ITAN20110123A1 - Procedimento ad osmosi diretta per la produzione a ciclo continuo di energia elettrica. - Google Patents

Procedimento ad osmosi diretta per la produzione a ciclo continuo di energia elettrica. Download PDF

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ITAN20110123A1
ITAN20110123A1 IT000123A ITAN20110123A ITAN20110123A1 IT AN20110123 A1 ITAN20110123 A1 IT AN20110123A1 IT 000123 A IT000123 A IT 000123A IT AN20110123 A ITAN20110123 A IT AN20110123A IT AN20110123 A1 ITAN20110123 A1 IT AN20110123A1
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Giuseppe Manco
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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“PROCEDIMENTO AD OSMOSI DIRETTA PER LA PRODUZIONE A CICLO CONTINUO DI ENERGIA ELETTRICA”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un procedimento ad osmosi diretta per la produzione a ciclo continuo di energia elettrica, insieme con rimpianto che ne consente l’attuazione.
Le peculiarità ed i vantaggi della presente invenzione risulteranno più evidenti a seguito di una breve descrizione della tecnica anteriore.
Già da tempo vi è chi ha pensato di ottenere energia elettrica mettendo in azione una turbina idraulica per effetto della pressione osmotica che si crea tra l’acqua salmastra e l’acqua dolce, nel momento in cui questi due liquidi siano riversati in due camere adiacenti, separate soltanto da una membrana semipermeabile, in quanto capace di far passare l’acqua ma non anche i sali in essa disciolti.
In un simile contesto, infatti, l’acqua salmastra risulta capace, in virtù del proprio potenziale chimico superiore, di attirare a sé l’acqua dolce attraverso la membrana anzidetta; è come dire che il solvente (rappresentato dall’acqua dolce) viene indotto a migrare in direzione della camera che ospita la soluzione salina (rappresentata per l’appunto dall’acqua salmastra).
Nell’ambito di tale fenomeno la semipermeabilità della membrana che separa le due anzidette camere risulta determinante, in quanto consente Γ anzidetta migrazione dell’acqua dolce in direzione di quella salmastra, ma non anche il flusso inverso.
In ogni caso Γ anzidetta migrazione dell’acqua dolce determina un innalzamento del livello dell’acqua salmastra all’intemo della rispettiva camera, con un conseguente aumento di pressione idrostatica.
La maggior pressione che si genera nella camera dell’acqua salmastra sulla base del fenomeno appena descritto viene definita, per l’appunto, pressione osmotica.
Facendo poi defluire quest’acqua in pressione in direzione di una turbina idraulica, si riesce effettivamente, in virtù del conseguente azionamento della turbina medesima, ad ottenere una produzione di energia elettrica.
Un’attenta osservazione di questa tecnica anteriore ha permesso di accertare, oltre ad alcuni innegabili vantaggi, anche una serie di limiti particolarmente significativi che di fatto ne hanno finora impedito un’ampia diffusione su scala industriale.
Il principale di questi limiti è legato al fatto che un impianto che voglia attuare la tecnologia appena descritta al fine di generare quantità consistenti di energia elettrica deve avere la possibilità di essere alimentato in continuo con ingenti quantità sia di acqua dolce, che di acqua salata.
Per ottenere un adeguato approvvigionamento di acqua salata è dunque necessario che un simile impianto sia collocato in un sito presso il quale vi sia un’illimitata disponibilità di di tale acqua (dunque nelle vicinanze del mare), ma anche la possibilità di attingere ad una copiosa sorgente di acqua dolce.
È come dire che un impianto di questo tipo potrebbe trovare opportuna collocazione soltanto in corrispondenza della foce dei fiumi, laddove però, molto spesso, si riscontra tutta una serie di impedimenti, non ultimo la presenza di preesistenti insediamenti urbani o di altre eventuali strutture per la captazione dell’acqua dei fiumi o per lo smaltimento di acque reflue, opportunamente depurate.
A ciò si aggiunga che l’adduzione dell’acqua salata e dell’acqua dolce in un simile impianto tradizionale potrebbe non prevedere tempi e portate necessariamente corrispondenti.
Questo potrebbe comportare tempi morti del funzionamento dell’ impianto medesimo per tutto il periodo necessario per approvvigionarlo correttamente dei due anzidetti liquidi necessari al suo funzionamento.
Un ultimo inconveniente che si è rilevato in relazione alla riferita tecnica anteriore è relativo al fatto di non prevedere una preventiva sterilizzazione dell’acqua salata che viene utilizzata per Γ anzidetto processo osmotico.
In tale condizione i batteri immancabilmente contenuti nell’acqua salata finiscono presto per colonizzare rimpianto preposto alla realizzazione dell’ anzidetto processo osmotico, compromettendo soprattutto il buon funzionamento della relativa membrana semipermeabile e generando significative perdite di efficienza dell’impianto medesimo stesso.
La finalità specifica della presente invenzione è dunque quella di realizzare un procedimento per la produzione dell’energia elettrica, insieme con il relativo impianto di attuazione, che consenta di superare gli inconvenienti appena segnalati.
Il primo scopo del nuovo procedimento secondo il trovato è quello di consentire al relativo impianto di attuazione di funzionare anche con un ridotto approvvigionamento “esterno” di acqua dolce: quello minimo necessario per il suo avviamento.
Ciò in virtù della capacità deirimpianto medesimo di ottenere l’acqua dolce necessaria al suo funzionamento a partire dalla stessa acqua salata attinta dal mare.
Tutto questo comporta che un simile nuovo impianto dovrà comunque essere posizionato nelle vicinanze del mare, ma senza richiedere la contestuale e ravvicinata presenza di un’imponente sorgente di acqua dolce.
Il secondo scopo del procedimento secondo il trovato, peraltro connesso al precedente, è quello di consentire al rispettivo impianto di funzionare a ciclo continuo, proprio in virtù dell’anzidetta “autoproduzione” di acqua dolce che garantisce un costante ed equilibrato approvvigionamento di acqua dolce e di acqua salata.
Un ultimo scopo del nuovo procedimento in questione è quello di realizzare un’efficace sterilizzazione in favore dell’acqua salata utilizzata per il desiderato processo osmotico, così da eliminare tutti i batteri in essa presenti.
In tal modo l’acqua salata che, all 'interno dell’ impianto in questione, si riversa nella specifica camera di destinazione risulta del tutto immune da qualsiasi agente organico che potrebbe nel tempo pregiudicare l’efficienza della membrana osmotica e degli altri componenti.
Per maggiore chiarezza esplicativa la descrizione del trovato prosegue con riferimento alla tavola di disegno allegata, avente solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui la figura 1 è un disegno schematico che illustra i vari componenti e le varie stazioni operative deirimpianto destinato a dare attuazione al procedimento in questione.
Con riferimento alla figura anzidetta, si ribadisce innanzitutto che anche il nuovo impianto in questione si basa sullo sfruttamento della pressione osmotica ai fini della produzione di energia elettrica.
In questa prospettiva va detto innanzitutto che esso utilizza cinque componenti principali, rispettivamente costituiti da:
- un contenitore (1) atto a favorire Γ instaurazione del desiderato processo osmotico diretto e dunque dotato di due distinte camere (2, 3), separate da una membrana osmotica semipermeabile (4),
- un serbatoio d’accumulo per l’acqua dolce (5)
- una turbina idraulica (6)
- un concentratore di sali (7) alimentato con l’acqua salata attinta dal mare
- una stazione (8) per il trattamento di depurazione dell’acqua salata attinta dal mare, nell’ambito della quale opera anche un filtro sterilizzatore a raggi UV (85).
Si può dunque affermare che impianto in questione adotta, nelle sue linee generali, un’impostazione tradizionale, basata, per l’appunto, sull’ impiego di un contenitore (1) con membrana semipermeabile (4) alimentato, da un lato, con acqua dolce e, dall’altro, con acqua di mare preventivamente trattata all’intemo di un’adeguata stazione di depurazione (8).
A partire da tale impostazione generale, le autentiche peculiarità dell’impianto in questione risiedono nell’adozione dell’ anzidetto concentratore di sali (7), anche destinato a produrre acqua dolce partendo dall’acqua salmastra, e dall’ anzidetto filtro a raggi UV (85), destinato a sterilizzare la stessa acqua salmastra prima ancora che la stessa affluisca all’ interno del concentratore medesimo (7).
Per il corretto funzionamento dell’ impianto in questione è prevista, tra i componenti sopra menzionati (1, 5, 6, 7), una serie di connessioni idrauliche in pressione.
Più precisamente sono previste:
- una prima condotta (10) munita di rispettiva pompa (PIO), atta a condurre l’acqua dolce contenuta nell’ anzidetto serbatoio di accumulo (5) entro l’anzidetta prima camera (2) del contenitore (1);
- una seconda condotta (20) munita di rispettiva pompa (P20), atta a condurre l’acqua dolce prodotta dall’ anzidetto concentratore di sali (7) entro l’anzidetta prima condotta (10), preferibilmente all’altezza dell’anzidetta rispettiva pompa (PIO)
- una terza condotta (30) munita di rispettiva pompa (P30), atta a condurre l’acqua salmastra contenuta nell’ anzidetto concentratore di sali (7) entro l’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1)
- una quarta condotta (40) munita di rispettiva pompa (P40), atta a condurre l’acqua salmastra in uscita dall’ anzi detta stazione di depurazione (8) entro Γ anzidetto concentratore di sali (7)
- una quinta condotta (50) atta a condurre l’acqua in uscita dall’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1) entro l’anzidetta turbina idraulica (6)
- una sesta condotta (60) atta a condurre l’acqua in uscita dall’anzidetta turbina idraulica (6) entro Γ anzidetto serbatoio di accumulo (5).
L’impianto in questione si avvale altresì di:
- una settima condotta (70) prevista in dotazione all’ anzidetto serbatoio di accumulo (5) con il compito di evacuarne l’acqua in eccesso
- un’ottava condotta (80) atta ad alimentare con acqua di mare l’anzidetta stazione di depurazione (8) e, in definitiva, l’intero impianto in questione.
In particolare quest’ ultima stazione di depurazione (8) dell’acqua salmastra risulta usualmente formata dalle seguenti unità operative operanti in serie:
- da un decantatore (81)
- da un percolatore (82)
- da un chiarificatore (83)
- da un filtro a sabbia (84).
Naturalmente queste unità debbono essere attraversate in successione dall’acqua di mare addotta dall’anzidetta ottava condotta (80); ciò richiede la necessità di realizzare tra di esse un’opportuna connessione idraulica.
In tale prospettiva va detto, innanzitutto, che la medesima ottava condotta (80) è direttamente innestata nel decantatore (81).
Il medesimo decantatore (81) risulta connesso al successivo percolatore (82) per il tramite di una nona condotta (90) munita di rispettiva pompa (P90).
Il percolatore (82) risulta connesso al successivo chiarificatore (83) per il tramite di una decima condotta (100) munita di rispettiva pompa (PI 00).
Il chiarificatore (83) risulta poi connesso al successivo filtro a sabbia (84) per il tramite di un’undicesima condotta (110) munita di rispettiva relativa pompa (PI 10).
Si consideri altresì che quest’ultimo filtro a sabbia (84) coopera in stretta connessione con l’ anzidetto filtro a raggi UV (85) che rappresenta, per l’appunto, una peculiarità della presente invenzione.
Una volta chiarita la struttura dell’impianto in parola, si procede ad illustrarne il funzionamento.
Naturalmente la prima esigenza è quella di riempire le due anzidette camere (2, 3) del contenitore (1), rispettivamente con acqua dolce e con acqua salmastra.
A tal fine l’acqua di mare che alimenta rimpianto in questione affluisce dapprima, attraverso Γ anzi detta ottava condotta (80), entro la stazione di depurazione (8).
Essa si trova così ad attraversare in successione gli anzidetti decantatore (81), percolatore (82), chiarificatore (83), filtro a sabbia (84), sfruttando a tale scopo la presenza delle anzidette condotte (90, 100, 110) che realizzano il collegamento idraulico tra gli anzidetti componenti.
In tal modo l’acqua salmastra viene depurata di tutte le impurità solide, mentre il successivo passaggio nell’ anzidetto filtra a raggi UV (85) ne assicura la sterilizzazione.
Si ribadisce che la specifica utilità di questo filtro a raggi UV (85) risiede nella sua capacità di eliminare dall’acqua salmastra i batteri e i virus che se dovessero penetrare nel contenitore (1) andrebbero a depositarsi sulla rispettiva membrana osmotica (4) con l’effetto di ostruirne le sezioni di passaggio e di pregiudicarne Γ efficienza.
L’acqua salmastra, ormai depurata e sterilizzata, che fuoriesce dall’ anzidetto filtro a raggi UV (85) si riversa poi, per il tramite dell’anzidetta quarta condotta (40), all’ interno di quell’ anzidetto concentratore di sali (7) che - come detto -risulta invece assente negli impianti tradizionali.
Un simile concentratore di sali (7) risulta corredato di una sorgente di calore e di un gruppo di raffreddamento.
La funzione dell’anzidetta sorgente di calore è quella di indurre un riscaldamento nell’ acqua salmastra immessa nel concentratore medesimo (7), utile per favorire una rapida evaporazione della stessa.
Ciò significa che una parte dell’acqua salmastra che si riversa in continuo nel concentratore (7) è comunque destinata a trasformarsi in vapor d’acqua.
Ove si consideri poi che un simile processo di evaporazione non coinvolge anche i sali minerali contenuti nell’acqua, risulta evidente come la parte d’acqua salmastra che rimane all’interno dell’ anzidetto concentratore (in quanto non coinvolta nell’ anzidetto cambiamento di stato) veda aumentare notevolmente la propria concentrazione salina.
Sempre al fine di accentuare l’ anzidetto processo di evaporazione è altresì previsto che all’interno del medesimo concentratore (7) l’acqua salmastra sia soggetta ad una pressione inferiore a quella atmosferica.
Da parte sua il vapor d’acqua che si genera grazie alla parziale evaporazione dell’acqua salmastra viene esposto, sempre all’interno del concentratore medesimo (7), all’azione dell’ anzidetto gruppo di raffreddamento.
In tal modo questo vapore si trova sottoposto ad un processo di condensazione in grado di ricondurlo repentinamente allo stato liquido, sotto forma però di acqua dolce.
L’anzidetta seconda condotta (20) assolve poi alla funzione di trasferire l’acqua dolce prodotta dall’ anzidetto concentratore di sali (7) all’intemo dell’anzidetta prima condotta (10) destinata ad alimentare la prima camera (2) dell’ anzidetto contenitore (1).
Ma prima ancora di terminare la descrizione del funzionamento dell’ impianto in questione si ritiene opportuno puntualizzare la grande importanza che riveste, ai fini dell’ottimale funzionamento dello stesso, l’adozione dell’ anzidetto concentratore di sali (7).
Da un lato, infatti, tale concentratore (7) si rivela capace, a partire dall’acqua di mare, anche di produrre acqua dolce in virtù degli anzidetti processi di evaporazione e successiva condensazione; questa acqua dolce “autoprodotta” si presta ad essere utilizzata nell’anzidetta prima camera (2) del contenitore
(1).
Dall’altro lato il medesimo concentratore (7) si fa apprezzare per la sua capacità di aumentare la concentrazione salina di quell’acqua salmastra che permane al suo interno (in quanto non interessata dall’ anzidetto processo di evaporazione) e che dovrà poi essere effettivamente convogliata all’intemo della seconda camera (3) del contenitore (1), ad opera dell’anzidetta terza condotta (30).
In tal caso il vantaggio ottenuto risiede nel fatto che la maggiore salinità conferita all’acqua destinata ad affluire nell’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1) garantisce che si possa stabilire poi una maggiore pressione osmotica all 'interno della stessa.
Nelle esperienze effettuate si è potuto accertare infatti che l’acqua salmastra “elaborata” dall’ anzidetto concentratore (7) si trova in condizione - in una preferita forma di realizzazione dell 'impianto in questione - di passare da una concentrazione di sali “iniziale” pari a 34g/litro ad una concentrazione “finale” pari a 109,38 g/litro, atta a consentire il successivo raggiungimento di una pressione osmotica pari ad 80 atm.
Ma per tornare alla descrizione deH’impianto secondo il trovato, si ribadisce che il caricamento dell’acqua dolce all’interno dell’anzidetta prima camera (2) del contenitore (1) viene assicurato dall’anzidetta prima condotta (10), la quale viene alimentata non soltanto dall’anzidetta seconda condotta (20) proveniente dal concentratore di sali (7), ma anche dall’ anzidetto serbatoio di accumulo (5).
Ebbene nel momento in cui le due anzidette camere (2, 3) del contenitore (1) siano rispettivamente caricate con acqua dolce e acqua salmastra, si attiva effettivamente il tradizionale processo osmotico diretto che prevede la migrazione “spontanea” dell’acqua dolce, dalla prima camera (2) verso la seconda camera (3), quella inizialmente caricata con acqua salmastra.
Una simile migrazione, favorita dalla tradizionale membrana osmotica intermedia (4), genera, all 'interno dell’anzidetta seconda camera (3), una “miscela” di acqua dolce e salmastra che presenta due importanti caratteristiche.
La prima di tali caratteristiche è relativa all’ elevata pressione (intesa come pressione osmotica) cui tale miscela si trova soggetta; la seconda è relativa alla forte diluizione dei sali minerali originariamente contenuti nell’ acqua salmastra che era stata immessa come tale nella medesima seconda camera (3).
In quest’ ultima prospettiva si può affermare che la “miscela d’acqua" che si forma nell’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1) presenta un contenuto, per ciò che attiene l’apporto di sali minerali, sostanzialmente corrispondente a quello di un’acqua dolce.
Naturalmente l’anzidetta pressione osmotica viene sfruttata prevedendo che l’acqua contenuta nella seconda camera (3) del contenitore (1) sia convogliata forzatamente, ad opera dell’ anzi detta apposita quinta condotta (50), verso la turbina idraulica (6) la quale, in tal modo, viene effettivamente messa in condizione di produrre energia elettrica.
Considerando però che l’acqua che alimenta la turbina medesima (6) presenta caratteristiche di salinità paragonabili a quelle dell’acqua dolce, Γ impianto secondo il trovato prevede che questo liquido, una volta uscito dalla turbina (6), non sia smaltito incontrollatamente, ma sia piuttosto convogliato, ad opera della sesta condotta (60), all 'interno dell’ anzidetto serbatoio (5) per essere riutilizzato nell’ impianto medesimo alla stregua di acqua dolce.
La figura allegata, infatti, mostra come l’anzidetta prima condotta (10) responsabile del caricamento dell’acqua dolce all’ interno della prima camera (2) del contenitore (1) abbia una duplice fonte di alimentazione: vale a dire l’anzidetta seconda condotta (20) che gli adduce l’acqua dolce generata dall’ anzidetto concentratore di sali (7) e Γ anzidetto serbatoio (5).
In effetti, all’atto dell’attivazione iniziale deH’impianto secondo il trovato, il serbatoio in questione (5) viene utilizzato per caricare una prima quantità di acqua dolce prelevata “all’ esterno”, preferibilmente acqua dolce deionizzata.
Nel momento in cui, però, rimpianto medesimo si trovi a funzionare a pieno regime, il serbatoio medesimo (5) non richiede più apporti di acqua “esterna”, ma si limita sostanzialmente ad assolvere alla funzione di polmone di ricircolo tra la seconda camera (3) e la prima camera (2) del contenitore (1), con il necessario tramite della turbina (6).
Si ribadisce che lo stesso serbatoio (5) si avvale anche della cooperazione dell’anzidetta settima condotta (70).
Quest’ultima condotta (70) opera in funzione di “troppo pieno” e serve ad evitare incontrollati sversamenti dell’acqua caricata in eccesso in tale serbatoio (5).
Lungo l’anzidetta settima condotta (70) è infatti prevista una valvola (VI) la cui apertura viene abilitata selettivamente ad opera di una centralina elettronica interfacciata con un misuratore di portata; la funzione di una simile componentistica è infatti quella di mantenere un costante equilibrio tra la quantità d’acqua del mare che affluisce attraverso l’anzidetta ottava condotta (80) e la quantità d’acqua che deve essere scaricata dal serbatoio (5) per il tramite dell’anzidetta settima condotta (70).
La grande efficacia dell’ impianto secondo il trovato sta anche nel fatto che l’acqua che fuoriesce dal serbatoio (5), avendo caratteristiche di salinità paragonabili a quella dell’acqua dolce, si presta ad essere adoperata, senza inutili sprechi, per molte attività vantaggiose, quali ad esempio l’irrigazione dei campi, Γ alimentazione di edifici domestici o industriali per usi compatibili con le acque non potabili, ecc.
Ma anche laddove non si volesse prevedere un simile riciclaggio dell’acqua che fuoriesce dal serbatoio (5) dall’impianto secondo il trovato, sarebbe comunque possibile riversare tale acqua in mare, in un fiume o direttamente nelle fognature senza il rischio di creare alcun impatto ambientale negativo.
In una preferita forma di realizzazione si potrebbe prevedere che il tratto deirimpianto che comprende la turbina (6), la sesta condotta (60), il serbatoio (5), la prima condotta (10), il contenitore (1) e la quinta condotta (50) sia a tenuta stagna e sia assistito da una pompa aspirante (120) posizionata al di sopra della camera della turbina (6) con il compito di aspirare i gas che si sprigionano dall’acqua dolce (quali anidride carbonica, ossigeno, aria) che potrebbero - in virtù della loro capacità di generare carbonati e sali vari -danneggiare rimpianto medesimo ed il particolare la membrana (4).
Si precisa infine che tra le possibili forme di realizzazione dell’ anzidetto concentratore di sali (7) se ne segnala una particolarmente efficace ed economica, basata sul concetto di adottare nell’ambito di un simile concentratore una tradizionale pompa di calore, in quanto sicuramente capace di provvedere sia all’evaporazione dell’acqua salata immessa nel concentratore medesimo (7), sia alla successiva condensazione del vapor d’acqua ottenuto.
Questa duplice capacità è garantita per il fatto che ogni pompa di calore si avvale usualmente di un primo scambiatore di calore a superficie destinato ad operare ad alta temperatura (e dunque capace di fungere quale sorgente di calore idonea a favorire l’evaporazione dell’acqua salmastra) e di un secondo scambiatore di calore a superficie destinato ad operare a temperature prossime allo zero (e dunque capace di fungere quale gruppo di raffreddamento idoneo a favorire la successiva condensazione del vapor d’acqua).

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Procedimento ad osmosi diretta per la produzione di energia elettrica, del tipo che prevede: - il caricamento di acqua dolce ed acqua salmastra in un medesimo contenitore (1), rispettivamente alPintemo di una prima camera (2) e di una seconda camera (3), separate da una membrana semipermeabile (4); essendo previsto che il caricamento dell’acqua dolce entro l’anzidetta prima camera (2) avvenga per il tramite di una prima condotta (10) che attinge da un serbatoio di accumulo (5) e che il caricamento dell’acqua salmastra entro l’anzidetta seconda camera (3) avvenga per il tramite di una terza condotta (30) che opera a valle di una stazione di depurazione (8) alimentata con la medesima acqua ad opera di un’ottava condotta (80); l’instaurazione, attraverso l’anzidetta membrana semipermeabile (4) del contenitore (1), di una migrazione dell’acqua dolce contenuta entro l’anzidetta prima camera (2) in direzione dell’acqua salmastra contenuta entro Γ anzi detta seconda camera (3), tale da generare una pressione osmotica all’intemo di questa seconda camera (3) - il convogliamento forzato, per il tramite di una quinta condotta (50), dell’acqua contenuta nella medesima seconda camera (3) del contenitore (1) in direzione di una turbina idraulica (6) atta alla produzione di energia elettrica procedimento caratterizzato per il fatto di prevedere: - che l’anzidetta acqua salmastra in uscita dall’ anzi detta stazione di depurazione (8) sia preventivamente convogliata, ad opera di una quarta condotta (40) munita di rispettiva pompa (P40), entro un concentratore di sali (7), posizionato a monte dell’anzidetta terza condotta (30), atto a sottoporre la medesima acqua salmastra depurata ad un processo di evaporazione parziale in grado di aumentarne il grado di concentrazione salina.
  2. 2) Procedimento secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato per il fatto di prevedere che il vapore d’acqua ottenuto nel concentratore (7) in virtù dell’ anzidetto processo di evaporazione dell’acqua salmastra sia successivamente sottoposto, nell’ambito del concentratore medesimo (7), ad un processo di condensazione e che l’acqua che se ne ottiene sia immessa, attraverso una seconda condotta (20), nell’ anzi detta prima condotta (10) che alimenta la prima camera (2) dell’ anzidetto contenitore (1).
  3. 3) Procedimento secondo la prima o entrambe le rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’acqua in uscita dall’anzidetta turbina idraulica (6) sia convogliata, per il tramite di una sesta condotta (60), in direzione dell’ anzidetto serbatoio di accumulo (5), a sua volta dotato di una settima condotta (70) per l’evacuazione dell’acqua in eccesso.
  4. 4) Procedimento secondo la rivendicazione 3, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’anzidetta settima condotta (70) sia corredata di una valvola (VI) azionata da una centralina elettronica interfacciata con un misuratore di portata, sì da mantenere l’equilibrio tra la portata dell’acqua che defluisce dall’ anzidetto serbatoio (5) per il tramite dell’anzidetta settima condotta (70) e la portata dell’acqua salmastra che affluisce attraverso l’anzidetta ottava condotta (80).
  5. 5) Procedimento secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato per il fatto di prevedere che l’acqua salmastra addotta dall’anzidetta ottava condotta (80) sia sottoposta ad un processo di sterilizzazione in corrispondenza di un filtro a raggi UV (85).
  6. 6) Procedimento secondo la rivendicazione 5, caratterizzato per il fatto di prevedere che Γ anzidetto processo di sterilizzazione effettuato dal filtro a raggi UV (85) sia eseguito in corrispondenza dell’anzidetta stazione di depurazione (8).
  7. 7) Impianto per l’attuazione di un procedimento ad osmosi diretta per la produzione di energia elettrica, del tipo costituito da: - un contenitore (1) atto a favorire l’instaurazione di un processo osmotico diretto e dunque dotato di due distinte camere (2, 3), separate da una membrana osmotica semipermeabile (4), rispettivamente destinate ad essere caricate con acqua dolce e con acqua salmastra - un serbatoio d’accumulo per l’acqua dolce (5) - una turbina idraulica (6) - una stazione (8) per il trattamento di depurazione dell’acqua salmastra attinta dal mare - una prima condotta (10) munita di rispettiva pompa (PIO), atta a condurre l’acqua dolce contenuta nell’ anzidetto serbatoio di accumulo (5) entro l’anzidetta prima camera (2) del contenitore (1) - un’ottava condotta (80) atta a condurre l’acqua del mare entro l’anzidetta stazione di depurazione (8) - una quarta condotta (40) munita di rispettiva pompa (P40), atta a condurre l’acqua salmastra in uscita dall’ anzi detta stazione di depurazione (8) in direzione dell’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1) - una quinta condotta (50) atta a condurre l’acqua in pressione in uscita dall’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1) entro l’anzidetta turbina idraulica (6); impianto caratterizzato per il fatto di adottare, in posizione intermedia tra l’anzidetta stazione di depurazione (8) e la seconda camera (3) dell’ anzidetto contenitore (1), un concentratore di sali (7) che risulta alimentato, ad opera dell’anzidetta quarta condotta (40), con l’acqua salmastra proveniente dalla medesima stazione di depurazione (8); essendo previsto che tale concentratore (7) sia munito di una sorgente di calore atta a generare un processo di evaporazione parziale dell’acqua salmastra immessa al suo interno e sia associato ad una prima condotta (30), munita di rispettiva pompa (P30), atta a condurre l’acqua salmastra non interessata dall’ anzidetto processo di evaporazione entro l’anzidetta seconda camera (3) del contenitore (1).
  8. 8) Impianto secondo la rivendicazione 7, caratterizzato per il fatto che Γ anzidetto concentratore (7) adotta un gruppo refrigerante atto a generare un processo di condensazione del vapore ottenuto dall’ anzidetto processo di evaporazione parziale dell’acqua salmastra; essendo altresì previsto che detto concentratore (7) sia associato ad una seconda condotta (20), munita di rispettiva pompa (P20), atta a condurre l’acqua generatasi in seguito all’ anzidetto processo di condensazione entro l’anzidetta prima condotta (10).
  9. 9) Impianto secondo le rivendicazioni 7 e/o 8, caratterizzato per il fatto di adottare ulteriormente: - una sesta condotta (60) atta a convogliare l’acqua in uscita dall’ anzi detta turbina idraulica (6) entro Γ anzidetto serbatoio di accumulo (5) - una settima condotta (70) atta a far defluire l’acqua in eccesso dal medesimo serbatoio di accumulo (5); essendo previsto che detta settima condotta (70) sia corredata di una valvola (VI) azionata da una centralina elettronica interfacciata con un misuratore di portata, sì da mantenere Γ equilibrio tra la portata dell’acqua che defluisce dall’ anzidetto serbatoio (5) per il tramite dell’ anzi detta settima condotta (70) e la portata dell’acqua salmastra che alimenta rimpianto medesimo attraverso l’anzidetta ottava condotta (80).
  10. 10) Impianto secondo una o più delle rivendicazioni da 7 a 9, caratterizzato per il fatto che Γ anzi detta stazione di depurazione (8) risulta formata dalle seguenti unità operative: - un decantatore (81) - un percolatore (82) - un chiarificatore (83) - un filtro a sabbia (84), che risultano idraulicamente interconnesse per il tramite di: - una nona condotta (90), munita di rispettiva pompa (90), interposta tra Γ anzidetto decantatore (81) e Γ anzidetto percolatore (82) - una decima condotta (100), munita di rispettiva pompa (PI 00), interposta tra Γ anzidetto percolatore (82) e l’ anzidetto chiarificatore (83) - un’undicesima condotta (110), munita di rispettiva pompa (PI 10), interposta tra l’anzidetto chiarificatore (83) e l’ anzidetto filtro a sabbia (84).
  11. 11) Impianto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto di adottare, a monte dell’anzidetta quarta condotta (40), un filtro a raggi UV (85) atto ad essere attraversato dal flusso d’acqua salmastra addotto dall’anzidetta ottava condotta (80).
  12. 12) Impianto secondo la rivendicazione 11, caratterizzato per il fatto che l’anzidetto filtro a raggi UV (85) risulta dislocato in seno all’ anzidetto stazione di depurazione (8), a valle del rispettivo filtro a sabbia (84).
  13. 13) Impianto secondo le rivendicazioni 7 e 8, caratterizzato per il fatto che l’anzidetta sorgente di calore e l’ anzidetto gruppo refrigerante in dotazione al concentratore (7) sono costituiti rispettivamente dallo scambiatore di calore a superficie destinato ad operare ad alta temperatura e dallo scambiatore di calore a superficie destinato ad operare a bassa temperatura appartenenti ad una medesima pompa di calore di concezione tradizionale.
  14. 14) Impianto secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato per il fatto che il suo tratto comprendente l’anzidetta turbina (6), l’anzidetta sesta condotta (60), l’anzidetto serbatoio (5), l’anzidetta prima condotta (10), Γ anzidetto contenitore (1) e l’anzidetta quinta condotta (50) è a tenuta stagna ed è assistito da una pompa aspirante (120) posizionata al di sopra della camera della turbina (6).
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