ITRM20080120A1 - Ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale. - Google Patents

Ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale. Download PDF

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ITRM20080120A1
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IT
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remote control
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Inventor
Francesco Borghini
Original Assignee
Francesco Borghini
Lazzaro Chiara Di
Lauletta Ercole
Rizzo Carmelo
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Description

Descrizione
“AMBIENTE PREPOSTO AL TRATTAMENTO DI IDRO-TRAINING DIMENSIONALE”
Settore della tecnica
La presente domanda di brevetto per invenzione si riferisce in generale al settore degli ambienti impiegati nel trattamento e nella cura delle manifestazioni psicopatologiche, nel decondizionamento psichico dalle dipendenze, nel trattamento dei disturbi caratteriali e dell’umore, nella cura del disadattamento relazionale e sociale, più in particolare l’invenzione riguarda un ambiente in grado di creare una psico-educazione idro-mediata del paziente che interagisce con i dispositivi e il terapeuta compresi nell’ambiente medesimo.
Stato dell’arte
Già i nostri avi arcaici accompagnavano tutti i loro atti tecnici con riti, credenze, miti, magie (Wittgenstein, 1975) e ancora oggi vari metodi, a orientamento filosofico-pragmatico, sono proposti per la modifica di percezioni, reazioni e abitudini psicofisiche patologiche: dall’ipnosi, già praticata nell’antico Egitto, alle più moderne induzioni virtuali telematiche in cui si associa la più ampia delle ideazioni visualizzate a una facilitata micro manualità operativa. L’ipnosi, collocata in un punto imprecisato tra il sonno e lo stato di coscienza, è una condizione, analoga al dormiveglia, in cui si possono svolgere compiti, portare avanti monoidee e parlare lucidamente. Importante è l’ambientazione o setting del trattamento che isola ed esalta l’esperienza terapeutica. I tre principi dell’ipnosi (Liébeault e Bernheim) ancora oggi validi recitano che: a) I cambiamenti si ottengono attivando l'immaginazione, il "sogno" (emisfero destro) e non per uno sforzo di volontà (emisfero sinistro); b) Le suggestioni del terapeuta sono efficaci solo se il paziente le fa proprie trasformandole in autosuggestioni, che c) agiscono a livello inconscio. L'ipnotista deve adeguarsi alla personalità del paziente, emulandone i comportamenti, gli usi e i costumi, secondo un ricalco mentale, fisico e culturale (Erikson). L'efficacia dell'ipnosi consiste nell'attivare, bloccare o modificare meccanismi mentali naturali e associazioni già esistenti valorizzando al meglio le potenzialità dell'individuo (Rossi). In ambito clinico l'ipnosi, spontanea, autoprovocata o eterostimolata, oltre che per il trattamento della psiconevrosi, trova applicazione nella cura di disturbi psicosomatici coinvolgenti tutti gli organi e apparati, nelle malattie da stress, e come decondizionamento psichico nelle dipendenze (alcool, fumo, farmaci). Viene utilizzata tra l’altro nel trattamento dei disturbi caratteriali e dell’umore, del comportamento alimentare, algici e cognitivi, nel disadattamento relazionale e sociale, nei tic nervosi, insonnia, allergie, astenia muscolare e psichica, etc. Per il suo effetto analgesico è indicata in odontoiatria e nella psicoprofilassi del parto. L'ipnosi getta come un ponte terapeutico tra biologia, neuro-endo-immunologia e psicologia. Un ciclo terapeutico, con sedute settimanali della durata di 45-60 minuti ciascuna, può variare dai 3-4 incontri, nei casi semplici, fino a un numero 3-4 volte maggiore.
L’ipnosi, va considerata come uno stato di coscienza con diversi livelli di profondità che, si estendono dalle pratiche cosiddette di rilassamento, (per es. training autogeno, rolfing, euritmia, eutonia, metodo Vittoz, sofrologia, biofeedback), fino alla meditazione, realizzando uno stato di tranquillità interiore sul quale si possono fondare psicoterapie diverse come la psicanalisi freudiana, junghiana o reichiana, l'ipnosi ericksoniana, il sogno da svegli guidato di Desoille e i livelli superiori della sofrologia, del training autogeno, del biofeedback e la CBT; pratiche ben descritte in letteratura e di cui ricorderemo solo gli elementi inerenti alla nostra invenzione.
- Il training autogeno: (allenamento al rilassamento autoindotto) tecnica autoipnotica di rilassamento profondo (Schultz '60) simile alla condizione sul lettino dello psicanalista, o al rilassamento progressivo di Jacobson dopo una forte contrazione muscolare; consente al paziente di vigilare sui propri contenuti psichici profondi, evitando che l'analisi razionale li inibisca o sopprima.
- L’ipnosi applicata in pratiche di massaggio: l'Approccio Trager che stabilisce una comunicazione tra il practitioner e l'inconscio del soggetto in trattamento per mezzo di movimenti ritmici; la Tecnica Bowen e il rolfing.
- L'euritmia (Marie Steiner) sorta di danza ritmica liberatoria e armonizzante per esprimere e bilanciare la propria vita.
- Il metodo di Vittoz: quando la tensione psichica diviene intollerabile scompare scaricandosi a livello fisico (vicariazione somatopsichica).
- La sofrologia: "di mente sana", (Caycedo) mira a far raggiungere, il livello sofroliminale, che corrisponde allo stato ipnotico di trance utilizzando il "terpnòs logos" parole che inducono il rilassamento con accento basso, calmo, dolce ripetitivo evidenziabile all’EEG computerizzato.
- Il biofeedback: "controllo automatico di un evento biologico", con monitoraggio elettronico dell’adattamento psicobiologico a retroazione ciclica e automatica (EEG, battito cardiaco, conducibilità galvanica della pelle o umidità relativa, ritmo respiratorio, attività intestinale), allo stress o al rilassamento, indicato da segnali acustici e/o visivi percepibili e modificabili. Le tre componenti fondamentali della teoria comportamentista: il rinforzo positivo, il rinforzo condizionato e la generalizzazione, permettono di interpretare e gestire correttamente le terapie di biofeedback.
Il sistema di controllo dove interviene il biofeedback è composto da tre blocchi essenziali: il condizionamento del segnale di entrata, la sezione di elaborazione elettronica e la formazione del segnale di uscita o dello stimolo.
- La psicodinamica: Freud, trasse dall’ipnosi l'idea della psicanalisi fondata sull'aiutare il paziente a far emergere elementi conflittuali soppressi nella parte inconscia, verso la parte conscia della mente; praticata facendo adagiare il paziente su un divano, in una condizione di rilassamento, influente per uno stato leggero di ipnosi, nel quale è più facile che possano emergere contenuti psichici profondi. Il suo contemporaneo Jung vide nell'analisi semi-ipnotica dell'inconscio, anche l'emergere di contenuti della storia inconscia dell'umanità, codificati nel suo codice genetico come archetipi, cioè modelli ideali, a cui la vita individuale tende a ispirarsi: la salute psichica deriva secondo Jung dal giusto equilibrio fra elementi della storia individuale e modelli geneticoculturali molto vasti. Gli archetipi o esperienze ancestrali che accompagnano le esperienze dei singoli individui vengono utilizzati come truismi nelle induzioni ipnotiche.
- Sogno da svegli guidato: di Desoille, vengono indotte realtà virtuali predeterminate o stati di sogno, in cui il terapeuta suggerisce un inizio e un abbozzo di sceneggiatura, che poi il paziente liberamente svolge. Successivamente il paziente, al termine dell'avventura onirica guidata, torna allo stato di veglia ed esamina insieme con il terapeuta i contenuti del suo sogno. Da un lato, nella parte onirica della seduta, il paziente libera le emozioni profonde, nella parte analitica della seduta esamina e interpreta con l'aiuto della sua "guida" i contenuti psichici emersi.
- Il metodo Tomatis: libera la mente da una sorta di sedimentazione di suoni negativi arrivati al feto durante la vita intrauterina o il parto, si fanno ascoltare particolari frequenze sonore filtrate da strumenti elettronici, in una sorta di rilassamento guidato o stato semi-ipnotico.
- Il Rebirthing: tecnica che induce i pazienti a rivivere il processo della nascita come forma di psicoterapia. Gli psicoterapeuti sostengono che rivivendo il dolore e l'ansia del momento della nascita si possano superare problemi psicologici attuali. Il ricordo è l'idea del passato vissuto dalla persona, e questo è il riferimento che conta, non interessa che qualcosa sia o non sia "vero", ciò che conta è che la persona lo creda tale, questo è sufficiente.
Pur esistendo approcci "esclusivamente cognitivi", monitorabili e capaci di modificare il comportamento attraverso il solo avvicinamento immaginativo, come dimostrato dalla generalizzazione dell’effetto, in pratica essi si fondono con quelli comportamentali nella CBT (Cognitive-Behavioural Therapy), o TCC (Terapia Cognitivo-Comportamentale), che per la sua vasta applicabilità, dimostrabilità scientifica, misurabilità ed efficacia sintomatologica, rappresenta il golden standard delle psicoterapie. La CBT fondata sulle verifiche sperimentali dei principi del condizionamento classico o rispondente pavloviano (Apprendimento associativo: Stimolo Incondizionato-Risposta/Riflesso Incondizionati; Stimolo Neutro che diventa Stimolo Condizionato e Riflesso Condizionato innato e adattativo; RC acquisiti e instabili; estinzione - generalizzazione - riacquisizione); e di quello operante di Skinner, ( risposte operanti sull’ambiente un Rinforzo+ se producono una risposta che ricompensa; un Rinforzo- se producono una risposta che elimina lo stimolo nocivo; una punizione se diminuiscono un comportamento) continua a studiare il "sintomo" come espressione di un precedente apprendimento di schemi comportamentali, emotivi e di pensiero errati o disadattivi, frutto di esperienze mantenute attuali da un contesto interpersonale patogeno. Ne derivano strutture cognitive (convinzioni), determinanti sul comportamento, inadeguate a selezionare e a elaborare gli stimoli ambientali; lo psicoterapeuta in questo caso può attuare, con l'aiuto del paziente, tecniche di condizionamento o di decondizionamento, sperimentalmente validate, al fine di insegnargli a modificarle o sostituirle, tramite esperienze (esposizione a stimoli prima evitati) e/o comportamenti di tipo nuovo (prescrizioni comportamentali). L'apprendimento, in termini di stimolo discriminante, risposta comportamentale e stimolo rinforzatore, avviene rapidamente nella forma discreta del tutto o nulla. L’evitabilità degli errori e degli effetti collaterali della punizione (shaping, errorless learning, di Skinner e Sidman), i contributi della desensibilizzazione (Wolpe) e della "Teoria dei Tratti" (Eysenck) negli anni '60 hanno gettato le basi del neocomportamentismo americano poi diffusosi in tutto il mondo come sintesi della REBT (Rational-Emotive Behavior Therapy) di Ellis e della terapia cognitiva classica di Beck. Tale psicoterapia si basa sul modello dell’A-B-C in cui “A” (Antecedente) è la situazione che porta “B” (Behaviour), il comportamento da modificare, a essere agito ottenendo “C” (Conseguente) che rinforza e mantiene il comportamento, anche se disfunzionale o problematico. L'obiettivo del terapeuta cognitivo-comportamentale è di ridurre il comportamento di evitamento, facilitare un reframing cognitivo (ristrutturazione cognitiva), e aiutare il paziente a sviluppare abilità di coping (la capacità di fronteggiare certe situazioni) con le ormai note tecniche di questo approccio.
La terapia cognitivo-comportamentale si propone l'acquisizione di nuove abilità introspettive e comunicative, tramite gli “home work” e il "role playing" o pratica recitativa. Il terapeuta può utilizzare dal "dialogo socratico", alla ristrutturazione cognitiva, per permettere al paziente di identificare, esaminare criticamente e quindi modificare sia i propri processi (e strutture) cognitivi che i comportamenti non funzionali ai suoi scopi; per questo la terapia cognitivo-comportamentale, d'ora innanzi sinteticamente detta CBT, si avvale anche di tecniche d'intervento quali: il condizionamento/decondizionamento (finalizzato all'estinzione o alla rimodulazione di risposte comportamentali e psicofisiologiche), la desensibilizzazione sistematica, il flooding, le tecniche di arresto del pensiero e di diversione dell'attenzione e le già ricordate forme di rilassamento. Infine, il terapeuta può adottare specifici atteggiamenti relazionali, per consentire al paziente una correzione dei suoi schemi interpersonali di base. Il trattamento pertanto è costituito da procedure di tipo maieutico e psicoeducativo, che cambiano il paziente con processi di apprendimento e ristrutturazione. Una volta eliminati tutti i "sintomi" e acquisiti comportamenti alternativi, con le rispettive strutture cognitive, il disturbo risulta eliminato e i vantaggi conseguiti con i nuovi atteggiamenti stabilizzeranno i cambiamenti ottenuti. In Italia alcune "sottoscuole" enfatizzano maggiormente gli aspetti comportamentali (AIAMC), altre quelli cognitivi (SITCC).
Nei disturbi d’ansia è nota la sinergia tra l’azione farmacologica e i seguenti contributi della CBT:
• intervento psico-educazionale, • insegnamento di tecniche per il controllo dei sintomi fisici, • interventi di "riorganizzazione cognitiva", • esposizione provocata alle "afferenze enterocettive" • confronto "in vivo" o "in immaginazione" con le situazioni temute.
Il punto di forza della CBT nei disturbi d’ansia è rappresentato dalle tecniche di esposizione fondate sul principio dell'estinzione. L'esposizione alle "afferenze enterocettive" consiste nel far praticare una serie di esercizi atti a provocare alcuni fra i sintomi solitamente avvertiti nel corso delle crisi ansiose; la familiarizzazione con questi ridurrebbe la risposta dagli stessi prodotta. L'esposizione "in vivo" e "in immaginazione" alle situazioni scatenanti associata a meccanismi di rinforzo positivo e/o negativo, correggerebbe i comportamenti ansiosi. Riguardo i disturbi dell’umore la CBT viene proposta per integrare la correzione di una depressione originata secondo Beck da schemi di pensiero “distorti” in senso negativo, come esito di esperienze precoci, riattivate anche dopo lunghi periodi da eventi particolarmente significativi per l’individuo.
Nel disordine bipolare la CBT, oltre a rinforzare il contratto terapeutico, garantendo una miglior compliance, permetterebbe di riconoscere l’innesco dei viraggi e di far fronte ai sintomi durante le fasi attive del disturbo. Anche dispercezioni come il tinnito risultano beneficiare della CBT di ristrutturazione cognitiva, di esposizione e di adattamento graduale.
Nella bulimia nervosa, la CBT affronta i principali fattori di mantenimento del disturbo: dieta ferrea, comportamenti di compenso, preoccupazione estrema per peso e forme corporee (Fairburn). Il modulo prevede 19 sedute di 50 min. entro 4-5 mesi, ma è predittivo già dopo le prime 6 settimane. Nuove forme d’intervento per modificare in modo più “diretto” l’immagine corporea negativa sono l’esposizione allo specchio in modalità “mindfulness”. Per la gestione delle abbuffate residue si stanno studiando alcune metodologie derivate dal training skill per i pazienti border-line attraverso l’osservazione non giudicante e la descrizione della risposta emotiva, in uno stato di “mindfulness” (Lineham). Osservare senza giudicare significa sperimentare l’emozione corrente senza giudicarla, bloccarla o distrarsi da essa. L’idea di base è che l’esposizione all’emozione negativa primaria, senza distrarsi e senza l’associazione di rimuginazioni evita il formarsi di emozioni secondarie (ad es. sensi di colpa, rabbia, e/o ansia) che rendono la situazione più disagevole e difficile da tollerare e portano il paziente a mettere in atto comportamenti impulsivi per bloccare lo stato emotivo intollerabile. Lo stato di “mindfulness” è l’opposto della distrazione e pertanto incompatibile con i comportamenti automatici e incoscienti delle abbuffate.
La CBT è suggerita per il trattamento ambulatoriale della dipendenza da cocaina (Carroll 1998) in quanto promuove lo sviluppo della motivazione e la definizione di un contratto terapeutico; permette l’analisi funzionale del consumo e dei suoi contenuti cognitivi (percezioni, emozioni, cognizioni, ecc.) oltre a riconoscere e gestire il craving, pensieri sul consumo, strategie di problem-solving, elaborazione di piani di emergenza, sviluppo di strategie di riduzione delle conseguenze, identificazione e debriefing di situazioni a rischio (passate e future) e training di abilità (Skillstraining). Recentemente la terapia cognitivo esperienziale (Computer Based Training o CBT) si sta avvalendo della realtà virtuale immersiva (RVI), finalizzata a ricostruire la realtà come viene percepita dal paziente, quella sensazione di “esserci”, ottenuta grazie alla realizzazione di ambienti cibernetici e al coinvolgimento dei canali senso-motori durante l’interazione col computer. Il fatto di non essere contemplata nelle linee guida della ricerca tradizionale, gli alti costi, la complessità tecnologica richiesta per la costruzione degli ambienti virtuali e la difficile collaborazione tra gli esperti delle due discipline ne rendono ancora episodica la pratica.
Facendo sempre riferimento alla presente invenzione è opportuno a questo punto soffermarci sulle caratteristiche intrinseche della stessa e più specificatamente sugli aspetti, apparati e funzioni che la contraddistinguono.
Il colon, come tutto l’intestino, lavora generalmente in modo autonomo: si muove, produce o assorbe sostanze a secondo di ciò che contiene. Tuttavia, tale organo ha una dipendenza dai segnali nervosi e questo può fare la differenza tra un intestino sano e uno inquieto o malato, sul quale si riversano stress e tensioni nervose. I due sistemi di controllo locali dipendono dal simpatico e dal parasimpatico, le due divisioni del cosiddetto sistema nervoso autonomo: ne risulta una sorta di controllo a filiera, in cui ogni livello ha un limite d’autonomia, ma non vive solo di vita propria. Il controllo non funziona allo stesso modo in tutte le persone ed esiste l’ipotesi che le modalità di risposta siano ereditate. L’esercizio fisico e l’alimentazione possono essere alla base di disturbi. Il pavimento mucoso del colon ha una grossissima capacità di assorbimento. Se in 24 ore arriva mediamente al colon un litro d’acqua, l’85% è riassorbito e rimane in circolo, e questo accade perché le cellule trasportano attivamente il sodio dal lume, cioè dall’interno di questo tubo che è il colon, nella parete, così da generare un gradiente osmotico, cioè una condizione che aspira l’acqua; all’opposto potassio e bicarbonato sono versati nel lume. Gli acidi biliari promuovono il trasporto d’acqua e d’elettroliti attraverso la parete del colon. L’intestino assorbe i pochi microgrammi di vitamine e proteine necessarie giornalmente all’organismo. Il colon si divide in diverse porzioni: l’intestino cieco, lungo 6 cm, il colon ascendente, 12-15 cm, il trasverso, 40-80 cm, il discendente, 14 cm, il sigma, 35-45 cm per cui ha una lunghezza media di 110 cm. La superficie intestinale interna totale è di circa 300 metri quadrati, e il volume di liquido che transita ogni giorno è di 1000-2000 ml. La quantità di liquido eliminata con le feci è di 150 ml e la quantità di liquido assorbita ogni giorno è di 350-550 ml. Al colon è attribuito anche il compito di assorbire sodio, cloro, vitamine (k, acido folico) e farmaci. Per il 70% il materiale ha una durata media di transito di 72 ore, ma alcuni materiali o residui possono restare anche settimane o mesi; ogni cinque giorni è ricambiato il pavimento cellulare. Il colon contiene feci e sostanze diverse, come per esempio semi di frutta e verdura. Questo organo è un contenitore temporaneo, rimescola ed espelle i residui, assorbe le sostanze utili, produce vitamine e ha una funzione immunitaria difensiva. Si contrae in maniera segmentaria per impastare e assorbire l’acqua, ha contrazioni propulsive che fanno progredire il contenuto, ha contrazioni di massa, che portano allo svuotamento del colon e all’evacuazione. Il colon è dotato di cellule endocrine che producono serotonina peptide, enteroglucagone, vip e sostanze simili, polipeptide pancreatico. L’intestino ha funzioni immunitarie, produce linfociti, mastociti ed eosinofili, importanti nella difesa contro le malattie e nelle reazioni allergiche.
Per quanto riguarda la tecnica d’elezione della presente invenzione è opportuno soffermare l’attenzione sull’idrocolonterapia (ICT), che è un trattamento medico che ha dimostrato negli ultimi anni ampie possibilità applicative. La sua efficacia è stata dimostrata nei disturbi funzionali del colon e nella riabilitazione della capacità peristaltica intestinale, così come la sua utilità nella preparazione intestinale sia pre-operatoria che per indagini radiologiche contrastografiche ed endoscopiche. E' una terapia ben tollerata da parte dei pazienti e non presenta effetti collaterali né di breve, né di lungo periodo. Può essere effettuata a qualsiasi ora del giorno e non necessita di una particolare preparazione da parte del paziente. L'indicazione dell'idrocolonterapia è utile sia all'interno di una strategia salutista per il buon mantenimento delle capacità depurative intestinali, e in questo caso può essere applicata a tutta la popolazione che non presenti le controindicazioni sotto specificate, sia nelle patologie funzionali del colon, applicando i protocolli elaborati e sottoscritti dalla Società Italiana di Idrocolonterapia, con precise finalità terapeutiche. L'applicazione dell'idrocolonterapia in corso di disturbi del colon deve essere preceduta da:
a) Fase diagnostica in cui si verificano le condizioni del soggetto da trattare, e le caratteristiche della sua patologia, al fine di stabilire se esista l'indicazione al trattamento e, in caso positivo, i tempi e i modi del lavaggio intestinale. Questa fase può richiedere, per completezza diagnostica, la prescrizione dei seguenti esami: chimico-fisico delle feci, parassitologico, manometria ano-rettale, defecografia, clisma opaco, colonscopia.
b) Fase preparatoria atta a modificare la consistenza del contenuto intestinale, per rendere più agevole lo svuotamento del colon ed eliminare patologie quali ragadi anali ed emorroidi che potrebbero ostacolare la successiva fase terapeutica.
c) Sedute di idrocolonterapia: richiedono la conoscenza delle modalità applicative utili nelle varie patologie; per ottenere la migliore efficacia terapeutica occorre raggiungere la giusta sinergia tra pressione dell'acqua, intervalli evacuativi e adattabilità ai tempi reattivi del paziente. Durante la seduta si otterranno risultati sia nell'eliminazione di materiale fecale dalle caratteristiche fermentative o putrefattive, sia nel riequilibrio della capacità peristaltica intestinale.
d) Post-trattamento: durante questa fase è possibile utilizzare rimedi per il ripristino della flora batterica eubiotica, al fine di ottimizzare la rieducazione della peristalsi intestinale attraverso la somministrazione di prebiotici, probiotici e di microelementi minerali e vitaminici. Ulteriori rimedi utili in questa fase sono quelli finalizzati al miglioramento della funzione gastrica, pancreatica, epatica, renale, ampiamente diffusi nella farmacopea fitoterapica, sia italiana che europea e utilizzati nella direzione di simbiosi elaborata da Herget.
Per quanto riguarda le controindicazioni riportate nel trattamento ICT queste sono principalmente relative a tutte quelle patologie infiammatorie del tratto gastrointestinale in fase attiva con "discomfort intestinale", ovvero il Morbo di Chron, la rettocolite ulcerosa, la diverticolite e lo stato gravidico accertato e infine l’insufficienza cardiaca congestizia (NYHA grado II).
Per quanto riguardano i campi di impiego dell'idrocolonterapia questi sono: il meteorismo, il colon irritabile, la stipsi, la parassitosi, la colite ulcerosa in fase remissiva e la diverticolosi. Per quanto riguardano, invece i nuovi campi di applicazione dell'idrocolonterapia questi sono la ginecologia, la gastroenterologia, l’urologia e la proctologia.
L’esecuzione dell'idrocolonterapia avviene mediante lavaggio intestinale che utilizza un moderno strumento per ICT; il paziente, dopo aver vuotato la vescica, viene collegato allo strumento tramite una cannula sterile monouso che consiste in un tubo di carico e in uno per lo scarico di acqua e detriti fecali; i due tubi vengono collegati a uno speculum rettale. Lo speculum, anatomico e indolore, viene introdotto nel retto e aggetto nell'ampolla rettale ove immette l'acqua nel tempo di riempimento (fill) e accoglie i detriti fecali nella fase di svuotamento dell'intestino (empty). Si lavora a pressioni molto basse (1/8 - 1/4 di atmosfere) e a temperatura dell'acqua costantemente controllata. Il paziente è steso supino sul lettino e coperto con un apposito telo. Questa posizione permette all'operatore di effettuare un leggero massaggio addominale finalizzato all'induzione della peristalsi intestinale. In effetti, lo svuotamento avviene in modo attivo, provocato dai movimenti fisiologici del grosso intestino. In questo modo le pareti intestinali che sono costituite in gran parte da muscolatura liscia, vengono "allenate" al meccanismo di evacuazione e questo è importante per il ripristino della funzionalità intestinale. In genere una seduta di ICT dura 45-60 minuti e si può arrivare a effettuare una serie di 20-30 riempimenti e svuotamenti al fine di pulire la parete intestinale che se potesse venire distesa su un piano potrebbe raggiungere la superficie di 300 metri quadrati. Questo spiega perché in certi casi, anche dopo mezz'ora di trattamento, attraverso il tubo di scarico continua a transitare materiale fecale, e anche perché dopo questa disintossicazione il paziente riferisce un notevole benessere generale. Il numero e la frequenza delle sedute di ICT lo programmerà comunque il medico in sede di prima visita, quando discuterà con il paziente il programma terapeutico in base alle problematiche specifiche che il paziente stesso presenta. In generale il protocollo terapeutico standard prevede due sedute la settimana, le prime due settimane e poi un’unica seduta settimanale per altre 4-6 sedute complessive. E’ utile programmare delle sedute di mantenimento su cadenza tri-quadrimestrale.
Infine, per quanto riguarda la presente invenzione, la classificazione ufficiale utilizzata per guidare gli psichiatri nella valutazione e diagnosi dei disturbi mentali questa è il DSM-IV.
Questo sistema diagnostico categoriale è semplice, di facile utilizzo e offre molti vantaggi. Purtroppo il DSM-IV ha anche delle importanti limitazioni. Questo tipo di classificazione permette di identificare in modo affidabile le diverse categorie diagnostiche ma, non fornisce un’accurata descrizione dei pazienti. Lo spettro rappresenta una modalità complementare di descrizione e valutazione psicopatologica. La valutazione di spettro si basa su un concetto che utilizza i singoli sintomi-criterio del DSM come punto di base ed estende la descrizione data dal DSM all’alone dei fenomeni clinici circostanti. Questi includono le caratteristiche associate descritte nel DSM così come sintomi, tratti comportamentali disadattativi e caratteristiche temperamentali che non appaiono nel manuale. Il modello di spettro considera le caratteristiche di ciascun disturbo come se fossero distribuite lungo un continuum nel quale persino un singolo sintomo può essere importante. La valutazione di spettro genera un profilo dimensionale che si oppone alla diagnosi categoriale. Descrizione dell’invenzione
Il concetto innovativo alla base della presente invenzione consiste nel prevedere un ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale (ITD) in grado di abbinare l’utilizzo di una macchina, opportunamente progettata e realizzata per il carico e lo scarico idrico del colon, con procedure cognitivo comportamentali integrate da tecniche proiettive e di risincronizzazione ideopercettivo-motoria, proponendosi specificatamente come pratica terapeutica complessa adeguata alla multifattorialità riconosciuta all’origine della maggior parte delle manifestazioni psicopatologiche.
A fronte dell’attuale ristrutturazione teorico-pratica (nuovo manuale diagnostico statistico DSM 5° in riedizione revisionata prevista per il 2010) della diagnosi psicopatologica in chiave dimensionale, la realizzazione dell’innovativo ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale (ITD), offre l’opportunità di un intervento psicofisico complesso adeguato al concetto di spettro patologico emergente dalla lettura senza soluzione di continuità delle singole categorie diagnostiche. Detto innovativo ambiente soddisfa, altresì, il consenso della comunità scientifica sulla necessità di integrare il trattamento farmacologico con un approccio psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale, unico riconosciuto “data based” in grado di ottimizzare i risultati clinici. Di tale tipologia di approccio la nostra invenzione sfrutta la brevità del ciclo terapeutico realizzato nell’ambiente medesimo e la conseguente economica utilizzabilità in senso predittivo e diagnostico differenziale. Dal punto di vista psicodinamico il trattamento ITD riproduce un ambito relazionale, idro-mediato, di tipo ancestrale evocante le dinamiche di attaccamento primario alla base del successivo sviluppo psico-comportamentale.
Sul versante somatico il trattamento ITD associa infine, a un riconosciuto generico effetto depurativo e immunomodulante (lavaggio intestinale), peculiari vantaggi mirati alla neurotrasmissione e alla neuromediazione soprattutto serotoninergica. Dal punto di vista dell’innovamento tecnologico il trattamento ITD, grazie al pilotaggio video-acustico-motorio coordinato e alla visualizzazione delle varie fasi del trattamento, associati alla induzione elettromagnetica selettiva applicata al flusso dell’acqua ozonizzata in uscita dall’apparecchio, permette di ottimizzare la sincronizzazione tra i vissuti psicosomatici, attuali e pregressi, percepiti dal paziente e le simulazioni ideo-verbali indotte dall’esterno dal terapeuta.
Nell’ambiente inventivo preposto al trattamento ITD costituente un setting relazionale duale di tipo psico-organico, si integra la pratica di una sollecitazione idro-meccanica, volontariamente controllabile sia dal paziente che dal terapeuta, in grado di produrre effetti viscerali piacevoli e/o disturbanti, con una induzione ideativa mirata alla rielaborazione di vissuti correlati alla patologia in atto. La dinamica interattiva mira oltre che al decondizionamento classico e operante, alla risincronizzazione percettivomotoria, in chiave di regolazione attesa e di autoregolazione non programmata, della funzione ideo affettiva condizionata e spesso compromessa nei momenti relazionali di maggior intensità.
Nell’ambito delle terapie cognitivo-comportamentali in passato, i tentativi di decondizionamento strumentale, si erano avvalsi di tecniche invasive, non controllabili dal paziente e mal gestibili dal terapeuta; talvolta controproducenti se non addirittura rischiose. Ricordiamo tra le altre il ricorso a, non sempre “mini”, shock elettrici o a miscele di gas esilaranti-soffocanti (O2-N-CO2), in ambienti dominati da cavi elettrici o maschere. Alla luce di queste considerazioni il nostro approccio garantisce la piena e cosciente controllabilità del trattamento in totale sicurezza. Rispetto poi all’attualità clinica, l’ITD integra col suo pilotato e immediato coinvolgimento neurovegetativo l’incompleto quadro percettivo offerto dalle più recenti tecniche cognitivo comportamentali di visualizzazione telematica virtuale.
Breve descrizione dei disegni
Le precedenti prerogative, nonché altri vantaggi e caratteristiche della presente invenzione, saranno illustrati facendo riferimento all’unica figura (Fig. 1) annessa alla presente domanda di brevetto e a una particolare forma preferita di esecuzione dell’invenzione, la quale è da considerarsi puramente illustrativa e non limitativa o vincolante agli effetti della presente domanda di brevetto, in cui: Figura 1 è una vista in pianta schematica dell’ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale costituito complessivamente dal vano trattamento e dal vano servizi igienici e di alcuni dei caratterizzanti dispositivi principali ivi contenuti.
Descrizione di una particolare forma di esecuzione dell’invenzione La presente invenzione sarà ora descritta nei dettagli con riferimento alla figura annessa e a una sua realizzazione preferita in essa mostrata.
Con riferimento alla Fig. 1, l’inventivo ambiente (setting) preposto al trattamento di idro-training dimensionale si suddivide in due distinti spazi contigui e comunicanti, ovvero il vano di trattamento 100 e il vano preposto ai servizi igienici 200.
Come mostrato in Figura 1, il vano di trattamento 100 e il vano preposto ai servizi igienici 200 sono costituiti da locali aventi una planimetria con un profilo rettangolare, ma tale forma così come la disposizione e l’aspetto dei diversi dispositivi in essi contenuti, non devono essere considerati limitativi dell’invenzione in quanto sono stati rappresentati esclusivamente a titolo esemplificativo. Il vano di trattamento 100 avente una superficie compresa tra 3 m<2>e 10 m<2>, più preferibile di circa 6 m<2>, costituisce l’ambiente innovativo in cui viene effettuato il trattamento ITD ed è dotato di:
- almeno una porta di accesso 101 chiudibile;
- almeno un lettino 102 a schienale regolabile;
- almeno una poltroncina 103 per il terapeuta posta in testa al lettino 102, ovvero alle spalle del paziente;
- almeno uno schermo 104 al plasma o LCD per la trasmissione video di immagini, posizionato preferibilmente in posizione frontale al paziente e a una distanza personalizzata, ancorato con un braccio snodabile e/o scorrevole al predetto lettino 102;
- almeno una cuffia biauricolare 110 in grado di inviare segnali acustici sincronizzati ai due emisferi cerebrali;
- un’apparecchiatura per la idrocolonterapia 105;
- una cannula rettale monouso 106 provvista di una sonda di immissione dell’acqua e un corrugato di scarico e uno speculum rettale monouso 107;
- angolo con separé 108 dedicato alla vestizione del paziente completo di panca e attaccapanni;
- almeno due telecomandi 109P e 109T con pulsanti;
- sistema di illuminazione artificiale (non mostrato) programmabile e/o facilmente oscurabile.
Un ulteriore ed eventuale aspetto della presente realizzazione dell’invenzione consiste nel fatto che la gestione della maggior parte dei dispositivi e impianti predetti, avviene mediante un sistema computerizzato a software dedicato in grado di interfacciarsi ai dispositivi predetti e modificare i parametri del trattamento sulla base dei dati, delle informazioni generali e preferenze che vengono fornite dal paziente in fase anamnestica e sulla base dei comandi eseguiti dal terapeuta durante la seduta. Per quanto attiene la fase di preparazione al trattamento ITD, il paziente preferibilmente in un ambiente esterno rispetto a quello inventivo, previa un’accurata intervista strutturata e volta a individuare situazioni e relazioni rilevanti nell’anamnesi psicoorganica remota e attuale, viene sottoposto a una visita medica generale (particolarmente attenta alle funzioni cardiocircolatorie e gastroenteriche) e alle indagini di laboratorio (soprattutto bilancio idroelettrolitico, ricerca SO nelle feci) ed eventualmente strumen tali (ecografia) necessarie a confermare l’idoneità al trattamento, sulle cui finalità e procedura viene dettagliatamente informato e su cui rilascerà il relativo consenso scritto. Dopo aver definito un preciso accordo contrattuale volto a valorizzare, motivare e responsabilizzare la migliore compliance, il paziente viene avviato al trattamento programmato in cicli costituiti da un minimo di 6 a un massimo di 24 sedute a cadenza settimanale o quindicinale. A questo punto il paziente verrà fatto entrare nel vano di trattamento 100 e gli verranno preliminarmente descritte tutte le apparecchiature presenti nell’ambiente inventivo (setting), il materiale monouso (la cannula rettale monouso 106 e lo speculum rettale 107) che verrà utilizzato, la sicurezza della procedura e le varie fasi del trattamento di cui dovrà essere parte attiva. Quindi al paziente verrà richiesto di svestirsi e di indossare un paio di mutandine monouso nell’apposito angolo con separé 108 completo di panca e attaccapanni. A questo punto il terapeuta si posizionerà sulla poltroncina 103 e farà accomodare il paziente sul lettino 102 a schienale regolabile. Poi il paziente verrà fatto coricare su di un fianco e gli verrà applicata tramite lo speculum rettale 107 la cannula rettale monouso 106 formata dalla sonda di immissione dell’acqua e dal corrugato di scarico connessi all’apparecchio per la idrocolonterapia 105.
Predetta cannula rettale monouso 106 una volta che il paziente sarà ritornato in comoda posizione supina e si sarà coperto con un apposito telo, prima erogherà l’acqua proveniente dall’apparecchio per l’idrocolonterapia 105 mediante la sonda di immissione dell’acqua e poi mediante il corrugato di scarico riaspirerà l’acqua dal colon, avviandola allo scarico. L’acqua per il trattamento esce dall’apparecchio per l’idrocolonterapia 105 a temperatura corporea e pressione controllata, con velocità di flusso regolabile; essa viene inoltre ozonizzata e trattata elettromagneticamente a concentrazioni (ppm), intensità e frequenze regolabili secondo il caso. Al paziente viene a questo punto proposto l’uso di almeno un telecomando 109P dotato di pulsanti col quale potrà: premendo il tasto (on) avviare il carico idrico o premendo l’altro (off) interrompere il flusso dell’acqua e permettere lo svuotamento intestinale; un secondo telecomando gemello 109T sarà utilizzato dal terapeuta ad integrazione ed eventuale correzione dell’operato del paziente.
Al termine della seduta, il paziente verrà liberato dello speculum rettale monouso 107 e della cannula rettale monouso 106 e potrà se necessario completare lo svuotamento dell’eventuale residuo ampollare servendosi dell’adiacente vano preposto ai servizi igienici 200.
Per quanto riguarda il protocollo terapeutico da effettuarsi nell’inventivo ambiente (setting) preposto al trattamento di idrotraining dimensionale, questo consiste in una prima seduta propedeutica e in sedute successive.
• Per quanto riguarda la prima seduta, avente una durata totale del trattamento di almeno 60 min., questa prevede due distinte fasi ripetute per tre volte.
- FASE 1: dalla durata prevista di 15 min., nella quale avviene la sincronizzazione ideo-percettivo-motoria programmata o di regolazione non attesa. In questa fase il paziente, una volta sistematosi sul lettino 102 e preparato con lo speculum rettale monouso 107 e la cannula rettale monouso 106, verrà invitato ad avviare contemporaneamente il timer sul display del telecomando 109P e il carico idrico del colon schiacciando il pulsante di avviocarico (on) posto sul telecomando stesso 109P, mentre dovrà poi comandarne rispettivamente l’arresto e lo svuotamento premendo il pulsante di stop-scarico (off) nel preciso istante in cui la sequenza numerica intermittente, che scorre sul display del suo telecomando 109P, alla frequenza di circa 60-70 pulsazioni al minuto (frequenza cardiaca), e il suono bitonale che l'accompagna dalla cuffia biauricolare 110, verranno improvvisamente interrotti dal telecomando del terapeuta 109T. L’ordine di interruzione verrà segnalato dalla comparsa di un segnale di stop rosso sul display del telecomando del paziente 109P e da un “beep” continuo udibile nella cuffia biauricolare 110. Il pulsante del telecomando del paziente 109P sarà programmato per bloccarsi e quindi non rispondere al comando di stop-scarico (off) se questo non viene avviato in un intervallo di tempo accettabile (circa 3 sec.) rispetto alla comparsa dei segnali di interruzione, quindi la prova sarà ripetuta fino a che il riflesso di schiacciamento del pulsante non avverrà nel range di tempo previsto; la ripetizione avverrà dunque con il riavvio da parte del terapeuta della scansione video acustica senza interruzione del carico idrico, quindi con crescente disagio e rinforzo negativo del fallimento, mentre la riuscita sincronizzazione sarà premiata dal sollievo dello scarico (rinforzo positivo). La fase 1 è volta a perfezionare l’autocontrollo del paziente di fronte all’imprevisto e in condizioni di stress crescente. Superata la fase 1 si potrà procedere alla fase 2. - FASE 2 dalla durata prevista di almeno 15 min., nella quale avviene la sincronizzazione ideo-percettivo-motoria programmata o di regolazione attesa. In questa fase al paziente, dopo una profonda inspirazione ed espirazione, viene richiesto di schiacciare il pulsante di avvio-carico (on) posto sul telecomando 109P e di contrarre la muscolatura di tutto il corpo (Jacobson) resistendo in questo stato di apnea spastica il più a lungo possibile; il limite temporale della resistenza verrà indicato al paziente dalla sequenza numerica scandita sul display del telecomando 109P descritta nella fase 1. Giunto al limite della sopportazione di questa procedura preliminare di apnea spastica il paziente schiaccerà il pulsante di svuotamento e, contemporaneamente, interromperà la contrazione e tornerà a respirare. A questo punto il paziente si disporrà a partecipare al processo pilotato di percezione progressiva dei propri organi (training autogeno), e, riavviato il carico idrico, cercherà di raggiungere e mantenere un completo rilasciamento corporeo nonostante l’ingravescente stress procurato dal procedere del carico stesso (desensibilizzazione sistematica). Quando il paziente comincerà a lamentarsi della distensione addominale dovuta al carico idrico, sarà invitato a ripetere la procedura di apnea spastica preliminare al training, fino a quando, giunto al limite predefinito di sopportazione (sincronizzazione programmata), evidenziato sul display del suo telecomando dal timer avviato dal terapeuta all’inizio della contrazione muscolare, potrà liberamente comandare lo svuotamento viscerale. Questo gesto significherà imporsi volontariamente sullo stimolo (autocontrollo) e permetterà al paziente di visualizzare contestualmente sullo schermo 104, collegato con videocamera a un tratto trasparente del percorso di scarico, lo svuotamento liberatorio portato a termine (rinforzo positivo). Le fasi cruciali di carico forzato e di svuotamento saranno rispettivamente accompagnate e amplificate da suggestioni provocatorie e da parole di approvazione mirate a rinforzare l’autostima del paziente. Questa fase 2 di risincronizzazione mira a correggere principalmente l’ansia anticipatoria per un evento stressante atteso, preliminare alla depressione reattiva nel continuum dei quadri nevrotici culminanti nel discontrollo degli impulsi tipico dei DAS.
- A questo punto si potranno ripetere per altre due volte la fase 1 e 2 completando i 60 minuti della prima seduta.
• Mediante l’esecuzione delle sedute successive avviene l’integrazione relazionale psicodinamica del trattamento.
- Ripetute all’inizio di ogni seduta la fase 1 e la fase 2, dopo un’ulteriore ripetizione della fase 1 si procede a una seconda fase 2 in cui però, alla percezione somatica pilotata si sostituisce il racconto, da parte del paziente, dei propri vissuti di disagio.
Il racconto avviene durante la percezione del carico idrico (rinforzo negativo) e l’evocazione video-affettiva indotta dalla proiezione sullo schermo 104 di tavole di Rorschac selezionate (rinforzo positivo). Queste verranno utilizzate in sequenze decise caso per caso nelle successive sedute e contribuiranno ad attualizzare le dinamiche relazionali più ancestrali facilitate dalla sollecitazione idro-addominale (vissuto gravidico) in un crescendo maieutico che deve arrivare a culminare nella piena coincidenza del disagio fisico e affettivo controllati volontariamente e poi risolti sincronicamente nell’atto liberatorio dello svuotamento come sempre preceduto dal potenziamento della preparazione muscolo respiratoria (apnea spastica) al training. Questa procedura mira alla risincronizzazione dei vissuti riconosciuti all’origine dei processi di attaccamento mancato o insicuro decisivi per lo sviluppo psicopatologico.
La presente invenzione è stata descritta a titolo illustrativo, ma non limitativo, secondo alcune forme di realizzazione preferite, ma è da intendersi che eventuali variazioni e/o modifiche potranno essere apportate dagli esperti del settore senza per questo uscire fuori dal relativo ambito di protezione, così come definito dalle seguenti rivendicazioni dipendenti.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Ambiente preposto al trattamento di idro-training dimensionale caratterizzato dal fatto di essere suddiviso in due distinti spazi contigui e comunicanti, ovvero il vano di trattamento (100) e il vano preposto ai servizi igienici (200) e dal fatto che detto vano di trattamento (100) comprende almeno una porta di accesso (101) chiudibile, almeno un lettino (102) a schienale regolabile, almeno una poltrona (103) per il terapeuta posta in testa a detto lettino (102), ovvero alle spalle del paziente, almeno uno schermo (104) al plasma o LCD per la trasmissione video di immagini, posizionato preferibilmente in posizione frontale al paziente e a una distanza personalizzata e ancorato con un braccio snodabile e/o scorrevole al predetto lettino (102), almeno una cuffia biauricolare (110) in grado di inviare segnali acustici sincronizzati ai due emisferi cerebrali, un’apparecchiatura per la idrocolonterapia (105) provvista di una cannula rettale monouso (106), formata da una sonda di immissione dell’acqua e da un corrugato di scarico, collegabile a sua volta ad uno speculum rettale monouso (107), un angolo con separé (108) dedicato alla vestizione del paziente completo di panca e attaccapanni, almeno due telecomandi (109P e 109T) con pulsanti e un sistema di illuminazione artificiale programmabile e/o facilmente oscurabile.
  2. 2. Ambiente secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che i dispositivi e gli impianti predetti, vengono regolati mediante un sistema computerizzato a software dedicato in grado di interfacciarsi ai dispositivi predetti e modificare i parametri del trattamento sulla base dei dati, delle informazioni generali e preferenze che vengono forniti dal paziente durante l’anamnesi psico-organica remota o attuale e sulla base dei comandi eseguiti dal terapeuta durante la seduta.
  3. 3. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente potrà conseguire una psico-educazione idro-mediata associata ad un effetto depurativo e immunomodulante, mirato alla neurotrasmissione e alla neuromediazione soprattutto serotoninergica, interagendo con i dispositivi comprensivi dell’ambiente medesimo.
  4. 4. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente sarà in grado di produrre educativi effetti piacevoli e/o disturbanti sul proprio organismo interagendo con i dispositivi comprensivi dell’ambiente medesimo.
  5. 5. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente potrà avviare il carico idrico del colon azionando l’apparecchiatura per la idrocolonterapia (105) e contemporaneamente il timer posto sul telecomando (109P) schiacciando semplicemente il pulsante di avviocarico (on).
  6. 6. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che durante la fase di riempimento idrico del colon mediante l’apparecchiatura per la idrocolonterapia (105) potrà scorrere una sequenza numerica intermittente sul display del telecomando (109P) alla frequenza di circa 60-70 pulsazioni al minuto accompagnata dal suono bitonale proveniente dalla cuffia biauricolare (110) indossata dal paziente stesso.
  7. 7. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente potrà comandare lo svuotamento idrico del colon premendo il pulsante di stop-scarico (off) posto sul telecomando (109P) nel preciso istante in cui la sequenza numerica intermittente verrà interrotta dalla comparsa di uno stop rosso sul display del telecomando (109P) e/o da un tono acustico di “beep” udibile nella cuffia biauricolare (110) azionati dal telecomando (109T) in dotazione al terapeuta.
  8. 8. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente potrà comandare lo svuotamento idrico del colon premendo il pulsante di stop-scarico (off) posto sul telecomando (109P) nel momento in cui il terapeuta invierà dal proprio telecomando (109T) il segnale di stop rosso sul display del telecomando del paziente (109P) e/o il tono acustico di “bip” udibile nella cuffia biauricolare (110) indossata dal paziente.
  9. 9. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che sullo schermo (104) al plasma o LCD in una qualsiasi fase della terapia possono essere trasmesse le immagini provenienti da una videocamera posizionata in modo da riprendere un tratto trasparente del percorso di scarico della apparecchiatura per la idrocolonterapia (105).
  10. 10. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che sullo schermo (104) al plasma o LCD in una qualsiasi fase della terapia possono essere trasmesse immagini raffiguranti le tavole di Rorschac e dal fatto che dette immagini raffiguranti le tavole di Rorschac comprendono sequenze variabili sulla base della fase della terapia e della anamnesi psico-organica remota o attuale del paziente.
  11. 11. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente dopo aver schiacciato il pulsante di avvio-carico (on) posto sul telecomando (109P) potrà contrarre la muscolatura di tutto il corpo resistendo in questo stato di apnea spastica il più a lungo possibile.
  12. 12. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il paziente dopo aver schiacciato il pulsante di avvio-carico (on) posto sul telecomando (109P) potrà raccontare i propri vissuti di disagio.
  13. 13. Ambiente secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il vano di trattamento (100) comprende una superficie compresa tra 3 m<2>e 10 m<2>, più preferibile di circa 6 m<2>.
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Cited By (2)

* Cited by examiner, † Cited by third party
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EP3718582A1 (en) * 2015-08-24 2020-10-07 Hygieacare, Inc. Large intestine contents' diagnosis and acoustic characterization
US11179421B2 (en) 2015-08-24 2021-11-23 Hygieacare, Inc. Reducing uncomfortable side effects of abdominal distension in patients treated in hydrocolonic preparation units

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