ITMI20111439A1 - Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue. - Google Patents

Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue. Download PDF

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Leonardo Bigi
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Paolo Benatti
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Description

“APPARATO PER L'OZONIZZAZIONE DI FLUIDI BIOLOGICI, PARTICOLARMENTE PER SANGUEâ€
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha come oggetto un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue.
L'ozono à ̈ un gas tossico che, se usato in dosi appropriate può essere somministrato secondo opportuni protocolli, per esempio per via ematica, ed avere un effetto terapeutico in pazienti affetti da alcune patologie ivi comprese, per esempio, vasculopatie periferiche, maculopatie senili, antalgie, artrosi.
L'ozono ha una solubilità nel sangue molto elevata, circa 10 volte maggiore che l'ossigeno. Quando il sangue entra in contatto con l'ozono, l'ozono si discioglie velocemente e reagisce con il sangue causando una cascata di eventi benefici per il paziente, quali, ad esempio, l'incremento dell'ossigenazione dei tessuti ischemici, il miglioramento del metabolismo generale, dovuto all'aumentata ossigenazione dei tessuti, la correzione dello stress ossidativo mediante stimolazione del meccanismo di generazione di agenti antiossidanti e l'induzione di una moderata attivazione del sistema immunitario.
Una tecnica di tipo noto per l'ozonizzazione del sangue, adottata nella pratica clinica, à ̈ la cosiddetta Grande-Auto-Emo-Terapia (GAET in acronimo). Nella GAET, una quantità fino a 250 ml di sangue viene prelevata, per gravità o applicando il vuoto, da una vena cubitale del paziente e raccolta in un contenitore di vetro, o in materiale plastico inerte all'ozono. Il sangue prelevato à ̈ opportunamente miscelato con una certa quantità di anticoagulante, per esempio citrato o ACD (acronimo della dicitura inglese Acid Citrate Dextrose), che à ̈ stata previamente aggiunta. A questo punto una miscela gassosa di ossigeno e ozono, solitamente in rapporto volumetrico 1:1 col sangue raccolto, preparata da un opportuno apparecchio generatore di ozono medicale, contenente una determinata dose di ozono, nell'ordine dei milligrammi, viene aggiunta al contenitore del sangue e tenuta in contatto diretto con quest'ultimo per alcuni minuti, preferibilmente almeno 5 minuti. Durante tale tempo il contenitore à ̈ manipolato da un operatore, con manovre manuali, per favorire la miscelazione tra i due fluidi, ossia il sangue e la miscela gassosa di ossigeno e ozono, al fine di favorire un miglior scioglimento dell'ozono nel sangue. Durante tale tempo l'ago di prelievo à ̈ mantenuto pervio con l'infusione in vena di un piccolo flusso di soluzione salina, per prevenirne la coagulazione.
Per completare la procedura di ozonizzazione il sangue ozonizzato viene reinfuso per gravità al paziente attraverso lo stesso ago di prelievo. Il tempo totale della procedura à ̈ di circa 30-40 minuti.
Nella GAET non à ̈ richiesta l'anticoagulazione sistemica del paziente.
Tutti i passaggi di cui sopra sono manuali, ossia la procedura à ̈ eseguita passo-passo da un operatore esperto; anche il circuito per il prelievo, la miscelazione e la reinfusione del sangue non à ̈ preconnesso, ma viene assemblato dall'operatore al momento dell'uso.
Un'altra tecnica nota per l'ozonizzazione del sangue, tuttavia non ancora affermata nella pratica clinica, Ã ̈ la tecnica EBOO (acronimo della dicitura inglese Extracorporeal Blood Oxygenation and Ozonation), che consiste sostanzialmente nell'instaurare una vera e propria circolazione extracorporea prelevando in modo continuo il sangue tramite un ago di prelievo inserito in una prima vena cubitale del paziente e reinfondendolo, tramite un secondo ago, in una seconda vena, mediante una pompa che lo fa circolare attraverso un apposito scambiatore di gas nel quale avviene l'ozonizzazione del sangue prelevato.
Gli scambiatori di gas realizzati per la procedura di EBOO sono, in genere, dispositivi monouso costituiti da involucri in plastica e membrane permeabili solo ai gas e inerti all'ozono. Negli scambiatori di gas, il sangue circola, ad un flusso regolabile, su un lato della membrana, mentre il gas, costituito da una miscela di ossigeno e ozono, con concentrazioni di ozono nell'ordine dei microgrammi/millilitro di gas, circola sull'altro lato. Anche flusso del gas e concentrazione di ozono nel gas sono regolabili. Lo scambio gassoso avviene grazie alla permeabilità della membrana ai gas: l'ozono, e anche l'ossigeno, diffondono dalla miscela di gas al sangue attraverso la membrana e si dissolvono prontamente in esso.
Non c'à ̈ contatto diretto tra sangue e gas, quindi non esiste rischio di embolizzazione del paziente. L'ozono à ̈ fornito da un generatore di ozono quale, per esempio, un generatore di ozono simile a quello descritto nel brevetto US 5,052,382. L'efficienza di trasferimento dell'ozono al sangue, in tali sistemi, à ̈ dell'ordine di 80-90%, grazie alla ampia superficie di scambio dello scambiatore di gas, approssimativamente compresa tra i 2000 e i 2500 cm<2>.
La durata tipica di una procedura di EBOO à ̈ di un'ora, per cui il volume di sangue ozonizzato, durante la singola seduta può raggiungere i 3 - 3.6 litri, considerando un flusso continuo di prelievo e reinfusione di 50-60 ml di sangue al minuto; tale volume di sangue à ̈ quindi molto più elevato di quello trattato nella GAET. Ciò consente di lavorare con concentrazioni di ozono molto più basse di quelle impiegate nella GAET e quindi in condizioni di minor stress per il sangue. Nonostante le differenze nel volume di sangue trattato, la dose di ozono somministrata nella procedura EBOO à ̈ sostanzialmente paragonabile a quella della GAET, ossia all'incirca dell'ordine dei 10-15 milligrammi, a seconda del protocollo clinico adottato per la patologia da trattare.
Tali tecniche di tipo noto di ozonizzazione di fluidi biologici, quali sangue, non sono scevre da inconvenienti tra i quali va annoverato il fatto che presentano notevoli rischi e complicazioni per il paziente. Inoltre esse sono di durata considerevole, per cui sottopongono il paziente ad un significativo livello di disagio associato alla terapia.
Per quanto riguarda la tecnica nota GAET, un altro inconveniente consiste nel rischio associato al fattore umano dell'operatore che compie la serie di operazioni manuali richiesta per portare a termine la procedura.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota GAET consiste nel fatto che non à ̈ sempre garantito che sangue e liquido anticoagulante vengano miscelati nell'esatto rapporto, con possibili effetti collaterali nel paziente.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota GAET consiste nel fatto che i due fluidi, ossia sangue e miscela di gas ozono e ossigeno, entrano in contatto diretto, causando formazione di schiuma e bolle di gas.
Un altro inconveniente della tecnica nota GAET consiste nel fatto che l'efficacia dell'ozonizzazione à ̈ dipendente dal tempo di contatto tra ozono e sangue e dalle corrette manovre manuali dell'operatore.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota GAET consiste nel fatto che, a causa del limitato volume di sangue prelevato durante la procedura, sono applicate alte concentrazioni di ozono che determinano condizioni di notevole stress per il sangue e danneggiamento delle cellule ematiche.
Un altro inconveniente della tecnica nota GAET consiste nei problemi derivanti dall'assemblaggio manuale dell'apparato per l'ozonizzazione da parte dell'operatore.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota GAET consiste nella necessità di un attento controllo visivo diretto dell'operatore, durante tutta la procedura, ai fini della sicurezza del paziente.
Un altro inconveniente della tecnica nota GAET consiste nella necessità di mantenere l'ago di prelievo sempre pervio.
Per quanto riguarda la tecnica nota EBOO, un altro inconveniente consiste nel fatto che à ̈ richiesta una anticoagulazione sistemica, per esempio tramite eparinizzazione, rischiosa per il paziente, se non controllata da personale esperto.
Un altro inconveniente della tecnica nota EBOO consiste nelle notevoli complicazioni procedurali.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota EBOO consiste nel fatto di richiedere un doppio accesso ematico, rispettivamente per prelievo e reinfusione del sangue.
Un altro inconveniente della tecnica nota EBOO consiste nel fatto che tale tecnica non à ̈ flessibile e richiede un ambiente ospedaliero.
Un ulteriore inconveniente della tecnica nota EBOO consiste nella sua lunga durata, causa di notevole impatto sul paziente.
Compito precipuo del presente trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, che risolva il problema tecnico sopra esposto, ovvi agli inconvenienti e superi i limiti della tecnica nota consentendo un'ozonizzazione di volumi di sangue rilevanti in modo totalmente automatico per l'operatore e in condizioni di totale sicurezza per il paziente.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del presente trovato à ̈ quello di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, che non richiede anticoagulazione sistemica e che consenta una somministrazione di anticoagulanti dosata e ottimale.
Un altro scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici che consenta una graduale ed efficace dissoluzione della miscela di gas nel sangue.
Un ulteriore scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, che non permetta nessun contatto diretto tra gas e sangue, evitando la formazione di schiuma e bolle di gas nel sangue e salvaguardando automaticamente il paziente da rischi di embolizzazione.
Un altro scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici preconnesso, sterile e apirogeno e quindi pronto all’uso.
Un altro scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici di impiego flessibile e attuabile anche in ambiente non ospedaliero.
Un altro scopo del trovato consiste nel ridurre al minimo il tempo della procedura di ozonizzazione del sangue rispetto alla tecnica nota.
Un ulteriore scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici che sia in grado di dare le più ampie garanzie di affidabilità e sicurezza nell'uso.
Un altro scopo del trovato consiste nel fatto di realizzare un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici che sia facile da realizzare ed economicamente competitivo se paragonato alla tecnica nota.
Il compito sopra esposto, nonché gli scopi accennati ed altri che meglio appariranno in seguito, vengono raggiunti da un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, comprendente una pompa per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico, una sacca di raccolta del fluido biologico e un generatore di gas, caratterizzato dal fatto di comprendere un singolo ago di prelievo e reinfusione e uno scambiatore di gas, detto ago, detta pompa, detto scambiatore di gas e detta sacca di raccolta essendo idraulicamente connessi, detto scambiatore di gas e detta pompa essendo interposti tra detto ago e detta sacca di raccolta, detto scambiatore di gas essendo alimentato da detto generatore di gas.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, di un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, illustrata a titolo indicativo e non limitativo con l'ausilio degli allegati disegni in cui:
la figura 1 Ã ̈ una vista schematica di una forma di realizzazione di un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, rappresentato nella fase di prelievo;
la figura 2 Ã ̈ una vista schematica di una forma di realizzazione di un apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, rappresentato nella fase di reinfusione.
Con riferimento alle figure citate, l'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per il sangue, indicato globalmente con il numero di riferimento 1, consiste in un circuito idraulico preconnesso monouso, ossia utilizzabile per una sola seduta su un solo paziente, sterile ed apirogeno per il sangue e nei relativi organi di attuazione e controllo. Esso comprende un singolo ago 3 di prelievo e reinfusione, mediante il quale il sangue viene prelevato, preferibilmente da una vena antecubitale del paziente. Tale ago 3 à ̈ idraulicamente connesso, tramite una pompa 15 per il prelievo e la reinfusione del sangue, ad una sacca di raccolta 19 del sangue e ad uno scambiatore di gas 17 che à ̈ alimentato in gas, in continuo, da un generatore di gas 25. Lo scambiatore di gas 17 e la pompa 15 sono vantaggiosamente interposti tra il singolo ago 3 e la sacca di raccolta 19.
L'apparato di ozonizzazione 1 comprende una pluralità di sensori 11, 13, 21, 23 per il monitoraggio automatico dei parametri del flusso di sangue, atti a controllare il funzionamento dell'apparato di ozonizzazione 1 ed in particolare della pompa 15 e a garantire la sicurezza del paziente.
La linea 8 porta il sangue dal singolo ago 3 verso una piccola camera di raccolta 9 del sangue, detta "gocciolatore", dotata al proprio interno di filtro per microaggregati, accoppiabile sull'esterno con un sensore 11 per il rilevamento del livello minimo del sangue nella camera di raccolta 9 e un sensore 13 per la misura della pressione del sangue all'interno del circuito idraulico. Il sensore 13 di misura della pressione à ̈ vantaggiosamente collegato ad un'apposita presa 12 di cui à ̈ munita la camera di raccolta 9.
La linea 14 si diparte dalla camera di raccolta 9 e porta il sangue alla pompa 15, preferibilmente del tipo peristaltica.
La linea 16 collega l'uscita della pompa 15 con l'ingresso dello scambiatore di gas 17, nel quale avviene la diffusione del gas nel sangue.
Un generatore di gas 25 à ̈ atto a fornire, con continuità, allo scambiatore di gas 17 una miscela gassosa di ossigeno e ozono, con un flusso e una concentrazione di ozono impostabili e regolabili dall'operatore. Lo scambiatore di gas 17 à ̈ dotato di ingresso e uscita gas, a cui sono collegate rispettivamente la linea 24 che porta il gas prelevato dall'uscita del generatore di gas 25 all'ingresso dello scambiatore di gas 17 e la linea 26 che porta il gas esaurito dall'uscita gas dello scambiatore di gas 17 allo scarico, attraverso un assorbitore 27 del residuo di gas.
La linea 18 in uscita dallo scambiatore di gas 17 collega quest'ultimo con la sacca di raccolta 19 del sangue, passando attraverso un sensore 21, accoppiato con la linea stessa, per rilevare la presenza di gas o aria all'interno del circuito idraulico, atto ad individuare quando il circuito si sta svuotando e a prevenire possibili fenomeni di embolizzazione.
La sacca di raccolta 19 Ã ̈ montata su un sensore 23 che ne misura il peso in modo continuo. La sacca di raccolta 19 Ã ̈ vantaggiosamente costituita da un materiale plastico, non necessariamente inerte all'ozono, in quanto essa non viene in contatto diretto con tale gas.
Lo scambiatore di gas 17 comprende una membrana di scambio 29, vantaggiosamente del tipo a fibre cave capillari microporose permeabili. Tali fibre cave capillari sono vantaggiosamente rivestite con uno strato di materiale polimerico non trombogenico. La membrana di scambio 29 può essere vantaggiosamente anche del tipo piano e non microporosa.
A valle del punto di prelievo, il singolo ago 3 si congiunge idraulicamente con la linea dell'anticoagulante 4. L'anticoagulante à ̈ prelevato tramite una seconda pompa 5, preferibilmente del tipo peristaltica, mediante la linea 6, tramite il connettore 7, da un contenitore di liquido anticoagulante, preferibilmente del tipo citrato o ACD. Il sangue prelevato dal singolo ago 3, nella linea 8 risulta quindi essere vantaggiosamente miscelato con l'anticoagulante.
Il funzionamento dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, Ã ̈ di seguito descritto.
La figura 1 rappresenta l'apparato per l'ozonizzazione 1 nella fase di prelievo del sangue; il flusso dei fluidi, ossia rispettivamente del sangue, del liquido anticoagulante e della miscela di gas, segue il percorso indicato dalle frecce.
Il sangue à ̈ prelevato dalla vena tramite l'ago singolo 3, mediante l'azione della pompa peristaltica 15, ad un flusso impostabile dall'operatore, vantaggiosamente in un range fino a 100 ml/min. Immediatamente a valle del punto di uscita dalla vena, il sangue viene addizionato e miscelato di un quantitativo di anticoagulante, fornito dalla pompa 5 per il liquido anticoagulante, che eroga un flusso proporzionato a quello della pompa 15 per il prelievo del sangue, secondo un rapporto impostabile nel campo 1:8 -1:12. Per esempio, se la pompa 15 eroga un flusso di sangue a 50 ml/min e il rapporto à ̈ 1:10, la pompa 5 eroga un flusso di liquido anticoagulante di 5 ml/min. Tale liquido si miscela quindi al sangue prelevato secondo un rapporto programmabile e controllato, consentendo un'anticoagulazione ottimale del sangue.
La miscela di sangue e anticoagulante passa attraverso la camera di raccolta 9, dove microaggregati eventualmente presenti in tale miscela sono filtrati, e dove avviene la misura della pressione di aspirazione del sangue dalla vena, tramite il sensore di pressione 13 e il rilevamento del livello minimo di sangue all'interno di essa, tramite il sensore di volume 11.
Il rilevamento del livello minimo di sangue nella camera di raccolta 9 Ã ̈ atto ad assicurare che la pompa 15 invii sempre e solo sangue allo scambiatore di gas 17 o, viceversa, nella fase di reinfusione, all'ago 3 e quindi al paziente.
Se i sensori 11 e 13 rilevano un'eccessiva aspirazione del sangue, le pompe 5 e 15 vengono opportunamente arrestate ed un allarme di avviso inviato, per esempio ad un operatore.
La miscela di sangue e anticoagulante in uscita dalla camera di raccolta 9 passa alla pompa 15 attraverso la linea 14, e quindi raggiunge, attraverso la linea 16, lo scambiatore di gas 17. All'interno dello scambiatore di gas 17 avviene l'ozonizzazione del sangue, ossia il passaggio dell'ozono attraverso la membrana di scambio 29 e la dissoluzione dell'ozono pressoché istantanea nel sangue, grazie all'ampia superficie di scambio della membrana di scambio 29. La miscela di gas ozono e ossigeno à ̈ fornita dal generatore di ozono 25, con un flusso e una concentrazione di ozono impostabili e regolabili da un operatore, in modo che la dose finale di ozono somministrato sia quella richiesta dai protocolli terapeutici per la patologia trattata. Le linee 24 e 26 collegano il lato gas dello scambiatore di gas 17 rispettivamente al generatore di ozono 25 e all'assorbitore 27 del gas residuo. Dall'uscita sangue dello scambiatore di gas 17 il sangue ozonizzato viene portato, con la linea 18, alla sacca di raccolta 19 del sangue. La fase di prelievo del sangue continua fino a che il volume o il peso del sangue raccolto nella sacca di raccolta 19 non raggiungono un valore massimo impostato dall'operatore, vantaggiosamente nel range 100 -500 grammi (o millilitri). Infatti a questo punto il sensore di peso 23, rilevando tale valore massimo, determina automaticamente la fine della fase di prelievo e dà inizio alla fase di reinfusione, invertendo il flusso della pompa 15 e interrompendo il funzionamento della pompa 5 per il liquido anticoagulante.
La figura 2 rappresenta l'apparato per l'ozonizzazione 1 nella fase di reinfusione del sangue; il flusso dei fluidi, ossia del sangue e della miscela di gas, segue il percorso indicato dalle frecce.
La pompa 15 inverte la propria rotazione, invertendo la direzione del flusso di sangue, ossia prelevando il sangue dalla sacca di raccolta 19, e facendolo passare di nuovo, in senso inverso, attraverso lo scambiatore di gas 17, nel quale avviene un'ulteriore somministrazione di ozono, e inviandolo nuovamente al paziente, tramite lo stesso ago 3 da cui era stato prelevato. Durante la fase di reinfusione la pompa 5 per il liquido anticoagulante à ̈ disattivata e non eroga flusso. Quando la sacca di raccolta 19 à ̈ vuota, il sensore di peso 23 e/o il sensore di aria 21 interfacciato con la linea 18, fra sacca di raccolta 19 e scambiatore di gas 17, segnalano la fine della fase di reinfusione: la pompa 15 viene automaticamente arrestata e la procedura di ozonizzazione termina. Alternativamente, terminata la fase di reinfusione, la pompa 15 può invertire nuovamente il suo flusso, dando inizio ad una seconda fase di prelievo, cui seguirà automaticamente una seconda fase di reinfusione. Tale ciclo di prelievo e reinfusione à ̈ ripetuto ciclicamente un numero di volte impostabili dall'operatore, secondo necessità.
In caso di mancato funzionamento del sensore di peso 23 e/o del sensore di aria 21, l'abbassamento del livello di sangue nella camera di raccolta 9 à ̈ ugualmente segnalato dal sensore di livello minimo 11, il quale può arrestare la reinfusione, terminando la procedura. Analogamente la reinfusione può essere arrestata, con relativo allarme, in ogni istante, se la misura della pressione di reinfusione, tramite il sensore di pressione 13 dovesse raggiungere un valore massimo impostabile dall'operatore. Il sensore 13 di misura della pressione fornisce vantaggiosamente sia allarmi di minima che di massima, a seconda della fase di lavoro. Il sensore 11, di livello minimo, fornisce invece un allarme di minima.
Si à ̈ in pratica constatato come l'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, secondo il presente trovato, assolva il compito nonché gli scopi prefissati in quanto consente di svolgere la procedura di ozonizzazione in maniera automatica ed in piena sicurezza per il paziente.
Un altro vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto di monitorare le fasi di prelievo e reinfusione del sangue prevenendo la infusione di aria e il pericolo di danneggiamento meccanico delle cellule ematiche.
Un ulteriore vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto che la procedura di ozonizzazione può protrarsi anche per più cicli, consentendo un funzionamento semicontinuo, con ozonizzazione di volumi di sangue anche rilevanti, a seconda del numero di cicli effettuati, miscelando concentrazioni di ozono ridotte, quindi con condizioni di minor stress per le cellule del sangue.
Un altro vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto che il flusso dal singolo ago non à ̈ mai nullo, per cui non occorre mantenerlo pervio con un opportuno gocciolamento di soluzione fisiologica, con conseguente semplificazione del circuito e della procedura.
Un ulteriore vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto di garantire un'anticoagulazione ottimale.
Un altro vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto che l'ozonizzazione dello stesso volume di sangue avviene in due fasi, durante il prelievo e la reinfusione, favorendo una più graduale, completa ed efficace dissoluzione dell'ozono nel sangue.
Un altro vantaggio dell'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, secondo il trovato, consiste nel fatto che, a parità di volume di sangue trattato, il tempo di procedura rispetto alla tecnica nota GAET si riduce considerevolmente, in quanto i flussi di prelievo e reinfusione sono imposti da una pompa e pertanto i tempi di prelievo e reinfusione sono corrispondentemente certi. Inoltre, la dissoluzione istantanea dell'ozono nel sangue consente di ridurre i tempi morti rispetto alla corrispondente operazione manuale compiuta secondo la procedura di tecnica nota GAET L'apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici, così concepito à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
Inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme contingenti potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, comprendente una pompa (15) per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico, una sacca di raccolta (19) del fluido biologico e un generatore di gas (25), caratterizzato dal fatto di comprendere un singolo ago (3) di prelievo e reinfusione e uno scambiatore di gas (17), detto ago (3), detta pompa (15), detto scambiatore di gas (17) e detta sacca di raccolta (19) essendo idraulicamente connessi, detto scambiatore di gas (17) e detta pompa (15) essendo interposti tra detto ago (3) e detta sacca di raccolta (19), detto scambiatore di gas (17) essendo alimentato da detto generatore di gas (25).
  2. 2. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un sensore (11, 13, 21, 23) per il monitoraggio automatico di parametri del fluido biologico, atto a controllare il funzionamento di detta pompa (15) per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico e a garantire la sicurezza del paziente.
  3. 3. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un sensore per il monitoraggio automatico à ̈ un sensore (11) di rilevamento di livello minimo del fluido biologico all'interno del circuito idraulico.
  4. 4. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un sensore di monitoraggio automatico à ̈ un sensore (13) di misura della pressione del fluido biologico all'interno del circuito idraulico.
  5. 5. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un sensore di monitoraggio automatico à ̈ un sensore di aria (21) all'interno del circuito idraulico.
  6. 6. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un sensore di monitoraggio automatico à ̈ un sensore di misura del peso (23) di detta sacca di raccolta (19) del fluido biologico.
  7. 7. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo le rivendicazioni 1, 2, 3 e 4, caratterizzato dal fatto di comprendere una camera di raccolta (9) del fluido biologico comprendente almeno uno fra detto sensore (11) di rilevamento del livello minimo e detto sensore (13) di misura della pressione del fluido biologico all'interno del circuito idraulico.
  8. 8. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un mezzo (7) atto a connettersi ad un contenitore di liquido anticoagulante e una pompa (5) per il liquido anticoagulante, idraulicamente connessi tra loro, e idraulicamente connessi con detto singolo ago (3), a valle di detto singolo ago (3).
  9. 9. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un assorbitore (27) di gas, ricevente il gas residuo da detto scambiatore di gas (17).
  10. 10. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto scambiatore di gas (17) comprende una membrana di scambio (29) del tipo a fibre cave capillari microporose permeabili.
  11. 11. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che dette fibre cave capillari sono rivestite con uno strato di materiale polimerico non trombogenico.
  12. 12. Apparato per l'ozonizzazione di fluidi biologici (1), particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto scambiatore di gas (17) comprende una membrana di scambio (29) del tipo piano e non microporosa.
  13. 13. Metodo per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, caratterizzato dal fatto di comprendere le fasi che consistono nel: - miscelare il fluido biologico prelevato, tramite un singolo ago (3), con liquido anticoagulante erogato da una pompa (5) per il liquido anticoagulante; - filtrare per microaggregati; - inviare il fluido biologico da detto singolo ago (3) ad uno scambiatore di gas (17), tramite l'azione di una pompa (15) per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico, detto scambiatore di gas (17) essendo alimentato da un generatore di gas (25) atto a generare un gas; - diffondere detto gas nel fluido biologico tramite detto scambiatore di gas (17); - raccogliere il fluido biologico in una sacca di raccolta (19); - attivare almeno un sensore (11, 13, 21, 23) di monitoraggio di parametri del fluido biologico; - invertire il flusso di fluido biologico, da detta sacca di raccolta (19) a detto scambiatore di gas (17), tramite l'azione di detta pompa (15) per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico; - diffondere detto gas nel fluido biologico che fluisce da detta sacca di raccolta (19) a detto scambiatore di gas (17), tramite detto scambiatore di gas (17), detto fluido biologico essendo atto ad essere reinfuso tramite detto singolo ago (3); detta attivazione di almeno un sensore (11, 13, 21, 23) di monitoraggio essendo atta a controllare dette fasi di prelievo, invio, raccolta, inversione e reinfusione.
  14. 14. Metodo per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che dette fasi di miscelazione, filtraggio, invio, diffusione, raccolta, attivazione, inversione, e diffusione sono ripetute ciclicamente.
  15. 15. Metodo per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che detta fase di attivazione di detto almeno un sensore (11, 13, 21, 23) di monitoraggio di parametri del fluido biologico comprende almeno una delle seguenti fasi di: - rilevare il livello del fluido biologico all'interno del circuito idraulico - misurare la pressione del fluido biologico all'interno del circuito idraulico - misurare la presenza di aria all'interno del circuito idraulico - misurare il peso della sacca di raccolta del fluido biologico.
  16. 16. Metodo per l'ozonizzazione di fluidi biologici, particolarmente per sangue, secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detta fase di miscelare il fluido biologico prelevato, tramite detto singolo ago (3), con liquido anticoagulante, Ã ̈ realizzata tramite una pompa (5) per il liquido anticoagulante che eroga un flusso di detto liquido anticoagulante proporzionale al flusso di sangue erogato da detta pompa (15) per il prelievo e la reinfusione del fluido biologico.
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