ITFI20130016A1 - "contenitore per elementi filtranti, dispositivo impiegante detto contenitore e metodo di microfiltrazione" - Google Patents

"contenitore per elementi filtranti, dispositivo impiegante detto contenitore e metodo di microfiltrazione"

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ITFI20130016A1
ITFI20130016A1 IT000016A ITFI20130016A ITFI20130016A1 IT FI20130016 A1 ITFI20130016 A1 IT FI20130016A1 IT 000016 A IT000016 A IT 000016A IT FI20130016 A ITFI20130016 A IT FI20130016A IT FI20130016 A1 ITFI20130016 A1 IT FI20130016A1
Authority
IT
Italy
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container
microfiltered
bottom wall
chamber
liquid
Prior art date
Application number
IT000016A
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English (en)
Inventor
Carlo Stazzoni
Original Assignee
Aautomag S R L
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Publication date
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    • G01MEASURING; TESTING
    • G01NINVESTIGATING OR ANALYSING MATERIALS BY DETERMINING THEIR CHEMICAL OR PHYSICAL PROPERTIES
    • G01N1/00Sampling; Preparing specimens for investigation
    • G01N1/28Preparing specimens for investigation including physical details of (bio-)chemical methods covered elsewhere, e.g. G01N33/50, C12Q
    • G01N1/40Concentrating samples
    • G01N1/4005Concentrating samples by transferring a selected component through a membrane
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B01PHYSICAL OR CHEMICAL PROCESSES OR APPARATUS IN GENERAL
    • B01LCHEMICAL OR PHYSICAL LABORATORY APPARATUS FOR GENERAL USE
    • B01L3/00Containers or dishes for laboratory use, e.g. laboratory glassware; Droppers

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Description

“CONTENITORE PER ELEMENTI FILTRANTI, DISPOSITIVO IMPIEGANTE DETTO CONTENITORE E METODO DI MICROFILTRAZIONEâ€
DESCRIZIONE
Campo Tecnico
La presente invenzione riguarda il settore della filtrazione e più in particolare il settore della microfiltrazione. L’invenzione riguarda in particolare sistemi, dispositivi, metodi ed accessori per microfiltrare campioni liquidi, ad esempio – ma non esclusivamente - campioni di prodotti enologici o simili. Stato della Tecnica
In molti settori industriali, compresa l’industria agroalimentare, ed agricoli à ̈ necessario effettuare analisi di campioni liquidi preventivamente depurati di residui solidi in sospensione che possono falsare l’esito delle analisi e/o provocare deterioramenti nel tempo del campione.
Un settore tipico in cui à ̈ necessario eseguire la preparazione di campioni liquidi rimuovendone eventuali residui solidi in sospensione, compresi residui di microorganismi simili, per effettuare successive analisi di laboratorio, à ̈ il settore enologico. Campioni di vino vengono normalmente depurati delle sostanze solide in sospensione tramite centrifugazione. Per effetto della centrifugazione le sostanze solide, ad esempio microorganismi o residui vegetali, si compattano sul fondo di apposite provette utilizzate per la centrifugazione. Il campione liquido che rimane nella parte superiore della provetta viene prelevato e sottoposto ad analisi.
La centrifugazione à ̈ operazione particolarmente complessa e costosa, a causa della necessità di utilizzare contenitori di forma particolare e dimensioni relativamente piccole, nonché apparati specifici particolarmente costosi. La separazione tra residuo solido e parte liquida del campione non à ̈ sempre soddisfacente ed in ogni caso la parte solida rimane all’interno del liquido, compattata sul fondo del contenitore in cui à ̈ stata eseguita la centrifugazione, e può contaminare nuovamente il liquido durante le fasi successive alla centrifugazione prima del prelievo del campione depurato per le analisi.
Risultati migliori in termini di qualità del liquido depurato si possono ottenere con la microfiltrazione. In questo caso il liquido da depurare viene fatto passare attraverso dischetti microfiltranti disposti all’interno di opportuni contenitori. Un disco o dischetto filtrante viene posto all’interno di un contenitore lenticolare che presenta un ingresso ed un’uscita definenti un percorso di fluido ortogonale al piano di giacitura del dischetto filtrante . Il liquido viene poi fatto passare attraverso il contenitore e i residui solidi sono trattenuti dal dischetto filtrante contenuto in esso. Per ottenere una filtrazione o microfiltrazione progressiva, attraverso dischetti filtranti via via più fini, si montano in serie più contenitori lenticolari, ciascuno corredato di un rispettivo dischetto filtrante, e il liquido da filtrare passa sequenzialmente attraverso i vari contenitori.
Il tempo richiesto per la microfiltrazione à ̈ relativamente elevato e le operazioni di microfiltrazione con tali accessori richiedono notevole manualità.
Sommario dell’Invenzione
Secondo un primo aspetto, viene previsto un contenitore per elementi filtranti impiegabili in un sistema di microfiltrazione, comprendente una parete di fondo con almeno un’apertura per il passaggio di un campione liquido filtrato, un bordo perimetrale circondante la parete di fondo e formante con la parete di fondo un alloggiamento per uno o più elementi filtranti, e organi di tenuta per cooperare con un dispositivo di erogazione del campione liquido da filtrare. Vantaggiosamente gli organi di tenuta possono comprendere organi di tenuta frontale sulla superficie interna della parete di fondo e preferibilmente anche organi di tenuta laterale sulla superficie interna della parete o bordo perimetrale.
La tenuta frontale può comprendere un risalto sostanzialmente anulare, sporgente dalla parete di fondo del contenitore verso alloggiamento degli elementi filtranti. La tenuta laterale può comprendere un risalto sostanzialmente anulare sporgente dalla superficie interna del bordo perimetrale, il quale preferibilmente forma un sottosquadro di ritegno degli elementi filtranti all’interno dell’alloggiamento.
Vantaggiosamente, la parete di fondo presenta una o più aperture di percolazione del liquido filtrato. Queste aperture sono preferibilmente disposte in una zona centrale della parete di fondo, per far uscire il liquido filtrato in un’area di passaggio di dimensioni trasversali minori rispetto alla dimensione trasversale del contenitore. Questo facilita l’erogazione del liquido filtrato in un contenitore di raccolta. La parete di fondo del contenitore può presentare una pluralità di nervature di rinforzo, preferibilmente radiali, poste vantaggiosamente tra la zona centrale, dove sono previste le aperture passanti, e il bordo perimetrale del contenitore.
Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del contenitore sono descritte nel seguito e nelle allegate rivendicazioni, che formano parte integrante della presente descrizione.
Secondo un ulteriore aspetto, l’invenzione prevede un dispositivo di microfiltrazione di campioni liquidi, comprendente una camera di accoglimento dei campioni da microfiltrare, la quale presenta una prima apertura di immissione di un campione da microfiltrare ed una seconda apertura di percolazione, cioà ̈ di uscita del campione microfiltrato, in cui la seconda apertura à ̈ interfacciabile ad un contenitore per elementi filtranti come sopra definito. La camera presenta inferiormente una parete atta ad inserirsi nell’alloggiamento formato dal contenitore ed a cooperare con gli organi di tenuta di quest’ultimo.
Come risulterà chiaro dalla descrizione che segue di un esempio di realizzazione, con una disposizione di questo tipo si può effettuare un processo di microfiltrazione semplice e rapido.
In vantaggiose forme di realizzazione, la camera può presentare una forma tubolare. La parte inferiore della camera può presentare una parete laterale esterna ed un bordo frontale, cooperanti con organi di tenuta laterale e frontale del contenitore.
In vantaggiose forme di realizzazione, in specie quando la camera ha forma tubolare, la prima apertura e la seconda apertura si trovano ad estremità opposte della camera.
In vantaggiose forme di realizzazione la camera di accoglimento dei campioni da microfiltrare à ̈ associata ad organi di vincolo ed espulsione dei contenitori degli elementi filtranti. Questi organi possono essere azionati da opportuni attuatori, per rendere più agevole l’applicazione e l’espulsione dei contenitori, evitando o riducendo le operazioni manuali.
Per poter regolare la velocità di filtrazione, in alcune forme di realizzazione il dispositivo può comprendere comprendente organi di pressurizzazione della camera contenente il campione liquido da microfiltrare. Aumentando o riducendo la pressione si aumenta o si riduce la velocità di filtrazione. In alcune forme di realizzazione può essere previsto un sensore per determinare la velocità di filtrazione. Ad esempio può essere previsto un sensore di peso, come ad esempio una cella di carico, che determina il peso e la velocità di variazione del peso del campione filtrato, raccolto in un contenitore di raccolta. Questi dati possono essere usati per interrompere il processo di filtrazione quando à ̈ stato raggiunto il quantitativo necessario di liquido filtrato e/o per controllare la velocità di filtrazione, aumentandola o riducendola secondo necessità.
In alcune forme di realizzazione gli organi di pressurizzazione comprendono un sistema pneumatico di immissione di aria in pressione ed eventualmente di depressurizzazione della camera di contenimento del campione. La depressurizzazione può servire anche per interrompere tempestivamente il flusso del campione attraverso gli elementi filtranti, e consentire la rimozione del contenitore di raccolta, senza dispersione di liquido..
In forme di realizzazione particolarmente vantaggiose, il dispositivo può comprendere un sistema di lavaggio e di asciugatura della camera di accoglimento del campione da microfiltrare. In vantaggiose forme di realizzazione il sistema di lavaggio ed asciugatura à ̈ automatico. Esso può vantaggiosamente essere controllato in modo da non abilitare un secondo procedimento di filtrazione prima di aver eseguito un ciclo di lavaggio ed asciugatura a seguito di un primo processo di filtrazione. Si evitano in questo modo contaminazioni accidentali tra campioni diversi.
In una forma di realizzazione perfezionata, il dispositivo può essere dotato di una propria unità di controllo. Vantaggiosamente, per gli scopi che verranno appresso chiariti, il dispositivo può essere corredato di un lettore di codici a barre o di altro dispositivo per la lettura od il rilevamento di un codice univoco, associato ai contenitori di raccolta di campioni filtrati.
Più dispositivi possono essere tra loro combinati per formare una macchina multipla. Preferibilmente in tal caso ciascun dispositivo comprende una propria unità di controllo e le varie unità di controllo dei dispositivi della macchina multipla sono interfacciate ad una unità di controllo e supervisione generale. La macchina può avere un secondo lettore di codici a barre od altro dispositivo di lettura o rilevamento di un codice univoco associabile ad un recipiente di un campione di liquido da filtrare. Questo consente una migliore efficienza del processo di filtrazione e una migliore gestione e tracciabilità dei campioni. Preferibilmente il secondo dispositivo di lettura à ̈ unico per i vari dispositivi che formano la macchina ed à ̈ preferibilmente interfacciato all’unità di controllo e supervisione.
Ulteriori caratteristiche e forme di realizzazione del dispositivo sono indicate nelle allegate rivendicazioni dipendenti.
Secondo ancora un ulteriore aspetto, viene previsto un sistema per microfiltrare campioni liquidi comprendente:
un dispositivo con una camera di accoglimento dei campioni da microfiltrare, la quale presenta una prima apertura di immissione di un campione da microfiltrare ed una seconda apertura di percolazione, cioà ̈ di uscita del campione microfiltrato, un contenitore per elementi filtranti impiegabili con una parete di fondo con almeno un’apertura per il passaggio di un campione liquido microfiltrato, un bordo perimetrale circondante la parete di fondo e formante con la parete di fondo un alloggiamento per uno o più elementi filtranti, e organi di tenuta per cooperare con la camera di accoglimento del liquido da microfiltrare.
Vantaggiosamente la camera può presenta inferiormente una parete atta ad inserirsi nell’alloggiamento formato dal contenitore ed a cooperare con gli organi di tenuta di quest’ultimo
In alcune forme di realizzazione del sistema secondo l’invenzione la seconda apertura della camera di accoglimento del liquido da microfiltrare à ̈ associata ad una parete tubolare, il cui diametro interno à ̈ preferibilmente dimensionato in modo tale da inserirsi a tenuta all’interno del bordo perimetrale del contenitore, e preferibilmente terminante con un bordo frontale cooperante a tenuta con la parete di fondo del contenitore, per premere gli elementi filtranti tra il bordo frontale e la parete di fondo del contenitore, vantaggiosamente in corrispondenza di un organo di tenuta anulare. La parete tubolare può essere formata da un elemento tubolare al cui interno à ̈ definita la camera di accoglimento del campione da microfiltrare.
Secondo ancora un ulteriore aspetto, l’invenzione riguarda un metodo per microfiltrare un campione liquido, comprendente le fasi di:
− Inserire almeno un elemento filtrante in un contenitore;
− applicare il contenitore con gli elementi filtranti in esso inseriti ad una apertura di una camera di accoglimento di un campione liquido da microfiltrare;
− inserire il campione liquido nella camera;
− far fluire il campione liquido attraverso il o gli elementi filtranti eventualmente pressurizzando la camera contenente il campione liquido da microfiltrare;
− rimuovere il contenitore con il o gli elementi filtranti esausti; − lavare automaticamente ed asciugare automaticamente la camera.
In vantaggiose forme di realizzazione, in uno stesso contenitore vengono inseriti più elementi filtranti, con gradi di porosità via via decrescenti, per effettuare una microfiltrazione o filtrazione progressiva, in modo che gli elementi filtranti a porosità più ridotta non vengano intasati rapidamente dall’elevata quantità di residui contenuti nel campione, i quali vengono trattenuti a monte dagli elementi filtranti a porosità maggiore.
Ulteriori vantaggiose caratteristiche e forme di realizzazione del metodo e del sistema secondo l’invenzione sono descritte nel seguito e nelle allegate rivendicazioni.
Breve Descrizione dei Disegni
La presente invenzione verrà meglio compresa seguendo la descrizione e l’unito disegno, il quale mostra una pratica forma di realizzazione non limitativa dell’invenzione. Più in particolare, nel disegno mostrano: le Figg.1 e 2 viste assonometriche secondo due angolazioni diverse di un contenitore in una forma di realizzazione; la
Fig.3 una vista frontale del contenitore dal lato dell’alloggiamento degli elementi filtranti; la
Fig.4 una sezione secondo IV-IV di Fig.3; le
Figg.5A a 5E uno schema del dispositivo impiegante il contenitore delle Figg.1 a 4 in varie fasi di un procedimento di microfiltrazione; la
Fig.6 una sezione locale ingrandita del contenitore degli elementi filtranti inserito all’estremità di un tubo del dispositivo delle Figg.5A a 5E da cui viene erogato il liquido da microfiltrare; e la
Fig.7 una vista frontale schematica di una macchina multipla, comprendente una pluralità di dispositivi o teste singole tra loro combinate.
Descrizione Dettagliata di una Forma di Attuazione dell’Invenzione
La descrizione dettagliata che segue di forme di realizzazione esemplificative si riferisce ai disegni allegati. Gli stessi numeri di riferimento in disegni differenti identificano elementi uguali o simili. Inoltre, i disegni non sono necessariamente in scala. La descrizione dettagliata che segue non limita l’invenzione. Piuttosto, l’ambito dell’invenzione à ̈ definito dalle rivendicazioni accluse.
Il riferimento in tutta la descrizione a “una forma di realizzazione†o “la forma di realizzazione†o “alcune forme di realizzazione†significa che una particolare caratteristica, struttura o elemento descritto in relazione ad una forma di realizzazione à ̈ compresa in almeno una forma di realizzazione dell’oggetto descritto. Pertanto la frase “in una forma di realizzazione†o “nella forma di realizzazione†o “in alcune forme di realizzazione†in vari punti lungo la descrizione non si riferisce necessariamente alla stessa o alle stesse forme di realizzazione. Inoltre le particolari caratteristiche, strutture od elementi possono essere combinati in qualunque modo idoneo in una o più forme di realizzazione.
Con iniziale riferimento alle Figg.1 a 4 verrà in primo luogo descritta una possibile configurazione del contenitore degli elementi filtranti in una forma di attuazione. Il contenitore à ̈ complessivamente indicato con 1 e comprende una parete di fondo 5 circondata da un bordo o parete perimetrale 7, così da definire un alloggiamento 9, entro cui vengono inseriti gli elementi microfiltranti di forma preferibilmente discoidale. La Fig.6, su cui si tornerà nel seguito, mostra una porzione di un contenitore 1 in un assetto di utilizzo con alcuni elementi filtranti, schematicamente rappresentati con F, inseriti all’interno del contenitore.
Nella forma di realizzazione illustrata il contenitore presenta uno sviluppo circolare in pianta, formante un alloggiamento 9 di sezione trasversale circolare. La forma e la dimensione diametrale dell’alloggiamento 9 corrispondono alla forma ed alla dimensione diametrale degli elementi filtranti discoidali comunemente in commercio.
Secondo una forma di realizzazione, sulla superficie della parete di fondo 5 rivolta verso l’alloggiamento 9 degli elementi filtranti F à ̈ realizzato un organo di tenuta 11. In alcune forme di realizzazione (vedasi in particolare Fig.4) l’organo di tenuta 11 ha sostanzialmente la forma di un risalto sostanzialmente anulare, con una sezione trasversale preferibilmente semicircolare o comunque opportunamente stondata.
Sulla superficie interna della parete o bordo perimetrale 7 à ̈ previsto un ulteriore organo di tenuta, complessivamente indicato con 13. In alcune forme di realizzazione l’organo di tenuta 13 à ̈ un organo di tenuta laterale che agisce su una superficie laterale di un organo tubolare di erogazione o alimentazione del liquido da microfiltrare, come verrà chiarito in seguito con specifico riferimento alla Fig.6. In alcune forme di realizzazione l’organo di tenuta laterale 13 comprende un risalto sostanzialmente anulare. Il risalto formante l’organo di tenuta laterale può avere una sezione trasversale circa triangolare per formare una sorta di tenuta a labbro.
Nella forma di realizzazione illustrata gli organi di tenuta 11 e 13 sono formati dallo stesso materiale formante le restanti parti del contenitore 1. Ad esempio il contenitore 1 con tutte le sue parti, compresi gli organi di tenuta 11 e 13, può essere realizzato in resina sintetica, ad esempio per stampaggio. Lo stesso materiale di base può formare gli organi di tenuta. In altre forme di realizzazione, non mostrate, entrambi od uno degli organi di tenuta 11, 13 possono essere formati da un materiale diverso rispetto al materiale di base che forma il contenitore 1, ad esempio per ottenere una tenuta più efficiente. Materiali diversi (ad esempio due diverse mescole di resine plastiche) possono essere usati in combinazione, unendo le varie parti od i vari componenti tramite incollaggio, saldatura (ad esempio ad ultrasuoni), per costampaggio o con altra tecnica idonea.
Nella parete di fondo 5 del contenitore 1 à ̈ realizzata una zona centrale ribassata indicata con 15, la cui dimensione diametrale à ̈ inferiore al diametro del primo organo di tenuta frontale formato dal risalto anulare 11.
All’interno della zona ribassata 15 possono essere previste protuberanze 17, visibili in particolare in Fig.2. Le protuberanze 17 possono essere disposte ad esempio secondo una disposizione di cerchi concentrici e definiscono fra di esse zone libere. Ciascuna protuberanza 17 può essere formata a sua volta con una pluralità di porzioni di maggiore altezza tra loro distanziate ed indicate con 17A.
In generale, ed a prescindere dalla particolare configurazione che le protuberanze 17 possono assumere, ciò che si ottiene à ̈ una struttura di supporto discontinuo degli elementi discoidali filtranti F che, poggiando sulle protuberanze 17, vengono tenuti distanziati dalla superficie di fondo della zona ribassata 15 formata nella parete di fondo 5 del contenitore 1. In questo modo viene facilitato il deflusso del liquido microfiltrato dalla superficie di uscita degli elementi filtranti verso la zona centrale della parte di fondo 5 del contenitore 1, nella quale sono realizzate aperture passanti 21, per consentire l’uscita o lo scarico del liquido microfiltrato.
In alcune forme di realizzazione viene prevista una pluralità di aperture passanti 21, ad esempio di sezione trasversale circolare, come mostrato nel disegno. La sezione trasversale delle aperture passanti può essere diversa da quella rappresentata, e così anche la disposizione ed il numero delle aperture.
Preferibilmente, per i motivi che appariranno chiari nel seguito, in alcune forme di realizzazione le aperture passanti sono disposte in una zona centrale di diametro indicato con D0 (Fig.4) della parete di fondo 5, sostanzialmente minore del diametro della tenuta 11. Nella zona anulare attorno al diametro D0 la parete di fondo 5 Ã ̈ preferibilmente priva di aperture passanti 21.
In alcune forme di realizzazione, dalla superficie della parete di fondo 5 opposta rispetto all’alloggiamento 9 si sviluppa un codolo o collare 23, preferibilmente di sezione circolare. Il diametro interno del collare 23 à ̈ tale per cui tutte le aperture passanti 21 sboccano all’interno del volume delimitato dal collare o codolo 23. Il codolo 23 sporge preferibilmente per una lunghezza H da una serie di nervature che possono essere vantaggiosamente previste sulla superficie esterna della parete di fondo 5. Le nervature 25 sono visibili in particolare nella vista assonometrica di Fig.1. Preferibilmente le nervature 25 hanno un andamento circa radiale e si sviluppano dal codolo o collare centrale 23 verso un risalto anulare esterno 27.
Il risalto anulare esterno 27 ha preferibilmente un diametro D2 inferiore rispetto al diametro esterno D3 (Fig.4) della parte intermedia del bordo perimetrale 7. In questo modo sul fondo del contenitore 1 si forma uno spallamento 29 che consente l’impilamento reciproco di più contenitori 1, l’uno sull’altro.
Il bordo perimetrale 7 del contenitore 1 può vantaggiosamente presentare una flangia 7A che circonda una imboccatura 7B. Attorno all’imboccatura 7B può essere previsto un invito o smusso 7C. Il diametro dell’imboccatura 7B può essere sostanzialmente pari al diametro D2 sopra definito. In questo modo una pluralità di contenitori 1 possono essere fra loro impilati inserendo la porzione di diametro D2 sostanzialmente cilindrica inferiore di un contenitore 1 all’interno dell’imboccatura 7B di un uguale contenitore 1 adiacente, vincolando in tal modo un contenitore all’altro. Un eventuale leggero sottodimensionamento del diametro dell’imboccatura 7B rispetto al diametro D2 consente di accoppiare contenitori 1 sovrapposti con forzamento, rendendo l’unione dei contenitori più stabile e quindi facilitando la manipolazione di pile di contenitori tra loro incastrati. L’interferenza tra contenitori sovrapposti à ̈ sufficientemente modesta da consentire l’incastro e lo svincolo reciproco dei contenitori 1 manualmente senza necessità di attrezzi e con sforzo minimo da parte dell’utilizzatore.
Con questa configurazione à ̈ dunque possibile preparare uno o più contenitori 1 con al proprio interno uno o più elementi filtranti F, disponendo i vari contenitori così predisposti gli uni sugli altri ed incastrandoli reciprocamente. Gli elementi filtranti inseriti in ciascun contenitore 1 vengono trattenuti tramite il sottosquadro formato dalla differenza tra i diametri D4 e D5 (vedasi Fig.4). Gli elementi filtranti di ciascun contenitore vengono mantenuti protetti all’interno dell’alloggiamento 9 del rispettivo contenitore 1 tramite l’effetto di chiusura ottenuto inserendo un contenitore successivo nell’imboccatura 7B. Questo facilita notevolmente la manipolazione dei contenitori ad esempio all’interno di un laboratorio e può eventualmente facilitare anche il trasporto da un luogo di preparazione ed allestimento dei contenitori con gli elementi filtranti F ad un luogo di impiego dei contenitori preventivamente corredati di elementi filtranti al loro interno.
Con riferimento alle Figg.5A - 5E e 6 verrà ora descritto in dettaglio un dispositivo ed un metodo di microfiltrazione che può essere attuato utilizzando i contenitori sopra descritti.
Secondo alcune forme di realizzazione, il dispositivo comprende una o più teste operatrici. Se sono previste più teste, le varie teste possono essere tra loro uguali.
Una possibile forma di realizzazione di un dispositivo con una testa operatrice à ̈ schematicamente rappresentata nelle Figg.5A-5E e complessivamente indicato con 31.
All’interno della testa del dispositivo 31 può essere alloggiato un elemento formante una camera di accoglimento dei campioni liquidi da microfiltrare. Nelle Figg.5A-5E la camera di accoglimento dei campioni da microfiltrare à ̈ formata da un elemento di forma sostanzialmente tubolare 33. L’elemento tubolare 33 che forma la camera di accoglimento del campione da microfiltrare può presentare una prima apertura 33A ed una seconda apertura 33B. In alcune forme di realizzazione, le aperture 33A e 33B possono essere disposte alle estremità dell’elemento tubolare 33 formante la camera di accoglimento del campione da microfiltrare. Ad esempio le aperture 33A, 33B possono essere costitute direttamente dalle estremità aperte dell’elemento tubolare 33. Non si esclude la possibilità di utilizzare camere di forma più complessa. Tuttavia, la forma tubolare presenta vantaggi notevoli sia in termini di semplicità costruttiva, sia in termini di efficienza del sistema anche da un punto di vista della pulizia automatica della camera.
L’elemento tubolare 33 può avere una forma sostanzialmente conica, ad esempio rastremata verso il basso. In alcune forme di realizzazione, l’elemento tubolare presenta una forma cilindrica. In altre forme di realizzazione, la forma dell’elemento tubolare 33 può essere composita, ad esempio con una o più porzioni cilindriche ed una o più porzioni tronco-coniche, tra loro collegate opportunamente. In generale, la sezione trasversale dell’elemento tubolare à ̈ preferibilmente circolare. Non si esclude la possibilità di realizzare elementi tubolari con una sezione traversale di dimensione e forma variabile, ad esempio con una zona di sezione trasversale circolare ed una zona di sezione trasversale, poligonale od ellittica.
In alcune forme di realizzazione l’apertura 33A à ̈ associata ad un co perchio o tappo 35 mobile per consentire l’accesso al volume interno della camera 33. L’apertura e la chiusura del coperchio 35 possono essere comandate da un attuatore opportunamente gestito da un’unità centrale di controllo. In altre forme di realizzazione, si può prevedere che il coperchio 35 sia azionato manualmente. In alcune forme di realizzazione, à ̈ vantaggioso prevedere un meccanismo di bloccaggio del coperchio 35, ad esempio per impedirne l’apertura in determinate fasi di un ciclo di microfiltrazione e/o di lavaggio e/o di asciugatura, come descritto in maggiore dettaglio più avanti.
L’estremità inferiore dell’elemento tubolare 33 formante la camera di accoglimento del campione liquido da microfiltrare à ̈ opportunamente sagomata per accogliere un contenitore 1. In pratica, la parte terminale inferiore dell’elemento tubolare 33 può avere una sezione trasversale con un perimetro esterno corrispondente alla forma del bordo perimetrale 7 e dell’organo di tenuta 13. In vantaggiose forme di realizzazione, come sopra accennato, il contenitore 1 ha una forma sostanzialmente circolare in sezione trasversale, e corrispondentemente almeno la parte inferiore della superficie esterna dell’elemento tubolare 33, o di altro elemento formante la camera di accoglimento del campione da microfiltrare, avrà una forma sostanzialmente cilindrica.
In vantaggiose forme di realizzazione il diametro esterno della zona inferiore dell’elemento tubolare 33 à ̈ leggermente sovradimensionato rispetto al diametro minimo del risalto anulare formante l’organo di tenuta 13. In questo modo l’elemento tubolare 33 si inserisce con una leggera interferenza all’interno del contenitore 1, ovvero quest’ultimo può essere calzato con una certa interferenza sulla porzione inferiore dell’elemento tubolare 33, così da ottenere una tenuta laterale per mezzo dell’organo di tenuta 13.
La modalità di interazione tra l’elemento tubolare formante la camera 33 e un contenitore 1 à ̈ illustrata chiaramente in Fig.6. In questa figura à ̈ visibile la parte terminale dell’elemento tubolare 33 e la rispettiva apertura di estremità 33B. La parte terminale inferiore dell’elemento tubolare 33 à ̈ inserita all’interno dell’alloggiamento 9 formato dal contenitore 1. Nel contenitore 1 sono stati inseriti uno o più elementi filtranti discoidali F. La dimensione diametrale dell’elemento tubolare 33 à ̈ tale per cui il diametro esterno dell’elemento tubolare 33 si inserisce con interferenza all’interno dell’alloggiamento 9 premendo e facendo tenuta contro il risalto anulare formante l’organo di tenuta 13. La sezione trasversale di questo risalto anulare può essere vantaggiosamente tale da deformarsi leggermente in direzione radiale per aumentare l’effetto di tenuta, a mo’ di una tenuta a labbro.
Inoltre quando la parte di fondo 5 del contenitore 1 viene premuto contro l’estremità inferiore 33B dell’elemento tubolare 33, il bordo frontale 33F dell’elemento tubolare 33 preme contro la tenuta frontale definita dal risalto anulare 11, con l’interposizione degli elementi filtranti F che vengono schiacciati a tenuta fra l’elemento tubolare 33 e la tenuta frontale 11. A tale scopo possono essere previsti organi meccanici di spinta del contenitore 1 contro il bordo frontale inferiore 33F dell’elemento tubolare 33.
Nelle Figg.5A-5E con 37 à ̈ schematicamente indicato un organo di forzamento del contenitore 1 contro ed attorno all’estremità inferiore 33B dell’elemento tubolare 33 formante la camera di accoglimento del campione da microfiltrare. Questo organo 37 può comprendere ad esempio una pluralità di ganasce che impegnano la flangia 7A realizzata attorno al bordo perimetrale 7 del contenitore 1. Il contenitore 1 può essere calzato sull’estremità inferiore 33B dell’elemento 33 muovendo il contenitore contro l’elemento tubolare 33 o viceversa.
In alcune forme di realizzazione, il dispositivo 31 può comprendere un piano di appoggio 39 disposto in una posizione inferiore rispetto alla camera formata dall’elemento tubolare 33. In alcune forme di realizzazione, il piano di appoggio 39 può essere formato all’interno di una nicchia 41 accessibile attraverso una sfinestratura. In alcune forme di realizzazione può essere previsto un organo di chiusura, ad esempio uno sportello 43, per selettivamente aprire e chiudere l’accesso alla nicchia 41.
Nell’esempio schematico rappresentato nel disegno à ̈ rappresentato uno sportello 43 scorrevole verticalmente secondo la doppia freccia f43. In altre forme di realizzazione la nicchia 41 può essere sempre aperta oppure chiudibile con uno sportello dotato di un movimento di apertura e chiusura diverso, ad esempio una traslazione orizzontale, oppure un movimento di rotazione attorno ad una cerniera. Analogamente al coperchio 35, anche lo sportello 43 può essere azionato da un attuatore, oppure manualmente. In alcune forme di realizzazione può essere previsto un organo di bloccaggio che impedisce l’apertura dello sportello 43 in alcune fasi del ciclo di microfiltrazione. In alcune forme di realizzazione possono essere previsti dispositivi, ad esempio microswitch, che subordinano l’esecuzione di determinate operazioni del dispositivo ad una condizione di chiusura (o di apertura) dello sportello 43. Analoghe disposizioni di organi di consenso possono essere previste per il coperchio 35.
In alcune forme di realizzazione al piano di appoggio 39 Ã ̈ associato un sensore di peso, schematicamente indicato con 45, ad esempio una cella di carico, per gli scopi appresso descritti.
In alcune forme di realizzazione alla camera 33 di accoglimento del liquido da microfiltrare può essere associata una tramoggia 47 di scarico dei contenitori 1 utilizzati ed eventualmente di residui di liquido dalla camera di accoglimento formata dall’elemento tubolare 33. Nella forma di realizzazione illustrata, la tramoggia 47 à ̈ incernierata attorno ad un asse 47A di cerniera preferibilmente orizzontale per assumere una posizione defilata (Figg.5A-5C, 5E) od una posizione attiva mostrata in Fig.5D per gli scopi appresso chiariti. Per tramoggia si deve intendere un qualunque dispositivo atto ad interporsi tra il piano di appoggio 39 e la camera formata dall’elemento tubolare 33 per deviare i materiali di consumo esausti e/o liquido in eccesso verso una zona di raccolta.
In vantaggiose forme di realizzazione alla camera di accoglimento del campione da microfiltrare sono associati organi pneumatici e idraulici per eseguire sia la eventuale pressurizzazione della camera formata dall’elemento tubolare 33, contenente il liquido da microfiltrare, durante la microfiltrazione, sia la pulizia della camera formata dall’elemento tubolare 33 fra la microfiltrazione di un campione e la microfiltrazione del campione successivo oppure al termine di un ciclo di lavoro prima dello spegnimento del dispositivo.
Con 51 à ̈ complessivamente indicato l’insieme degli organi pneumatici e idraulici.
In alcune forme di realizzazione il complesso degli organi idraulici e pneumatici 51 può comprendere una linea 53 di alimentazione di aria di asciugatura, una linea 55 di alimentazione di acqua di lavaggio, una linea 57 di alimentazione di aria filtrata per la pressurizzazione del campione liquido nella camera formata dall’elemento tubolare 33 ed una linea di aspirazione 59. Ciascuna delle linee 53-59 può essere corredata di una rispettiva elettrovalvola 53A, 55A, 57A e 59A.
Le linee pneumatiche e idrauliche 53-59 possono essere tutte collegate, tramite una linea comune 50, ad uno o più ugelli 52 disposti nella parte superiore della camera formata dall’elemento tubolare 33. In questo modo vantaggiosamente con un unico ugello o sistema di ugelli 52 à ̈ possibile erogare all’interno della camera formata dall’elemento tubolare 33 sia l’aria per la pressurizzazione della camera contenente il campione da microfiltrare, sia i fluidi di lavaggio e l’aria di asciugatura come di seguito descritto. Non si esclude la possibilità di utilizzare due o più ugelli separati per due o più delle linee idrauliche e pneumatiche descritte, per ottimizzare la forma, il numero e la posizione degli ugelli in funzione delle varie operazioni da eseguire.
I vari componenti dei circuiti idraulici e pneumatici 51 possono essere opportunamente interfacciati ad una unità di controllo, schematicamente indicata con 60. L’unità di controllo 60 può comprendere un microprocessore, un microcontrollore, un PLC o qualunque altro dispositivo idoneo. L’unità di controllo 60 à ̈ opportunamente interfacciata anche al sensore di peso 45, se presente, nonché al meccanismo 37 di inserimento del contenitore 1 e ad un attuatore della tramoggia 47 che ne comanda il movimento ad esempio secondo la doppia freccia f47 attorno all’asse di cerniera 47A. In generale l’unità di controllo 60 può essere interfacciata ai vari sensori e attuatori di cui à ̈ dotato il dispositivo.
Il dispositivo sin qui descritto opera come segue tramite l’utilizzo di contenitori del tipo illustrato nelle Figg.1 a 4 per eseguire un metodo di microfiltrazione secondo la presente invenzione.
In Fig.5A il dispositivo à ̈ mostrato nella sua fase iniziale in cui un contenitore 1 viene introdotto sotto l’estremità inferiore 33B dell’elemento tubolare 33 che forma la camera di accoglimento del campione da filtrare o microfiltrare.
In Fig.5B il contenitore 5 à ̈ stato calzato attorno all’estremità inferiore 33B dell’elemento tubolare 33 e un campione viene caricato (C) nella camera formata dall’elemento tubolare 33. Preventivamente à ̈ stato anche inserito un contenitore di raccolta R del liquido microfiltrato sotto il contenitore 1.
Vantaggiosamente il contenitore di raccolta R del liquido microfiltrato presenta un collo con una imboccatura il cui diametro à ̈ opportunamente maggiore rispetto al diametro D2 del collare 23 di cui à ̈ corredato il contenitore 1, così che il liquido microfiltrato viene opportunamente convogliato integralmente all’interno del contenitore di raccolta R. La presenza del collare 23 e la localizzazione delle aperture passanti 21 all’interno della sezione trasversale del collare 23 consentono, quindi, di utilizzare elementi filtranti F di diametro relativamente grande in combinazione contenitori di raccolta R aventi una imboccatura relativamente piccola
Nella condizione della Fig.5B il contenitore 1 ha assunto, rispetto all’elemento tubolare 33 formante la camera di accoglimento del campione C, l’assetto illustrato in dettaglio Fig.6, con gli organi di tenuta 11, 13 che cooperano con la parete tubolare dell’elemento tubolare 33.
Una volta caricato il campione liquido C da microfiltrare nella camera formata dall’elemento tubolare 33, il coperchio 35 viene chiuso (Fig.5C) e può iniziare la fase di microfiltrazione. Un microswitch o altro organo di rilevamento della posizione del coperchio 35 può essere usato per fornire un segnale di consenso all’unità di controllo 60 per avviare il ciclo di microfiltrazione.
In alcune forme di realizzazione la microfiltrazione può avvenire semplicemente per gravità. In altri casi, ad esempio quando la porosità degli elementi filtranti F à ̈ molto piccola, e quindi la perdita di carico attraverso gli elementi filtranti F à ̈ molto elevata, sul pelo libero del liquido contenuto nella camera formata dall’elemento tubolare 33 può essere applicata una pressione P tramite immissione di aria preferibilmente filtrata attraverso la linea 57, aprendo la valvola 57A, come schematicamente rappresentato dalle frecce in Fig.5C. L’apertura della linea 57 e l’alimentazione dell’aria compressa all’interno della camera formata dall’elemento tubolare 33 possono essere controllate dall’unità centrale di controllo 60. In questo modo, grazie al gradiente di pressione, si ottiene una maggiore velocità di flusso del liquido attraverso gli elementi filtranti F contenuti nel contenitore 1.
La cooperazione tra l’elemento tubolare 33 formante la camera di accoglimento del campione da microfiltrare e gli organi di tenuta 13 e 11 formati sul contenitore, impedisce il trafilamento di liquido non microfiltrato o solo parzialmente microfiltrato dai bordi perimetrali degli elementi filtranti F e quindi evita il rischio di contaminazione del liquido microfiltrato da parte di un liquido non microfiltrato o solo parzialmente microfiltrato.
Le sporgenze o protuberanze 17 formate sulla superficie interna della parete di fondo 5 formano un supporto per gli elementi filtranti F impedendo che questi ultimi vadano ad aderire sul fondo della zona ribassata 15 della parete di fondo 5 del contenitore 1, garantendo in questo modo un corretto deflusso del liquido attraverso gli elementi filtranti F fino nelle aperture passanti 21. Da qui il liquido percola all’interno del contenitore di raccolta R e viene in ciò guidato dal collare 23.
In alcune forme di realizzazione può essere previsto che il ciclo di filtrazione o microfiltrazione venga arrestato quando tutto il campione caricato nella camera formata dall’elemento tubolare 33 à ̈ stato microfiltrato. Peraltro, poiché la microfiltrazione richiede tempo ed energia (nel caso che venga accelerata tramite immissione di aria in pressione), in forme di realizzazione perfezionate del metodo viene previsto di terminare la fase di microfiltrazione del campione quando nel contenitore di raccolta R à ̈ contenuta una quantità di liquido microfiltrato sufficiente alle analisi che devono essere eseguite. Questa quantità à ̈ normalmente inferiore rispetto alla quantità totale di liquido caricato nella camera 33. La quantità di liquido microfiltrato può essere determinata dal sensore di peso 45 che fornisce un corrispondente segnale all’unità centrale di controllo 60. Raggiunta la quantità necessaria all’analisi, la fase di microfiltrazione può interrompersi ed il dispositivo può iniziare il ciclo successivo di lavaggio, previa rimozione del contenitore di raccolta contenente il campione microfiltrato.
In alcune forme di realizzazione il sensore di peso 45 può essere usato per regolare automaticamente la pressione nella camera di contenimento del campione liquido, in modo da ottenere un flusso regolare del microfiltrato per evitare flussi eccessivi che possono accadere in presenza di liquidi puliti che necessitano di una bassissima pressione per attraversare gli strati filtranti. Questo si ottiene rilevando la velocità di flusso (portata in massa) tramite la variazione temporale del peso determinato dal sensore di peso 45. La portata in massa viene poi regolata tramite regolazione della pressione nella camera formata dall’elemento tubolare 33.
Terminata la microfiltrazione, il contenitore di raccolta R può essere prelevato dal piano di appoggio 39 e la tramoggia 47 può essere ruotata nella posizione della Fig.5D per scaricare il contenitore 1 e gli elementi filtranti F esausti in esso contenuti verso il basso (freccia fs) dove può essere previsto un recipiente di raccolta (non mostrato).
Prima di rimuovere il contenitore di raccolta R può essere interrotta l’alimentazione di aria filtrata in pressione attraverso la linea 57 ed eventualmente nella camera contenente il residuo di campione non microfiltrato può essere generato un certo grado di vuoto, cioà ̈ una certa depressione aprendo la linea di aspirazione 59 intervenendo sulla valvola 59A tramite l’unità di controllo 60. In questo modo viene arrestata in maniera pressoché istantanea la percolazione di liquido attraverso la parete di fondo 5 del contenitore 1, evitando che l’operatore e/o il piano di appoggio 39 del dispositivo vengano sporcati dal liquido che continua a percolare attraverso il contenitore 1.
A ciò può seguire una fase di lavaggio della camera formata dall’elemento tubolare 33. Il lavaggio può avvenire mantenendo la tramoggia 47 nella posizione della Fig.5D, così che i reflui derivanti dal lavaggio vengano convogliati nel recipiente di raccolta sottostante.
Il lavaggio può avvenire aprendo la linea dell’acqua di lavaggio 55 intervenendo sulla valvola 55A tramite comandi dell’unità centrale di controllo 60. Il lavaggio può avvenire anche utilizzando un liquido detergente diverso dall’acqua e/o utilizzando in combinazione od in sequenza liquidi detergenti diversi, eventualmente con un ciclo di risciacquo finale con acqua.
La fase di lavaggio può essere seguita da una fase di asciugatura attraverso l’apertura della linea di aria di asciugatura 53 agendo sulla valvola 53A tramite un comando dell’unità centrale di controllo 60.
Nell’esempio illustrato la linea di aria di asciugatura à ̈ indicata come una linea separata rispetto alla linea di aria filtrata utilizzata per la pressurizzazione della camera contenente il campione da microfiltrare. Ciò in quanto l’aria usata nelle due fasi (microfiltrazione e asciugatura) può richiedere di avere caratteristiche diverse, ad esempio temperature diverse. Inoltre, nella fase di asciugatura à ̈ necessaria una portata molto maggiore rispetto a quella richiesta durante la pressurizzazione in fase di microfiltrazione. Pertanto, potrebbe essere utile disporre di due diversi mezzi di pompaggio dell’aria con diverse caratteristiche prevalenza-portata. In altre forme di realizzazione può essere prevista una sola linea di aria, eventualmente filtrata o non filtrata, che viene utilizzata in entrambe le fasi. Possono essere usati in tal caso mezzi di pompaggio atti a fornire la portata e la prevalenza richieste nelle due fasi, oppure mezzi diversi per le due fasi.
Il dispositivo può anche prevedere un sistema di riscaldamento dell’aria durante la fase di asciugatura.
L’asciugatura può essere effettuata quando la tramoggia 47 à ̈ ancora nella posizione attiva della Fig.5D, per raccogliere eventuali gocce di acqua o liquido detergente. In altre forme di esecuzione, almeno una parte del ciclo di asciugatura può avvenire dopo che la tramoggia 47 à ̈ stata riportata nella posizione defilata. In Fig.5E à ̈ mostrata la fase finale dell’asciugatura e la posizione finale della tramoggia 47 nuovamente in assetto defilato, così che il dispositivo si trova nuovamente nella posizione atta ad accogliere un nuovo contenitore 1 debitamente provvisto di elementi filtranti F ed un nuovo campione C da microfiltrare. La successiva riapertura del coperchio o tappo 35, avverrà solamente quando si dovrà inserire di nuovo del liquido da filtrare, in modo da preservare la pulizia della camera appena lavata e asciugata.
Come sopra accennato, più dispositivi del tipo sopra descritto possono essere disposti tra loro affiancati su un’unica struttura formando in questo modo una macchina multipla, cioà ̈ dotata di una pluralità di teste o dispositivi 31.
In alcune forme di realizzazione, si può prevedere un’unica unità di controllo per tutte le teste o dispositivi della macchina. Tuttavia, per ottenere una configurazione modulare, in cui ciascun dispositivo o testa 31 à ̈ autonomo e quindi può funzionare anche da solo in una configurazione a testa singola, à ̈ particolarmente vantaggioso che ciascun dispositivo sia dotato di una propria unità di controllo 60. Quando più dispositivi 31 vengono assemblati a mo’ di moduli di una macchina multipla, una unità di controllo e supervisione viene interfacciata ai singoli dispositivi ovvero alle singole unità di controllo 60.
La Fig.7 mostra una vista frontale schematica di una macchina, complessivamente indicata con 30, comprendente esemplificativamente tre dispositivi o teste 31. Ciascun dispositivo 31 può essere realizzato e controllato come descritto con riferimento alle Figg. 5A-5E. Ciascun dispositivo 31 à ̈ corredato di una propria unità di controllo 60. Le varie unità di controllo 60 sono interfacciate ad una unità di controllo e supervisione 62. Si ottiene in questo modo una architettura modulare, dove un numero qualsiasi di dispositivi 31 può essere assemblato per realizzare una macchina singola (un dispositivo 31) o multipla (più dispositivi 31).
Per ottenere un funzionamento più affidabile, in particolare quando la macchina presenta una pluralità di dispositivi 31, ciascun dispositivo 31 può essere dotato di un lettore di codici a barre, indicato con 71. Il lettore di codici a barre 71 può essere posizionato in modo da leggere un’etichetta applicata al contenitore di raccolta R, quando questo viene inserito nella nicchia 41. Ciascun lettore di codici a barre 71 può essere interfacciato con la corrispondente unità di controllo 60. All’unità di controllo e supervisione 62 può essere interfacciato un ulteriore lettore di codici a barre 72. Il lettore di codice a barre 72 può essere utilizzato per leggere una etichetta corredata di un rispettivo codice a barre applicata su un recipiente che contiene un campione di liquido da microfiltrare. Con l’utilizzo di lettori di codice a barre 71, 72 di questo tipo à ̈ possibile rendere il metodo di microfiltrazione sopra descritto particolarmente accurato e sicuro contro errori di gestione come segue.
Per ciascun campione da microfiltrare può essere prevista un’etichetta doppia recante, sulle due parti, lo stesso codice a barre. Una parte dell’etichetta verrà applicata sul recipiente contenente il campione da microfiltrare e l’altra parte dell’etichetta verrà applicata sul contenitore di raccolta R destinato al campione microfiltrato. L’operatore inserirà poi il contenitore di raccolta R in uno dei dispositivi 31 dove il codice a barre su di esso applicato viene letto tramite il lettore 71 e comunicato alla rispettiva unità di controllo 60. Prima di caricare il campione da microfiltrare nella camera formata dall’elemento tubolare 33, l’operatore farà leggere o acquisire il codice a barre applicato sul recipiente del liquido da microfiltrare sempre tramite il lettore di codice a barre 72. L’apertura del coperchio 35 del dispositivo 31 à ̈ vantaggiosamente subordinato alla correttezza della lettura dei codici a barre e il consenso può essere dato ad esempio soltanto quando i due codici a barre letti coincidono. Verrà quindi consentita l’apertura solamente del coperchio 35 del dispositivo in cui à ̈ stato inserito il contenitore di raccolta R che reca sulla propria etichetta lo stesso codice a barre letto dal lettore 72.
Viene così garantita la corrispondenza del campione da microfiltrare con il campione microfiltrato, corrispondenza determinata dall’identità dei codici a barre applicati sul recipiente del campione da microfiltrare e sul contenitore di raccolta R del campione microfiltrato. Si consente così una tracciabilità elettronica delle operazioni di microfiltrazioni, non ottenibile con i tradizionali sistemi di centrifugazione.
L’utilizzo di un codice a barre e dei rispettivi lettori di codice a barre viene qui suggerito come mero esempio di realizzazione di un concetto più generale che può essere attuato con l’utilizzo di qualunque elemento indicativo univoco che consente di abbinare ciascun recipiente di campione da microfiltrare ad un rispettivo contenitore di raccolta del liquido microfiltrato. Ad esempio, in luogo di un codice a barre può essere usata un’etichetta elettronica, ad esempio un tag RFID, un’etichetta con codice in caratteri OCR od altro. A seconda del sistema di identificazione univoco utilizzato per il contenitore di raccolta e per il recipiente del campione da microfiltrare verranno usati idonei organi di lettura o identificazione.
Preferibilmente, come sopra descritto, sono previsti un dispositivo di lettura per ogni posizione in cui viene posto un contenitore di raccolta ed un lettore, eventualmente anche comune a più teste o dispositivi di microfiltrazione, per l’acquisizione del codice identificativo del recipiente del campione. Il sistema di controllo gestisce poi il o ciascun dispositivo o testa di microfiltrazione consentendo l’introduzione del campione in corrispondenza della posizione in cui à ̈ stato posto il corretto contenitore di raccolta. Questo consente ad un operatore di lavorare in sicurezza, evitando errori, anche con molti campioni gestendo una pluralità di teste o dispositivi 31 di microfiltrazione.
Mentre le forme di realizzazione descritte dell’oggetto qui illustrato sono state mostrate nei disegni e descritte integralmente in quanto sopra con particolari e dettagli in relazione a diverse forme di realizzazione esemplificative, gli esperti nell’arte comprenderanno che molte modifiche, cambiamenti e omissioni sono possibili senza uscire materialmente dagli insegnamenti innovativi, dai principi e dai concetti sopra esposti, e dai vantaggi dell’oggetto definito nelle rivendicazioni allegate. Pertanto l’ambito effettivo delle innovazioni descritte deve essere determinato soltanto in base alla più ampia interpretazione delle rivendicazioni allegate, così da comprendere tutte le modifiche, i cambiamenti e le omissioni. Inoltre, l’ordine o sequenza di qualunque fase di metodo o processo può essere variata o ridisposta secondo forme di realizzazione alternative.

Claims (14)

  1. “CONTENITORE PER ELEMENTI FILTRANTI, DISPOSITIVO IMPIEGANTE DETTO CONTENITORE E METODO DI MICROFILTRAZIONE†Rivendicazioni 1. Un contenitore per elementi filtranti impiegabili in un sistema di microfiltrazione, comprendente una parete di fondo con almeno un’apertura per il passaggio di un campione liquido microfiltrato, un bordo perimetrale circondante detta parete di fondo e formante con la parete di fondo un alloggiamento per uno o più elementi filtranti, e organi di tenuta per cooperare con un dispositivo di erogazione del campione liquido da microfiltrare.
  2. 2. Contenitore come da rivendicazione 1, in cui detta parete di fondo e detto bordo perimetrale sono sostanzialmente circolari.
  3. 3. Contenitore come da rivendicazione 1 o 2, in cui gli organi di tenuta comprendono una tenuta frontale, realizzata su una superficie della parete di fondo rivolta verso l’alloggiamento degli elementi filtranti.
  4. 4. Contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui gli organi di tenuta comprendono una tenuta laterale su una superficie interna del bordo perimetrale.
  5. 5. Contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, realizzato come un componente monolitico che integra gli organi di tenuta.
  6. 6. Contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta almeno una apertura della parete di fondo occupa una zona centrale della parete di fondo, circondata da una porzione perimetrale della parete di fondo priva di aperture.
  7. 7. Contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un collare circondante l’apertura realizzata nella parete di fondo e sporgente dalla superficie della parete di fondo opposta all’alloggiamento degli elementi filtranti.
  8. 8. Contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti, sagomato per consentire l’impilamento reciproco di una pluralità di contenitori uguali.
  9. 9. Contenitore come da rivendicazione 8, comprendente una porzione sostanzialmente cilindrica di diametro inferiore sporgente sul lato op posto rispetto a detto alloggiamento e dimensionata in modo da inserirsi all’interno del bordo perimetrale di un contenitore uguale.
  10. 10. Un dispositivo di microfiltrazione di campioni liquidi, comprendente una camera di accoglimento dei campioni da microfiltrare, detta camera presentando una prima apertura di immissione di un campione da microfiltrare ed una seconda apertura di uscita del campione microfiltrato, in cui la seconda apertura à ̈ interfacciabile ad un contenitore come da una o più delle rivendicazioni precedenti.
  11. 11. Dispositivo come da rivendicazione 10, in cui detta seconda apertura à ̈ circondata da una parete tubolare con un bordo frontale, su cui viene vincolato il contenitore, la parete laterale ed il bordo frontale cooperando con rispettivi organi di tenuta frontali e laterali del contenitore.
  12. 12. Un sistema per microfiltrare campioni liquidi comprendente un dispositivo come da rivendicazione 10 o 11 ed almeno un contenitore come da una o più delle rivendicazioni 1 a 13.
  13. 13. Sistema come da rivendicazione 12, in cui la seconda apertura della camera di accoglimento del liquido da microfiltrare à ̈ associata ad una parete tubolare, il cui diametro interno à ̈ dimensionato in modo tale da inserirsi a tenuta all’interno del bordo perimetrale del contenitore, e terminante con un bordo frontale cooperante a tenuta con la parete di fondo del contenitore.
  14. 14. Un metodo per microfiltrare un campione liquido, comprendente le fasi di: − inserire uno o più elementi filtranti in un contenitore; − applicare il contenitore con gli elementi filtranti in esso inseriti ad una apertura di una camera di accoglimento di un campione liquido da microfiltrare; − inserire il campione liquido nella camera; − far fluire il campione liquido attraverso il o gli elementi filtranti eventualmente pressurizzando la camera contenente il campione liquido; − rimuovere il contenitore con il o gli elementi filtranti esausti; − lavare ed asciugare automaticamente la camera.
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