ITMI20060917A1 - Lumino cimiteriale ermetico con pile e led lampeggianti conglobati nel corpo in paraffina dotato di contatti chiusi dal coperchio - Google Patents

Lumino cimiteriale ermetico con pile e led lampeggianti conglobati nel corpo in paraffina dotato di contatti chiusi dal coperchio Download PDF

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ITMI20060917A1
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    • F21Y2115/00Light-generating elements of semiconductor light sources
    • F21Y2115/10Light-emitting diodes [LED]

Description

D E S C R I Z I O N E
Descrizione dell’ INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
LUMINO CIMITERIALE ERMETICO CON PILE E LED LAMPEGGIANTI CONGLOBATI NEL CORPO IN PARAFFINA DOTATO DI CONTATTI CHIUSI DAL COPERCHIO
Campo di applicazione dell'invenzione
La presente invenzione si riferisce al campo dei dispositivi di illuminazione simili a candele con fonte luminosa interna, e più precisamente ad un lumino cimiteriale ermetico con pile e LED lampeggianti conglobati nel corpo in paraffina dotato di contatti chiusi dal coperchio.
Rassegna dell'arte nota
Il brevetto US 6,616,308 B2 descrive un dispositivo imitante una candela tramite un LED (Light Emitting Diode) posto all’interno di un corpo cilindrico translucido di paraffina o plastica. La prima rivendicazione recita come segue: un dispositivo ornamentale d’illuminazione comprendente: a) un corpo diffondente la luce avente superici esteriori permanenti includenti una superfide superiore con una sezione centrale depressa da sembrare ridotta per fusione; b) una cavità entro il corpo che diffonde la luce; c) un LED ad alta intensità disposto entro la cavità per illuminare da sotto il fondo della sezione centrale depressa più brillantemente che le altre superfici del corpo diffondente la luce. La figura 1 mostra una candela a forma di lumino avente un LED 24 entro una stretta cavità centrale 26 aperta sulla base e terminante sotto una depressione 20 della faccia superiore 16. il LED è connesso a due fili elettrid 28 che fuoriescono dalla cavità 26 per connettersi ad un alimentatore esterno 30 dotato di interruttore 32. La figura 2 mostra una variante priva di alimentatore esterno ma con batterie 40, 42 alloggiate entro un modulo di accensione 36 collocato entro una più capiente cavità centrale 38 aperta sulla base della candela. Il modulo 36 è sormontato dal LED 24 ed al suo interno oltre alle batterie include anche un dispositivo elettronico 44 e 46 di pilotaggio del LED in grado di imitare il tremolio della fiamma di una candela.
Problemi dell’arte nota
L’esigenza primaria del dispositivo descrìtto nel citato brevetto US 6,616,308 B2 era quello di imitare in tutto e per tutto una candela, compreso il tremolio della fiamma, ma con un effetto estetico diverso rispetto alle precedenti imitazioni con lampada esterna, dato dalla luce diffusa attraverso il corpo di paraffina. Lo scopo dichiarato esigeva l’esposizione ottica della superficie superiore della candela ed il ricorso ad un particolare circuito elettronico di pilotaggio del LED. I suddetti requisiti tecnici introducono tuttavia alcune limitazioni nella durata e nella tipologia d’uso, nonché maggioii costi ed ingombri realizzativi. Si pensi ad esempio ad un uso del dispositivo di figura 1 come lumino cimiteriale posto all’aperto, e quindi esposto all’acqua piovana e ad altre intemperie. Orbene, data la scarsa impermeabilità del dispositivo illustrato, un simile utilizzo non è concepibile se non si provvede ad alloggiare la candela entro un portalume per evitare infiltrazioni d’acqua e di umidità entro la cavità aperta sulla base, con seria possibilità di cortocircuitare il LED. Occorre inoltre che anche l’alimentatore esterno sia a tenuta ermetica. In tal caso i costi aggiuntivi per l’impermeabilizzazione del dispositivo e dell’alimentatore, e la poca esteticità dell’alimentatore vicino al paralume, potrebbero rivelarsi inconvenienti tali da scoraggiarne l’acquisto per l’uso cimiteriale.
La variante di figura 2 è ancora apparentemente aperta sulla base dalla quale potrebbe penetrare l’acqua piovana e raggiungere il LED. Non si hanno indicazioni precise sulla collocazione dell'interruttore, da dove potrebbe infiltrarsi l’acqua piovana a meno che l’accensione sia radiocomandata. L’ingombro del modulo di accensione 36 è del tutto evidente: esso è dovuto all’inclusione del circuito di pilotaggio del LED e delle grosse pile richieste per alimentare per un tempo ragionevole il circuito di pilotaggio, la scheda elettronica di controllo, ed il LED ad alta luminosità.
Entrambe le realizzazioni di cui sopra hanno minore efficienza nella diffusione laterale della luce, dovendo privilegiare la diffusione verso l’alto. Infatti in entrambe le realizzazione la luce attraversa un minor spessore di paraffina in direzione assiale (verso l’alto) piuttosto che in direzione trasversale e verso il basso.
Scopi dell’invenzione
Pertanto scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti suddetti e di indicare un dispositivo di illuminazione a luce diffusa attraverso un corpo translucido, tipo paraffina e preferibilmente per uso lumino cimiteriale o lampada di segnalazione stradale, perfettamente in grado di resistere alle intemperie derivanti da una sua collocazione all’aperto, dotato di grande autonomia di funzionamento pur con l’utilizzo di LED al alta luminosità, e con bassi costi di fabbricazione.
Sommario e vantaggi dell’invenzione
Per conseguire tali scopi la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di illuminazione comprendente un corpo in grado di diffondere la luce, a basso punto di fusione, tipo paraffina, con una base d’appoggio stabile, una superficie laterale, una faccia superiore, ed una cavità interna per l’alloggiamento di almeno un LED lampeggiante ad alta luminosità, elettricamente connesso ad una o più pile di alimentazione; comprendente inoltre un contenitore permeabile alla luce contenente il detto corpo diffusore, almeno due contatti elettrici di accensione del LED esterni alla cavità, solidali con il bordo del contenitore oppure con la faccia superiore del corpo diffusore, un materiale di riporto del corpo diffusore risolidificato nella cavità in presenza del contenuto, un coperchio metallico o metallizzato con un bordo in grado di impegnare il bordo del contenitore ad una profondità sufficiente alla chiusura dei contatti elettrici, come descritto nella rivendicazione 1. Ulteriori caratteristiche vantaggiose sono descritte nelle rivendicazioni dipendenti di dispositivo. Ad esempio, i contatti elettrici possono essere i fili stessi, ma più vantaggiosamente sono in forma di ribattini (rivetti) introdotti attraverso fori nella parete del bordo superiore del contenitore plastico e ri baditi a freddo, o alternativamente due pacchette che sporgono direttamente dalla faccia superiore del corpo di paraffina. Le placchette possono includere un peduncolo dentellato che garantisce un maggiore ancoraggio nella paraffina. I contatti possono assumere la forma di lamelle metalliche piegate a V, e quindi elastiche, fuoriuscenti dalla cavità riempita di paraffina per buona parte della loro lunghezza e con l’altra estremità entro la paraffina saldata direttamente ad una superficie di contatto di una batterìa entro la paraffina. Da ultimo, un interruttore a pulsante può essere fatto sporgere parzialmente dalla faccia superiore del corpo di paraffina.
Per ognuna delle forme realizzative dei contatti illustrate sopra, il circuito elettrico tra gli stessi viene chiuso dal coperchio metallico mediante una pressione esercitata sullo stesso. Il coperchio può essere esterno al contenitore plastico del lumino oppure interno. Nel primo caso esso può avere un bordo liscio o con almeno una gola e/o un’orlatura o nervatura perimetrale; quello a bordo liscio è più semplice, mentre il secondo è più affidabile per via dell’incastro tra la gola del coperchio e la corrispondente nervatura del contenitore plastico, e/o viceversa. I coperchi di cui sopra applicati a pressione valgono per dispositivi di forma qualunque, ad esempio, cilindrica, parallelepipeda, o di fantasia. Nel caso più generale di forma cilindrica può essere vantaggioso un coperchio awitabile al contenitore plastico mediante una pseudo-filettatura.
L’utilizzo di un diodo in grado di lampeggiare da solo senza l’ausilio di un circuito di controllo consente un notevole allungamento della durata delle batterìe e bassi costi di produzione. L’utilizzo di due diodi lampeggianti permette di ottenere anche se non perfettamente un effetto di emulazione del tremolio della fiamma, in quanto i due diodi lampeggiano in modo indipendente l’uni dall’altro e non si sincronizzano tra loro.
Altro oggetto d’invenzione è un metodo per la fabbricazione del dispositivo d’illuminazione dianzi descritto. Il metodo comprende i passi di:
- colare un materiale a basso punto di fusione entro uno stampo e lasciarlo raffreddare per l’ottenimento di un corpo in grado di diffondere la luce avente una cavità in comunicazione con l’esterno;
- introdurre il corpo solido risultante dal raffreddamento entro un contenitore permeabile alla luce, che potrebbe essere lo stampo stesso; - introdurre nella cavità almeno un LED connesso ad una o più batterie elettriche mediante fili elettrici;
- predisporre contatti elettrici per l’accensione del LED nella parte superiore del dispositivo esternamente alla cavità;
- riempire la cavità con un riporto di materiale fuso del detto corpo diffondente la luce ed attenderne il raffreddamento;
- serrare un coperchio metallico al contenitore contro i contatti elettrici. L’accensione del lumino può essere temporaneamente impedita coprendo i contatti elettrici con una striscia di carta o una pellicola asportabile di materiale isolante.
Ulteriori caratteristiche vantaggiose sono descritte nelle rivendicazioni dipendenti di metodo. Ad esempio, l’applicazione dei contatti elettrici può essere fatta con modalità differenti.
In accordo ad una prima forma realizzativa di metodo valida per i contatti in forma di ribattini, essi sono applicati al bordo superiore del contenitore piastico prima del riempimento della cavità con paraffina. I fili elettrici vengono parzialmente avvolti ai ribattini prima della loro pinzatura.
In accordo ad una seconda forma realizzativa di metodo valida per i contatti in forma di Racchette metalliche saldate ai fili elettrici del circuito, esse vengono dapprima estratte dalla cavità e quindi parzialmente inserite entro la paraffina in corso di raffreddamento in modo da fuoriuscire della faccia superiore.
In accordo ad una terza forma realizzativa di metodo valida per i contatti in forma di lamelle metalliche piegate a V, dopo l’introduzione del complesso costituito dalle pile e dai LED nella cavità, a causa delle dimensioni reciproche di pile e cavità le lamelle piegate fuoriescono dalla cavità stessa per buona parte della loro lunghezza, è quindi sufficiente riempire la cavità con paraffina fusa e lasciarla raffreddare.
Dalla descrizione sintetica del dispositivo secondo l’invenzione (e del metodo di fabbricazione) risulta evidente come esso riesca a raggiungere simultaneamente tutti gli scopi preposti. Per quanto concerne l’ermeticità, l’acqua piovana e l’umidità non hanno alcuna possibilità di penetrare entro il corpo di paraffina, neanche qualora il lumino fosse stato rovesciato da un violento colpo divento. La paraffina è un ottimo idrorepellente ed isolante elettrico, quella fusa e risolidificata fa corpo unico con la preesistente. Il coperchio oltre a chiudere i contatti protegge gli stessi dalla corrosione, sfortunatamente essendo opaco alla luce ne impedisce la diffusione verso l’alto ma l’inconveniente è più che compensato dalla maggiore diffusione luminosa laterale. D’altro canto il fine primario del dispositivo luminoso in oggetto non è quello di imitare un lumino tradizionale a combustione in tutto e per tutto, un ragionevole grado di compromesso permette di ottenere gli scopi ed i vantaggi dichiarati. La grande luminosità che si diffonde dalla superfìcie laterale consente di apprezzarne l’accensione nei cimiteri anche nelle giornate assolate, dove sì fatica a vedere la luce emessa dai lumini elettrici tradizionali. A puro scopo di abbellimento è possibile applicare una corona superiore al coperchio con croci traforate o motivi ornamentali.
Le comuni pile stilo da 1,5 V tipo AA durano fino a tre mesi, quelle tipo torcia durano molto di più. Una volta esaurite le pile è possibile recuperare la paraffina ed i diodi e riciclarli per la fabbricazione di altri dispositivi, mentre le pile devono essere smaltite. Il venditore, allo scopo di incentivare l’attività di riciclo, potrebbe ritirare i dispositivi esausti facendo un piccolo sconto sui nuovi acquisti.
Si vuole ribadire che l’ermeticità unitamente alla grande luminosità laterale consentono l’uso del dispositivo in oggetto anche per scopi diversi da quello di lumino cimiteriale, si può ad esempio ipotizzare un suo utilizzo come lampada di segnalazione stradale per segnalare situazioni di attenzione o pericolo lungo le strade, ad esempio, in seguito a lavori in corso.
Breve descrizione delle figure
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue di un esempio di realizzazione della stessa e dai disegni annessi dati a puro titolo esplicativo e non limitativo, in cui:
- nelle figure 1 e 2, già descritte, sono indicate due viste prospettiche sezionate di due realizzazioni alternative di un dispositivo elettrico realizzato ad imitazione di una candela, secondo l’atte nota citata; - le figure 3, 4, e 5 mostrano una vista prospettica di un dispositivo elettrico d’illuminazione realizzato secondo la presente invenzione con tre differenti tipologie di coperchi di chiusura;
- la figura 6 illustra una vista prospettica del lumino di figura 5 con il coperchio sollevato e l'indicazione a tratteggio di una cavità assiale; - le figure 7, 8, e 9 mostrano una sezione della parte superiore dei lumini illustrati nelle figure rispettivamente 3, 4, e 5 secondo un piano longitudinale che attraversa i contatti;
- in figura 10 viene indicata una vista prospettica del lumino di figura 6 in una fase finale dì fabbricazione, con elementi interni a tratteggio; - in figura 11 viene indicata una vista prospettica parziale del lumino di figura 5 in una fase finale di fabbricazione, realizzato secondo una variante dell’invenzione;
- in figura 12 viene indicata una vista in sezione longitudinale lungo un piano mediano che attraversa i contatti di un dispositivo elettrico d’illuminazione secondo un’altra forma realizzativa della presente invenzione.
Descrizione dettagliata di alcune forme preferite di realizzazione dell’invenzione
Come regola generale gli elementi raffigurati nei disegni non hanno le proporzioni reali. Facendo riferimento alla figura 3, si può osservare un dispositivo d’illuminazione 1 comprendente un contenitore cilindrico 2 con una base d’appoggio 3, chiuso da un coperchio metallico 4ES. All’interno del contenitore 2 è posto un lumino (non visibile in figura) della stessa forma del contenitore 2. Il coperchio 4ES ha un bordo liscio che racchiude un corto tratto della la superfìcie cilindrica del contenitore 2. Il contenitore cilindrico 2 è costituito da materiale plastico di piccolo spessore, permeabile alla luce, aderente al corpo di paraffina del lumino eccetto che sulla faccia superiore, e preferibilmente di colore rosso. L’uso della paraffina nella fabbricazione del dispositivo è preferibile ma non limitativo, altri materiali translucidi a basso punto di fusione sono pure idonei. All'interno del corpo cilindrico di paraffina è inglobato un LED, o più d’uno, la cui presenza nello stato di accensione è desumibile dalle frecce nel disegno che rappresentano la luce diffusa attraverso la superficie laterale del contenitore 2.
La figura 4 mostra un dispositivo d’illuminazione che differisce dal precedente per il solo coperchio 4IN posto all'interno del contenitore plastico 2. Il coperchio 4IN ha un bordo liscio circolare posto a contatto della superficie cilindrica interna del contenitore 2, ed un orlo che si estende leggermente oltre lo spessore dello stesso.
La figura 5 mostra un dispositivo d’illuminazione che differisce dai precedenti per il coperchio 4SC e per il fatto di avere una base allargata 3 a mo’ di piedistallo. Il coperchio 4SC differisce dal coperchio 4ES di figura 3 per via del bordo con profilo ondulato comprendente una scanalatura esterna 4a sopra un’orlatura esterna 4b, che possono essere presenti anche singolarmente, oppure costituire una corta filettatura per l'avvitamento al corpo cilindrico 2. Ovviamente, essendo lo spessore del coperchio costante, scanalatura ed orlatura sul bordo esterno invertono le parti sul bordo interno. La figura 6 mostra il dispositivo d’illuminazione visibile in figura 5, come esso si presenta al termine di una fase di lavorazione. Il contenitore plastico 2, aperto superiormente, mostra al suo interno una corona circolare corrispondente alla faccia superiore di un corpo cilindrico 5 solcato da una cavità cilindrica cieca 6 disposta assialmente a partire dalla faccia superiore e terminante ad una distanza prestabilita dalla base 3. Il corpo cilindrico 5 è quello del lumino di paraffina in fase di lavorazione. La profondità e la larghezza della cavità 6 sono tali da consentire Γ introduzione di una o più batterie di alimentazione e di uno o più diodi ad emissione luminosa noti come LED (mostrati in seguito), ed ovviamente dei fili elettrici di connessione. Il contenitore plastico 2 ha nella sua parte alta un profilo ondulato che comprende una scanalatura circolare 2a sovrapposta ad un'orlatura 2b, dislocate a partire da una distanza predeterminata dal margine superiore aperto. La scanalatura 2a e l’orlatura 2b sono complementari rispettivamente al rilievo ed alla scanalatura presenti sulla superfìcie interna del coperchio 4SC (figura 5), dove troveranno un’orlatura 4a ed una gola 4b. Tra il margine superiore del contenitore 2 e la scanalatura 2a è compresa una striscia circolare 2c lungo la quale sono fissati due contatti elettrici circolari 7 e 8, connessi a due rispettivi fili elettrici 9 e 10. La posizione dei contatti 7 e 8 lungo la circonferenza è indifferente; essi sono due ribattini introdotti attraverso fori nella parete della striscia circolare 2c e ribaditi a freddo. I fili elettrici nudi 9 e 10 vengono parzialmente avvolti ai ribattini 7 e 8, di modo che il loro serraggio sia completato dalla pinzatura dei ribattini. I contatti ultimati sporgono leggermente rispetto al bordo esterno 2c; questo fatto costituisce una migliore garanzia per la stabilità del contatto elettrico.
La figura 7 mostra il dettaglio dei contatti elettrici 7 e 8 quando viene utilizzato il coperchietto di chiusura 4ES visibile in figura 3. Si può notare il bordo del contenitore plastico 2 che supera il livello della paraffina 5 per essere attraversato dai due ribattini 7 e 8 posti a contatto con la parete interna del coperchietto 4ES. Il diametro interno del coperchietto 4ES è tale da richiedere una leggera pressione per la sua sovrapposizione al contenitore 2, in tal modo il contatto con i ribattini 7 e 8 risulta stabile.
La figura 8 mostra il dettaglio dei contatti elettrici 7 e 8 quando viene utilizzato il coperchietto di chiusura 4IN visibile in figura 4. Si può notare il bordo del contenitore plastico 2 che supera il livello della paraffina 5 per essere attraversato dai due ribattini 7 e 8 posti a contatto con la parete esterna del coperchietto 4IN. Il diametro esterno del coperchietto 4IN è tale da richiedere una leggera pressione per la sua introduzione entro il contenitore 2, in tal modo il contatto con i ribattini 7 e 8 risulta stabile.
La figura 9 mostra il dettaglio dei contatti elettrici 7 e 8 quando viene utilizzato il coperchietto di chiusura 4SC visibile in figura 5. Si può notare il bordo 2c del contenitore plastico 2 che supera il livello della paraffina 5 per essere attraversato dai due ribattini 7 e 8 posti a contatto con la parete interna del coperchietto 4SC. Nella figura viene evidenziato l’incastro tra rilievi e gole complementari presenti sul bordo del tappo 4SC e del contenitore plastico 2. Il diametro interno del coperchietto 4SC è tale da richiedere una leggera pressione per la sua sovrapposizione al contenitore 2, in tal modo il contatto con i ribattini 7 e 8 risulta stabile e viene mantenuto tale dal suddetto incastro.
La figura 10 mostra il dispositivo d'illuminazione di figura 6, come esso si presenta al termine di una fase di lavorazione finale che precede l’inserzione del coperchietto 4SC. All'interno del corpo cilindrico di paraffina 5 sono visibili due LED 11 e 12 connessi in parallelo e due batterie stilo 13 e 14 del tipo AA da 1,5 V connesse in serie tra loro ed al parallelo dei LED 11 e 12. Più precisamente, un polo del collegamento in serie delle due batterie è connesso al contatto 7 mentre l'altro polo è connesso ad un capo del parallelo dei diodi 11 e 12 tramite il filo 9; l’altro capo del parallelo dei diodi è connesso al contatto 8 tramite il filo 10. I diodi sono del tipo lampeggiante (blinking) ad alta luminosità, ovvero in grado di accendersi e spegnersi autonomamente senza l'ausilio di un controllo intermittente dell’accensione. I diodi utilizzati sono facilmente reperibili in commercio e danno ottimi risultati con una tensione di alimentazione di 3 V. Con questa tensione essi sono in grado di lampeggiare circa due volte al secondo; riducendo la tensione sia la luminosità che la frequenza degli impulsi diminuiscono. Il lampo di luce emesso dal diodo ha un colore che può essere scelto tra varie opzioni, sarebbe preferibile il colore bianco solare perché il colore finale che appare alla vista è quello tradizionalmente rosso del contenitore plastico 2. In figura i limiti della cavità 6 non sono stati indicati perché in questa fase della lavorazione la cavità è già stata riempita e non esiste più, ora i componenti sono inglobati nella paraffina.
La descrizione dei contatti in forma di ribattini e placchette metalliche fatta in relazione al lumino di figura 5 è immediatamente estesa alle realizzazioni delle figura 3 e 4.
La figura 11 mostra una variante realizzativa del dispositivo d’illuminazione visibile in figura 5, come esso si presenta al termine di una fase di lavorazione finale che precede l’inserzione del coperchietto 4SC. La variante consiste in una diversa forma dei contatti che ora sono due barrette, o placchette, metalliche 15a e 15b saldate a rispettivi fili 9 e 1Q. Le Òarrettè 15a e 15b in via opzionale comprendono un peduncolo pieghettato che ne favorisce l’ancoraggio alla paraffina. Come si può notare dalla figura, la paraffina 5 riempie fino all’orlo il contenitore plastico 2 e dalla superficie a raso emergono le barrette metalliche 15a e 15b. Il coperchio metallico 4SC premuto sul corpo del lumino entra in contatto con le due barrette chiudendo il circuito elettrico. Qualora si volesse usare il coperchio 4IN la paraffina di riporto non dovrebbe traboccare dalla cavità 6.
La figura 12 mostra un’ulteriore forma realizzativa del dispositivo elettrico d’illuminazione della presente invenzione, che per certi versi migliora l’approccio utilizzato nella variante di figura 11. La disposizione delle pile affiancate 13 e 14 entro il corpo di paraffina 5 visibile in figura è possibile grazie ad una cavità (ormai riempita) avente una profondità di poco superiore alla lunghezza delle pile. Sulle superfìci di contatto, di polarità contrapposta, delle due pile affiancate sono rispettivamente saldate due prime estremità di due lamelle metalliche 17a e 17b piegate a V on modo da fungere da mollette. Le due lamelle fuoriescono dal corpo di paraffina 5 per circa i due terzi della loro lunghezza senza toccarsi. Le due altre superfìci di contatto delle pile 13 e 14 sono connesse direttamente ai due terminali dei LED 11 e 12, che risultano in tal modo in parallelo. Un coperchio metallico o metallizzato 4LN costituito da un corpo cilindrico cavo dal fondo piatto, viene introdotto nel contenitore plastico 2 esercitando una certa pressione nella spinta verso il basso fino a che esso non prema contro le lamelle metalliche 17a e 17b, chiudendo il circuito elettrico di alimentazione dei LED. La stabilità nel tempo dello stato di chiusura dei contatti elettrici 17a, 17b è garantita dalla pressione esercitata dal bordo del coperchio 4LN contro la superficie laterale interna del contenitore plastico 2, generata dalla deformazione elastica dai materiali a contatto, a sua volta causata dalla pressione esercitata durante l’introduzione del coperchio. La chiusura del circuito elettrico è resa più affidabile dalla leggera spinta contro il fondo del coperchio 4LN esercitata dalle lamelle/mollette di contatto 17a e 17b. Rispetto alla realizzazione di figura 12 è anche possibile prevedere una variante in cui una o entrambe le lamelle ripiegate 17a e 17b abbiano una lunghezza tale per cui le loro estremità libere risultino sovrapponibili. In tal caso il contatto elettrico potrebbe essere chiuso dalla semplice pressione del coperchio senza che esso sia necessariamente metallico o metallizzato.
Il metodo di fabbricazione del dispositivo visibile nelle precedenti figure viene diversificato in base alle tipologie dei contatti; verrà dapprima descritto quello inerente l’uso dei ribattini, valido per le tre tipologie di coperchio 4ES, 4IN, e 4SC senza modifica alcuna. E’ conveniente partire dalla fabbricazione di un lumino tradizionale del tipo a fiamma, supponendo che il produttore abbia inoltre già ottenuto la cavità cilindrica assiale per l’introduzione dei componenti. Questo può essere fatto agevolmente già in fase di colata della paraffina fusa entro io stampo, basterà introdurre nello stampo un cilindro pieno alto-fondente nella posizione che sarà la cavità 6, dopo rafffeddamento della paraffina ed estrazione del corpo 5. Verrà quindi introdotto il corpo cilindrico cavo 5 entro il contenitore 2, la cui altezza supera quella del corpo 5 per tutto il bordo 2c, sufficiente alla collocazione dei ribattini 7 e 8. Vantaggiosamente, il contenitore 2 potrebbe fungere esso stesso da stampo. Ciò posto, viene assemblato a parte il circuito elettrico completo, facendo attenzione a tagliare i fili 9 e 10 della lunghezza giusta per l’attraversamento del corpo 5 fino ai contatti 7 e 8. TI circuito elettrico in tal modo assemblato viene introdotto nella cavità, ed i fili 9 e 10 fatti fuoriuscire dall’alto. I ribattini 7 e 8 vengono introdotti nei rispettivi fori preventivamente effettuati nello spessore del bordo 2c, e le estremità nude dei fili 9 e 10 vengono avvolte attorno ai rispettivi ribattini; dopodiché i ribattini vengono schiacciati ed i fili restano fìssati agli stessi. A parte si fonde la paraffina e la si versa nella cavità fino a raggiungere il livello della faccia superiore del corpo cilindrico 5. Utilizzando il coperchio 4ES e 4SC sarebbe anche possibile, ma non conveniente, riempire a raso il contenitore. Si lascia raffreddare, poi si isolano temporaneamente i contatti 7 e 8 coprendoli con una sottile pellicola plastica da sfilare al momento dell’accensione, e da ultimo si applica il coperchio a pressione.
Il metodo per l’applicazione dei contatti in forma di barrette o placchette metalliche 15a e 15b di figura 11 differisce dal precedente in alcuni passi, ciò è dovuto al fatto che i contatti non sono applicati al contenitore 2 ma direttamente inseriti nella paraffina in fase finale di raffreddamento, o successivamente, provocando una fusione locale. In questo caso il circuito completo comprende anche le barrette 15a e 15b saldate ai fili 9 e 10 fatti fuoriuscire dalla cavità 6 prima del suo riempimento. La variante può essere utilizzata con le tre tipologie di coperchi.
Il metodo per l'applicazione dei contatti in forma di lamelle metalliche 17a e 17b di figura 12 è simile al precedente ma più semplice da attuare, in quanto la profondità della cavità è tale per cui quando le due pile 13 e 14 poggiano sul fondo, le due lamelle 17a e 17b fuoriescono dalla cavità per buona parte della loro lunghezza, non occorre quindi posizionarle in fase finale di raffreddamento.
Sulla base della descrizione fornita per taluni esempi preferiti di realizzazione, è ovvio che alcuni cambiamenti possono essere introdotti dal tecnico del ramo senza con ciò uscire daH’ambito dell’invenzione. Ad esempio, i coperchi 4ES, 4IN, 4SC, e 4LN possono essere realizzati in materiale plastico metallizzato superficialmente in accordo alle più comuni tecniche di metallizzazione, ovvero: deposizione elettrolitica, verniciatura a pennello o a spruzzo, immersione in soluzione metallica, incollaggio di metallo in foglio, ecc. La presente invenzione comprende quindi tutte le realizzazioni che risultano dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (17)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di illuminazione comprendente un corpo a basso punto di fusione in grado di diffondere la luce (5), come ad esempio paraffina, con una base d’appoggio stabile (3), una superficie laterale, una faccia superiore, una cavità (6) per l’alloggiamento di almeno un LED lampeggiante ad alta luminosità (11, 12) elettricamente connesso ad una o più batterìe di alimentazione (13, 14) entro la cavità (6), caratterizzato dal fatto che comprende inoltre: - un contenitore permeabile alla luce (2) contenente il detto corpo diffusore (5); - almeno due contatti elettrici (7, 8, 15a, 15b) di accensione del LED esterni alla cavità (6) solidali con il bordo (2c) del contenitore (2) oppure con la detta faccia superiore del corpo diffusore (5); - un materiale di riporto del corpo diffusore (5) risolidificato nella cavità (6) in presenza del contenuto (11, 12, 13, 14); - un coperchio metallico o metallizzato (4ES, 4IN, 4SC, 4LN) con mezzi d’impegno al bordo (2c) del contenitore (2) ad una profondità sufficiente alla chiusura dei contatti elettrici (7, 8, 15a, 15b, 17a, 17b).
  2. 2. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che il detto coperchio (4ES) è esterno al detto contenitore (2).
  3. 3. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il detto coperchio (4IN, 4LN) è interno al detto contenitore (2).
  4. 4. Il dispositivo d’illuminazione di una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che i detti mezzi d’impegno sono costituiti da una variazione dell’estensione del coperchio rispetto al bordo (2c) del contenitore (2) tale da causare una deformazione elastica dei materiali a reciproco contatto all’atto dell’applicazione del coperchio esercitando una pressione in direzione perpendicolare alla detta faccia superiore (5).
  5. 5. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che il coperchio (4SC) ha una forma cava delimitata da una base e da una parete laterale (4c) perpendicolare alla base comprendente almeno una gola (4b) sul lato interno entro cui s'incastra un’orlatura o nervatura duale (2b) ricavata sul lato esterno del bordo (2c) del detto contenitore (2), e/o viceversa.
  6. 6. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il detto coperchio (4SC) è di forma cilindrica e si avvita al bordo (2c) del detto contenitore (2).
  7. 7. Il dispositivo d’illuminazione di una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzato dal fatto che detto LED lampeggia in modo autonomo alla sola applicazione di una tensione di lavoro.
  8. 8. Il dispositivo d’illuminazione di una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che comprende un secondo LED in parallelo al primo che lampeggia in modo autonomo dal primo.
  9. 9. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che i detti contatti elettrici sono due ribattini (7, 8) applicati al bordo (2c) del detto contenitore (2).
  10. 10. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i detti contatti elettrici sono due placchette metalliche (15a, 15b) parzialmente fuoriuscenti dalla faccia superiore del detto corpo diffusore (5).
  11. 11. Il dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i detti contatti elettrici sono due mollette metalliche piegate a V (17a, 17b) parzialmente fuoriuscenti dalla faccia superiore del detto corpo diffusore (5).
  12. 12. Il dispositivo d’illuminazione di una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 11 , caratterizzato dal fatto che è un lumino cimiteriale.
  13. 13. Il dispositivo d’illuminazione di una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 11 , caratterizzato dal fatto che è una lampada di segnalazione stradale.
  14. 14. Metodo di fabbricazione del dispositivo d’illuminazione della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende i passi di: - colare un materiale a basso punto di fusione entro uno stampo e lasciarlo raffreddare per l’ottenimento di un corpo (5) in grado di diffondere la luce avente una cavità (6) in comunicazione con l’esterno; - introdurre il detto corpo solido (5) risultante dal raffreddamento entro un contenitore (2) permeabile alla luce, che potrebbe essere lo stampo stesso; - introdurre nella cavità (6) un complesso costituito da almeno un LED (11, 12) connesso ad una o più batterie elettriche (13, 14); - predisporre contatti elettrici per l’accensione del LED (7, 8, 15a, 15b, 17a, 17b) nella parte superiore del dispositivo esternamente alla cavità (6); - riempire la cavità (6) con un riporto di materiale fuso del detto corpo diffondente la luce ed attenderne il raffreddamento; - impegnare un coperchio metallico o metallizzato (4ES, 4IN, 4SC, 4LN) al detto contenitore (2) contro i detti contatti elettrici (7, 8, 15a, 15b, 17a, 17b).
  15. 15. Il metodo della rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che i contatti elettrici (7, 8) sono fissati al bordo superiore (2c) del detto contenitore (2) prima del riempimento della cavità (6).
  16. 16. Il metodo della rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che i contatti elettrici (15a, 15b, 17a, 17b) sono ancorati al materiale presente entro il detto contenitore (2) fuoriuscendo dalla faccia superiore (5).
  17. 17. Il metodo della rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che i contatti elettrici (17a, 17b) sono saldati direttamente ad una superfìcie di contatto di una detta batteria di alimentazione (13 14 .
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