ITUA20164085A1 - Trattamento in situ controllato remotamente di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli - Google Patents

Trattamento in situ controllato remotamente di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli Download PDF

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ITUA20164085A1
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IT
Italy
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waste
treatment
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infectious risk
medical
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ITUA2016A004085A
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Renato Lacroce
Alberto Bert
Marco Becchio
Luciano Scibilia
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Re3Cube S R L
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo: “TRATTAMENTO IN SITU CONTROLLATO REMOTAMENTE DI RIFIUTI SANITARI A RISCHIO INFETTIVO PRODOTTI DA PRODUTTORI MEDIO-PICCOLI”
Settore Tecnico dell’Invenzione
La presente invenzione è relativa al trattamento in situ controllato remotamente di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli.
Stato dell’Arte
Come è noto, i rifiuti sanitari sono i rifiuti che derivano da strutture che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, di diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca. La quota di rifiuti sanitari definita come “a rischio infettivo” comprende rifiuti provenienti da ambienti di isolamento infettivo, materiali monouso sanitari o veterinari contaminati da fluidi biologici, rifiuti taglienti e pungenti, ecc.
I rifiuti sanitari sono soggetti a specifiche normative nazionali o internazionali, che ne regolano la gestione, ed in particolare la movimentazione, conservazione, confezionamento, trasporto, etichettatura, tracciabilità e smaltimento. In particolare, le normative ne vietano la miscelazione con altri rifiuti pericolosi o urbani e l’invio a discarica e ne prescrivono il trattamento il più vicino possibile al luogo di produzione, per minimizzarne la movimentazione e il conseguente rischio per la salute pubblica. Lo smaltimento è previsto avvenga attraverso incenerimento in impianti idonei o mediante sterilizzazione/sanificazione. Dato che è rara una presenza capillare di impianti di incenerimento idonei, la sterilizzazione/sanificazione è considerata l’alternativa preferibile.
I principali produttori di rifiuti sanitari sono le grandi strutture ospedaliere: esistono tuttavia numerosi altri piccoli produttori di rifiuti sanitari quali dentisti, veterinari, medici di base, studi medici specialistici, ambulatori e poliambulatori medio piccoli, estetisti, tatuatori, ecc. La gestione dei rifiuti sanitari per questi piccoli produttori prevede tipicamente il ritiro periodico dei rifiuti presso il produttore e il trasporto presso centri di stoccaggio autorizzati, da parte di personale autorizzato con veicoli idonei, l’accorpamento dei carichi e infine l’invio a smaltimento (su veicoli di maggiori dimensioni) presso impianti medio-grandi. La limitata produzione pro-capite di rifiuto, la distribuzione capillare sul territorio dei produttori, la difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni necessarie e l’ampio impiego della logistica rendono l’attuale gestione onerosa, anti-ecologica e pericolosa.
Oggetto e Riassunto dell’Invenzione
La Richiedente ha avuto modo di considerare che l’assenza di soluzioni dedicate al settore di mercato dei piccoli produttori di rifiuti sanitari a rischio infettivo può essere essenzialmente spiegata considerando che le principali tecnologie sviluppate per la sterilizzazione dei rifiuti sono tendenzialmente complesse e costose, sia per la produzione (ogni macchina è un prototipo) che nella loro operatività vincolata al sito dove sono collocati, e diventano economicamente efficienti esclusivamente per flussi medio-grandi di rifiuti.
Di conseguenza, la Richiedente ha avuto modo di considerare che una gestione ideale dei rifiuti sanitari dei piccoli produttori dovrebbe prevedere la regolare sterilizzazione dei rifiuti presso il produttore. Tuttavia, gli attuali impianti per la sterilizzazione dei rifiuti sanitari impiegano tecnologie con caratteristiche (complessità gestionale, rischio, dimensioni, consumo energetico, ecc.) che rendono difficile, pericoloso o antieconomico il loro impiego da parte di operatori non specializzati e in un contesto domestico e urbano.
Lo scopo della presente invenzione è quindi quello di introdurre un concetto di semplicità e riduzione dei costi di produzione ed esercizio che permetta di scalare ai piccoli volumi, conservando efficienza, arrivando così a rendere pratica ed economica la sterilizzazione alla fonte, anche dove le produzioni in gioco sono piccole.
Più in particolare, lo scopo della presente invenzione è quello di mettere a disposizione una soluzione architetturalmente semplice, economica e di facile installazione ed utilizzo di gestione e trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo dedicato ai produttori medio-piccoli di rifiuti, la quale consenta di rispondere alla necessità di semplificare e di ridurre gli impegni dell’utenza, i costi, i rischi e l’impatto dello smaltimento di rifiuti sanitari, trattando e sterilizzando i rifiuti sanitari direttamente al momento e nel luogo di produzione.
Secondo la presente invenzione, viene realizzato un sistema di trattamento in situ controllato remotamente di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da piccoli-medi produttori, come definito nelle rivendicazioni allegate.
Breve Descrizione dei Disegni
La Figura 1 illustra schematicamente l’architettura di un sistema di trattamento in situ controllato remotamente di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da piccolimedi produttori realizzato secondo la presente invenzione;
Le Figure 2 e 3 illustrano, in sezione longitudinale, due versioni, una da pavimento e l’altra da parete, di un dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori;
La Figura 4 illustra uno schema a blocchi del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 2 e 3;
La Figura 5 illustra un dispositivo di ingresso dei rifiuti facente parte del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 2 e 3;
La Figura 6 illustra un gruppo di filtraggio facente parte di un dispositivo di de pressurizzazione e trattamento sfiati facente parte del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 2 e 3;
La Figura 7 illustra uno schema a blocchi di un dispositivo elettronico di controllo e comunicazione facente parte del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 2 e 3;
Le Figure 8 e 9 illustrano una sezione trasversale e, rispettivamente, longitudinale di una differente forma di realizzazione del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori, nella versione da pavimento;
Le Figure 10 e 11 illustrano una sezione trasversale e, rispettivamente, longitudinale di una differente forma del realizzazione di un dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori, nella versione da parete;
Le Figure 12 e 13 illustrano un dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti facente parte del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 8-11; e
La Figura 14 illustra un dispositivo di verifica dell’efficacia della sterilizzazione facente parte del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo illustrato nelle Figure 8-11.
Descrizione Dettagliata di Preferite Forme di Realizzazione dell’Invenzione
La presente invenzione sarà ora descritta in dettaglio con riferimento alla figura allegata per permettere ad una persona esperta di realizzarla ed utilizzarla. Varie modifiche alle forme di realizzazione descritte saranno immediatamente evidenti alle persone esperte ed i generici principi descritti possono essere applicati ad altre forme di realizzazione ed applicazioni senza per questo uscire dall’ambito protettivo della presente invenzione, come definito nelle rivendicazioni allegate. Pertanto, la presente invenzione non deve essere considerata limitata alle forme di realizzazione descritte ed illustrate, ma le si deve accordare il più ampio ambito protettivo conforme con i principi e le caratteristiche qui descritte e rivendicate.
Con riferimento alla Figura 1, con il numero 1 è indicato schematicamente nel suo complesso un sistema a controllo remoto di trattamento in situ di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da piccoli-medi produttori realizzato secondo la presente invenzione.
Il sistema di trattamento in situ 1 comprende essenzialmente:
- dei dispositivi di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo 2 prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori e progettati per presentare caratteristiche, in particolare potenza elettrica assorbita, dimensione, rumorosità ed emissione elettromagnetica, compatibili con l’utilizzo in luoghi destinati ad uso abitativo, all’esercizio di una professione o alla fornitura di un servizio, quali ambienti domestici, uffici, studi medici, dentistici, veterinari, cliniche o similari, e - un centro remoto di controllo 3 in comunicazione con i dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo 2 attraverso un sistema di comunicazione a lungo raggio 4, convenientemente una rete informatica a commutazione di pacchetto quale la rete Internet, oppure una rete cellulare, ad esempio 4G/GPRS.
Come verrà descritto in maggior dettaglio in seguito, i dispositivi di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo 2, nel seguito indicati per brevità col termine “robot”, sono sensorizzati in modo tale da monitorare la propria operatività e sono in comunicazione con il centro di controllo remoto 3, il quale è progettato per ricevere ed elaborare i dati forniti dai robot 2 e per monitorare, controllare e documentare l’operatività di questi ultimi secondo modalità configurabili in base alle esigenze della specifica applicazione e/o del tipo di utenza, in particolare per avviare i cicli di trattamento secondo modalità impostate dai produttori di rifiuti, ad esempio ogni notte, ad un orario predefinito, oppure all’occorrenza di determinati eventi, oppure ancora in funzione dei dati forniti dai robot, ad esempio in funzione del livello di riempimento dei robot 2, oppure ancora in funzione di una combinazione di parametri di configurazione e dati forniti dai robot 2.
Un ciclo di trattamento consiste essenzialmente nella triturazione dei rifiuti, il che consente di omogeneizzarli e di ridurne il volume, seguita dalla sterilizzazione. Al termine di ogni ciclo di trattamento, il contenuto del robot si è trasformato da rifiuto sanitario pericoloso a rischio infettivo in un fluff sterile classificabile come rifiuto speciale non pericoloso e/o come rifiuto urbano indifferenziato. Tale prodotto è utilizzabile convenientemente come mezzo per produrre energia in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali in impianti quali termovalorizzatori, cementifici, impianti siderurgici, centrali termoelettriche, ecc., anche previa eventuale pellettizzazione. Inoltre, l’elevato potere calorifico derivante dall’elevato contenuto in materie plastiche e cellulosa rende il rifiuto sanitario sterilizzato particolarmente interessante per l’impiego in impianti di produzione di Combustibile Solido Secondario. Per semplicità di gestione e considerati i modesti quantitativi in gioco per ogni produttore, tale rifiuto può anche essere assimilato ai rifiuti urbani e raccolto e smaltito attraverso la filiera di questi ultimi.
Il centro remoto di controllo 3 produce rapporti dettagliati dei cicli di trattamento, che vengono messi a disposizione dei produttori di rifiuti, ad esempio come allegati ad un’email oppure come file scaricabili da un sito internet dedicato. I rapporti hanno tutte le caratteristiche per soddisfare i requisiti normativi sul trattamento dei rifiuti e sollevano quindi i produttori di rifiuti dalle responsabilità penali e dagli adempimenti burocratici cui sono soggetti con il sistema di gestione della microraccolta vigente.
Con una periodicità dettata dai requisiti normativi e dal livello di riempimento dei robot, il centro remoto di controllo 3 programma inoltre la raccolta dei rifiuti sterilizzati/sanificati ed emette gli ordini di recupero dei rifiuti.
Rispetto ad un tradizionale autoclave, un robot sterilizza i rifiuti raccogliendo al proprio interno i rifiuti tritati e omogeneizzati e sterilizzati derivanti dal trattamento.
Questi ultimi possono essere estratti dal robot in vari modi, di cui si dà di seguito un elenco non esaustivo:
- trasferendoli in un contenitore di raccolta chiuso facilmente sostituibile previsto nel robot stesso, dove i rifiuti sterilizzati/sanificati vengono compattati. Ciò consente di utilizzare un volume di sterilizzazione di dimensioni ridotte e dimensionato sulla produzione giornaliera di rifiuti infetti, la quale al termine del ciclo di trattamento risulta pulita e sterile; i cicli di trattamento sono pertanto ripetibili più volte senza dover spostare nulla nel robot;
- nel recupero dell’intero robot per l’esecuzione di una successiva fase manutentiva, la quale viene svolta presso un sito specializzato che gestisce la raccolta dei robot;
- con la sostituzione di parte del robot, in particolare del modulo contenente il rifiuto per limitare il peso trasportato e la possibilità di rottura di componenti più delicate, quali ad esempio l’elettronica o il motore; l’apertura del modulo di stoccaggio viene svolta presso un sito specializzato che gestisce la raccolta delle parti rimosse dei robot; oppure
- con lo svuotamento della vasca di trattamento dei rifiuti, ad esempio attraverso l’aspirazione del rifiuto mediante aspiratore a filtro assoluto che viene trasportato a sua volta dopo diversi ritiri presso il sito specializzato che gestisce la raccolta di tali rifiuti e quindi il loro smaltimento o pellettizzazione, con il vantaggio di non spostare nessun modulo del robot.
I vantaggi derivanti dal processo di gestione descritto sono riassumibili in semplicità gestionale, sicurezza, riduzione delle operazioni di manipolazione di rifiuti, in particolare di quelli infetti, accumulo di materiale sterile anziché a rischio infettivo, riduzione impatti ambientali e energetici derivanti da attività di trasporto, riduzione rischi derivanti dal trasporto di rifiuti pericolosi.
I robot sono dispositivi per la triturazione e sterilizzazione/sanitizzazione. Le operazioni di collaudo, messa in servizio e convalida vengono effettuate dal costruttore prima della consegna dei robot, tutta la documentazione è sempre riconducibile ai robot mediante numeri di serie univoci. I soli rifiuti sanitari vengono inseriti nei robot man mano che sono prodotti e vengono sottoposti regolarmente ai cicli di trattamento. Al termine di ogni ciclo di trattamento, i robot si riaprono per consentire l’introduzione di nuovi rifiuti per un successivo trattamento. Con periodicità dettata dalle normative vigenti (ed esempio, ogni 100 cicli oppure ogni 3 mesi), il sistema è predisposto per effettuare un ciclo di verifica dell’efficacia della sterilizzazione.
Quest’ultimo intervento viene effettuato mediante test microbiologici di normale utilizzo in campo sanitario e può essere effettuato nell’ambito del servizio offerto ai produttori di rifiuti oppure demandandolo ai produttori di rifiuti stessi, riducendo i costi del servizio. Al fine di agevolare l’operazione ai produttori di rifiuti, i robot sono provvisti di apposite celle ed il centro remoto di controllo ricorda ai produttori di rifiuti la necessità di effettuare la verifica, guidandoli nella sua effettuazione e ne registra l’esito.
Ciascun robot può essere dotato di un modulo di svuotamento integrato che, al termine di ogni ciclo di trattamento, trasferisce i rifiuti trattati, attraverso una valvola di scarico e con l’ausilio di un sistema di aspirazione, ad un contenitore di raccolta, ad esempio un apposito sacco, facilmente sostituibile, quando è pieno, dal produttore di rifiuti. Il modulo di svuotamento può essere dotato di un opportuno sensore di riempimento per comunicare al centro remoto di controllo ed al produttore di rifiuti la necessità di sostituire il contenitore dei rifiuti trattati con un contenitore vuoto. Il contenitore di rifiuto trattato può essere o destinato alla raccolta dei rifiuti urbani o stoccato, anche per periodi lunghi in locali che non hanno bisogno di particolari requisiti (ad esempio sino ad 1 anno) in attesa del ritiro da parte di un operatore della raccolta dei rifiuti. Grazie alla triturazione operata dal robot, il volume di rifiuto trattato è pari a circa il 10-20% del rifiuto infetto da cui deriva.
Diversamente, in assenza del modulo di svuotamento integrato, lo svuotamento può avvenire presso un centro autorizzato oppure direttamente dove il robot è dislocato. Un operatore specializzato opera mediante un aspiratore a filtro assoluto che viene calettato con la valvola di carico e attraverso questa ne estrae il rifiuto trattato, nessun tipo di polvere viene trasmessa all’ambiente circostante nessun rifiuto può entrare in contatto con l’ambiente circostante durante lo svuotamento. Alla conclusione del processo il robot risulta nuovamente pronto all’uso. Per semplificare ulteriormente le operazioni di sostituzione delle unità sature, nell’ipotesi di ritiro della vasca e del contenuto, e ridurre la possibilità di danneggiamenti delle parti più delicate del sistema durante il trasporto, il robot è progettato in modo da poterne eventualmente lasciare un modulo sempre installato presso il produttore di rifiuti.
Date le caratteristiche peculiari del robot, in caso la verifica dell’efficacia periodica sia effettuata dal produttore di rifiuti, in normali condizioni di operatività, la necessità di intervento presso il produttore di rifiuti si può ridurre ai soli interventi manutentivi o, ad esempio una sola volta l’anno, per il ritiro dei contenitori di rifiuti sterilizzati o per lo svuotamento del robot, con ciò riducendo significativamente i costi del servizio. La semplicità del servizio, la gestione della tracciabilità dei rifiuti di ogni utenza, il trattamento giornaliero completo dei rifiuti, il controllo di ogni fase pre/post ciclo di trattamento attraverso il centro remoto di controllo, la trasmissione della certificazione giornaliera, ecc., rappresentano un valore aggiunto significativo per il produttore di rifiuti e sono l’espressione del concetto di logistica avanzata che il sistema secondo l’invenzione consente di realizzare.
Il robot si presenta come un piccolo complemento d’arredo di design in cui il produttore dei rifiuti inserisce i rifiuti nel momento in cui sono prodotti, esattamente come è abituato a fare con il contenitore attualmente utilizzato.
Il robot è una macchina semplice composta da ridotto numero di componenti primari e secondari di controllo e sicurezza: ogni componente è di derivazione standard ed è realizzato con materiali correnti e di facile reperibilità.
Il robot è progettato per essere installato presso un produttore di rifiuti con estrema semplicità, esattamente come un elettrodomestico (modulare), risulta semplice da trasportare, e, convenientemente, può essere dotato di appoggi in gomma antivibrazione che consentono di collocarlo a pavimento. Richiede una normale presa elettrica disponibile presso le utenze domestiche (ad esempio, da 16A) e nella versione non dotata di connettività autonoma tramite SIM telefonica o WI-FI può necessitare di un collegamento cablato alla rete domestica. In alternativa, è prevista una versione dotata di apposito supporto anch’esso dotato di anti shock per smorzare le vibrazioni, fissabile a muro mediante comuni sistemi di fissaggio meccanico, il che consente di mantenere il robot completamente sollevato da terra.
Nelle Figure 2 e 3 sono raffigurate due possibili versioni del robot 2, una da pavimento ed una da parete, mentre nella Figura 4 è illustrato uno schema a blocchi del robot 2.
Con riferimento a queste Figure, il robot 2 comprende essenzialmente le componenti funzionali principali qui di seguito elencate e descritte individualmente in dettaglio nel seguito:
- una scocca ergonomica 5,
- una vasca di trattamento dei rifiuti 6 alloggiata nella scocca e provvista di un dispositivo di ingresso dei rifiuti 7,
- un dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti 8 alloggiato in parte nella, ed in parte fuori dalla, vasca di trattamento dei rifiuti 6,
- un dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti 9 (visibile nelle Figure 9 e 11, che sono relative ad una differente forma di realizzazione del robot 2) associato alla vasca di trattamento dei rifiuti 6,
- un dispositivo di verifica dell’efficacia di sterilizzazione10 alloggiato in modo rimovibile nella vasca di trattamento dei rifiuti 6,
- un dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11 con accumulo del rifiuto sterilizzato (opzionale e visibile anche nelle Figure da 8 a 13, che sono relative ad una differente forma di realizzazione del robot 2) accoppiato esternamente alla vasca di trattamento dei rifiuti 6,
- un dispositivo di depressurizzazione e trattamento sfiati 12 accoppiato esternamente alla vasca di trattamento dei rifiuti 6, ed
- un dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13 (si veda anche la Figura 7) per controllare l’operatività del robot 2 e comunicare con il centro remoto di controllo 3.
Vasca di trattamento dei rifiuti 6
La vasca di trattamento dei rifiuti è realizzata mediante calandratura e/o stampaggio di acciaio inox ovvero acciaio COR-TEN, ovvero acciaio trattato elettroliticamente. Può avere forma cilindrica o comunque qualsiasi forma, preferibilmente generata da rotazione assiale. La vasca di trattamento dei rifiuti è coibentata, in funzione delle dimensioni della stessa o delle caratteristiche della scocca del robot, al fine di mantenere la temperatura di esercizio ed evitare il surriscaldamento dell’esterno del robot, considerato il suo impiego in contesti domestici. La coibentazione contribuisce inoltre a contenere l’emissione sonora derivante dalla fase di triturazione.
Il processo di calandratura può essere utilizzato per la fabbricazione dell’intera vasca di trattamento dei rifiuti o anche solo di parte di essa. In caso di calandratura della sola parete perimetrale, il fondello e la plancia superiore di carico possono essere saldati alla stessa ovvero imbullonati.
La vasca di trattamento dei rifiuti è conformata in modo da non generare al suo interno sacche ove si possano formare depositi di detriti durante le fasi di triturazione, sterilizzazione ed evacuazione.
Nella plancia superiore di carico sono realizzati un’apertura di ingresso per l’introduzione dei rifiuti ed un sistema di fissaggio per il dispositivo di ingresso dei rifiuti.
Sul fondo della vasca di trattamento dei rifiuti è previsto un sistema di accoppiamento a tenuta ermetica per un mozzo che trasferisce il moto dal motore esterno ad una lama di triturazione e omogeneizzazione interna, nonché le tenute di pressurizzazione.
Lungo la parete perimetrale ovvero sulla plancia superiore di carico e sul fondello sono previsti dei fori filettati per il posizionamento di sensori di temperatura e di una valvola di sovra-pressione di sicurezza.
Nella versione del robot dotato di sistema di svuotamento integrato, è presente anche una luce di scarico, posizionata tangente al fondello, atta al collegamento con la valvola di scarico al fine di garantire il deflusso dei rifiuti trattati.
Dispositivo di ingresso dei rifiuti 7
Una possibile forma di realizzazione del dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 è raffigurata nella Figura 5.
Il dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 è stata progettata per ottimizzare la semplicità di utilizzo durante il carico dei rifiuti e la successiva eventuale evacuazione dei rifiuti esausti, garantendo la massima sicurezza in fase di sterilizzazione.
Il dispositivo di ingresso dei rifiuti è progettato per resistere alla alte temperature ed alle alte pressioni ed è fissato alla vasca di trattamento dei rifiuti mediante calettatura o saldatura o attraverso qualsiasi sistema opportuno di fissaggio che garantisca in ogni caso un’idonea resistenza meccanica e tenuta.
In particolare, il dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 è configurato per mettere la vasca di trattamento dei rifiuti 6 in comunicazione con l‘esterno attraverso un’apertura di introduzione dei rifiuti 14, in modo da consentire l’introduzione dall’esterno dei rifiuti nella vasca di trattamento 6 e per chiudere a tenuta l’apertura di introduzione dei rifiuti 14.
Il dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 mette in comunicazione la vasca di trattamento dei rifiuti 7 con l‘esterno del robot 2 per consentire l’introduzione dei rifiuti nella vasca di trattamento in posizione di apertura. In posizione di chiusura consente invece la tenuta ermetica e schermatura termica e al rumore della vasca di trattamento dei rifiuti 6 e impedisce l'accesso dall'esterno.
In dettaglio, il dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 comprende essenzialmente un boccaporto o sistema valvolare 15 provvisto di un portello ruotabile o traslabile, dotato di coibentazione, sistemi di tenuta, controllo di posizione e sistema di bloccaggio. Il movimento del boccaporto 15 può essere alternativamente ottenuto manualmente, con conseguente riduzione dei costi di fabbricazione del robot, oppure comandato da un attuatore controllato a sua volta dal dispositivo elettronico di controllo e comunicazione. È inoltre previsto un sensore di effettiva e completa chiusura della vasca di trattamento dei rifiuti per consentire l’avvio del ciclo di trattamento e un dispositivo di blocco dell’apertura durante l’effettuazione del ciclo di trattamento.
Il dimensionamento del passaggio dei rifiuti è dimensionato per favorire il facile accesso di una grande varietà di rifiuti ma allo stesso tempo limitare il passaggio di rifiuti non coerenti con l’utenza che ha in uso e per cui è stato progettato il robot. Il passaggio dei rifiuti può inoltre avere una sezione capace di favorire l’indirizzamento dei rifiuti verso la vasca di trattamento in fase di carico.
Dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti 8
Il dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti 8 comprende essenzialmente una lama 16 per lo sminuzzamento e la polverizzare dei rifiuti, la quale è alloggiata sul fondo della vasca di trattamento dei rifiuti 6 ed è azionata da un motore 17 alloggiato all’esterno della vasca di trattamento dei rifiuti ed opportunamente accoppiato alla lama 16. In particolare, la lama 16 è accoppiata ad un albero di uscita del motore 17 attraverso un giunto cinetico 18, che rende l’accoppiamento in grado di resistere all’inerzia che il rifiuto solido o il fluff trasmettono al sistema e preserva la durata del motore, isolandolo termicamente e dalle correnti indotte e, infine, ne migliora la silenziosità.
E’ altresì possibile l’accoppiamento tra la lama 16 e il motore 17 mediante un sistema di trasmissione che collega l’albero di uscita del motore ad un mozzo di trascinamento accoppiato alla lama 16 mediante un sistema di pulegge e cinghie, ingranaggi, o catene.
Si può anche eventualmente dotare il sistema di trasmissione del moto da motore 17 a lama 16 di un dispositivo di frizione cinetica a scorrimento capace di limitare la coppia motrice necessaria nelle fasi di avvio del dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti 8.
La geometria del profilo di taglio ed il suo orientamento spaziale si ispirano ai profili NACA (particolari forme di profilo alare di ali di aeromobili studiati dalla National Advisory Committee for Aeronautics statunitense), ed è stata progettata per assolvere ad una serie di funzioni qui di seguito elencate:
- sezionare materiali eterogenei e con resilienza differente, grazie al profilo curvilineo li fa scorrere sul filo di taglio con un’incidenza variabile così da salvaguardare la durata della lama ed aumentare le sue capacità meccaniche;
- comportarsi come un martello per agire sulla duttilità dei rifiuti con caratteristiche di durezza equivalenti ai metalli e per frantumare quelli assimilabili al vetro;
- sollevare il rifiuto sezionato secondo la direttrice verticale positiva rispetto alla mediana dell’asse della lama per minimizzare l’attrito del corpo lama sulla massa omogenea del rifiuto;
- fendere col rostro più periferico la massa eterogenea del rifiuto per sfilacciarlo comprimendolo sulla superficie perimetrale della vasca e sfruttando l’attrito del metallo secondo il criterio dei flussi lamellari;
- miscelare la massa omogenea del rifiuto sminuzzato per polverizzarlo ed “aerarlo” cosi da trasformarlo in fluff leggero ed omogeneo;
- generare l’effetto suolo che solleva i rifiuti dal fondo piano della vasca per mezzo dell’ala orizzontale oblunga della lama creata in prossimità del mozzo affinché non si formino sacche di rifiuto grossolano sul fondo della vasca; e
- innescare il flusso di risalita elicoidale dei rifiuti lungo la parete della vasca per omogeneizzare le temperature di trattamento in fase di sterilizzazione.
Il motore di azionamento della lama è controllato in modalità on/off oppure mediante regolazione di velocità. La motorizzazione non privilegia una tecnologia in particolare in quanto il moto può essere generato da un motore endotermico come da un motore elettrico, purché presenti le seguenti caratteristiche:
- il motore è conforme alle normative vigenti per la apparecchiature elettrodomestiche,
- la rumorosità del motore in fase di accelerazione centripeta e di massima velocità è compatibile con un ambiente domestico;
- le caratteristiche del motore elettrico sono idonee ad una fornitura domestica in termini di tensione di alimentazione, ampiezza e frequenza della corrente elettrica di alimentazione, potenza elettrica massima assorbita, e protezione.
Dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti 9
Il dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti 9 triturati può essere, ad esempio, di tipo termico e comprendere un sistema di riscaldamento del tipo a resistenze elettriche poste sulla periferia della vasca di trattamento o, in alternativa, del tipo ad induzione, ed il calore prodotto viene veicolato per convezione e irraggiamento sia ai rifiuti che alle pareti della vasca di trattamento. L’azione di miscelazione e omogeneizzazione della massa di rifiuti svolta dalla lama consente un continuo rimescolamento della massa di rifiuti in trattamento che si comporta come un sistema completamente miscelato. Contemporaneamente, le diverse capacità termiche della varietà di materiali presenti nel reattore stesso e originati dai rifiuti in esso introdotti, favorisce una distribuzione delle temperature all’interno della massa in trattamento in maniera pressoché uniforme evitando l’instaurarsi di zone critiche aventi temperature troppo basse o troppo elevate. In tale sistema, per tipologia di materiale e grazie ai moti indotti dalla lama, le condizioni tempo/temperatura che garantiscono l’efficacia del processo di sterilizzazione sono tipiche dei processi che prevedono l’utilizzo del vapore saturo in pressione. La presenza all’interno della vasca di materiale già triturato favorisce quindi la distribuzione del calore e l’efficacia dei moti di miscelazione.
Il dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti 9 ed il motore 17 di azionamento della lama 16 del dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti 8 sono controllati dal dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13, il quale individua l’inizio della fase di sterilizzazione e garantisce il mantenimento di una temperatura minima prefissata per un tempo sufficiente alla eliminazione dei microrganismi con un grado di efficacia (Steril Assurance Level - S.A.L.) non inferiore a 10<-6>, così come previsto dalle più restrittive norme in materia.
La funzionalità di triturazione e generazione di un sistema completamente miscelato costituito dai rifiuti stessi consente l’eventuale utilizzo con efficacia di sistemi di sterilizzazione diversi dal calore quali:
- processo chimico: mediante l’introduzione nella vasca di trattamento di un agente sterilizzante quale ad esempio l’ipoclorito di sodio, è possibile ottenere la sterilità senza ricorrere al sistema di riscaldamento. In tal caso, le componenti del robot adibite alla gestione della temperatura sono sostituite da un sistema di dosaggio dell’agente sterilizzante. Con idonei accorgimenti e l’installazione di un modulo di produzione apposito (tipicamente ad effetto corona) è possibile utilizzare come agente sterilizzante Ozono in forma gassosa;
- processo a radiazioni: la vasca di trattamento può essere sottoposta all’effetto di radiazioni ionizzanti o non ionizzanti (incluse ad esempio: raggi X, raggi gamma, microonde, laser, ecc.) aventi sufficiente capacità di penetrazione e un dosaggio idoneo al raggiungimento della condizione di sterilità all’interno della massa di materiale. Particolarmente idonee all’applicazione sul robot, per azione sui microrganismi e costi dei dispositivi, risultano le microonde che possono sostituire il sistema di riscaldamento termico con logiche di gestione simili anche in considerazione della capacità della vasca metallica di costituire una efficace schermatura alle stesse.
Dispositivo di verifica dell’efficacia di sterilizzazione 10
Alcune norme nazionali prevedono la verifica periodica dell’efficacia della sterilizzazione mediante l’impiego di bioindicatori adeguati al processo di sterilizzazione utilizzato. Il robot è progettato per consentire l’agevole esecuzione della verifica mediante indicatori in fiale anche da parte di personale non specializzato e senza bisogno di ulteriori attrezzature, rendendo così l’operazione facilmente eseguibile anche da personale non specializzato.
Il dispositivo di verifica dell’efficacia di sterilizzazione comprende essenzialmente una cella di verifica 10, disegnata appositamente per poter alloggiare al suo interno una serie di indicatori in fiale o sistemi analoghi (attualmente ad esempio sono disponibili fiale di terreno culturale, contenenti sospensione di spore di bacillus stearothermophilus).
La cella di verifica 10 è costruita per garantire al suo interno le medesime condizioni di temperatura in cui si trova il rifiuto, pertanto in fase di convalida e di verifica di efficacia del robot consente di sottoporre le fiale al ciclo di sterilizzazione per la verifica a termini di legge evitando fermi macchina, costi aggiuntivi, gestione da parte di terzi di tale verifica.
La cella di verifica 10 è sempre presente senza fiale al suo interno quando il robot svolge le sue normali funzioni di triturazione e sterilizzazione dei rifiuti medicali, risultando utilizzabile in qualunque ciclo per condurre test di verifica sul funzionamento del robot.
È inoltre possibile prevedere una fase post ciclo di verifica dell’efficacia in cui il robot viene mantenuto chiuso, non in rotazione e a temperatura costante pari a quella di incubazione così da poter estrarre le fiale dopo 48 ore e leggere direttamente il risultato della prova. L’utilizzo opzionale della vasca di trattamento come sistema di incubazione è monitorato dal centro di controllo remoto che verifica il mantenimento della temperatura richiesta dalle specifiche delle fiale utilizzate in un range specifico (tipicamente ± 2°C come richiesto dalle specifiche delle fiale).
Tecnicamente, la cella di verifica può essere posizionata al centro dei flussi di triturazione, sospesa in asse con il mozzo di traslazione della lama oppure decentrata sul perimetro della vasca di trattamento.
La cella di verifica 10 è realizzata con un materiale avente una conduttività termica e tenuta meccanica atte a garantire le medesime condizioni di temperatura a cui è sottoposto il materiale, resistere a tali condizioni e proteggere le fiale dalle azioni meccaniche generate dalla massa di rifiuti in movimento. Materiali idonei a tale scopo sono l’acciaio inox, acciaio COR-TEN e l’acciaio tradizionale e in generale altri materiali rispondenti alle caratteristiche sopra indicate.
Le fiale vengono introdotte all’interno della cella di verifica 10 all’interno di un idoneo supporto che consente di collocarle in posizione nota e recuperarle integre al termine del ciclo di sterilizzazione. Dopo aver inserito le fiale nel supporto e quindi nella cella di verifica, il robot contenente del materiale da trattare (il ciclo termico di sterilizzazione potenzialmente può anche essere condotto a vuoto) viene avviato per un normale ciclo di lavoro. Al termine del ciclo possono essere estratte le fiale per essere collocate in uno strumento di incubazione con una fiala di controllo non sottoposta al ciclo di sterilizzazione (avente lo scopo di verificare l’efficacia del terreno di cultura) oppure può essere introdotta la fiala di controllo nelle cella di verifica e avviata l’incubazione da parte del robot stesso secondo quanto previsto dal protocollo di utilizzo delle fiale stesse (ad esempio 48h a 57°C per le fiale di bacillus stearothermophilus). L’avvenuta sterilizzazione è verificata, ad esempio, in caso di mancata variazione di colore delle fiale in seguito all’incubazione.
La conformazione della cella di verifica è tale da consentire l’introduzione di quattro fiale, così come previsto dalle norme nazionali più stringenti in vigore. La conformazione della cella di verifica, unita alla rotazione ad alta velocità del materiale trattato, consente di garantire condizioni uniformi di temperatura in senso radiale. La particolare conformazione della lama, sopra descritta, genera il flusso perimetrale del materiale secondo direttrici elicoidali che in cima lo convogliano al centro per farlo precipitare in basso dove viene ripreso dalla lama, un tale moto è tale da uniformare la temperatura anche in senso verticale, che è l’asse più probabile per il verificarsi di un gradiente termico. Posizionando le fiale ad altezze differenti si garantisce la verifica dell’efficacia del ciclo di sterilizzazione in tutte le zone che potenzialmente potrebbe presentare temperature critiche.
Come illustrato in maggior dettaglio nella Figura 14, la quale è relativa ad una differente forma di realizzazione del robot 2 descritta in seguito, la cella di verifica 10 comprende essenzialmente un involucro tubolare 19, convenientemente di forma generalmente cilindrica, che consente un’agevole introduzione ed estrazione della cella di verifica stessa nella e dalla vasca di trattamento dei rifiuti 6 da parte di operatori non specializzati. La cella di verifica comprende inoltre un porta-fiale 20 alloggiato in modo estraibile nell’involucro tubolare 19 e presentante la medesima forma in sezione dell’involucro tubolare 19, nell’esempio illustrato circolare, ed un ingombro tale da poter contenere le fiale 21 e scorrere liberamente nella cella di verifica. Il materiale di realizzazione è il medesimo della cella. Per l’introduzione delle fiale sono previste apposite aperture nel porta-fiale poste lateralmente o in alto in funzione della tipologia di fiale adottate.
Grazie a questa caratteristica, l’operatore sanitario potrà impiegare, per la verifica, le stesse fiale che tipicamente già usa regolarmente per verificare l’avvenuta sterilizzazione ad esempio della strumentazione (con autoclave).
Un ulteriore possibile alternativa all’utilizzo delle fiale e l’utilizzo di indicatori di sterilizzazione chimici in strisce inseriti nel medesimo supporto utilizzato per le fiale e nelle medesime posizioni consentono una verifica di efficacia del ciclo di sterilizzazione mediante un viraggio di colore legato alla loro esposizione per un determinato tempo ad una data temperatura.
Nel caso vengano adottati sistemi diversi di sterilizzazione, quali agenti chimici o radiazioni ionizzanti o non ionizzanti (incluse ad esempio: raggi X, raggi gamma, microonde, laser, ...), la verifica di efficacia viene svolta utilizzando bioindicatori specifici per l’agente sterilizzante.
Dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11 (opzionale)
Come illustrato nelle Figure da 8 a 13, le quali sono relative ad una differente forma di realizzazione del robot 2 descritta in seguito, il dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11 comprende essenzialmente un vano ermetico 22 che contiene un contenitore a sacco 23 in carta o altro materiale (tipicamente i comuni sacchi per aspirapolvere/aspiraceneri) portato da una flangia di supporto e collegato mediante una tubazione di trasferimento 24 ad una luce di scarico. Il flusso dalla vasca di trattamento dei rifiuti 6 al contenitore 23 è ottenuto per depressione generata da un motore di aspirazione 25 in comunicazione con il vano ermetico 22.
Il dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11 è inoltre dotato di un dispositivo di controllo del riempimento, convenientemente sotto forma di un dispositivo di pesatura 30 disposto al di sotto del sacco 23 e collegato al dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13 che, sulla base del peso misurato, provvede ad allertare il centro remoto di controllo 3 al fine di comunicare al produttore di rifiuti la necessità di procedere al cambio del contenitore 23. Quest’ultima operazione avviene attraverso un agevole portello 26 che consente di rimuovere il contenitore 23 pieno e collegarne uno nuovo e vuoto alla flangia di supporto.
Dispositivo di depressurizzazione e trattamento sfiati 12
La vasca di trattamento dei rifiuto 6 subisce, per effetto della temperatura e dell’umidità eventualmente presente nel rifiuto stesso, un innalzamento della pressione rispetto a quella atmosferica utile a migliorare le prestazioni del robot 2 e garantire una perfetta sterilizzazione della massa trattata.
A seconda che si tratti della versione con o senza dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11 si verificano i seguenti due scenari:
Senza dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11
A completamento di ciascun ciclo di trattamento viene attivata dal dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13, in risposta ad un comando proveniente dal centro remoto di controllo 3, un’apposita valvola di sfiato 31 (Figura 3) posta sulla sommità della vasca di trattamento dei rifiuti 6 per consentirne la de-pressurizzazione. Lo sfiato della sovra-pressione attraversa un gruppo di filtraggio 27 illustrato in maggior dettaglio nella Figura 6 e comprendente una cartuccia 28 di trattamento degli sfiati composta da un filtro per le polveri, eventuali zeoliti, carboni attivi e da un sistema di abbattimento di eventuali odori. La cartuccia 28 è realizzata mediante un sistema modulare e componibile di pastiglie cilindriche che sono alloggiate sovrapposte all’interno di un cilindro di compensazione attorno al quale è possibile prevedere un liquido in cui far gorgogliare il flusso in uscita per garantire un ulteriore trattamento specifico. Il pacchetto di pastiglie può essere assemblato in funzione delle specifiche esigenze consentendo l’adozione di più livelli di abbattimento degli sfiati e la scelta del sistema di abbattimento odori idoneo alla specificità dei rifiuti trattati e caratterizzato da essenze (aroma) che il cliente può scegliere in funzione del proprio gusto.
La sostituzione delle pastiglie è molto semplice vista l’accessibilità della valvola di depressurizzazione, questa operazione può essere eseguita dall’utente senza particolari precauzioni. La neutralizzazione degli odori può eventualmente avvenire anche mediante il dosaggio di reagenti direttamente nella vasca di trattamento. A conclusione della de-pressurizzazione il robot 2 è pronto per essere riportato nella posizione di “aperto”.
Con dispositivo di svuotamento e stoccaggio dei rifiuti 11
A completamento di ciascun ciclo di trattamento, il dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13 attiva, in risposta ad un comando proveniente dal centro remoto di controllo 3, il dispositivo di depressurizzazione e trattamento sfiati 12, il quale comprende essenzialmente una luce di scarico ricavata nella vasca di trattamento dei rifiuti 6 e provvista di una valvola di scarico 29, il motore di aspirazione 25, il quale è collegato alla valvola di scarico 29 attraverso una tubazione lungo la quale è posto un gruppo di filtraggio, convenientemente del tipo a cartucce. Per consentire il deflusso degli sfiati, il dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13 attiva inoltre il dispositivo di ingresso dei rifiuti 7 oppure la valvola di sfiato 31. La vasca di trattamento dei rifiuti 6 in tal modo si depressurizza e lo sfiato aeriforme eventualmente presente viene convogliato nel contenitore 23 di raccolta dei rifiuti sterilizzati, essendo così sottoposto ad una prima filtrazione. Dopo il passaggio nel motore di aspirazione 25, gli sfiati attraversano un gruppo filtrante formato da un filtro assoluto ed, eventualmente, un filtro a carboni attivi per trattenere eventuali sostanze organiche e/o odorigene e cartucce deodoranti del tipo illustrato nella Figura 6.
Il gruppo filtrante è realizzato mediante un sistema modulare e componibile che può essere assemblato in funzione delle specifiche esigenze consentendo l’adozione di più livelli di abbattimento degli sfiati e la scelta del sistema di abbattimento odori idoneo alla specificità dei rifiuti trattati e caratterizzato da essenze (aroma) che il cliente può scegliere in funzione del proprio gusto. La sostituzione dei moduli è molto semplice grazie all’accessibilità del sistema di filtrazione, questa operazione può essere eseguita dall’utente senza particolari precauzioni.
Dispositivo elettronico di controllo e comunicazione 13
Come illustrato nella Figura 7, il sistema elettronico di controllo e comunicazione comprende essenzialmente:
- un sistema sensoriale 28 comprendente uno o più sensori per misurare specifiche grandezze fisiche quali temperatura, velocità motore, livello di riempimento, volume, tempo, pressione, vibrazioni, peso, ecc., e per fornire dei dati di campo rappresentativi delle misure effettuate,
- un modulo di comunicazione 29 per la comunicazione con il centro remoto di controllo attraverso il sistema di comunicazione a lungo raggio 4, convenientemente una rete informatica a commutazione di pacchetto, ad esempio la rete Internet, oppure una rete cellulare, ad esempio 4G/GPRS,
- un pannello di controllo 30, ed
- una centralina elettronica di controllo 31collegata al sistema sensoriale 28, al modulo di comunicazione 29 ed al pannello di controllo 30, nonché ed ai vari attuatori presenti nel robot 1, identificati collettivamente con il numero 32 e comprendenti il motore 17 di azionamento della lama 16, il motore di aspirazione 25 del dispositivo di de-pressurizzazione e trattamento sfiati 12, l’eventuale attuatore del dispositivo di ingesso dei rifiuti 7, ecc., e programmata per trasmettere al centro remoto di controllo 3 dati indicativi dell’operatività del robot 2 e per ricevere dal centro remoto di controllo 3 ed eseguire comandi inerenti l’operatività del robot 2, in particolare comandi per l’apertura/chiusura del dispositivo di ingresso dei rifiuti 7, l’attivazione del dispositivo di de-pressurizzazione e trattamento sfiati 12 per de-pressurizzare la vasca di trattamento dei rifiuti 6, l’accensione/spegnimento del motore 17 di azionamento della lama 16, l’accensione/spegnimento del dispositivo di sterilizzazione rifiuti 9, il blocco dell’operatività del robot 2 in situazioni di emergenza, ecc.
Qui di seguito è riportato a mero titolo esemplificativo un elenco non esclusivo delle funzionalità di base eseguite dalla centralina elettronica di controllo:
- avvio del ciclo di triturazione
- avvio della fase di sterilizzazione
- avvio della fase di raffreddamento
- lettura sensori di controllo e/o emergenza
- avvio della fase di incubazione
- gestione delle anomalie di processo bloccando il robot in posizione “chiusa” anche in caso di interruzione di corrente elettrica.
In una variante funzionale del robot non illustrata, nei luoghi in cui non è possibile realizzare alcun tipo di collegamento al centro remoto di controllo, il robot può anche essere progettato per operare in modo indipendente dal, e per implementare le funzionalità del, centro remoto di controllo (modalità stand-alone). Per far ciò, la centralina elettronica di controllo è programmabile per:
- esporre un’interfaccia grafica utente per la configurazione e la diagnostica del robot attraverso un dispositivo elettronico esterno (quale un personal computer o un dispositivo mobile) collegato al robot via cavo o Wi-Fi locale,
- avviare i cicli di sterilizzazione secondo logiche configurabili,
- archiviare internamente i dati forniti dal sistema sensoriale e produrre ed inviare report di sterilizzazione (tramite connessione cablata o Wi-Fi locale)
- svolgere operazioni di diagnostica del funzionamento del robot e archiviare ed esporre i relativi dati a dispositivi elettronici esterni collegati al robot.
Centro remoto di controllo 3
Con l’installazione del sistema 1 secondo l’invenzione il produttore dei rifiuti è sollevato da ogni incombenza legata alla gestione degli stessi. Ogni funzione fisica, meccanica o amministrativa viene gestita da remoto, attraverso la rete internet e/o una rete cellulare 4G/GPRS, con cui il centro remoto di controllo 3 è in comunicazione con tutti i robot installati.
Il centro remoto di controllo 3 comprende essenzialmente un server remoto, convenientemente un server web, programmato per ricevere i dati trasmessi dai robot 2 e per elaborare tali dati per gestire e controllare tutti i robot 2 installati presso i produttori di rifiuti, avviando i protocolli di sterilizzazione dei rifiuti inseriti, verificandone e documentandone l’esito. Al termine di ogni giornata lavorativa del produttore di rifiuti (o secondo diversa configurazione, secondo quanto indicato in precedenza), il centra remoto di controllo 3 comanda i robot 2 di effettuare un ciclo di triturazione e sterilizzazione dei rifiuti. I robot 2 si chiudono automaticamente (o alternativamente con un comando manuale), avviano i cicli di lavoro per sminuzzare e sterilizzare i rifiuti introdotti, riducendone drasticamente il volume. La realizzazione dei cicli di lavoro vengono monitorati in tempo reale dai robot 2 stessi ed analizzati e documentati dal centro remoto di controllo 3, che registra i parametri di processo e genera automaticamente un report di trattamento inviato in modalità telematica al produttore di rifiuti al fine di certificare l’avvenuto trattamento dei rifiuti. A conclusione dei cicli di trattamento, i robot 2 si ridispongono per l’inserimento di altri rifiuti che verranno trattati in cicli successivi. La temporizzazione dei cicli di trattamento dei rifiuti e le caratteristiche dei report sono configurate dal centro remoto di controllo 3 secondo un protocollo definito e adattabile alle esigenze della specifica applicazione e tipo di utenza.
Il centro remoto di controllo 3, oltre a controllare e memorizzare l’andamento dei cicli di sterilizzazione svolti da ogni singolo robot 2 installato, può consentire di mapparne la collocazione geografica e di monitorare le condizioni di lavoro (ad esempio il livello di utilizzo o di riempimento). Tali funzionalità consentono al centro remoto di controllo 3 di fornire indicazioni puntuali al fine di prevedere, segnalare la necessità e organizzare le azioni di verifica dell’efficacia del ciclo di sterilizzazione, le operazioni di svuotamento, la sostituzione della cartuccia di trattamento sfiati ed eventuali interventi di manutenzione e/o sostituzione del robot.
Il centro remoto di controllo 3 offre inoltre ai produttori di rifiuti la possibilità di consultare via web o applicazione mobile i cicli svolti, con relativi report, ore e parametri di funzionamento, ed altre informazioni sui propri robot, attraverso un’interfaccia web dedicata, accessibile attraverso autenticazione.
Il centro di controllo remoto 3 consente inoltre agli operatori incaricati della manutenzione dei robot 2, attraverso un’apposita interfaccia web o mobile accessibile previa autenticazione, la possibilità di consultare i dati di funzionamento e misurati dai sensori di uno specifico robot 2, a fini diagnostici.
A quanto precedentemente descritto ed illustrato con riferimento alle Figure da 1 a 6 possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito protettivo della presente invenzione, come definito nelle rivendicazioni allegate.
Ad esempio, nelle Figure da 8 a 14 è illustrata una differente forma di realizzazione del robot, la quale viene qui di seguito descritta sinteticamente limitatamente alle sole differenze presenti rispetto alla forma di realizzazione illustrata nelle Figure da 1 a 6 ed utilizzando quindi gli stessi numeri di riferimento per identificare gli stessi componenti.
In particolare, la forma di realizzazione illustrata nelle Figure da 8 a 14 differisce da quella illustrata nelle Figure da 1 a 6 per il fatto che:
- la scocca 5 ergonomica ha una forma differente, in particolare una forma generalmente parallelepipeda,
- il gruppo di filtraggio 27 è collocato a valle del motore di aspirazione 26, il quale, oltre a trasferire i rifiuti sterilizzati nel contenitore di raccolta 23, depressurizza anche la vasca di trattamento dei rifiuti 6,
- il dispositivo di verifica dell’efficacia di sterilizzazione dei rifiuti 10 è collocato in asse con la lama 16 di triturazione dei rifiuti, anziché lateralmente,
- il dispositivo di ingresso dei rifiuti 11 comprende uno sportello a tenuta, anziché una valvola a sfera,
- la lama 16 di triturazione dei rifiuti ha un profilo differente, e
- il motore 17 di azionamento della lama 16 di triturazione dei rifiuti è collegato a quest’ultima mediante una trasmissione a cinghia.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema (1) a controllo remoto di trattamento in situ di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli, comprendente: - dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori e progettati per presentare caratteristiche compatibili con l’utilizzo in luoghi destinati ad uso abitativo, all’esercizio di una professione o alla fornitura di un servizio, quali ambienti domestici, uffici, studi medici, dentistici, veterinari, cliniche, o similari, ed - un centro remoto di controllo (3) in comunicazione con i dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) attraverso un sistema di comunicazione a lungo raggio (4); ciascun dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende: - un sistema sensoriale (28) per monitorare l’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) stesso; ed - una centralina elettronica di controllo (31) collegata al sistema sensoriale (28) e in comunicazione con il centro remoto di controllo (3) per trasmettere al centro remoto di controllo (3) dati indicativi dell’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e per ricevere dal centro remoto di controllo (3) ed eseguire comandi inerenti l’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2); il centro remoto di controllo (3) è configurato per ricevere ed elaborare i dati provenienti dai dispositivi di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e per monitorare, controllare e documentare l’operatività di questi ultimi secondo modalità configurabili in base alle esigenze della specifica applicazione e/o del tipo di utenza.
  2. 2. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui il centro remoto di controllo (3) è inoltre configurato per generare e inviare ai dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comandi di avvio di cicli di trattamento di rifiuti secondo modalità configurabili in base alle esigenze della specifica applicazione e/o del tipo di utenza, in risposta al quale i dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) sono configurati per avviare dei corrispondenti cicli di trattamento di rifiuti; il centro remoto di controllo (3) è inoltre configurato per elaborare i dati forniti dai dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e inerenti i cicli di trattamento dei rifiuti effettuati, e per generare e mettere a disposizione dei produttori di rifiuti a rischio infettivo presso cui i dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) sono installati delle certificazioni dei cicli di trattamento dei rifiuti da loro prodotti.
  3. 3. Sistema secondo la rivendicazione 2, in cui il centro remoto di controllo (3) è inoltre configurato per monitorare le condizioni di lavoro dei dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e prevedere, segnalare la necessità di, e organizzare operazioni di verifica/svuotamento/ manutenzione/sostituzione dei dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2).
  4. 4. Sistema secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui il centro remoto di controllo (3) è inoltre configurato per offrire ai produttori di rifiuti a rischio infettivo un servizio di consultazione via web o applicazione mobile di informazioni concernenti i cicli di trattamento svolti dai propri dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2).
  5. 5. Sistema (1) a controllo remoto di trattamento in situ di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti da produttori medio-piccoli, comprendente: - dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) prodotti da produttori medio-piccoli da installare presso tali produttori e progettati per presentare caratteristiche compatibili con l’utilizzo in luoghi destinati ad uso abitativo, all’esercizio di una professione o alla fornitura di un servizio, quali ambienti domestici, uffici, studi medici, dentistici, veterinari, cliniche, o similari, ed ciascun dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende: - un sistema sensoriale (28) per monitorare l’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo stesso; ed - una centralina elettronica di controllo (31) collegata al sistema sensoriale (14) e configurata per controllare l’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2): - avviando cicli di trattamento di rifiuti secondo modalità configurabili in base alle esigenze della specifica applicazione e/o del tipo di utenza, - ricevendo ed elaborando dati indicativi dell’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e inerenti i cicli di trattamento dei rifiuti effettuati, e generare e mettere a disposizione dei produttori di rifiuti a rischio infettivo presso cui il dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) è installati delle certificazioni dei cicli di trattamento dei rifiuti da loro prodotti.
  6. 6. Sistema secondo la rivendicazione 5, in cui la centralina elettronica di controllo (16) è inoltre configurata per: - esporre un’interfaccia grafica utente per la configurazione e la diagnostica del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) attraverso un dispositivo elettronico esterno ad esso collegato, e - svolgere operazioni di diagnostica del funzionamento del dispositivo di raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e memorizzare e permettere la consultazione dei relativi dati a dispositivi elettronici esterni ad esso collegati.
  7. 7. Sistema (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui le caratteristiche dei dispositivi di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo compatibili con applicazioni in luoghi destinati ad uso abitativo, all’esercizio di una professione o alla fornitura di un servizio comprendono una o più fra potenza elettrica assorbita, dimensione, rumorosità ed emissione elettromagnetica.
  8. 8. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui ciascun dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende: - un involucro (5), - una vasca di trattamento dei rifiuti (6) alloggiata all’interno dell’involucro (5) e provvista di un dispositivo di ingresso dei rifiuti (7), - un dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti (8), - un dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti (9) associato alla vasca di trattamento dei rifiuti (6), ed - un dispositivo elettronico di controllo e comunicazione (13) per controllare l’operatività del dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) e comunicare con il centro remoto di controllo (3).
  9. 9. Sistema secondo la rivendicazione 8, in cui il dispositivo di ingresso dei rifiuti (7) comprende essenzialmente un passaggio di introduzione dei rifiuti (14) in grado di assumere una configurazione di apertura, in cui il passaggio di introduzione dei rifiuti (14) è in comunicazione con la vasca di trattamento dei rifiuti (6) così da mettere la vasca di trattamento dei rifiuti (6) in comunicazione con l‘esterno e consentire l’introduzione dei rifiuti nella vasca di trattamento dei rifiuti (6), ed una configurazione di chiusura, in cui è l’accesso dall’esterno al passaggio di introduzione dei rifiuti (14) è interdetto e la vasca di trattamento dei rifiuti (6) è chiusa a tenuta ermetica.
  10. 10. Sistema secondo la rivendicazione 8 o 9, in cui il dispositivo di triturazione e miscelazione dei rifiuti (8) comprende essenzialmente una lama (16) per lo sminuzzamento e la polverizzare dei rifiuti, la quale è alloggiata nella vasca di trattamento dei rifiuti (6) ed è azionata da un motore (17) alloggiato all’esterno della stessa.
  11. 11. Sistema secondo la rivendicazione10, in cui la geometria del profilo di taglio della lama (16) ed il suo orientamento spaziale sono tali da: - sezionare materiali eterogenei e con resilienza differente, grazie al profilo curvilineo li fa scorrere sul filo di taglio con un’incidenza variabile così da salvaguardare la durata della lama ed aumentare le sue capacità meccaniche; - comportarsi come un martello per agire sulla duttilità dei rifiuti con caratteristiche di durezza equivalenti ai metalli e per frantumare quelli assimilabili al vetro; - sollevare il rifiuto sezionato secondo una direttrice verticale positiva rispetto alla mediana dell’asse della lama per minimizzare l’attrito del corpo lama sulla massa omogenea del rifiuto; - fendere col rostro più periferico la massa eterogenea del rifiuto per sfilacciarlo comprimendolo sulla superficie perimetrale della vasca e sfruttando l’attrito del metallo secondo il criterio dei flussi lamellari; - miscelare la massa omogenea del rifiuto sminuzzato per polverizzarlo ed aerarlo cosi da trasformarlo in fluff leggero ed omogeneo; - generare l’effetto suolo che solleva i rifiuti dal fondo piano della vasca di trattamento dei rifiuti per mezzo di un’ala orizzontale oblunga creata in prossimità del mozzo affinché non si formino sacche di rifiuto grossolano sul fondo della vasca; e - innescare un flusso di risalita elicoidale dei rifiuti lungo la parete della vasca di trattamento dei rifiuti per omogeneizzare le temperature di trattamento in fase di sterilizzazione.
  12. 12. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 11, in cui il dispositivo di sterilizzazione dei rifiuti (9) comprende uno fra un dispositivo di riscaldamento di tipo a resistenze elettriche o ad induzione, un dispositivo di introduzione di un agente sterilizzante nella vasca di trattamento ed un dispositivo di irradiamento di radiazioni ionizzanti o non ionizzanti.
  13. 13. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 12, in cui ciascun dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende inoltre un dispositivo per la verifica dell’efficacia di sterilizzazione (10) alloggiato in modo rimovibile nella vasca di trattamento dei rifiuti (6) e progettato per portare uno o più indicatori di sterilizzazione (21) in modo che questi siano sottoposti alle medesime condizioni presenti nella vasca di trattamento dei rifiuti (6).
  14. 14. Sistema secondo la rivendicazione 13, in cui dispositivo per la verifica dell’efficacia di sterilizzazione (10) comprende essenzialmente un involucro esterno (19) alloggiabile in maniera estraibile nella vasca di trattamento dei rifiuti (6), ed un supporto (20) alloggiabile in maniera estraibile all’interno dell’involucro (19) e conformato per supportare in maniera rimovibile uno o più indicatori di sterilizzazione (21).
  15. 15. Sistema secondo la rivendicazione 12 o 13, in cui il supporto (20) alloggiabile in maniera rimovibile all’interno dell’involucro è conformato per supportare in maniera rimovibile una o più fiale (21).
  16. 16. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 15, in cui ciascun dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende inoltre un dispositivo di depressurizzazione (11) della vasca di trattamento dei rifiuti (6) provvisto di un dispositivo di filtrazione (27) per il trattamento degli sfiati aeriformi.
  17. 17. Sistema secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 16, in cui ciascun dispositivo di raccolta e trattamento di rifiuti sanitari a rischio infettivo (2) comprende inoltre un dispositivo di svuotamento e stoccaggio (11) dei rifiuti sterilizzati, il quale è accoppiato alla vasca di trattamento dei rifiuti (6) ed è configurato per trasferire i rifiuti sterilizzati dalla vasca di trattamento dei rifiuti (6) in un contenitore (23) di raccolta di rifiuti sterilizzati.
  18. 18. Sistema secondo la rivendicazione 17, in cui il sistema sensoriale (28) è configurato per misurare il grado di riempimento del contenitore (23) di raccolta dei rifiuti sterilizzati, ed in cui la centralina elettronica di controllo (31) è configurata per determinare e comunicare al centro remoto di controllo (3) l’opportunità/necessità di sostituire il contenitore (23) di raccolta dei rifiuti sterilizzati con un contenitore vuoto.
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