ITMI20020332U1 - Procedimento e dispositivo per l'applicazione di prodotti cosmetici atemperatura controllata - Google Patents

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ITMI20020332U1
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IT
Italy
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cosmetic preparation
ampoule
container
dispenser
heat
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Application number
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English (en)
Inventor
Claudio Barbesino
Original Assignee
Istituto Profilattico Italiano
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Description

Domanda di<->Brevetto per Invenzione Industriale avente per titolo
“PftGgE3⁄4MEÌS^=e- DISPOSITIVO PER L’APPLICAZIONE DI PRODOTTI
COSMETICI A TEMPERATURA CONTROLLATA”
A nome ISTITUTO PROFILATTICO ITALIANO TORINO - I.P.I.T. S.r.l., di
nazionalità italiana, con sede in Via V. Vailetta, 58 - 10040 LEINÌ (Torino)
Inventore: BARBESINO Claudio MI 9 9 A 0 0 0 0 8 4
*.*.*il 9 GEN.1999 La presente invenzione si riferisce ad un procedimento per portare un prodotto
cosmetico ad una temperatura controllata e per un tempo determinato allo scopo di
migliorare gli effetti della sua applicazione. L’invenzione concerne inoltre i dispositivi
che permettono di realizzare il procedimento summenzionato.
E’ noto che le variazioni di temperatura incidono in modo significativo sul livello di
azione di un preparato; è anche noto che la struttura della pelle e le sue possibilità di
modificazione delle reazioni, a causa dell’effetto tampone sono da sempre influenzate
dal gradiente termico ambientale rispetto alla temperatura corporea. Infatti la pelle
reagisce al contatto con sostanze a temperature più elevate con una pronunciata
vasodilatazione, e in generale con una apprezzabile situazione di iperemia.
L’applicazione di un prodotto caldo provoca iperemia e conseguente dilatazione della
superficie cutanea, facilitando così l’ingresso e l’assorbimento delle sostanze
cosmetiche contenute in detto prodotto.
L’applicazione a caldo di prodotti cosmetici richiede la disponibilità di una fonte di
calore per riscaldare il preparato cosmetico ed un controllo accurato della temperatura di
trattamento. Infatti l’applicazione ad una temperatura troppo elevata o per un tempo
molto più lungo del previsto potrebbe causare danni alle parti trattate. Al contrario
l’impiego di temperature troppo basse non permette di ottenere i risultati attesi.
Il problema -della tèmperatura di applicazione non si pone quando il trattamento con i
preparati cosmetici viene eseguito nei centri specializzati, ma limita considerevolmente
rottenimento di risultati ottimali se il trattamento con il preparato cosmetico viene
effettuato personalmente o in piccoli centri insufficientemente attrezzati.
Sarebbe quindi auspicabile disporre di un procedimento per effettuare l’applicazione di
prodotti cosmetici ad una temperatura controllata, che possa essere mantenuta a questo
valore per un tempo determinato e che non richieda l’impiego di apparecchiature di
riscaldamento e di controllo della temperatura.
Un primo oggetto della presente invenzione è quello di fornire un procedimento
semplice e ed economico per riscaldare un prodotto cosmetico al momento della
applicazione ad una temperatura determinata senza l’impiego di fonti di calore esterne
alla confezione del preparato.
Un secondo oggetto della presente invenzione è un dispositivo che contiene la dose di
preparato cosmetico e permette di portare detta dose di preparato cosmetico alla
temperatura prefissata con una semplice operazione.
Il procedimento della presente invenzione consiste nel mantenere il preparato cosmetico
in un contenitore le cui pareti esterne sono in contatto o costituiscono parte integrante di
un secondo contenitore nel quale si trovano, separati fra loro, due o più componenti che
miscelandosi in proporzioni opportune sviluppano il calore necessario per riscaldare il
preparato cosmetico alla temperatura voluta. I componenti, che miscelandosi sviluppano
calore, si trovano in compartimenti separati e delimitati da setti di materiale facilmente
lacerabile.
I componenti che costituiscono le miscele autoriscaldanti sono ben note e comprendono
tipicamente sali o composti anidri che sviluppano calore quando sono messi in contatto
con acqua, che costituisce normalmente il secondo componente. I componenti preferiti
sono cloruro di calcio anidro e acqua.
I preparati- cosmètici che possono essere utilizzati secondo il procedimento della presente invenzione sono tutti quelli la cui azione è favorita dal loro assorbimento in profondità dovuto alla vasodilatazione. Saranno quindi vantaggiosamente utilizzati preparati anticellulite, gel contro la secchezza vaginale, maschere per la pulizia del viso, lozione per capelli, olii antismagliature e simili.
E’ anche possibile impiegare prodotti di origine o di tipo termale, quali fanghi o acque che, applicati a caldo ricreano l’ambiente e le condizioni termali.
Le temperature, alle quali devono essere portati i preparati cosmetici secondo il procedimento di applicazione della presente invenzione, possono variare tra 37 e 65°C in dipendenza del tipo di preparato cosmetico, della sensibilità della persona da sottoporre a trattamento e dell’intervento che si intende eseguire. E’ infatti possibile, variando le proporzioni relative e la quantità dei componenti della miscela riscaldante, realizzare, per uno stesso prodotto, confezioni che permettono l’applicazione a diverse temperature. E’ anche possibile stabilire tempi differenziati di utilizzo dopo l’attivazione del riscaldamento, consentendo l’applicazione a temperatura differenziate. Un altro scopo della presente invenzione è un dispositivo che possa essere vantaggiosamente impiegato nel procedimento descritto sopra.
II dispositivo secondo la presente invenzione è costituito da un recipiente o ampolla contenente il preparato cosmetico al quale è fissato un elemento allungato tubolare, chiuso alla sua estremità che costituisce l’erogatore. L’ampolla è completamente inglobata in un contenitore dal quale fuoriesce l’estremità chiusa dell’erogatore. Il contenitore comprende più compartimenti o sacche separati che contengono acqua e il reagente riscaldante, generalmente cloruro di calcio anidro. La rottura delle sacche determina il miscelamento dei componenti e il riscaldamento dell’ampolla contenente il preparato cosmetico. E’ sufficiente tagliare l’estremità dell’erogatore per poter disporre del preparato cosmetico alla temperatura desiderata. Le quantità relative di acqua e di
cloruro di calcio possono essere dosate allo scopo di ottenere una scala di temperature di trattamento.
Inoltre dosando opportunamente la quantità di cloruro di calcio in più sacche del dispositivo è possibile ottenere, con la stessa confezione, diversi livelli di riscaldamento del preparato.
I vantaggi del procedimento secondo l’invenzione e il modo di attuarla verranno ora meglio compresi dagli esempi di applicazione che seguono che sono fomiti a titolo illustrativo, ma non devono in alcun modo essere interpretati come limitativi dell’ invenzione.
Per descrivere in dettaglio il modo preferito di attuare il procedimento secondo l’invenzione si riporta nella figura unica allegata una vista prospettica, parzialmente in sezione, di un dispositivo per l’applicazione di un preparato cosmetico a caldo.
Nella figura con 1 è indicata l’ampolla contenente il preparato cosmetico 2 munita dell’erogatore tubolare 3 che presenta una scanalatura periferica 4 alla sua estremità per permettere l’asportazione della parte terminale al momento dell’applicazione del preparato cosmetico. L’ampolla 1, di materiale deformabile, è inserita in un contenitore 5, che contiene granuli di cloruro di calcio anidro 6. All’ interno del contenitore 5 sono disposte due sacche 7 e 8 che contengono acqua e che sono separate dalla zona dove si trova il cloruro di calcio anidro 6 dalle pareti impermeabili delle sacche. Le pareti impermeabili possono essere lacerate esercitando, dall’ esterno, una pressione manuale in corrispondenza di una zona infragilita 9. La rottura della sacca o delle sacche (7, 8) provoca il contatto fra il cloruro di calcio anidro 6 e l’acqua e determina lo sviluppo del calore di idratazione. Dopo agitazione del contenitore 5 per il tempo indicato, il preparato 2 all’intemo deH’ampolla 1 raggiunge il livello di temperatura prefissato ed è pronto per essere applicato. A questo scopo l’estremità dell’erogatore tubolare 3 viene asportata tagliando l’elemento tubolare in corrispondenza della scanalatura periferica 4
Dr. Carlo doni ζ
per permettere la fuoriuscita del preparato cosmetico favorita da una leggera pressione esercitata sull’ampolla 1.
Utilizzando il dispositivo descritto sono state eseguite applicazioni di prodotti cosmetici e i risultati di queste applicazioni sono stati confrontati con quelli di prove analoghe di controllo effettuate a temperatura ambiente.
Prova n. 1
TRATTAMENTO DELLA CELLULITE
Si è applicato un prodotto tipo olio anticellulite per giorni 16 a temperatura ambiente, con massaggio di almeno 10 minuti su entrambe le gambe di 10 pazienti.
Si è quindi proceduto ad effettuare una valutazione statistica del regresso della situazione cellulitica per raffrontarlo poi con i risultati di un’analoga indagine che prevedeva l’applicazione a 50° del preparato.
I risultati hanno evidenziato un’accelerazione del regresso, che può essere così definita: a) raggiungimento degli stessi risultati in termini temporali ridotti, a seconda dei casi, del 20-30% (identico risultato con solo 10/12 giorni di applicazione);
b) incremento del risultato finale di almeno il 10% al termine di un identico periodo di trattamento standard di 15 giorni.
Le valutazioni strumentali di tipo angiografico con strumenti di ecodopler hanno evidenziato:
a) un significativo aumento di iperemia per il richiamo e l’attivazione di circolazione superficiale e intradermica;
b) un aumento dell’attività circolatoria e dell’attività dei vasi linfatici a livello di derma profondo a causa delle sollecitazioni dovute al raggiungimento di tale livello da parte degli attivi del preparato.
Prova n. 2
TRATTAMENTO DELLA SECCHEZZA VAGINALE
Dr . Carlo doni
Sono stati valutati<'>5 casi di applicazione di gel contro la secchezza vaginale a temperatura ambiente e a temperatura di 38°.
Il problema di applicazione di preparati sulle mucose particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura, risentiva nel caso della secchezza vaginale della repentina reazione vasocostrittiva al contatto della mucosa con un gel a temperatura più fredda, rispetto a quella dell’organo con conseguente difficile, limitato assorbimento e ridotto beneficio.
La possibilità di applicare lo stesso prodotto a temperatura molto prossima a quella corporea ha consentito di eliminare il fenomeno della vasocostrizione evidenziando obbiettivi miglioramenti della situazione in tempi più brevi e per periodi più prolungati.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Procedimento per riscaldare ad una temperatura determinata un preparato cosmetico al momento della applicazione, senza l’impiego di fonti di calore esterne alla confezione del preparato, caratterizzato dal fatto che il preparato cosmetico viene inserito in un contenitore le cui pareti esterne sono in contatto con, o costituiscono parte integrante di, un secondo contenitore nel quale si trovano, separati fra loro, due o più componenti che miscelandosi in proporzioni opportune sviluppano il calore necessario per riscaldare il preparato cosmetico alla temperatura voluta, detti componenti, che miscelandosi sviluppano calore, si trovandosi in compartimenti separati e delimitati da setti di materiale facilmente lacerabile per permettere la miscelazione.
  2. 2) Procedimento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il preparato cosmetico è scelto fra preparati anticellulite, gel contro la secchezza vaginale, maschere per la pulizia del viso, lozione per capelli, olii antismagliature, prodotti di origine termale e prodotti di sintesi di tipo termale.
  3. 3) Procedimento secondo le rivendicazioni 1 e/o 2, caratterizzato dal fatto che i componenti che, miscelandosi sviluppano il calore necessario per riscaldare il preparato cosmetico sono il cloruro di calcio anidro e l’acqua.
  4. 4) Procedimento secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che la quantità dei componenti riscaldanti e le proporzioni relative sono scelte in funzione della temperatura di trattamento desiderata.
  5. 5) Dispositivo per realizzare il procedimento secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzato dal fatto che esso è costituito da un recipiente o ampolla 1 contenente il preparato cosmetico 2 al quale è fissato un elemento allungato tubolare 3, chiuso alla sua estremità che costituisce l’erogatore, l’ampolla 1 essendo completamente inglobata in un contenitore 4 dal quale fuoriesce l’estremità chiusa dell’erogatore 3, il contenitore 4 contenendo cloruro di calcio anidro e prevedendo br. Carlo doni sacche separate 7, 8 che contengono acqua, la rottura delle sacche determinando il miscelamento dei componenti e il riscaldamento dell’ ampolla contenente il preparato cosmetico, l’estremità dell’erogatore potendo essere asportata per poter disporre del preparato cosmetico alla temperatura desiderata.
  6. 6) Dispositivo secondo la rivendicazione 5 caratterizzata dal fatto che il cloruro di calcio anidro è nel contenuto 5 e l’acqua è presente nelle sacche 7,8.
  7. 7) Dispositivo secondo le rivendicazioni 5 o 6, caratterizzato dal fatto che l’erogatore 3 presenta alla sua estremità una scanalatura periferica 4 per favorire l’asportazione della parte terminale.
  8. 8) Dispositivo come da rivendicazioni 5 e/o 6, caratterizzato dal fatto che esso l’ampolla 1 è fatta di materiale comprimibile per favorire la fuoriuscita del preparato cosmetico attraverso l’erogatore 3 mediante leggera pressione sulle pareti dell’ampolla 1.
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