ITFO20000002A1 - Dispositivo per l'arresto in apertura delle porte a battente con chiudiporta automatico. - Google Patents

Dispositivo per l'arresto in apertura delle porte a battente con chiudiporta automatico. Download PDF

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ITFO20000002A1
ITFO20000002A1 IT2000FO000002A ITFO20000002A ITFO20000002A1 IT FO20000002 A1 ITFO20000002 A1 IT FO20000002A1 IT 2000FO000002 A IT2000FO000002 A IT 2000FO000002A IT FO20000002 A ITFO20000002 A IT FO20000002A IT FO20000002 A1 ITFO20000002 A1 IT FO20000002A1
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Description

Descrizione del trovato avente come titolo
"DISPOSITIVO PER L'ARRESTO IN APERTURA DELLE PORTE A BATTENTE CON CHIUDIPORTA AUTOMATICO".
DESCRIZIONE
Il chiudiporta è solitamente un apparecchio che, incernierato allo stipite o telaio fisso e comunque fissato al battente della porta, provvede ogni volta a riportare automaticamente la porta in chiusura grazie ad una molla od altro organo elastico caricato o sovraccaricato durante il movimento di apertura. In pratica, al cessare della pressione manuale sulla porta aperta, l'espansione della molla compressa viene frenata dallo stantuffo di un cilindro, idraulico od anche pneumatico, attraverso la cui valvola è possibile regolare la velocità della porta in chiusura.
Utilizzati prevalentemente nelle applicazioni a scomparsa, ovvero all'interno del telaio scatolare degli infissi in alluminio o in acciaio, i chiudiporta a stantuffo risultano a tutt’oggi di scarsa praticità ogni qualvolta necessiti un arresto temporaneo della porta aperta, vuoi per il passaggio di un corpo particolarmente ingombrante o per una emergenza di qualsiasi tipo. Infatti gli unici mezzi atualmente disponibili per fermare le suddete porte in apertura sono le zeppe a pavimento od i ganci a muro che agiscono direttamente sul battente ed il cui impiego contrasta con le comprensibili esigenze di chi ha fretta o non può disporre in quel momento dell'uso delle proprie mani altrimenti impegnate.
Il presente trovato, estremamente semplice ed originale, nonché particolarmente economico e dall'ingombro pressoché irrisorio, propone il completamento o l'adattamento degli attuali apparecchi chiudiporta a scomparsa con l' aggiunta di un dispositivo, anch'esso facilmente celabile, atto a realizzare automaticamente il temporaneo arresto della porta in apertura e secondo una qualsiasi angolazione predisposta al momento dell'installazione. In via principale il dispositivo in oggetto è caratterizzato dall'utilizzare lo stesso movimento rettilineo alternativo dello stantuffo del cilindro ammortizzatore essendo previsto che proprio sullo stelo di questo o su un suo prolungamento vengano disposti uno o più risalti, corrispondenti ciascuno ad un determinato angolo di arresto della porta aperta, nei quali possa impegnarsi temporaneamente un nottolino atto ad impedire, attraverso lo stantuffo, l'espansione della molla compressa dalla precedente apertura della porta.
Sia nelle applicazioni a scomparsa come in quelle in vista, il cilindro ammortizzatore è quasi sempre fissato direttamente sul battente della porta e lo stelo fuoriesce da esso verso lo stipite al quale è stabilmente incernierato. Ne consegue che, durante il movimento di apertura della porta, il cilindro è costretto ad allontanarsi dallo stipite scoprendo una ulteriore porzione di stelo dello stantuffo che, vincolato a cerniera contro lo stipite, effettua la compressione della molla situata all 'interno del cilindro.
Poiché durante il movimento di chiusura della porta il cilindro deve riavvicinarsi allo stipite determinando il reinserimento di quella porzione di stelo dello stantuffo scoperta in precedenza, secondo il trovato è sufficiente impedire temporaneamente il movimento del cilindro rispetto allo stantuffo per ottenere l'arresto della porta aperta.
Il dispositivo ideato potrebbe essere quindi applicato nella porzione di stelo prossima al'incernieramento nello stipite, oppure nell'estremità opposta e quindi su un eventuale prolungamento dello stelo dello stantuffo che dovrà opportunamente sporgere dal cilindro durante l'assetto di chiusura della porta. Trattandosi in ogni caso di soluzioni equivalenti, gli esempi raffigurati nei disegni allegati si riferiscono tutti ad una soltanto delle due ipotesi appena indicate (la seconda), ma non è diffìcile immaginare l'applicazione dello stesso dispositivo nell'altra estremità dello stantuffo.
I suddetti disegni, allegati a solo titolo indicativo e non limitativo avendo il solo compito di rendere più chiara la descrizione, comprendono:
- le FIGG. 1 e 2, che mostrano la sezione trasversale XX ed una parte della sezione longitudinale YY di una prima forma di attuazione del trovato;
- le FIGG. 3-4-5-6 si riferiscono alla versione delle FIGG. 1 e 2 e mostrano questo durante l’apertura (FIG. 3), in assetto di massima apertura (FIG. 4), durante la chiusura (FIG. 5) e in assetto di massima chiusura (FIG. 6);
- le FIGG. 7 e 8, che mostrano una parte della sezione longitudinale YY e la sezione trasversale XX di una seconda forma di attuazione del trovato;
- le FIGG. 9 e 10, che mostrano una parte della sezione longitudinale YY e la sezione trasversale XX di una terza forma di attuazione del trovato.
Con riferimento ai disegni allegati ed iniziando dalla prima versione delle TAVV. 1-2-3, l'asta S dello stantuffo, destinata a movimentazioni alterne rettilinee rispetto al cilindro C comunque fissato al battente della porta, presenta, nell'estremità libera ovvero opposta a quella incernierata allo stipite della porta, una serie di gole anulari 5 aventi diametro superiore a quello dello stantuffo S ma inferiore a quello dei collarini 4 che separano ciascuna gola 5 dalla successiva.
All'estremità del cilindro C è fissato, preferibilmente per avvitamento, un elemento 1 che, conformato per essere attraversato centralmente dallo stelo S dello stantuffo senza interferire coi collarini 4 del medesimo, supporta il nottolino 3 oscillante per gravità sul perno orizzontale 2.
Il nottolino 3, la cui forma e le cui dimensioni gli evitano d'interferire soltanto con la porzione più sottile dello stelo S, al termine dell'apertura della porta poggia su una delle gole 5 puntando obliquamente, come nella FIG. 2, contro uno dei collarini 4 ed impedendo così allo stelo S il movimento necessario per chiudere la porta. Occorre quindi proseguire, come alle FIGG. 3 e 4, fino all'apertura massima della porta ed al cambio di inclinazione del nottolino che, temporaneamente libero da qualsiasi ostacolo sotostante, può questa volta disporsi come alle FIGG. 4 e 5 per non ostacolare lo stantuffo nella chiusura automatica della porta ad opera della molla.
Poiché come già accennato il suddetto nottolino 3 non interferisce con la porzione più sottile dello stelo S dello stantuffo, alla chiusura della porta il notolino può disporsi nel suo libero assetto di gravità ed attendere la riapertura per operare nuovamente come alle FIGG. 2 e 3 ed effettuare l'arresto automatico della porta aperta secondo l'angolazione offerta dalle gole 3. In sintesi la porta, quando è fermata dal nottolino 3 poggiante sopra una delle gole 5 e contro un collarino 4, può essere mossa esclusivamente in ulteriore apertura in quanto soltanto dopo avere raggiunto l'apertura massima può ritornare automaticamente in chiusura.
Lo stesso vale per la forma di attuazione delle FIGG. 7 e 8, dove il nottolino 8, oscillante sul perno 7 dell’elemento 6 fissato al cilindro C e conformato per essere attraversato centralmente dallo stelo S dello stantuffo senza interferire coi collarini 4 che separano le gole 5, è corredato di una lamina flessibile 9 che, scorrevole tra due rullini folli 10 montati nell'elemento 6 parallelamente al perno 7, tende a mantenere il nottolino 8 in assetto pressoché perpendicolare allo stelo S dello stantuffo. In tal caso, la lamina flessibile 9 svolge il compito che nella soluzione precedente era affidato alla forza di gravità e comportava la necessaria orizzontalità del perno d'incernieramento del nottolino.
Anche la forma di attuazione delle FIGG. 9 e 10 non comporta un orientamento obbligato del dispositivo di bloccaggio, essendo il suo funzionamento assicurato da molle. Infatti, all'estremità del cilindro C è fissato, preferibilmente per avvitamento, un elemento 13 conformato per essere attraversato dallo stelo S dello stantuffo e per guidare, trasversalmente a questo, le traslazioni di un elemento a ghigliottina 14 che, spinto da una o più molle elicoidali 15, è destinato ad impegnarsi nell’altemanza di incavi 12 e di rilievi 11 predisposti in una porzione dello stelo S dello stantuffo.
In questa soluzione, diversamente da tutte le altre, la ghigliottina 14 tende ad impegnarsi in tutti gli incavi 12 dello stelo S dello stantuffo qualunque sia il movimento di questo.
Di conseguenza, anche durante il movimento di chiusura è necessario accompagnare manualmente la porta fino a superare tutti i rilievi 11.
E' ovvio che, ferme restando le caratteristiche di massima illustrate e descritte, il trovato in oggetto potrà essere suscettibile di eventuali modifiche e varianti comunque comprese nel presente ambito brevettuale e che, come già accennato in precedenza, potrebbero consistere anche nell'applicare il dispositivo in quella porzione di stelo dello stantuffo vicina all'incerieramento di questa nello stipite.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) "DISPOSITIVO PER L'ARRESTO IN APERTURA DELLE PORTE A BATTENTE CON CHIUDIPORTA AUTOMATICO", ovvero con un cilindro idraulico o pneumatico ed una molla od altro organo elastico da caricare attraverso lo stantuffo e durante il movimento di apertura della porta, caratterizzato in via principale dall' utilizzare lo stesso movimento rettilineo alternativo dello stantuffo del suddetto cilindro essendo previsto che proprio sullo stelo di questo o su un suo prolungamento venga disposta una successione di incavi e risalti, atti a determinare diversi angoli di arresto della porta aperta, nei quali possa impegnarsi temporaneamente un nottolino destinato ad impedire, attraverso lo stantuffo, l'espansione della molla compressa dalla precedente apertura della porta e la conseguente chiusura della stessa. 2) "DISPOSITIVO...", come alla precedente rivendicazione, caratterizzato dal fatto che, secondo la versione delle TAVV. 1-2-3, l'asta S dello stantuffo, destinata a movimentazioni alterne rettilinee rispetto al cilindro C comunque fissato al battente della porta, presenta, nell'estremità libera ovvero opposta a quella incernierata allo stipite della porta, una serie di gole anulari 5 aventi diametro superiore a quello dello stantuffo S ma inferiore a quello dei collarini 4 che separano ciascuna gola 5 dalla successiva. 3) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che, all'estremità del cilindro C è fissato, preferibilmente per avvitamento, un elemento 1 che, conformato per essere attraversato centralmente dallo stelo S dello stantuffo senza interferire coi collarini 4 del medesimo, supporta il nottolino 3 oscillante per gravità sul perno orizzontale 2. 4) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il nottolino 3, conformato e dimensionato per non interferire con la porzione più sottile dello stelo S, al termine dell'apertura della porta poggia su una delle gole 5 puntando obliquamente, come nella FIG. 2, contro uno dei collarini 4 ed impedendo così allo stelo S il movimento necessario per chiudere la porta fino a quando, effettuata l'apertura massima della stessa, si ottiene il cambio di inclinazione del nottolino poiché, temporaneamente libero da qualsiasi ostacolo sottostante, può disporsi come alle FIGG. 4 e 5 consentendo la chiusura automatica della porta ad opera della molla. 5) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che il nottolino 3, conformato e dimensionato per non interferire con la porzione più sottile dello stelo S dello stantuffo, alla chiusura della porta si dispone nel suo libero assetto di gravità in attesa della riapertura per operare nuovamente come alle FIGG. 2 e 3 ed effettuare l'arresto automatico della porta aperta secondo una delle angolazioni offerte dalle gole 3. 6) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che, secondo la versione delle FIGG. 7 e 8, il nottolino 8, oscillante sul perno 7 dell'elemento 6 fissato al cilindro C e conformato per essere attraversato centralmente dallo stelo S dello stantuffo senza interferire coi collarini 4 che separano le gole 5, è corredato di una lamina flessibile 9 che, scorrevole tra due rullini folli 10 montati nell'elemento 6 parallelamente al perno 7, tende a mantenere il nottolino 8 in assetto pressoché perpendicolare allo stelo S dello stantuffo e svolge il compito che nella versione precedente (TAVV. 1-2-3) era affidato alla forza di gravità e comportava la necessaria orizzontalità del perno d'incerieramento 2 del nottolino 3. 7) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che, secondo la versione delle FIGG. 9 e 10, all'estremità del cilindro C è fissato, preferibilmente per avvitamento, un elemento 13 conformato per essere attraversato dallo stelo S dello stantuffo e per guidare, trasversalmente a questo, le traslazioni di un elemento a ghigliottina 14 che, spinto da una o più molle elicoidali 15, è destinato ad impegnarsi nell’alternanza di incavi 12 e di rilievi 11 predisposti in una porzione dello stelo S dello stantuffo. 8) "DISPOSITIVO...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che, essendo il cilindro ammortizzatore quasi sempre fissato direttemente sul battente della porta e con lo stelo fuoriuscente verso lo stipite al quale è incernierato, il dispositivo in oggetto potrebbe essere applicato sia nella porzione di stelo prossima allincernieramento oppure, come negli esempi descritti e rivendicati, su un prolungamento dello stelo dalla parte opposta a quella incernierata. 9) "DISPOSITIVO PER L'ARRESTO IN APERTURA DELLE PORTE A BATTENTE CON CHIUDIPORTA AUTOMATICO", come a tutte le precedenti rivendicazioni, sostanzialmente come illustrato e descritto per gli scopi specificati ed indipendentemente da quelle modifiche o varianti che in pratica potranno essere apportate senza esulare dal presente ambito brevettuale.
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