ITTO20090645A1 - Casco protettivo contro stati alterati di guida - Google Patents

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Giorgio Garavelli
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Giorgio Garavelli
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    • A42HEADWEAR
    • A42BHATS; HEAD COVERINGS
    • A42B3/00Helmets; Helmet covers ; Other protective head coverings
    • A42B3/04Parts, details or accessories of helmets
    • A42B3/0406Accessories for helmets
    • A42B3/0433Detecting, signalling or lighting devices

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Description

CASCO PROTETTIVO CONTRO STATI ALTERATI DI GUIDA
La presente invenzione è relativa ad un casco protettivo contro stati alterati di guida, in particolare contro stati di ubriachezza, influenza di sostanze stupefacenti e mancata chiusura dei lacci di fissaggio del casco.
I caschi protettivi sono ben noti: soprattutto nel campo delle automobili, dei motocicli e dei motoveicoli in generale, tali caschi sono di notevole aiuto per preservare la salute di chi li indossa contro incidenti che riguardano la testa.
Sono anche note oggigiorno soluzioni che impediscono la guida di un veicolo qualsiasi quando il suo utilizzatore è in uno stato di alterazione, ad esempio quando ha assunto sostanze stupefacenti, oppure ha consumato troppe bevande alcoliche. In questo caso, tramite svariate soluzioni, tutte in campo automobilistico, si impedisce al guidatore l’utilizzo del veicolo semplicemente disattivando la connessione con il motorino di avviamento, quando opportuni sensori rilevano la presenza di grandezze fuori dai limiti di sicurezza.
Tra gli svariati brevetti di questo tipo, quelli più rilevanti per la presente invenzione sono i seguenti:
- JP-A-2008214770, che descrive un casco per motociclette dotato di mezzi visivi di segnalazione dello stato di ubriachezza o dell’eccessiva assunzione di bevante alcoliche; questo documento, tuttavia, non prevede di impedire l’avviamento del motoveicolo se il conducente è ubriaco o sottoposto all’effetto di sostanze stupefacenti; e
- KR-A-20040009435, che descrive una soluzione dotata di sensori del consumo di alcool per impedire l’avviamento di un’auto in caso di consumo eccessivo.
Un ulteriore controllo che sarebbe utile effettuare, prima di consentire l’avviamento del veicolo, è che i lacci che fissano il casco alla testa dell’utilizzatore siano ben stretti tra loro: questo costituisce un’ulteriore protezione contro incidenti e aumenta la sicurezza dei guidatori di tali veicoli.
Non sono attualmente noti ai Richiedenti della presente invenzione dispositivi contenuti in caschi protettivi che rilevino stati di alterazione dovuti ad assunzione di bevande alcoliche o droghe e che rilevino anche la mancata chiusura dei lacci di fissaggio del casco alla testa.
Scopo della presente invenzione è risolvere le manchevolezze della tecnica anteriore, prevedendo un casco protettivo contro stati alterati di guida che impedisca l’avviamento di un veicolo, in particolare un motoveicolo, un veicolo di tipo gokart o un’imbarcazione a motore, qualora venga rilevata, nella persona che indossa il casco, l’assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti; la soluzione inventiva è di semplice realizzazione e di ridotte dimensioni, dato che deve essere collocata appunto all’interno di un casco. Inoltre, la soluzione inventiva, essendo prevista applicata ad un casco, che è un “indumento” che viene spesso indossato dai giovani, consente di prevenire infortuni e incidenti di qualsiasi tipo proprio nei confronti di quegli utilizzatori giovani, che spesso sono i più soggetti ad eccedere nel consumo di alcol e sostanze stupefacenti.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di prevedere un casco protettivo come sopra indicato che impedisca anche l’avviamento dei veicolo quando i lacci di connessione del casco alla testa dell’utilizzatore sono in posizione di apertura, indicando un non corretto posizionamento del casco sulla testa, con il pericolo di distacco del casco stesso.
Un altro ulteriore scopo della presente invenzione è quello di prevedere un casco protettivo come sopra indicato che, per la soluzione elettronica su cui si basa, possa anche essere dotato di mezzi di avvertimento (di tipo sonoro o luminoso) di una situazione potenzialmente pericolosa e non corrispondente a criteri di sicurezza prestabiliti.
I suddetti ed altri scopi e vantaggi dell’invenzione, quali risulteranno dal seguito della descrizione, vengono raggiunti con un casco protettivo come quello descritto nella rivendicazione 1. Forme di realizzazione preferite e varianti non banali della presente invenzione formano l’oggetto delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà meglio descritta da alcune forme preferite di realizzazione, fornite a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati, in cui:
- le Figure 1a e 1b illustrano due esempi di casco, rispettivamente uno integrale e uno no, a cui si può applicare l’invenzione;
- la Figura 2 è una rappresentazione schematica di una soluzione di rilevatore di stati alterati; e
- la Figura 3 è un diagramma a blocchi schematico dei principali componenti del circuito che realizza le funzioni dell’invenzione.
Facendo riferimento alle Figure, è illustrata e descritta una forma di realizzazione preferita del casco protettivo 1 della presente invenzione. Risulterà immediatamente ovvio che si potranno apportare al casco descritto innumerevoli varianti e modifiche (per esempio relative a forma, dimensioni, disposizioni e parti con funzionalità equivalenti) senza discostarsi dal campo di protezione dell'invenzione come appare dalle rivendicazioni allegate.
Le Figure 1a e 1b illustrano due esempi di casco 1, rispettivamente uno integrale e uno no, a cui si può applicare l’invenzione. In modo noto, tali caschi 1 comprendono una parte superiore 10 e una parte posteriore 11 che sono rivestite internamente da un ricoprimento 17; il casco 1 può o può non essere dotato di visiera 13 con relativa articolazione 14 al casco 1 stesso.
Nelle Figure è illustrata una forma di realizzazione preferita, ma assolutamente non limitativa, del casco protettivo 1 della presente invenzione. Tale casco 1 protegge chi lo indossa contro stati alterati di guida ed è atto ad impedire l’avviamento di un veicolo (non illustrato), in particolare un motoveicolo o un veicolo di tipo go-kart o imbarcazione a motore, qualora venga rilevata, nella persona che indossa il casco 1, l’assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti. Il casco 1 comprende sostanzialmente:
- mezzi sensori 10 della concentrazione di alcool e/o droghe nel sangue;
- mezzi di conversione analogico-digitale 20 atti a convertire un’uscita rilevata dai mezzi sensori 10 in un segnale digitale; e
- mezzi trasmettitori 23 di tipo wireless (ad esempio a infrarossi, a microonde, ecc.), che sono atti a comunicare il segnale digitale a mezzi ricevitori 25, posti a bordo del veicolo; a loro volta, i mezzi ricevitori 25 sono connessi operativamente a mezzi elaboratori 30 posti a bordo del veicolo e atti a ricevere il segnale digitale e a decidere l’avviamento del motore nel caso in cui i valori misurati non superino una soglia di sicurezza; i mezzi elaboratori 30 a loro volta sono connessi operativamente a mezzi di comando 40 del motore, posti a bordo del veicolo, atti a comandare l’avviamento del motore secondo l’uscita dei mezzi elaboratori 30.
Il circuito composto dai mezzi sensori 10, dai mezzi di conversione analogico-digitale 20 e dai mezzi trasmettitori 23 può essere inserito o ricavato all’interno del casco 1 (Figura 1a).
Nei caschi non integrali (Figura 1b), è prevista una soluzione che comprende inoltre una presa di connessione 24 atta a connettere i mezzi sensori 10 al casco 1 per rilevare il fiato dell’utilizzatore. In questo caso, il circuito composto dai mezzi sensori 10, dai mezzi di conversione analogico-digitale 20 e dai mezzi trasmettitori 23 può essere realizzato a parte in un package apposito e connesso al casco 1 prima della partenza.
I mezzi di comando 40 del motore comandano l’alimentazione di energia ad un terminale di un motorino di avviamento in corrispondenza dell’uscita dei mezzi elaboratori 30.
Come alternativa assolutamente non limitativa illustrata in Figura 2, i mezzi sensori 10 di alcol e droghe per il casco 1 possono comprendere in generale un tubo principale 12 che si estende dalla parte del casco 1 vicina alla bocca del utilizzatore (non illustrato). Il tubo principale 12 è connesso ai mezzi sensori 10, per rilevare la presenza di sostanze intossicanti nel respiro di una persona che soffia nel tubo principale 12. I mezzi sensori 10 sono accoppiati operativamente ai mezzi trasmettitori 23 tramite la connessione 22. Il sistema di accensione del veicolo (non illustrato) è accoppiato operativamente al microprocessore 30 in modo tale che il sistema di accensione non si possa attivare fino a quando l’utilizzatore non ha soffiato nel tubo principale 12. Se il livello di sostanze intossicanti rilevato dai mezzi sensori 10 è al di sopra di una predeterminata soglia, il microprocessore 30 non attiverà il sistema di accensione, impedendo così di guidare il veicolo. Se il livello di sostanze intossicanti è al di sotto della predeterminata soglia, il microprocessore 30 attiva un relè (non illustrato) per consentire al sistema di accensione di avviare il motore del veicolo. Il microprocessore 30 può essere accoppiato operativamente a mezzi di bloccaggio (non illustrati) per impedire fisicamente la rotazione della chiavetta di accensione (non illustrata). I mezzi di bloccaggio possono essere una serratura fisica nota in modo convenzionale quale un solenoide (non illustrato) che impegna il gruppo chiavetta di accensione per impedire la rotazione della chiavetta di accensione stessa.
Ancora nella realizzazione non limitativa illustrata in Figura 2, i mezzi sensori 10 utilizzano preferibilmente cromatografia a gas. I componenti dei mezzi sensori 10 sono un controllore 32 di alimentazione e flusso del gas portante, un tubo di entrata del campione 34, una colonna cromatografica 36, e un fornetto di colonna 38. Un campione di respiro è iniettato nel tubo 34 di entrata del campione quando l’utilizzatore potenziale soffia nel tubo principale 12. Il campione è incanalato attraverso il controllore 32 di alimentazione e flusso del gas portante nel fornetto di colonna 38 per riscaldare il campione. Gli elementi del campione di respiro sono quindi contraddistinti utilizzando il tempo di trattenuta all’interno della colonna 36. Il campione abbandona la colonna 36 e si sposta attraverso un’apertura o foro 40 in mezzi di misura della resistenza posizionati adiacenti alla colonna 36 per misurare la resistenza elettrica di un fluido che passa attraverso il foro 40. Il campione si sposta attraverso il foro 40 al centro 42 di un wafer al silicone 44 dei mezzi di misura della resistenza. Due rilevatori termici 46 che utilizzano fili a serpentina 48 di nickel con resistenza molto bassa sono posizionati vicino al foro 40 nel wafer al silicone 44. I fili 48 di nickel sono spessi circa 20 micron e lunghi qualche cm. Un ponte di Wheatstone 50 è attaccato ai rilevatori 46. Quando gli elementi del campione di respiro passano attraverso il foro 40, si misura la resistenza tra i rilevatori 46. Le variazioni della resistenza vengono quindi utilizzate per determinare i contenuti del campione di respiro.
Durante l’uso, l’utilizzatore de veicolo deve soffiare nel tubo principale e attendere per un breve tempo l’analisi cromatografica a gas e la successiva attivazione del sistema di accensione del veicolo.
Ovviamente, è possibile prevedere altri tipi di sensori di alcool e droghe da utilizzare inserendoli nel casco 1 inventivo.
Come ulteriore miglioria integrativa per la protezione, il casco 1 può comprendere inoltre mezzi sensori 50 di rilevamento dello stato di collegamento o apertura dei lacci 52 del casco 1: tali mezzi sensori 50 sono connessi operativamente ai mezzi trasmettitori 23 per impedire l’avviamento del motore se i lacci 52 non sono tra loro collegati.
In particolare, ma non in modo limitativo, i mezzi sensori 50 possono essere costituiti da due contatti (non illustrati) posti uno su ciascun laccio 52 del casco 1 e atti a venire reciprocamente a contatto in fase di collegamento dei lacci 52 per chiudere e completare il circuito che dà ai mezzi elaboratori 30 il consenso al comando per avviare il motore.
Il casco 1 inventivo può anche comprendere mezzi di avvertimento (di tipo sonoro o luminoso, quali una sirena, un beeper, uno o più LED fissi o lampeggianti) di una situazione potenzialmente pericolosa e non corrispondente a criteri di sicurezza prestabiliti. Tali mezzi di avvertimento non sono stati illustrati, perché di immediata realizzazione, ma potrebbero essere installati alternativamente sia sul casco 1, sia sul veicolo e quindi attivati dai mezzi elaboratori 30 quando è necessario.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Casco protettivo (1) contro stati alterati di guida atto ad impedire l’avviamento di un veicolo, in particolare un motoveicolo o un veicolo di tipo go-kart o imbarcazione a motore, qualora venga rilevata, nella persona che indossa il casco (1), l’assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti, detto casco protettivo (1) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere: - mezzi sensori (10) della concentrazione di alcool e/o droghe nel sangue; - mezzi di conversione analogico-digitale (20) atti a convertire un’uscita rilevata dai mezzi sensori (10) in un segnale digitale; e - mezzi trasmettitori (23) di tipo wireless, detti mezzi trasmettitori (23) essendo atti a comunicare detto segnale digitale a mezzi ricevitori (25), posti a bordo del veicolo, detti mezzi ricevitori (25) essendo connessi operativamente a mezzi elaboratori (30) posti a bordo del veicolo e atti a ricevere detto segnale digitale e a decidere l’avviamento del motore nel caso in cui i valori misurati non superino una soglia di sicurezza, detti mezzi elaboratori (30) a loro volta essendo connessi operativamente a mezzi di comando (40) del motore, posti a bordo del veicolo, atti a comandare l’avviamento del motore secondo l’uscita dei mezzi elaboratori (30).
  2. 2. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi sensori (50) di rilevamento dello stato di collegamento o apertura dei lacci (52) del casco (1), detti mezzi sensori (50) essendo connessi operativamente a detti mezzi trasmettitori (23) per impedire l’avviamento del motore se i lacci (52) non sono tra loro collegati.
  3. 3. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi sensori (50) sono costituiti da due contatti posti uno su ciascun laccio (52) del casco (1) e atti a venire reciprocamente a contatto in fase di collegamento dei lacci (52).
  4. 4. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre una presa di connessione (24) atta a connettere detti mezzi sensori (10) al casco (1) per rilevare il fiato dell’utilizzatore.
  5. 5. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i mezzi elaboratori (30) sono accoppiati operativamente a mezzi di bloccaggio per impedire fisicamente la rotazione della chiavetta di accensione.
  6. 6. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio sono una serratura fisica, quale un solenoide, atta ad impegnare un gruppo chiavetta di accensione per impedire la rotazione della chiavetta di accensione.
  7. 7. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi sensori (10) utilizzano cromatografia a gas e sono costituiti da un controllore (32) di alimentazione e flusso del gas portante, un tubo di entrata del campione (34), una colonna cromatografica (36), e un fornetto di colonna (38), un campione di respiro essendo iniettato nel tubo (34) di entrata del campione quando un utilizzatore soffia nel tubo principale (12), il campione essendo incanalato attraverso il controllore (32) di alimentazione e flusso del gas portante nel fornetto di colonna (38) per riscaldare il campione, gli elementi del campione di respiro essendo quindi contraddistinti utilizzando il tempo di trattenuta all’interno della colonna (36), il campione abbandonando la colonna (36) e spostandosi attraverso un’apertura o foro (40) in mezzi di misura della resistenza posizionati adiacenti alla colonna (36) per misurare la resistenza elettrica di un fluido che passa attraverso il foro (40), il campione spostandosi attraverso il foro (40) al centro (42) di un wafer al silicone (44) dei mezzi di misura della resistenza, due rilevatori termici (46) che utilizzano fili a serpentina (48) con resistenza molto bassa essendo posizionati vicino al foro (40) nel wafer al silicone (44), un ponte di Wheatstone (50) essendo attaccato ai rilevatori (46), e, quando gli elementi del campione di respiro passano attraverso il foro (40), essendo atto a misurare la resistenza tra i rilevatori (46), le variazioni della resistenza essendo quindi utilizzate per determinare i contenuti del campione di respiro.
  8. 8. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi di avvertimento di tipo sonoro, quali una sirena o un beeper, atti a segnalare una situazione potenzialmente pericolosa e non corrispondente a criteri di sicurezza prestabiliti.
  9. 9. Casco protettivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi di avvertimento di tipo luminoso, quali uno o più LED fissi o lampeggianti, atti a segnalare una situazione potenzialmente pericolosa e non corrispondente a criteri di sicurezza prestabiliti.
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