugello 210, attraverso la quale il preparato alimentare P può fuoriuscire dalla capsula 201, quando la capsula è nella seconda configurazione J oppure è nella terza configurazione E.
Nella prima configurazione K della capsula 201, la flangia esterna 215 riscontra una superficie esterna della parete di base 203. Si noti inoltre che la parete di base 203 non è piana ma è sagomata e comprende una rientranza 221 (figura 5), contenente l’apertura di uscita 207.
Nel dettaglio, la flangia esterna 215 riscontra la porzione anulare interna 203a disposta nella rientranza 221, verso la cavità 205.
La rientranza 221 alloggia la flangia esterna 215 dell’ugello 210 ed in questo modo l’elemento di chiusura 209 può essere vantaggiosamente saldato su una porzione anulare esterna 203b della parete di base 203, che è piana. Ne segue che nella prima configurazione K la flangia esterna 215 è disposta tra la superficie esterna della parete di base 203 e l’elemento di chiusura 209.
L’elemento di copertura 208 è perforabile, in particolare dai mezzi di iniezione del dispositivo di erogazione, per consentire a questi ultimi di impegnarsi nella prima porzione 213 dell’ugello 210 ed immettere il fluido F nella capsula attraverso le aperture 213a dell’ugello 210. La prima estremità 211 dell’ugello 210 è fissata tramite saldatura all’elemento di copertura 208 per creare una tenuta fluidica tra l’elemento di copertura 208 e la prima porzione 213 ed inoltre collaborare con l’apertura di uscita 207 per mantenere in posizione all’interno della cavità 205 l’ugello 210.
In questo modo il fluido F ricevuto nella prima porzione 213 viene erogato alla cavità di contenimento del preparato P solo attraverso le aperture 213a della prima porzione 213 e sono evitati trafilamenti indesiderati dello stesso fluido F in corrispondenza della prima estremità 211.
La seconda porzione 214 dell’ugello 210 è anch’essa preferibilmente cava, per rendere più leggero l’ugello 210 ed evitare l’impiego di materiale plastico non necessario.
Nel caso in cui la seconda porzione sia cava, la parete di base 213b della prima porzione è un setto di separazione tra la prima porzione 213 e la seconda porzione 214, che quindi è anche una parete di testa della seconda porzione 214. Per distribuire più efficacemente il fluido F attraverso le aperture 213a, la parete di base 213b è parallela alla parete di base 203 dell’involucro 202 della capsula 201 e le aperture 213a sono inclinate. Rispetto alla parete laterale 213c, parallela all’asse longitudinale S della capsula 201, le aperture 213a sono inclinate di un angolo compreso in un intervallo da 20° a 45° e preferibilmente 30°, in modo da dirigere rispettivi getti di fluido F verso la parete di base 203 della capsula 201. Opzionalmente, una parete laterale della seconda porzione 214 può comprendere una pluralità di aperture di uscita (non illustrate) per consentire al preparato alimentare P di fuoriuscire dalla cavità 205 non solamente guidato dalla forma di una superficie esterna della seconda porzione 214 ma anche attraverso di essa, quando la capsula è nella seconda configurazione J oppure nella terza configurazione E.
Abbiamo detto che l’elemento di chiusura 209 è previsto per chiudere ermeticamente la l’apertura di uscita 207 e isolare dall’ambiente esterno la cavità 205.
Come mostrato in figura 1 ed in figura 3, l’elemento di chiusura 209, ad esempio a forma di disco, comprende un bordo di unione 209a, ad esempio anulare, mediante il quale è fissato in modo removibile alla porzione anulare esterna 203b della parete di base 203. L’elemento di chiusura 209 può essere agevolmente distaccato dalla parete di base 203 in modalità automatica ad opera dello stesso ugello 210 in una prima fase di schiacciamento parziale dell’involucro 202 nella quale la capsula 201 passa dalla prima configurazione K alla seconda configurazione J.
L’elemento di chiusura 209 può essere inoltre agevolmente distaccato dalla parete di base 203 da un utilizzatore manualmente prima dell’introduzione della capsula 201 nel dispositivo di erogazione, ed in questo caso è provvisto, secondo una forma preferita di attuazione, di una linguetta allungata 209b estendentesi verso l’esterno a partire da una porzione di collegamento del bordo di unione 209a.
L’elemento di chiusura 209, provvisto oppure privo della linguetta 209b, è realizzato in materiale plastico, oppure alluminio, saldabile, ad esempio termicamente o tramite ultrasuoni, ed il bordo di unione 209a è in particolare fissato alla porzione anulare esterna 203b della parete di base 203 per un primo tratto 217a mediante una saldatura bloccante e per un secondo tratto 217b mediante una saldatura pelabile, la saldatura bloccante necessitando di una forza maggiore rispetto alla saldatura pelabile per distaccare il bordo di unione 209a dalla parete di base 203, in modo tale da promuovere il distacco del secondo tratto 217b del bordo di unione 209a prima del distacco del primo tratto 217a.
Il primo tratto 217a si estende in un primo intervallo angolare compreso tra 80° e 100°, in particolare preferibilmente 100°, e il secondo tratto 217b si estende in un secondo intervallo angolare esplementare al primo intervallo angolare, in altre parole il primo tratto 217a ed il secondo tratto 217b si estendono per l’intero bordo di unione 209a.
Qualora l’elemento di chiusura 209 sia provvisto della linguetta allungata 209b, la porzione di collegamento del bordo di unione 209a si sviluppa dal primo tratto 217a fissato con saldatura bloccante, per motivi che vedremo meglio di seguito.
Il secondo tratto 217b fissato tramite saldatura pelabile comprende mezzi promotori di distacco per agevolare una graduale e progressiva separazione del bordo di unione 209a dalla parete di base 203, i quali comprendono almeno una porzione di distacco 218, in corrispondenza della quale il secondo tratto 217b ha forma sostanzialmente a “V”, o a cuneo.
Preferibilmente, i mezzi promotori di distacco comprendono una pluralità di porzioni di distacco 218 angolarmente equispaziate nel secondo tratto 217b, per distribuire l’efficacia di tale distacco lungo l’intero secondo tratto 217b.
Al contrario, il primo tratto 217a fissato tramite la saldatura bloccante è privo dei mezzi promotori di distacco e pertanto, nonostante sia la saldatura bloccante che la saldatura pelabile consentano di fissare in modo rimovibile l’elemento di chiusura 209 alla parete di base 203, la saldatura bloccante necessita di una forza maggiore rispetto alla saldatura pelabile per consentire il distacco del primo tratto 217a rispetto al secondo tratto 217b. Se è presente una sola porzione di distacco 218 (non illustrata) quest’ultima è posizionata nel secondo tratto 217b lungo un asse di simmetria S del primo tratto 217a, da parte opposta rispetto al primo tratto 217a e alla linguetta 209b, se presente.
Quando l’elemento di chiusura 209 viene spinto dall’ugello 107 e distaccato in modalità automatica, il primo tratto 217a rimane collegato alla parete di base 203 e funge da elemento di cerniera attorno al quale la porzione dell’elemento di chiusura 209 comprendente il secondo tratto 217a del bordo di unione 209a può ruotare, in allontanamento dalla parete di base 203 stessa.
Sia l’elemento di copertura 208 della cavità 205 che l’elemento di chiusura 209 dell’apertura d’uscita 207 sono realizzati con materiali selezionati, ad esempio poliaccoppiati plastici multistrato, in modo da proteggere nel tempo il preparato alimentare P contenuto nella capsula dall’umidità e dall’ossigeno. Tali materiali plastici multistrato possono ad esempio contenere alluminio oppure un diverso strato barriera, ad esempio etilenvinilalcool (EVOH) oppure polivinildencloruro (PVDC). Se contengono ad esempio alluminio, non possono essere considerati materiali plastici riciclabili e quindi vanno separati dai rimanenti materiali plastici componenti la capsula ai fini dello smaltimento dei rifiuti.
La parete laterale 204 comprende una prima zona 204a contigua al bordo a flangia 206 dotata di un primo gruppo di prime linee di cedevolezza 219, una seconda zona 204b continua alla prima zona 204a dotata di un secondo gruppo di seconde linee di cedevolezza 220 ed una terza zona 204c estendentesi dalla seconda zona 204b fino alla parete di base 203 opzionalmente dotata di un terzo gruppo di terze linee di cedevolezza (non illustrate).
Le prime linee di cedevolezza 219, le seconde linee di cedevolezza 220 ed opzionalmente le terze linee di cedevolezza sono parallele tra loro e parallele alla parete di base 203 della capsula 201 per consentire all’involucro 202 di essere compresso lungo la direzione trasversale alla parete di base 203.
La distanza, misurata lungo l’asse longitudinale S della capsula 201, tra le prime linee di cedevolezza 219 è minore della distanza tra le seconde linee di cedevolezza 220.
Se le terze linee di cedevolezza sono presenti, la distanza misurata lungo l’asse longitudinale S tra le seconde linee di cedevolezza 220 è minore della distanza tra le terze linee di cedevolezza.
In altre parole, le prime linee di cedevolezza 219 sono più ravvicinate delle seconde linee di cedevolezza 220 e delle terze linee di cedevolezza, se presenti, in modo che l’involucro 202 possa inizialmente essere compresso e si deformi in corrispondenza della prima zona 204a.
Le terze linee di cedevolezza sono molto distanti tra loro e viene previsto opzionalmente solo un numero limitato di terze linee di cedevolezze, per lo scopo che chiariremo nel seguito.
In uso, l’utilizzo della capsula 201 in un dispositivo di erogazione automatico prevede l’inserimento della capsula stessa nella prima configurazione K, indeformata, nel dispositivo di erogazione, in particolare in una sede apposita del dispositivo di erogazione. Il dispositivo di erogazione può essere parte di una macchina erogatrice più complessa, come vedremo nel seguito.
In una prima fase di schiacciamento parziale dell’involucro 202, l’ugello 210 scorre nell’apertura di uscita 207 e la flangia esterna 215, spingendo l’elemento di chiusura 209 verso l’esterno, consente di distaccare l’elemento di chiusura 209 stesso almeno parzialmente.
Infatti, i mezzi promotori di distacco 218 agevolano la graduale e progressiva separazione del bordo di unione 209a dell’elemento di chiusura 209 dalla parete di base 203 in corrispondenza del secondo tratto 217b fissato tramite saldatura pelabile. La porzione dell’elemento di chiusura 209 comprendente il secondo tratto 217b ruota in allontanamento dalla parete di base 203 attorno al primo tratto 217a, ancora collegato alla parete di base 203 in quanto fissato mediante saldatura bloccante, che funge da linea di cerniera dell’elemento di chiusura 209.
La parete laterale 204 viene compressa in corrispondenza della prima zona 204a, grazie alle prime linee di cedevolezza 219, che sono ravvicinate. In questo modo il volume dell’involucro 202 si riduce, come mostrato in figura 4, in quanto la capsula 201 passa dalla prima configurazione K, indeformata, alla seconda configurazione J, compressa. L’ugello 210 fuoriesce dalla parete di base 203 di una quantità limitata e tra il bordo anulare 203a della parete di base 203 e la seconda porzione 214 dell’ugello 210 si forma l’apertura anulare 216, attraverso la quale il preparato alimentare P può cominciare a fuoriuscire dalla capsula 201. L’apertura anulare 216 ha in questa prima fase di schiacciamento una dimensione ridotta ma il distacco anche se parziale dell’elemento di chiusura 209 pone la cavità 205 in collegamento con l’ambiente esterno, attraverso l’apertura anulare 216.
In una prima fase di iniezione, i mezzi di iniezione del dispositivo di erogazione perforano l’elemento di copertura 208 ed impegnano la prima porzione 213 un modo da essere in grado di alimentare, successivamente, fluido in pressione F alla cavità 205 attraverso le aperture 213a.
La prima fase di iniezione viene eseguita preferibilmente prima della prima fase di schiacciamento.
In una seconda fase di schiacciamento della capsula 202, l’intero secondo tratto 214b della seconda porzione 214 si proietta oltre la parete di base 203 della capsula 201 quando la capsula 201 viene ulteriormente compressa.
La parete laterale 204 viene compressa in corrispondenza della seconda zona 204b, grazie alle seconde linee di cedevolezza 220. In questo modo il volume dell’involucro 202 si riduce ancora ulteriormente, come mostrato in figura 5, in quanto la capsula 201 passa dalla seconda configurazione J ad una terza configurazione E finale di compressione, in cui la capsula 201 è ulteriormente deformata ed ha volume minimo.
In una seconda fase di iniezione, viene introdotto fluido F in pressione, un liquido oppure aria, attraverso l’ugello 210.
Il fluido F in pressione, se liquido, può interagire con il preparato alimentare P ad esempio diluendolo oppure sciogliendolo e comunque mescolandosi ad esso, per formare gradualmente un preparato alimentare P diluito e/o disciolto che viene fatto fuoriuscire attraverso l’apertura anulare d’uscita 216, spinto dal liquido in pressione.
Se vantaggiosamente il fluido in pressione è aria, il preparato alimentare P viene spinto attraverso l’apertura d’uscita e disperso nell’aria immessa, per usi successivi.
La pressione e la temperatura del fluido F immesso nella cavità 205 devono essere opportunamente regolati in funzione della tipologia e composizione del preparato alimentare P.
La seconda fase di iniezione segue, preferibilmente, la prima fase di compressione e viene vantaggiosamente eseguita anche durante la seconda fase di compressione.
In altre parole, se la capsula 201 è aperta e cioè è disposta nella seconda configurazione J oppure nella terza configurazione E, i mezzi di iniezione della macchina erogatrice possono essere azionati per alimentare fluido F in pressione alla capsula 201 e far fuoriuscire il preparato alimentare P in essa contenuto. Il fluido F in pressione viene alimentato soltanto quando la capsula è aperta.
Si noti che il secondo tratto 214b dell’ugello 210, sagomato, è di forma divergente, in particolare conica e guida verso l’esterno il preparato alimentare P spinto dal fluido F in pressione, quando la capsula 201 è aperta e cioè quando la capsula è nella seconda configurazione J oppure nella terza configurazione E.
L’apertura anulare d’uscita 216 aumenta la propria ampiezza quando la capsula passa dalla seconda configurazione J alla terza configurazione E e presenta ampiezza massima quando la seconda fase di compressione è terminata.
Vantaggiosamente inoltre, come detto in precedenza, la terza zona 204c è priva di linee di cedevolezza oppure, se presenti, le terze linee di cedevolezza sono a grande distanza tra di loro. La terza zona 204c, priva di linee di cedevolezza, funge da imbuto per promuovere ed indirizzare la fuoriuscita del preparato alimentare P.
Le terze linee di cedevolezza possono essere opzionalmente previste per facilitare la completa compressione della capsula 202 qualora risulti opportuno prevedere, ad esempio, una terza fase di schiacciamento, successiva alla seconda fase di schiacciamento, nella quale la capsula è ulteriormente deformata e viene compressa fino ad una terza configurazione di compressione, di volume ancora più ridotto. Le terze linee di cedevolezza, se presenti nella terza zona 204c, non pregiudicano la fuoriuscita del preparato alimentare P.
È possibile definire quindi un metodo per erogare un preparato alimentare P in un dispositivo di erogazione automatico mediante la capsula 201 comprendente le seguenti fasi:
- in una prima fase di iniezione, è prevista la fase di impegnare mezzi di iniezione di fluido F di un dispositivo di erogazione automatico nella prima porzione 213 dell’ugello 210, in particolare perforando l’elemento di copertura 208 della capsula 201, precedentemente disposta in una sede del dispositivo di erogazione, in modo che la prima porzione 213 riceva i detti mezzi di iniezione; in questa prima fase di iniezione non viene ancora alimentato fluido F in pressione;
- in una prima fase di schiacciamento parziale dell’involucro 202, è prevista la fase di deformare la parete laterale 204 dell’involucro 202 della capsula 201 lungo predefinite linee di cedevolezza 219, 220, in particolare comprimendo la capsula 201 lungo una direzione A trasversale ad una parete di base 203 dell’involucro 202 per far passare la capsula dalla prima configurazione K, indeformata, alla seconda configurazione J, deformata, ed inoltre in modo tale da far scorrere l’ugello 210 nell’apertura di uscita 207 della parete di base 203, la flangia esterna 215 dell’ugello 210 spingendo l’elemento di chiusura 209 verso l’esterno e aprendo la capsula 201; la flangia esterna 215 distacca così l’elemento di chiusura 209 almeno parzialmente in corrispondenza del secondo tratto 217b, in cui il bordo di unione 209a è fissato alla parete di base 203 con saldatura pelabile;
- in una seconda fase di iniezione, successiva alla prima fase di schiacciamento, è prevista la fase di alimentare fluido F in pressione, ad esempio un liquido oppure aria, attraverso una pluralità di aperture 213a della prima porzione 213 ad una cavità 205 della capsula (201), in particolare in modo che il fluido F possa interagire con il preparato alimentare P contenuto nella capsula 201 mescolandosi con esso e possa spingere il preparato alimentare P attraverso l’apertura d’uscita 207;
- in una seconda fase di schiacciamento della capsula 201, contemporanea oppure antecedente alla seconda fase di iniezione, è prevista la fase di deformare ulteriormente la capsula 201, comprimendola, per far passare la capsula 201 dalla seconda configurazione J ad una terza configurazione E, in cui la capsula 201 è ulteriormente deformata, ed è prevista la fase di far scorrere ulteriormente l’ugello 210 nell’apertura di uscita 207 in modo da proiettare un secondo tratto 214b oltre la parete di base 203 della capsula 201, il secondo tratto 214b guidando il preparato alimentare P spinto dal fluido F in pressione attraverso l’apertura d’uscita 207 quando la capsula 201 è nella seconda configurazione J oppure nella terza configurazione E.
Grazie alla capsula 201 è possibile erogare il preparato alimentare P in essa contenuto per usi successivi, indipendentemente dal tipo di preparato alimentare P.
Il fluido in pressione F introdotto nella capsula 201 consente di far fuoriuscire nello stesso modo un preparato alimentare cremoso, un preparato alimentare in polvere, oppure uno sciroppo, diluito oppure non diluito. Si aggiunge che il preparato alimentare P può anche comprendere un prodotto solido, può comprendere un solo elemento solido (ad esempio un biscotto) oppure una pluralità di elementi solidi (frutta secca intera oppure in granella, cereali soffiati, gocce di cioccolato). La dimensione (lunghezza, larghezza, o altezza) di tale/i elemento/i solido può essere grande, in quanto è solo richiesto che possa passare attraverso l’apertura anulare d’uscita 216 tra il bordo interno anulare 203a e l’ugello 210. E’ possibile inoltre definire un metodo nel quale la capsula 201 può essere utilizzata per alimentare il preparato alimentare P ad una macchina per gelato e, vantaggiosamente può essere utilizzata aria come fluido in pressione per far fuoriuscire il preparato alimentare P dalla capsula 201.
Il gelato è infatti un alimento ottenuto incorporando aria all'interno di una miscela liquida, in una fase di mantecazione, durante il raffreddamento della miscela stessa e quindi può essere vantaggioso alimentare il preparato alimentare P mescolato e/o diffuso in aria. Il preparato alimentare P, ricevuto da un mantecatore di una macchina per gelato miscelato con aria, può essere unito con un liquido direttamente nel mantecatore, per creare la miscela liquida già contenente aria, prima dell’inizio del raffreddamento della miscela. In questo modo, potrebbe essere possibile ottenere un gelato di crema, un sorbetto di frutta oppure di un semifreddo utilizzando sempre la stessa tipologia di capsula 210, valutando l’impiego di aria e/o di liquido da parte dei mezzi di iniezione di fluido F per erogare il preparato alimentare P dalla capsula 201 al mantecatore in relazione alla ricetta da seguire. Si noti che, vantaggiosamente, la capsula è in grado di far fuoriuscire un preparato alimentare P pastoso, così come un preparato alimentare in polvere.
La capsula 201 può essere utilizzata su un dispositivo di erogazione sprovvisto di circuito di erogazione, giacché tale capsula non richiede mezzi di estrazione atti a perforarne il fondo, per consentire la fuoriuscita del preparato miscelato col fluido F.
L’assenza del circuito di erogazione ed inoltre la versatilità della capsula 201, utilizzabile in più applicazioni diverse, rendono il dispositivo di erogazione semplice ed economico ed inoltre garantiscono l’igienicità del processo di erogazione e il mantenimento della qualità del preparato alimentare P erogato.
La capsula 201 impedisce che i mezzi di iniezione del dispositivo di erogazione vengano a contatto con il preparato alimentare P, sia nella prima fase di iniezione sia nella seconda fase di iniezione, in quanto l’ugello 210 è predisposto per essere impegnato, tramite la prima porzione 213, dai mezzi di iniezione del dispositivo di erogazione.
Il circuito di alimentazione del dispositivo di erogazione, comprendente i mezzi di iniezione, non è quindi sporcato o inquinato con il preparato alimentare P e/o con il preparato alimentare diluito, ciò garantendo l’igienicità del processo di erogazione e permettendo di utilizzare mezzi di iniezione invarianti per alimentare aria oppure un liquido.
Il dispositivo di erogazione può in questo modo essere vantaggiosamente integrato in tipi diversi di macchine di erogazione, per la preparazione di prodotti alimentari complessi.

Claims (5)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo di utilizzazione di una capsula (201) contenente un preparato alimentare in una macchina per gelato comprendente - alimentare un fluido in pressione a detta capsula; - espellere il preparato alimentare in essa contenuto mescolato e/o diffuso nel fluido in pressione e spinto dal fluido in pressione stesso; - alimentare il preparato alimentare mescolato e/o diffuso nel fluido in pressione ad un mantecatore di una macchina per gelato; - alimentare un liquido al mantecatore e miscelare il preparato alimentare mescolato e/o diffuso in detto fluido in pressione con tale liquido per ottenere una miscela; - raffreddare tale miscela per ottenere un gelato.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto preparato alimentare è un preparato alimentare in polvere.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto preparato alimentare è un preparato alimentare pastoso.
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 2, in cui detto fluido in pressione è aria.
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 2, oppure 3, in cui detto fluido in pressione è un liquido.
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