ITTO20090314A1 - Procedimento per la depurazione di acque reflue con riduzione della produzione di fanghi e relativo impianto - Google Patents

Procedimento per la depurazione di acque reflue con riduzione della produzione di fanghi e relativo impianto Download PDF

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Paola Foladori
Devendra Saroj
Marco Vian
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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
“Procedimento per la depurazione di acque reflue con riduzione della produzione di fanghi e relativo impiantoâ€
TESTO DELLA DESCRIZIONE
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione concerne un procedimento ed il relativo impianto per la depurazione di acque reflue ed, in particolare, un procedimento che permette di ridurre la produzione di fanghi di supero da parte degli impianti di trattamento di acque reflue.
SFONDO TECNOLOGICO
Le acque reflue civili ed alcune categorie di acque reflue industriali vengono trattate in impianti di depurazione biologica che, attraverso una combinazione di processi fisici, chimici e biologici riducono notevolmente la concentrazione di solidi sospesi, sostanza organica, azoto e fosforo presenti nelle acque in modo da consentirne lo scarico nei corpi recettori (laghi, fiumi, canali, coste) nel rispetto dei limiti di legge.
La depurazione biologica genera una non trascurabile massa giornaliera di fanghi di supero, che devono essere ulteriormente trattati e quindi avviati allo smaltimento.
Da alcuni anni la gestione dei fanghi di supero sta assumendo sempre maggiore importanza e criticità nel trattamento delle acque reflue civili e industriali dato che:
- la produzione annuale di fanghi ammonta a circa 20,000 tonnellate di sostanza secca per milione di persone ed à ̈ in continuo aumento a seguito degli interventi di adeguamento degli impianti di depurazione a limiti allo scarico sempre più restrittivi. In Europa si à ̈ passati da 8 10<6>t di solidi totali (ST) nel 1998 a oltre 1010<6>t nel 2007;
- la regolamentazione inerente lo smaltimento dei fanghi in agricoltura sta diventando sempre più restrittiva, per via dell’orientamento della Commissione Europea e recenti normative nazionali che ostacolano il riutilizzo in agricoltura dei fanghi biologici di impianti di depurazione trattanti rifiuti liquidi;
- lo smaltimento dei fanghi in discarica à ̈ stato limitato per legge in molti paesi europei, per via dei negativi risvolti ambientali e per l'onerosità dello smaltimento delle matrici fangose;
- il costo per il trattamento e lo smaltimento dei fanghi in Europa rappresenta oggi il 25-65% del costo totale di esercizio degli impianti (da 350 a 750 € per tonnellata di sostanza secca) variabile in funzione dell’area geografica e della tecnologia di smaltimento.
Con riferimento particolare alla situazione italiana, la prospettiva futura – associata alla continua crescita della produzione di fanghi ed ai limiti imposti alle alternative di smaltimento – à ̈ di un aumento dei costi per il trattamento e lo smaltimento finale dei fanghi, che si porteranno ai valori della realtà europea. Per esempio, alla data di deposito della presente domanda, la Provincia di Trento sostiene già oggi una spesa per essiccamento e smaltimento pari a 394 €/t di solidi totali (ST), che raggiunge 577 €/t ST se si considera anche il costo di trasporto dei fanghi.
In questo contesto assume sempre maggiore rilevanza la possibilità di minimizzare la produzione di fanghi direttamente all’origine, cioà ̈ presso l’impianto di depurazione prima di dover provvedere allo smaltimento finale dei fanghi residui.
Le tecnologie attualmente in uso per ridurre la produzione di fanghi (come massa secca e non solamente in volume) direttamente presso gli impianti di depurazione sono molto diversificate, e si basano su trattamenti fisici, meccanici, chimici, termici e biologici.
Un altro criterio di divisione à ̈ fra tecnologie che agiscono sulla linea acque e tecnologie che agiscono sulla linea fanghi. Nel caso di tecnologie integrate con la linea acque, l’obiettivo à ̈ ridurre la produzione di fango direttamente nella filiera di trattamento delle acque reflue, piuttosto che realizzare post-trattamenti del fango dopo che esso à ̈ già stato prodotto.
Nel caso invece di integrazione con la linea fanghi, si ottiene la riduzione della massa di fango dopo che questo à ̈ già stato prodotto nella linea acque, ma possono essere perseguiti, a seconda della tecnologia scelta, ulteriori obiettivi quali incremento della produzione di biogas nella digestione anaerobica, miglioramento della disidratazione del fango riduzione degli agenti patogeni o soppressione delle schiume nei digestori, a seconda della tecnologia adottata
Fra le tecniche oggi più applicate nel trattamento dei fanghi, si ricordano le seguenti
- tecniche fisiche: ultrasonicazione, termolisi e ossidazione ad umido.
L’ultrasonicazione consiste nell’esposizione del fango ad ultrasuoni ad alta energia. Il risultato à ̈ la formazione di microbolle, la cui implosione (cavitazione acustica) genera sforzi di taglio che a loro volta possono provocare lisi cellulare ed idrolisi delle sostanze polimeriche extracellulari, che sono una delle componenti più rilevanti del fango attivo. Dato l’elevato costo energetico di questa tecnologia, sono allo studio in letteratura tecniche meccaniche che producano cavitazione senza l’uso di ultrasuoni (cavitazione idrodinamica). Fra queste sembra essere particolarmente promettente il trattamento mediante omogeneizzazione ad alta pressione
La termolisi prevede l’incremento della temperatura, eventualmente affiancato dalla variazione del pH. I meccanismi principali di reazione sono l’incremento di lisi cellulare e di idrolisi delle sostanze esocellulari. A parità di rendimento, solitamente le tecnologie che prevedono l’uso di pH aggressivi, in particolar modo quelli alcalini, necessitano di temperature minori di quelle esclusivamente termiche.
L’ossidazione ad umido prevede temperature elevate (solitamente oltre i 200°C) e le pressioni necessarie a mantenere lo stato liquido. In queste condizioni il fango viene posto a contatto con ossigeno o aria, eventualmente in presenza di catalizzatori. La resa di ossidazione à ̈ molto elevata, ma i costi connessi con le pressioni e temperature raggiunte hanno finora limitato l’applicazione di questa tecnologia.
- tecniche chimiche: ozonizzazione.
L’azione di questa tecnologia à ̈ volta soprattutto ad ossidare parte della sostanza organica presente nei fanghi attivi e quindi a ridurre la quantità di solidi. A seconda del dosaggio à ̈ possibile ottenere l’ossidazione completa delle molecole o l’ossidazione parziale, in modo da ottenere, almeno parzialmente, sostanze solubili più rapidamente biodegradabili.
La maggior parte delle applicazioni a scala reale delle tecnologie chimico/fisiche hanno lo scopo principale di incrementare la produzione di biogas nei digestori anaerobici termofili e mesofili, ma sono presenti alcuni studi per la loro applicazione nel ricircolo della linea acque, allo scopo di ridurre i fanghi prodotti.
- tecniche biologiche: digestione psicrofila in ambiente anaerobico.
Il processo più diffuso si basa sulla selezione di un gruppo di batteri anaerobici facoltativi che, in un reattore apposito, ha la funzione di incrementare la lisi cellulare dei batteri comunemente presenti nel fango attivo e quindi ridurre la produzione complessiva di fanghi. Per migliorare la resa complessiva, il processo prevede anche la stacciatura dei solidi grossolani, la separazione delle sabbie con idrocicloni e la possibilità di effettuare scambi di biomassa fra il reattore dove avviene la selezione dei batteri anaerobici facoltativi e la linea acque.
SOMMARIO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si prefigge lo scopo di fornire un procedimento per la depurazione delle acque reflue civili e/o industriali che permette di ridurre sensibilmente la produzione di fanghi di supero rispetto ai tradizionali impianti.
Secondo la presente invenzione, tale scopo à ̈ raggiunto grazie alla soluzione richiamata in modo specifico nelle rivendicazioni che seguono. Le rivendicazioni formano parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
Una forma di attuazione qui descritta concerne un procedimento atto a ridurre la produzione di fanghi di supero da parte di un impianto per il trattamento di acque reflue, dove tale riduzione à ̈ ottenuta attraverso la combinazione sinergica di: i) una riduzione delle dimensioni delle componenti organiche (solida e cellulare) dei fanghi e ii) un’idrolisi a temperatura ambiente delle componenti organiche dimensionalmente ridotte, dove tale idrolisi, essendo resa più efficace dalla operazione di riduzione delle dimensioni delle componenti organiche dei fanghi, permette di produrre una quantità sensibilmente inferiore di fanghi di supero.
Una forma di attuazione concerne un impianto per il trattamento di acque reflue civili e/o industriali comprendente almeno un dispositivo atto a ridurre le dimensioni delle componenti organiche (solida e cellulare) dei fanghi generati dal trattamento delle acque, accoppiato ad almeno un reattore per la conduzione di una reazione di idrolisi delle componenti organiche dimensionalmente ridotte ed opzionalmente ad un dispositivo addensatore che permette di eliminare parte della componente liquida di tali fanghi, prima che questi siano alimentati al dispositivo atto a ridurre le dimensioni delle componenti organiche.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DI ALCUNE FORME DI ATTUAZIONE
L’invenzione sarà ora descritta in modo dettagliato, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento alle figure 1 a 3, nelle quali sono illustrate tre diverse forme di attuazione di un impianto atto a mettere in opera il procedimento qui descritto.
Nella seguente descrizione, numerosi dettagli specifici sono forniti per realizzare una approfondita comprensione delle forme di attuazione. Le forme di attuazione possono essere realizzate senza uno o molti dei dettagli specifici, o con altri metodi, componenti, materiali, etc. In altri casi, strutture, materiali o operazioni noti, non sono mostrati o descritti in dettaglio per evitare di rendere oscuri degli aspetti delle forme di attuazione.
Il riferimento ad “una forma di attuazione†all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione à ̈ compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, le frasi “in una forma di attuazione†presenti in diverse parti all’interno di questa descrizione non sono necessariamente tutte riferite alla stessa forma di attuazione. Inoltre, le particolari configurazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione.
I riferimenti qui utilizzati sono soltanto per comodità e non definiscono l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione.
La presente descrizione concerne un procedimento atto ad incentivare l’idrolisi della materia organica al fine di ridurre la quantità di fanghi di supero.
In particolare, la presente descrizione riguarda un procedimento capace di ridurre la produzione di fanghi di supero da parte di un impianto per il trattamento di acque reflue, dove tale riduzione à ̈ raggiunta attraverso la combinazione sinergica di due operazioni: i) una riduzione delle dimensioni delle componenti organiche (solida e cellulare) dei fanghi prodotti dirante il trattamento delle acque ed ii) un’idrolisi delle componenti organiche dimensionalmente ridotte, dove tale idrolisi essendo resa più efficace dalla operazione di riduzione delle dimensioni delle componenti organiche dei fanghi, permette di ottenere una quantità sensibilmente inferiore di fanghi di supero. La reazione di idrolisi permette, infatti, di rendere solubili e maggiormente biodegradabili parti delle componenti organiche dei fanghi riducendo la massa solida che andrà a costituire i fanghi di supero.
In una forma di attuazione, l’impianto à ̈ costituito da una linea acqua a fanghi attivi, che può essere gestita in maniera tradizionale oppure con tecniche in discontinuo (SBR) e da una linea fanghi innovativa.
La linea acque può avere la separazione dei solidi per via gravitazionale o tramite membrane.
La linea fanghi può operare secondo le tecnologie tradizionali (idrolisi anaerobica psicrofila o aerobica, con alternanza spaziale o temporale di zone aerobiche, anossiche e anaerobiche…), ma deve prevedere la presenza di un dispositivo che – operando sulla frazione organica dei fanghi – permetta di rendere quanto più efficiente possibile la reazione di idrolisi della frazione organica. L’idrolisi della frazione organica à ̈ stata, infatti, individuata dai presenti inventori come una delle fasi più importanti del trattamento biologico dei fanghi di depurazione rendendo solubili in acqua e maggiormente biodegradabili molte delle componenti organiche dei fanghi.
Tale fase à ̈, tuttavia, notoriamente lenta e limitante per i processi di biodegradazione.
I presenti inventori hanno individuato che l’accoppiamento di una riduzione delle dimensioni delle componenti organiche dei fanghi ad una idrolisi delle stesse determina un effetto sinergico sulla riduzione della quantità dei fanghi di supero, in quanto si accelera e migliora l’efficienza della biodegradazione (determinata dall’idrolisi) delle componenti organiche dei fanghi con ottenimento di una maggiore (in termini di volume) componente liquida alimentabile alla linea di trattamento delle acque ed una minore componente solida che andrà a costituire i cosiddetti fanghi di supero.
La presente descrizione prevede, quindi, che il procedimento prelevi una parte dei fanghi dalla linea fanghi e tratti tali fanghi con un metodo chimico o fisico che determini la semplificazione della struttura della matrice, la diminuzione delle dimensioni delle particelle (fiocchi) di fango e/o la riduzione delle dimensioni delle componenti cellulari, in modo da rendere più efficiente il processo di biodegradazione (preferibilmente attuato mediante idrolisi) della sostanza organica che à ̈ presente nella linea fanghi.
Per incrementare i rendimenti, Ã ̈ possibile che i fanghi da sottoporre a trattamento chimico/fisico siano addensati per via gravitazionale, tramite membrana o tramite ispessitore dinamico.
Le tecniche chimico/fisiche di riduzione delle dimensioni delle componenti organiche dei fanghi che possono essere utilizzate per rendere più efficiente l’idrolisi comprendono, fra le altre, trattamenti meccanici (in particolar modo l’omogeneizzazione ad alta pressione), cavitazione idrodinamica, ultrasonicazione, e/o trattamenti elettrochimici.
I test effettuati su scala di laboratorio, simulando solo la linea fanghi, hanno dimostrato come l’applicazione di una tecnica di omogeneizzazione ad alta pressione (150 bar) consente di incrementare la rimozione di solidi da parte di una linea di digestione aerobica con tempo di ritenzione dei fanghi pari a 10,5 giorni. La riduzione della quantità di solidi in uscita à ̈ pari al 42% dei solidi in entrata, mentre senza l’applicazione della fase di riduzione delle dimensioni della componente organica dei fanghi a monte dell’idrolisi la riduzione à ̈ solo del 20%.
Altri test sono stati effettuati per verificare gli effetti dell’applicazione della fase di riduzione delle dimensioni della componente organica dei fanghi a monte dell’idrolisi operata attraverso una digestione anaerobica psicrofila, utilizzando come riduttore delle dimensioni della componente organica una tecnica di omogeneizzazione a 150 bar: con tempi di ritenzione dei fanghi diversi (6-10 giorni) la riduzione di produzione di solidi nei fanghi à ̈ del 25-40% contro il 10-20% della linea di controllo.
Nel seguito verranno forniti alcuni esempi di tecniche di riduzione delle dimensioni delle componenti organiche dei fanghi vantaggiosamente utilizzabili in procedimenti di trattamento di acque reflue.
Esempio 1: Omogeneizzazione e digestione anaerobica psicrofila
Il primo esempio di applicazione dell’invenzione – illustrato schematicamente in figura 1 - utilizza un trattamento di omogeneizzazione per diminuire la grandezza delle particelle di fango e incrementare così le cinetiche biologiche nel reattore anaerobico miscelato, in particolare la cinetica limitante costituita dall’idrolisi della sostanza organica complessa che costituisce buona parte dei solidi volatili.
L’impianto di figura 1 – complessivamente indicato con il riferimento numerico 1 – comprende un primo condotto 2 per il prelievo di fanghi dalla linea acque dell’impianto di trattamento di acque reflue (non illustrato), dove tali fanghi sono alimentati ad un reattore 3 di tipo anaerobico miscelato. I fanghi sono successivamente alimentati attraverso un secondo condotto 4 ad un dispositivo addensatore 5, che separa almeno una parte della componente liquida di tali fanghi convogliando la suddetta componente liquida alla linea acque attraverso un terzo condotto 6. I fanghi addensati nell’addensatore 5 (in questo caso un ispessitore statico o dinamico) vengono quindi alimentati attraverso un quarto condotto 7 ad un dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche (frazione solida e frazione cellulare) dei fanghi, e successivamente alimentati al reattore 3, ove ha luogo l’idrolisi anaerobica con conseguente riduzione della quantità di fanghi. Periodicamente i fanghi di supero vengono allontanati tramite il condotto 10. In questa particolare forma di attuazione il dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche dei fanghi à ̈ costituito da un omogeneizzatore ad alta pressione.
Il trattamento di omogeneizzazione a 150 bar determina una riduzione significativa del diametro medio delle particelle, ma senza una forte produzione di sostanze rapidamente biodegradabili, contribuendo così a mantenere nel reattore anaerobico miscelato le condizioni di assenza di substrato che meglio stimolano l’idrolisi anaerobica. Il trattamento di omogeneizzazione permette anche di migliorare la sedimentabilità del refluo.
L’ispessitore 5 può essere statico o dinamico e permette di incrementare la concentrazione di solidi nel reattore 3, così da ridurre i volumi necessari e le portate liquide da trattare mediante omogeneizzazione.
Le acque separate dell’ispessitore 5 sono ricche di sostanza organica solubile e nutrienti prodotti dall’idrolisi e pertanto devono essere trattate in linea acque. Anche una parte dei fanghi ispessiti può essere ricircolata in linea acque per incrementare l’efficienza del processo.
Per evitare che il fango nel reattore 3 anaerobico possa dar luogo a processi di fermentazione, cosa che comporterebbe la produzione di sostanze maleodoranti, à ̈ utile installare diffusori di ossigeno nel reattore 3 e prevedere una misura di ORP: se l’ORP raggiunge valori inferiori a -300 mV viene effettuata una leggera aerazione.
Esempio 2: Ultrasonicazione e digestione aerobica Questa applicazione, più convenzionale della precedente, prevede un minore numero di modifiche ad un piccolo-medio impianto di depurazione che utilizzi la digestione aerobica per la stabilizzazione del fango di supero e per la sua riduzione.
L’impianto di figura 2 – complessivamente indicato con il riferimento numerico 11 – comprende un primo condotto 2 per il prelievo di fanghi dalla linea acque dell’impianto di trattamento di acque reflue (non illustrato), dove tali fanghi sono alimentati ad un reattore 3 del tipo aerobico. I fanghi sono successivamente alimentati attraverso un secondo condotto 4 ad un dispositivo addensatore 5, che separa almeno una parte della componente liquida di tali fanghi convogliando la suddetta componente liquida alla linea acque attraverso un terzo condotto 6. I fanghi addensati nell’addensatore 5 (in questo caso un ispessitore) vengono quindi alimentati attraverso un quarto condotto 7 ad un dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche (frazione solida e frazione cellulare) dei fanghi, e successivamente alimentati al reattore 3, ove ha luogo l’idrolisi aerobica con conseguente riduzione della quantità (in termini di volume e di massa secca) di fanghi. . Periodicamente i fanghi di supero vengono allontanati tramite il condotto 10.
In questa particolare forma di attuazione il dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche dei fanghi à ̈ costituito da un sonicatore.
L’ultrasonicazione permette di disgregare i fiocchi di fango attivo e quindi riduce i tempi necessari per l’idrolisi biologica. Un esempio di possibili condizioni operative comprende un’energia specifica applicata di 10 kWh/m<3>.
La combinazione di un trattamento chimico/fisico di riduzione delle dimensioni con un trattamento biologico permette di ridurre la quantità di solidi prodotti dall’impianto. In questo caso l’idrolisi aerobica ha il vantaggio di contenere ulteriormente i volumi necessari, che sono comunque ridotti anche dall’applicazione di un ispessitore 5.
Esempio 3: Reattore SBR e trattamento elettrochimico Questa applicazione prevede una linea fanghi gestita come un reattore a fasi sequenziali (Sequencing Batch Reactor – SBR) ed à ̈ più adatta qualora la linea acque mal sopporti sovraccarichi di azoto e quindi debba essere necessario prevedere fasi di aerazione e anossia per la nitrificazione e la denitrificazione rispettivamente, oltre a fasi anaerobiche in senso stretto per incentivare l’idrolisi.
L’impianto di figura 3 – complessivamente indicato con il riferimento numerico 100 – comprende un primo condotto 2 per il prelievo di fanghi dalla linea acque dell’impianto di trattamento di acque reflue (non illustrato), dove tali fanghi sono alimentati ad un reattore 3. I fanghi sono quindi alimentati attraverso un secondo condotto 4 ad un dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche (frazione solida e frazione cellulare) dei fanghi, e successivamente alimentati al reattore 3, ove ha luogo l’idrolisi delle componenti organiche dimensionalmente ridotte. Periodicamente i fanghi di supero vengono allontanati tramite il condotto 10.
In questa particolare forma di attuazione il dispositivo per la riduzione delle dimensioni 8 delle componenti organiche dei fanghi esegue un trattamento elettrochimico, che - in base a test di laboratorio - ha dimostrato di effettuare una parziale ossidazione e lisi delle sostanze organiche e quindi di incrementare la loro velocità di idrolisi nel reattore SBR.
Il trattamento elettrochimico prevede l’esposizione del fango ad un campo elettrico costante in intensità e direzione. Il dispositivo à ̈ costituito da un reattore che contiene il fango e due o più elettrodi, che possono essere costituiti in diversi materiali: acciaio inossidabile per l’anodo e in condizioni di assenza o limitata concentrazione di ioni di cloro, materiali più resistenti alla corrosione (grafite, titanio rivestito in platino) per il catodo e in condizioni più gravose. Durante il trattamento gli ioni che sono contenuti nel fango migrano verso gli elettrodi. Molte di queste sostanze ioniche sono sostanze organiche che quindi reagiscono con gli elettrodi stessi, con parziale mineralizzazione. Sulle particelle in sospensione, che comprendono gruppi polari, hanno luogo processi di catalisi eterogenea favorita dalla presenza nei fanghi di metalli, quali ferro e, in minore misura, manganese, che inducono reazioni di parziale ossidazione della sostanza organica. L’indebolimento della struttura del fiocco comporta, in presenza di movimentazione del fango e quindi di sforzi di taglio, la destrutturazione del fiocco stesso in particelle più piccole e reattive.
Un altro effetto del trattamento elettrochimico à ̈ quello di migliorare la sedimentabilità del fango; inoltre comporta la parziale ossidazione dell’azoto ammoniacale ad azoto gassoso, che viene liberato in atmosfera, e nitrati; in questo modo da un lato à ̈ possibile mantenere una concentrazione di solidi nella linea fanghi superiore, dall’altro si possono ridurre le fasi di aerazione del reattore SBR in modo da incrementare l’efficienza.
Il trattamento elettrochimico può essere effettuato all’interno del reattore SBR o in un reattore apposito con ricircolo del fango, come mostrato in figura.
Opportune fasi di sedimentazione consentono di mantenere la concentrazione dei fanghi all’interno del reattore 3 a valori elevati, che dipendono dalle caratteristiche del fango stesso, ma che possono essere approssimativamente pari al 2-3% in solidi.
Un esempio di condizioni operative possono essere una differenza di potenziale di 15 V e un’energia specifica pari a 10 kWh/m<3>. La durata del trattamento dipende quindi dalla conduttività del fango e dalla distanza fra gli elettrodi.
Naturalmente, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato senza per questo uscire dall’ambito di protezione della presente invenzione, così come definito dalle rivendicazioni annesse.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per ridurre la quantità di fanghi di supero prodotti in un procedimento di trattamento di acque reflue, detti fanghi comprendendo una matrice organica con una frazione solida ed una frazione cellulare, detto procedimento comprendendo: a) una riduzione delle dimensioni delle componenti di dette frazioni solida e cellulare; e b) una idrolisi di dette componenti di dette frazioni solida e cellulare dimensionalmente ridotte nella fase a).
  2. 2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, in cui detta operazione di riduzione delle dimensioni à ̈ attuata mediante omogeneizzazione meccanica, ultrasonicazione, cavitazione idrodinamica, e/o trattamento elettrochimico.
  3. 3. Procedimento secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui detta operazione di idrolisi à ̈ una idrolisi, anaerobica o aerobica, a temperatura ambiente.
  4. 4. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 3, in cui detta operazione di riduzione delle dimensioni di dette componenti di dette frazioni solida e cellulare à ̈ preceduta da una operazione di addensamento di dette frazioni solida e cellulare con conseguente eliminazione di almeno una porzione liquida costituente dette frazioni solida e cellulare.
  5. 5. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 4, in cui detta operazione di addensamento à ̈ attuata per via gravitazionale.
  6. 6. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 5, in cui detta operazione di addensamento à ̈ attuata nello stesso reattore in cui avviene l’idrolisi.
  7. 7. Impianto per ridurre la quantità di fanghi di supero prodotti in un procedimento di trattamento di acque reflue, detti fanghi comprendendo una matrice organica comprendente una frazione solida ed una frazione cellulare, detto impianto comprendendo: - uno stadio riduttore delle dimensioni delle componenti di dette frazioni solida e cellulare; e - uno stadio di idrolisi di dette componenti di dette frazioni solida e cellulare dimensionalmente ridotte in detto stadio riduttore.
  8. 8. Impianto secondo la rivendicazione 7, in cui detto stadio riduttore comprende almeno uno tra un omogeneizzatore meccanico, un sonicatore, un cavitatore idrodinamico, un impianto elettrochimico.
  9. 9. Impianto secondo la rivendicazione 7 o la rivendicazione 8, in cui detto stadio di idrolisi prevede la conduzione di una idrolisi, anaerobica o aerobica, a temperatura ambiente.
  10. 10. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 7 a 9, in cui detto stadio riduttore à ̈ preceduto da uno stadio di addensamento di dette frazioni solida e cellulare con conseguente eliminazione di almeno una porzione liquida costituente dette frazioni solida e cellulare.
  11. 11. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 7 a 10, in cui detto stadio di addensamento comprende una membrana o un ispessitore statico o dinamico suscettibili di eliminare almeno una porzione liquida costituente dette frazioni solida e cellulare.
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