ITRM20100238A1 - Dispositivo di lettura di supporti dati ottici. - Google Patents

Dispositivo di lettura di supporti dati ottici. Download PDF

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ITRM20100238A1
ITRM20100238A1 IT000238A ITRM20100238A ITRM20100238A1 IT RM20100238 A1 ITRM20100238 A1 IT RM20100238A1 IT 000238 A IT000238 A IT 000238A IT RM20100238 A ITRM20100238 A IT RM20100238A IT RM20100238 A1 ITRM20100238 A1 IT RM20100238A1
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IT
Italy
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diffractive
reading device
data carrier
data
unit
Prior art date
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IT000238A
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Inventor
Michela Casini
Giuseppe Ghisa
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Zecca Dello Ist Poligrafico
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Description

DISPOSITIVO DI LETTURA DI SUPPORTI DATI OTTICI
DESCRIZIONE
Settore dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di lettura di un supporto dati ottico del tipo recante una coppia di strutture diffrattive sovrapposte.
Background
Fra i supporti dati ottici, per “dispositivo ottico variabile†(in genere indicato con l’acronimo OVD) si intende un elemento di autenticazione recante un profilo ottico diffrattivo, ad esempio un ologramma. Tale profilo può implementare un cosiddetto codice ottico diffrattivo, ossia un’immagine rilevabile quando l’OVD à ̈ esposto ad un fascio di onde elettromagnetiche, quali un fascio di luce monocromatico o un fascio laser.
Gli OVD sono largamente impiegati come elementi anti-contraffazione su banconote, carte di credito, documenti e tessere di identificazione e prodotti tipo carte valori in genere poiché non sono riproducibili mediante tecniche di stampa convenzionali e possono recare informazioni leggibili automaticamente da una macchina. Per renderne più difficile la contraffazione, il profilo diffrattivo dell’OVD può contenere un codice ottico diffrattivo crittografato, ossia un codice rilevabile soltanto quando l’OVD viene esposto ad un fascio di onde elettromagnetiche di una determinata lunghezza d’onda.
In termini generali, l’esperienza nel campo della autenticazione ha mostrato che le difficoltà di contraffazione aumentano all’aumentare della complessità del profilo diffrattivo dell’OVD. Il Brevetto Europeo EP 1 321 890 B1 a nome del medesimo titolare descrive appunto un OVD recante una duplice struttura diffrattiva ed un relativo dispositivo di lettura.
Sommario dell’invenzione
Il problema tecnico posto e risolto dalla presente invenzione à ̈ quello di fornire un dispositivo di lettura perfezionato rispetto a quello noto appena menzionato, che risulti versatile rispetto al tipo di applicazione, consentendo una lettura di supporti dati ottici di tipo differente.
Tale problema viene risolto da un dispositivo di lettura secondo la rivendicazione 1.
Caratteristiche preferite della presente invenzione sono presenti nelle rivendicazioni dipendenti della stessa.
La presente invenzione fornisce alcuni rilevanti vantaggi. Il vantaggio principale consiste nel fatto che la programmabilità del dispositivo di lettura rispetto alla posizione di un codice diffrattivo di controllo o della porzione di interesse di questo e rispetto alla particolare applicazione del supporto dati ottico consente di impiegare il medesimo lettore praticamente in tutte le applicazioni che coinvolgano un supporto dati del tipo sopra introdotto e nelle quali sia richiesto uno standard elevato di sicurezza di codifica e decodifica.
Altri vantaggi, caratteristiche e le modalità di impiego della presente invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione, presentate a scopo esemplificativo e non limitativo, riportata a seguire.
Descrizione breve delle figure
Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
− la Figura 1 mostra una vista in prospettiva di una forma di realizzazione di un supporto dati ottico idoneo all’uso con il dispositivo dell’invenzione;
− la Figura 2 mostra uno schema a blocchi relativo ad una forma di realizzazione preferita di un dispositivo di lettura secondo l’invenzione; e
− la Figura 3 mostra una schematica vista in prospettiva di una variante del dispositivo di Figura 2.
Descrizione dettagliata di forme di realizzazione preferite
Con riferimento inizialmente alla Figura 1, verrà innanzitutto descritto, a titolo esemplificativo, un supporto dati ottico idoneo ad essere letto dal dispositivo dell’invenzione. Tale supporto dati ottico à ̈ un dispositivo ottico variabile (OVD) del tipo già introdotto e complessivamente indicato con 1.
Il supporto dati 1 prevede una costruzione multilivello, comprendendo in particolare una prima ed una seconda struttura diffrattiva, rispettivamente 2 e 3, sovrapposte l’una all’altra. Tali strutture 2 e 3 sono ricavate su un substrato 8 consistente ad esempio in un materiale termoplastico o altro materiale imbutibile. Le strutture 2 e 3 implementano ciascuna un rispettivo codice ottico diffrattivo, che diremo rispettivamente codice di controllo e codice informativo per motivi che risulteranno chiari più avanti, rilevabile quando il supporto dati 1 viene esposto ad un fascio monocromatico, preferibilmente coerente, di onde elettromagnetiche, nel presente esempio un fascio laser.
In particolare, la prima struttura diffrattiva 2, ossia in questo caso la struttura inferiore, consiste in un reticolo diffrattivo semplice costituito da una pluralità di solchi paralleli a sviluppo sostanzialmente rettilineo, ciascuno dei quali indicato con 4. I solchi 4 sono disposti secondo un passo costante, indicato con una quota 5, che à ̈ preferibilmente compreso in un intervallo 1÷4 Î1⁄4m circa.
La seconda struttura diffrattiva 3, ossia in questo caso la struttura superiore, à ̈ ricavata su un livello immediatamente adiacente al livello della prima struttura 2, dimodoché quest’ultima ne moduli lo spessore. Pertanto, il supporto dati 1 à ̈ un crittogramma modulato da reticolo, che può essere indicato come Grating Modulated Cryptogram o GMC.
Per quanto riguarda le dimensioni ottimali dell’area di lettura valgono le considerazioni riportate nel brevetto italiano 1 264 651 (domanda n. RM9700150), qui incorporate mediante questo riferimento.
La seconda struttura diffrattiva 3 presenta una conformazione più complessa rispetto alla prima struttura 2, comprendendo una pluralità di microincisioni, una delle quali indicata a titolo esemplificativo con 6. La direzione media di tali microincisioni determina una direzione di sviluppo prevalente della seconda struttura 3, indicata con una freccia 7.
Le microincisioni in questione implementano il suddetto codice diffrattivo informativo, che nella presente forma di realizzazione à ̈ del tipo a matrice di punti. Come noto, in questo tipo di codice l’informazione à ̈ codificata mediante la presenza o l’assenza di punti in predeterminate posizioni definite dalla matrice.
Più in dettaglio, nel presente esempio il codice diffrattivo informativo à ̈ un crittogramma di Fourier a punti consistente in una matrice di (nxm) punti, in cui i primi (n-1) e/o (m-1) punti di ciascuna riga e/o colonna della matrice codificano caratteri alfanumerici, e l’ultimo punto di ciascuna riga e colonna à ̈ utilizzato per il controllo di parità. Pertanto, la capacità di memoria di tale codice à ̈ pari a 2<(n-1)>x2<(m-1)>combinazioni possibili. Infatti il controllo di parità determina univocamente i valori dell’ultima riga e dell’ultima colonna.
La direzione dei solchi 4 della prima struttura 2 à ̈ trasversale alla suddetta direzione di sviluppo prevalente 7 della seconda struttura 3, formando con essa un angolo α che nella presente forma di realizzazione à ̈ pari a circa 90 deg. Preferibilmente, questo sarà comunque compreso in un intervallo 45÷90 deg circa.
In generale, il suddetto angolo α e la conformazione delle strutture diffrattive devono comunque essere tali da far sì che, quando il supporto dati viene esposto ad un fascio laser, ciascuna struttura devii tale fascio laser incidente in uno o più fasci diffratti spazialmente indipendenti dall’uno o più fasci diffratti originati dall’altra struttura. In altre parole, il fascio o i fasci diffratti relativi ad una delle strutture devono essere rilevabili da mezzi rilevatori spazialmente distinti da quelli relativi all’altra struttura.
In Figura 1, un generico angolo di diffrazione relativo alla prima struttura diffrattiva 2 à ̈ indicato con β, mentre l’angolo di diffrazione medio relativo alla seconda struttura 3 à ̈ indicato con γ.
La disposizione delle strutture diffrattive 2 e 3 può anche essere invertita, ossia la prima struttura 2 essere sovrapposta alla seconda struttura 3. Inoltre, la struttura diffrattiva 2 può essere parzialmente scoperta dalla struttura 3, ossia visibile parzialmente.
Il supporto dati 1 appena descritto può essere applicato su ogni tipo di prodotto o ulteriore substrato che richieda un elemento di autenticazione, durante lo stesso processo di fabbricazione di quest’ultimo o in una fase separata, e in particolare su banconote, carte di credito, documenti e tessere di identificazione, etichette, cartellini di autenticità, sigilli di sicurezza e prodotti tipo carte valori in genere. In particolare, il supporto dati 1 può essere inserito direttamente su tali banconote, carte di credito e così via nel medesimo procedimento di fabbricazione di queste.
Nell’esempio qui considerato, si suppone che il supporto dati 1 sia applicato su una carta di identità elettronica, indicata generalmente come ID card.
Un possibile procedimento di realizzazione dell’OVD à ̈ descritto nel già citato EP 1 321 890 B1 con particolare riferimento alle relative Figure 4A-4C. Tale descrizione di EP 1321890 à ̈ qui incorporata mediante il presente riferimento.
Con riferimento alla Figura 2, un dispositivo di lettura secondo una forma di realizzazione preferita della presente invenzione à ̈ complessivamente denotato con 10. Il dispositivo di lettura 10 à ̈ inteso per uso in associazione con la suddetta ID card recante il supporto dati 1. A titolo esemplificativo, si supporrà che la suddetta ID card venga fornita ad un operatore per poter accedere ad una determinata area di lavoro.
Il dispositivo 10 comprende una unità 11 di emissione di un fascio sostanzialmente monocromatico di onde elettromagnetiche, in questo caso un raggio laser, atto ad incidere sul supporto dati 1 della suddetta ID card, indicata con 100, per evidenziare l’informazione codificata dalla prima e dalla seconda struttura diffrattiva 2 e 3.
Il dispositivo 10 comprende inoltre una prima unità 12 di rilevazione del codice di controllo associato alla prima struttura diffrattiva 2, basata su primi mezzi di rilevazione che nella presente forma di realizzazione sono mezzi sensori a fotodiodo.
Il dispositivo 10 comprende poi una seconda unità 13 di rilevazione dell’informazione codificata dalla seconda struttura diffrattiva 3, che nella presente forma di realizzazione comprende una unità ottica di focalizzazione dell’immagine e secondi mezzi di rilevazione consistenti in un sistema rilevatore cosiddetto CCD, disposto in una posizione distinta da quella dei mezzi sensori della prima unità 12.
Preferibilmente, sia i primi che i secondi mezzi di rilevazione sopra introdotti prevedono l’utilizzo di un rispettivo elemento fotosensibile di acquisizione tale da poter acquisire singoli punti o zone all’interno dell’immagine crittografata oppure tutta l’immagine crittografata contemporaneamente.
Il dispositivo 10 consente poi, in una unità di elaborazione 15 che verrà introdotta a breve, una elaborazione del pattern acquisito tramite algoritmi matematici che prendono in considerazione l’area acquisita.
Sia la prima che la seconda unità di rilevazione 12 e 13 sono in comunicazione, mediante mezzi di trasmissione/ricezione dati di tipo convenzionale, con un’unità di digitalizzazione 14, a sua volta in comunicazione con la summenzionata unità di elaborazione 15. Quest’ultima consiste tipicamente in un processore o microprocessore comprendente mezzi hardware e software singolarmente di tipo noto. In particolare, tale unità di elaborazione 15 comprende mezzi per la memorizzazione di dati autentici e mezzi di comparazione per il confronto di tali dati con quelli codificati dal supporto dati 1 della ID card 100.
L’unità di elaborazione 15 controlla anche l’unità di emissione 11, direttamente o tramite l’unità di digitalizzazione 14.
Nella presente forma di realizzazione, l’unità di elaborazione 15 comprende inoltre mezzi di azionamento automatico dell’unità di emissione 11, per abilitare tale unità all’emissione di un raggio laser appena la ID card 100 viene inserita nel dispositivo 10.
Nella presente forma di realizzazione, l’unità di elaborazione 15 prevede anche mezzi di validazione e/o di decriptazione di dati esterni acquisiti da un’unità di acquisizione dati aggiuntiva 17 descritta a seguire.
Secondo l’invenzione, all’unità di elaborazione 15 sono anche associati mezzi selettivamente programmabili 150, che in Figura 2 sono stati rappresentati come distinti dal corpo principale dell’unità 15 ma che potrebbero essere incorporati in questo.
I mezzi 150 sono atti a ricevere in ingresso e/o memorizzare:
- uno o più parametri, che diremo di posizione, rappresentativi della posizione lineare e/o angolare della prima struttura diffrattiva 2 e/o di una porzione di interesse di questa, e
- uno o più parametri, che diremo di applicazione, rappresentativi della specifica applicazione del GMC.
Tali parametri consentono l’adattamento del dispositivo di lettura 10 ad applicazioni di tipo diverso, e in particolare a supporti dati di tipo differente recanti le sopra descritte strutture diffrattive 2 e 3.
Il o i parametri di posizione possono essere rappresentativi della realizzazione della prima struttura diffrattiva 2 e riproducibili in maniera identica per ogni codice GMC destinato ad un medesimo specifico utilizzo. Infatti, il codice di controllo à ̈ generato da un reticolo diffrattivo che si trova in un livello sottostante le strutture del codice informativo ed inoltre à ̈ registrato in una fase distinta da quella di registrazione del codice informativo. Questo permette di originare il codice di controllo una sola volta e riprodurlo esattamente identico nelle registrazioni successive dei codici informazione.
Per questo motivo la posizione del segnale codice di controllo à ̈ un efficace parametro di programmazione del dispositivo di lettura 10 dedicato ad uno specifico utilizzo.
In una versione più generale del dispositivo di lettura 10 possono essere previste più posizioni di interesse del codice di controllo, selezionate mediante l’unità di elaborazione 15 del dispositivo 10 e/o pre-impostate mediante i mezzi 150.
Per quanto attiene al o ai parametri di applicazione, questi possono definire le specifiche della soglia di discriminazione del segnale (livello di rumore) da leggere in base al disturbo generato dallo specifico substrato 8 o dalla superficie su cui à ̈ applicato il GMC.
Il o i parametri di applicazione sono determinati appunto in relazione al tipo di impiego previsto per il dispositivo di lettura 10 e per l’associato supporto dati ottico 1. Il segnale di rumore infatti dipende in maniera critica dalle asperità della superficie di applicazione delle strutture diffrattive 2 e 3 e dalle modalità di applicazione sul supporto dati 1. Valutato empiricamente, questo tipo di parametro consente inoltre di discriminare i casi di riposizionamento dell’etichetta contenente il codice GMC su superfici diverse.
I parametri suddetti definiscono la procedura di acquisizione dei codici diffrattivi da parte del dispositivo di lettura 10, gestita dall’unità di elaborazione 15. In particolare, il dispositivo 10 ricostruirà il GMC in funzione dell’uso a cui esso à ̈ destinato. In altri termini, il lettore acquisirà solo i codici GMC rispondenti ai parametri impostati.
L’unità di elaborazione 15 à ̈ poi connessa ad un’unità di comunicazione 16, atta a fornire dati ad un operatore locale o remoto. Nella presente forma di realizzazione, l’unità di comunicazione 16 à ̈ un’unità di visualizzazione comprendente un monitor o un semplice display, e i dati comunicati all’operatore sono indicazioni circa l’autenticità della ID card 100. Tale unità di visualizzazione 16 può essere associata o sostituita da un’altra unità di comunicazione dei dati rilevati dal dispositivo 10, ad esempio un’unità di trasmissione.
La summenzionata ulteriore unità di acquisizione dati 17, anch’essa in comunicazione con l’unità di elaborazione 15, à ̈ atta alla lettura di dati da sorgenti esterne al dispositivo 10, come ad esempio lettori di badge, flussi di dati da calcolatori elettronici e così via. Tale unità di acquisizione dati aggiuntiva 17 à ̈ connessa anche con l’unità di comunicazione 16 per l’eventuale trasferimento di detti dati esternamente al dispositivo 10.
Nella presente forma di realizzazione, à ̈ previsto che tale unità di acquisizione dati 17 sia atta a rilevare ulteriori informazioni contenute nella ID card 100, ad esempio dati personali dell’utente contenuti in un apposito microchip.
Sarà compreso che lo schema a blocchi di Figura 2 va inteso a titolo puramente esemplificativo. In particolare, come già menzionato alcune delle unità indicate come separate in tale schema potranno in pratica essere accorpate in un unico modulo, e viceversa.
Sarà inoltre compreso che anche se ci si à ̈ sin qui riferiti ad una prima e ad una seconda unità di rilevazione di tipo ottico, la lettura del codice di controllo e/o di quello informativo recati dalle strutture diffrattive del supporto dati 1 può anche avvenire mediante unità di rilevamento comprendenti mezzi di lettura di tipo elettronico.
Le modalità di impiego del dispositivo di lettura 10 per il riconoscimento dell’autenticità del codice informativo verranno ora illustrate con riferimento sempre alla Figura 2.
Innanzitutto, all’atto della richiesta di identificazione, l’utente fornisce la ID card 100 ad un operatore, che la inserisce nel dispositivo 10 in corrispondenza di una apposita slot di questo.
Il processo di avviene secondo il flusso operativo descritto a seguire.
All’atto dell’inserimento della ID card 100, i suddetti mezzi di azionamento automatico comandano l’emissione di un raggio laser da parte dell’unità di emissione 11. Tale emissione può svolgersi secondo i parametri impostati mediante i mezzi 150. La disposizione à ̈ tale che tale raggio laser investe il supporto dati 1 e viene diffratto, in caso di autenticità, diversamente dalle due strutture di diffrazione 2 e 3 descritte sopra. In particolare, la prima struttura di diffrazione 2 diffrae il segnale in direzione della prima unità di rilevazione 12, mentre l’informazione codificata dalla seconda struttura di diffrazione 3 si forma come immagine ad esempio su di un piano parallelo a quello del supporto dati 1, ossia della ID card 100, in corrispondenza dei rilevatori della seconda unità di rilevazione 13.
L’acquisizione dei segnali – ossia dell’immagine sopra menzionata - da parte delle unità di rilevazione 12 e 13 viene eseguita secondo la soglia di discriminazione del segnale impostata mediante i mezzi 150 ed associata al o ai parametri di applicazione sopra descritti. Viene inoltre verificata, in base allo specifico valore del o dei parametri di posizione, la posizione del codice di controllo, nel senso che viene letto un codice soltanto in corrispondenza della posizione definita dal o dai parametri pre-impostati nei mezzi di programmazione 150.
La suddetta immagine viene focalizzata dall’unità di focalizzazione e trasferita sul piano di lavoro del rilevatore CCD di cattura. Le due strutture di diffrazione 2 e 3 consentono l’indipendenza spaziale dei segnali diffratti, e quindi una lettura indipendente degli associati codici.
Tale indipendenza spaziale dei due segnali diffratti fa sì che il codice implementato dalla prima struttura diffrattiva 2, che abbiamo indicato appunto come codice di controllo, funga da chiave di accesso alla lettura dell’informazione implementata dalla seconda struttura diffrattiva 3, che abbiamo chiamato appunto codice informativo.
I segnali rilevati dalle due unità di rilevazione 12 e 13 vengono poi digitalizzati nell’unità 14 e trasferiti, ad esempio in modalità DMA, all’unità di elaborazione 15. Quest’ultima effettua un confronto fra i dati letti sul supporto dati 1 e i dati memorizzati per verificare l’autenticità della ID card 100.
Nella presente forma di realizzazione, tale autenticità viene verificata controllando la presenza di un segnale rilevato dalla prima unità di rilevazione 12, e, in caso affermativo, confrontando il codice informativo della seconda struttura diffrattiva 3 con i dati memorizzati nell’unità di elaborazione 15 del dispositivo 10.
Naturalmente, qualora una o entrambe le unità di rilevazione 12 e 13 non abbiano rilevato alcun segnale diffratto, queste trasmetteranno all’unità di elaborazione 15 un apposito segnale. Quest’ultimo caso si verifica evidentemente quando non siano rispettati i parametri di posizione e applicazione impostati oppure quando la ID card 100 sia contraffatta o comunque non idonea al tipo di abilitazione o identificazione richiesta. Ad esempio, la ID card 100 potrebbe essere sprovvista di una delle due strutture di diffrazione 2, 3, oppure la prima struttura di diffrazione 2 potrebbe diffrarre il fascio laser incidente in una direzione diversa da quella prevista dalla collocazione dei sensori della prima unità di rilevazione 12.
In caso entrambi i codici associati alla prima ed alla seconda struttura di diffrazione 2 e 3 corrispondano a quelli attesi, il dispositivo 10, tramite l’unità di visualizzazione 16, fornisce una relativa indicazione di consenso all’operatore.
Naturalmente, l’informazione codificata dal supporto dati 1 può anche essere usata per la validazione degli ulteriori dati rilevati dall’unità di acquisizione 17. In particolare, l’informazione del supporto dati 1 può essere impiegata per la decriptazione dei dati letti dall’unità di acquisizione 17. In tal modo, il dispositivo 10 può fungere da validatore o decodificatore di flussi di dati esterni crittografati.
In base a quanto sin qui esposto, quindi, il dispositivo di lettura secondo l’invenzione consente l’acquisizione e la decodifica di crittogrammi riportanti un qualsivoglia pattern quale ad esempio un logo o un codice in genere, ed anche, ove vengano predisposti nell’dispositivo stesso appositi mezzi software e/o harware, l’analisi e l’utilizzazione in genere dei crittogrammi decodificati.
La Figura 3 si riferisce poi ad una variante di realizzazione nella quale l’utente inserisce direttamente la ID card 100 in una slot 18 del dispositivo 10, che in questo caso comprende una unità di elaborazione atta ad abilitare direttamente l’utente all’ingresso nell’area di lavoro comandando l’apertura di una porta. In una ulteriore variante, il dispositivo 10 potrebbe abilitare direttamente l’azionamento di una barra di accesso.
Un ulteriore esempio di utilizzo dell’invenzione può essere il riconoscimento di un codice, ad esempio GMC, applicato su tessere di abbonamento di accesso ai settori di uno stadio. In questo caso le informazioni variabili come la stagione di validità dell’abbonamento possono essere contenute nel codice informativo della seconda struttura diffrattiva 3, mentre l’orientazione della prima struttura diffrattiva 2 discrimina il settore assegnato. I dispositivi di lettura di accesso ai settori saranno programmati, mediante i mezzi 150, in modo diverso per consentire solo l’ingresso ai possessori dell’abbonamento al settore prestabilito.
Il dispositivo ottico di lettura dell’invenzione à ̈ suscettibile di numerose ulteriori forme di realizzazione.
Ad esempio, le informazioni crittografate possono essere evidenziate con un fascio monocromatico di onde elettromagnetiche non necessariamente generato da sorgente di tipo laser.
In base ad un’altra forma di realizzazione, i dati da confrontare con quelli codificati dal supporto dati possono essere contenuti, anziché nella memoria dell’unità di elaborazione, su un ulteriore supporto, ad esempio una carta di controllo, inseribile in un ulteriore ingresso dell’dispositivo di lettura facente parte della suddetta unità di acquisizione aggiuntiva, ad esempio un’altra slot. Ancora, l’informazione codificata tramite il supporto dati può essere usata per una decodifica incrociata dei dati contenuti in tale ulteriore prodotto o supporto.
In base poi ad una forma di realizzazione alternativa del dispositivo di lettura, questo può essere realizzato a moduli, anche per risultare maggiormente adattabile alla lettura di prodotti diversi sui quali sia applicato il supporto dati.
Sarà infine compreso che il dispositivo di lettura sopra descritto si presta ad una applicazione per la lettura di qualsiasi tipo di substrato, ad esempio su una banconota. In quest’ultimo caso, l’autenticità della banconota stessa potrà essere verificata mediante un dispositivo di lettura analogo a quello sopra descritto in relazione alla Figura 2 che potrà inoltre prevedere, anziché la suddetta slot ad inserimento manuale, un alimentatore automatico.
La presente invenzione à ̈ stata fin qui descritta con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possano esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, come definito dall’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito riportate.

Claims (7)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di lettura (10) di un supporto dati ottico (1) recante una prima (2) ed una seconda (3) struttura diffrattiva ricavate su livelli sovrapposti, in cui la seconda struttura (3) reca un codice diffrattivo informativo e la prima struttura (2) reca un codice diffrattivo di controllo atto a fungere da chiave di lettura per detto codice informativo, la costruzione essendo tale che, quando il supporto dati (1) viene esposto ad un fascio sostanzialmente monocromatico di onde elettromagnetiche, ciascuna struttura devia tale fascio incidente in uno o più fasci diffratti spazialmente indipendenti dall’uno o più fasci diffratti originati dall’altra struttura, il quale dispositivo (10) comprende: − una unità (11) di emissione, atta ad emettere un fascio sostanzialmente monocromatico di onde elettromagnetiche atto ad essere deviato dalle strutture diffrattive; − una prima unità (12) di rilevazione, per la rilevazione del codice di controllo della prima struttura diffrattiva (2) del supporto dati (1), comprendente primi mezzi di rilevazione; − una seconda unità (13) di rilevazione, per la rilevazione del codice informativo dell’altra struttura diffrattiva (3) del supporto dati (1), comprendente secondi mezzi di rilevazione disposti in una posizione distinta da quella dei primi mezzi di rilevazione; e − un’unità di elaborazione (15), atta a verificare l’autenticità del supporto dati (1) in base alla rilevazione di dette unità di rilevazione (12, 13), caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre − mezzi (150) selettivamente programmabili con almeno un parametro di posizione relativo ad una posizione lineare e/o angolare della prima struttura diffrattiva (2) ed almeno un parametro di applicazione rappresentativo della specifica applicazione del supporto dati (1) che reca le strutture diffrattive (2, 3).
  2. 2. Dispositivo di lettura (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detto almeno un parametro di applicazione definisce una soglia di discriminazione di almeno uno dei codici ottici delle strutture diffrattive.
  3. 3. Dispositivo di lettura (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto parametro di posizione à ̈ rappresentativo della posizione lineare e/o angolare della prima struttura diffrattiva (2) sul supporto dati (1).
  4. 4. Dispositivo di lettura (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto parametro di posizione à ̈ identificativo di una porzione della prima struttura diffrattiva (2).
  5. 5. Dispositivo di lettura (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un’unità di visualizzazione (16) atta a fornire ad un operatore una indicazione circa l’autenticità del supporto dati (1).
  6. 6. Dispositivo di lettura (10) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente una ulteriore unità di acquisizione dati (17), atta a rilevare dati provenienti da sorgenti esterne al dispositivo stesso.
  7. 7. Dispositivo di lettura (10) secondo la rivendicazione precedente, in cui detta ulteriore unità di acquisizione dati (17) à ̈ atta ad acquisire dati contenuti in un elemento (100) recante il supporto dati ottico (1).
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