ITTO20090069A1 - Condotto per l'adduzione di fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione - Google Patents

Condotto per l'adduzione di fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione Download PDF

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ITTO20090069A1
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tube
duct
annular chamber
conduit according
polyamide
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IT000069A
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Inventor
Roberto Defilippi
Mariofelice Zanardi
Mario Zasa
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Dytech Dynamic Fluid Tech Spa
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16LPIPES; JOINTS OR FITTINGS FOR PIPES; SUPPORTS FOR PIPES, CABLES OR PROTECTIVE TUBING; MEANS FOR THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16L55/00Devices or appurtenances for use in, or in connection with, pipes or pipe systems
    • F16L55/04Devices damping pulsations or vibrations in fluids

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • General Engineering & Computer Science (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Medicines Containing Antibodies Or Antigens For Use As Internal Diagnostic Agents (AREA)

Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“CONDOTTO PER L'ADDUZIONE DI FLUIDO CON ATTENUAZIONE DELLE PULSAZIONI DI PRESSIONE”
SETTORE TECNICO
La presente invenzione si riferisce ad un condotto per l'adduzione di un fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione nel fluido stesso e particolarmente, ma non esclusivamente, ad un condotto per un circuito idraulico di un servosterzo di un veicolo.
STATO DELL’ARTE ANTERIORE
Come è noto, negli impianti idraulici in cui il fluido operativo viene fatto circolare da una pompa, le pulsazioni di pressione generate dalla pompa stessa si trasmettono lungo i condotti e possono dare origine a rumore e vibrazioni indesiderate. Per ridurre tali pulsazioni, sono correntemente utilizzati condotti nei quali il percorso del fluido è studiato in modo da provocare onde di pressione riflesse che interferiscono con le onde incidenti; dimensionando opportunamente le lunghezze percorse dalle onde, si possono ottenere interferenze distruttive tra le onde stesse, e quindi un sostanziale abbattimento della pulsazione ad una data frequenza.
Secondo una forma di attuazione nota, i condotti del tipo suddetto sono costituiti da un tubo esterno e da un tubo interno che si estende per una lunghezza opportunamente calcolata a partire da un raccordo di estremità e delimita pertanto, con il tubo esterno, una camera anulare. Il fluido entra attraverso il raccordo nel tubo interno e, alla sezione di sbocco di quest'ultimo, si verifica un'interferenza tra le onde di pressione in ingresso e le onde propagantisi lungo la camera anulare suddetta e riflesse dalla parete di testa della camera stessa, definita dal raccordo. Affinché si abbia interferenza distruttiva, la lunghezza della camera anulare deve essere pari ad un quarto della lunghezza d'onda delle onde di pressione.
I condotti sopra descritti sono "intonati", mediante dimensionamento del tubo interno, ad una data frequenza; tuttavia, le pulsazioni di pressione in un circuito reale sono periodiche, ma non puramente sinusoidali con una frequenza ben definita; esse sono pertanto scomponibili in una serie di componenti in frequenza, costituite da una fondamentale o prima armonica e da armoniche con frequenze pari a multipli della frequenza della fondamentale. Si pone pertanto il problema di attenuare più componenti, tipicamente le prime due o tre armoniche che presentano un'ampiezza molto maggiore rispetto alle armoniche di ordine superiore. Ciò può essere ottenuto con l'impiego di un condotto costituito da una pluralità di condotti elementari del tipo sopra descritto, ciascuno intonato ad una rispettiva frequenza, in serie tra loro. Questa soluzione risulta tuttavia costosa e comporta delle limitazioni di progetto, in quanto impone una lunghezza minima del condotto.
Tale problema viene quindi risolto con differenti configurazioni dei condotti ed in particolare realizzando dei fori nel tubo interno.
Ad esempio un condotto del tipo noto comprende un tubo esterno ed almeno un tubo interno definente con il tubo esterno una camera anulare che sbocca in una camera di espansione ed il tubo interno presenta almeno un foro di comunicazione tra la camera interna e la camera di espansione situato a distanza prefissata dalle superfici del condotto. ovviamente sono molteplici le possibili configurazioni dei condotti e possono essere presenti ad esempio più condotti, un condotto con più tubi interni, e ciascun tubo interno può presentare più fori.
Il o i tubi interni sono però realizzati generalmente in PTFE o polietilentetrafluoruro, in particolare Teflon.
Il PTFE, pur essendo molto costoso, è stato scelto perché è dotato di buone caratteristiche meccaniche e contemporaneamente di una buona resistenza all’olio che ne permette una lunga durata mantenendo le desiderate capacità di attenuazione. Infatti il PTFE è noto per essere un materiale “inerte” o perlomeno poco reattivo quindi poco attaccabile da agenti chimici, in particolare dagli oli.
Inoltre il PTFE può però presentare problemi in fase d’estrusione, in quanto i composti fluorurati possono attaccare chimicamente le parti metalliche dell’estrusore e quindi la lavorazione del PTFE deve adottare adeguate cautele.
Inoltre, a causa del fatto che il PTFE si comporta come un lubrificante solido, sussistono possibilità di sfilamento del tubo interno dal condotto.
Infine il PTFE, come tutti i prodotti fluorurati è un materiale altamente tossico e quindi sarebbe auspicabile che potesse essere sostituito con un materiale più ecologicamente compatibile.
Nonostante tutti gli svantaggi summenzionati i tubi interni continuano ad essere realizzati solamente in tale materiale, in quanto i materiali alternativi, avendo capacità di attenuazione differente, potrebbero richiedere un dimensionamento diverso del tubo, in particolare potrebbero necessitare di condotti di smorzamento più lunghi, il che comporterebbe un layout differente ovvero un ridisegno dell’intero impianto servosterzo.
Risulta inoltre difficile e costoso trovare materiali che permettano di ottenere smorzamenti simili a quelli ottenibili utilizzando il PTFE.
Inoltre, per riprodurre le medesime caratteristiche meccaniche del PTFE numerosi tentativi sono stati fatti di realizzare il tubo anche in due o più strati, ma in questi casi è stato verificato che l’olio penetra all’interfaccia tra i due strati portando ad un rigonfiamento indesiderato e in taluni casi anche al distacco tra gli strati e quindi ad una diminuzione o anche alla perdita delle necessarie caratteristiche meccaniche del tubo stesso.
Scopo della presente invenzione è pertanto realizzare un condotto per l’adduzione di fluido che risolva gli inconvenienti sopra descritti ed in particolare che permetta di ottenere un’attenuazione delle pulsazioni di pressione e quindi uno smorzamento del rumore ottimale in un ampio intervallo di temperature ed, in particolare, a temperature elevate, quali quelle che caratterizzano i motori di ultima generazione.
Il suddetto scopo è raggiunto da un condotto per l'adduzione di un fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione secondo la rivendicazione 1.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Per una migliore comprensione della presente invenzione vengono descritte nel seguito più forme preferite di attuazione, a titolo di esempio non limitativo e con riferimento ai disegni allegati, nei quali:
- la figura 1 è una sezione assiale di un condotto realizzato secondo una prima forma di attuazione della presente invenzione;
- la figura 2 è una sezione assiale di un condotto realizzato secondo una seconda forma di attuazione della presente invenzione;
- la figura 3 è una sezione assiale di un condotto secondo una terza forma di realizzazione della presente invenzione;
- la figura 4 è una sezione assiale parziale di una quarta forma di attuazione di un condotto secondo la presente invenzione;
- la figura 5 è una sezione assiale parziale di una quinta forma di attuazione di un condotto secondo la presente invenzione;
- la figura 6 è un grafico di confronto tra un tubo interno realizzato in PA 11 secondo l’invenzione ed uno realizzato in PTFE secondo l’arte nota. Dopo numerosi tentativi sono state trovate le lunghezze dei tubi interni necessarie per ottenere frequenze di taglio o un attenuazione simile e nel grafico sono rappresentate le frequenze attenuate da un tubo interno realizzato in PTFE ed avente una lunghezza di 385 mm ed un tubo interno realizzato in PA11 e precisamente in RILSAN® PA11 BESN P123 TL ed avente lunghezza di 250 mm;
- la figura 7 è un grafico simile al precedente in cui è confrontato un tubo interno in PTFE avente una lunghezza di 170 mm ed un tubo interno realizzato in PA11 e precisamente in RILSAN® PA11 BESN P123 TL ed avente lunghezza di 110 mm;
- la figura 8 è un grafico che mostra come l’attenuazione delle pulsazioni di pressione evolve con la temperatura. Il confronto tra le attenuazioni delle pulsazioni di pressione è eseguito a 60°C. Il diagramma di attenuazione evolve in modo paragonabile in termini di frequenza e ampiezza di attenuazione nel caso di un condotto comprendente un tubo interno realizzato in PTFE e nel caso di un condotto comprendente un tubo interno realizzato secondo l’invenzione in RILSAN® PA11 BESN P123 LT. Questo comportatamento similare conferma che il nuovo materiale ha prestazioni di stabilità termica paragonabili al materiale oggi in uso; e
- la figura 9 è un grafico che mostra come l’attenuazione delle pulsazioni di pressione evolve con la temperatura. In particolare le stesse tubazioni testate per ottenere il grafico di figura 8 sono state provate alla temperatura di 100°C.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE
Con riferimento alla figura 1 in una prima forma di realizzazione, un condotto 1 comprende un tubo esterno 2 ed un primo tubo interno 3 definente con il tubo esterno una camera anulare 5 che sbocca in una camera di espansione 6 compresa tra il primo tubo interno 3 e ed un raccordo 7. Il raccordo 7 può essere fissato anziché ad un’estremità ad una porzione intermedia del tubo esterno 2, come raffigurato in figura 1.
In questa forma di realizzazione il raccordo 7 è bloccato nel tubo esterno 2 da un manicotto esterno 8 serrato sul tubo esterno 2 stesso; sul raccordo 7 è fissata un'estremità di un secondo tubo interno 9 il quale si estende verso un raccordo di uscita 10 e definisce con il tubo esterno 2 una seconda camera anulare 11, la quale è delimitata assialmente dal raccordo 7 e sbocca, ad una propria estremità opposta, in una seconda camera di espansione 14 compresa tra il secondo tubo interno 9 ed il raccordo di uscita 10. Il secondo tubo interno 9 è chiuso ad una propria estremità libera da un tappo 15 delimitante assialmente una camera interna 18 al secondo tubo interno 9 stesso. Inoltre, il secondo tubo interno 9 presenta almeno un foro 17 di comunicazione tra la camera interna 18 e la seconda camera anulare 11 situato a distanza prefissata dalle superfici 13, 16.
In una forma alternativa di realizzazione, con riferimento alla figura 2, è indicato nel suo complesso con 20 un condotto per l'adduzione di un fluido ad alta pressione, particolarmente per un circuito idraulico di un servosterzo di un veicolo.
Nella forma di realizzazione raffigurata in figura 2 il condotto 20 comprende un tubo esterno 21 in materiale elastomerico opportunamente rinforzato, di diametro interno D1, e provvisto di una porzione di estremità 24 calzata su un raccordo di ingresso 25 e di una porzione di estremità 26 opposta calzata su un raccordo di uscita 27. Le porzioni 24 e 26 sono bloccate sui rispettivi raccordi 25, 27 da rispettive campane esterne 28, 29 di fissaggio, di tipo noto, serrate a pressione sulle stesse. I raccordi 25, 27 sono provvisti di rispettivi fori 31, 32 assiali passanti, i quali definiscono rispettivamente un'apertura di ingresso ed un'apertura di uscita del condotto 20.
Il condotto 20 comprende inoltre un tubo interno 34 avente diametro esterno D2 minore di D1 e fissato ad un nipplo 35 definito da un'appendice assiale del raccordo di ingresso 25. Il tubo interno 34 è bloccato all’interno del tubo esterno 21 in corrispondenza di una porzione intermedia 40 del tubo esterno 21 stesso, la quale ha un diametro interno sostanzialmente pari a D2 e coopera a tenuta con il tubo interno 34.
La porzione intermedia 40 è convenientemente definita dall’azione di compressione radiale esercitata da un manicotto 45 esterno serrato intorno al tubo esterno 21.
Il tubo interno 34 definisce con il tubo esterno 21 una prima camera anulare 46 di lunghezza L1 ed una seconda camera anulare 48 di lunghezza L2, disposte da parti opposte della porzione intermedia 40.
La prima camera anulare 46 è chiusa e delimitata assialmente ad una propria estremità dal raccordo di ingresso 25 e ad una propria estremità opposta dalla porzione intermedia 40 del tubo esterno 21. La seconda camera anulare 48 è delimitata assialmente ad una propria estremità dalla porzione intermedia 40 ed è aperta in corrispondenza di un’estremità libera 49 del tubo interno 34, che termina a distanza dal raccordo di uscita 27. La seconda camera anulare 48 pertanto sbocca in una camera di espansione 52 compresa assialmente tra il tubo interno 34 e il raccordo di uscita 27, e delimitata radialmente dal tubo esterno 21.
Il tubo interno 34 presenta una prima pluralità di coppie di fori 53, 54, 55, 56, 57 diametralmente opposti, i quali mettono in comunicazione la camera interna 58 del tubo interno 34 stesso con la prima camera anulare 46 ed una seconda pluralità di coppie di fori 59, 60 diametralmente opposti, i quali mettono in comunicazione la camera interna 58 del tubo interno 34 con la seconda camera anulare 48.
Più in particolare, i fori 53, 54, 55, 56, 57, ricavati sono disposti in successione tra loro fra il raccordo di ingresso 25 e la porzione intermedia 40; il numero e la sezione dei fori sono scelti, in relazione allo spessore del tubo interno 34, in modo da definire una valore prefissato di impedenza vista dal flusso fra la camera interna 58 e la prima camera anulare esterna 46. Convenientemente, i fori 53, 57 sono disposti nell’immediata vicinanza del raccordo di ingresso 25 e della porzione intermedia 40, rispettivamente, in modo da favorire la disaerazione del condotto 20, cioè l’eliminazione di eventuali bolle d’aria residue dopo il riempimento del circuito.
I fori 59, 60 sono disposti in successione tra loro a partire dalla porzione intermedia 40 fino alla camera di espansione 52. I fori 60 sono posti ad una distanza L3 prefissata dalla porzione intermedia 40; i fori 59 sono convenientemente posti in prossimità di tale porzione, sempre allo scopo favorire la disaerazione del condotto.
Il tubo esterno 21 ed il tubo interno 34 definiscono, nel loro complesso, un primo ed un secondo dispositivo attenuatore 61, 62 rispettivamente a risonanza e ad interferenza distruttiva.
In uso, il fluido operativo in pressione fluisce attraverso il raccordo di ingresso 25 nel tubo interno 3, 34 e le onde di pressione si propagano dal tubo interno 3, 34 stesso attraverso i fori 17, 53-57 alla prima camera anulare 6, 46, ove si ottiene un’attenuazione dell’ampiezza delle pulsazioni essenzialmente per assorbimento di energia in condizioni di risonanza.
Nella forma di realizzazione raffigurata in figura 2, il fluido passa poi oltre la porzione intermedia 40 lungo il tubo interno 34 e da questo, attraverso i fori 59 e 60, nella seconda camera anulare 48. All’uscita dal tubo interno 34, le pulsazioni di pressione subiscono un’attenuazione per interferenza distruttiva con le onde di pressione che si propagano lungo la seconda camera anulare 48 e sono riflesse dalla porzione intermedia 40.
In questo caso, si ottiene la somma in controfasce scegliendo la lunghezze L2, L3 pari ad un quarto delle lunghezze d'onda delle rispettive componenti in frequenza che si desidera attenuare.
Infine, il fluido passa dalla seconda camera anulare 46 nella camera di espansione 52, ove le onde di pressione sono ulteriormente attenuate per effetto dell'elasticità del tubo esterno 21, e quindi perviene al raccordo di uscita 27.
In figura 3 è illustrata un’altra forma di attuazione 70 di un condotto secondo la presente invenzione.
Il condotto 70 è strutturalmente analogo al condotto 20 descritto, dal quale differisce essenzialmente per il verso di montaggio, cioè per il verso di flusso. Per chiarezza, le parti del condotto parti 70 uguali a parti del condotto 20 descritte sono indicate con lo stesso numero di riferimento, indipendentemente dalla loro nuova posizione o funzione.
In questo caso, il raccordo 27 costituisce il raccordo di ingresso, ed il raccordo 25 costituisce il raccordo di uscita. Il tubo interno 34 è fissato al raccordo di uscita 25, cosicché il flusso attraversa dapprima il dispositivo 62 ad interferenza distruttiva, e poi il dispositivo 61 a risonanza. Il comportamento del condotto 70 rispetto al condotto 20 si è dimostrato sostanzialmente equivalente nelle prove sperimentali, ed anzi superiore in alcune applicazioni.
In figura 4 è parzialmente illustrata una variante di realizzazione del condotto 70, indicata con 71. Nel condotto 71, di cui è illustrata soltanto una porzione di uscita, il tubo interno 34 non è calzato sul raccordo di uscita 25, ma semplicemente in battuta assiale contro tale raccordo; l’unico vincolo del tubo interno 34 è pertanto definito dalla porzione intermedia 40 (non illustrata) del tubo esterno 21. Il diametro esterno del tubo interno 34 deve essere ovviamente maggiore del diametro del foro 31 del raccordo 25.
In figura 5 è illustrata una quarta forma di attuazione della presente invenzione, indicata nel suo complesso con 72. Il condotto 72 differisce dai condotti 20, 70, 71 precedentemente illustrati, di ciascuno dei quali può incorporare le caratteristiche sopra descritte, per il fatto che la tenuta fra il tubo interno 34 ed il tubo esterno 21 nella zona intermedia del condotto è ottenuta mediante un’espansione radiale 73 del tubo interno 34 cooperante con la superficie interna del tubo esterno 21, il quale è in questo caso a diametro costante, anziché mediante una riduzione di diametro del tubo esterno 21. L’espansione può essere ottenuta, ad esempio, mediante soffiaggio a caldo.
È stato sorprendentemente trovato che i tubi interni 3, 34 possono essere realizzati in poliammide 11 mantenendo una quindi una capacità di attenuazione del rumore molto simile.
Tale materiale permette infatti di realizzare tubi interni che presentino una elevata stabilità termica e più corti di quelli realizzati in PTFE, senza richiedere quindi maggiori ingombri del condotto che necessiterebbero di un ridisegno dell’impianto servosterzo.
LA PA11 utilizzata è vantaggiosamente ottenuta a partire da una poli-condensazione di aminoacidi ed in particolare è quindi un prodotto derivato da oli vegetali ovvero molto ecologicamente compatibile, contrariamente al PTFE e ed a qualsiasi prodotto fluorurato.
Vantaggiosamente la poliammide 11 o, nel seguito anche PA11, utilizzata è modificata in modo da essere resistente all’idrolisi.
Più vantaggiosamente la poliammide 11 utilizzata appartiene alla famiglia dei RILSAN (® di Arkema).
Ancor più vantaggiosamente è RILSAN® PA11, in particolare RILSAN® PA11 P123, ad esempio RILSAN® PA11 BESN P123 TL.
È stato infatti sorprendentemente scoperto che è possibile attenuare le stesse frequenze, denominate “frequenze di taglio” del PTFE realizzando tubi interni più corti mediante l’utilizzo di PA11, in particolare del RILSAN P123.
In particolare tramite la formula:
F = cv /4L dove (F= frequenza di taglio[Hz]
L= lunghezza del tub interno [mm]
cv = velocità suono nel mezzo [mm/s]
è stato calcolata la velocità del suono nel mezzo, anche riportata nel seguito con l’acronimo cv, sia per il PTFE sia per il PA 11, ottenendo la seguente relazione tra i due materiali:
Cv PA11 = 0.66 Cv PTFE
Da questa relazione è stato verificato che per attenuare le stesse frequenze del PTFE è possibile accorciare la lunghezza del tubo interno in PA11 del rapporto sopraindicato.
La realizzazione di un tubo interno più corto permette di mantenere i lay out attuali dell’impianto servosterzo e quindi di sostituire il materiale del tubo interno senza introdurre alcuna altra variazione, un vantaggio considerevole in termini di costi di ridisegno dell’impianto.
Alternativamente, a parità di lunghezza del condotto flessibile e del relativo silenziatore, questo nuovo materiale può permettere di avere frequenze di taglio inferiori a quelle oggi raggiungibili con il normale materiale, questa caratteristica rende molto interessante l’applicazione per il controllo delle pulsazioni di bassa frequenza particolarmente fastidiose in tutti i veicoli di nuova generazione (fenomeni di “firing pulsation”)
Dai grafici meramente esemplificativi delle figure 6-9 è possibile vedere che la realizzazione di tubi interni secondo l’invenzione che rispettano tale rapporto di lunghezza rispetto ai tubi interni realizzati in PTFE, permette di ottenere un’attenuazione delle pulsazioni di pressione simile.
I grafici rappresentano l’inverso della risposta in frequenza (1/FRF) della tubazione alta pressione idroguida quando essa è inserita in un circuito servosterzo idraulico completo. Per completo si intende che la FRF deve essere misurata sull'impianto effettivo composto da pompa e scatola guida previsti per 'applicazione. Trattandosi infatti di una FRF idraulica il contributo dei vincoli meccanici e trascurabile mentre, essendo il sistema non completamente lineare, le impedenze intrinseca del generatore (pompa) e dell'utilizzatore (guida) hanno effetto sulla FRF della tubazione.
In termini matematici tradizionali la funzione di trasferimento in frequenza FRF è il rapporto, nel dominio delle frequenze, della pressione a valle della tubazione, quindi all’ingresso della scatola guida, rispetto alla pressione a monte della tubazione stessa, quindi alla mandata della pompa. L’inverso di questa funzione esprime il diagramma di attenuazione, maggiore sarà questa funzione maggiore è la capacità della tubazione di attenuare le pulsazioni di pressione generate dalla pompa.
L’esecuzione del test prevede la misura diretta della pressione sulla mandata della pompa e sull’ingresso della scatola guida, l’intera curva di risposta può essere ottenuta imponendo una temperatura ed una pressione stabilizzata all’impianto e quindi facendo variare il regime di rotazione della pompa.
Da un esame delle caratteristiche del condotto 1, 40 realizzato secondo la presente invenzione sono evidenti i vantaggi che essa consente di ottenere.
In particolare, la realizzazione di un tubo interno più corto permette di mantenere i lay out attuali dell’impianto servosterzo e quindi di sostituire il materiale del tubo interno senza introdurre alcuna altra variazione, un vantaggio considerevole in termini di costi di ridisegno dell’impianto.
Un tubo interno realizzato secondo la presente invenzione permette inoltre di risolvere tutti problemi precedentemente esistenti realizzando il tubo interno in PTFE, qualsiasi sia la configurazione del condotto.
In particolare, permette di ottenere un tubo interno facilmente estrudibile, poco costoso e leggero, il che comporta anche un ulteriore risparmio.
Infine il materiale secondo la presente invenzione è ecologicamente compatibile contrariamente al PTFE.
Risulta infine chiaro che al condotto 20 possono essere apportate modifiche e varianti che non escono dall'ambito di tutela della presente invenzione.
In particolare, il condotto può essere realizzato con un numero qualsiasi di tubi interni ed una qualsiasi disposizione degli stessi, purché il tubo interno sia realizzato nel materiale secondo l’invenzione.
Inoltre, il condotto può definire più porzioni intermedie a diametro ridotto che definiscono più dispositivi di attenuazione aventi rispettive frequenze di intervento, combinati tra loro e/o con altri dispositivi di attenuazione per interferenza, risonanza o espansione. Tali dispositivi possono comprendere uno o più fori intermedi situati a distanze prefissate dalle rispettive superfici di riflessione.
Infine, la tenuta tra la porzione intermedia 40 ed il tubo interno 34 può essere ottenuta solo in uso per effetto della dilatazione radiale del tubo interno 34 dovuta alla pressione del fluido, anziché per interferenza radiale iniziale fra tubo interno 34 e tubo esterno 21.

Claims (15)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Condotto (1, 20, 70, 71, 72) per l'adduzione di un fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione nel fluido stesso, del tipo comprendente un tubo esterno (2, 21), ed un tubo interno (3, 34) alloggiato nel detto tubo esterno (2, 21) e formante con esso almeno una prima camera anulare (6, 46), caratterizzato dal fatto che detto tubo interno (3, 34) è realizzato in poliamide 11.
  2. 2. Condotto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta poliamide 11 è ottenuta a partire da una reazione di policondensazione di aminoacidi.
  3. 3. Condotto secondo le rivendicazioni 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta poliamide 11 è ottenuta a partire da oli vegetali.
  4. 4. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta poliammide 11 è modificata per resistere all’idrolisi.
  5. 5. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta poliammide 11 è RILSAN® P123.
  6. 6. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta poliammide 11 è RILSAN® PA11 BESN P123 LT.
  7. 7. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere una coppia di raccordi (25, 27) di estremità fissati a tenuta al detto tubo esterno (21).
  8. 8. Condotto secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che la detta prima camera anulare (46) è delimitata assialmente ad una propria prima estremità da un primo raccordo (25) di detti raccordi (25, 27).
  9. 9. Condotto secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che la detta porzione intermedia (40, 73) definisce una seconda estremità assiale della detta prima camera anulare (46), il detto tubo interno (34) definendo con il detto tubo esterno una seconda camera anulare (48) disposta da parte opposta della detta prima camera anulare (46) rispetto alla detta porzione intermedia (40, 73).
  10. 10. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 9, caratterizzato dal fatto che il detto tubo interno (34) comprende almeno un foro (53, 54, 55, 56, 57) comunicante con la detta prima camera anulare (46).
  11. 11. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 10, caratterizzato dal fatto che il detto primo raccordo (25) è un raccordo di ingresso del detto condotto (20).
  12. 12. Condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 10, caratterizzato dal fatto che il detto primo raccordo (25) è un raccordo di uscita del detto condotto (70).
  13. 13. Sistema servosterzo per un autoveicolo comprendente un condotto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 12.
  14. 14. Uso di poliamide 11 per la fabbricazione di un condotto (1, 20, 70, 71, 72) per l'adduzione di un fluido con attenuazione delle pulsazioni di pressione nel fluido stesso, del tipo comprendente un tubo esterno (21) ed un tubo interno (3, 34) alloggiato nel detto tubo esterno (21) e formante con esso almeno una prima camera anulare (6, 46).
  15. 15. Uso secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che detta poliamide 11 è RILSAN® PA11 BESN P123 TL.
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