ITMI20080994A1 - Dispositivo olografico con verifica dell'autenticita - Google Patents

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ITMI20080994A1
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Inventor
Dino Radice
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Ct Grafico Dg S P A
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Description

Descrizione del brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“Dispositivo olografico con verifica dell’autenticità"
La presente invenzione riguarda dispositivi di verifica dell’autenticità, quali, esemplificativamente ma non limitativamente, etichette o componenti olografici da applicare con diverse tecniche a documenti o a prodotti per verificarne l’autenticità.
In generale sono note etichette di tipo multistrato che contengono un’informazione di sicurezza, ossia un’informazione attestante l’autenticità dell’etichetta stessa.
Tali etichette di tipo convenzionale presentano un componente olografico che, considerando la complessità e il costo di realizzazione, risulta di più difficile contraffazione da parte di falsari.
Ciononostante, la Richiedente ha voluto affrontare il problema di realizzare dispositivi di verifica dell’autenticità che risultino migliori, da un punto di vista dell’affidabilità, rispetto a quelli noti.
Secondo un primo aspetto, la presente invenzione riguarda un dispositivo multistrato di verifica dell’autenticità come definito dall’annessa rivendicazione 1. Forme di realizzazione preferite sono definite nelle rivendicazioni dipendenti da 2 a 14.
L'invenzione è descritta in seguito in modo dettagliato, in modo esemplificativo e non limitante, in riferimento ai disegni acclusi, in cui:
la FIG. 1 mostra una vista laterale in sezione di un primo dispositivo multistrato di verifica dell’autenticità;
la FIG. 2 mostra una vista laterale in sezione di un secondo dispositivo multistrato di verifica dell’autenticità;
La FIG. 3 si riferisce ad alcune fasi di realizzazione di detto dispositivo multistrato.
Le figure allegate si riferiscono a due forme di realizzazione di un dispositivo di verifica dell’autenticità. Tale dispositivo è, ad esempio, una marca da bollo, un’etichetta di sicurezza, un’etichetta per accise, un’etichetta per contratti bancari o assicurativi o altro, un’etichetta per documenti personali (ad esempio, passaporto) o relativi ad articoli (quali, ad esempio, beni di cui si deve provare l’origine o la qualità) o un etichetta attestante il pagamento di un abbonamento o altro.
Si osservi che nelle figure allegate sia le dimensioni sia le proporzioni dei vari strati sono solo indicative e non sono in scala o in esatta proporzione reciproca. Il tecnico del ramo potrà facilmente determinare dimensioni e spessori idonei alla particolare applicazione. Inoltre, nelle figure annesse strati e componenti simili o identici sono indicati con i medesimi riferimenti numerici.
Si faccia riferimento al primo dispositivo di verifica dell’autenticità 10, rappresentato in sezione laterale in FIG. 1, e cioè ad un’etichetta autoadesiva 10. Il primo dispositivo 10 comprende un film di base 1, che funge da strato di supporto del dispositivo. Tale strato di supporto 1 può essere realizzato in polipropilene (PP), polivinilcloruro (PVC), policarbonato, più preferibilmente resine di poliestere, in particolare PET (polietilene tereftalato). Ad esempio, tale strato 1 è trasparente e potrà avere uno spessore compreso da 8 a 200 µm,. In generale, il dispositivo 10 è un’etichetta che presenta uno spessore compreso, preferibilmente, tra 36-40 µm.
Secondo una forma di attuazione particolare, il dispositivo di verifica dell’autenticità 10 comprende uno strato di “adesione a zone 2”, di per sé noto, e realizzato mediante uno strato chimico del tipo conosciuto con il termine “tamper evident”. Tale strato di adesione a zone 2 ha una funzione antimanomissione e ha la proprietà di aderire ad alcune zone dei due strati fra i quali è interposto in modo talmente spinto che, in caso di un tentativo di distacco (presenza di sollecitazioni meccaniche), rimane ancorato a quelle zone di adesione, rendendo evidente il tentativo di manomissione.
Materiali utilizzabili per lo strato 2 comprendono, ad esempio, polimeri di varia natura (ad es. cere naturali e/o sintetiche, polimeri termoindurenti o termoplastici acrilico-poliuretanici od altri) che offrono un’inter-adesione controllabile tra strati adiacenti.
Inoltre, il dispositivo di verifica dell’autenticità 10 è provvisto di uno strato olografico 3, disposto sopra lo strato di adesione a zone 2, quando previsto. Lo strato olografico 3 è ottenuto con un’operazione di goffratura (in inglese, embossing) olografica effettuata in uno strato di materiale termoplastico. Tale embossing produce reticoli olografici che rappresentano il dato da immagazzinare, cioè un’immagine olografica o una dicitura olografica o altra forma di rappresentazione. Il reticolo olografico dello strato 3 può essere del tipo originato al computer (computer originated) quale quello della tecnica “dot-matrix” o “e-beam lithography (quali Kinegram, exelgram, movigram, swisgramm etc) e/o un ologramma tradizionale a riflessione/trasmissione o una combinazione di tali tecniche.
Al di sopra dello strato olografico 3 è presente uno strato di metallizzazione protettivo 4. La metallizzazione può essere ottenuta, ad esempio, con tecniche di evaporazione sotto vuoto, preferibilmente, eseguita a settori. Un settore può essere ottenuto evaporando leghe di alluminio (AL) con una densità ottica compresa tra 0,5 e 4 OD, preferibilmente fra 1 e 2 OD.
Un altro settore, preferibilmente, ma non esclusivamente, può essere ottenuto evaporando leghe di rame (CU) con una densità ottica compresa tra 0,5 e 3 OD, preferibilmente fra 1 e 2 OD. Un altro materiale idoneo per la metallizzazione è il cromo. Lo strato di metallizzazione 4 è opaco.
Come deducibile dalla FIG. 1, lo strato metallizzato 4 è stato sottoposto, vantaggiosamente, ad un processo di demetallizzazione, cioè di asportazione parziale di metallo dalle zone non protette da maschera protettiva. L’asportazione del metallo è ottenuta preferibilmente, ma non esclusivamente, con soluzioni a base di soda caustica. Questa demetallizzazione origina aree demetallizzate 5 che risultano, quindi, trasparenti e non opache.
In accordo con l’esempio mostrato in FIG. 1, al disopra dello strato di metallizzazione 4 è disposto uno strato includente pigmenti 6, che può riempire le aree demetallizzate 5. Secondo la forma di realizzazione preferita mostrata in FIG. 1 tale strato con pigmenti 6 comprende un primo strato ad inchiostro termocromico 7. L’inchiostro termocromico (ad esempio, prodotto da MATSUI) è tale da variare col calore le sue caratteristiche di colorazione fino anche a risultare completamente trasparente per poi riprendere le caratteristiche iniziali quando è riportato alla temperatura iniziale.
Vantaggiosamente, oltre allo strato ad inchiostro termocromico 7, lo strato 6 è provvisto di un secondo strato ad inchiostro otticamente variabile (OVI, Optical Variable Ink) 8, per esempio prodotto da SIPCA. L’inchiostro OVI è tale da variare le sue caratteristiche di colorazione a seconda dell’angolo visuale, e può essere usato in aggiunta o in sostituzione al/del primo strato termocromico 7.
L’inchiostro dello strato 6 è disposto, ad esempio, mediante una fase di stampa e può ricoprire l’intero strato di metallizzazione 4 o essere disposto sostanzialmente solo all’interno delle regioni demetallizzate 5, o solo all’interno di alcune di queste regioni secondo un pattern che può essere scelto di volta in volta. Nel caso preferito di impiego dell’inchiostro termocromico e dell’inchiostro OVI, questi inchiostri possono essere disposti in modo da ricoprire lo strato di metallizzazione 4, solo le regioni demetallizzate 5 o solo parte di tali regioni e secondo una configurazione scelta in fase di progetto.
Si osservi che secondo un’altra forma di attuazione, lo strato con pigmenti 6 presenta, in sostituzione o in aggiunta all’inchiostro termocromico e/o all’inchiostro OVI, almeno uno dei seguenti inchiostri: inchiostro con pigmenti metallici, inchiostro organico, inchiostro inorganico, inchiostro visibile con raggi UVA.
Il secondo strato con pigmenti 8 è a contatto con uno strato di applicazione 9 che consente l’ancoraggio ad un articolo o elemento esterno. Lo strato di applicazione è, preferibilmente, uno strato adesivo protetto da un liner siliconato (non mostrato). In maggior dettaglio, secondo la FIG. 1, lo strato di metallizzazione 4 definisce una prima superficie 13 a contatto con lo strato olografico 3 ed un seconda superficie 14 (opposta alla prima) verso la quale si affaccia lo strato adesivo 9, separato dallo strato di metallizzazione 4 mediante lo strato con pigmenti 6.
Nel suo utilizzo, il dispositivo di verifica dell’autenticità 10 è incollato, mediante lo strato di applicazione 9, ad una superficie di un elemento esterno (ad esempio, un documento o un articolo) in modo che la superficie dello strato di supporto 1 (strato trasparente), indicata dalla direzione della freccia F, risulti libera e visibile all’utente.
L’utente, osservando il dispositivo 10 secondo la freccia F, vedrà il colore relativo all’inchiostro dello strato con pigmenti 6, reso visibile dalle regioni demetallizzate 5. Nel caso della FIG. 1 le regioni demetallizzate 5 rendono visibile l’inchiostro termocromico del primo strato 7 che oscura (del tutto o solo in parte) il secondo strato 8. Questo strato con pigmenti 6, trovandosi all’interno del dispositivo 10 (e cioè interposto fra lo strato di supporto 1 e lo strato dia applicazione 9), non potrà essere raschiato o rimosso senza danneggiare il dispositivo stesso. Pertanto, lo strato con pigmenti 6 (vantaggiosamente, non oscurato dalla metallizzazione 4) mantiene sostanzialmente immutate nel tempo le proprie caratteristiche coloranti e consente di verificare con sicurezza l’autenticità del dispositivo 10 stesso e quindi dell’elemento a cui è associato.
Nel caso preferito in cui si utilizzi il primo strato con inchiostro termocromico 7, allo sfregamento mediante uno o più dita del dispositivo 10 si provoca un trasferimento di calore che causa un cambiamento della colorazione del primo strato 7. Preferibilmente, la colorazione dell’inchiostro termocromico del primo strato 7 svanisce, e l’inchiostro stesso diviene trasparente. Grazie al fatto che l’inchiostro termocromico del primo strato 7 svanisce, l’utente potrà vedere attraverso le regioni demetallizzate 5 il colore del secondo strato 8 e quindi accertare con sicurezza l’autenticità del dispositivo 10. Quando lo sfregamento è cessato, l’inchiostro termocromico del primo strato 7 riprende, rapidamente, la colorazione iniziale oscurando almeno in parte il secondo strato 8.
Si osservi che nel caso in cui oltre all’inchiostro termocromico del primo strato 7 sia impiegato anche l’inchiostro OVI, prevedendo il secondo strato 8, l’effetto della “sparizione” dell’inchiostro termocromico è ulteriormente esaltato. Infatti, all’utente apparirà, dopo lo sfregamento, il colore mutevole con l’angolo visuale dell’inchiostro OVI rendendo la verifica del’autenticità ancora più affidabile.
La FIG. 2 mostra un secondo dispositivo di verifica dell’autenticità 20, in accordo con un esempio dell’invenzione, del tipo da trasferimento a caldo. Oltre agli strati già definiti con riferimento al primo dispositivo 10, il secondo dispositivo 20 include uno strato di rivestimento 11 e uno strato di materiale distaccante 12, a contatto con lo strato di supporto 1. Lo strato di rivestimento 11 ha funzione antiabrasiva ed è ottenuto mediante uno strato chimico (ad esempio, polimeri) di tipo “durable” e cioè tale da costituire una barriera all’ingresso di agenti chimici esterni che possono danneggiare lo strato olografico 3. In particolare, secondo l’esempio di FIG. 2 lo strato di applicazione 9 è in un materiale adesivo del tipo termo attivabile.
Per applicare il secondo dispositivo 20 ad un elemento esterno, si fa in modo che lo strato di applicazione 9 sia a contatto con una superficie di applicazione dell’elemento esterno e mediante un punzone riscaldato si esercita una determinata pressione e un adeguato trasferimento di calore attivando la capacità adesiva dello strato adesivo 9. Lo strato di supporto 1 è rimosso cioè separato dal secondo dispositivo grazie all’azione dello strato di distaccante 12, che consente questa separazione.
Lo strato di distaccante 12 nonché lo strato di rivestimento 11 sono trasparenti e consentono all’utente di vedere gli strati sottostanti e cioè, lo strato olografico 3 e lo strato con pigmenti 6, attraverso le regioni demetallizzate 5.
La FIG. 3 mostra alcune fasi (non in ordine) di fabbricazione del primo dispositivo di verifica dell’autenticità 10 ad esempio, sottoforma di etichetta. La fase A mostra la scritta VALID (ad esempio, in rosso) ripetuta più volte e ottenuta mediante l’inchiostro termocromico e/o quello OVI. La fase B mostra lo strato di metallizzazione opportunamente demetallizzato per lasciare visibile le scritte VALID. La fase C rappresenta lo strato di metallizzazione e quello olografico, prima della demetallizzazione. Nella fase D si mostra l’etichetta terminata che consente di vedere attraverso lo strato olografico tutte le scritte VALID.
Come evidente dalla precedente descrizione, la presente invenzione risulta particolarmente vantaggiosa. Infatti, la possibilità di visionare lo strato con pigmenti 6, posto internamente al dispositivo multistrato di verifica dell’autenticità, è particolarmente affidabile ed in oltre non richiede per l’utente nessuna strumentazione specifica in quanto la verifica può essere effettuata ad occhio nudo.

Claims (14)

  1. Rivendicazioni 1. Dispositivo multistrato (10; 20) di verifica dell’autenticità, comprendente: - uno strato di supporto/protezione (1; 11, 12) - uno strato olografico (3) supportato dallo strato di supporto/protezione (1; 11, 12); - uno strato di metallizzazione (4) avente una prima superficie (13) almeno parzialmente sovrapposta allo strato olografico (3) e una seconda opposta superficie (14); uno strato di applicazione (9) di detto dispositivo ad un elemento esterno; lo strato di applicazione essendo affacciato a detta seconda superficie (14) dello strato di metallizzazione; caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno una regione includente pigmenti (5, 6) interposta fra lo strato di supporto/protezione (11; 11) e lo strato di applicazione (9) e tale da risultare visibile dall’esterno del dispositivo (10; 20).
  2. 2. Dispositivo (10; 20) secondo la rivendicazione 2, in cui la regione includente pigmenti 6) è visibile attraverso lo strato di supporto/protezione (1; 11) dopo l’applicazione del dispositivo ad un elemento esterno.
  3. 3. Dispositivo (10; 20) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta almeno una regione includente pigmenti (5, 6) comprende un inchiostro termocromico; detto inchiostro termocromico essendo tale da variare le proprie caratteristiche di colore mediante riscaldamento per sfregamento manuale.
  4. 4. Dispositivo (10; 20) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta almeno una regione includente pigmenti (5, 6) comprende un inchiostro otticamente variabile avente colorazione variabile a seconda dell’angolo visuale.
  5. 5. Dispositivo (10; 20) secondo la rivendicazione 3 e 4, in cui detta almeno una regione includente pigmenti (5, 6) comprende una prima regione (7) ad inchiostro termocromico ed una seconda regione (8) ad inchiostro otticamente variabile.
  6. 6. Dispositivo (10; 20) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta almeno una regione includente pigmenti (5, 6) comprende almeno un inchiostro appartenente al gruppo: inchiostro con pigmenti metallici, inchiostro organico, inchiostro inorganico, inchiostro visibile con raggi UVA.
  7. 7. Dispositivo (10; 20) secondo almeno una delle precedenti rivendicazioni in cui lo strato di metallizzazione (4) include almeno una regione demetallizzata (5) per consentire la visibilità di detta almeno una regione contenente pigmenti (6).
  8. 8. Dispositivo (10; 20) secondo almeno una delle precedenti rivendicazioni, in cui detta almeno una regione contenente pigmenti (6) è disposta in corrispondenza di detta almeno una regione de metallizzata (5).
  9. 9. Dispositivo (10; 20) secondo almeno una delle precedenti rivendicazioni in cui detta almeno una regione contenente pigmenti (6) è sovrapposta allo strato di metallizzazione (4) e a detta almeno una regione de metallizzata (5).
  10. 10. Dispositivo (10) secondo almeno una delle precedenti rivendicazioni, in cui: lo strato di supporto/protezione (1) è trasparente; lo strato olografico (3) include uno strato di goffratura olografica (3) ed è separato dallo strato di supporto/protezione (1) mediante uno strato di contatto (2); lo strato di applicazione (9) comprende uno strato adesivo.
  11. 11. Dispositivo (20) secondo almeno una delle rivendicazioni da 1 a 9, in cui: - lo strato di supporto/protezione include: o uno strato di supporto rimovibile (1); o uno strato di adesivo distaccante (12) per favorire il distacco di detto strato di supporto rimovibile; o uno strato di rivestimento (11) trasparente disposto a contatto con detto strato di adesivo distaccante; - lo strato di applicazione (9) include un adesivo attivabile a caldo.
  12. 12. Dispositivo (20) secondo la rivendicazione 11, in cui lo strato olografico comprende un relativo strato di goffratura olografica (3); un relativo strato di contatto (2) essendo interposto fra lo strato di goffratura (3) e lo strato di rivestimento (11).
  13. 13. Dispositivo (10; 20) secondo almeno una delle precedenti rivendicazioni, in cui detto strato di metallizzazione è in alluminio e/o rame e/o cromo.
  14. 14. Dispositivo (10; 20) secondo almeno una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto dispositivo è almeno uno dei seguenti dispositivi: marca da bollo, etichetta di sicurezza, etichetta per accise, etichetta per contratti bancari o assicurativi, etichetta per documenti personali o relativi ad articoli.
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