ITMI20101230A1 - Dispositivo di stoccaggio - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

DISPOSITIVO DI STOCCAGGIO

La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di stoccaggio del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.

In particolare, l’invenzione ha per oggetto un carrello o un mobile atto ad accogliere al suo interno dispositivi medici, come ad esempio: container per igienizzazione, moduli ISO, cateteri, apparecchi in genere, bisturi, aghi e pinze, garantendo un elevato grado d’igiene.

Esso à ̈ pertanto utilizzabile all’interno di strutture sanitarie, come laboratori, ospedali o industrie farmaceutiche o chimiche al fine di movimentare e/o conservare attrezzature mediche.

Come à ̈ noto, attualmente uno dei più importanti problemi della sanità à ̈ rappresentato dalle infezioni ospedaliere. Tali infezioni sono un insieme piuttosto eterogeneo di condizioni, diverse tra loro sotto il profilo microbiologico ed epidemiologico, ed hanno un elevato impatto sulla salute e sui costi sanitari. Sono poi indicatrici della qualità del servizio offerto ai pazienti.

Causate da microrganismi opportunistici presenti nell’ambiente, che solitamente non danno luogo a infezioni, le infezioni ospedaliere possono insorgere su pazienti durante il ricovero e la degenza o, in qualche caso, dopo la dimissione del paziente e possono avere diverso grado di gravità, fino ad essere letali. Le infezioni ospedaliere possono interessare anche gli operatori sanitari che lavorano a contatto con i pazienti.

Pertanto à ̈ necessario che misure adeguate siano prese non solo per trattare le persone ricoverate ma anche per prevenire la diffusione delle infezioni ospedaliere tra il personale che fornisce assistenza e cura.

Gli studi effettuati indicano che, attraverso un adeguato controllo sui dispositivi medici utilizzati, à ̈ possibile prevenire almeno il 30% delle infezioni ospedaliere insorte, con conseguente abbassamento dei costi e miglioramento del servizio sanitario. Infatti, incidendo sui costi sanitari e prolungando le degenze ospedaliere dei pazienti, le infezioni ospedaliere finiscono con l’influenzare, in maniera notevole, la capacità dei presidi ospedalieri di garantire il ricovero ad altri pazienti.

Le fonti di microrganismi che possono dare luogo a infezioni sono numerose: le strutture stesse, i sistemi di ventilazione e aerazione, i flussi di acqua, il trattamento dei tessuti e dei campioni di laboratorio, l’igiene del personale e dell’ambiente, le pratiche chirurgiche e gli strumenti sanitari, ad esempio bisturi, bende, cateteri e valvole.

Tra le fonti di infezioni sopracitate gioca un ruolo fondamentale la sterilità dei dispositivi medici che, essendo atti ad andare a contato diretto con gli organi interni, costituiscono il più critico veicolo di microrganismi. Per questo motivo risulta fondamentale avere dispositivi medici sterili in qualsiasi condizione ed in qualsiasi momento.

Attualmente i dispositivi medici prima delle procedure invasive o comunque prima di essere immessi nello spazio Paziente, vengono confezionati all’interno di specifiche buste o in contenitori specifici, detti container, e poi sterilizzati secondo specifiche tecnologie sottoposte a rigide norme e procedure. Al termine di tale operazione i dispositivi sono impiegati direttamente o stoccati in apposite strutture fisse o mobili, ad esempio scaffali, armadi, carrelli, in attesa del ciclo di utilizzo.

Tali strutture possono essere di due tipi: strutture aperte, ad esempio scaffali, le quali espongono i prodotti all’ambiente esterno e sono utilizzati come strutture di contenimento ed organizzazione; strutture chiuse che, oltre alle suddette funzioni, devono proteggere i dispositivi medici da urti o strappi delle buste e, soprattutto, da nocivi agenti ambientali quali polveri, batteri, agenti contaminanti, ecc.

Risulta quindi fondamentale che non solo il bisturi e gli altri dispositivi medici siano sterili, ma che anche i vari ripiani di appoggio siano igienicamente ineccepibili, ossia facilmente sanificabili e con basso potenziale di ritenzione batterica, così da evitare che batteri e microrganismi passino dai ripiani/supporti ai dispositivi medici e al paziente infettandolo.

I carrelli/scaffali/armadi dovrebbero essere frequentemente sanificati manualmente o mediante tunnel di lavaggio automatici.

Un ulteriore aspetto fondamentale per avere un dispositivo di contenimento igienicamente ineccepibile à ̈ definito dal materiale utilizzato per la sua realizzazione.

Attualmente tra i materiali utilizzati si possono distinguere: l’acciaio inox che garantisce una buona lavabilità e sterilizzazione e, inoltre, à ̈ un materiale autopassivante; l’alluminio che à ̈ leggero e facilmente lavabile e ossidabile/verniciabile; ferro che à ̈ economico e verniciabile; e i materiali polimerici che sono di facile lavorazione e basso costo.

La tecnica nota sopra citata presenta alcuni importanti inconvenienti.

Infatti, i materiali attualmente utilizzati mostrano parecchi difetti. In particolare l’acciaio inossidabile presenta, a causa delle pieghe di formatura delle lamiere, dei vani occulti che sono sedi di batteri e polveri ed à ̈ di peso elevato; l’alluminio, oltre ai difetti dell’acciaio, non à ̈ autopassivante e presenta una verniciatura e/o ossidatura che tende a deteriorarsi; il ferro, oltre ai suddetti difetti, si ossida o, se verniciato, si esfoglia facilmente; ed il materiale polimerico presenta costi elevati e si deteriora rapidamente nei tunnel di lavaggio.

Un altro difetto dei sistemi sopra descritti à ̈ che il lavaggio, sia automatico sia manuale, à ̈ spesso reso inefficace dalla tecnologia costruttiva degli stessi o dai materiali utilizzati così come il requisito di lavabilità nei termodisinfettori à ̈ riscontrabile solo ed esclusivamente nei prodotti specificamente realizzati e non nei prodotti generici.

Un non secondario difetto dei dispositivi noti à ̈ rappresentato dalla ridotta adattabilità ai vari utilizzi a causa di una struttura sostanzialmente non modificabile. Un ulteriore problema proprio dei dispositivi di stoccaggio à ̈ dato dalle geometrie costruttive, dai materiali impiegati e dai trattamenti superficiali dei dispositivi che limitano l’attitudine all’igiene dei dispositivi stessi e l’attitudine al lavaggio e termodisinfezione efficaci.

Inoltre, i dispositivi noti sono difficilmente adattabili alle varie condizioni di utilizzo e, pertanto, una struttura sanitaria à ̈ costretta ad acquistare un elevato numero di dispositivi.

In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ ideare un dispositivo di stoccaggio e trasporto in grado di ovviare sostanzialmente agli inconvenienti citati.

Nell'ambito di detto compito tecnico à ̈ un importante scopo dell'invenzione ideare un dispositivo di stoccaggio robusto, di basso costo, facilmente adattabile ad ogni utilizzo e che garantisca un livello d’igiene elevato.

Un altro importante scopo dell'invenzione à ̈ realizzare un dispositivo di stoccaggio caratterizzato da un’elevata sanificabilità, da una ridotta ritenzione batterica e da un’elevata attitudine a contenere e trasportare Dispositivi Medici opportunamente confezionati o imballati.

In altre parole, à ̈ un fondamentale obbiettivo dell’invenzione realizzare un dispositivo sia che garantisca un elevato livello d’igiene al termine della pulizia sia che mantenga tale asetticità per un tempo elevato.

Un non secondario scopo dell’invenzione à ̈ realizzare un dispositivo di stoccaggio facilmente ripulibile, ossia che non richieda complesse operazioni di lavaggio e, quindi, che sia lavabile sia in tunnel di lavaggio sia manualmente. Un altro obiettivo dell’invenzione à ̈ limitare l’utilizzo delle macchine di sterilizzazione riducendo i costi di manutenzione delle stesse.

Un non ultimo obiettivo à ̈ quello di creare una struttura che pur mantenendo i presupposti della sanficabilità sia adatta ad essere impiegata con differenti misure funzionali, modularmente e con possibilità di configurazioni diverse.

Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un dispositivo di stoccaggio come rivendicato nella annessa Rivendicazione 1.

Esecuzioni preferite sono evidenziate nelle sottorivendicazioni.

Le caratteristiche ed i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:

la Fig. 1 mostra una vista di dispositivo di stoccaggio secondo l’invenzione; la Fig. 2 à ̈ un particolare in sezione del dispositivo;

la Fig. 3 illustra una vista in esploso del dispositivo di stoccaggio secondo l’invenzione;

la Fig. 4 evidenzia una vista in esploso di un ulteriore dispositivo di stoccaggio; e

la Fig. 5 presenta un particolare del dispositivo di stoccaggio secondo l’invenzione.

Con riferimento alle Figure citate, il dispositivo di stoccaggio secondo l'invenzione à ̈ globalmente indicato con il numero 1.

In particolare, il dispositivo di stoccaggio 1 definisce almeno una superficie di appoggio 1a su cui possono essere agevolmente disposti e prelevati oggetti di qualsiasi forma e dimensione. In particolare tale superficie di appoggio 1a à ̈ atta ad accogliere dispositivi medici, come ad esempio bisturi, aghi, pinze e defibrillatori, o in alternativa, vassoi bevande o cibo.

Il dispositivo di stoccaggio 1 à ̈ quindi una struttura non movimentabile, ad esempio un mobiletto o uno scaffale, o, preferibilmente, esso à ̈ un carrello o altro dispositivo similare altro elemento similare munito di ruote o altro elemento similare atto a permettere un’agevole movimentazione.

Esso à ̈ opportunamente utilizzabile all’interno di strutture sanitarie, come laboratori o ospedali, al fine di movimentare e/o conservare attrezzature mediche. In dettaglio, il dispositivo di stoccaggio 1 à ̈ utilizzabile in pressoché la totalità dei reparti presenti in una struttura sanitaria, esso à ̈, ad esempio, adatto ad essere impiegato in chirurgia, anestesia, pronto soccorso e medicazione.

Esso comprende una struttura autoportante 10, definente l’ossatura del dispositivo di stoccaggio 1 e delimitante un volume interno 1b atto ad accogliere uno o più oggetti; una pluralità di pannelli laterali 5 ciascuno dei quali à ̈ atto a definire almeno una porzione di superficie laterale del volume interno 1b; almeno un apparato diffusore 6 atto ad operare un’igienizzazione di almeno parte del volume interno 1b.

In particolare, la struttura autoportante 10, come di seguito meglio spiegato, presenta vantaggiosamente delle battute che permettono ai pannelli laterali 5 di essere facilmente staccabili e vincolabili alla stessa struttura autoportante. Tale facilità di movimentazione dei pannelli laterali 5 permette di fornire, all’utilizzatore, un accesso agevole e pratico al volume interno 1b e, quindi, di effettuare un lavaggio ottimale del volume stesso.

La struttura autoportante 10 definisce l’elemento base del dispositivo di stoccaggio 1 ed il dimensionamento dei suoi componenti e al scelta dei materiali utilizzati à ̈ atta a permettere alla struttura stessa di avere un’adeguata resistenza meccanica, flessionali e torsionali, ossia che il dispositivo 1 sia in grado di sostenere gli sforzi cui si trova soggetto durante il suo utilizzo. In particolare, il materiale con cui à ̈ realizzata la struttura autoportante 10 deve essere facilmente lavabile e caratterizzato da un ottimo coefficiente igienico. In particolare, essa à ̈ in acciaio inossidabile e, più precisamente, in acciaio inossidabile AISI 304 o AISI 316.

Inoltre, il volume interno 1b, definito dalla struttura autoportante 10, à ̈ tale da permettere di alloggiare all’interno del dispositivo di stoccaggio pressoché qualsiasi dispositivo medico, come ad esempio container per sterilizzazione, moduli ISO, cateteri, apparecchi in genere bisturi, aghi e pinze.

Preferibilmente, la struttura autoportante 10 include almeno un ripiano realizzato preferibilmente in acciaio inossidabile AISI 304 o AISI 316 ed atto a definire una superficie di appoggio 1a; ed almeno una colonna di sostegno 4, atta a sostenere il suddetto ripiano. In particolare, la struttura autoportante 10 comprende almeno due ripiani: un ripiano superiore 2 atto a delimitare superiormente detto volume interno 1b e a definire una prima superficie di appoggio 1a per dispositivi medici, ed un ripiano inferiore 3, atto a delimitare inferiormente detto volume interno 1b. In particolare, i suddetti tre componenti della struttura 10 sono vincolati tra loro attraverso mezzi di collegamento risolvibili, ad esempio viti, in maniera tale da non definire vani occulti che possono essere sede di polveri, batteri, o altri elementi nocivi.

Se il dispositivo di stoccaggio 1 à ̈ di tipo movimentabile, la struttura autoportante può presentare, oltre ai suddetti componenti, una o più ruote 7, preferibilmente di tipo pivotante, poste al di sotto del ripiano inferiore 3. In alternativa, se il dispositivo di stoccaggio 1 à ̈ di tipo non movimentabile, la struttura autoportante 10 presenta dei gambi o dei piedini di appoggio, non mostrati in figura, atti a tenere il dispositivo di stoccaggio in posizione sopraelevata. In dettaglio i gambi possono essere costituiti da una porzione delle suddette colonne di sostegno 4.

Il dispositivo di stoccaggio 1 presenta una pluralità di colonne di sostegno 4 aventi una forma tubolare opportunamente sagomata. Le colonne di sostegno 4 hanno preferibilmente le basi poste a battuta con il ripiano superiore 2 e con il ripiano inferiore 3. Più precisamente, le colonne di sostegno 4 sono sostanzialmente racchiuse tra i ripiani 2 e 3.

In particolare, il dimensionamento ed il materiale usato per la realizzazione delle colonne di sostegno à ̈ atto a garantire un’adeguata resistenza meccanica al dispositivo 1. In particolare, le colonne 4 sono realizzate preferibilmente in acciaio inossidabile AISI 304 o AISI 316, o in altro acciaio speciale.

La forma tubolare di almeno una delle colonne di sostegno 4 à ̈ atta a definire una camera interna 4a atta ad accogliere, almeno parzialmente, almeno un apparato diffusore 6. In particolare, essa à ̈ atta a contenere al suo interno tutto almeno un apparato diffusore 6 e, più precisamente, la camera interna 4a contiene interamente un solo apparato 6.

La camera interna 4a presenta pertanto una fessura 4c, ricavata nella parte di colonna di sostegno 4 rivolta al volume interno 1b, la quale à ̈ atta a permettere all’apparato diffusore 6 di sanificare e/o lavare, riscaldare, insufflare il volume interno 1b od altro.

In alternativa, nel caso in cui il dispositivo di stoccaggio 1 presenti uno o più ripiani intermedi, non rappresentati in figura, la camera interna 4a può essere divisa in una pluralità di sottocamere ciascuna delle quali munita di un apparato diffusore 6 atto a sanificare e/o lavare la porzione di volume interno 1b racchiuso tra due ripiani.

Le colonne di sostegno 4 presentano il profilo esterno opportunamente sagomato in maniera tale da definire almeno una battuta 4b atta ad accogliere parzialmente uno di dei pannelli laterali 5. In particolare, la forma della battuta 4b à ̈ tale da permettere al pannello laterale 5 di vincolarsi alla colonna 4 in corrispondenza della battuta 4b tramite incastro frontale. Tale incastro à ̈ agevolmente ottenuto o sciolto tramite inserimento o allontanamento del pannello 5 dalla battuta 4b, ossia movimentando il pannello 5 lungo una direzione d’inserimento 5a sostanzialmente rettilinea.

In dettaglio, la suddetta movimentazione rettilinea lungo la direzione d’inserimento 5a à ̈ atta ad allontanare o avvicinare il pannello laterale 5 al baricentro della struttura portante 10. Più precisamente la direzione di inserimento 5a à ̈ sostanzialmente parallela alla normale alla porzione di superficie laterale definita dal pannello laterale stesso, così da permettere all’operatore una agevole movimentazione in qualsiasi condizione.

Al fine di permettere tale introduzione del pannello laterale 5 nella battuta 4b attraverso una traslazione lungo una direzione di inserimento 5a rettilinea, ciascuna battuta 4b, al fine di consentire l’incastro frontale, à ̈ vantaggiosamente controsagomata ad uno spigolo dei pannelli laterali 5 garantendo un perfetto accoppiamento tra la colonna di sostegno 4 ed il pannello 5.

Almeno uno tra la battuta 4b ed il pannello 5 à ̈ munito di una guarnizione in elastomero o altro elemento similare atto ad eliminare eventuali giochi residui all’incastro frontale tra la battuta 4b ed il pannello laterale 5. In dettaglio, tale guarnizione consente, quando i pannelli laterali sono vincolati alla struttura autoportante 10, di sigillare il suddetto incastro frontale garantendo una maggiore stabilità ed ermeticità all’accoppiamento. In particolare, sia il pannello laterale 5 sia la colonna di sostegno 4 sono contemporaneamente munibili di una guarnizione.

Il ripiano inferiore 3 presenta, da parte opposta rispetto al volume interno 1b, un vano di raccolta 3a atto a raccogliere eventuali residui di scarto, ad esempio fluidi residui da un lavaggio o un’igienizzazione, che rimangono nel volume interno 1b.

Il ripiano inferiore 3, al fine di garantire la raccolta dei residui di scarto all’interno del vano di raccolta 3a evitando così eventuali ristagni, presenta la superficie interna, ossia quella rivolta al volume 1b, opportunamente sagomata così da formare griglie di scolo o, preferibilmente, scivoli di evacuazione. In particolare, tale superficie interna à ̈ a forma di cuneo con la punta rivolta verso il basso. Più precisamente la superficie interna presenta, in corrispondenza della punta, uno o più fori 3b atti a permettere ai residui di scarto di entrare all’interno del vano di raccolta 3a.

Il vano di raccolta 3a à ̈ vantaggiosamente munito di un rubinetto, un tappo o altro elemento similare atto a permettere di espellere a comando i residui di scarto accumulati al suo interno. In dettaglio, il vano di raccolta 3a presenta una forma a cuneo così da agevolare le operazioni di scarico dei residui evitando che rimanga all’interno del vano 3a.

I pannelli laterali 5, al fine di agevolare la sopradescritta movimentazione rettilinea, possono presentare sporgenze o altri elementi di presa, come ad esempio maniglie 5b, atte a permettere ad un operatore di incastrare o rimuovere agevolmente i pannelli laterali 5 dalle rispettive battute 4a.

Al fine di permettere di posizionare e prelevare oggetti dal volume interno 1b, uno dei pannelli 5 può essere di tipo apribile (Fig. 3), ossia atto a realizzare un accesso al volume interno 1b. In questo caso tale pannello presenta mezzi di connessione 5c, come ad esempio cardini, atti a permettere di vincolarlo al resto del dispositivo di stoccaggio 1, ed uno o più ante 5d movimentabili rispetto ai suddetti mezzi 5b così da creare il suddetto accesso.

In questo caso, la struttura autoportante 10 può prevedere uno o più ripiani intermedi, non mostrati in figura, ciascuno dei quali à ̈ atto a definire una superficie di appoggio 1a permettendo di disporre una pluralità di oggetti, ad esempio dispositivi medici, al suo interno. In particolare, i suddetti ripiani intermedi possono essere posizionati all’interno della struttura 10 grazie alla presenza di opportune forature realizzate a distanza modulare sulle colonne 4.

In una seconda preferita alternativa la disposizione di oggetti al interno del dispositivo di stoccaggio 1 può essere ottenuta tramite un pannello laterale 5 munito di uno o più cassetti 8 (Fig. 4) atti a scorrere su apposite guide 8a vincolate tra due colonne di sostegno 4. In particolare, le guide 8a sono preferibilmente vincolate alla colonna 4 in maniera tale da non ostruire la fessura 4c e da non ostacolare l’igienizzazione svolta dall’apparato diffusore 6.

Al fine di vincolare le guide 8a o altri elementi, infatti, le colonne 4 sono dotate di forature a distanza modulare per vincolo accessori.

L’apparato diffusore 6 à ̈ atto ad sanificare e/o lavare almeno parte del volume interno 1b. Preferibilmente esso sanifica l’intero volume interno 1b e le facce, proprie dei vari ripiani 2 e 3 e dei pannelli laterali e delle colonne di sostegno 4, che si affacciano a detto volume interno 1b. L’apparato diffusore 6 à ̈ inoltre atto a sanificare eventuali oggetti, come ad esempio dispositivi medici, collocati all’interno del volume 1b.

L’apparato diffusore 6 à ̈ atto a garantire un livello di sicurezza di sterilità, comunemente detto SAL, inferiore a 10<-6>, ossia garantisce una probabilità di trovarvi un microrganismo inferiore ad uno su un milione.

In particolare, la sanificazione operata dall’apparato diffusore 6 à ̈ di tipo fisico e, più precisamente, del tipo a calore. Preferibilmente il processo di sanificazione à ̈ del tipo a calore umido il quale sfrutta un getto di vapore per l’eliminazione dei batteri.

In questo caso l’apparato diffusore 6 può presentare uno o più ugelli 6b, disposti nelle camere interne 4a in maniera tale da sanificare e/o lavare almeno il volume interno 1b, ed una serie di condotti atti a mettere gli ugelli 6b in connessione di passaggio con un sistema di alimentazione atto, in questo caso, a fornire il suddetto vapore, come ad esempio un tunnel di igienizzazione.

In particolare tale connessione à ̈ vantaggiosamente realizzata attraverso almeno un elemento di connessione 6a come ad esempio una valvola o altro dispositivo similare atto a permettere di realizzare la suddetta connessione tra il sistema di alimentazione e l’apparato diffusore 6. In particolare, tale l’elemento di connessione 6a à ̈ collocabile all’apparato diffusore 6 tramite condotti opportunamente vincolati alla struttura autoportante e, preferibilmente, posizionati in appositi alloggiamenti ricavati nella suddetta struttura autoportante 10.

L’elemento di connessione 6a à ̈ posizionabile sulla superficie esterna di uno dei ripiani e, più precisamente, essa à ̈ collocata in corrispondenza della superficie esterna del ripiano inferiore 3, come mostrato in Fig. 5. In alternativa la valvola 6a à ̈ collocata in corrispondenza di una delle colonne di sostegno 4.

In alternativa, la sanificazione à ̈ effettuata tramite un sistema a radiazioni e, in particolare un sistema a radiazione non ionizzante. Tale sistema a radiazione non ionizzante sfrutta i raggi ultravioletti, ossia radiazioni elettromagnetiche aventi lunghezza d’onda pressoché compresa tra 100 e 400 nm.

Più precisamente il detto sistema a radiazione non ionizzante sfrutta radiazioni UV-C, ossia radiazioni con lunghezza d’onda preferibilmente sostanzialmente compresa tra 100 e 280 nm e, ancora più in dettaglio, tale lunghezza d’onda à ̈ pressoché compresa tra 250 nm e 260 nm.

In questo caso, ciascun apparato diffusore 6 comprende una o più lampade UV-C che sono opportunamente disposte all’interno delle camere interne 4a e che, attraverso almeno un elemento di connessione 6a, sono messe in connessione di passaggio di corrente con un sistema di alimentazione che, in questo particolare caso, può essere ad esempio costituita da una sorgente elettrica.

In questo caso l’elemento di connessione 6a, atto a realizzare la suddetta connessione di passaggio di corrente, à ̈ una presa elettrica o altro dispositivo similare. L’elemento 6a à ̈ posto,come precedentemente descritto, in corrispondenza di uno dei ripiani, preferibilmente quello inferiore 3, o di una delle colonne 4.

La suddetta sorgente elettrica, non rappresentata in figura, à ̈ costituibile da una fonte solidale al dispositivo di stoccaggio 1, ad esempio una batteria, o da una sorgente esterna, ad esempio la rete elettrica propria della struttura sanitaria in cui à ̈ utilizzato il dispositivo di stoccaggio 1.

In alternativa a quelli precedentemente descritti, l’apparato diffusore 6 può effettuare la suddetta sanificazione attraverso aria calda, liquido o calore.

Ciascun apparato diffusore 6 à ̈ preferibilmente disposto in una camera interna 4a propria di una colonna di sostegno 4. In particolare, se sono presenti dei ripiani intermedi, all’interno di una camera interna 4a possono essere disposti più apparati d’igienizzazione 6 così da sanificare e/o lavare ottimamente ciascuna porzione del volume interno 1b.

Un apparato diffusore 6 può essere collocato, in alternativa alle camere interne 4a proprie delle colonne di sostegno 4, in corrispondenza di uno o più dei ripiani presenti del dispositivo di stoccaggio 1. In particolare, esso può essere collocato all’interno dei ripiani, ossia in apposite camere interne, ricavate nei ripiani, opportunamente conformate e munite di aperture così da permettere l’igienizzazione dl volume interno 1b.

Preferibilmente, l’apparato diffusore 6 à ̈ collocato nelle camere interne 4a proprie sia delle colonne di sostegno 4 sia dei ripiani.

Il dispositivo di stoccaggio 1 può essere vantaggiosamente munito di uno o più elementi ammortizzanti 9 eventuali energie passive, ossia energie generate da eventuali urti o altre azioni che possono danneggiare la struttura autoportante 10. In particolare l’elemento ammortizzante 9 à ̈ atto ad assorbire il rimbalzo/oscillazione della ruota 7, dissipando l'energia che viene impressa o spigionata dalla ruota stessa quando s’incontra irregolarità del terreno o impatta in oggetti.

L’elemento smorzante 9 à ̈ vincolato solidalmente alla struttura portante 10 e, preferibilmente, esso à ̈ posto tra la colonna di sostegno 4 ed almeno un ripiano. In particolare inferiore 3 o, in alternativa, tra il ripiano inferiore 3 e le ruote 7. In particolare, come mostrato in Figg. 1, 3 e 5, il dispositivo di stoccaggio 1 può prevedere una pluralità di elementi smorzanti 9 disposti tra le colonne 4 dei ripiani inferiore 3 e superiore 2. In alternativa l’elemento 9 può essere disposto tra il ripiano inferiore 3 e le ruote 7.

Esso à ̈ infine costituito da un disco in materiale polimerico o altro elemento similare atto a svolgere la suddetta funzione.

Il funzionamento del dispositivo di stoccaggio, sopra descritto in senso strutturale, Ã ̈ il seguente.

Inizialmente, l’operatore vincola attraverso mezzi di fissaggio, come ad esempio viti e/o saldature, le colonne di sostegno 4 al ripiano superiore 2 ed al ripiano inferiore 3 e, se presenti, alle ruote 7 o ai gambi realizzando la struttura autoportante 10. In particolare vengono disposti tra ciascuna colonna di sostegno 4 ed il ripiano inferiore 3 un elemento smorzante 9.

Ultimata la suddetta struttura autoportante 10, sono posti i pannelli laterali 5. In particolare, l’operatore impugna i pannelli laterali 5 attraverso le maniglie 5b e le movimenta vantaggiosamente secondo la rettilinea direzione d’inserimento 5a inserendoli nelle rispettive battute 4b.

Qualora si desideri effettuare un’igienizzazione interna del dispositivo di stoccaggio 1 à ̈ sufficiente azionare l’apparato diffusore 6 senza rimuovere i pannelli laterale 5.

L’apparato diffusore 6, grazie alla vantaggiosa disposizione all’interno delle camere interne 4a, sanifica e/o lava l’intero volume 1b in maniera efficace.

In dettaglio, tale operazione permette di sanificare e/o lavare, oltre al volume interno 1b, gli eventuali oggetti disposti al suo interno.

In alternativa, qualora si desideri sanificare l’intero dispositivo di stoccaggio 1, il dispositivo 1 à ̈ igienizzato dalle macchine termodisinfettatrici attualmente presenti nella struttura sanitaria. In questo caso, al fine di migliorare la qualità di tale sanificazione, i pannelli laterali 5 sono agevolmente separate dalla struttura autoportante 10. Ultimata la separazione, la struttura autoportante 10 à ̈ introdotta nella macchina termodisinfettatrice la quale sterilizza in maniera ottimale anche la parte interna del dispositivo 1.

Una volta ultimata l’igienizzazione, i residui, grazie alla particolare forma del ripiano inferiore, sono automaticamente raccolti all’interno del vano di raccolta 3a e successivamente espulsi.

L'invenzione comprende un nuovo procedimento di realizzazione di un dispositivo di stoccaggio 1.

In esso si prevede una fase di assemblaggio base in cui à ̈ realizzata la struttura autoportante 10. In particolare, sono vincolati reciprocamente il ripiano superiore 2, il ripiano inferiore 3 ed una pluralità di colonne di sostegno 4 definendo così il volume interno 1b.

Successivamente, il procedimento di realizzazione prevede una fase di assemblaggio finale in cui à ̈ vincolato alle colonne di sostegno 4 almeno un pannello laterale 5 il quale definisce una porzione di superficie laterale del volume interno 1b. In particolare, tale vincolamento à ̈ realizzato tramite un incastro frontale dei pannelli laterali 5 nelle apposite battute 4b. Tale incastro à ̈ ottenuto tramite una movimentazione rettilinea dei pannelli laterali 5 lungo la sopradescritta direzione d’inserimento 5a.

L'invenzione consente importanti vantaggi.

Infatti, il dispositivo di stoccaggio 1 Ã ̈ di facile manutenzione, lavaggio e sanificazione.

Tale vantaggio à ̈ rappresentato dalla possibilità di movimentare i pannelli 5 attraverso una semplice movimentazione rettilinea. Il suddetto vantaggio à ̈ ottenuto grazie alla particolare battuta 4b che consente di vincolare i pannelli laterali 5 alla struttura 10 tramite semplice incastro frontale o, in alternativa, attraverso viti o altri mezzi di connessione similari.

Tale facilità di sostituzione permette di modificare il dispositivo di stoccaggio 1 adattandolo velocemente alle diverse necessità di uso. Ad esempio à ̈ possibile sostituire i pannelli laterali 5 così da adattarlo alle varie esigenze.

La possibilità di movimentare i pannelli laterali 5 permette, nel caso di deterioramento di un pannello 5, una pratica e veloce sostituzione del solo pannello. Un fondamentale miglioramento connesso con la facilità di rimozione dei pannelli laterali 5 à ̈ rappresentato dalla possibilità di effettuare un lavaggio della sola struttura autoportante 10 e, quindi, di ottenere un’ottimale igienizzazione del dispositivo di stoccaggio 1 con le macchine termodisinfettatrici note.

Inoltre, la possibilità di agganciare e rimuovere facilmente i pannelli laterali 5 permette di modificare la struttura del dispositivo di stoccaggio 1 adattandola ad ogni utilizzo.

Un altro vantaggio à ̈ rappresentato dall’elevata capacità di mantenimento di un livello di sanificazione dovuta all’impossibilità che si abbiano accumuli che, essendo sedi di batteri o altri dannosi microrganismi, possono determinare un rapido decadimento del livello d’igiene del dispositivo di stoccaggio 1.

Un nuovo vantaggio à ̈ rappresentato dall’elevato livello d’igienizzazione garantito dal dispositivo di stoccaggio 1.

Tale livello à ̈ garantito dalla peculiare disposizione dell’apparato diffusore 6 all’interno di apposite camere interne che permette di igienizzare l’intero volume interno 1b con particolare efficacia.

Un altro vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che la disposizione dell’apparato 6 all’interno delle suddette camere interne impedisce che l’apparato diffusore 6 subisca degli urti e, quindi, si danneggi.

Un ulteriore vantaggio, legato alla presenza dell’apparato diffusore 6, à ̈ rappresentato dalla possibilità di effettuare un’igienizzazione del dispositivo 1 senza ricorrere alle macchine termodisinfettatrici e, quindi, di ridurre i costi di gestione del dispositivo stesso.

Un altro obbiettivo raggiunto à ̈ rappresentato dall’elevata maneggevolezza propria del dispositivo di stoccaggio 1. Tale vantaggio à ̈ dato dal ridotto peso del dispositivo 1 ottenuto grazie ai pannello laterali sono realizzati in materiali leggeri, non portanti e con spessori minimi proprio perché esiste una struttura portante 10 con capacità strutturale.

Inoltre l’utilizzo di tale materiale solo per pochi selezionati componenti permette di avere un dispositivo di stoccaggio 1 economico.

Un importante vantaggio à ̈ rappresentato dal fatto che i pannelli laterali 5, essendo realizzabili in maniera indipendente dalla struttura autoportante 10, possono essere sostanzialmente lisci, ossia privi di vani occulti. Inoltre i pannelli laterali 5 cos’ realizzati si presentano privi di nervature o altri elementi similari che ne limitano la durata.

Tale possibilità permette anche che i pannelli 5 possono essere realizzati in qualsiasi materiali. Ad esempio, essi possono essere realizzati in legno qualora si voglia dare maggiore pregio al dispositivo 1, oppure in materiale di basso costo così da limitare il costo del dispositivo 1.

Inoltre, la possibilità di staccare e vincolare i pannelli 5 permette di modificare la suddivisione del volume interno agevolmente, ad esempio inserendo cassetti o ripiani intermedi, e quindi di adeguare rapidamente un dispositivo 1 ad una pluralità di utilizzi.

Un non secondario vantaggio à ̈ dato dalla presenza degli elementi smorzanti 9 che garantiscono stabilità al dispositivo di stoccaggio 1. In particolare, tali elementi consentono sia di evitare che eventuali urti danneggino i dispositivi medici o il carrello stesso.

Inoltre, la presenza degli elementi 9 conferisce maggiore comodità d’uso evitando cigolamenti o altri rumori fastidiosi.

L'invenzione à ̈ suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo. Tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti ed i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (9)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di stoccaggio (1) definente almeno una superficie di appoggio (1a) atta ad accogliere una pluralità di oggetti e comprendente: una struttura autoportante (10) delimitante un volume interno (1b) ed includente almeno un ripiano definente detta almeno una superficie di appoggio (1 a), ed una pluralità di colonne di sostegno (4) atte a sostenere detto ripiano; almeno una di dette colonne presentando almeno una battuta (4b) atta a permettere di vincolare almeno un pannello laterale (5) tramite incastro frontale a detta struttura autoportante (10), detta battuta (4b) permettendo a detto almeno un pannello laterale (5) di essere inserito o estratto da detta battuta (4b) tramite una movimentazione atta ad avvicinare o allontanare detto pannello laterale (5) dal baricentro di detta struttura di contenimento (10) lungo una direzione di inserimento (5a) sostanzialmente rettilinea, detto dispositivo essendo caratterizzato dal fatto che almeno una di dette colonne di sostegno (4) definisce una camera interna (4a) atta ad accogliere almeno parzialmente un apparato diffusore (6) ed in cui detta camera interna (4a) presenta una fessura (4c) atta a permettere a detto apparato diffusore (6) di igienizzare almeno detto volume interno (1b).
2. 2. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo la rivendicazione 1, comprendente almeno un pannello laterale (5) ciascuno dei quali atto a definire almeno una porzione di superficie laterale di detto volume interno (1b); ed in cui detta direzione di inserimento (5a) Ã ̈ parallela alla normale a detta porzione di superficie laterale definita da detto pannello laterale (5).
3. 3. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detta camera interna (4a) Ã ̈ atta ad accogliere interamente almeno uno di detto almeno un apparato diffusore (6).
4. 4. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni ioni precedenti, in cui detto apparato diffusore (6) à ̈ posto almeno parzialmente all'interno di detto dispositivo (1).
5. 5. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un elemento di connessione (6a) atto a mettere detto apparato diffusore (6) in connessione con un sistema di alimentazione atto a generare esternamente calore, vapore o simili.
6. 6. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni ioni precedenti, in cui detto apparato diffusore (6) à ̈ un sistema a radiazione non ionizzante del tipo UV-C.
7. 7. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni ioni precedenti, in cui detta igienizzazione à ̈ effettuata tramite calore umido.
8. 8. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un ripiano inferiore (3) atto a delimitare inferiormente detto volume interno (1b) ed in cui detto ripiano inferiore (3) presenta, da parte opposta rispetto a detto volume interno (1 b), un vano di raccolta (3a) atto a raccogliere residui di scarto presenti in detto volume interno (1b).
9. 9. Dispositivo di stoccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un elemento smorzante (9) vincolato solidalmente alla struttura portante (10) ed atto ad assorbire energie passive. Gli studi effettuati indicano che, attraverso un adeguato controllo sui dispositivi medici utilizzati, à ̈ possibile prevenire almeno il 30% delle infezioni ospedaliere insorte, con conseguente abbassamento dei costi e miglioramento del servizio sanitario. Infatti, incidendo sui costi sanitari e prolungando le degenze ospeda-Nere dei pazienti, le infezioni ospedaliere finiscono con l’influenzare, in maniera notevole, la capacità dei presidi ospedalieri di garantire il ricovero ad altri pazienti. Le fonti di microrganismi che possono dare luogo a infezioni sono numerose: le strutture stesse, i sistemi di ventilazione e aerazione, i flussi di acqua, il trattamento dei tessuti e dei campioni di laboratorio, l’igiene del personale e deH’ambiente, le pratiche chirurgiche e gli strumenti sanitari, ad esempio bisturi, bende, cateteri e valvole. Tra le fonti di infezioni sopracitate gioca un ruolo fondamentale la sterilità dei dispositivi medici che, essendo atti ad andare a contato diretto con gli organi interni, costituiscono il più critico veicolo di microrganismi. Per questo motivo risulta fondamentale avere dispositivi medici sterili in qualsiasi condizione ed in qualsiasi momento. Attualmente i dispositivi medici prima delle procedure invasive o comunque prima di essere immessi nello spazio Paziente, vengono confezionati all’interno di specifiche buste o in contenitori specifici, detti container, e poi sterilizzati secondo specifiche tecnologie sottoposte a rigide norme e procedure. Al termine di tale operazione i dispositivi sono impiegati direttamente o stoccati in apposite strutture fisse o mobili, ad esempio scaffali, armadi, carrelli, in attesa del ciclo