ITTV940109A1 - Copertura in laterizio perfezionata, particolarmente per favorire la ventilazione del tetto - Google Patents

Copertura in laterizio perfezionata, particolarmente per favorire la ventilazione del tetto Download PDF

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Abstract

Copertura in laterizio perfezionata, in cui il piano portante è del tipo discontinuo prevedendo:- prime doghe impegnate equidistanti e longitudinalmente alla caldana, ognuna forata e piegata secondo una conformazione ad "L", dove la base è ulteriormente ripiegata convegendo verso l'interno a formare un arpione, nonché una serie di culle l'una adiacente all'altra, ottenute per tranciatura, ricavate sulla parte perpendicolare alla caldana;- seconde doghe forate, distribuite appaiate e perpendicolarmente lungo la linea del colmo, le quali presentano la base obliqua secondo una pendenza ideale imposta dalla rispettiva falda da ricoprire, mentre l'estremità superiore è ripiegata sul medesimo lato ottenendo una eletta ortogonale; ed in cui, assicurando la prima fila soprastante di ceppi con la culla volta verso il basso, alle doghe di colmo, sono previsti ganci ferma-coppi corti, mentre secondi ganci più lunghi dei primi ancorano le successive file di ceppi, alle prime doghe longitudinali distribuite lungo la caldana di falda.

Description

Titolo:
COPERTURA IN LATERIZIO PERFEZIONATA, PARTICOLARMENTE PER FAVORIRE LA VENTILAZIONE DEL TETTO.
II presente trovato ha per oggetto una copertura in laterizio perfezionata, particolarmente per favorire la ventilazione del tetto.
L'innovazione trova particolare se pur non esclusiva applicazione nel settore edile, ovvero nella posa in opera di tetli, ed in generale fra
Allo stato attuale della tecnica sono note le caratteristiche tecnicofunzionali ed i molteplici vantaggi che offrono le tradizionali coperture in cotto. Queste prevedono l’Impiego a strati del coppo o tegola curva, liscio 0 provvisto di nervature, ottenuto in laterizio secondo una sezione trasversale pressoché semiellittica e con una terminazione leggermente rastremata rispetto all'opposta. Meglio ancora, la culla comprende delle teste d'imbocco le quali presentano un diverso raggio di curvatura, in pratica l'una è più piccola dell'altra. Essendo quindi prevista una certa conicità, viene favorito l'imbocco garantendo la continuità del canale di sgrondo o del dorso di displuvio predisponendo un coppo contiguo durante la posa in opera. Generalmente la posa in opera del manto di copertura in coppo, richiede la collocazione di un primo strato di coppi l'uno adiacente all'altro, parzialmente sovrapposti, con la concavità o culla rivolta verso l'alto e direttamente a contatto della caldana di falda. Un secondo strato viene successivamente collocato al di sopra del primo e rovesciato, ovvero a cavallo dei primi, In modo da interessare con i bordi longitudinali gli assi longitudinali a due a due, dei coppi sottostanti.
E' del pari noto che la copertura a falde può presentare una pendenza più o meno accentuata, e per questo motivo, a seconda del caso, debbi essere adottati diversi sistemi di posa in opera unitamente a specifici co o tegole provvisti di particolari conformazioni o tali da preved accorgimenti utili a consentirne il diverso impiego.
Fra gli inconvenienti riscontrabili nelle soluzioni tradizionali, possibile osservare il fatto che non offrivano sufficienti garanzie di tem soprattutto in presenza di particolari condizioni atmosferiche. Per ovvi alle problematiche esposte, anche se parzialmente, si è ricorsi all'impiego di guaine bituminose impermeabilizzanti. Nonostante ciò, una delle cause più frequenti di inefficace tenuta della copertura, può essere data dalla continua movimentazione, che ad esempio può verificarsi per effetto di sommovimenti anche impercettibili del sottosuolo, o di improvvise quanto intense folate di vento. Un secondo inconveniente, non meno importante del precedente, consiste nel fatto che il coppo, direttamente a contatto delle falde, impedirebbe la ventilazione della superficie, causando la formazione ed il ristagno di umidità. Inconvenenti ancora più gravi possono verificarsi, ad esempio, negli edifici dei centri storici ristrutturati, durante i periodi maggiormente caldi, come d'estate alle nostre latitudini, in cui nei sottotetti si avrà un considerevole aumento della temperatura, rendendo gli ambienti praticamente impraticabiii se non convenientemente assistiti da sistemi di climatizzazione.
Una prima soluzione adottata, ha consistito nel prevedere un tetto, la cui copertura è ottenuta mediante la preventiva posa in opera di doghe in legno, disposte verticalmente rispetto al piano in pendenza, impegnate alla caldana e sopra le quali si provvede al fissaggio, mediante viti, di una pannellatura in truciolare marino. Solo una volta terminata la posa in opera della struttura piana sarà possibile adagiarvi il manto di copertura utilizzando tradizionali coppi i quali verranno posati secondo il metodo descritto. Nella presente soluzione, gli inconvenienti consistono essenzialmente nei fatto che la ventilazione ottenuta nell'intercapedine, fra la copertura In pannelli e la caldana, è data solo da un flusso d'arià, ascensionale, distribuita per settori definiti dai listoni, rispettivamente dal canale di sgrondo al colmo del tetto. In tal caso, la velocità di circolazione deii'aria appare ridotta, riducendo i presunti benefici anche considerato il fatto che In certi casi, l'aria in circolazione nell'intercapedine, non trova libero sfogo alte estremità. Ulteriori inconvenienti, possono essere riassunti nel deperimento della struttura legnosa portante e nella complessità di posa in opera, che incide considerevolmente sia sul piano dei tempi di esecuzione che dei costi. Infine, resterebbero pressoché Invariate le problematiche già osservate in relazione alla movimentazione accidentale dei coppi.
Un secondo sistema, ha consistito nel prevedere la posa in opera di una struttura di sostegno del coppi, comprendente ugualmente una serie di listoni in legno disposti lungo la pendenza di una falda da ricoprire, ma anche attraversati a distanze predeterminate da listelli sagomati con una pluralità di culle ricavate superiormente, che richiamano la sagoma negativa di un coppo. Sia i primi che i secondi, debbono essere fissati saldamente alla caldana mediante noti tasselli e prima di procedere alla disposizione del manto di copertura con dei coppi del tipo noto. Alla base della copertura, in prossimità del canale di gronda, è previsto l'impiego di un listone sul quale viene fissata mediante gratfettatura una rete antipassero. In tal caso sono necessari dei coppi forati, distribuiti secondo tecnica nota, ricorrendo nella fase finale al fissaggio degli stessi mediante delle viti alla sottostante struttura di legno. Nel caso specifico è rilevabile il fatto che la ventilazione è pressoché inesistente, necessitando ottenere una minima circolazione, l'impiego di coppi particolarmente conformati essendo provvisti di bocchette d'aspirazione. Una delle cause, data dalla struttura di sostegno del manto di copertura, che ostacola la circolazione deH'aria in tutti i sensi, ottenendo per certi versi degli effetti peggiorativi circa le condizioni di vivibilità nei sottotetti.
Una delle soluzioni più recenti ai problemi osservati, è prospettata dalla domanda di brevetto per modello d'utilità n. TV92U000051. In sintesi, il coppo incorpora uno, due o più protuberanze, le quali fanno parte del coppo e servono come piedini per tenerlo sollevato dal solaio, permettendo all'aria una libera circolazione con conseguente smaltimento del calore accumulato ottenendo l'effetto ventilato. Ulteriori perfezionamenti al sistema descritto, hanno previsto l'impiego di soli piedini di sostegno realizzati in materiale plastico. Questi, possono essere associati ad una estremità d'imbocco del coppo in fase di posa in opera, consentendo ai coppi successivi di sovrapporsi con l'estremità opposta ai primi. Viene prevista inoltre una lamiera metallica tranciata e ripiegata a "V", la quale distribuita lungo il canale di gronda, consente il supporto dell'estremità dell'ultima fila di coppi. Sotto il profilo degli inconvenienti si potrebbe riscontrare in primo luogo una certa complessità di posa in opera, la quale comporterebbe lunghi tempi d'esecuzione, ma soprattutto il possibile scivolamento dei coppi con il conseguente distacco dei piedini, alterando in conclusione l'efficacia protettiva della copertura.
Scopo del presente trovato è quello di ovviare ai succitati inconvenienti.
Questo ed altri scopi vengono raggiunti con la presente innovaz secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni risolvendo problemi esposti mediante una copertura in laterizio perfezionata particolarmente per favorire la ventilazione del tetto, comprendente, sulle strutture portanti di falda costituite da un piano portante di tipo discontinuo, un primo strato di coppi con la concavità volta verso l'alto e disposti per file attigue partendo dalla gronda verso il colmo, e sovrapposte, detti coppi prevedendo sul dorso una superficie piana e parallela alle direttrici longitudinali dei bordi, ricavata per asportazione, prossima all'estremità, di una porzione dello spessore allo scopo maggiorato, della struttura di coppo, ottenendo un dente complanare alla superficie curva del dorso; ed In cui il piano portante è del tipo discontinuo essendo previste:
- prime doghe metalliche impegnate equidistanti e longitudinalmente alla caldana, ognuna delle quali è piegata secondo una conformazione ad "L", mentre la base è ulteriormente ripiegata convergendo verso l'interno a formare un arpione, nonché prevedendo, una serie di culle l’una adiacente all'altra, ottenute per tranciatura, ricavate sulla parte della doga perpendicolare alla caldana di falda, e dei fori diffusi a tutta superficie, consentendo l'attraversamento della doga da flussi di aria circolante;
- seconde doghe, distribuite perpendicolarmente lungo la linea del colmo, prevedendo una coppia di doghe appaiate le quali oltre ad essere ugualmente forate, presentano la base con la superficie obliqua secondo una pendenza ideale imposta dalla rispettiva falda da ricoprire, mentre l'estremità superiore o ripiegata sul medesimo iato ottenendo una aletta ortogonale; ed in cui, per assicurare la prima fila soprastante di coppi con la culta volta verso il basso, alle doghe di colmo, sono previsti ganci ferma-coppi corti, mentre secondi ganci più lunghi del primi ancorano le successive file di coppi, alle prime doghe longitudinali distribuite lungo la caldana di falda.
in tal modo, è possibile ottenere una copertura estremamente funzionale, la quale richiede tempi di esecuzione ridotti anche per merito della ineguagliabile semplicità di posa in opera. Il sistema descritto, offre in buona sostanza una maggiore compattezza dell'intero manto di copertura, senza con questo diminuire le capacità di ventilazione dell'intercapedine ottenuta nell'area sotto-coppi. Ulteriormente, per effetto deH'ottima flessibilità, è consentita l'adozione del particolare manto di copertura nei 1 confronti di qualsiasi superficie da ricoprire, sia essa più o meno pendente, Impedendo ai coppi di scivolare verso la linea di gronda, ed in genere di sollevarsi e/o muoversi, in definitiva costituendo un buon sistema legante.
Questi ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione di una soluzione preferenziale di realizzazione con l'aiuto dei disegni schematici allegati I cui particolari di esecuzione non sono da Intendersi limitativi ma preferibilmente esemplificativi.
La Figura 1 ., rappresenta una vista in sezione del manto di copertura di una falda della caldana.
1 La Figura 2., rappresenta una vista di testa di una parte del manto di copertura.
La Figura 3., rappresenta una falda della caldana incluso il colmo della superficie da rivestire, lungo la quale sono state preventivamente impegnate deile doghe longitudinali prive del manto di copertura in coppi La Figura 4., rappresenta una vista schematica e frontale di una doga per il supporto dei coppi concavi.
La Figura 5., rappresenta una vista schematica e frontale di una doga di collegamento al colmo.
Le Figure 6. e 7., rappresentano rispettivamente le sezioni delle doghe di cui alle figure 4. e 5.
Le Figure 8. e 9., rappresentano due ganci ideali per l'ancoraggio dei coppi convessi alle corrispondenti doghe.
Infine, la Figura 10., rappresenta una vista di pianta di una sagoma metallica per occludere, sul colmo della copertura, gli interspazi fra coppi adiacenti.
Facendo riferimento alle figure, si rileva che un tetto (A) per la copertura di edifici, richiede in primo luogo la realizzazione di una caldana di falda (1), sopra la quale viene successivamente distribuito un manto di copertura in coppi.
Quindi, si procede al fissaggio lungo la superfice pendente da rivestire, di una prima serie di doghe (2), equidistanti e parallele alla linea di colmo, di cui quella inferiore che corrisponde alla linea di gronda ruotata di 180°. Più in dettaglio, ogni doga (2), si compone di una struttura metallica, ad esempio In lamiera zincata, piegata longitudinalmente secondo una conformazione ad "L". Si ottiene quindi-un tratto della struttura (2‘) pressoché perpendicolare alla caldana, e secondo (2”) che costituisce la base d'appoggio della doga (2) alla -detta caldana consentendo, nel contempo, l'ancoraggio mediante mezzi noti-alla superficie sottostante. Nel caso di specie, la base (2") presenta l'estremità ripiegata in misura inferiore ai 90°, realizzando una linguetta aggettante (3) la quale, essendo continua funge da arpione per trattenere sul dorso lo strato di coppi inferiore. Lungo il detto tratto perpendicolare (2‘) vengono ricavate per asportazione di materiale, una serie di culle in continuità essendo l'una adiacente all'altra (5), ognuna delle quali disponendo di una forma semicircolare, in pratica negativa della sezione di un coppo, è atta al supporto di una parte. Inoltre, la doga (2), presenta la superficie, almeno in corrispondenza della parte verticale (2'), opportunamente forata (4) ricavando una sorta di nido d'ape diffuso che consente al flusso d'aria circolante di attraversare agevolmente la barriera costituita dalle doghe (2) poste perpendicolarmente rispetto al tetto.
Predisposte le doghe (2), (Fig. 3), si procede quindi con la distribuzione di una prima fila di coppi (6), ognuno dei quali prevede sui dorso di displuvio un dente a decrescere (6') essendo complanare alla superficie curva del detto coppo, prossimo all'estremità. Detto dente (6'), la cui parete di battuta è leggermente obliqua, è ricavato mediante asportazione In piano di una porzione di materiale direttamente dallo spessore dei coppo (6), che in tal caso risulta debitamente maggiorato rispetto ai coppi tradizionali. In tal caso ogni coppo (6) viene adagiato con l'estremità prossima alla doga a monte (2) di modo chè il dente (6'} venga agganciato dali'arpione (3) e così trattenuto. L'estremità opposta del medesimo coppo (6), si dispone a cavallo della detta culla (5) della doga (2) a valle, sporgendo con una parte del dorso al di sopra dell'estremità un coppo sottostante (6). La fila di coppi (7) superiore, distribuita secondo tecnica nota, a cavallo del bordo di due coppi capovolti (6), adiacenti e sottostanti, è del tipo provvista di foro (7'), in modo tale da consentire l'impiego di ganci fermacoppi (8). Detti ganci (8) sono ottenuti ripiegando del filo metallico di diametro consistente, realizzando da un lato un gancio ad uncino (8') dall'altro, al termine di un lungo tratto rettilineo, prevedendo un piccolo tratto piegato di ca. 20° seguito da un secondo breve tratto ripiegato perpendicolarmente al precedente (8"). Quest'ultima estremità viene introdotta, dall’alto verso il basso, all'interno dei fori (7') previsti sulla testa dei coppi convessi (7), mentre l'estremità opposta passando attraverso il gioco del coppi sottostanti (6), viene agganciata direttamente ai fori (4) della doga (2).
Una seconda tipologia di doga (9), necessaria alla realizzazione del suddetto manto di copertura, viene impiegata lungo la linea del colmo, costituendo il collegamento tra le due falde della caldana. Trattasi anche in tal caso, di una struttura metallica preferibilmente in lamiera zincata, la quale si compone di una superficie verticale rispetto al colmo convenientemente attraversata da fori, seguita inferiormente da un tratto in pendenza, essendo piegato secondo un angolo di ca. 105°, la cui estremità è ulteriormente ripiegata per un breve tratto di ca. 57° (9’). L'estremità opposta, prevede viceversa, l'ottenimento di una aletta (9”) piegata verso il lato dell'arpione (9'), ortogonalmente rispetto al tratto centrale. Ancora più in dettaglio, lungo la linea del colmo, è previsto l'impiego di due doghe (9) affiancate l'una all’altra lungo il tratto perpendicolare, e con le rispettive basi appoggiate da un lato e dall'altro delle corrispondenti falde sulle quali sono ancorate. In tal caso, mentre il coppo sottostante della prima fila viene semplicemente appoggiato in battuta della doga (9), il coppo soprastante e capovolto, viene assicurato alla doga mediante un secondo tipo di gancio (10). Trattasi in sostanza, di un gancio ben più piccolo del precedente (8), e prevede essenzialmente un tratto rettilineo di collegamento, le cui estremità sono ripiegate per consentire l'ancoraggio dei coppi (7) alla struttura della doga (9). Una prima terminazione, richiama la forma (8") prevista per il gancio precedente (8), mentre la terminazione opposta, necessitando di minore inclinazione, prevede un tratto risvoltato < 90°, ovvero pressoché perpendicolarmente. Anche quest'ultimo gancio (10) da un lato viene introdotto, dall'alto verso il basso, all'interno dei fori (7‘) praticati sut dorso della prima fila di coppi (7), mentre l'estremità opposta si impegna lungo la linguetta aggettante (9") delie doghe (9). Con lo scopo di occludere gli interstizi, prossimi al colmo, ottenuti su entrambi i lati dalla distribuzione della prima fila di coppi convessi (7), è prevista una sagoma preferibilmente in rame (11 ), le cui estremità (11') sono arrotondate. Più in dettaglio, può anche essere deformata in fase d'opera, flettendo le estremità (11 ') verso il basso a chiudere lo spazio fra i coppi adiacenti (7), mentre la parte centrale piana viene adagiata al di sopra della superficie anch'essa piana realizzata dalle alette contigue (9") delle doghe (9), e qui infine assicurata. A questo punto per fissare i copponi, che vengono disposti a cavallo delle due falde, si può prevedere l’impiego di mezzi a vite i quali vanno ad impegnarsi sulla sottostante sagoma (11 ) e fra le dette due doghe (9).
In una soluzione preferenziale, sia le doghe (2) che (9) possono essere fornite in una misura standard, consentendo al posatore l'impiego dr tante doghe, una di seguito all'altra, proporzionalmente alla lunghezza della falda da ricoprire. Misure intermedie potranno essere adeguatamente compensate sovrapponendo le doghe stesse, o tagliandole In situ a misura.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Copertura in laterizio perfezionata, particolarmente per favorire la ventilazione del tetto, comprendente, sulle strutture portanti di falda costituite da un piano portante di tipo discontinuo, un primo strato di coppi con la concavità volta verso l'alto e disposti per file attigue partendo dalla gronda verso il colmo, e sovrapposte, detti coppi prevedendo sul dorso una superficie piana e parallela alle direttrici longitudinali del bordi, ricavata per asportazione, prossima all'estremità, di una porzione dello spessore allo scopo maggiorato della struttura di coppo, ottenendo un dente complanare alla superficie curva del dorso; caratterizzata dal fatto che il piano portante è del tipo discontinuo essendo previste: - prime doghe metalliche impegnate equidistanti e longitudinalmente alla caldana, ognuna delle quali è piegata secondo una conformazione ad "L", mentre la base è ulteriormente ripiegata convergendo verso l'interno a formare un arpione, nonché prevedendo, una serie di culle Cuna adiacente' all'altra, ottenute per tranciatura, ricavate sulla parte della doga perpendicolare alla caldana di falda, e dei fori diffusi a tutta superficie, consentendo l'attraversamento della doga dall'aria circolante; - seconde doghe, distribuite perpendicolarmente lungo la linea del colmo, prevedendo delle doghe appaiate le quali oltre ad essere ugualmente forate, presentano la base con la superficie inclinata secondo la rispettiva falda da ricoprire, mentre l'estremità superiore è ripiegata sul medesimo lato ottenendo una aletta ortogonale; ed in cui, per assicurare la prima fila soprastante di coppi con la culla volta verso il basso, alle doghe di colmo, sono previsti ganci ferma-coppi corti, mentre secondi ganci più lunghi dei primi ancorano le successive file di coppi, alle prime doghe longitudinali distribuite lungo la caldana di falda.
  2. 2. Copertura in laterizio perfezionata, secondo la rivendicazione 1., caratterizzata dal fatto che sulla superficie da rivestire è impegnata una prima serie di doghe (2), provviste di aperture, equidistanti e parallele alla linea di colmo, di cui quella inferiore che corrisponde alla linea di gronda, è ruotata di 180°, mentre lungo la linea del colmo si prevede seconde doghe (9), distribuite perpendicolarmente ed appaiate in contrapposzione, ugualmente provviste di aperture.
  3. 3. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni 1. e 2., caratterizzata dal fatto che ogni doga (2), si compone di una struttura metallica piegata longitudinalmente secondo una conformazione ad "L", in cui è ottenuto un tratto della struttura (2') pressoché perpendicolare alla caldana, ed un secondo (2“) ortogonale al precedente che costituisce la base d'appoggio delia doga (2) alla detta caldana, consentendo l'ancoraggio alla superficie sottostante, ed in cui detta base (2") presenta l'estremità ulteriormente ripiegata ottenendo un arpione (3).
  4. 4. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che lungo il detto tratto perpendicolare (2') vengono ricavate per asportazione di materiale, una serie di culle in continuità essendo l'una adiacente all'altra (5), ognuna delle quali disponendo di una forma semicircolare, ovvero negativa della sezione di un coppo, essendone atta al supporto di una parte.
  5. 5. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che una prima fila di coppi (6), ognuno del quali prevede sul dorso di displuvio un dente (6 ), viene adagiata con l'estremità prossima alla doga a monte (2) ottenendo che il dente (6') venga agganciato dall'arpione (3) e così trattenuto.
  6. 6. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che almeno una seconda doga in lamiera (9), è necessaria alla realizzazione del manto di copertura, impiegata lungo la linea del colmo, costituendo il collegamento tra le due faide della caldana, prevedendo una superficie verticale rispetto al colmo convenientemente attraversata da fori, seguita inferiormente da un tratto in pendenza, la cui estremità è ulteriormente ripiegata per un breve tratto a costituire l'arpione (9‘).
  7. 7. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'estremità opposta della medesima doga (9), prevede viceversa, l'ottenimento di una aletta (9"); piegata, verso il lato dell'arpione (9'), ortogonalmente rispetto al tratto ' centrale.
  8. 8. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che lungo la linea del colmo, è previsto l'Impiego di due doghe (9) affiancate l'una all'altra lungo il tratto perpendicolare, e con le rispettive basi appoggiate da un lato e dall'altro delle corrispondenti falde sulle quali sono ancorate.
  9. 9. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i coppi (7) della fila superiore della copertura, sono del tipo provvisti di foro (7'), in modo tale che ganci fermacoppi (8) prevedano una estremità introdotta, dall'alto verso il basso, all’interno dei detti fori (7') previsti sulla testa dei coppi convessi, mentre l'estremità opposta passando attraverso il gioco dei coppi sottostanti (6), essendo agganciata direttamente ai fori (4) della doga (2).
  10. 10. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ogni coppo (7) della prima fila prossima al coimo, è assicurato alla corrispondente doga (9) mediante un gancio del tipo corto (10), il quale prevede un tratto rettilineo di collegamento, le cui estremità sono ripiegate, rispettivamente una prima richiamando la forma (8") prevista per il gancio (8), mentre la terminazione opposta, prevede un tratto risvoltato minore od uguale di 90°.
  11. 11. Copertura in laterizio perfezionata, secondo la rivendicazione 10., caratterizzata dal fatto che il gancio (10) da un lato viene introdotto, dall'alto verso il basso, all'interno dei fori (7‘) praticati sul dorso della prima fila di coppi (7), mentre l'estremità opposta si impegna lungo linguetta aggettante (9") delle doghe (9).
  12. 12. Copertura in laterizio perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che si prevede una sagoma metallica deformabile (11) od anche preformata, le cui estremità (11’) sono arrotondate, detta sagoma presentando le estremità (11‘) ripiegate verso il basso a chiudere lo spazio fra i coppi adiacenti (7), mentre la parte centrale piana è adagiata al di sopra della superficie anch'essa piana realizzata dalle alette contigue (9") delle doghe (9), e qui infine assicurata.
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