ITTO20120104A1 - Impianto dentale od osseo - Google Patents

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ITTO20120104A1
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IT
Italy
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implant
thread
stem
threaded portion
bone
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IT000104A
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English (en)
Inventor
Alberto Lazzaro
Luigi Paracchini
Original Assignee
Twocare S R L
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61CDENTISTRY; APPARATUS OR METHODS FOR ORAL OR DENTAL HYGIENE
    • A61C8/00Means to be fixed to the jaw-bone for consolidating natural teeth or for fixing dental prostheses thereon; Dental implants; Implanting tools
    • A61C8/0018Means to be fixed to the jaw-bone for consolidating natural teeth or for fixing dental prostheses thereon; Dental implants; Implanting tools characterised by the shape
    • A61C8/0022Self-screwing
    • A61C8/0025Self-screwing with multiple threads

Description

DESCRIZIONE dell'invenzione industriale dal titolo: "Impianto dentale od osseo"
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un impianto dentale o, più in generale, osseo, comprendente uno stelo ed una filettatura ricavata sulla superficie esterna di detto stelo, tramite la quale quest’ultimo à ̈ atto ad essere ancorato ad un tessuto osseo.
Un impianto dentale à ̈ un dispositivo progettato per essere collocato chirurgicamente all’interno dell’osso mandibolare o mascellare per sorreggere una protesi dentaria che deve garantire al paziente una corretta biofunzionalità. I requisiti fondamentali degli impianti dentali attualmente in uso sono la biocompatibilità, la capacità di osteointegrarsi, la durata nel tempo ed il ripristino funzionale degli organi (denti) sostituiti, possibilmente nel rispetto dell’armonia estetica.
La morfologia e le componenti degli impianti dentali sono dettate dalle caratteristiche meccaniche del materiale base più diffusamente impiegato per la loro realizzazione, il titanio che, con le sue leghe, copre circa il 97% del mercato di questo settore.
In genere si utilizza titanio puro di grado 4 per realizzare la “fixture†, ossia la parte endoossea dell’impianto, mentre per l’“abutment†, parte che verrà ricoperta dalla protesi dentaria, e la vite di collegamento tra abutment e fixture si ricorre al titanio di grado 5. Il titanio di grado 4 à ̈ considerato puro (4 à ̈ l’indice di presenza nella matrice di titanio di ossigeno, carbonio, ferro ed altre impurità in percentuale residua) mentre il titanio di grado 5 à ̈ una lega composta dal 6% in peso di alluminio e dal 4% in peso di vanadio più altre impurità così come nel titanio di grado 4.
L’uso del titanio commercialmente puro à ̈ dovuto all’esigenza di evitare il rilascio di ioni metallici a contatto con i tessuti biologici, pur assicurando le caratteristiche meccaniche prescritte. L’impiego di titanio di grado 5 à ̈ esclusivamente voluto dai produttori di impianti per assicurare al sistema impiantare un margine ampio di sicurezza meccanica all’azione dei carichi masticatori. L’associazione tra l’accumulo di metalli come l’alluminio e gravi patologie degenerative quali il morbo di Alzheimer riveste in quest’ambito un interesse più che accademico, essendo le componenti protesiche degli impianti sottoposte all’azione erosiva dell’ambiente orale. Alla chiara esigenza di controllo della biodisponibilità degli elementi potenzialmente tossici, si à ̈ data risposta, per ora solo a livello sperimentale, mediante barriere di contenimento (ad es. rivestimenti superficiali) o la scelta di differenti materiali. A tale riguardo, in alternativa ai materiali metallici sono stati recentemente proposti materiali ceramici massivi, quali allumina (Al2O3) e zirconia (ZrO2). Inoltre, dal punto di vista biomeccanico l’uso di materiali ceramici à ̈ particolarmente indicato per evitare il passaggio di sforzo tra protesi e tessuto biologico circostante.
Il successo nella messa a punto di un impianto dentale non dipende solo dall’impiego di un corretto materiale, ma dalla sua integrazione nel tessuto in cui viene collocato. Infatti, non si deve considerare un impianto dentale come un dispositivo unicamente capace di sostituire il dente naturale, bensì un sistema di riabilitazione dell’intero apparato stomatognatico. Ai fini della qualità della vita del paziente à ̈ poi importante che tale riabilitazione avvenga in un tempo il più breve possibile, per poi perdurare il più a lungo possibile. Un aspetto chiave delle caratteristiche dell’integrazione à ̈ costituito dall’applicazione alla progettazione ed alla realizzazione di un impianto di conoscenze anatomiche, biomeccaniche, bioingegneristiche e di chimica delle superfici.
A motivo delle particolari sollecitazioni meccaniche cui deve rispondere un impianto dentale e della complessità delle risposte fisiologiche all’interfaccia tra impianto e tessuto, la messa a punto di dispositivi innovativi dotati di adeguate caratteristiche strutturali e capaci di esplicare una rapida e duratura integrazione con il tessuto ospite à ̈ a tutt’oggi un obiettivo di primaria importanza nel settore odontoiatrico.
In vista delle esigenze sopra indicate, costituisce oggetto dell’invenzione un impianto dentale od osseo del tipo definito all’inizio, in cui detta filettatura comprende
un primo tratto filettato adiacente ad una estremità di punta dello stelo, il filetto di detto primo tratto filettato presentando un profilo a tazza, in cui entrambi i fianchi del filetto presentano un profilo arcuato avente convessità rivolta verso detta estremità di punta, ed
un secondo tratto filettato distanziato da detta estremità di punta dello stelo, il filetto di detto secondo tratto filettato presentando un profilo triangolare.
Secondo tale idea di soluzione, il filetto triangolare del secondo tratto di filetto garantisce un corretto trasferimento di carico al tessuto osseo corticale, mentre il filetto a tazza del primo tratto di filetto trasferisce al tessuto osseo spongioso una corretta deformazione. In particolare il profilo a tazza ha la funzione di raccolta, nel corso dell’inserimento, di frustoli ossei, che svolgono un ruolo importante per la rigenerazione di nuovo osso attorno all’impianto.
Secondo una forma di realizzazione preferita dell’invenzione detto stelo à ̈ di materiale ceramico.
Come si può apprezzare, l’impianto secondo l’invenzione trova applicazione non solo in ambito dentistico, ma anche in altri settori medicali, ad esempio in ortopedia.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’impianto secondo l'invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione dettagliata che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio non limitativo, in cui:
- le figure 1 e 2 sono differenti viste laterali di un impianto dentale secondo l’invenzione;
- la figura 3 à ̈ una vista in sezione dell’impianto delle figure 1 e 2, presa lungo la linea III-III di figura 1;
- la figura 4 à ̈ una vista in scala ingrandita di un dettaglio dell’impianto, indicato dalla freccia IV in figura 3.
Con riferimento alle figure, un impianto secondo l’invenzione, in particolare un impianto dentale, à ̈ indicato complessivamente con 1.
L’impianto dentale 1 comprende uno stelo 3, comunemente noto come “fixture†, che in uso costituisce la parte endo-ossea dell’impianto, ed una porzione di testa 5, comunemente nota come “abutment†, che in uso viene ricoperta dalla protesi dentaria. In caso di un impianto per un impiego differente, ad esempio per uso ortopedico, la porzione di testa dell’impianto può essere conformata, a seconda delle esigenze, in maniera differente da quella rappresentata nelle figure. La forma della porzione di testa dell’impianto non à ̈ comunque essenziale ai fini dell’invenzione.
Lo stelo 3 presenta una filettatura ricavata sulla sua superficie esterna, tramite la quale esso à ̈ atto ad essere ancorato ad un tessuto osseo, ed un’estremità di punta 7, opposta rispetto alla porzione di testa 5. Preferibilmente, l’estremità di punta 7 dello stelo 3 à ̈ sagomata a calotta.
La filettatura dello stelo 3 comprende un primo tratto filettato 11 adiacente all’estremità di punta 7 dello stelo 3. Come si può vedere meglio in figura 4, il filetto del primo tratto filettato 11 presenta un profilo a tazza, in cui entrambi i fianchi 11a, 11b del filetto presentano un profilo arcuato avente convessità rivolta verso l’estremità di punta 7 dello stelo 3.
La filettatura dello stelo 3 comprende poi un secondo tratto filettato 13 distanziato dall’estremità di punta 7 dello stelo 3, disposto successivamente al primo tratto filettato 11 secondo una direzione che va dall’estremità di punta 7 alla porzione di testa 5. Il filetto del secondo tratto filettato 13 presenta un profilo triangolare.
Il filetto con profilo triangolare del secondo tratto filettato 13, adiacente alla porzione di testa 5 dell’impianto 1, garantisce un corretto trasferimento di carico al tessuto osseo corticale.
Il filetto con profilo a tazza del primo tratto filettato 11, adiacente all’estremità di punta 7 dell’impianto 1, trasferisce al tessuto osseo spongioso una corretta deformazione. In particolare il profilo a tazza ha la funzione di raccolta, nel corso dell’inserimento dell’impianto, di frustoli ossei che svolgono una funzione importante per la rigenerazione di nuovo osso attorno all’impianto.
La geometria a calotta dell’estremità di punta 7 dell’impianto permette uno scarico di stress più controllato e meno puntuale rispetto a profili piatti e/o a punta, consentendo di ridurre del 30% lo stress all’interfaccia osso-impianto sia nella zona corticale, sia nella zona spongiosa dell’osso. Inoltre aumenta la superficie di contatto con il tessuto osseo spongioso facilitandone una rapida osteointegrazione.
Il rapporto fra l’estensione del primo tratto 11 con profilo a tazza ed il secondo tratto 13 con profilo triangolare può variare a seconda del paziente ed a seconda del quantitativo di tessuti molli, osso corticale ed osso spongioso.
L’angolo del profilo del filetto triangolare e la curvatura del filetto a tazza possono altresì variare, in funzione della tipologia di osso corticale e spongioso.
Il profilo della curvatura dell'estremità di punta 7 dell'impianto può variare, a seconda della densità dell'osso spongioso, da piatto ad ellittico con qualunque valore dei due raggi dell'ellissoide, parallelo e perpendicolare all’asse di estensione dell’impianto (nel caso in cui tali raggi siano uguali si ottiene una calotta semisferica).
La suddetta combinazione geometrica di profili permette di conseguire caratteristiche strutturali significativamente migliorate rispetto ai dispositivi noti, indipendentemente dal materiale usato per l’impianto, quale ad esempio metallo medicale, lega metallica o materiale ceramico.
Le caratteristiche positive dell’impianto risultano tuttavia ulteriormente incrementate qualora tale impianto sia realizzato di materiale ceramico.

Claims (3)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto dentale od osseo, comprendente uno stelo (3) ed una filettatura ricavata sulla superficie esterna di detto stelo, tramite la quale quest’ultimo à ̈ atto ad essere ancorato ad un tessuto osseo, caratterizzato dal fatto che detta filettatura comprende un primo tratto filettato (11) adiacente ad una estremità di punta (7) dello stelo (3), il filetto di detto primo tratto filettato presentando un profilo a tazza, in cui entrambi i fianchi (11a, 11b) del filetto presentano un profilo arcuato avente convessità rivolta verso detta estremità di punta, ed un secondo tratto filettato (13) distanziato da detta estremità di punta dello stelo, il filetto di detto secondo tratto filettato presentando un profilo triangolare.
  2. 2. Impianto secondo la rivendicazione 1, in cui detta estremità di punta dello stelo adiacente a detto primo tratto filettato à ̈ sagomata a calotta.
  3. 3. Impianto secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto impianto à ̈ di materiale ceramico.
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