ITBA20120082A1 - Tutore dinamico per la cura del piede torto congenito - Google Patents

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Description

Descrizione dell’invenzione avente ad oggetto un “Tutore dinamico per la cura del piede torto congenito†.
La malformazione del Piede Torto Congenito (di seguito nel testo “PTC†) à ̈ una delle più comuni malformazioni delle ossa e delle articolazioni dei neonati e si verifica con un incidenza di 1 bambino su 1000.
Secondo quanto noto allo stato dell’arte, le tecniche di correzione del “PTC†si distinguono essenzialmente in due tipologie correttive:
ï‚· intervento chirurgico;
ï‚· manipolazioni e applicazione di apparecchi gessati e di un tutore per il consolidamento.
Negli ultimi decenni, studi comparativi hanno accertato la validità dei metodi non invasivi ed in particolare del Metodo Ponseti. La correzione del piede torto congenito si ottiene con la applicazione settimanale di circa 5 gessi, utilizzando in modo corretto la metodica Ponseti, e operando eventualmente una tenotomia percutanea del tendine d’Achille.
I risultati raggiunti con tale metodo sono però legati al rispetto del protocollo di applicazione del tutore. Il tutore in abduzione à ̈ un dispositivo che ha il compito di mantenere i piedi in abduzione di un angolo compreso tra 60° e 70° e in dorsi-flessione di 15°.
E’ il caso di specificare che il piede à ̈ in abduzione quando la punta del piede à ̈ rivolta verso l’esterno, e che l’angolo di abduzione à ̈ misurato rispetto alla direzione ortogonale alla linea congiungente i piedi in posizione di riposo. Il piede à ̈ in dorsi-flessione (o talismo) quando la punta del piede à ̈ rivolta verso l’alto. L’angolo di dorsi-flessione si misura rispetto all’orizzontale.
Affinché il metodo sia efficace, il tutore in abduzione deve essere indossato dal bambino affetto da “PTC†per circa 4 anni: nei primi 3 mesi di vita a tempo pieno, poi progressivamente si riduce l’utilizzo fino ad un uso soltanto notturno. L’importanza del tutore à ̈ dimostrata da un tasso di recidive di appena il 6%, modestissimo se comparato ad un tasso di recidive dell’80% in caso di non aderenza al protocollo.
Sono noti allo stato dell’arte, perché descritti in letteratura e/o disponibili in commercio diverse tipologie di tutore in abduzione, ognuna delle quali ha introdotto delle modifiche al tutore originale, manca tuttavia uno studio comparativo sulle caratteristiche tecniche e sulle soluzioni ingegneristiche adottate.
Il presidio attualmente più usato (tutore Mitchell) presenta alcuni inconvenienti:
A) Non permette i movimenti dei piedi;
B) Gli arti inferiori possono compiere prevalentemente il movimento di flesso estensione accoppiato sullo stesso piano.
In pratica il tutore di Mitchell à ̈ un dispositivo che vincola i piedi del bambino ad assumere un angolo di abduzione fisso compreso tra 60° e 70° ed un angolo di dorsi flessione di circa 15°. Il bambino non ha possibilità di variare neanche temporaneamente i valori prestabiliti di questi angoli, né può muovere indipendentemente gli arti inferiori. Queste limitazioni determinano la recidiva del “PTC†in quanto, dopo i primi tempi, il bambino si rifiuta di utilizzare il tutore.
Per permettere al paziente di poter compiere qualche movimento, ed evitare la recidiva, sono stati progettati e commercializzati alcuni tutori dinamici, che sebbene migliorativi del tutore Mitchell non hanno eliminato del tutto il problema. Tra questi il più conosciuto à ̈ il tutore Dobbs, ideato negli Stati Uniti. Il tutore Dobbs à ̈ il primo tutore noto allo stato dell’arte a presentare una barra di unione articolata, comprendente cerniere libere alla base delle scarpe. La barra articolata à ̈ costituita da due barre sovrapposte che possono essere opportunamente assemblate per adattarsi alla crescita del bambino. Questo tutore dinamico à ̈ accettato maggiormente rispetto al tutore Mitchell sia dal bambino che dai genitori in quanto permette una certa mobilità degli arti.
Anche il tutore Dobbs tuttavia presenta degli inconvenienti, in quanto consente al bambino che lo indossa di variare la posizione dei piedi soltanto su un piano, e non consente alcun movimento di extra rotazione del piede rispetto all’angolo fisso compreso tra 60° e 70°.
Scopo del trovato oggetto della presente invenzione à ̈ pertanto quello di fornire un tutore in abduzione per la cura del “PTC†che superi i limiti della tecnica nota, ed in particolare che consenta una maggiore mobilità al bambino che lo indossa, pur garantendo il rispetto delle condizioni necessarie al trattamento del “PTC†(angolo di abduzione non inferiore a 60° e angolo di dorsiflessione di circa 15°).
Il trovato oggetto della presente invenzione realizza gli scopi prefissati, in quanto trattasi di un tutore in abduzione per la cura del piede torto congenito, comprendente due barrette in abduzione vincolate ad una barra di collegamento in modo da imporre un angolo di abduzione non minore di un valore predeterminato, caratterizzato dal fatto che ciascuna barretta in abduzione à ̈ vincolata alla barra di collegamento con un accoppiamento che consente di variare l’angolo di abduzione.
Secondo modi preferenziali di realizzazione, detto accoppiamento può essere a cerniera e dotato di un fine corsa regolabile per regolare il valore minimo dell’angolo di abduzione, e di una molla di richiamo configurata per spingere la barretta di abduzione la posizione in cui à ̈ minore detto angolo di abduzione.
Convenientemente inoltre il tutore può essere caratterizzato dal fatto che le caratteristiche meccaniche della barra di collegamento sono tali da permettere una apprezzabile flessione e svergolamento della stessa senza uscire dal campo di deformabilità in regime elastico della barra stessa. Il tutore può eventualmente comprendere mezzi luminosi o sonori azionabili aumentando l’angolo di abduzione.
Questi ed altri vantaggi saranno evidenti dalla descrizione dettagliata del trovato, che farà riferimento alle figure da 1 a 13 allegate.
Come mostrato in figura 1 il trovato oggetto della presente invenzione à ̈ un tutore in abduzione per la cura del “PTC†(10) comprendente due supporti (11,12) uniti da una barra (13) in materiale flessibile. Ai supporti (11,12) à ̈ vincolata secondo modalità descritte in dettaglio nel seguito una barretta di abduzione (14) alla quale à ̈ possibile vincolare le scarpe indossate dal bambino.
Le caratteristiche meccaniche della barra sono tali da permettere la flessione e lo svergolamento della stessa da parte del bambino senza uscire dal campo di deformabilità in regime elastico della barra stessa, ed il successivo ritorno alla posizione originaria a causa della forza elastica di richiamo esercitata dalla barra elastica.
Compiendo questi movimenti vengono temporaneamente variati, in maniera indipendente per ciascun piede, gli angoli di abduzione e di dorsiflessione e più in generale di eversione. Si precisa che l’eversione à ̈ una rotazione della caviglia effettuata in modo tale che la pianta del piede guardi lateralmente. Tali variazioni sono tuttavia temporanee e non influiscono sull’efficacia del metodo di correzione del “PTC†, dal momento che la forza di richiamo della barra elastica tende a riportare i piedi nella loro posizione predeterminata al cessare della forza applicata dal paziente.
In figura 2, 3 e 4 sono mostrate le caratteristiche di elasticità della barra, che consente di ottenere deformazioni sensibili e di ritornare poi nella posizione iniziale di riposo.
In questa maniera, una volta che il tutore secondo la presente invenzione sia indossato dal bambino, questo avrà la possibilità di muovere i piedi in maniera indipendente l’uno dall’altro, per potersi sgranchire, ma al tempo stesso allontanando i piedi dalla posizione di riposo del tutore, sarà soggetto alla forza elastica di ritorno esercitata dalla barra flessibile (13). Al bambino à ̈ quindi data la possibilità di muovere gli arti inferiori, con ciò riducendo la possibilità di atrofia muscolare e rendendo meno fastidioso il trattamento, tuttavia in condizioni di riposo i piedi del bambino saranno vincolati ad avere un angolo di abduzione di circa 60° .
Secondo un modo preferenziale di realizzazione può essere utilizzata una barra di policarbonato, realizzabile in lunghezze e spessore differenti, in modo da adeguarne le caratteristiche in termini di forza elastica resistente e di dimensioni durante la crescita del bambino.
L’elevata flessibilità della barra (13) permette al piccolo paziente di muovere i piedi e gli arti inferiori su qualsiasi piano. Dopo aver permesso al bambino di compiere movimenti e quindi di “sgranchirsi†, il tutore ritorna nella posizione di partenza quando il paziente si rilassa. La possibilità di compiere tutti i movimenti riduce l’ipotrofia muscolare e migliora l’accettazione del presidio da parte del bambino. La lunghezza della barra deve essere tale da garantire una distanza dei due piedi, misurata ai punti di attacco al tutore, circa pari alla larghezza delle spalle. Senza che ciò sia limitativo pertanto la barra può essere realizzata con lunghezze indicativamente comprese tra 14 e 27 cm.
Come mostrato in figura 1, a ciascuna delle due estremità della barra (13) à ̈ vincolato un supporto (12,13), visibile in dettaglio nelle figure da 5 a 9, al quale à ̈ vincolata una barretta di abduzione (14). La barretta di abduzione (14) à ̈ vincolata al supporto (12) posto all’estremità della barra flessibile (13) in modo che sia regolabile il valore minimo dell’angolo di abduzione (ï ¡) formato tra detta barretta (14) e la normale alla direzione della barra (13) quando à ̈ in posizione di riposo. Ciò significa che, a prescindere dalla forza applicata dal bambino che indossa il tutore, l’angolo (ï ¡) non potrà scendere al di sotto di un valore fissato, regolabile dal medico e generalmente compreso tra 60° e 70°.
Vantaggiosamente la barretta di abduzione (14) à ̈ vincolata al supporto (12) con un accoppiamento del tipo a cerniera, dotato di un fine corsa regolabile e di una molla di richiamo. In questa maniera la barretta può ruotare rispetto al supporto variando l’angolo alfa, il cui valore inferiore à ̈ limitato dal fine corsa regolabile.
Come mostrato nelle figure 10 e 11, in cui il movimento à ̈ applicato tenendo in mano il tutore, alla barretta in abduzione (14) à ̈ consentito esclusivamente un movimento nel senso di aumentare l’angolo di abduione (ï ¡). In questo caso la molla di richiamo tenderà a riportare la barretta (14) nella posizione iniziale. Si consente in questa maniera al bambino di compiere un movimento di extra rotazione (ulteriore abduzione del piede) ed esercitare in questa maniera i muscoli peronei, generalmente ipotrofici nei bambini affetti da piede torto congenito. Vantaggiosamente la molla che offre la resistenza al movimento di ulteriore abduzione à ̈ sostituibile, in modo da poterne adeguare la resistenza all’aumentare dell’età, e quindi della forza, del bambino che indossa il tutore.
Un modo di realizzazione preferenziale dell’aggancio tra barretta di abduzione (14) e supporto (12) à ̈ mostrato in figura 13. Come mostrato in figura 13 il supporto (12) presenta una gola circonferenziale (121) in cui à ̈ impegnato un perno (141) solidale alla barretta di abduzione (14), a sua volta accoppiata al supporto (12) mediante una cerniera.
La barretta di abduzione (14) può quindi ruotare tra le posizioni nelle quali il perno (141) impegna le due estremità della gola circonferenziale (121), come mostrato ad esempio nelle figure 10 ed 11. Una molla (15), mostrata nella vista di figura 5, richiama elasticamente la barretta di abduzione (14) verso la posizione in cui à ̈ minimo l’angolo alfa. Secondo un ulteriore modo di realizzazione, il dispositivo secondo la presente invenzione può eventualmente comprendere mezzi sonori o luminosi attivabili aumentando l’angolo alfa, in modo da stimolare il piccolo paziente a compiere il movimento di extra rotazione per attivare detti mezzi sonori o luminosi, e migliorare così l’efficacia del trattamento.
Vantaggiosamente l’angolazione della barretta di abduzione associata al tutore secondo la presente invenzione impone anche un talismo (dorsiflessione) di circa 15°, con ciò vincolando la punta del piede del paziente ad essere leggermente rivolta verso l’alto.
E’ evidente che sulla barretta di abduzione (14) può essere fissata la scarpetta con un sistema a baionetta o con altri meccanismi di aggancio noti allo stato dell’arte e non descritti nel presente documento, senza uscire dagli scopi della presente invenzione.
Rispetto ai tutori in abduzione per la cura del “PTC†noti allo stato dell’arte, il tutore secondo la presente invenzione presenta i seguenti vantaggi:
- Leggerezza, dal momento che le barre in acciaio generalmente utilizzate sono sostituite da una barra in materiale plastico;
- Dinamicità: Possibilità di abdurre ulteriormente i piedi oltre i 60-70° determinando la tonificazione dei muscoli peronei notoriamente ipotrofici nel “PTC†ed aumentando la mobilità del piede.
Come detto il movimento di abduzione oltre l’angolo prestabilito (in pratica l’aumento dell’angolo alfa), avviene contro la resistenza di una molla intercambiabile adattata al singolo paziente.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito comprendente due barrette in abduzione (14) vincolate ad una barra di collegamento (13) in modo da presentare un angolo di abduzione (ï ¡) non minore di un valore predeterminato caratterizzato dal fatto che ciascuna barretta in abduzione (14) à ̈ vincolata a detta barra di collegamento (13) con un accoppiamento che consente di variare l’angolo di abduzione (ï ¡).
  2. 2) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che detto accoppiamento à ̈ del tipo a cerniera.
  3. 3) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo la rivendicazione 2 caratterizzato dal fatto che detto accoppiamento a cerniera à ̈ dotato di un fine corsa regolabile per regolare il valore minimo dell’angolo di abduzione e di una molla di richiamo (15).
  4. 4) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo la rivendicazione 3 caratterizzato dal fatto che detta molla di richiamo (15) à ̈ configurata per spingere la barretta di abduzione verso il fine corsa, nella posizione in cui à ̈ minore detto angolo di abduzione.
  5. 5) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che le caratteristiche meccaniche di detta barra (13) sono tali da permettere una apprezzabile flessione e svergolamento della stessa senza uscire dal campo di deformabilità in regime elastico della barra stessa.
  6. 6) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo la rivendicazione 5 caratterizzato dal fatto che detta barra (13) Ã ̈ realizzata in policarbonato.
  7. 7) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che detto angolo di abduzione (ï ¡) Ã ̈ maggiore o uguale a 60°.
  8. 8) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo una delle rivendicazioni precedenti comprendente inoltre mezzi luminosi o sonori azionabili aumentando l’angolo di abduzione (ï ¡).
  9. 9) Tutore in abduzione (10) per la cura del piede torto congenito secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette barrette in abduzione comprendono mezzi per il vincolo alle stesse delle scarpe.
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