ITUA20164092A1 - Dispositivo ortodontico - Google Patents

Dispositivo ortodontico Download PDF

Info

Publication number
ITUA20164092A1
ITUA20164092A1 ITUA2016A004092A ITUA20164092A ITUA20164092A1 IT UA20164092 A1 ITUA20164092 A1 IT UA20164092A1 IT UA2016A004092 A ITUA2016A004092 A IT UA2016A004092A IT UA20164092 A ITUA20164092 A IT UA20164092A IT UA20164092 A1 ITUA20164092 A1 IT UA20164092A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
orthodontic
tooth
spur
movable body
positioning
Prior art date
Application number
ITUA2016A004092A
Other languages
English (en)
Inventor
Giovanbattista Pagnotta
Original Assignee
Giovanbattista Pagnotta
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Giovanbattista Pagnotta filed Critical Giovanbattista Pagnotta
Priority to ITUA2016A004092A priority Critical patent/ITUA20164092A1/it
Priority to PCT/IB2017/053237 priority patent/WO2017208189A1/en
Publication of ITUA20164092A1 publication Critical patent/ITUA20164092A1/it

Links

Classifications

    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C7/00Orthodontics, i.e. obtaining or maintaining the desired position of teeth, e.g. by straightening, evening, regulating, separating, or by correcting malocclusions
    • A61C7/12Brackets; Arch wires; Combinations thereof; Accessories therefor
    • A61C7/28Securing arch wire to bracket
    • A61C7/287Sliding locks
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C7/00Orthodontics, i.e. obtaining or maintaining the desired position of teeth, e.g. by straightening, evening, regulating, separating, or by correcting malocclusions
    • A61C7/12Brackets; Arch wires; Combinations thereof; Accessories therefor
    • A61C7/14Brackets; Fixing brackets to teeth
    • A61C7/146Positioning or placement of brackets; Tools therefor
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C7/00Orthodontics, i.e. obtaining or maintaining the desired position of teeth, e.g. by straightening, evening, regulating, separating, or by correcting malocclusions
    • A61C7/12Brackets; Arch wires; Combinations thereof; Accessories therefor
    • A61C7/14Brackets; Fixing brackets to teeth
    • A61C7/16Brackets; Fixing brackets to teeth specially adapted to be cemented to teeth

Description

DISPOSITIVO ORTODONTICO
DESCRIZIONE
Campo tecnico dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo ortodontico, in particolare ad un attacco o tubo ortodontico atto alla realizzazione di apparecchi ortodontici.
Background
I dispositivi ortodontici attualmente in commercio, quali ad esempio gli attacchi ortodontici e altri ausili per la realizzazione degli apparecchi ortodontici e per il loro ancoraggio ai denti, sono prodotti secondo formati e conformazioni standard.
In particolare, gli attacchi o tubi ortodontici sono dispositivi che concorrono a realizzare, nel loro insieme, un apparecchio ortodontico per la correzione del posizionamento dei denti e/o della conformazione del palato di un paziente. Gli attacchi ortodontici sono interconnessi mediante un arco ortodontico, cioè un filo metallico (che in uso è sollecitato a tensione o compressione) che collega tutti gli attacchi o tubi ortodontici e li tiene uniti, a realizzare un apparecchio ortodontico. In uso, generalmente, ciascun attacco ortodontico è applicato in maniera fissa ad un dente del paziente, sulla superficie vestibolare, linguale o palatale.
Per completezza, si precisa che convenzionalmente per ciascun dente è definita una prima superficie esterna, visibile ad esempio quando si sorride, chiamata “vestibolare”, ed una seconda superficie rivolta verso l'interno della bocca, definita “linguale” per i denti dell’arcata inferiore e “palatale” per i denti dell’arcata superiore, come noto a qualsiasi tecnico del settore. La porzione masticante è definita “occlusale” per premolari e molari, margine incisivo per incisivi e canini
Un esempio di attacchi ortodontici di tipo noto è mostrato a titolo esemplificativo nelle Figure 1a e 1b.
Come si può osservare, un attacco ortodontico di tipo noto n presenta sostanzialmente un corpo principale a e una base b.
Nel corpo principale a è ricavato un foro passante per l’alloggiamento dell’arco ortodontico. Tale foro può presentare diverse configurazioni, atte a determinare un particolare posizionamento e tensionamento dell’arco ortodontico o altro ausilio ortodontico, come una barra palatale. La base b comprende una superficie destinata ad affacciarsi su un dente, rigida, generalmente concava o convessa secondo un profilo di curvatura standardizzato. La conformazione e l’estensione di tale superficie non è modificabile dopo la realizzazione del dispositivo. Inoltre, la base b reca una retina o maglia metallica c in corrispondenza di tale superficie. La retina c presenta un’estensione pari a quella della base b a cui aderisce, la quale estensione corrisponde, in uso, all’area di contatto con la superficie del dente, che determina in ultima istanza la capacità ritentiva dell’attacco. Nella presente trattazione, per capacità ritentiva si intende la capacità dell’attacco di aderire in maniera fissa al dente, scaricando su di esso le dovute sollecitazioni previste dalla terapia.
Svantaggiosamente, tali dispositivi ortodontici di tipo noto, dopo la loro realizzazione, non sono modificabili o adattabili in alcun modo dall’operatore alla specifica conformazione dei denti del paziente o alla particolare fase della sua terapia.
Pertanto, all’inizio di ogni percorso terapeutico, il dentista sceglie un determinato tipo di dispositivo per la cura del paziente tra le poche conformazioni standardizzate disponibili in commercio, generalmente differenti nell’estensione della superficie destinata ad affacciarsi sul dente e nelle informazioni presenti all’interno del suo slot.
Ad esempio, nella Fig. 1b l’attacco ortodontico in alto è più piccolo degli altri perché destinato ai secondi molari, che spesso nell’arcata inferiore non sono ben visibili perché coperti dalla gengiva. L’attacco mostrato nella stessa figura in posizione centrale è di tipo classico, mentre quello in basso è molto più ampio rispetto agli altri, ritentivo ma rigido, quindi potenzialmente meno stabile ed adattabile alla superficie dentale.
Svantaggiosamente, durante la terapia, l’operatore potrebbe dover sostituire anche più volte l’attacco scelto inizialmente con dispositivi dalla conformazione più idonea alle nuove successive fasi cliniche affrontate dal paziente.
Inoltre, i dispositivi ortodontici noti sono riconosciuti come fonti di stress e di perdite di tempo a causa dell’insorgenza di frequenti variazioni indesiderate dell’adesione del dispositivo al dente, e quindi della necessaria manutenzione periodica per il ripristino delle condizioni terapeutiche.
Ad esempio, si pensi ai ripetuti distacchi degli attacchi ortodontici dai denti. Questi distacchi sono favoriti dal fatto che la configurazione standardizzata degli attacchi non sempre si adatta alla superficie dentale del paziente, pertanto l’effettiva area di contatto con il dente è ridotta rispetto all’area della retina c e l’effettiva capacità ritentiva dell’attacco è ridotta rispetto a quella ideale.
Inoltre, gli attacchi ortodontici potrebbero essere sostituiti per cambiare la conformazione del foro atto ad alloggiare l’arco ortodontico per scegliere di volta in volta quella più idonea a mantenere lo stato tensionale e 1’inclinazione desiderata dell’arco ortodontico nelle diverse fasi della terapia. Questo svantaggio si manifesta soprattutto neN’ambito di applicazione delle barre palatali.
Nel seguito della trattazione si farà riferimento aH’inclinazione dell’arco ortodontico secondo i tre tradizionali piani dello spazio ben noti ad un tecnico del settore dell’ortodonzia, quali il piano di rotazione, di tip o angolazione e di torque.
Infine, si fa presente che 1’applicazione dell’attacco ortodontico al dente del paziente è un’operazione molto delicata. È di fondamentale importanza orientare correttamente l’attacco rispetto al dente, per assicurare la tenuta dell’attacco stesso e la corretta disposizione dell’arco ortodontico nei piani dello spazio suddetti.
Attualmente, la prassi comune nell’applicazione dei dispositivi ortodontici prevede che essi vengano posizionati utilizzando come parametro di riferimento un elemento del dente, definito FACC (Facial Axis of thè Clinical Crowns) insieme all’allineamento di creste marginali e al “punto di contatto”. Viene definito “punto di contatto” il punto - che in realtà presenta una seppur minima estensione, dunque corrisponde sostanzialmente ad un’area - di contattato tra un dente e quello adiacente. Le tecniche di posizionamento si basano dunque esclusivamente sulla determinazione di un punto del dente rispetto a cui centrare il dispositivo, e degli assi virtualmente identificabili valutando la posizione e forma del dente insieme agli assi che possono essere identificati partendo dall’attacco da posizionare sul dente. Tuttavia, i punti di contatto, o meglio le aree di contatto possono avere appunto un’estensione non ben definita, dunque il posizionamento del dispositivo sul dente resta in qualche misura arbitrario.
Pertanto, la difficoltà è insita nel fatto che il posizionamento corretto dell’attacco rispetto alla superficie del dente dispende esclusivamente dalla bravura dell’operatore.
Sommario dell’invenzione
Il problema tecnico posto e risolto dalla presente invenzione è pertanto quello di fornire un dispositivo che consenta di ovviare ad almeno uno degli inconvenienti sopra menzionati con riferimento alla tecnica nota.
Tale problema viene risolto da un dispositivo secondo la rivendicazione 1.
Caratteristiche preferite della presente invenzione sono oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione fornisce un dispositivo ortodontico comprendente un corpo principale, recante mezzi di connessione ad un arco ortodontico o ad un elemento similare, e una superficie di base, destinata ad affacciarsi ad una superficie di applicazione quale una superficie dentale.
Inoltre, il dispositivo comprende una rete metallica o retina, connessa alla superficie di base del corpo principale, destinata ad aderire, preferibilmente direttamente, alla superficie di applicazione.
Un primo scopo dell’invenzione è quello di fornire un dispositivo ortodontico in cui la retina presenta un’estensione maggiore rispetto all’area della superficie di base del corpo principale.
II dispositivo dell’invenzione presenta dunque un’area di contatto con la superficie di applicazione più estesa rispetto ai dispositivi dell’arte nota, a parità di dimensioni della superficie di base del corpo principale, che consente di realizzare una capacità ritentiva superiore. In altre parole, si realizza un notevole aumento dell’adesione meccanica al dente mediante l’aumento dell’estensione della retina, che non è più sagomata con le medesime dimensioni della base, ma sporge esternamente rispetto ad essa.
Secondo un ulteriore aspetto dell’invenzione, la base inferiore si può realizzare di spessore minore rispetto a quelle tradizionali, quindi leggermente più flessibile e preferibilmente anche più ampia, per accompagnare la retina nell’adesione al dente.
In tal modo, gli inconvenienti legati ad esempio ai distacchi dei dispostivi dalla superficie di applicazione e le operazioni di manutenzione possono essere ridotti durante il periodo terapeutico.
Vantaggiosamente, ciò consente di realizzare un risparmio in termini di tempo e denaro, oltre che ad offrire al paziente un’esperienza connotata da una maggiore sensazione di confort e tranquillità.
A titolo esemplificativo, si consideri che uno sfalsamento di 1 mm della superficie della retina rispetto ad una superficie di base rettangolare di dimensioni pari a 4, 2x2, 5 mm corrisponde ad un’area di contatto (che corrisponde all’area della retina) tra il dispositivo ortodontico e la superficie di applicazione pari a 18,2 mm<2>, a fronte di un’area della superficie di base pari a 10,5 mm<2>.
Secondo forme di realizzazione preferite dell'invenzione, la retina è inoltre sagomabile in qualsiasi momento per adattarla alla particolare conformazione della superficie di applicazione del paziente, consentendo un’elevata customizzazione del prodotto e una maggiore adattabilità del dispositivo. Questo rappresenta un notevole vantaggio rispetto ai dispositivi di tipo noto, soprattutto per applicazioni su denti che presentano un’anatomia diversa da quella classica ad esempio si possono realizzare anche attacchi ortodontici ( brackets ), di dimensioni ridotte, quindi con maggiore confort, ma con ampia retina sagomabile sui molati decidui
Inoltre, è possibile deformare la retina (e, se prodotta con spessori inferiori a quelli tradizionali, anche la base) per adattare la sua configurazione (in particolare la sua concavità o convessità, anche con una o più variazioni di queste nella stessa superficie) alla configurazione della superficie di applicazione.
Un ulteriore scopo dell’invenzione è quello di fornire un dispositivo ortodontico modulare. La modularità del dispositivo è ottenuta mediante la realizzazione di un corpo principale comprendente due porzioni, una prima porzione fissa e una seconda porzione mobile e intercambiabile. Inoltre, il dispositivo comprende una base solidale alla porzione fissa e una retina fissata a tale base, destinata a venire in contatto e in particolare ad aderire alla superficie di applicazione.
La porzione mobile del corpo principale è quella che reca la sede per l’alloggiamento dell’arco ortodontico o di un altro elemento di ancoraggio a dispositivi simili. Vantaggiosamente, è possibile sostituire la porzione mobile del dispositivo con un’altra porzione mobile presentante una configurazione diversa, come ad esempio una sede diversamente conformata, in accordo con le diverse fasi del percorso terapeutico. Dunque, vantaggiosamente, in caso di necessità non è necessario sostituire il dispositivo nel suo complesso, con maggiore confort per il paziente. In altre parole, il dispositivo dell’invenzione consente di eliminare le necessità di rimozione e riposizionamento periodico del dispositivo nel suo complesso in accordo con le diverse fasi del trattamento terapeutico, mantenendo una parte sempre fissata al dente (porzione “passiva”) e sostituendo di volta in volta esclusivamente la parte mobile (porzione “attiva”), che reca la sede per l'alloggiamento deN’arco o di altro dispositivo simile.
In tal modo, le operazioni di sostituzione del dispositivo ortodontico durante il percorso terapeutico si riducono a semplici operazioni di sostituzione della parte mobile, più rapide e meno traumatiche per il paziente e dispendiose in termini di tempo per l’operatore.
Ancora, un ulteriore scopo dell'invenzione è quello di fornire un dispositivo ortodontico atto ad agevolare il corretto posizionamento e orientamento sul dente da parte dell’operatore. In particolare, il dispositivo dell'invenzione è dotato di uno o più speroni e/o alette, previsti in corrispondenza di direzioni preferenziali di posizionamento nello spazio, ad esempio disposti con angolazioni determinate rispetto alla sede del tubo ortodontico, oppure rispetto ad una direzione di sviluppo principale dell’attacco.
In sostanza, il dispositivo dell'invenzione può essere più stabile, versatile (modulare e intercambiabile) e consentire una maggiore precisione di posizionamento rispetto ai dispositivi ortodontici dell’arte nota.
Altri vantaggi, caratteristiche e le modalità di impiego della presente invenzione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, presentate a scopo esemplificativo e non limitativo.
Descrizione breve delle figure
Verrà fatto riferimento alle figure allegate, in cui:
- le Figure 1a e 1b mostrano rispettivamente una vista frontale e una vista posteriore prospettica di attacchi ortodontici di tipo noto;
la Figura 2 mostra una vista prospettica frontale di una forma di realizzazione preferita di un dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione;
la Figura 3 mostra una vista prospettica posteriore della forma di realizzazione preferita dell'invenzione mostrata in Figura 2;
le Figure da 4a a 4d mostrano viste prospettiche in sequenza delle fasi di applicazione di una forma di realizzazione preferita di un dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione ad un dente del paziente;
la Figura 5 mostra una vista prospettica di un dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione, applicato ad un dente;
la Figura 5a mostra una vista schematica dall’alto di un’altra forma di realizzazione del dispositivo dell'invenzione;
la Figura 6 mostra schematicamente in prospettiva una vista in esploso di una ulteriore forma di realizzazione preferita di dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione;
la Figura 7 mostra schematicamente in prospettiva la forma di realizzazione di Figura 6, in una configurazione di inserimento di un corpo mobile in una base fissa;
la Figura 8 mostra schematicamente in vista prospettica forme di realizzazione preferite di un corpo mobile di un dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione e in cui si apprezzano le variazioni nello spazio secondo i tre assi di rotazione, tip, torque;
le Figure 9A, 9B, 9C mostrano schematicamente rispettivamente una vista laterale, in pianta e in prospettiva di una forma di realizzazione preferita dell'invenzione, in cui in particolare sono visibili dei mezzi di posizionamento dell’attacco;
la Figura 10 mostra una forma di realizzazione preferita di un elemento di posizionamento secondo la presente invenzione; e
le Figure 11 A e 11 B mostrano rispettivamente una forma di realizzazione preferita deirinvenzione, comprendente un elemento di posizionamento come quello mostrato in Figura 10.
Le figure suindicate sono da intendersi esclusivamente a fini esemplificativi e non limitativi, e possono essere non in proporzione.
Descrizione dettagliata di forme di realizzazione preferite
Facendo inizialmente riferimento alle Figure 2 e 3, una prima forma di realizzazione preferita di un dispositivo ortodontico secondo la presente invenzione è complessivamente denotata con 1.
In particolare, nella trattazione si farà riferimento ad un tubo ortodontico vestibolare per molari 1, ma l'invenzione può avere ad oggetto qualsiasi dispositivo ortodontico ad esso assimilabile, come ad esempio bande molari, brackets per applicazione sui versanti vestibolari o linguali di tutti i denti e tubi linguali per barre palatali.
Ad esempio, l'invenzione può avere ad oggetto tubi vestibolari singoli, doppi o tripli, ingenerale secondo una qualsiasi tipologia nota ad un esperto del settore. In particolare, tali dispositivi presentano un tubo circolare per l’inserimento della TEO -Trazione Extra Orale- superiormente, o per l’inserimento del Lip Bumper inferiormente. Questo risulta particolarmente sporgente, scomodo per alcuni pazienti, ed inutile in alcune fasi del trattamento, ma solitamente non è sostituito per motivi di costi e tempi operativi.
L’attacco ortodontico 1 comprende innanzitutto un corpo principale 10 e un elemento di contatto 4.
L’elemento di contatto 4 è destinato a venire in contatto con e aderire alla superficie di un dente (in generale a una qualsiasi superficie del cavo orale del paziente, definita come superficie d’applicazione) in corrispondenza di una sua superficie di contatto 41. In particolare, l’adesione tra l’elemento di contatto 4 e la superficie d’applicazione è realizzata mediante l’applicazione di un collante, ben visibile in Figura 5, che preferibilmente aderisce chimicamente al dente e si lega meccanicamente all’elemento di contatto 4. Generalmente, si usa una radiazione luminosa di tipo UVA per l'indurimento del collante. Come si può notare dalle figure, l’elemento 4 è conformato “a foglio”, realizzato preferibilmente come un elemento a rete, in particolare in maglia metallica.
Secondo forme di realizzazione preferite dell'invenzione, l’elemento di contatto 4 è plasticamente deformabile prima e durante l’applicazione sul dente del paziente. In particolare, l’elemento 4 può essere lavorato anche manualmente dal dentista per conferirgli la conformazione più idonea ad aderire alla superficie del dente (Fig. 4b). Secondo un altro aspetto, è ulteriormente possibile sagomare, ad esempio con forbici, l’elemento di contatto 4, cioè modificare il suo profilo perimetrale, allo scopo di adattarlo all’ampiezza e alla forma della superficie di applicazione del dente a cui sarà applicato (Fig 5 e 9B).
Nelle Figure da 4a a 4d è mostrata, a titolo esemplificativo, una sequenza di immagini relative alle fasi preliminari della deposizione su un dente di un attacco ortodontico secondo la presente invenzione. È possibile notare come la conformazione dell’elemento di contatto 4 sia variabile in virtù della sua deformabilità. In particolare, confrontando le Figure 4a e 4b, si può osservare come l’elemento 4 sia progressivamente modellato dall’operatore. Nelle Figure 4c e 4d che illustrano le sequenze successive dell’operazione, la modellazione e quindi adattamento dell’elemento 4 alla superficie del dente avviene mediante schiacciamento dello stesso sulla superficie dentale, per farlo aderire con precisione appunto alla superficie di applicazione del dente.
In accordo con un ulteriore scopo dell'invenzione, e per dispositivi destinati preferibilmente all’applicazione sul versante vestibolare dei denti molari (Figura 2 e 5), è previsto che il corpo principale 10 presenti mezzi di guida 11 al corretto posizionamento sul dente, che possono comprendere uno o più prolungamenti deformabili del corpo principale 10, quali alette o speroni che verranno descritti meglio in seguito. L’elemento di contatto 4, in corrispondenza ad esempio di uno/a suddetto/a sperone o aletta, può presentare una diminuzione della estensione del suo profilo perimetrale, come una rientranza o un’increspatura.
Il corpo principale 10 dell’attacco ortodontico comprende innanzitutto mezzi di connessione 5 ad un arco ortodontico o ad un altro dispositivo similare. Inoltre, il corpo principale 10 presenta una superficie d’appoggio 22 destinata ad affacciarsi alla superficie di applicazione del dente, alla quale superficie d’appoggio 22 è connettibile l’elemento di contatto 4. Il bordo perimetrale della superficie d’appoggio 22 può presentare varie geometrie (es. ovale o rettangolare), e seguire ad esempio una linea semplice di tipo continuo o spezzato, oppure presentare zigrinature.
La superficie d’appoggio 22 - e quindi il corpo principale 10 - è connessa all’elemento di contatto 4 per via meccanica, ad esempio tramite mezzi di fissaggio di tipo noto nel settore, o tramite saldatura, preferibilmente di tipo laser. La connessione meccanica può essere coadiuvata dall’applicazione di una sostanza collante, ad esempio la stessa sostanza utilizzata per far aderire l’elemento di contatto 4 al dente. Secondo forme di realizzazione alternative dell’invenzione, è previsto che l’elemento di contatto 4 sia integrale alla superficie d’appoggio 22. Secondo una forma di realizzazione preferita dell’invenzione 100 mostrata in Figura 5a, tale connessione prevede appunto anche l’impiego di un collante e il bordo perimetrale della superficie d’appoggio 22 presenta delle zigrinature. La presenza delle zigrinature consente di realizzare dei sottosquadri s, ben visibili nella figura (la rappresentazione non è in proporzione proprio per consentire di apprezzare la geometria dei sottosquadri s). Per realizzare tali sottosquadri s, il disegno del bordo perimetrale segue un fregio a sequenza poligonale, preferibilmente trapezoidale, in particolare a forma di trapezio isoscele con la base maggiore rivolta verso l’esterno, a creare dei vuoti o vani ad ampiezza crescente verso l’esterno del bordo. In alternativa, o in combinazione con quanto appena descritto, dei sottosquadri possono essere realizzati su tutta la superficie d’appoggio 22, nella dimensione dello spessore.
Il vantaggio derivante dalla presenza dei sottosquadri è presto detto. Il collante impiegato per il fissaggio dell’elemento di contatto 4 alla superficie d’appoggio 22 si impegna nei sottosquadri s, con un aumento della stabilità della connessione tra l’elemento 4, la superficie 22 e la superficie del dente.
Il profilo del fregio poligonale del bordo perimetrale consente inoltre di aumentare la superficie ritentiva totale dell’attacco ortodontico con la superficie dentale.
Inoltre, un ulteriore elemento di contatto, sempre preferibilmente configurato “a foglio” e realizzato in maglia metallica, può essere connesso alla superficie vestibolare del corpo principale 10, che è opposta rispetto alla superficie d’appoggio 22.
Vantaggiosamente, come anticipato, l’invenzione può prevedere che l’elemento di contatto 4 presenti una superficie di contatto 41 di estensione maggiore rispetto alla superficie d’appoggio 22.
In altre parole, come ben visibile in Figura 2 e 3, la superficie di contatto 41 sporge rispetto al corpo principale 10 e alla superficie d’appoggio 22, a realizzare un’area di contatto con il dente maggiore dell’area della superficie d’appoggio 22, conseguendo tutti i vantaggi già elencati. Preferibilmente, la superficie di contatto 41 presenta un’estensione perimetrale sfalsata esternamente di alcuni millimetri rispetto alla superficie d’appoggio 22.
Secondo un ulteriore aspetto vantaggioso dell'invenzione, il corpo principale 10’, mostrato a titolo esemplificativo nelle Figure 6 e 7, può comprendere una base fissa 2 e un corpo mobile 3 intercambiabile, a realizzare un attacco ortodontico 1 di tipo modulare. La base fissa 2 comprende la superficie d’appoggio 22, e può inoltre comprendere l’elemento di contatto 4, la superficie perimetrale con ritenzioni s, alette e sperone, mentre il corpo mobile 3 comprende i mezzi di connessione 5.
Come anticipato, e con riferimento alle Figure 9A, 9B, 9C, la base può comprendere dei mezzi di guida al posizionamento 11. Tali mezzi 11 possono comprendere almeno un’aletta 200 e/o uno sperone 111. In generale, i mezzi di guida al posizionamento 11 sono conformati come elementi sostanzialmente oblunghi, in altre parole come elementi che presentano una direzione prevalente di sviluppo. Secondo una forma di realizzazione preferita dell'invenzione, le alette 200 e gli speroni 111 possono essere realizzati mediante uno o più prolungamenti deformabili della base 2 stessa. In alternativa, i mezzi di guida al posizionamento 11 possono essere amovibilmente connessi al dispositivo ortodontico, ad esempio al corpo principale 10 e in particolare alla base 2, in corrispondenza di posizioni predeterminate, in maniera tale che, una volta collegati al dispositivo, la loro direzione di sviluppo principale sia orientata in una maniera nota e predeterminata rispetto ad una direzione di sviluppo dell’attacco ortodontico, o rispetto ad un suo parametro geometrico significativo. A tale scopo, un dispositivo 1 secondo la presente invenzione può presentare almeno uno scasso o incavo, ad esempio in corrispondenza di almeno una porzione laterale della base 2, configurato in maniera tale da essere atto a impegnare o a connettersi ad almeno una estremità di una aletta 200 e/o di uno sperone 111.
Preferibilmente, un dispositivo ortodontico 1 secondo la presente invenzione presenta due alette 200 e uno sperone 111.
Tali prolungamenti sono atti a facilitare il corretto posizionamento e orientamento dell’attacco ortodontico sul dente, fungendo da riferimenti visivi (alette) ma anche di stabilizzazione, (sperone). I mezzi di guida al posizionamento 11, quali le alette 200 e/o gli speroni 111 sopra menzionati, presentano preferibilmente un dimensionamento parametrico rispetto alla grandezza del dente su cui è destinata l’applicazione.
Lo sperone 111 è preferibilmente modellabile, o meglio deformabile, manualmente, affinché possa essere adattato al naturale profilo di curvatura del dente di applicazione. Come in parte anticipato, lo sperone 111 è atto a facilitare un corretto posizionamento spaziale degli attacchi ortodontici dell'invenzione, in particolare sui denti molari. Preferibilmente, lo sperone 111 presenta un posizionamento e una lunghezza tale che, quando l’attacco è correttamente applicato al dente, giunge in corrispondenza di e si inserisce ne il solco vestibolare che separa le due cuspidi del dente, per arrivare fino alla superficie occlusale. In generale, lo sperone 111 può essere conformato ad “uncino”. In altre parole, lo sperone 111 si inserisce a cavallo del solco tra le due cuspidi, ed è atto a realizzare un “gancio” che permetta al dispositivo di “appendersi” al dente, quando il dente appartiene all’arcata inferiore. In particolare, lo sperone 111 può arrivare fino al passaggio tra la superficie verticale-vestibolare del dente e quella orizzontale-occlusale. Questa configurazione facilita l’operatore nel conferire stabilità primaria all’attacco durante il fissaggio al dente con il collante. Lo sperone realizza dunque un grosso aiuto per l’operatore nel posizionare il tubo ortodontico nella giusta posizione rispetto all’asse del dente.
Ancora, i mezzi di guida al posizionamento 11 possono comprendere inoltre le una o più alette 200, in alternativa a o in combinazione con lo sperone 111. Anche tali alette 200, preferibilmente realizzate come due prolungamenti della base 2, possono essere deformate e adattate al dente in fase di applicazione del dispositivo. Tali prolungamenti si estendono nella direzione mesio-distale lungo l’equatore del dente quando in uso, arrivando in prossimità dei punti di contatto del dente senza però interferire con i denti adiacenti, dunque presentano una lunghezza variabile in base alle dimensioni del dente di applicazione. Preferibilmente, le alette 200 sono modellabili affinché “abbraccino” o meglio circoscrivano il dente, cioè affinché possano seguire il naturale profilo di curvatura tipico della superficie del dente di applicazione. Inoltre, come già detto, soprattutto perché guidino l’operatore nel giusto posizionamento dell’attacco. Secondo forme di realizzazione preferite dell'invenzione, le alette 200 possono essere previste in corrispondenza di direzioni preferenziali di posizionamento nello spazio in uso, ad esempio disposte con una determinata angolazione rispetto allo sperone 111 o rispetto ad una direzione principale di sviluppo dell’attacco.
A titolo esemplificativo, le alette 200 possono essere disposte secondo una direzione che in uso, se il dispositivo è applicato correttamente, corrisponde alla direzione di un asse orizzontale del dente. Invece, lo sperone 111 può essere disposto secondo una direzione ortogonale alla precedente, atta a corrispondere in uso, se il dispositivo è applicato correttamente, alla direzione dell’asse verticale del dente di applicazione. Per aumentarne la visibilità, le alette e lo sperone possono presentare un profilo ricurvo verso la superficie del dente d’applicazione, quando in uso, o anche essere colorate secondo specifiche alternanze cromatiche chiaro-scuro.
Con riferimento sempre alle Figure 9A-9C, è mostrata una forma di realizzazione preferita in cui l’attacco ortodontico comprende uno sperone 111 e due alette 200. Si consideri un sistema di riferimento di assi cartesiani X-Y disposto come nella vista in pianta di Figura 9B, con l’asse Y coincidente con la direzione di sviluppo principale dello sperone 111 e l’asse X coincidente con una direzione di sviluppo principale del dispositivo ortodontico. Come mostrato in figura, le due alette 200 possono essere disposte preferibilmente lateralmente rispetto al corpo principale 10, in posizioni opposte rispetto allo sperone 111 e all’asse Y, orientate con un’angolazione di circa 90° rispetto allo sperone, cioè lungo l’asse orizzontale X.
Vantaggiosamente, lo sperone 111 e le alette 200 aiutano l’operatore a non commettere errori di posizionamento durante l'applicazione dell’attacco al dente. Se non vengono commessi errori in questa fase, l’operatore non dovrà rimuovere l’attacco per ricollocarlo nella giusta posizione in una fase successiva, riducendo le perdite di tempo e di denaro.
Con riferimento alla Figura 10, le alette 200 e lo/gli sperone/i 11 possono essere connessi ad un supporto comune, a realizzare un unico elemento di posizionamento 60. Secondo una forma preferita di realizzazione dell’invenzione, l’elemento 60 può essere realizzato in un unico pezzo, con le alette e lo sperone integrali al supporto comune. L’elemento di posizionamento 60 è formato preferibilmente da un unico pezzo configurato per impegnarsi su una porzione perimetrale della base 2, preferibilmente elastico e deformabile, ad esempio in gomma. Ad esempio, tale supporto comune può essere conformato come un elemento anulare, recante un foro di passaggio configurato per impegnarsi con il bordo perimetrale della base 2, ad esempio in virtù della presenza di mezzi di connessione come scassi e protuberanze realizzati, in maniera contrapposta, sul profilo della base 2 e sulla superficie anulare interna dell’elemento di posizionamento 60. Una forma di realizzazione preferita dell’attacco ortodontico dell’invenzione 1000 che comprende una forma di realizzazione preferita dell’elemento di posizionamento 60, secondo quanto appena descritto, è mostrata in Figura 11 A. Preferibilmente, anche le alette e gli speroni possono essere realizzate in materiale elastico, ad esempio in gomma. Gli elementi di posizionamento 60 sono prevalentemente ad uso dei brackets. Le alette 200 rappresentano, rispetto all’elemento di posizionamento 60, delle appendici occlusali, preferibilmente ripiegate in modo tale che si possa identificare l’asse del dente, quando l’elemento 60 è applicato al bracket. Essendo realizzata preferibilmente in gomma, se il dente è mal posizionato e l’appendice interferisce nel posizionamento con il dente adiacente, è possibile tagliarla. Le alette 200, per meglio realizzare la loro funzionalità di appendici/prolungamenti per facilitare il posizionamento, sono realizzate preferibilmente con bande colorate millimetrate.
Nella Figura 11 B, è mostrata una forma di realizzazione dell’attacco dell’invenzione comprendente una base 2 più ampia rispetto a quella mostrata nella forma di realizzazione di Figura 11 A, e che nella vista in pianta risulta sporgente rispetto al perimetro di ingombro dell’attacco ortodontico (o almeno del corpo mobile 3, se presente).
In una forma di realizzazione alternativa dell’invenzione, in luogo delle alette 200 possono essere realizzate delle linee di riferimento marcate direttamente sulla retina, atte a realizzare un elemento visivo di guida al corretto posizionamento del dispositivo. Ad esempio, sulla retina può essere realizzata una linea scura atta a corrispondere in uso, se il dispositivo è applicato correttamente, alla direzione di un asse orizzontale del dente di applicazione. In aggiunta, eventualmente in sostituzione dello sperone 111, sulla retina può essere realizzata un’altra linea, ortogonale alla precedente, atta a corrispondere in uso, se il dispositivo è applicato correttamente, alla direzione dell’asse verticale del dente di applicazione. Tali linee o segni possono essere realizzate mediante marcatura laser, preferibilmente indelebile.
I mezzi di connessione 5 comprendono una sede configurata per impegnarsi con e/o alloggiare almeno una porzione di un arco ortodontico. Inoltre, possono comprendere alette o altri ausili per l’applicazione di elastici, ganci, pin e altri accessori ortodontici noti ai tecnici del settore (anche il tubo per la Trazione Extra Orale o il Lip Bumper). La sede presenta preferibilmente una direzione di sviluppo prevalente S, ed è realizzata generalmente come un foro passante a sviluppo rettilineo. Tale foro può presentare diverse inclinazioni nello spazio e diverse geometrie della sua sezione trasversale in base alla funzionalità richiesta, come mostrato dalle varie forme di realizzazione del corpo mobile 3 mostrate in Figura 8, in cui è evidenziato l’asse di sviluppo principale delle sedi. In particolare, a ciascuna geometria del foro sono associate determinate informazioni relative a torque, rotazione e tip. Nel gergo tecnico del settore dell’ortodonzia, tali informazioni corrispondono rispettivamente a valori, espressi in gradi sessagesimali, relativi alla posizione della radice del dente rispetto ad un proprio asse verticale ( rotazione ), alla posizione della radice del dente in senso vestibolo-buccale ( torque ) e alla posizione del dente in senso mesio-distale {tip).
II corpo mobile 3, come anticipato, è amovibilmente connesso alla base fissa 2. Tale caratteristica tecnica risulta particolarmente vantaggiosa nell’applicazione a dispositivi ortodontici quali i tubi molari vestibolari e i tubi palatali per i molari superiori. La base fissa 2 può essere connessa in maniera reversibile al corpo mobile 3 mediante un sistema di attacco a pressione o con clip, ad esempio a saracinesca, o ancora mediante un accoppiamento di tipo scorrevole, come previsto nell’esempio qui descritto. In particolare, la base fissa 2 può comprendere mezzi di guida alla traslazione 6 del corpo mobile 3, in maniera tale che il corpo mobile 3 sia appunto scorrevole rispetto ad essa. Preferibilmente, la base fissa 2 reca tali mezzi di guida alla traslazione 6 in posizione opposta rispetto alla superficie d’appoggio 22. Dal canto suo, il corpo mobile 3 è configurato per impegnarsi con detti mezzi 6. Come mostrato sempre nelle Figure 6 e 7, i mezzi di guida alla traslazione 6 sono realizzati preferibilmente secondo una direzione ortogonale alla direzione di sviluppo prevalente S della sede del corpo mobile 3, e in particolare comprendono delle scanalature conformate a coda di rondine. Inoltre, i mezzi di guida alla traslazione 6 comprendono preferibilmente un elemento di finecorsa 8 per il corpo mobile 3 e/o ulteriori elementi di blocco/sblocco del corpo mobile 3 rispetto alla base fissa 2.
Una configurazione di inserimento del corpo mobile 3 nella base fissa 2 è mostrata in Figura 6, mentre una configurazione di inserimento completato è mostrata in Figura 7.
Infine, una modalità di applicazione preferita di un dispositivo secondo la presente invenzione prevede che l’operatore impieghi delle pinze o pinzette anatomicamente adattate per l'applicazione o montaggio del dispositivo. Le pinze sono idonee a guidare la collocazione del dispositivo nella posizione ideale, tenendo conto delle guide morfologiche (sperone, basetta, retina deformabile), insieme alle guide visive associate (alette mesio-distali, ritaglio della retina secondo l’anatomia del dente e sperone verticale).
Infine, si ribadisce che la presente invenzione si riferisce ad un generico dispositivo ortodontico, dunque può riferirsi ad un tubo ortodontico, ad un tubo palatale - generalmente impiegato negli ausiliari ortodontici come le barre palatali - e anche ai classici attacchi ortodontici ( brackets ), suscettibili si applicazione su qualsiasi elemento dentale (denti incisivi, canini, premolari).
La presente invenzione è stata fin qui descritta con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, come definito dall’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo ortodontico (1 ) comprendente: - un corpo principale (10’), comprendente una superficie d’appoggio (22) e mezzi di connessione (5) ad un arco ortodontico; e - un elemento di contatto (4) conformato “a foglio”, inteso per essere applicato su una superficie di un dente di applicazione, in cui detto corpo principale (10’) comprende una base fissa (2), presentante detta superficie d’appoggio (22), e un corpo mobile (3), intercambiabile, amovibilmente connesso a detta base fissa (2), detto corpo mobile (3) comprendente detti mezzi di connessione (5).
  2. 2. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di connessione (5) comprendono una sede configurata per impegnarsi con e/o alloggiare almeno una porzione dell’arco ortodontico, detta sede avente preferibilmente una direzione di sviluppo prevalente (S).
  3. 3. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta base fissa (2) comprende mezzi di guida alla traslazione (6) di detto corpo mobile (3), in maniera tale che detto corpo mobile (3) sia scorrevole rispetto a detta base fissa (2).
  4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di guida alla traslazione (6) sono realizzati secondo una direzione ortogonale a detta direzione di sviluppo prevalente (S).
  5. 5. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui detti mezzi di guida alla traslazione (6) comprendono un elemento di finecorsa (8) per detto corpo mobile (3).
  6. 6. Dispositivo (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento di contatto (4) presenta una superficie di contatto (41) di estensione maggiore rispetto alla superficie d’appoggio (22).
  7. 7. Dispositivo (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento di contatto (4) è un elemento a rete, preferibilmente realizzato in maglia metallica.
  8. 8. Dispositivo (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto corpo principale (10, 10’) comprende mezzi di guida al posizionamento (11) del dispositivo (1) rispetto al dente di applicazione, comprendenti almeno uno sperone (111) e/o almeno un’aletta (200) orientati secondo una rispettiva predeterminata angolazione rispetto a una direzione principale di sviluppo (X) di detto dispositivo (1).
  9. 9. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detti mezzi di guida al posizionamento (11) sono amovibilmente connessi a detto corpo principale (10, 10’).
  10. 10. Kit comprendente almeno un corpo mobile (3) e/o almeno una base fissa (2) ciascuno secondo una delle rivendicazioni precedenti, e/o almeno uno sperone (111) o almeno un’aletta (200) secondo la rivendicazione 8 o 9.
ITUA2016A004092A 2016-06-03 2016-06-03 Dispositivo ortodontico ITUA20164092A1 (it)

Priority Applications (2)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITUA2016A004092A ITUA20164092A1 (it) 2016-06-03 2016-06-03 Dispositivo ortodontico
PCT/IB2017/053237 WO2017208189A1 (en) 2016-06-03 2017-06-01 Orthodontic device

Applications Claiming Priority (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITUA2016A004092A ITUA20164092A1 (it) 2016-06-03 2016-06-03 Dispositivo ortodontico

Publications (1)

Publication Number Publication Date
ITUA20164092A1 true ITUA20164092A1 (it) 2017-12-03

Family

ID=57045357

Family Applications (1)

Application Number Title Priority Date Filing Date
ITUA2016A004092A ITUA20164092A1 (it) 2016-06-03 2016-06-03 Dispositivo ortodontico

Country Status (2)

Country Link
IT (1) ITUA20164092A1 (it)
WO (1) WO2017208189A1 (it)

Citations (4)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US5094614A (en) * 1991-03-08 1992-03-10 Wildman Alexander J Miniature self-locking labial bracket
US5474446A (en) * 1994-07-06 1995-12-12 Wildman; Alexander J. Miniature self-locking labial bracket with cam-release closure member
US6685468B1 (en) * 2002-08-21 2004-02-03 Tp Orthodontics, Inc. Bondable orthodontic appliance with a polymer resin bonding base
US20050255422A1 (en) * 2004-05-11 2005-11-17 Cordato Mark A Orthodontic bracket and clip

Family Cites Families (3)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US2908974A (en) * 1957-12-27 1959-10-20 John J Stifter Orthodontic attachment
US3464113A (en) * 1966-08-03 1969-09-02 Elliott Silverman Orthodontic appliance
US8550814B1 (en) * 2012-08-16 2013-10-08 Monte Collins Multi-component orthodontic bracket assembly

Patent Citations (4)

* Cited by examiner, † Cited by third party
Publication number Priority date Publication date Assignee Title
US5094614A (en) * 1991-03-08 1992-03-10 Wildman Alexander J Miniature self-locking labial bracket
US5474446A (en) * 1994-07-06 1995-12-12 Wildman; Alexander J. Miniature self-locking labial bracket with cam-release closure member
US6685468B1 (en) * 2002-08-21 2004-02-03 Tp Orthodontics, Inc. Bondable orthodontic appliance with a polymer resin bonding base
US20050255422A1 (en) * 2004-05-11 2005-11-17 Cordato Mark A Orthodontic bracket and clip

Also Published As

Publication number Publication date
WO2017208189A1 (en) 2017-12-07

Similar Documents

Publication Publication Date Title
US20200060789A1 (en) Modular orthodontic devices and methods for treatment
US9402695B2 (en) Individualized jig for orthodontic braces, assembly formed by that jig, a base and a bracket, and its design methods
EP2692309A2 (en) Wire for correcting bimaxillary protrusion, and bimaxillary protrusion correction system comprising same
KR100379987B1 (ko) 치열교정용 치아 브라켓의 정위 및 접착 보조장치
US9439737B2 (en) Orthodontic indirect bonding tray including stabilization features
KR101565802B1 (ko) 치아 교정 장치 및 치아 교정 방법
KR101343129B1 (ko) 치아 교정장치
US7988450B2 (en) Dental impression tray and method of using the same
KR102104786B1 (ko) 치아교정장치 및 이를 이용한 치아 교정 방법
KR20130125132A (ko) 치아 교정기
US9452034B1 (en) Hybrid passively fitting prosthodontic frameworks
KR101158725B1 (ko) 설측 견인용 치열교정기구 및 그 제조방법
KR101678546B1 (ko) 발치를 동반한 투명교정시의 교정방법 및 이에 필요한 보조장치
KR20140144044A (ko) 클립 및 후크 기능을 함께 갖는 치아 교정장치
US10238474B2 (en) Denture bite rim system with replica teeth
KR101094070B1 (ko) 치열 교정 장치
JP2019503244A (ja) 歯科矯正用ブラケット及び歯科矯正用ブラケット製造方法
KR101249175B1 (ko) 치아 교정장치
ITUA20164092A1 (it) Dispositivo ortodontico
ITUA20164090A1 (it) Dispositivo ortodontico
ITUA20164093A1 (it) Dispositivo ortodontico
US7044733B2 (en) Mounting aid for mounting an orthodontic bracket to a tooth
JP7373666B2 (ja) 歯科矯正装具を接着するためのカスタム器具、及びカスタム器具を設計し使用する方法
KR101379618B1 (ko) 치아 교정용 브라켓 링
TWI524882B (zh) 齒顎矯正器