ITFI20130183A1 - Container di bonifica per aree contaminate - Google Patents

Container di bonifica per aree contaminate

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ITFI20130183A1
ITFI20130183A1 IT000183A ITFI20130183A ITFI20130183A1 IT FI20130183 A1 ITFI20130183 A1 IT FI20130183A1 IT 000183 A IT000183 A IT 000183A IT FI20130183 A ITFI20130183 A IT FI20130183A IT FI20130183 A1 ITFI20130183 A1 IT FI20130183A1
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reclamation container
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contaminated
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    • C02TREATMENT OF WATER, WASTE WATER, SEWAGE, OR SLUDGE
    • C02FTREATMENT OF WATER, WASTE WATER, SEWAGE, OR SLUDGE
    • C02F1/00Treatment of water, waste water, or sewage
    • C02F1/001Processes for the treatment of water whereby the filtration technique is of importance
    • C02F1/004Processes for the treatment of water whereby the filtration technique is of importance using large scale industrial sized filters
    • CCHEMISTRY; METALLURGY
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    • C02FTREATMENT OF WATER, WASTE WATER, SEWAGE, OR SLUDGE
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
“Container di bonifica per aree contaminate”
La presente invenzione ha per oggetto un container di bonifica per aree contaminate.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un container di bonifica utilizzato nelle aree industriali dismesse ed in fase di recupero, oppure nelle aree che erano preposte allo stoccaggio di sostanze chimiche oppure infiammabili ed inquinanti come gli idrocarburi per autotrazione.
Il container di bonifica oggetto della presente invenzione trova vantaggioso impiego in tutti gli ambiti in cui è richiesta la bonifica di aree contaminate e che sono destinate ad un nuovo sfruttamento, per esempio per la costruzione di edifici civili quali abitazioni private oppure uffici o ancora centri commerciali ed aree verdi di ricreazione.
Generalmente, le norme relative alla tutela ambientale in ambito industriale prescrivono già rigide procedure da seguire durante il processo produttivo ed impongono specifici trattamenti per il reintegro di elementi naturali quali, per esempio: acque di falda, acqua delle rete idrica pubblica, terreni, vapori o scarichi gassosi di vario tipo.
Spesso però, specifiche attività produttive industriali comportano un impatto con l’ambiente circostante che permane ed in certi casi risulta irreversibile e deve essere ripristinato in modo opportuno.
Talvolta, ad aggravare la situazione e ad aumentare la probabilità di inquinare il terreno e le acque sottostanti l’area industriale si aggiungono fattori come l’obsolescenza degli impianti e dei sistemi di sicurezza oppure un incidente o una fatalità durante una specifica fase produttiva tali da produrre un inquinamento concentrato e localizzato del terreno e delle acque con sostanze chimiche nocive e tossiche. In questo caso si vengono a creare aree altamente contaminate che richiedono un processo di bonifica particolarmente intenso, costoso anche in termini economici. Allo stato dell’arte la bonifica di siti contaminati comprende tutta una serie di interventi messi in atto al fine di ripristinare le condizioni ambientali proprie dello specifico ecosistema, come era in origine e con modalità e tempi differenti secondo la gravità della contaminazione stessa e della natura delle sostanza inquinanti coinvolte.
Generalmente, l’intervento di bonifica tipico comporta le seguenti fasi: individuazione delle fonti d’inquinamento, rimozione o confinamento della sorgente inquinante per limitarne la dispersione nell’ambiente dei contaminanti, applicazione di processi chimici, fisici o di altro tipo per decontaminare il suolo, ripristino delle condizioni del terreno anche superficiale come da aree circostanti e non contaminate (per esempio piantumazione di nuovi alberi, piante a basso fusto e abbellimenti simili). Inoltre, i processi di bonifica si possono classificare in funzione del luogo in cui vengono applicati, suddividendosi in:
- processi di bonifica “in situ”, dove il recupero del suolo contaminato avviene nella sua sede geologica;
- processi di bonifica “ex situ”, dove il trattamento del suolo (della porzione contaminata almeno) avviene in un ambiente diverso da quello naturale, di origine.
Il presente trovato trova vantaggioso impiego nel caso di processi di bonifica detti “in situ” di un’area contaminata, pertanto nel proseguo della descrizione della presente invenzione, saranno esclusi dai concetti e dalle soluzioni tutti i processi tipici di una bonifica del tipo “ex situ”.
Allo stato dell’arte, tutti i processi di bonifica “in situ” prevedono l’installazione in corrispondenza dell’area da trattare di un sistema che prevede il pompaggio da una certa profondità dell’acqua di falda contaminata, la filtrazione della stessa acqua e la separazione dell’acqua dalle sostanze contaminanti, infine lo stoccaggio delle sostanza inquinanti per dirottarle ad altri processi di smaltimento. L’eventuale aggiunta all’acqua di falda pompata dalla profondità di reagenti chimici per la degradazione chimica o biologica dei contaminanti, rafforza il trattamento di bonifica spesso accelerando i tempi per il completamento.
Un trattamento di bonifica di questo genere può essere inteso anche come misura di sicurezza in quanto permette di controllare il flusso delle acque sotterranee contaminate qualora la possibilità di esito positivo di bonifica di una certa area risulta del tutto compromessa. In altri termini, quando la contaminazione è talmente grave un rimedio è quello perlomeno di contenere le sostanze inquinanti in un’area ben delimitata e controllata, soggetta a speciali processi di bonifica attivi talvolta a tempo indeterminato. Il ripristino delle condizioni ambientali come in origine in questi casi è difficilmente praticabile.
Generalmente, la sostanza inquinante non è presente solo nelle acque di falda, bensì è assorbita anche da alcune fasi solide del terreno, quindi l’estrazione di acqua inquinata dal sottosuolo non sempre è adeguata a contenere la contaminazione. Nel caso di quantità solide importanti di terreno contaminato vengono messi in atto particolari processi di bonifica, che qui non vendono descritti e considerati.
In generale si ravvisa però che la rimozione della sostanza contaminante è funzione anche delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del terreno in questione, quindi potrebbero essere necessari diversi mesi, addirittura anni per completare la bonifica e solo dopo un approfondito studio della natura del terreno da trattare.
Generalmente i sistemi di bonifica che funzionano nel modo sopra descritto, sono affetti da una serie di svantaggi e comportano delle problematiche che sul lungo periodo di tempo possono diventare critiche. Innanzitutto, affinché il processo di purificazione delle acque sotterranee sia efficace il processo di bonifica deve essere attivo sul terreno interessato in modo continuativo per diversi anni.
Quindi, può emergere il problema di conciliare i tempi necessari alla conclusione della bonifica con i tempi utili per avviare una nuova attività di sfruttamento dell’area contaminata sottoposta al ripristino.
In altri termini, tutti i mezzi utilizzati per la bonifica, come per esempio pompe, filtri, serbatoio e simili, devono essere chiusi in un apposito vano che deve essere realizzato appositamente, deve essere messo in sicurezza per un prolungato periodo di sfruttamento e deve essere dislocato secondo la nuova destinazione d’uso dell’area contaminata che, per esempio, può essere sede per nuove abitazioni residenziali. Questo significa che seppur il recupero dell’area contaminata si completi in un determinato periodo di tempo (di solito sufficiente a realizzare il progetto previsto per la nuova destinazione d’uso del terreno), potrebbe verificarsi che la bonifica del terreno stesso sia ancora in corso e richieda molto più tempo.
Di conseguenza si potrebbe verificare che le eventuali abitazioni private e zone pubbliche del nuovo progetto, debbano coesistere con gli impianti di bonifica ancora attivi per il trattamento dell’area sottostante le costruzioni stesse.
In un diverso caso, ancora più specifico, dove l’area da bonificare è in corrispondenza di un distributore di idrocarburi per autotrazione ormai inattivo, sorge il problema che gli eventuali residui oleosi di benzina e/o gasolio nei serbatoi rimossi dal sottosuolo e stoccati temporaneamente in serbatoi appositi, possano indurre eventuali malintenzionati a sottrarli convinti di un facile e proficuo guadagno illecito. Gravi possono essere le conseguenze di un impianto di bonifica malfunzionante.
Un altro problema che è ancora più evidente abbinando le problematiche qui sopra descritte, è il controllo e la gestione di un sistema di bonifica sul lungo periodo, che spesso è dislocato in luoghi remoti o difficilmente raggiungibili perché magari non più collegati con la normale rete stradale e con la sufficiente sicurezza contro eventuali furti e/o danneggiamenti degli impianti da parte di malintenzionati o sabotatori con intenti lucrosi.
In questo ambito, il compito tecnico della presente invenzione è quello di mettere a disposizione un container di bonifica per aree contaminate esente dagli inconvenienti sopra citati.
E’ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un container di bonifica per aree contaminate che possieda elevata flessibilità di utilizzo rispetto a quanto è normalmente noto nell’ambito tecnico specifico, in quanto presenta un impianto integrato completo di tutti i mezzi necessari al processo di bonifica e contemporaneamente si presentano raccolti in un unico contenitore prefabbricato e dotato di opportuni sistemi di sicurezza attiva e passiva.
E’ altresì scopo dell’invenzione mettere a disposizione un container di bonifica per aree contaminate che presenti la possibilità di essere modulare, quindi il container può prevedere diversi allestimenti con diversi tipi di elementi in base alle esigenze specifiche del processo da mettere in opera e dal terreno da trattare nonché in base anche alle condizioni climatiche tipiche della zona interessata al trattamento.
Questi ed altri scopi sono sostanzialmente raggiunti da un container di bonifica per aree contaminate secondo quanto descritto in una o più delle unite rivendicazioni.
Le rivendicazioni dipendenti corrispondono a possibili forme di realizzazione dell’invenzione.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi appariranno maggiormente chiari dalla descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita e non esclusiva di un container di bonifica per aree contaminate secondo la presente invenzione.
Tale descrizione è fornita con riferimento alle unite figure, anch’esse aventi scopo puramente esemplificativo e pertanto non limitativo, in cui: - la figura 1 illustra una vista in pianta del container di bonifica con uno schema a blocchi degli elementi in esso inclusi secondo la presente invenzione.
Nella figura annessa è stato complessivamente illustrato un container di bonifica per aree contaminate in accordo con una forma realizzativa preferita della presente invenzione e dove tale container di bonifica è indicato complessivamente con il numero di riferimento 1.
Il container di bonifica 1 è tale da definire un volume 2 isolato dall’esterno, grazie ad una struttura 3 per esempio a base sostanzialmente rettangolare oppure quadrata. La struttura 3 è chiusa su tutti i lati (perimetrale, superiore ed inferiore) mediante pareti laterali 3a, ad eccezione di una porzione laterale 3b che risulta aperta e richiudibile con un portellone 4. Le pareti laterali 3a, come l’intera struttura 3 del container di bonifica 1 sono realizzate in materiale metallico, preferibilmente a più strati che includono altri materiali per assolvere a funzioni che meglio verranno descritte qui di seguito.
Nel volume 2 del container di bonifica 1 sono compresi una serie di elementi, tra i quali almeno un elemento di pompaggio 5 adatto a richiamare in superficie dei liquidi 100 provenienti dalla falda o da uno scavo nel sottosuolo contaminato.
Nel container di bonifica 1 è compreso almeno un elemento di filtrazione 6 predisposto a separare una parte solida contaminata 200 più consistente, per esempio detriti e particolato, da una parte liquida 101 recuperata dal suddetto elemento di pompaggio 5.
Per maggiore chiarezza, si può indicare come un generico liquido 100 la parte estratta dall’elemento di pompaggio 5 dal sottosuolo che successivamente trattato viene suddiviso in una sospensione solida contaminata 200 ed una parte liquida 101 anch’essa contaminata.
Preferibilmente, la sospensione solida contaminata 200 viene raccolta a parte ed inviata in impianti appositi predisposti al trattamento e recupero di rifiuti e/o detriti inquinati.
Nell’impianto del container di bonifica 1 è inserito un separatore 7 avente lo scopo di trattare la parte liquida 101 suddetta per separarla in una sostanza liquida inquinante 101a ed in una base liquida non inquinante 101b. In altri termini, non appena si è conclusa la fase di filtrazione del generico liquido 100 di falda dalla parte solida 200 la restante parte liquida inquinata 101 viene trattata dal suddetto separatore 7.
Secondo la forma realizzativa preferita della presente invenzione, la sostanza liquida inquinante 101a viene raccolta e stoccata in almeno un serbatoio 8 mentre la base liquida non inquinante 101b, salvo ulteriori e successivi trattamenti di purificazione, viene reimmessa per esempio nel sottosuolo per mezzo dei pozzi di iniezione. Il container 1 può comprendere più serbatoi 8 per esempio per via della diversa densità e/o concentrazione della sostanza liquida inquinate 101.
Preferibilmente, il serbatoio 8 presenta una struttura tale da permettere un’ispezione oltre che uno svuotamento ed una pulizia generale scadenziate di volta in volta secondo le specifiche condizioni d’impiego. Il container di bonifica 1 comprende inoltre dei mezzi di controllo e gestione 9 tali da permettere il funzionamento autonomo del suddetto sistema di bonifica.
I mezzi di controllo e gestione 9 assolvono principalmente due funzioni: una prima funzione è quella di monitorare costantemente i valori di soglia delle grandezze fisiche in gioco nell’impianto (per esempio pressione, temperatura, concentrazioni chimiche, prevalenza, portate in volume e simili). La seconda funzione preposta ai mezzi di controllo e gestione 9 è quella di conduzione dell’impianto stesso per poter cambiare in tempo reale i valori di soglia della grandezze fisiche sopra citate secondo specifiche esigenze del caso.
A completamento, il container di bonifica 1 comprende anche almeno un gruppo generatore 10 adatto ad alimentare elettricamente delle utenze elettriche di detto container di bonifica 1. Preferibilmente, il gruppo generatore è composto da almeno due elementi con motore endotermico (a benzina o gasolio) dotati di serbatoio separato, ciascuno in grado di alternarsi e/o sostituirsi nel caso di avaria di uno dei due elementi endotermici. Gli elementi dell’impianto di bonifica che necessitano un’alimentazione elettrica sono almeno: l’elemento di pompaggio 5, l’elemento di filtrazione 6, il separatore 7 ed i mezzi di controllo e gestione 9. Ulteriori elementi possono essere compresi nell’elenco sopra dettagliato, in base a specifici allestimenti ed installazioni speciali relative all’impianto racchiuso nel container di bonifica 1.
Di seguito vengono descritti i mezzi con cui avviene l’interazione del container di bonifica 1 con l’ambiente esterno.
Preferibilmente, il container di bonifica 1 comprende almeno un’interfaccia di collegamento in ingresso 11 dall’esterno per l’elemento di pompaggio 5. Come accennato sopra, l’elemento di filtraggio 5 interagisce con i liquidi 100 presenti nel sottosuolo, per farlo è predisposto un opportuno collegamento in ingresso 11 dall’esterno per mettere in collegamento di fluido, per mezzo di una tubazione, la pompa dell’elemento di pompaggio 5 con la falda presente nel sottosuolo e che raccoglie il liquido 100 da trattare.
In particolare, l’interfaccia di collegamento in ingresso 11 comprende almeno un attacco rapido per impianti idraulici industriali ed almeno un connettore per un sensore per esempio di livello del liquido 100 di falda o di pressione del liquido 100 lungo la tubazione suddetta. Generalmente la tubazione dell’elemento di pompaggio 5 è messa in opera ed inserita alla profondità prestabilita per mezzo di una preventiva trivellazione o uno scavo similare.
Preferibilmente, il container di bonifica 1 comprende anche un’interfaccia di collegamento in uscita 12 verso l’esterno dal separatore 7. Infatti, secondo lo schema a blocchi illustrato nell’annessa figura 1, la base liquida non inquinante 101b proveniente dal separatore 7 può essere reimmessa nell’ambiente naturale per esempio in superficie oppure potrebbe subire altri processi per aumentarne la depurazione, oppure ancora può essere reimmessa nell’ambiente naturale nel sottosuolo per ripristinare il livello della falda acquifera. L’interfaccia di collegamento in uscita 12 comprende quindi collegamenti con attacco rapido per impianti idraulici industriali ed almeno un connettore per il collegamento di sensori di vario genere, secondo le necessità.
Il container di bonifica 1 oggetto della presente invenzione è altamente sofisticato e studiato in ogni dettaglio, infatti i mezzi di controllo e gestione 9 possono comprendere un’interfaccia di collegamento per la telemetria 13 dei dati che può essere una caratteristica aggiuntiva come optional dell’impianto di bonifica.
Vantaggiosamente, un controllo in remoto, vale a dire a distanza anche ragguardevole, del container di bonifica 1 direttamente da una centrale operativa presidiata, permette di rivoluzionare quanto finora realizzato in fatto di processi di bonifica “in situ”. L’interfaccia di collegamento per la telemetria 13 comprende infatti antenne per l’invio dei dati a distanza via etere, per esempio, secondo tecniche di reti dedicate VPN, scelte in base alle distanze e alle caratteristiche morfologiche del terreno dove viene installato il container di bonifica 1 e secondo le specifiche di sicurezza prestabilite.
Inoltre, secondo il pacchetto di optional scelto dall’utilizzatore, l’interfaccia di collegamento telemetrico 13 può essere bidirezionale, permettendo un controllo ed una gestione attiva dell’impianto, oppure semplicemente può essere un collegamento unidirezionale di controllo, cioè solamente un monitoraggio delle grandezze fisiche che governano il processo di bonifica.
Preferibilmente, le pareti 3a del container 1 comprendono un elemento isolante adatto a mantenere la temperatura la più possibile costante durante il cambio climatico giornaliero (tra il giorno e la notte) e soprattutto durante il cambiamento climatico stagionale (tra estate ed inverno).
Infatti, alcune apparecchiature elettroniche come per esempio le schede elettroniche che compongono l’interfaccia per la telemetria 13 sono soggette a malfunzionamenti se sottoposte ad eccessivi sbalzi di temperatura e/o umidità ambientale.
Preferibilmente, il container di bonifica 1 comprende un sistema opportunamente dimensionato per il trattamento dell’aria del volume isolato 2, vale a dire il volume d’aria interno al container 1 è trattato in termini di temperatura ed umidità. In aggiunta, possono essere predisposti sul container di bonifica 1 speciali isolamenti e rivestimenti anti deflagrazione sulle pareti di chiusura 3a e sul portellone 4, nonché rinforzi all’intera struttura 3 del container 1 per contenere una deflagrazione.
In aggiunta, l’allestimento dell’impianto può comprendere dispostivi elettrici ed elettronici e dei relativi cablaggi di alimentazione conformi ad un particolare grado di protezione “IP” superiore allo standard comunemente richiesto per legge (per esempio una protezione IP 55 oppure IP 56 per i motori di azionamento delle pompe).
In una versione ulteriormente evoluta del container di bonifica 1, le pareti possono comprendere un isolante termico abbinato ad un isolante acustico nel caso di utilizzo del container 1 in prossimità di abitazioni civili. Nel caso in cui la parte liquida inquinante 101a è particolarmente volatile come nel caso di benzina per autotrazione, il container 1 può comprendere degli specifici mezzi di filtrazione e trattamento dell’aria 14 prima di rilasciare i vapori presenti nel volume isolato 2 verso l’ambiente esterno.
Vantaggiosamente, dal momento che la struttura del container di bonifica 1 è realizzata con misure d’ingombro standard secondo i riferimenti di costruzione di un comune container commerciale da trasporto, sono previsti dei mezzi di presa 15 adatti al sollevamento del container di bonifica 1 per essere movimentato e/o trasportato da un luogo ad un altro. In altre forme realizzative in accordo con la presente invenzione, ma non illustrate nell’annessa figura 1, il container di bonifica 1 può avere dimensioni pari ad un sottomultiplo delle misure standard di un container commerciale da trasporto oppure ancora può avere dimensioni fuori standard in base a specifiche condizioni d’impiego.
In particolare, i mezzi di presa 15 possono comprendere per esempio delle piastre asolate, degli occhielli oppure delle fessure per il passaggio di cinghie di sollevamento o per il passaggio delle forche di un carrello elevatore. I mezzi di presa 15 consentono al container 1 di essere trasportato da gru semoventi, da autoarticolati oppure da un elicottero da trasporto. In questo modo il container di bonifica 1 acquisisce una notevole flessibilità di utilizzo in quanto, una volta raggiunto il completamento della bonifica “in situ” in un terreno contaminato, il container di bonifica 1 può essere scollegato e trasportato su di un nuovo terreno contaminato e predisposto al nuovo processo di bonifica.
Infatti, è sufficiente che il container di bonifica 1 sia ripristinato di tutti gli elementi soggetti ad usura e deperimento (per esempio filtri a cartuccia, guarnizioni di tenuta, filtri del separatore 7, ecc…) per essere nuovamente pronto all’uso. In termini di utilizzo, il container di bonifica 1 è un sistema interamente chiuso 1 che presenta delle interfacce di collegamento da e verso l’esterno ed è autonomo e funzionante una volta piazzato in opera e collegato con una tubazione proveniente da una falda acquifera contaminata.
Le condizioni morfologiche del terreno per l’installazione dell’impianto di bonifica grazie a questa vantaggiosa soluzione del container di bonifica 1 non sono più una limitazione nel suo impiego “in situ”.
Vantaggiosamente, a scopo di protezione e sicurezza il container di bonifica 1 comprende un sistema di antifurto 16 dotato di sistemi di rilevamento di presenza con sensori ottici del tipo IR/PIR, oltre che una serie di sensori in grado di percepire il sollevamento dell’intero container 1. Preferibilmente, il container di bonifica 1 comprende nel sistema antifurto 16 anche un combinatore telefonico del tipo GSM in modo tale che non appena il sistema antifurto 16 rileva un’anomalia venga immediatamente inviato via telefono un messaggio di allarme ad un operatore preposto. Una sirena acustica, preferibilmente opzionale rispetto alla dotazione di base, può completare l’allestimento di sicurezza del container di bonifica 1. In aggiunta un sistema di video sorveglianza può completare il pacchetto di sicurezza del container 1.
Ai fini di una migliore la gestione del container di bonifica 1, il sistema di antifurto 16 può comprendere un sistema di rilevamento della posizione basato sulla piattaforma GPS. Con questo sofisticato accorgimento, vantaggiosamente possono beneficiare diversi soggetti legati da rapporti diversi dal punto di vista commerciale/professione. Per esempio, l’utilizzatore del container di bonifica 1 con un sistema di rilevamento della posizione può individuare eventuali spostamenti anomali del container 1 (per esempio in caso di furto del container 1 stesso), mentre l’eventuale società che cede in comodato d’uso il container di bonifica 1 può avere un registro più preciso ed aggiornato della posizione e dello stato di utilizzo dei propri container 1 ai fini di seguire un programma di manutenzione periodica degli elementi in esso contenuti e di monitoraggio dell’efficienza generale dell’impianto stesso.
Vantaggiosamente, il container di bonifica 1 rappresenta un esempio di modularità e flessibilità d’impiego che allo stato dell’arte non è possibile avvicinare: la combinazione di numerose soluzioni innovative conferiscono al trovato della presente invenzione un prodotto modulabile nell’allestimento, flessibile nell’impiego per via delle dimensioni standard di un container, nel quale ogni predisposizione è disponibile e non richiede ulteriori modifiche in opera o aggiunte in un secondo momento.
Inoltre, non sono più richieste gettate o basamenti in cemento per ospitare le tipiche cabine di protezione nelle quali generalmente sono ospitati gli impianti di bonifica e tantomeno non vanno previsti spazi ed infrastrutture apposte nel progetto di recupero dell’area contaminata.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Container di bonifica (1) per aree contaminate definente un volume (2) isolato dall’esterno, comprendente all’interno di detto volume (2): - almeno un elemento di pompaggio (5) adatto a richiamare in superficie dei liquidi (100) provenienti da una falda o da uno scavo nel sottosuolo; - almeno un elemento di filtrazione (6) predisposto a separare i detriti (200) di maggiore dimensione da detti liquidi (100) richiamati da detto elemento di pompaggio (5); - un separatore (7) adatto a dividere una sostanza liquida inquinante (101a) con la rispettiva base liquida non inquinante (101b); - almeno un serbatoio (8) adatto a stoccare nel tempo una quantità prestabilita di detta sostanza liquida inquinante (101a); - mezzi di controllo e gestione (9) tali da permettere il funzionamento automatizzato di detto container di bonifica (1); - almeno un gruppo generatore (10) adatto ad alimentare elettricamente delle utenze elettriche di detto container di bonifica (1), comprendenti almeno: detto almeno un elemento di pompaggio (5), detto almeno un elemento di filtrazione (6), detto separatore (7), detto almeno un serbatoio di stoccaggio (8), detti mezzi di controllo e gestione (9).
  2. 2. Container di bonifica (1) secondo la rivendicazione 1, comprendente un’interfaccia di collegamento in ingresso (11) dall’esterno di detto elemento di pompaggio (5).
  3. 3. Container di bonifica secondo la rivendicazione 1, comprendente un’interfaccia di collegamento in uscita (12) verso l’esterno da detto separatore (7).
  4. 4. Container di bonifica (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente inoltre mezzi di presa (15) adatti al sollevamento di detto container di bonifica (1) per essere movimentato e/o trasportato da un luogo all’altro.
  5. 5. Container di bonifica (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente un sistema di antifurto (16) comprendente dei sensori di sollevamento collegati ad una sirena acustica e/o ad un combinatore telefonico del tipo GSM.
  6. 6. Container di bonifica (1) secondo la rivendicazione 5, in cui detto sistema di antifurto (16) è tale da permettere il rilevamento della posizione di detto container di bonifica (1) mediante una tecnologia del tipo GPS.
  7. 7. Container di bonifica (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di controllo e gestione (9) comprendono inoltre una interfaccia di collegamento per la telemetria (13) dei dati ad una centrale operativa presidiata.
  8. 8. Container di bonifica (1) secondo la rivendicazione 1, comprendente dei mezzi di filtrazione e trattamento dell’aria (14) contenuta in detto volume (2) tali da depurarla da una sostanza liquida inquinante (101a) volatile.
  9. 9. Container di bonifica (1) secondo la rivendicazione 1, in cui pareti di chiusura (3a) di detto container (1) prevedono un elemento isolante adatto a mantenere umidità e temperatura costanti in detto volume (2) isolato.
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