ITMI971507A1 - Tastiera per strumenti musicali per ottenere scale naturali - Google Patents

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Description

La presente invenzione riguarda una “Tastiera per strumenti musicali per ottenere scale naturali”, in particolare riguarda una tastiera per strumenti a suoni determinati come pianoforti, clavicembali e tastiere per strumenti elettronici.
Nel seguito di questa descrizione con tastiera e tasti si intenderanno le tastiere e i singoli tasti, di pianoforti, clavicembali e tastiere per strumenti elettronici.
I convenzionali strumenti musicali a tastiera fanno parte di quegli strumenti a suoni determinati che riproducono suoni corrispondenti al sistema musicale dodecafonico, cioè con la divisione delTintervallo di ottava in dodici parti uguali, secondo il sistema noto nel campo come “sistema temperato equabile”. Ci sono, inoltre, alcuni strumenti a tastiera che realizzano scale musicali non temperate, con intervalli puri, sempre però riferiti al sistema a dodici suoni.
Lo svantaggio principale degli strumenti a tastiera convenzionali sta proprio nel fatto che essi riproducono i suoni secondo detto sistema “temperato”, il quale presenta l inconveniente di avere gli intervalli tra i singoli suoni non corrispondenti esattamente, ma solo approssimativamente, alla serie naturale degli armonici, che determina accordi e scale. Tale approssimazione causa degli errori variabili a seconda dei diversi intervalli.
Ad esempio, se si intonasse uno strumento a dodici note con intervalli esatti partendo da una determinata nota, le altre note avrebbero intervalli con errori ancora più accentuati rispetto a quanto accade con l’intonazione convenzionale. Un ulteriore svantaggio è che per avere tutti gli intervalli esatti sarebbe necessario un numero di note eccessivo, il che comporterebbe un utilizzo non agevole dello strumento.
La tastiera conforme alla presente invenzione ovvia a tali svantaggi; essa è costituita, così come caratterizzato nelle rivendicazioni, da più file di tasti in modo da mantenere separate fra loro le note bequadro, diesis e bemolli per estendere le partizioni di ciascun’ ottava a diciannove note, tale tastiera infatti comprende tre file di tasti; una prima fila anteriore, relativa alle note bequadro, una seconda fila posteriore, relativa alle note diesis e una terza fila relativa alle note bemolli interposta fra i tasti di almeno una delle due file precedenti, ciascuna ottava, infatti, comprende sette note bequadro, sette note diesis e cinque bemolli.
Preferibilmente la tastiera inventata è associata a un mezzo, nei seguito chiamato per semplicità sdoppiatore, atto a modificare di un comma sintonico la frequenza di almeno sei note di ciascuna ottava, nel seguito chiamate note mobili. Ciascuna nota mobile ha una prima e una seconda frequenza, la prima detta frequenza minore e la seconda detta frequenza maggiore. Tale sdoppiatore è un comando azionato manualmente, con ciò intendendosi anche a pedale, dall’esecutore e causa lo spostamento dei mezzi atti a produrre il suono delle note dei diversi strumenti a tastiera che saranno opportunamente accordati.
Per meglio comprendere cosa si intende per opportunamente accordati, nel seguito si riporta, con l’ausilio della tabella 1 e della figura A, solo a titolo di esempio una possibile accordatura di un’ottava degli strumenti associati alla tastiera inventata, dalla quale una persona esperta del campo può comprendere il metodo di accollatura derivente dall’invenzione per effettuare accordature partendo anche da note diverse da quella indicata.
Nella seguente tabella sono indicate progressivamente le frequenze all’interno di un’ottava (= a 1.200 cents). In tale accordatura vi sono diciannove note alle frequenze indicate nella colonna “minori”, di cui otto sono previste come note mobili, ossia a doppia frequenza. La seconda frequenza di queste otto note mobili è indicata nella colonna “maggiori”. I numeri dei tasti da 1 a 19 corrispondono ai tasti dell’ottava di una tastiera come riportati nella figura A.
TABELLA 1
Fig. A
Nel caso di strumenti a corda l’incordatura prevede almeno una corda per ciascuna nota a frequenza singola, nel seguito detta nota fissa, e almeno due corde per ciascuna nota mobile, una prima corda essendo atta a suonare la nota alla frequenza minore, e una seconda corda essendo atta a suonare la stessa nota alla frequenza maggiore. Qundi, ciascun’ottava della tastiera ha diciannove corde più almeno sei corde per sdoppiare la frequenza di almeno sei delle diciannove note.
A titolo di esempio illustreremo ora come sono associati la tastiera e lo sdoppiatore inventati alle corde, in particolare a quelle relative alle note mobili, di pianoforti e clavicembali.
Nel caso di pianoforti ciascun martelleto relativo alle note mobili colpisce contemporaneamente entrambe le corde di ciascuna nota mobile; lo sdoppiatore è associato ad un mezzo, nel seguito chiamato “cuneo”, atto a bloccare l’una o l’altra corda a seconda che sia azionato o meno il mezzo sdoppiatore; infatti, quando detto sdoppiatore è a riposo detto cuneo impedisce alla corda della nota a frequenza maggiore di vibrare e la corda della nota a frequenza minore è lasciata libera di suonare; quando, invece, è azionato tale sdoppiatore il cuneo trasla per bloccare la corda della nota a frequenza minore, lasciando la corda della nota a frequenza maggiore libera di suonare.
I clavicembali, sfruttando un meccanismo già noto per l’ottenimento della variarazione del carattere timbrico, portano un primo ed un secondo crivello; il primo è fisso per guidare i salterelli nel loro scorrimento verticale, il secondo è mobile ed è mosso mediante l’azionamento dello sdoppiatore che, a mezzo di opportuni leveraggi, permette lo scorrimento orizzontale dei soli salterelli relativi alle note mobili. Per ciascuna nota mobile sono previste due corde e due plettri in posizione diametralmente opposta uno rispetto all’altro e almeno un salterello; dette corde sono distanziate fra loro in modo che i due plettri non possano pizzicarle contemporaneamente. Quando lo sdoppiatore è a riposo viene pizzicata solo la corda relativa alla nota a frequenza minore; quando, invece, è azionato lo sdoppiatore il crivello mobile scorre spostando ciascun salterello relativo alle note mobili per pizzicare l’adiacente corda della nota a frequenza maggiore.
Per quanto riguarda strumenti non a corda riporteremo nel seguito, solo a titolo di esempio, come è ottenuto lo sdoppiamento delle note a frequenza mobile nelle tastiere per strumenti musicali elettronici:
Le tastiere per strumenti musicali elettronici sono collegate, via MIDI (interfaccia digitale fra strumenti musicali), mediante opportuni sensori ad un generatore di suoni digitale; tale generatore di suoni è presettato in modo da produrre i suoni relativi ad una prima ed una seconda accordatura, ad esempio secondo l’accordetura indicata nella Tabella 1; la prima è relativa alle diciannove note alla frequenza minore, mentre la seconda è relativa ad almeno sei di dette diciannove note elevate di un comma sintonico. 11 suono relativo a detta prima accordatura viene prodotto quando lo sdoppiatore non è azionato, mentre l azionamento dello sdoppiatore impartisce l’imput a detto generatore di suoni di riprodurre il suono relativo a detta seconda accordatura.
Il vantaggio principale della presente invenzione e che mediante l’estensione delle partizioni dell’ottava a diciannove note in associazione con detto mezzo sdoppiatore si ottiene una esatta accordatura aderente alla serie naturale degli armonici principali e scale naturali costruite a partire da pressoché tutti i diciannove tasti. Inoltre, tale asociazione consente di avere partizioni con temperamento inequabile ed almeno sei note a frequenza variabile. Un secondo vantaggio della presente invenzione sta nella possibilità di produrre modulazioni che possono dare nuovi spunti alla composizione della musica. Infine, un terzo vantaggio, è riscontrabile nel campo della musica “antica” le cui accordature tendono già ad intervalli puri.
L’invenzione sarà ora descritta più in dettaglio mediante alcuni esempi di realizzazione illustrati con l’aiuto dei disegni schematici allegati in cui la Fig. 1 è una vista assonometrica di un’ottava della tastiera, la
Fig. 2 è una vista laterale di un particolare dei tasti, la
Fig. 3 è una vista in pianta di parte della tastiera, la
Fig. 4 è una prima vista parziale e la
Fig. 5 è una seconda vista parziale.
La Fig. 1 mostra una ottava 1 di una tastiera che comprende una prima fila di tasti anteriore 2, relativa alle note bequadro, una seconda fila di tasti 3 parzialmente sovrastante detta fila 2 e relativa alle note diesis; una doppia fila 4 di tasti neri, interposti fra i tasti delle file 2 e 3, relativi alle note bemolli. Come meglio visibile nella figura 2, ciascun tasto nero della doppia fila di tasti 4 è presente su ciascuna delle due file 2 e 3 per comodità di utilizzo e, inoltre, ciascun tasto della fila anteriore 2, nella parte sottostante la fila di tasti 3, ha un andamento inclinato per permettere l’abassamento dei tasti di detta fila 3. La Fig. 2, infatti, mostra i tasti 5, 6 e 7, rispettivamente, relativi alle note bequadro, diesis e bemolli. Come si può notare, il tasto 7 delle note bemolli porta due superfici di battuta 8 in modo che la stessa nota possa essere suonata da ciascuna delle due file di tasti 2 e 3. Inoltre, la figura mostra che il tasto 5 nel tratto 9 ha un andamento inclinato per permettere l’abbassamento, secondo la freccia F, del sovrastante tasto 6 che ruota attorno al perno P. La Fig. 3 mostra una vista dall’alto dell’associazione del tasto 7 delle note bemolli con i tasti 5 e 6.
La Fig. 4 mostra un dettaglio dello sdoppiamento di una nota mobile in un pianoforte che comprende la tastiera inventata. La figura in particolare mostra il martelletto 10, due corde 1 1 e 12 relative ad un’unica nota e un tampone 13 associato ad una guida mobile 14 mossa da un pedale, tramite opportuni leveraggi, tali leveraggi e pedale non essendo visibili in figura. Il martelletto 10, mosso dalla pressione del relativo tasto, colpisce entrambe le corde, ma il tampone 13 a riposo impedisce la vibrazione della corda 11, relativa alla nota a frequenza maggiore, in modo che il suono della relativa nota sia dato solo dalla corda 12, a frequenza minore. Con razionamento del pedale viene fatto traslare il tampone 13, secondo la direzione della freccia F’, per bloccare la corda 12, lasciando libera di suonare la corda 11 a ffequanza maggiore.
La Fig. 5 mostra un dettaglio dello sdoppiamento di una nota mobile in un clavicembalo. La figura mostra, in particolare, due corde 15 e 16, relative ad un’unica nota, il tasto 17 che porta due salterelli 18 e 19, alle cui estremità superiori sono associati, rispettivamente, due plettri 20 e 21. La figura, inoltre, mostra un primo crivello inferiore fisso 22 per lo scorrimento vericale dei salterelli nei fori 23, secondo la freccia F” e un secondo crivello superiore mobile 24. Detto secondo crivello porta fori 23 in corrispondenza dei salterelli relativi alle note mobili e aperture 25 in corrispondenza dei salterelli relativi alle note fisse, questi ultimi non essendo visibili in figura. Detto secondo crivello mobile può scorrere orizontalmente, secondo la freccia F’”, a mezzo di opportuni leveraggi, mediante l’azionamento di un pedale, pedale e leveraggi non essendo visibili in figura. Quando il pedale è a riposo il plettro 20 del salterello 18 pizzica la corda 15, relativa alla nota a frequenza minore, mentre quando il pedale viene azionato il crivello mobile 24 scorre spostando i soli salterelli relativi alle note mobili per pizzicare la corda 16, relativa alla nota a frequenza maggiore, con il plettro 21 del salterello 19.
Negli strumenti a corda le note mobili hanno preferibilmente due sole corde e le note fisse hanno una sola corda. Nel caso di pianoforti, però, le note mobili possono avere più di due corde, ad esempio a fasci di due a due per ciascuna frequenza, in questo caso le note fisse, dovendo avere lo stesso numero di corde di quello di ciascuna frequenza delle note mobili, avranno anch’esse due corde.

Claims (4)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Tastiera per strumenti musicali per ottenere scale naturali caratterizzata da ciò che comprende tre file di tasti; una prima fila anteriore (2), relativa alle note bequadro; una seconda fila posteriore (3), relativa alle note diesis e una terza fila (4) di tasti, relativa alle note bemolli, interposta fra i tasti di almeno una delle due file precedenti (2, 3) per estendere le partizioni di ciascun'ottava a diciannove note di cui sette bequadro, sette diesis e cinque bemolli.
  2. 2. Tastiera secondo la rivendicazione 1 caratterizzata da ciò che è associata ad uno sdoppiatore atto a sdoppiare, di un comma sintonico, la frequenza di almeno sei note di ciascun’ottava, tale mezzo essendo azionato manualmente dallesecutore.
  3. 3. Tastiera secondo le rivendicazioni 1 e 2 caratterizzata da ciò che è associata agli strumenti a corda che comprendono almeno due corde (11, 12, 15, 16) per almeno sei note di ciascuna ottava e mezzi per impedire la vibrazione di una di dette due corde.
  4. 4. Tastiera secondo le rivendicazioni 1 e 2 caratterizzata da ciò che è associata ad un generatore di suoni digitale per strumenti musicali elettronici presettato per produrre almeno sei note di ciascuna ottava a frequenze sdoppiate di un comma sintonico.
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