ITRM20130505A1

ITRM20130505A1 - Dispositivo di chiusura con marchio a incastro magnetico

Info

Publication number: ITRM20130505A1
Application number: IT000505A
Authority: IT
Inventors: Giancarlo Lenci; Ruggero Lenci
Original assignee: Giancarlo Lenci; Ruggero Lenci
Priority date: 2013-09-13
Filing date: 2013-09-13
Publication date: 2015-03-14
Also published as: CN206079443U; WO2015037028A1; EP3043674A1; US20160235174A1; US9668560B2

Description

DISPOSITIVO DI CHIUSURA CON MARCHIO A INCASTRO MAGNETICO

DESCRIZIONE

Campo d’interesse — Il campo d’interesse riguarda tutti quei casi nei quali è necessario dare risalto a un marchio e, allo stesso tempo, tenere in aderenza due superfici sovrapponibili e apribili. Più dettagliatamente, la presente invenzione si occupa di pervenire all’incorporazione integrale di un qualsiasi marchio in un dispositivo di chiusura a incastro magnetico, di cui alle figure allegate. In tali figure, a titolo esemplificativo e non limitativo, il marchio è composto da caratteri alfabetici stilizzati, tra le possibili combinazioni di numeri, simboli, crittogrammi, disegni. Nel dispositivo, il marchio dà forma al “maschio” e, per sottrazione, alla “femmina” dando luogo a un sistema interagente, composto da due elementi principali, uno “maschio” l’altro “femmina”, differenti tra loro e complementari. Il marchio risulta ben visibile sia a dispositivo aperto — tanto nel “maschio” quanto nella “femmina” — sia a dispositivo chiuso.

Stato dell’arte — E' noto sia il funzionamento delle chiusure a incastro sia delle chiusure ad attrazione magnetica, così come sono note le applicazioni, talune brevettate, basate sulla combinazione di esse. Il 6 luglio del 1992 Charles U. Amanze (Stati Uniti) ha presentato domanda di brevetto per l’invenzione dal titolo in inglese “Interlocking means for magnetic alphanumer characters”, che in italiano si traduce in “Strumenti a incastro per caratteri alfanumerici magnetici” (pubblicazione US5337501 (A) 1994-08-16). Si tratta di singole lettere e numeri in rilievo su una piastrina magnetica, assemblabili tra loro in modo allineato in virtù della presenza di dentature sui quattro bordi della piastrina stessa. Tale brevetto non è pensato come strumento di chiusura e il carattere in rilievo non costituisce un sistema “maschio-femmina”. Il 9 marzo del 2001, SAMA S.p.A. di Milano ha depositato domanda di brevetto rilasciata il 7 dicembre del 2004 con il n. 0001325146 dal titolo: “Chiusura magnetica con interaggan mutuo , per borse, zaini , capi di abbigliamento e simili Della stessa invenzione è stata depositata domanda di brevetto negli Stati Uniti il 25 luglio del 2002 (US2004016089 (Al) 2004-01-29; US6804865 (B2) 2004-10-19), dal titolo in inglese "Magnetic close with mutual interlo System for bags, rucksaks, items of c ”. Il brevetto descrive un dispositivo di chiusura formato da sue componenti identici che sono sia “maschio” sia “femmina” al contempo. Essi si attraggono e si incastrano senza che emerga una specificità di ruoli, essendo uguali. Il brevetto fa leva su questa uguaglianza, che consente una producibilità a minor costo rispetto a un dispositivo che fa uso di due componenti diversi.

Obbiettivi — Dallo studio dello stato dell’arte sì è evinto che manca il brevetto di un dispositivo di chiusura formato da due parti diverse tra loro, un “maschio” e una “femmina”, che si uniscono per incastro e magnetismo, in cui gli elementi compenetranti trasmettono un messaggio linguistico o simbolico che risulta essere integralmente incorporato nel dispositivo stesso, e visibile sia a dispositivo aperto che chiuso. Si ritiene che tale obbiettivo sia altamente desiderabile, riscontrata l'attuale mancanza di un dispositivo simile.

Funzionamento — Il presente Dispositivo di chiusura con marchio a incastro magnetico realizza l’aderenza di due superfici di materiali quali tessuto, pelle, similpelle, cartone, legno, altri materiali metallici, organici, minerali, ceramici, vetrosi, compositi, ovvero una combinazione di essi, attraverso l’azione combinata di magneti in esso inseriti e dell'incastro tra i suoi due componenti principali, costituiti da un “maschio” e da una “femmina”, come di seguito descritto.

Il “maschio” (1) presenta un marchio in rilievo — come di seguito descritto — che penetra nella piastra della “femmina” (2) la quale presenta la sagoma in negativo del “maschio”, sagoma a cui è aggiunta una tolleranza tecnica necessaria a consentire l’agevole scorrevolezza deU’incastro tra i due componenti.

Il “maschio” è fissato alla superficie sottostante di ciò che si vuole chiudere, o ne è parte integrante. A titolo esemplificativo e non limitativo, tale fissaggio può avvenire tramite alette (7), rivetti, viti. Nel caso di alette sarà usata una piastrina di bloccaggio (4). Il marchio può anche essere parte integrante della parte sottostante di ciò che si vuole chiudere, come nel caso di un bracciale o di una collana realizzati per fusione, saldatura o altra tecnica. In questo caso non sono necessari né alette, né piastrina di bloccaggio.

La piastra della “femmina” è fissata alla superficie soprastante, quella apribile, o ne è parte integrante. Il fissaggio della piastra della “femmina” a ciò che si vuole chiudere può avvenire, sempre titolo esemplificativo e non limitativo, nel seguente modo: la piastra della “femmina” può essere dotata di una contro-piastra (3) ad essa collegata per mezzo di due o più viti (6); questa contro-piastra è vuota nella parte centrale lì dove penetra il “maschio” (8). Tra le due piastre, tranne in quei punti nei quali sono ubicate le sedi delle viti che servono anche da spessori di appoggio (10) per distanziare la piastra dalla contro-piastra (12), e nel bordo interno della piastra che inquadra l’alloggiamento fisso della contro-piastra e quello scorrevole del “maschio” (11), si genera una fessura (12) di spessore rispondente a quello della superficie del materiale soprastante. Pertanto la piastra della “femmina” (2) e la sua contro-piastra (3) sono tra loro avvitate così da ammorsare la superficie del materiale soprastante. L’ammorsatura può essere facilitata da un lieve bordo in rilievo ubicato sulla costa della parte sottostante della piastra della “femmina’ ’ (13). La “femmina” può anche essere parte integrante della parte soprastante di ciò che si vuole chiudere, come nel caso di un bracciale o di una collana realizzati per fusione, saldatura o altra tecnica. In questo caso non è necessaria la contro-piastra.

Il “maschio” e la “femmina” del dispositivo devono essere ubicati sui rispettivi supporti in posizione perfettamente sovrapponibile tra di essi, onde consentirne l’agevole incastro.

Tale incastro è pilotato e reso stabile dall’attività del/dei magnete/i (9). A titolo esemplificativo e non limitativo essi possono trovare alloggiamento in sedi incassate (5) ubicate nei componenti “maschio” e/o “femmina” in posizioni corrispondenti tra loro, e quelli del “maschio” possono essere ubicati sia sulla superficie posteriore, in modo da non risultare visibili all’esterno (cosi come illustrato nelle figg. 1.2 e 1.3), sia su quella anteriore, o sui lati di esso. Tali magneti possono variare per numero, forma e dimensione, potendo anche coincidere con lo stesso componente maschio e/o femmina, o loro parti. Il/i magnete/i può/possono essere più o meno potente/i, in ragione delle esigenze di chiusura delle applicazioni.

Un semplice metodo per l’apertura del dispositivo prevede di esercitare una lieve pressione con un dito sul “maschio”, che in posizione di chiusura può fuoriuscire in rilievo dalla superficie esterna della piastra della “femmina”, o che può rimanere a filo rispetto ad essa. Sollevando la “femmina”, il “maschio” scorre attraverso di essa consentendo il distacco delle due parti tenute in aderenza dall’azione combinata dell’incastro del magnete o dei magneti.

Venendo alle applicazioni, a titolo esemplificativo e non limitativo, il dispositivo può essere funzionale alle esigenze di chiusura di una borsa, di un borsellino, di una cintura, dei manici di una borsa, della copertina di un libro o di un'agenda, di un porta-documenti, di una scatola, di un contenitore per cibi o bevande, di uno sportello interno o esterno appartenente a un veicolo a motore, di un’anta di armadio, di un capo d’abbigliamento quale giacca, giaccone, cappotto, impermeabile, pantalone, gonna, di un fodero o astuccio per penne, per cellulari, per macchine fotografiche, per telecamere, per dispositivi elettronici portatili, per sigarette e sigari, per pipe, per occhiali, così come di una collana, di un bracciale o di altri articoli di oreficeria o di bigiotteria.

In merito alle morfologie dell'incastro “maschio-femmina”, queste possono essere le più varie. A titolo esemplificativo e non limitativo esse possono essere costituite da un nome, da un acronimo, da un marchio, da un logotipo, da una singola lettera, dalle iniziali di un nome, da un crittogramma, da un simbolo, da un disegno di fantasia.

Il bordo esterno della piastra della “femmina” può assumere qualsiasi forma, tra cui a titolo esemplificativo e non limitativo quella di un rettangolo, di un quadrato, di un cerchio, di un triangolo, di un poligono, di un ovale, oppure un disegno di fantasia. Nelle figure allegate, a titolo esemplificativo e non limitativo , la morfologia esterna del dispositivo è rettangolare e quella interna dell’incastro “maschiofemmina” è costituita da una combinazione di lettere stilizzate.

Le dimensioni del dispositivo possono variare in funzione dell’applicazione e delle necessità di visibilità della figura rappresentata. Essendo la necessaria forza di chiusura funzione della potenza dei magneti, la dimensione finale del dispositivo può dipendere dallo spazio necessario al loro alloggiamento.

I materiali utilizzabili per realizzare il dispositivo possono essere metallici, organici, minerali, ceramici, vetrosi, compositi, ovvero una combinazione di essi.

Tre sono i componenti essenziali del dispositivo di chiusura a incastro magnetico: il “maschio”, la “femmina” e il/i magnete/i, che può/possono coincidere con il “maschio” e/o con la “femmina” o loro parti. Gli altri componenti mostrati nelle figure allegate sono stati introdotti per rispondere alle esigenze di alcune applicazioni tra quelle descritte e tra le varie possibili.

Disegni - Il dispositivo rappresentato nelle figure allegate fa uso, a titolo esemplificativo e non limitativo, di alcuni caratteri alfabetici stilizzati scelti tra le possibili combinazioni di numeri, simboli, crittogrammi. Da tali figure si possono evincere i principi fondativi del dispositivo: un sistema di chiusura a incastro magnetico in cui i componenti “maschio-femmina”, diversi tra loro e complementari, hanno la forma di un marchio. Gli stessi principi fondativi possono dar luogo a forme e dimensioni del dispositivo anche molto diverse da quelle mostrate nelle figure allegate come di seguito descritte.

FIG. 1

Fig. 1.1 — Fronte del dispositivo, in tridimensionale esploso;

Fig. 1.2 — Retro del dispositivo, in tridimensionale esploso;

Fig. 1.3 — Sezione assonometrica del dispositivo;

Fig. 1.4 - Prospetto laterale di sinistra del dispositivo.

FIG.2

Fig. 2.1 — Prospetto frontale della “femmina”;

Fig. 2.2 — Prospetto posteriore della “femmina”;

Fig. 2.3 — Fronte della “femmina”, in tridimensionale esploso;

Fig. 2.4 — Retro della “femmina”, in tridimensionale esploso;

Fig. 2.5 — Retro della “femmina”, in tridimensionale unito;

Legenda dei numeri nelle figure

1 - “maschio”;

2 — “femmina”;

3 — contro-piastra della “femmina”;

4 — piastrina asolata di bloccaggio del “maschio” al supporto;

5 — incasso per magnete;

6 — vite di fissaggio della contro-piastra alla piastra della “femmina”;

7 - aletta di fissaggio del “maschio” al supporto;

8 — parte centrale vuota della contro-piastra della “femmina”;

9 — magnete;

10 - sede della vite costituente anche spessore di appoggio per la contro-piastra della “femmina”; 11 - bordo interno della piastra della “femmina”;

12 — fessura di ammorsatura della “femmina” al supporto;

13 — bordino in rilievo della “femmina” per migliorarne al supporto.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di chiusura a incastro magnetico composto da due elementi tra loro diversi e compenetranti, uno “maschio” e l’altro “femmina”, in cui un marchio dà forma al “maschio” e, per sottrazione, alla “femmina”, che consente di tenere in aderenza due superfici, di materiali quali tessuto, pelle, similpelle, cartone, legno, altri materiali metallici, organici, minerali, ceramici, vetrosi, compositi, ovvero una combinazione di essi, che, a titolo esemplificativo e non limitativo, possono essere quelle di una borsa, di un borsellino, di una cintura, dei manici di una borsa, della copertina di un libro o di un’agenda, di un porta documenti, di una scatola, di un contenitore per cibi o bevande, di uno sportello interno o esterno appartenente a un veicolo a motore, di un’anta di armadio, di un capo d’abbigliamento quale giacca, giaccone, cappotto, impermeabile, pantalone, gonna, di un fodero o astuccio per penne, per cellulari, per macchine fotografiche, per telecamere, per dispositivi elettronici portatili, per sigarette e sigari, per pipe, per occhiali, cosi come di una collana, di un bracciale o di altri articoli di oreficeria o di bigiotteria, 2. Dispositivo di chiusura a incastro magnetico di cui alla rivendicazione 1, in cui i componenti “maschio” e “femmina” hanno l’uno la sagoma in negativo dell’altro, i cui contorni sono quelli di un marchio, dando luogo a due forme complementari visibili in modo unitario quando il dispositivo è chiuso, e spaiato quando il dispositivo è aperto. 3. Dispositivo di chiusura a incastro magnetico di cui alle rivendicazioni 1 e 2, in cui il marchio è costituito da un marchio di fabbrica, una o più lettere e/o numeri, crittogrammi, simboli, disegni di fantasia o una combinazione di essi. 4. Dispositivo di chiusura a incastro magnetico di cui alla rivendicazione 1, in cui i componenti “maschio” e “femmina” sono attratti tra loro da magnete/magneti inseriti nel “maschio” e/o nella “femmina”, o sono ad essi afiancati, o sono parti integranti di esso/essi.