ITMI930917A1 - Procedimento fotocatalitico per la depurazione di acque inquinate - Google Patents

Procedimento fotocatalitico per la depurazione di acque inquinate Download PDF

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ITMI930917A1
ITMI930917A1 IT000917A ITMI930917A ITMI930917A1 IT MI930917 A1 ITMI930917 A1 IT MI930917A1 IT 000917 A IT000917 A IT 000917A IT MI930917 A ITMI930917 A IT MI930917A IT MI930917 A1 ITMI930917 A1 IT MI930917A1
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Maurizio Castellano
Laura Tinucci
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Eniricerche S P A Ora Enitecnologie Spa
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un procedimento per la depurazione fotocatalitica di acque contaminate da contaminanti organici -e per la degradazione dei contaminanti stessi. Il procedimento ? particolarmente applicabile alla depurazione di acque destinate ad uso potabile.
Un problema attualmente sentito ? quello della purificazione delle acque contaminate per ottenere acque purificate da destinare al consumo umano o industriale. I trattamenti normalmente impiegati allo scopo sono la rimozione dei contaminanti organici, inorganici e biologici con tecniche quali l'adsorbimento su carbone attivo, lo stripping con aria, la .disinfezione/sterilizzazione per clorazione o per ozonizzazione.
Una tecnica recentemente proposta per depurare le acque da contaminanti organici consiste nella fotodegradazione dei contaminanti per azione della irradiazione solare o UV, operando in presenza di un semiconduttore come catalizzatore . Questo trattamento porta alla mineralizzazione dei contaminanti, dove con mineralizzazione si intende la degradazione completa dell'inquinante tossico con formazione di sostanze semplici quali acqua, anidride carbonica e acidi minerali, come ad esempio acido cloridrico nel caso di contaminanti organici clorurati. Gli ossidi metallici semiconduttori, come ad esempio l'ossido di titanio, sono materiali che presentano una particolare configurazione elettronica: la banda di valenza, a pi? basso contenuto energetico, ? completamente occupata dagli elettroni, mentre quella di conduzione, ad energia pi? elevata, ? quasi completamente vuota. Quando un tale semiconduttore viene irradiato con fotoni di energia superiore al "bandgap" (intervallo tra le due bande), o equivalentemente con luce di lunghezza d'onda inferiore al "bandgap", avviene il passaggio di elettroni dalla banda di valenza alla banda di conduzione, lasciando una deficienza di elettroni nella banda di valenza e provocando conseguentemente, la formazione di coppie elettrone-buco. Gli elettroni si trasferiscono all'interfaccia semiconduttore/liquido e le interazioni tra gli elettroni e/o i buchi fotogenerati, i contaminanti organici e l'ossigeno presente nel sistema sono la causa della degradazione dei contaminanti. Per una discussione pertinente si rimanda alle descrizioni di M.A. Fox, "Charge Injection into Semiconductors Perticles - Inportance in Photocatalysis" , La Chimica e l'Industria, Voi. 68, N.10, ottobre 1986, pagg 59-64; e di E. Pellizzetti ed altri, "Sunlight photodegradation of haloaromatic pollutants catalyzed by semiconductors particulate materials", La Chimica e l'industria, voi. 67, n.ll, novembre 1985, pagg 623-624.
La fotodegradazione presenta, rispetto alle tecnologie pi? avanzate, i seguenti vantaggi:
- mineralizzazione completa di una vasta serie di contaminanti organici;
- elevata efficienza di abbattimento a concentrazioni del contaminante organico dell'ordine delle PPb ;
- assenza di processi rigenerativi di tipo termico (quali ad esempio richiesti dal carbone attivo) che spesso comportano problemi di carattere ambientale legati alle emissioni gassose (ad'esempio formazione di diossine nel caso di composti organici clorurati); _ _
- non insorgenza di fenomeni di fouling microbico tipici dei filtri a carbone.
I catalizzatori pi? diffusamente utilizzati nel campo della fotocatalisi sono l'ossido di titanio e l'ossido di zinco, in particolare l'ossido di titanio ? attualmente ritenuto il fotocatalizzatore migliore. Nella pratica per? esistono difficolt? che ostacolano una diffusa applicazione della fotodegradazione per la depurazione delle acque. Infatti le acque che provengono da falde sotterranee o da correnti di superficie contengono quantit? variabili di sali di metalli alcalini ed alcalino-terrosi che interagiscono con il catalizzatore sospeso nel sistema di depurazione, con conseguenti fenomeni di disattivazione. In particolare un tale fenomeno viene attribuito alla interazione che si stabilisce tra i siti cataliticamente attivi dell'ossido metallico semiconduttore ed alcuni anioni dotati di caratteristiche coordinanti, presenti nelle acque sottoposte a trattamento.
In particolare ? stato constatato che anche lo ione bicarbonato HCO^ , comunemente presente nelle acque associato allo ione Ca , inibisce in modo significativo l'attivit? catalitica degli ossidi metallici semiconduttori.
Per il superamento di questo problema si pu? pretrattare l'acqua con una resina cationica in forma acida, cos? da scambiare lo ione alcalino-terroso con lo ione idrogeno e trasformare il bicarbonato in anidride carbonica e acqua. Un tale modo di operare ? tuttavia oneroso da un punto di vista economico, ed in ogni caso comporta la rigenerazione acida della resina scambiatrice esausta, con formazione di una nuova corrente di refluo da smaltire .
Un'altra soluzione ai problemi generati dalla presenza dello ione bicarbonato nelle acque pu? consistere nella rimozione di tale ione per .trattamento diretto con acidi minerali forti come l'acido cloridrico o l'acido solforico. Tuttavia un tale trattamento pu? aumentare la concentrazione degli ioni cloro o degli ioni solfato oltre la soglia che compromette l'attivit? dei siti attivi dell'ossido di titanio. D'altra parte esistono precise disposizioni legislative che limitano, nelle acque potabili, la concentrazione degli ioni cloro e degli ioni solfato ad un livello massimo di 25 ppm e di 250 ppm rispettivamente. E' stato ora trovato che ? possibile risolvere i proplemi generati dalla presenza di ioni carbonato nelle acque utilizzando, come catalizzatore di fotodegradazione, una miscela di ossido di titanio e ossido di zinco. Questo sistema catalitico, formato da TiO^ e ZnO, permette di eseguire i procedimenti fotocatalitici per la depurazione di acque che contengono ioni bicarbonato, e sono contaminate da contaminanti organici, direttamente su tali acque, senza un preventivo passaggio di rimozione degli ioni bicarbonato, ottenendo inaspettatamente eccellenti risultati. Quindi, mentre l'attivit? catalitica dell'ossido di zinco e soprattutto dell'ossido di titanio viene inibita in modo significativo dalla presenza di ioni carbonato, il sistema catalitico che viene utilizzato nella presente invenzione, consistente in una miscela di e ^n<3' mostra, per un effetto sinergico assolutamente inaspettato, un ottimo livello di attivit?.
In accordo con ci? la presente invenzione riguarda un procedimento per la depurazione di acque inquinate da contaminanti organici e per la degradazione di questi contaminanti, dove dette acque contengono anche ioni bicarbonato, che consiste nel sottoporre tali acque inquinate ad irradiamento con luce ultravioletta di lunghezza d'.onda inferiore a 400 nm in presenza di un sistema catalitico consistente in una miscela di e ZnO in rapporto in peso Ti02/Zn0 compreso tra 2:1 e 1:2, preferibilmente tra 1:1 e 2:1.
Le acque da trattare contengono ioni bicarbonato in quantit? variabile a seconda della provenienza. In genere acque provenienti da falde sotterranee o da correnti di superficie contengono ioni bicarbonato in quantit? variabile tra circa 50 e 500 mg/1.
Le acque che possono essere vantaggiosamente depurate secondo il procedimento della presente invenzione sono quelle contenenti inquinanti organici, clorurati e non clorurati, come ad esempio cloroformio, diclorometano, tricloroetilene, tetrac loroetilene, metilterbuti letere, benzene, fenoli e fenoli clorurati. La quantit? globale di questi contaminanti nelle acque da trattare pu? pu? variare tra 0,5 e 200 ppm.
Convenientemente i due ossidi metallici che compongono il sistema catalitico sono in forma di particelle della grandezza dell'ordine di 0,5-3
jim. La concentrazione totale del sistema catalitco Ti02 Zn0 viene scelta in funzione della_ concentrazione degli inquinanti contenuti nella miscela acquosa da purificare. Convenientemente la concentrazione totale Ti02+Zn0 pu? variare tra 0,5 e 2 g/1, preferibilmente tra 1 e 1,5 g/1.
La radiazione capace di attivare il sistema catalitico ? la radiazione ultravioletta (lunghezza d'onda minore di 400 nm), specialmente quella del vicino ultravioletto (320-380 nm) . Pertanto le sorgenti di radiazioni normalmente impiegate sono lampade ad arco di mercurio (ad alta, media o bassa pressione) , oppure lampade allo xenon che emettono nel campo UV.
Si opera alla temperatura ambiente, o a temperature prossime a quella ambiente, fornendo ossigeno od aria all'ambiente di fotodegradazione, in funzione della domanda di ossigeno del sistema in decontaminazione .
Quando si opera secondo il procedimento della presente invenzione con una lampada ad alta pressione, i tempi per una degradazione praticamente completa degli inquinanti organici sono dell'ordine di 60-240 minuti.
I tempi si allungano nel caso si utilizzino lampade a bassa pressione, ma ovviamente l'uso di tali lampade permette un notevole risparmio dal punto di vista energetico.
Convenientemente, secondo una forma di attuazione in continuo, potranno essere impiegati reattori fotochimici di forma cilindrica allungata. nei quali ? inserita una lampada UV tubolare, lungo l'asse maggiore del reattore, cos? da realizzare una resa quantica il pi? possibile elevata. La soluzione acquosa inquinata contenente in sospensione il sistema catalitico viene fatta circolare continuamente tra il reattore fotochimico ed un serbatoio di contenimento della sospensione.
Gli esempi.sperimentali che seguono sono riportati a maggior illustrazione della presente invenzione. In particolare:
- negli esempi 1 e 2, riportati a scopo di confronto, viene mostrato l'andamento della reazione di decomposizione fotocatalizzata del fenolo in acqua bidistiH ata, utilizzando come catalizzatore T?O2 .
- negli esempi 3 e 4, ancora riportati a scopo di confronto, vengono descritti i risultati della fotodegradazione del fenolo in acqua di rete di durezza totale 17.2 ?F, corrispondente a 172 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore ZnO. rnell 'esempio 5, ancora riportato a scopo di confronto, vengono descritti i risultati della fotodegradazione del fenolo in acqua di rete di durezza totale 17.2 ?F, corrispondente a 172 mg/1 di CaCO^ / utilizzando come catalizzatore TiO^- Questi risultati mostrano la notevole perdita di attivit? del fotocatalizzatore TiC^ a causa della presenza di carbonati.
- negli esempi 6 e 7, ancora riportati a scopo di confronto, vengono descritti i risultati della fotodegradazione del fenolo in acqua di rete di durezza totale 31,8?F, corrispondente a 318 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore TiC^ ? Questi risultati mostrano una ulteriore perdita di attivit? del fotocatalizzatore a causa della notevole quantit? di carbonati presenti.
- gli esempi 8-10 e 11 sono condotti rispettivamente in acqua di rete di durezza totale 17.2 ?F (corrispondente a 172 mg/1 di CaCO^) e in acqua di rete di durezza totale 31,8?F (corrispondente a 318 mg/1 di CaCO^). Questi esempi mostrano gli eccellenti risultati ottenibili quando si utilizza come fotocatalizzatore, secondo la presente invenzione, un sistema catalitico formato da ossido di titanio e ossido di zinco.
- nell'esempio 12, riportato a scopo di confronto, viene riportato l'andamento della reazione di decomposizione fotocatalizzata del cloroformio in acqua di rete di durezza totale 31,8 ?F, corrispondente a 318 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore TiC^ .
- gli esempi 13 e 14 sono condotti in acqua di rete di durezza totale 31,8?F, corrispondente a 318 mg/1 di CaCO^. Questi esempi confermano gli eccellenti risultati ottenibili quando si utilizza come fotocatalizzatore, secondo la presente invenzione, un sistema catalitico formato da ossido di titanio e ossido di zinco.
- nell'esempio 15, riportato a scopo di confronto, viene riportato l'andamento della reazione di decomposizione fotocatalizzata del fenolo in acqua di rete di durezza totale 31,8 ?F, corrispondente a 318 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore TiO^ e come sorgente di radiazioni una lampada a bassa pressione.
- l'esempio 16 ? condotto nelle stesse condizioni dell'esempio precedente in acqua di rete di durezza totale 31,8?F, corrispondente a 318 mg/1 di CaCOg . Questo esempio mostra che gli eccellenti risultati ottenibili quando si utilizza come fotocatalizzatore, secondo la presente invenzione, un sistema catalitico formato da ossido di titanio e ossido di zinco permangono anche quando l'irradiamento viene realizzato per mezzo di una lampada a bassa pressione.
ESEMPIO 1
In un reattore in vetro pyrex a facce piane e parallele, di diametro 5,5 cm e altezza 3,5 cm vengono introdotti 10,25 mi di una sospensione di biossido di titanio Degussa P25 in acqua deionizzata. La concentrazione del ? di 1 g/1. Vengono quindi introdotte 48,8 ppm di fenolo, corrispondenti a 37,4 ppm di carbonio organico (TOC). Il reattore viene introdotto in un simulatore solare equipaggiato con lampada allo xenon da 1500W e filtro cut-off a 380 nm e la sospensione sottoposta ad irradiamento, sotto agitazione magnetica. Dopo 15 minuti di trattamento la prova viene sospesa, il campione viene raffreddato, filtrato su filtri di di acetato di cellulosa HA della Millipore da 0,45 jum, e quindi sottoposto ad analisi, mediante TOC 5000 della Shimadzu, per misurarne il contenuto in carbonio organico (OC).
Si ripete la prova altre 3 volte, sospendendola rispettivamente dopo 30, 60 e 90 minuti.
Nella tabella seguente vengono riportati i risultati ottenuti espressi come ppm OC normalizzati, ossia (ppm OC finali)/(ppm OC iniziali). Nell?ultima colonna della tabella sono riportati i risultati ottenuti espressi come percentuale di mineralizzazione,, ossia come percentuale di materiale organico che ? stato completamente ossidato a C02 e H20.
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,778 22,2
30 0,577 42,3
60 0,194 80,6
90 0,031 96,9
ESEMPIO 2
Si opera come descritto nell'esempio 1, con una concentrazione di Ti02 i-n acqua deionizzata di 1,5 g/1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
30 0,669 33,1
60 0,285 71,5
90 0,033 96,7
ESEMPIO 3
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 172 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore ZnO in concentrazione di 0,5 g/1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,874 12,6
30 0,676 32.4
60 0,334 66,6
90 0,195 80.5
ESEMPIO 4
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 172 mg/1 di CaCO^ , utilizzando come catalizzatore ZnO in concentrazione di 1 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,909 9,10
30 0,722 27,80
60 0,225 77,50
90 0,167 83,30
ESEMPIO 5
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 172 mg/1 di CaCO^ , utilizzando come catalizzatore TiO^ in concentrazione di 1,5 g/1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,974 2,60
30 0,897 10,30
60 0,708 29,20
90 0,404 59,60
ESEMPIO 6
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 318 mg/1 di CaCO^ , utilizzando come catalizzatore TiO^ di 1 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
30 0,94 6
60 0,83 17.0
90 0,68 32.0
ESEMPIO 7
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 318 mg/1 di CaCO^ , utilizzando come catalizzatore Ti02 in concentrazione di 1,5 g/1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
30 0,897 10,3
60 0,734 26,6
90 0,621 37,9
ESEMPIO 8
Si opera come descritto nell'esempio 1, m acqua contenente 172 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore una miscela di Ti02 e ZnO, in rapporto TiO?/ZnO di 2:1 e in concentrazione totale Ti02+Zn0 di 1 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,823 17.70
30 0,770 23,00
60 0,304 69,60
90 0,143 85.70
ESEMPIO 9
Si opera come descritto nell?esempio 1, in acqua contenente 172 mg/1 di CaC03 , utilizzando come catalizzatore una miscela di Ti02 e ZnO, in rapporto TiO2/Zn0 di 1:1 e in concentrazione totale Ti02+ZnO di 1 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
15 0,885 11,50
30 0,748 25,2
60 0,3 70
90 0,087 91,3
ESEMPIO 10
Si opera come descritto nell?esempio 1, in acqua contenente 172 mg/1 di CaCQ^, utilizzando come catalizzatore una miscela di Ti02'e ZnO, in rapporto TiO^/ZnO di 2:1 e in concentrazione totale Ti02+ZnO di 1,5 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
30 0,66 34.00
60 0,15 85.00
90 0,02 98
ESEMPIO 11
Si opera come descritto nell'esempio 1, in acqua contenente 318 mg/1 di CaCC>3, utilizzando come catalizzatore una miscela di ??02 e ZnO, in rapporto TiC^/ZnO di 2:1 e in' concentrazione totale Ti02+ZnO di 1,5 g/1.
I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente :
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min )
0 1 0
30 0,73 27
60 0,163 83.7
90 0,202 79.8
La prova ? stata ripetuta per tempi piu lunghi per verificare se anche in condizioni cos? sfavorevoli, per quanto riguarda la notevole quantit? dei carbonati presenti nell'ambiente di reazione, fosse possibile ottenere la mineralizzazione completa del fenolo. I risultati ottenuti sono contenuti nella tabella seguente
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (min)
0 1 0
120 0,085 91,42
180 0,062 93,74
240 0,048 95,13
ESEMPIO 12
In un reattore in vetro pyrex a facce piane e parallele, di diametro 5,5 cm e altezza 3,5 cm vengono introdotti 10 mi di una sospensione di biossido di titanio (1 g/1) in acqua di durezza totale 31,8 ?F.
Vengono quindi introdotte 200 ppm di cloroformio, corrispondenti a 20.1 ppm di carbonio organico (OC) e 178.2 ppm di cloro. Il reattore viene introdotto in un simulatore solare equipaggiato con lampada allo xenon da 1500W e filtro cut-off a 340 nm e la sospensione sottoposta ad irradiamento, sotto agitazione magnetica. Dopo 15 minuti di trattamento la prova viene sospesa, il campione viene raffreddato e filtrato su filtri di di acetato di cellulosa HA della Millipore da 0,45 ^im. Si ripete la prova altre volte, sospendendola a tempi stabiliti.
Nella tabella seguente vengono riportati i risultati ottenuti espressi, come ppm di ioni cloruro normalizzati rispetto al contenuto iniziale di cloro (178,2 ppm). La quantit? di ioni cloruro viene determinata mediante titolazione con nitrato d'argento come descritto in "Potenziometric Water Analysis" di D. Kidgley, K. Torrance, pag.
323-342, John Wiley & Sons (1978). Ai valori ottenuti dalla titolazione ? stata sottratta la quantit? di ioni cloruro naturalmente contenuta nell 1acqua .
Tempo ppmC 1^,/ppmC1^
(min)
0 0,00
-60 0,23
120 0,44
180 0,62
ESEMPIO 13
Si opera come nell'esempio 12, in acqua,contenente 318 mg/1 di CaCO^, utilizzando come catalizzatore biossido di titanio e ossido di zinco ad una concentrazione totale Ti02+ZnO di 1,0 g/1 e con un rapporto TiO^/ZnO di_ 2:1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente
Tempo ppmClf/ppmCl^
(min)
0 0,00
60 0,27
120 0,62
180 0,81
ESEMPIO 14
Si opera come nell'esempio 13, in acqua contenente 318 mg/1 di CaC03, utilizzando come catalizzatore biossido di titanio e ossido di zinco ad una concentrazione totale Ti02+ZnO di 1,5 g/1 e con un rapporto Ti02/Zn0 di 2:1. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente.
Tempo ppmC1^/ppmC1^
(min)
0 0,00
60 0,33
120 0,70
180 0,96
ESEMPIO 15
Viene utilizzato un reattore fotochimico di forma cilindrica allungata nel quale ? inserita, lungo l'asse maggiore del reattore, una lampada UV tubolare a vapori di mercurio da 18 W lunga 20 cm. Ad 1 1 di acqua contenente 318 mg/1 di CaCO^, inquinata da 26 ppm di fenolo, viene aggiunto 1 g di T?O2 - La sospensione risultante viene fatta circolare tra il reattore fotochimico e un serbatoio di contenimento mediante una pompa centr?fuga. Dopo 10 min di ricircolo al buio la sospensione omogenea risultante viene irradiata con la lampada a vapori di Hg da 18 W. Ai tempi stabiliti vengono prelevati 5 mi della sospensione che, dopo filtrazione su filtri di acetato di cellulosa HA Millipore da 0,45 um, vengono analizzati per il contenuto in carbonio organico mediante TOC 5000 della Shimadzu. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente:
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (ore)
0 1 0
2 0,874 12,6
4 0,762 23,80
6 0,674 32 ,60
ESEMPIO 16
Viene utilizzato il reattore fotochimico dell'esempio 15. Ad 11 di acqua contenente 318 mg/1 di CaC03, inquinata da 26 ppm di fenolo, vengono aggiunti 0,66 g di e e 0,34 g di ZnO. La sospensione risultante viene trattata come nell'esempio precedente. I risultati ottenuti sono riportati nella tabella seguente
Tempo ppmf/ppmi % mineralizzazione (ore )
0 1 0
2 0,924 7,6
4 0,771 22,90
6 0,579 42,1

Claims (8)

  1. Rivendicazioni 1) Procedimento per la depurazione di acque contenenti ioni bicarbonato inquinate da contaminanti organici che consiste nel sottoporre tali acque ad irradiamento con luce ultravioletta di lunghezza d?onda minore di 400 nm, in presenza di un sistema catalitico consistente in una miscela di ossido di titanio e ossido di zinco, in rapporto in peso TiO^/ZnO compreso 2:1 e 1:2.
  2. 2) Procedimento in accordo con la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che le acque che sono sottoposte a trattamento contengono ioni bicarbonato in concentrazione compresa tra 50 e 500 mg/1.
  3. 3) Procedimento in accordo con la rivendicazione 1 in cui il rapporto in peso Ti02/ZnO ? compreso tra 2:1 e 1:1.
  4. 4) Procedimento in accordo con la rivendicazione 1 in cui T?O2 e ZnO sono in forma di particelle di grandezza dell'ordine di 0,5-3 yum, e in concentrazione totale TiO^+ZnO compresa tra 0,5 e 2 g/1.
  5. 5) Procedimento in accordo con la rivendicazione 4 in cui la concentrazione totale TiO2+Zn0 ? compresa tra 1 e 1,5 g/1.
  6. 6) Procedimento in accordo con la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che le acque che sono sottoposte a trattamento sono inquinate da contaminanti organici clorurati e non clorurati, in particolare cloroformio, diclorometano , tricloroetilene, tetracloroetilene, meti1terbuti letere, benzene, fenoli e fenoli clorurati.
  7. 7) Procedimento in accordo con la rivendicazione 6 in cui i contaminanti organici sono in concentrazione compresa tra 0,5 e 200 ppm.
  8. 8) Procedimento in accordo con la rivendicazione 1 in cui si opera irradiando con luce ultravioletta di 320-380 nm, a temperatura ambiente o a temperature prossime a quella ambiente, fornendo ossigeno all'ambiente di reazione e per un tempo che varia tra 60 minuti e 6 ore.
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