ITRM950481A1 - Sonda chirurgica per la locazione di tumori per uso laparoscopico o intracavitario. - Google Patents

Sonda chirurgica per la locazione di tumori per uso laparoscopico o intracavitario. Download PDF

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ITRM950481A1
ITRM950481A1 IT95RM000481A ITRM950481A ITRM950481A1 IT RM950481 A1 ITRM950481 A1 IT RM950481A1 IT 95RM000481 A IT95RM000481 A IT 95RM000481A IT RM950481 A ITRM950481 A IT RM950481A IT RM950481 A1 ITRM950481 A1 IT RM950481A1
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probe
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laparoscopic surgical
crystal
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Alessandro Soluri
Guirrino Scibilia
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Consiglio Nazionale Ricerche
Pol Hi Tech S R L
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    • G01MEASURING; TESTING
    • G01TMEASUREMENT OF NUCLEAR OR X-RADIATION
    • G01T1/00Measuring X-radiation, gamma radiation, corpuscular radiation, or cosmic radiation
    • G01T1/16Measuring radiation intensity
    • G01T1/161Applications in the field of nuclear medicine, e.g. in vivo counting

Abstract

La sonda chirurgica comprende un collimatore 1 in piombo o metallo ad alto Z, numero atomico, un cristallo scintillante 2 sensibile alle radiazioni gamma aventi energia compresa tra 30 keV ed 1 MeV, un sistema a guida di luce 3, un fotomoltiplicatore 7 ed una elettronica 10 capace di integrare e convertire i segnali da analogici a digitali. Tale sonda può essere utilizzata, per le sue ridotte dimensioni, sia in via laparoscopica, introducendo la stessa in un trocker sonda laparoscopica, o in via intracavitaria.In una variante è possibile sottrarre in modo automatico il fondo, determinato dalla quantità di radioisotopo che in ogni caso va in circolo nel paziente, dal punto di massimo accumulo legato alla presenza di cellule tumorali. In un'altra variante è possibile visualizzare, tramite software di ricostruzione, su un monitor l'area rivelata dalla sonda chirurgica in modo da discriminare differenti zone di accumulo con una immagine a colori che tiene conto dei diversi livelli di captazione del tessuto interessato, nonché l'esatta localizzazione e la posizione delle stesse. In una ulteriore variante è possibile realizzare una sonda flessibile in modo da poterla leggermente inclinare ed avere un esame più ampio dei volumi da analizzare.

Description

Descrizione,dell’Invenzione Industriale dal titolo: SONDA CHIRURGICA PER LA LOCALIZZAZIONE DI TUMORI PER USO LAPAROSCOPICO O INTRACAVITARIO":
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione concerne una sonda chirurgica per localizzazione di tumori per uso laparoscopico o introcavitario.
Per asportare chirurgicamente un tumore. il chirurgo ha bisogno di localizzarlo, e a tal fine utilizza normalmente i risultati ottenuti con i sistemi diagnostici impiegati per individuare il tumore stesso: radiografia. TAC, NMR. scintigrafia.
Tuttavia al momento dell’operazione, dopo aver aperto la parte, il chirurgo può aver bisogno ancora di localizzare meglio il punto da incidere ed esame più ampio dei volumi da analizzare.
RIASSUNTO
La sonda chirurgica comprende un collimatore 1 in piombo o metallo ad alto Z, numero atomico, un cristallo scintillante 2 sensibile alle radiazioni gamma aventi energia compresa tra 30 keV ed 1 MeV, un sistema a guida di luce 3, un fotomoltiplicatore 7 ed una elettronica 10 capace di integrare e convertire i segnali da analogici a digitali. Tale sonda può essere utilizzata, per le sue ridotte dimensioni, sia in via laparoscopica introducendo la stessa in un trocker sonda laparoscopica o in via intracavitaria.
In una variante è possibile sottrarre in modo automatico il fondo, determinato dalla quantità di radioisotopo che in ogni caso va in circolo nel paziente, dal punto di massimo accumulo legato alla presenza di cellule tumorali. In un’altra variante è possibile visualizzare, tramite software di ricostruzione, su un monitor l’area rivelata dalla sonda chirurgica in modo da discriminare differenti zone di accumulo con una immagine a colori che tiene conto dei diversi livelli di captazione del tessuto interessato, nonché l’esatta localizzazione e la posizione delle stesse. In una ulteriore variante è possibile realizzare una sonda flessibile in modo da poterla leggermente inclinare ed avere un asportare e. perciò, si aiuta con una così detta sonda chirurgica: dopo aver iniettato nel paziente un radiofarmaco che ha la peculiarità di fissarsi preferenzialmente nelle cellule tumorali, rivela le radiazioni gamma emesse dal radioisotopo, presente nelle molecole del farmaco, tramite una sonda che è in pratica una sorta di contatore Geiger-Mu11er.
La sonda è sensibile alle radiazioni gamma in modo tale da dare segnali analogici proporzionali alla concentrazione di radioisotopo rivelata.
I segnali rivelati vengono convertiti in segnali digitali fornendo una scala luminosa e/o sonora proporzionale all’intensità del segnale.
Individuando l’area esplorata che dà più segnali, si sarà individuato il punto dove è situato il tumore. Per esempio le sonde di Martin in commercio, sono dei tubi proporzionali cilindrici aventi un diametro di circa 30 mm., contenenti all’interno un gas ionizzabile e due elettrodi dove viene applicata un tensione elevata e possono rivelare radiazioni gamma che, ionizzando il gas, generano un segnale elettrico.
Sarebbe desiderabile, invece, poter avere una sonda di ridotta dimensione esterna e di buona efficienza alle basse energie.
La sonda di Martin invece presenta l’inconveniente di avere una dimensione esterna non piccola e scarsa efficienza alle basse energie per cui: 1) la risoluzione spaziale della sonda è molto grossolana, pari a circa 4 citi.. con evidenti scarsi vantaggi per la localizzazione del tumore ,
2) occorre poter distinguere il segnale emesso dal tumore, rispetto a quello emesso dal fondo,in quanto parte del farmaco va comunque in circolo. Risulta quindi che gli scarsi vantaggi ottenuti da questo tipo di sonde, rendano scarsamente utilizzato tale sistema.
Sono già noti altri'tipi di sonde ma soltanto recentemente è stata impiegata quale sonda a campo aperto, una sonda costituita da un tubo cilindrico di diametro esterno pari a circa 20 mm e sulla cui estremità è stato posto un cristallo scintillante a base di ioduro di cesio (Cs1). Tale modo di procedere presenta lo svantaggio di dover in ogni caso aprire chirurgicamente la parte per procedere alla misura; il cristallo, quando viene colpito dalle radiazioni gamma, emette luce che viene letta da un fotodiodo che. a sua volta, converte il segnale ottico in segnale elettrico utilizzabile per graduare una scala visiva o sonora, il cui valore è proporzionale all’intensità del segnale stesso.
Inoltre, essendo l’area attiva della sonda di 5 cm. e con possibilità di collimazione, la risoluzione spaziale risulta migliore rispetto ai comuni contatori Geiger-Muller e pari a qualche centimetro. Tuttavia l’utilizzo di tale sistema è limitato all’uso in campo aperto e cioè solo dopo che il chirurgo ha aperto la parte.
Sarebbe desiderabile, invece utilizzare una sonda per via laparoscopica o intracavitaria capace di individuare con buona precisione i punti di accumulo di traccianti radioattivi indicatori di metastasi da asportare chirurgicamente, in modo da guidare il chirurgo sulla posizione delle stesse con possibilità di discriminare tessuto sano da quello tumorale con la precisione di qualche mil-1imetro .
Occorrerebbe, pertanto, essere in grado di individuare con precisione il punto di massimo accumulo e le zone limitrofe interessate dal tumore asportabile chirurgicamente prima di effettuare l’intervento nella zona interessata.
Lo scopo della presente invenzione è quello di risolvere i problemi sopra specificati.
In vista di raggiungere tale scopo, l’invenzione ha per oggetto una sonda chirurgica sensibile alle radiazioni gamma, utilizzabile per via laparoscopica o intracavitaria. con possibilità di rivelare zone di tessuto invase da tumori di piccola area .
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno dalla descrizione che segue con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio non limitativo, in cui:
la fig. 1 è una vista. in scala ampliata, del dispositivo in cui vengono indicate le parti che lo compongono :
la fig. 2 rappresenta il dettaglio del collimatore e dello schermo:
la fig. 3 rappresenta il cristallo scintillante; la fig. 4 rappresenta lo schema della guida di luce;
la fig. 5 illustra lo schema del fotomoltiplicatore ed una vista dall’alto:
la fig. 6 rappresenta il meccanismo di moltiplicazione degli elettroni che avvengono nel fotomoltiplicatore (metal channel dvnodes):
la fig. 7 rappresenta lo schema a blocchi dell’elettronica necessaria al funzionamento della sonda; le figg. 8a e 8b rappresentano una variante relativa ad una sonda per imaging con relativo schema a blocchi dell’elettronica:
la fig. 9 rappresenta una variante con sonda flessibile.
Con riferimento alle figure viene illustrata la nuova sonda che è costituita da:
- un collimatore 1 in piombo o metallo ad alto Z (quale W, Au ecc). in grado di far passare soltanto le radiazioni gamma secondo l’angolo solido che attraversa i suoi fori; il collimatore ha un ingombro pari ad un diametro di 10 mm;
- un cristallo scintillante 2 di YAP: Ce (alluminato di Ittrio drogato al Cerio con la struttura della perovskite) sensibile a radiazioni gamma aventi energia compresa tra 30 KeV ed 1 MeV, e mettendo luce con lunghezza d’onda di picco a 370 nm; il cristallo ha un ingombro totale pari ad un diametro di 6 mm.;
- uno schermo in tungsteno 3 per isolare il cristallo rivelatore da raggi gamma provenienti da direzioni laterali;
- un sistema guida luce 4, accoppiata otticamente con il cristallo da una parte e con un fotomoltiplicatore dall’altra, avente una sezione totale pari a circa 8 mm ed una lunghezza di circa 200 mm.;
- un mantello 5 costituito da un rivestimento di materiale inerte e sterilizzabile per la parte da introdurre nel paziente,costituito da un cilindro di 11 mm di diametro e lunghezza di circa 250 mm. - un contenitore 6 per contenere il fotomoltiplicatore;
- un fotomoltiplicatore 7 in grado di raccogliere il segnale ottico guidato dalla guida di luce ed amplificato in un segnale elettrico. Il fotomoltiplicatore utilizzato è di tipo compatto costituito da 8 sottili dinodi a canali metallici incapsulati in un cilindro di 15 mm di diametro e 10 mm di altezza, come indicato in fig. 5 e capace di essere sensibile alla posizione con un sistema multianodo di raccolta della carica (fig.
6). Il fotomoltiplicatore è alloggiato all’interno della sonda, nella estremità inferiore.
- Un circuito elettronico 10 capace di integrare e convertire i segnali da analogici a digitali fornendo, in tempo reale, una misura proporzionale ai segnali rilevati.
L’elettronica descritta nello schema a blocchi di fig. 7 si compone di:
- un preamplificatore 9 e partitore resistivo del fotomoltiplicatore 8. integrati e montati all’interno della sonda: il segnale rivelato dalla sonda, entra in un amplificatore a guadagno variabile 9, alla cui uscita sono collegati in parallelo tre blocchi funzionali:
- un rivelatore di impulso 11 che fornisce un segnale corrispondente ad una radiazione gamma rivelata dalla sonda;
- un sincronizzatore d’impulso 12 che genera un segnale di sincronismo in corrispondenza al valore massimo raggiunto dall’impulso;
- un campionatore 13 (SAMPLE AND HOLD), azionato dal dispositivo monostabile NI 14 che lo sincronizza esattamente in corrispondenza del massimo impulso.
L’uscita del campionatore è collegata tramite un circuito di selezione finestra 15, il quale permette la selezione di due o più finestre di tensione denominate con A e B ecc. e che hanno la funzione di adattare ed ottimizzare la risposta dello strumento rispetto ai diversi radioisotopi utilizzati. Tale dispositivo per selezione finestra è a sua volta collegato ad un dispositivo monostabile N2 16, che genera gli impulsi che giungono ad un dispositivo rivelatore sonoro 17 ed ad una coppia di blocchi di visualizzazione luminosa a barre led 18. passando attraverso una catena di filtri ed amplificatori 20. I blocchi di visualizzazione luminosa, permettono di vedere la frequenza degli impulsi 21 e la posizione della sonda rispetto al valore massimo della frequenza 19.
La fig. 9 illustra una variante in cui è possibile inclinare leggermente la parte superiore della sonda in modo da poter rivelare e captare anche zone difficilmente accessibili, tramite un sistema a manopole azionato dall’esterno, in modo da vedere un volume più ampio.
L’intera sonda chirurgica è rivestita per quel che riguarda il mantello 5 di materiale inerte e ster i1izzabi1e come già descritto in precedenza e per la parte restante, che rimane all’esterno del paziente, da un cilindro di diametro 30 mm e lunghezza circa 100 mm.
Introducendo la sonda attraverso un trocker (sonda 1aparoscopica) o per via intracavitaria nel corpo del paziente, al quale sia stato iniettato un radiofarmaco capace di fissarsi preferenzialmente sulle cellule tumorali e capace di emettere radiazioni gamma di energia compresa tra 30 Kev ed 1 MeV, il chirurgo potrà localizzare il tumore individuando la zona di massimo segnale (emissione di radiazione gamma) con precisione fino a circa 0,5 mm .
Questo permette al chirurgo di intervenire con estrema certezza e precisione, soltanto nella zona specifica interessata dal tumore, riducendo i danni chirurgici ed il rischio per il paziente.
L’elevata sensibilità della sonda,ino11re, permette di utilizzare radiofarmaci a diverse energie ed offre la possibilità di marcare anticorpi specifici per determinati tumori con radioisotopi diversi, comunemente utilizzati in medicina nucleare.
In possibili varianti dell’invenzione la sonda chirurgica 1aparoscopica può presentare, come cristallo scintillante, una matrice di cristalli di YAP:Ce dove i singoli cristalli hanno sezione di circa lxl mm e comunque compresa tra 0,5x0,5 mm e 2x2 mm e dove i singoli cristalli sono separati otticamente l’uno dall’altro, e la zona di separazione tra cristallo e cristallo è di circa 0,1 mm di spessore e comunque compresa tra 3 micron e 0,5 mm.
Inoltre. possono essere usati, come cristallo scintillante, cristalli di CSI (TL), Nal, BGO, LSO ecc. e una guida di luce in materiale plastico con indice di rifrazione compreso tra 1,41 e 1,62 quali PMMA, PS, PC ecc. che si accoppia otticamente tra il cristallo scintillante ed il fotomoltiplicatore.
In una possibile variante, invece.il sistema di guida di luce è costituito da una fibra ottica di sezione cilindrica o diversa, per raccogliere il segnale principale, circondata da altre guide di luce o fibre ottiche dello stesso materiale di sezione minore, per raccogliere il segnale del fondo, ottenendo lo scopo con fibre otticamente separate l’una dall’altra.
In una ulteriore variante, il sistema di guide di luce, può essere costituito da un fascio di fibre ottiche, separate otticamente l’una dall’altra, con una sezione totale identica alla superficie totale del cristallo scintillante con il quale si accoppia otticamente, senza lasciare spazi morti, e, dall’altra parte da una sezione simile alla finestra attiva di un fotomoltiplicatore, dette singole fibre avendo sezione tonda o quadra o esagonale oppure variabile tra queste e comunque compresa tra 0,3 mm e 2 mm di diametro o lato-lato.
Infine, dette guide di luce possono sostituite da guide di luce o fibre ottiche in materiale inorganico, quale: silice,quarzo ecc.
In variante, l’invenzione prevede di raccogliere il segnale guidato dalle fibre ottiche con un fotomoltiplicatore con finestra attiva di diametro circa 8 min e sensibile all’emissione del singolo fotone, oppure con un fotomoltiplicatore anche sensibile alla posizione, avendo un sistema a Metal Channel Dynode, canali dinodi metallici, equivalente ad un multi-anodo o multi-pixel, per migliorare la risoluzione spaziale fino a circa 0,2 mm.
In una ulteriore possibile variante, il fotomoltiplicatore è sostituito da un rivelatore a stato solido, quale un fotodiodo al silicio ad Arseniuro di Gallio o a valanga con pixel da circa 0,5x0, 5 mm, e compresi tra 0,2x0,2 mm e lxl mm, in grado di leggere fotoni di luce, determinarne la posizione e rivelarne l’energia assorbita dal cristallo scintillante nell’interazione del raggio gamma con quest’ultimo.
Mediante il circuito elettronico della fig.7, i segnali analogici del fotomoltiplicatore possono essere convertiti in segnali digitali visivi e sonori proporzionali alla intensità delle radiazioni gamma rilevate dando così la localizzazione della maggior concentrazione di radiofarmaco- tumore .
L’invenzione prevede di integrare tutti i segnali e tramite software di trasformarli in imaging in tempo reale, in modo da dare immagini che evidenziano le radiazioni gamma con risoluzione spaziale fino a circa 0,2 mm.
In una variante realizzativa la sonda chirurgica laparoscopica, può essere introdotta in un trocker di diametro interno 12 mm, provvisto esternamente di una guaina inerte e sterilizzabile, quale teflon, acciaio inox o simili e la parte introdotta nel trocker può essere flessibile e tale che l’estremità più interna al corpo del paziente possa essere piegata tramite un sistema a manopole azionato dall’esterno, per poter vedere un volume maggiore .
Mentre la lunghezza totale della sonda prevista dall’invenzione è di circa 35 era, la parte che viene introdotta nel trocker presenta una lunghezza di circa 25 cm e diametro di circa 10 mm, mentre la parte che rimane esterna al trocker è lunga circa 100 mm e con diametro di circa 30 mm.
Secondo l’invenzione, il probe è collegato tramite fili ad un sistema che visualizza sia l’intensità che la posizione di massima intensità delle radiazioni gamma, tramite una scala di colori ed è previsto l’abbinamento con un sistema sonoro anch’esso proporzionale all’intensità delle radiazioni gamma.
Infine, il sistema per visualizzare l’intensità di radiazione può essere sostituito da un sistema per imaging in tempo reale capace di far vedere tutto il campo esplorato dalla sonda descrivendolo con intensità di luce-colore proporzionale all’intensità di radiazioni, con una risoluzione spaziale fino a circa 0,2 mm.
Ovviamente, inoltre, i particolari di costruzione e le forme di attuazione potranno ampiamente variare rispetto a quanto descritto e illustrato a puro titolo di esempio, senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Sonda chirurgica per la localizzazione dei tumori caratterizzata dalle dimensioni per essere utilizzata per via laparoscopica o introcavitaria. con un collimatore 1 avente una sezione compresa tra 6 e 10 mm,con un foro di diametro compreso tra 6 e 10 mm, con una parete compresa tra 0,1 e 2 mm, ed una lunghezza compresa tra 5 mm e 30 mm.
  2. 2) Sonda chirurgica laparoscopica secondo la riv.1 caratterizzata da: - un collimatore 1 in piombo o metallo ad alto Z (quale W, Au ecc), in grado di far passare soltanto le radiazioni gamma secondo l’angolo solido che attraversa i suoi fori; il collimatore ha un ingombro pari ad un diametro di 10 mm; - un cristallo scintillante 2 di YAP: Ce (alluminato di Ittrio drogato al Cerio con la struttura della perovskite) sensibile a radiazioni gamma aventi energia compresa tra 30 KeV ed 1 MeV, emettendo luce con lunghezza d’onda di picco a 370 nm; il cristallo ha un ingombro totale pari ad un diametro di 6 mm.; - uno schermo in tungsteno 3 per isolare il cristallo rivelatore da raggi gamma provenienti da direzioni laterali; - un sistema guida luce 4, accoppiata otticamente con il cristallo da una parte e con un fotomoltiplicatore dall’altra, avente una sezione totale pari a circa 8 mm ed una lunghezza di circa 200 mm.; - un mantello 5 costituito da un rivestimento di materiale inerte e sterilizzabile per la parte da introdurre nel paziente, costituito da un cilindro di 11 mm di diametro e lunghezza di circa 250 mm. - un contenitore 6 per contenere il fotomoltiplicatore; - un fotomoltiplicatore 7 atto a raccogliere il segnale ottico guidato dalla guida di luce ed amplificato in un segnale elettrico, di tipo compatto costituito da 8 sottili dinodi a canali metallici incapsulati in un cilindro di 15 mm di diametro e 10 mm di altezza, capace di essere sensibile alla posizione con un sistema multianodo di raccolta della carica, detto fotomoltiplicatore essendo alloggiato all’interno della sonda, nella estremità inferiore. - Un circuito elettronico 10 capace di integrare e convertire i segnali da analogici a digitali fornendo, in tempo reale, una misura proporzionaie ai segnali rilevati.
  3. 3 ) Sonda chirurgica laparoscopica secondo la riv. 1, caratterizzata dalla presenza, come cristallo scintillante, di una matrice di cristalli di YAPrCe dove i singoli cristalli hanno sezione di circa lxl min e comunque compresa tra 0,5x0,5 mm e 2x2 mm e dove i singoli cristalli sono separati otticamente l’uno dall’altro, e la zona di separazione tra cristallo e cristallo è di circa 0,1 mm di spessore e comunque compresa tra 3 micron e 0,5 mm.
  4. 4) Sonda chirurgica laparoscopica secondo la riv.-1, caratterizzata dal fatto di usare, come cristallo scintillante, cristalli di Csl TI, Nal, BGO , LSO ecc.
  5. 5) Sonda chirurgica laparoscopica secondo le rivv. 1 e 4, caratterizzata da una guida luce in materiale plastico con indice di rifrazione compreso tra 1,41 e 1,62 quali PMMA, PS, PC ecc. che si accoppia otticamente tra il cristallo scintillante ed il fotomoltiplicatore.
  6. 6) Sonda chirurgica laparoscopica secondo le rivv. 1 e 5 caratterizzata dal fatto che il sistema di guida di luce è costituito da una guida luce centrale o fibra ottica di sezione cilindrica o diversa, per raccogliere il segnale principale, circondata da altre guide di luce o fibre ottiche dello stesso materiale di sezione minore, per raccogliere il segnale del fondo, e dove le fibre sono otticamente separate l’una dall’altra.
  7. 7) Sonda chirurgica laparoscopica secondo le rivv. 1-5-6, dove il sistema di guide di luce, è costituito da un fascio di fibre ottiche, separate otticamente l’una dall’altra, che ha una sezione totale identica alla superficie totale del cristallo scintillante con il quale si accoppia otticamente, senza lasciare spazi morti, e, dall’altra parte una sezione simile alla finestra attiva di un fotomoltiplicatore, dette singole fibre avendo sezione tonda o quadra o esagonale oppure variabile tra queste e comunque compresa tra 0,3 mm e 2 min di diametro o lato-lato .
  8. 8) Sonda chirurgica 1aparoscopica, secondo 1e rivv. 1-5-6-7 caratterizzata dal fatto che le guide di luce o fibre ottiche in materia plastica sono sostituite da guide di luce o fibre ottiche in materiale inorganico, quale: silice. quarzo ecc. 91 Sonda chirurgica 1aparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti caratterizzata dal fatto di raccogliere il segnale guidato dalle fibre ottiche con un fotomoltiplicatore con finestra attiva di diametro circa 8 mm e sensibile all’emissione del singolo fotone. 10) Sonda chirurgica l aparoscopica, secondo tutte le rivv. 1-9. dove il fotomoltiplicatore usato è anche sensibile alla posizione, avendo un sistema a Metal Channel Dynode, canali dinodi metallici, equivalente ad un multi-anodo o multi--pixel, per migliorare la risoluzione spaziale fino a circa 0,2 mm. 11) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti dove il fotomoltiplicatore è sostituito da un rivelatore a stato solido, quale un fotodiodo al silicio ad Arseniuro di Gallio o a valanga con pixel da circa 0,5x0,5 mm e compresi tra 0,2x0,2 mm e lxl mm, in grado di leggere fotoni di luce, determinarne la posizione e rivelarne l’energia assorbita dal cristallo scintillante nell’interazione del raggio gamma con quest’ultimo. 12) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti caratterizzata dalla presenza di un circuito elettronico atto a convertire i segnali analogici del fotomoltiplicatore in segnali digitali visivi e sonori. 13) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti dove i segnali digitali visivi e sonori sono proporzionali alla intensità delle radiazioni gamma rilevate dando così la localizzazione della maggior concentrazione di radiofarmaco- tumore. 14 Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti, dove tutti i segnali vengono integrati e tramite software vengono trasformati in imaging in tempo reale, in modo da dare immagini che evidenziano le radiazioni gamma con risoluzione spaziale fino a circa 0,2 mm. 15) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti caratterizzata dal fatto di essere introdotta in un trocker di diametro interno 12 mm e provvisto esternamente di una guaina inerte e steri1izzabile, quale teflon, acciaio inox o simili. 16 Sonda chirurgica laparoscopica, secondo le rivv. 1 e 15, caratterizzata da una parte introdotta nel trocker. flessibile e tale che l’estremità più. interna al corpo del paziente possa essere piegata tramite un sistema a manopole azionato dall’esterno, per poter vedere un volume maggiore. 17) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti caratterizzata da una lunghezza totale di circa 35 cm, con la parte che viene introdotta nel trocker di lunghezza circa 25 cm e diametro circa 10 mm; con la parte che rimane esterna al trocker lunga circa 100 mm e con diametro circa 30 mm. 18) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti dove il probe è collegato tramite fili ad un sistema che visualizza sia l’intensità che la posizione di massima intensità delle radiazioni gamma, tramite una scala di colori e dove è abbinato un sistema sonoro anch’esso proporzionale all’intensità delle radiazioni gamma. 19) Sonda chirurgica laparoscopica, secondo tutte le rivv. precedenti dove il sistema per visualizzare l’intensità di radiazione è sostituito da un sistema per imaging in tempo reale capace di far vedere tutto il campo esplorato dalla sonda descrivendolo con intensità di luce colore proporzionale all’intensità di radiazioni, con una risoluzione spaziale fino a circa 0.2 mm. Il tutto sostanzialmente come descritto e illustrato e per gli scopi specificati.
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